21.8.06

Senza titolo 1408

In questi giorni ripulendo dallo spame pattume vario le mie email ed in particolare quella di virgilio che uso come punto di rifferimento per il blog , ho trovato delle email utili ( a volte faccio come si faceva e ancora si fà in alcune zone d'italia ed in particolare al centro sud , del maiale non si butta via niente e come Don lorenzo Milani che conservava tutte le elttere anche quelle d'insulti e di minacce che rivcevette dopo la pubblicazione del suo libro l'obbedienza non è più una virtù ) . Lo so che non dovrei come ho già detto nel corso di questi anni nel blog , ascoltare chiunque ogni lamento come dice l'avvelkenata di Guccini ma davanti a certe email non sempre riesco a mettere in pratica tale proposito e :


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E mangio pane, pane e sale
e il cielo piove giù
con lacrime d'altomare
acqua che non si ferma più
Ma salgo ancora nuove scale
e vedo ancora + in lì
la luce chiara di domani
precipitando esplode già
E il mattino
sembra tutto
aria serena
e il dolore
si confonde già
nel mattino
sembra un fiume
dopo la piena
nella pace rifluisce già
Guarda i miei occhi come piove
guarda i miei occhi x te
fa che ritorni presto il sole
e che si posi in fronte a me
E il mattino
sarà tutto
aria serena
e la luce ci confonderà
nel mattino
come un fiume
dopo la piena
nella pace rifluisce già
E il mattino...
E mangio ancora pane e sale
e il cielo piove giù
con lacrime d'altomare
acqua che non si ferma più.
E mangio pane, pane e sale
e il cielo piove giù
con lacrime d'altomare
acqua che non si ferma più
Ma salgo ancora nuove scale
e vedo ancora + in lì
la luce chiara di domani
precipitando esplode già
E il mattino
sembra tutto
aria serena
e il dolore
si confonde già
nel mattino
sembra un fiume
dopo la piena
nella pace rifluisce già
Guarda i miei occhi come piove
guarda i miei occhi x te
fa che ritorni presto il sole
e che si posi in fronte a me
E il mattino
sarà tutto
aria serena
e la luce ci confonderà
nel mattino
come un fiume
dopo la piena
nella pace rifluisce già
E il mattino...
E mangio ancora pane e sale
e il cielo piove giù
con lacrime d'altomare
acqua che non si ferma più.



( “pane e sale “ Zucchero )



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Ecco alcune delle email che ho ricevuto dopo i Post : 1 ) per il 5 anniversario del G8 di genova in particolare quello su piazza Gaetano Alimonda( o Piazza Carlo Giuliani ragazzo come preferisco chiamarla ) ; 2) quel post su Hina quella ragazza pakistana uccisa




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inziamo da .... da ...... ora ci sono .... da quello sull'islam che è il più recente ora avendo svuotato il cestino o cancellato anche le email in questione , ma il tono era questo : catto comunista di .......... , dici d'essere anti fondamentalista e poi riporti siti fondamentalisti , fuori dall'Italia  tu e i rtuoi amici islamici , hai mandato a ..... la tua religione per convertirmi all'islam , dici d'essere contro il fondamentalismo e i fondamentalisti islamici e poi metti fra i siti anche sitio fonfamentalisti , che .... di coerenza è la tua ? ecc









Ora ppur essendo educato e avendo ricevuto sia  i scaramenti  sia  una formazione cattolica prima quella intransigente\ conservatore o cericofascista ( per usare un termine degli anni 60\80 ritornato in uso di recente ) e poi a quello progressita - del dissenso o cattocomununista ( stessa espressione come clerico fascista ritornata in auge di recente ) sono diventato : 1) dopo aver letto di pasdre Ernesto balducci : << non posso definirmi solo cristiano >> ; 2) scambi culturali con amici e compagni di strada e di viaggio atei \agnostici , cristiani , cattolici non praticanti , opure musulami , buddisti , protestanti ., un Laico credente e mi sono come LadyDeath75 ( News Entry nella nostra comunity ) non sono di nessuna religione dichiarata, ho un mio pensiero teologico personale . E quindi mi sono detto ed è questa la strada che seguo ( ma poi chi sa che non possa cambiarla in un futuro , anche se credo che non ci sarà visto che è entrata in profondità nel mio bagaglio di viaggio e nella mia opera d'arte ) che l'imppoertante non è come si crede , ma è credere , non credo che Dio se la prenderà a male se affermo << Dio è laico come me >> proprio come la  famosa   canzone deglianni 90  laico reggae  di Corrado Guzzanti e il suo gruppo  qui  per l'mp3
Co
si come  non credo  che  s'offenda  se  seguo alla  lettera quanto dice  simone Weil  <<  Un ateo  , un "infedele " capaci di comprensione pura   sono altrettanto vicini a  Dio  di un cristiano e  quindi lo conoscono altrettanto bene   sebbene  la loro conoscenza si esprima   con parole diverse oppure  resti muta  . perchè Dio è amore  >> .
Nell'ultima accusa \ osservazione c'è un fondoi di verità ma lo'ho fatto : 1) per farvi conoscere entrambe le correnti dell'islam ( Sunniti e Sciiti ) ; 2) farvi capire la differenza fra l'islmam moderato o meglio progressista e quello fondamentalista -intransigente . 3) ho messo i siti in fretta , e qui mi scuso , perchè dovevo prepararmi per andare all'ultima   giornata del festival di tiime jazz di  Berchidda   dove  c'era Ascanio celestini






Ora veniamo a quellle accuse sui post del g8 di genova 2001




sullo stesso tenore del primo post che dedicai al g8 di Genova ( anche sempre di meno dopo aver visto quei link che avevo portato nel post precedente ) difendi un assassino , difendi i violenti e non i citadini che hanno subito danni , non rispetti i carabinieri e poliziotti che hanno difeso la gente da voi teppisti , che le tue informazioni sono faziose , se a genova non c'eri , che cazzo te ne frega di partecipare ad una contro inchiesta faziosa ed a senso unico , come mai t'interessi cosi tanto di una cosa successa 5 anni fa ? ed in particolare del fatto di piazza alimonda ecc


Iniziamo dall'ultima accusa . Quel libro ( Genova nome per nome di Carlo Gubitosa  da me  più volte citato  in questo blog  ) lavoro durato 3 anni , non è fazioso ( invito a leggerselo o a rileggerselo con più attenzione ) ci sono testimonianze e racconti di tutte le parti in causa ( manifestanti , e poliziotti ) , un mio amico che la pensava come voi lo ha letto e mi ha detto : << non concordo con la versione ufficiale , non vi baisimo non avete tutti i torti . E' il libnro migliore e più accurato che ho letto su tali fatti >> . E' vero i link sui video da me riportati sono a senso unico , ma come maim la destra e le forze dell'ordine , non mostrano i video nella loro interezza e solo pezzi ? Come mai hanno utilizzato quel decreto sulle perquisizioni senza mandato ( che si usa in casi eccezionali armi o droga ) per sequestrare pc di giornalisti del mediacenter ? perchè hanno malmenato giornalisti non solo italiani ,ma anche stranieri ? . non difendo un assasino , ma : << forse doveva scappare anzi che rispondere a violenza con violenza >> quel mio amico di destra che ha letto il libro e viusto i filmati di quel post << ma non mi sembra un assasino uno che si difende anche violentemente in una situazione del genere >> : a queste persone dico solo rivedere quei video senza paraocchi e senza pregiudizi e continuano a ripetermi le solite cose gli dedico la canzone Vaffanculo  qui il testo
ispondo all'ultima domanda : perchè è storia , come i fatti di Genova 1960 (  nei collegamento una bun resoconto  per  chi vuole saperne dio più  ) , per dimnostrare all''estero che non tutti gli italiani sono bestie ( ovviamente senza generalizzare ) come quei poliziotti di genova , perchè era dal 1989\90 che non avveniva un morto in una manifestazione politica .
Ma soprattutto per come il caso di Carlo Giuliani è stato archiviato e per il,atto che a causa , SIC , della legge sull'indulto saranno definitavamente archiviati le torture di Bolzaneto , il massacro dellla Diaz . Per la documentazione , per volesse farsi ( o per chi l'ha già , ma vuole ricordare ) un idea senza parocchi e pregiudizi rimando ai miei post preceenti . Concludo con chi mi dice che sono contro la polizia che anche la polizia e le forze dell'ordine sembra che stiano incominciando a capire i loro errori fatti ( anche se esistono delle forti sacche minoritarie di resistenza alla democratizzazione dele forze armate , vedere come hanno represso le manifestazioni Notav e come alcuni di loro avessero chiesto all'ora ministro dell'interno Beppe Pisanu carte bainca per mantenere l'ordine pubblico di quei giorni )  come  dice questo articolo  del settimanale  LeftAvvenimenti
www.avvenimentionline.it uscito nella  versione cartacea  la settimana del 14 luglio


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La polizia confessa: abbiamo sbagliato. Ma ora le cose sono cambiate. Al G8 c’è chi faceva le prove dell’autunno caldo.
di Marco Romani


Qualcuno a voce bassa dice: «Una vergogna». Qualcun altro parla di «ferita». Per tutti è stato «un errore da non ripetere». I fatti di Genova all’interno delle forze di polizia sono considerati come una “macchia” da archiviare prima possibile perché ha travolto un’immagine costruita per anni. Filippo Saltamartini, segretario generale del Sap - il sindacato più vicino al centrodestra - lo dice con chiarezza: «Nel nostro lavoro veniamo pagati pochissimo. Se ci viene tolta anche la dignità non ci rimane nulla. Chi fa il concorso per entrare in polizia ha come obiettivo quello di arrestare i ladri, non manganellare». Nei reparti si è discusso per mesi, si sono fatti convegni, si è litigato. La difesa a oltranza dei colleghi sotto processo ha trovato consensi, ma alla fine l’atteggiamento prevalente è quello del “chi ha sbagliato paghi”, l’importante è che non si confondano quegli errori con l’intero operato della polizia.
Il tentativo è quello di mettere quei giorni tra parentesi. Il modello di ordine pubblico prima e dopo Genova non è cambiato, sottolineano al Viminale, ed è improntato al dialogo e alla filosofia che la polizia garantisce il diritto costituzionale di protestare. Sarà. Ma allora da dove nascono le vicende della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto? Le risposte divergono. E parecchio. Claudio Giardullo, segretario del Silp-Cgil, spiega: «A Genova, invece di prevenire, si è scelto un modello di ordine pubblico preciso, quello dello scontro di piazza. Se ai manifestanti non si lasciano vie d’uscita, e anzi si compartimenta la città in zone rosse, vuol dire che si vuole impartire una “lezione”, senza spazi per mediazioni e flessibilità. Ci fu anche un input della politica. La verità è che la presenza di esponenti di primo piano nelle sale operative non aiutò: i poliziotti furono in qualche modo portati a credere che avevano il via libera. Il governo Berlusconi si stava preparando a un autunno caldo e quello di Genova era un messaggio preciso a sindacati e moderati: tenetevi lontano dalle piazze. Le forze di polizia sono state usate come strumento dello scontro». Diversa la lettura data da Oronzo Cosi, segretario del Siulp, il sindacato che con 33mila tessere è il più grande della categoria: «Non agimmo su pressioni o per influenze politiche. Eravamo impreparati ad affrontare eventi di quella portata. Pochi mesi prima di Genova, e con un altro governo in carica, a Napoli accaddero incidenti gravi. Anzi, se vogliamo anche peggiori: era una manifestazione più piccola, tutta italiana. Il problema è che tra i due eventi passò poco tempo e non siamo stati in grado di valutare la portata di quei fatti e cambiare il modello operativo. L’errore fu di non capire che all’interno di un corteo c’erano tanti cortei, fatti di persone assai diverse e con diverse intenzioni. Si dovevano dividere i percorsi, sarebbe stato più facile intervenire dove ce n’era bisogno». Aggiunge Saltamartini: «I reparti mobili, per formazione, sono forze concentrate. La regola è: non dividersi mai. A Genova c’era invece una necessità diversa: isolare poche persone sparse in un corteo enorme».
Senza aspettare la fine dei processi, che stabiliranno le responsabilità dei singoli e dei gruppi, la polizia ha però intrapreso - a detta dei tre sindacati - un percorso per ripensare metodi e mezzi. «È stata dura, ma quella cicatrice, quella frattura con la società si è rimarginata - assicura Giardullo -. Come Silp, già nei giorni successivi, abbiamo chiesto un incontro con i rappresentanti del movimento per capire cosa era successo e cosa fare perché non avvenisse più. Una frattura così è un rischio per la democrazia: la separatezza delle forze di polizia porta a derive autoritarie». Saltamartini propone un ulteriore salto culturale: sostituire il concetto di ordine pubblico con quello di tutela dei diritti della collettività. Da una parte i diritti di chi manifesta, dall’altra quelli di chi non scende in piazza. «Noi siamo garanti, non repressori - spiega il segretario del Sap -. Protestare è un diritto costituzionale, ma noi dobbiamo sciogliere una manifestazione se si commettono reati. Bisogna valutare il grado di tolleranza delle forze dell’ordine davanti ai reati commessi».
Di riflessioni ne sono state fatte tante e i risultati alla fine sono arrivati. «Dopo Genova - ricorda Cosi - c’era qualcuno che voleva dotazioni di autodifesa ancora più incisive, come idranti e mezzi pesanti. Non lo nego. È stato un merito del sindacato se quella strada è stata lasciata da parte e si sta facendo largo la cultura della formazione». Si è cercato insomma di far capire agli agenti che non tutti i manifestanti sono uguali, e che il modello di ordine pubblico applicato negli stadi per reprimere la guerra domenicale fra ultras non va bene per chi protesta perché è stato licenziato dal proprio posto di lavoro. Più cultura legale e meno militare propone Saltamartini, e Giardullo avverte: «Bisogna evitare un doppio errore. Quello della politica che pensa che ormai la polizia, dopo la riforma, è un’organizzazione democratica sempre e comunque. E quello delle forze di polizia che pensano che la formazione permanente non serve. Se si compie uno solo di questi errori, non si può escludere che potranno ripetersi i fatti di Genova».
Del resto, che tra gli agenti ci siano “picchiatori” di estrema destra, che vanno alle manifestazioni per “menare le zecche”, nessuno lo nega. Ma si tende a minimizzare. «Su 106mila agenti, è normale che ci siano teste calde». In molti alludono al Sap. Saltamartini si difende: «Dalla mia organizzazione ho espulso i più facinorosi. Su queste cose non si scherza: la Costituzione va difesa giorno per giorno».
Genova lontana anni luce quindi? A vedere dagli avanzamenti di carriera di chi aveva incarichi direttivi - a partire da Vincenzo Canterini, all’epoca capo di un nucleo antisommossa della Mobile di Roma, fra i più coinvolti nei fatti della Diaz - non sembra proprio. Anzi, l’impressione è che chi si è distinto per i metodi più spicci abbia avuto poi i posti migliori. Oronzo Cosi non è d’accordo: «La magistratura sta facendo il suo dovere, nel frattempo perché l’amministrazione avrebbe dovuto tenere a bagnomaria i dirigenti a cui spettavano gli avanzamenti? La presunzione di innocenza deve valere anche per i poliziotti». Diversa la lettura del Sap. Per Saltamarini «più che promozioni sono stati applicati dei criteri amministrativi per ricostruire un circuito». Per dirla con parole più chiare, promossi e messi da parte, per lasciare spazio a una nuova generazione che sappia voltare pagina.
«Ma non è assolutamente così - attacca Luigi Malabarba, senatore di Rifondazione che da anni, anche come membro del Copaco, si occupa di forze dell’ordine e di servizi -. Sono state concesse promozioni con encomio a chi aveva dimostrato fedeltà al capo della polizia e aveva accettato le regole imposte per Napoli e Genova». Malabarba racconta di molti poliziotti che lo hanno contattato per raccontargli che chi si era rifiutato di far parte delle squadre di Genova o chi aveva, nei giorni del G8, contestato alcuni ordini è stato poi emarginato. «De Gennaro è riuscito a catalizzare forze della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza intorno a un nuovo modello di sicurezza. Genova - continua Malabarba - è stato il trampolino per la strategia della lotta al “nemico interno”. L’affidabilità nella polizia è oggi data dalla fedeltà a quel progetto». E la selezione dei quadri, secondo il senatore, è stato un mezzo rapido per portare avanti questo progetto: «In precedenza era il Viminale, sentito il capo della polizia, a scegliere gli uomini. Oggi avviene il contrario. De Gennaro decide le promozioni e i trasferimenti. Al Viminale resta solo il compito di controfirmare. Tutto questo è avvenuto con il via libera di Pisanu».
La polizia, per tornare a darsi un’immagine positiva, apre le sue palestre alla cittadinanza, come è avvenuto per la Mobile di Roma, inaugura biblioteche a Genova, promuove campagne, apre siti di servizio e numeri verdi per gli utenti. Ma da Genova sono passati solo cinque anni. Troppo pochi perché parole come Diaz e Bolzaneto siano solo una riga su un libro di scuola.
>>


Spero  di non  doverci  più  ritornare . Con questo  è tutto 

Senza titolo 1407

a chi mi dice che sono anti italiano e contro la mia patria rispondo con queste due canzoni   di sabrina  Guzzanti tratte dallo spettacolo rai ot  . A voi decidere  se  sto  con La Patria ( quella che in nome d'esa  ha fatto le  leggi razziali ; invaso, torturato  e commesso genocidi  verso  altri popoli   ;  mandatomin nome di tale ideale  uomini al macello  ) ; o  con  la patria  (  la mia patria  è iol mondo inbtero  la mia terra  è la liberta  ovvero mmy casa  tu  casa  ) 

LA MIA PATRIA NON E' UN'AZIENDA



La mia patria non e' un'azienda,
non e' un franchising la mia famiglia.
Il mio quartiere non assomiglia
ne' a una holding ne' a una spa.

La mia figliola non e' una troia
non le interessano i calendari,
e la mia scuola non e' una scala
che porta al trono dell'imperatore.

Non siam piu' solo spettatori,
noi non siam piu' sciocchi teleutenti.
Scorrono neuroni nelle nostre menti
che parole vogliono diventar.

Se son depressa non faccio shopping,
vado a parlare con un vicino
e le domande sul mio destino
non vado a farle al Costanzo Show.

E il mio tempo non e' denaro,
ma il mare aperto dei sentimenti
le vele al vento del mio pensiero
finche' quel vento resistera'



RIBELLI DELLA MONTAGNA

Dalle belle città date al Biscione
Fuggimmo un dì via dalla televisione
Cercando libertà nella memoria
Contro chi tutti i dì cambia la storia
Senza paura di guerra e terroristi
Senza temere i deliri dei leghisti
Armammo le menti, togliemmo la paglia
Temprammo il cuor e i muscoli in battaglia
Siamo i ribelli della montagna
Viviam di stenti e di patimenti
Ma questa fede che ci accompagna
Sarà legge dell’avvenir
La giustizia è la nostra disciplina
Libertà è l’idea che ci avvicina
Arcobaleno il color della bandiera
L’ Italia si è svegliata forte e fiera
Al sentirci da ogni lato assediati
Mettemmo da parte i discorsi malati
Provammo l’ardor della grande risposta
Sentimmo l’amor per la patria nostra
Siamo i ribelli della montagna
Viviam di stenti e di p
atimenti
Ma questa fede che ci accompagna
Sarà legge dell’avvenir



20.8.06

Senza titolo 1406

Un «gratta e vinci» da 500mila euro
Colpo grosso per due sarde in Trentino. «Ma continuiamo a lavorare»

  POZZA DI FASSA.Alle 19.30 di ieri stavano stirando nell’albergo fassano, dove fanno la stagione. Come tante altre cameriere ai piani in servizio, in questo periodo, negli hotel. Anche se loro, alle 18 nel negozio “Lo scrigno” di Meida, avevano acquistato un biglietto “Gratta e vinci” da 5 euro e vinto 500 mila euro.

 «È venuto un colpo anche a me» commenta Carla Barbolini, titolare del negozio, che gestisce con l’aiuto dei genitori Fiorenza e Leo e di altri familiari. «Altre volte abbiamo avuto vincite da 500 euro. Ma mai una cifra così alta. Credo sia una delle vincite più grandi di tutta la valle». La fortuna ha baciato due donne della Sardegna, che nella vita fanno le casalinghe. E che, d’estate, vanno a fare la stagione per guadagnare qualcosa.
«Abbiamo tanto bisogno», riferiscono le due giovani donne. Un anno sono state a Lignano. Un’altra estate a Selva, in val Gardena. Quest’anno - per la prima volta - sono approdate in Trentino. Hanno trovato lavoro come cameriere ai piani. «Il 29 agosto fanno due mesi che siamo qui» raccontano.
 «Le ho viste in negozio varie volte. Venivano a giocare al Lotto e prendevano un biglietto del “Gratta e vinci”. Quelli da uno, due o tre euro. Ieri ne hanno preso uno da cinque euro, che si chiama “Miliardario”, con il numero 15» racconta Carla Barbolini del negozio “Lo scrigno”. Un negozio nel centro di Meida, molto frequentato. Dove, accanto a tabacchi e ricevitoria, si trovano anche oggetti regalo e articoli di profumeria. Il primo pensiero delle due cameriere, con il biglietto vincente da 500 mila euro in mano, è stato quello di lasciare lì il lavoro e di regalarsi una bella vacanza. Ma la razionalità ha avuto, poi, il sopravvento. Hanno deciso di rimanere e di concludere la stagione. Almeno così sembra. «Staranno qui fino a metà settembre» dice sicura la titolare dell’hotel fassano. «Gli accordi erano questi. Quando saranno andati via i clienti, prima della chiusura ci sarà anche da pulire l’albergo» precisa. «Io ho saputo la notizia da alcuni nostri clienti, poi le due ragazze me l’hanno confermata. Sono ancora tutte agitate» dice. «Non ne siamo ancora convinte» affermano le due giovani. A loro la vincita sembra ancora un sogno. E, intanto, prendono un’altra federa. La mettono sull’asse da stiro. E continuano a lavorare.


speriamo  che  mantengono la parola  cosa di cui sono certo conoscendo la fierezza di noi  sardi

Senza titolo 1405

 buone  nortizie per il cane   del post precedente 


Lucky Pablo ha una nuova casa
Adottato da una coppia di sassaresi il cane lanciato dal finestrino di un’auto e salvato da due spagnoli
Tantissime le richieste che sono arrivate da tutta l’Italia















FEDERICO SPANO




 SASSARI.
Ha già trovato casa. Lucky Pablo, il cucciolo lanciato dal finestrino di un’auto in corsa giovedì notte, nella superstrada Sassari-Alghero, è fortunato in tutti i sensi. Dopo essere stato salvato da due turisti spagnoli e ricoverato nel canile della Lida, ieri sera è stato adottato da una giovane coppia sassarese, che abita in una casa di campagna, a Molafà. Prima di raggiungere i nuovi padroni, però, Lucky Pablo dovrà attendere almeno tre giorni. I veterinari che collaborano con la Lida (Lega italiana difesa animali) dovranno vaccinarlo e sverminarlo, inoltre il cucciolo, un bell’incrocio di Labrador di cinque mesi, dovrà essere microcippato. Solo allora potrà raggiungere la suo nuova casa, dove troverà una nutrita compagnia. I suoi nuovi padroni, infatti, possiedono altri tre cani. Questo particolare è stato determinante per l’affidamento di Lucky. I responsabili della Lida, che hanno ricevuto tantissime richieste da tutta Italia (Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna), hanno deciso di dare in adozione il cucciolo a due sicuri amanti degli animali. Inoltre, l’abitazione di Molafà, garantirà al cagnolino una vita all’aria aperta.
 L’episodio di giovedì scorso ha destato grande scalpore, la notizia del cucciolo lanciato da un’auto in corsa ha fatto il giro d’Italia. E così è scattata la corsa all’adozione. Ciò che sorprende e rattrista i responsabili dei canili, e gli amanti dei cani in genere, è il fatto che la gente si ricordi degli animali senza un padrone, soltanto quando sono protagonisti di un episodio particolare, magari di un fatto di cronaca, e comunque quando ne parlano stampa e tv. In città esistono due canili e un ricovero gestiti da tre associazioni: «Lida», «Qua la zampa» e «Amico cane». I cani in attesa di una famiglia, soltanto in città, sono circa 700. Una cifra enorme, soprattutto se si considera che molti animali sono diventati «anziani» dentro una gabbia. Da quando la «Nuova Sardegna» pubblica la rubrica settimanale sui cani curati dalle associazioni cittadine, le adozioni sono state numerose. Anche due alla settimana. Una goccia, però, in un oceano di abbandoni. D’estate, sembra quasi scontato dirlo, in tanti si disfano dei cuccioli adottati per fare contenti i figli, ma troppo fastidiosi quando si parte per le ferie. «Ciò che abbiamo notato è che la gente è diventata più crudele - afferma Maria Carboni, presidente della Lida -. Prima i cuccioli venivano semplicemente abbandonati per strada. Di recente abbiamo assistito a episodi terribili, con animali scaricati dentro cassonetti, legati a cancelli e lasciati sotto il sole per giorni». Lucky non è stato l’unico a essere lanciato dal finestrino di un’auto in corsa. L’anno scorso un altro cane, molto meno fortunato, è stato lanciato da una macchina sulla «131» e investito dall’auto che seguiva. Per lui non c’è stato niente da fare, nonostante l’intervento dei veterinari e dei volontari.
 Fino a pochi mesi fa, molti avevano l’abitudine di abbandonare gli animali proprio accanto ai canili cittadini. Un fenomeno che è stato eliminato grazie ai numerosi controlli delle forze di polizia. Questo non vuol dire che gli abbandoni siano diminuiti. Tutt’altro. E all’origine di questa piaga, che alimenta il randagismo e crea non poche difficoltà a chi della salvaguardia dei cani ha fatto una ragione di vita, c’è un problema culturale. «La gente non è abituata a sterilizzare gli animali - spiega Angela Onida, presidente dell’associazione “Amico cane” che si occupa del ricovero a Li Gadduffi -. In molti pensano che sia una crudeltà, ma in realtà è esattamente l’opposto, altri non hanno neanche idea dell’importanza di questo intervento. E il discorso vale anche per i gatti».
 Il problema principale delle associazioni che gestiscono i canili sono le scarse risorse economiche. Rispetto al 2005, la Regione ha ridotto i fondi, e sfamare tanti animali diventa un’impresa, al punto che chi fa parte delle associazioni è disposto anche a indebitarsi personalmente pur di non far mancare il cibo ai cani. Fortunatamente da tempo i panifici cittadini consegnano ai canili il pane che avanza, lo stesso fanno ristoranti e supermercati che danno ai volontari gli avanzi o i prodotti appena scaduti.
 Lucky Pablo ha già trovato una casa. Altri 700 cani, soltanto a Sassari, aspettano da anni una vita “normale” e un padrone che si prenda cura di loro. Un padrone da amare, senza condizioni.









Speriamo  solo  che  i padroni lo facciano perchè lo sentano  realmente  , e  non perchè và di moda  o peggio per lavarsi la coscienza 

Senza titolo 1404


Pascal Renoux


Un attimo, ancora un attimo


lasciati percorrere col mio pensiero.




Un minuto ancora, fermati ed ascolta


il sussurro del vento


che sfiorandoti


ti bisbiglia: “è stato amore”


Silvana

19.8.06

Senza titolo 1403

Ieri   dei (  è a dir poco   ) criminali  hanno buttato dal finestrino  , per poi vigliaccamente  come  si è soliti  in questi casi   fuggire ,  un cucciolo   ( foto a sinistra  )  .  Vista la mia incazzatura  nonostante il cane  sia stato  salvato  e  gli autori denunciati da  dei turisti spagnoli   appne a  sbarcati  ad Alghero  , preferisco , piuttosto che  impappinarmi   nel raccontare  la vicenda  , lasciare   che  a farla   sia  l'articolo della  nuova sardegna (  il  più letto   fra    i quotidiani  con le  sue    5 edizioni  dei tre  --- l'unione sarda   , e le  due  del  giiornale  di sardegna  ---  )    del  19\08\2006

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SASSARI

Non si sono neanche fermati per scaricarlo sul ciglio della strada. Hanno preferito lanciarlo direttamente dal finestrino, con l’auto in corsa. Il cane, un cucciolone di cinque mesi, è rotolato per alcuni metri sull’asfalto. Una scena incredibile a cui ha assistito una coppia di spagnoli a bordo di un’altra auto. I due hanno recuperato il cane e sono andati direttamente in questura per raccontare quanto accaduto.

L’episodio è avvenuto giovedì sera, poco dopo le 23, nel primo tratto della superstrada che da Alghero porta a Sassari. I turisti spagnoli, due giovani sui 35 anni, che erano appena sbarcati all’aeroporto di Fertilia con un volo Ryanair, viaggiavano a bordo di un’auto presa a noleggio. Quando hanno visto la povera bestia volare dal finestrino, non hanno esitato un attimo per fermarsi a soccorrerla. Illuminando il ciglio della strada con i fari dell’auto, la coppia si è avvicinata al cucciolo temendo il peggio. Ma il piccolo, un bell’incrocio di Labrador color nocciola, era sano e salvo. Una bella fortuna, visto il modo in cui è stato «abbandonato» dai padroni. «Lucky Pablo», con quale altro nome potevano battezzarlo i due spagnoli? Meno fortuna, molto probabilmente, avranno gli ex proprietari del cucciolo. I turisti, infatti, hanno fatto in tempo a segnare alcuni numeri della targa dell’auto sulla quale viaggiava il cane, e hanno riconosciuto anche il modello.
 Dopo avere caricato in macchina Lucky, gli spagnoli si sono diretti a Sassari e hanno raggiunto la questura per denunciare l’episodio. Un racconto complicato dal fatto che il turista che ha parlato con i poliziotti non capiva l’italiano. A gesti e con qualche disegno, il giovane è riuscito a spiegare come si sono svolti i fatti.
 Dalla questura è stato chiamato il veterinario di turno della Asl, Stefano Grassi, che ha visitato il cucciolo (non ha avuto bisogno di cure) e l’ha poi affidato alla guardia zoofila della Lida, Costantino Delrio. Lucky Pablo è stato subito trasferito nel canile dell’associazione di difesa degli animali, a Caniga, dove attenderà un nuovo padrone.
 Sul grave episodio di maltrattamento degli animali sta indagando la squadra volante della polizia, guidata dal dirigente Giusy Stellino.
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Sono d'accordo con quanto dice   l'analisi  ( sempre  sullo stesso quotidiano  ) di Antonello palmas   sul  fenomeno  degli animali  : << Il vero animale spesso è l’uomo >> e  quando propone  ;  << Anche noi volontari possiamo dare una mano, ad esempio segnalando delle studentesse che per fare qualche soldo fanno (e molto bene) le dog-sitter. Devo dire che, nonostante le apparenze, c’è più sensibilità da parte di chi non ti aspetti, da chi ha problemi personali anche grossi”.>> . 
Ora  poichè  la nuova sardegna  ----  di cui  ho  la password  di mio  zio ----e  l'unione (   eccetto i  giornale di sardegna  )   sono a pagamento  . riporto  qui   l'articolo  citato prima  .

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Coccolati (anche troppo) ed erroneamente trattati da bambini quando rappresentano un regalo per gli ancora più viziati cuccioli d’uomo. Seviziati e nella migliore delle ipotesi abbandonati quando diventano un peso, limitando la libertà dei loro proprietari. Che sempre più spesso non esitano a libersi degli «animali da compagnia», nonostante gli spot pubblicitari con testimonial famosi e messaggi anche forti (”il vero animale sei tu”) e una coscienza civile sempre più diffusa. Solo in apparenza, a quanto sembra. L’auspicato inasprimento delle sanzioni penali, a sentire i volontari delle associazioni animaliste, non avrebbe prodotto i risultati sperati. Gli abbandoni e le violenze proseguono senza sosta e nonostante certi episodi avvengano tutto l’anno (e non soprattutto d’estate) negli ultimi mesi viene segnalato un aumento dei casi. “Sì, è un periodo tremendo, una cosa mai vista - spiega il presidente della Lida di Sassari, Maria Carboni -; siamo chiamati di continuo da poliziotti di quartiere e semplici cittadini che ci segnalano ogni genere di fatti. Tra quelli più recenti: alcuni cagnetti appena nati sono stati picchiati; un tossico nella zona del Sert ha ridotto in brutte condizioni il suo cane perché lo seguiva... E’ un meticcio che ora è con noi. Al centro storico un cane tenuto costantemente chiuso e alla catena è stato tolto al possessore. E poi gli abbandoni, tantissimi. In pochi giorni una trentina soltanto quelli segnalati alla nostra associazione”. E se aggiungiamo quelli degli altri enti che si occupano di proteggere gli animali, come a Sassari fanno Qua la Zampa e Amico Cane, e quelli di cui non si saprà mai niente, i numeri sono certamente preoccupanti e fanno pensare che sia vero ciò che segnalano molti turisti, stupiti soprattutto dalla grande presenza di randagi nelle strade e nelle campagne rispetto ad altre zone d’Italia: in Sardegna l’attenzione per le condizioni di vita degli animali è da Terzo Mondo. E’ un problema culturale, ma anche di organizzazione e reale volontà di risolvere il problema.
 Le tecniche messe in atto da chi vuole disfarsi di Fido sono le più disparate e vigliacche nei confronti non solo dell’animale, ma anche di chi non se la sente di voltare la faccia dall’altra parte in presenza di un animale che chiede aiuto. E proprio su questo fanno leva i nostri ”eroi”. C’è il classico abbandono sulla strada: una breve sosta (a volte nemmeno quella), uno sportello che si apre e buona fortuna. Sempre più spesso i cani non più desiderati vengono legati ai cancelli dei canili delle associazioni di volontari, tutti disperatamente strapieni. Ma c’è addirittura chi, infischiandosene delle conseguenze, getta i cuccioli (a volte con le mamme) in terreni dove sono presenti altri cani che spesso, non accettando l’intrusione, li fanno a pezzi. C’è poi il sistema della scatola di cartone, a volte chiusa ermeticamente e lasciata anche per tutto il giorno sotto il sole, a volte fuori dei cancelli delle associazioni o di privati. A volte nella zona dei cassonetti della nettezza urbana. A volte dentro gli stessi. Ci sono finite cucciolate intere.
 “L’estate sembra far impazzire la gente - dice Maria Carboni -, almeno quella senza coscienza. Perché se ci tieni una soluzione la trovi, quando devi partire. Anche noi volontari possiamo dare una mano, ad esempio segnalando delle studentesse che per fare qualche soldo fanno (e molto bene) le dog-sitter. Devo dire che, nonostante le apparenze, c’è più sensibilità da parte di chi non ti aspetti, da chi ha problemi personali anche grossi”.
  
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Proprio  in virtù di questi fatti  ho  fatto un sogno  ,  forse  ispirato   o consegente  alla  lettura   fatta  prima di coricarmi    della  storia  la  rivolta dele macchine  "  n° 106 di  Dylan  Dog  ( vedere foto a sinistra e  qui  per  la trama  
in cui  pero a ribbellarsi  non erano, come  avviene  nella storia in questione    le  macchine  , ma  i cani ed i gatti   che  gettavano   dal  finestrino o facevano a quelle  persone ( se  tali  si posso  chiamare  )   le  stesse  cose  che   quotidianamente  subiscono   talvolta  anche  nell'indiffeenza  generale    .


 

18.8.06

Senza titolo 1402

Se sapessimo che siamo destinati a diventare ciechi stanotte, dedicheremmo un autentico ultimo sguardo ad ogni filo d'erba, ad ogni nuvola, ad ogni granello di polvere, ad ogni arcobaleno, ad ogni goccia d'acqua: ad ogni cosa


PEMA CHODRON

17.8.06

parole che...graffiano - 1


vita che corri veloce

e scivoli calda sui binari

di questo treno che stenta a fermarsi

mentre il vento taglia 

un altro sorriso da consumare

indeciso come una carezza

che  s'infrange  stordita

fra i tuoi fianchi

che cercano amore

 

(k.20-03-02)



15.8.06

Senza titolo 1401

Sulla ragazza  uccisa qualche  giorno  fà  ho letto  un interessante articolo  sulla nuova  sardegna  (  giornale   repubblica  - espresso  )  del15\08\2006  che qui  riporto insieme ad  alcune mie  considerazioni   suffragate   da mie  considerazioni e  ricerche  in giro sulla rete   



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di Mino Fuccillo
QUELL’INACCETTABILE CULTURA DELLA LAMA AFFILATA

La parabola del semaforo la racconta a un Tg italiano un distinto signore pakistano. All’aspetto il narratore di pakistano ha nulla, tranne i tratti somatici. Per il resto, abito occidentale, padronanza della nostra lingua, un tratto nel dire e nel porgersi che mostra come gli anni in Italia abbiano su di lui lavorato e “integrato”. Lui sa di telecamere e di buone maniere, odora di buon reddito. Non ha fame, non è emarginato, nè economicamente nè culturalmente. Lui la sua cultura l’ha scelta sapendo che ce ne sono altre al mondo. Ed è dalla sua cultura che trae la parabola, entrambe ammonitrici, orgogliose, feroci.
 Racconta il pakistano integrato a chi gli domanda del perchè un padre, uno zio e un cognato pakistani sgozzano una figlia che non obbedisce, racconta e insieme predica: «Come sai per strada ci sono i semafori e i cartelli. Chi segue le indicazioni arriva a casa sano e salvo, chi non osserva i semafori e le prescrizioni ammazza se stesso o si fa ammazzare».
 La morale della favola è scoperta e sprezzante: i semafori sono gli ordini della famiglia e della tradizione, chi passa col rosso muore, se l’è cercata e non è delitto, non assassinio ma suicidio. Islam? Corano? Qui le fonti di questa morale del domestico mattatoio? Tagliata la gola, l’hanno sepolta secondo il rito musulmano, ma la religione e il precetto coranico sono solo la confezione che incarta la sostanza. E la sostanza è altra, è quella di una cultura e società contadine, in cui la famiglia è tribù e la donna è proprietà maschile.
 La sostanza è il delitto d’onore, la donna come stazzo e vaso da riproduzione, animale da letto e da cortile. Una società e una cultura che c’erano, e ammazzavano, anche da noi cristiani, neanche tanto tempo fa. Ma, se questa è la cultura che liberamente si è scelto e liberamente propina il pakistano integrato della Val Trompia, allora non ci deve essere verso la sua cultura multiculturalismo, integrazione, tolleranza. In una parola, spazio.
 E’ una cultura che va battuta, estirpata. Con altra e migliore cultura perchè migliore e non solo diversa è la cultura della libertà individuale e del diritto della persona. E con la legge e la repressione perchè il delitto compiuto in nome di una cultura assassina è aggravante e non attenuante.
 Quelli del pakistano integrato, dialogante, arrogante, sono semafori illegali. Nessuno ha il diritto di accenderli, non nella nostra società e neanche in casa propria perchè nessuno ha il diritto di stabilire che in casa propria i diritti umani non valgono. E l’involucro, la confezione fanno da riparo e alibi: l’Islam usato come ideologia di sostegno ad una società violenta e autoritaria.
 Anche il cristianesimo ha vissuto questa fase storica ed è un rischio di tutte le religioni monoteiste. Secoli e sangue per imparare che Cristo non sta con chi sgozza in apparenza in suo nome ma in realtà per il suo interesse di casta, famiglia, tribù, potere.
 Anche Allah è altrettanto innocente, religione e cultura della lama affilata possono essere separate, non sono la stessa storia anche se nella storia sovente hanno coinciso. Ma a tenerle distinte è soprattutto la cultura laica, in terra d’Islam una bestemmia, da noi un’inferma vecchia signora.

concordo pienamente  con questo articolo   infatti c
ome dice l'enciclopedia  online wikipedia alla voce fondamentalismo islamico : << Malgrado si corra per di più il rischio di impostare il discorso in modo eurocentrico, l'espressione "fondamentalismo" ha una qualche giustificazione se si ricorderà l'auto-definizione dei "militanti" islamici che usano il sostantivo asāsiyyūn (dall'arabo asās: "basi, fondamenta"). Solo e soltanto in questo delimitato senso, dunque, sarà lecito usare un termine (fondamentalismo) che, correttamente, dovrebbe attribuirsi al solo fenomeno cristiano nordamericano, sviluppatosi a partire dal XIX secolo. Del pari imprecisa sarà la definizione - spesso adottata dai mass media di "integralismo" islamico dal momento che il sostantivo "integralismo" e l'aggettivo "islamico" costituiscono né più né meno che una tautologia, per la difficoltà tutta islamica di accettare un sistema religioso la cui visione degli aspetti mondani e ultramondani non sia, per definizione, "integrale". I musulmani, infatti, vogliono dare (e finora danno) del mondo una lettura basata sull'inseparabile connubio fra fede extra-mondana e obbligatorietà di operare nel mondo in accordo con i principi professati, racchiusa dall'espressione dīn wa dunya, ovvero "religione e mondo", realtà entrambe nelle quale si deve esprimere qualsiasi credente musulmano.È infatti miscredenza per un credente musulmano riserbare l'espressione della propria fede a una sfera puramente intima o emozionale della propria coscienza, agendo in modo mimetico nella realtà fenomenologica. L'unica eccezione ammessa per separare i due aspetti della propria fede è quando il musulmano venga a trovarsi in una condizione di grave e imminente pericolo per sé e la propria fede, in ambienti quindi fortemente ostili. In questo caso è perfettamente legittimo il ricorso all'espediente della taqiya che prevede la prudente dissimulazione della fede: fenomeno questo particolarmente sviluppatosi in ambito sciita.Una definizione del fenomeno che potrebbe essere maggiormente accettabile è quella di "Islam radicale" (nel puro senso letterale di ritorno alle "radici" della fede islamica") o - per quanto maggiormente ambiguo - di "Islam militante". Una considerazione che fa comunque preferire la definizione di "fondamentalismo" potrebbe scaturire dalla somiglianza fra il valore protestante della lettura "autonoma" e non guidata dei Testi Sacri. In ambito islamico infatti, per la mancanza di una Chiesa docente, il fedele musulmano è autorizzato a dare un'interpretazione personale dei testi sacri (Corano e Sunna), pur in stretta connessione con la tradizione ininterrotta degli studi di "scienze religiose" prodotti in oltre 14 secoli di lavoro intellettuale. L'Islam "radicale" ha datto negli ultimi decenni nuova spinta a un'autonoma re-interpretazione della Tradizione islamica, ripudiando ciò che essi definiscono "moderatismo" delle gerarchie informali religiose (ulema, mufti e simili), accusate di complicità col potere costituito nel mondo islamico, nella stragrande maggioranza dei casi fortemente autoritario, se non addirittura dittatoriale, e accusato di complicità con l'Occidente agnostico o ateo (la polemica contro il Cristianesimo o l'Ebraismo) appartiene solo ad alcune frange del movimento "fondamentalista" islamico). Il potere vigente nei Paesi islamici è per questo giudicato "empietà" e del tutto incapace di rispondere ai bisogni reali della Umma islamica, lacerata dall'urto e dal confronto con una modernità che viene considerato del tutto estraneo e antagonistico rispetto ai valori fondanti dell'Islam (.... continua qui )
Tale  concezione  di  un islam  non fanatico  e " moderato" 
si può desumere la biografia di malcom x ed in particolare la fase che Il 13 aprile del 1964, Malcolm lasciò gli Stati Uniti per recarsi in viaggio prima in Egitto e poi a Jeddah, in Arabia Saudita. Non essendo in grado di parlare arabo, e avendo un passaporto statunitense, ebbe qualche difficoltà a entrare nel paese; tuttavia, grazie all'intervento della stessa famiglia reale saudita, riuscì alla fine a completare il suo pellegrinaggio. Durante questa esperienza religiosa, arrivò per la prima volta a concepire l'Islam come una religione capace di abbattere qualsiasi barriera razziale.Il 21 maggio 1964, Malcolm X tornò negli Stati Uniti come sunnita, col nuovo nome El-Hajj Malik El-Shabazz. Durante un importante discorso indirizzato all'intera nazione, proclamò:<< I diritti umani sono qualcosa che avete dalla nascita. I diritti umani vi sono dati da Dio. I diritti umani sono quelli che tutte le nazioni della Terra riconoscono. In passato, è vero, ho condannato in modo generale tutti i bianchi. Non sarò mai più colpevole di questo errore; perché adesso so che alcuni bianchi sono davvero sinceri, che alcuni sono davvero capaci di essere fraterni con un nero. Il vero Islam mi ha mostrato che una condanna di tutti i bianchi è tanto sbagliata quanto la condanna di tutti i neri da parte dei bianchi. Da quando alla Mecca ho trovato la verità, ho accolto fra i miei più cari amici uomini di tutti i tipi - cristiani, ebrei, buddhisti, indù, agnostici, e persino atei! Ho amici che si chiamano capitalisti, socialisti, e comunisti! Alcuni sono moderati, conservatori, estremisti - alcuni sono addirittura degli "Zio Tom"! Oggi i miei amici sono neri, marroni, rossi, gialli e bianchi! >> Insieme a A. Peter Bailey e altri, Malcolm fondò il distaccamento statunitense della Organizzazione per l'Unità Afro-americana o OAAU. Ispirandosi alla Organizzazione per l'Unità Africana (OAU), la OAAU decise di adottare un atteggiamento non religioso e non settario nella difesa dei diritti umani
Per  concludere  segnalo il mio precedente post  lettera  a Oriana Fallaci  e le polemiche da esso provovate e  con  alcuni versi  della canzone  :  " per  Silvia " di  Guccini << .... sempre l'ignoranza fa paura, ed il silenzio uguale a morte >> per  chi volesse il testo integrale lo trova  qui che  dimostrano  come  i pregiudizi   sono  dovuti ad  ignoranza o malafede    come nel caso dell'ex Storace     che nel commentasre questo episodio in televisione    blatera  contro la  cultura  islamica  e sulla superiorità della nostra civiltà  ----  dimenticando (  incosciamente  o  in malafede  ? )   che in italia  l'assurdo   maschilista e becero   delitto d'onore  è stato [ sic ]  abolito  dai nostri codici    soltanto nel 1981 e che   fino  ad allora fratelli , mariti  , e padri - padroni   potevano  ammazzare   tranquillamente ( proprio come  è avvenuto a  Brescia  )    e lo stato  garantiva  loro  la quasi   assoluta impunità   -----  e al  classico vizio  ( di cui  neppure il sottoscritto  è immune   visto che ogni tanto ci cade )   italiano  "dell'accontentarsi di ciò che passa il convento " ( i media in questo  caso  )  ovvero  per  parafrasare la canzone del maggio di  Fabrizio de Andrè    prendere per  buone le verità della televisione
 
P.s 

Per  chi volesse    chi vuole guardare oltre  il proprio steccato e  non limitarsi ai luoghi  comuni  ( che molto spesso  degneranno  nei  pregiudizi e nel razzismo e nella xenofobia  ) imposti dai media  sulla cultura e sulla religione  islamica    ecco una serie  di siti  trovati  con il motore di ricerca gooogle alla voce islam di oggi 15\08\2006

approfondimenti   percorsi




  • L'Islam  e la sua  cultura 

  1. ww.sufi.it/  = Religione, arte, cultura. Lacultura. La religione: i principi della fede, la preghiera. Sufismo: La mistica dell'Islam. Arte: Calligrafia, architettura 

  2. www.arab.it/islam.htm  = documenti dottrinali e storici sull'Islam organizzati con semplicità, il Corano, il calendario islamico el'orario delle preghiere in Italia.

  3. www.islam-online.it  = portale islamico italiano i musulmani, la comunità islamica italiana, l'islamismo in Europa e nel mondo, l'immigrazione.

  4. it.wikipedia.org/wiki/Islam  = Per approfondire, vedi la voce Cinque pilastri dell'Islam. ... È per questo che, in chiave puramente religiosa, l'Islam viene classificato come religione ..    

  5.     www.islamitalia.it/  = Musulmani in Italia, le donne musulmane, il matrimonio misto, Dio e la Scrittura delle religioni, la religione islamica in Italia, ...

  6. www.shia-islam.org/  = Sito dei Musulmani italiani seguaci della scuola sciita. Contiene descrizione, norme, principii dell'Islam sciita.

  7. en.wikipedia.org/wiki/Islam  = ( più  ricca  di  quella in italiano ) With a total of approximately 1.4 billion adherents, Islam is the ... Muslims hold that Islam is the same belief as that of all the messengers sent by ...

  8. www.islam.it/ = Centro Islamico di Milano e Lombardia. Testi e documentazione sull'Islam

  9.   http://www.islam-guide.com/it  = una breve guida illustrata sull'Islam per i non-musulmani che desiderano comprendere l'Islam, i musulmani e il Corano.




13.8.06

Senza titolo 1400

Il Libano come la Spagna del '36
di Sbancor


Alla mia battuta che Bernard Henry Levy aveva ragione quando aveva detto che il Libano era come la Spagna del '36 e che era veramente la speranza di fermare la guerra al terrorismo, prima che diventasse la III guerra mondiale, il mio amico rispose con il suo accento barese" Ehi bast n'attentado d'Al Cheda e ricomincia a' cummedia!"
[...] Cercavamo una risposta al disastro mediorientale. Ci ripetevamo la guerra essere la forma naturale di una economia in crisi da sovrapproduzione, e cinicamente osservavamo che i morti in fondo sono ancora pochi, rispetto alle grandi guerre dell'800 e del '900. In qualche modo è dal 2001 che gli USA stanno evitando una crisi peggiore di quella del 1929.
Certo sono costretti a creare una bolla speculativa dietro l'altra, dalle azioni "new economy", alla Enron, dai mutui fondiari ai derivati, fino ai metalli ed al petrolio, Tutto per evitare la "trappola della liquidità" e rinviare il riequilibrio della propria bilancia commerciale. Così vivono al di sopra delle proprie possibilità. E finché l'economia tira cosa sono i centomila morti iracheni, i cinquantamila afgani, i mille libanesi? (dei palestinesi credo essersi persa ormai qualsiasi contabilità).
Uscire dalla crisi del 1929 costò una cifra assai più alta in termine di vite umane: 25 milioni di militari e 37 milioni di civili.
La forma moderna della guerra rifugge dallo "scontro interimperialistico" globale del '900: è una rete logica di guerre locali, basate su concetti arcaici: etnie, religioni, interessi economici locali. E' una guerra infinita per definizione, in quanto il suo compito è regolare le asimmetrie economiche e sociali. Per questo è stata creata. La "Guerra Infinita" è generalmente una guerra a bassa intensità e asimmetrica. Un "guerra infinita" non si può vincere, come giustamente ha notato Franco Berardi "Bifo".
La Guerra Infinita richiede una forte manipolazione mediatica: l'umano che ancora ci abita si renderebbe subito conto della follia medioevale di queste mattanze. Intossicare, mentire spudoratamente, contraddire con violenza qualsiasi opinione diversa, screditare ogni visione alternativa. Le parole diventano ossessive. Le immagini ripetitive. Le frasi fatte. Sarebbe errato attribuirlo alla cretinaggine dei giornalisti, che pure di questa dote non sono sprovvisti, anzi. . No, questo è "lavaggio del cervello". Goebbels era un dilettante al confronto. Bisogna risalire a Pulitzer e a Hearst durante la guerra fra l'America e la Spagna per la "liberazione" di Cuba e delle "Filippine", per trovare qualcosa di simile. Compreso l'autoaffondamento del "Maine" nel porto dell'Avana. Ma questo non si può dire: appartiene alla "teoria del complotto".
I giornalisti indipendenti presenti nei teatri di guerra vengono fucilati sul campo come traditori. E, in effetti, essi tradiscono davvero lo spirito della Guerra Infinita. Si arriva all'assurdo che mentre giornali israeliani come Haaretz e Mavir dichiarano la sconfitta militare nella guerra ad hezbollah, i nostri inviati, accucciati dietro i carri Merkaza descrivono avanzate degne del Feldmaresciallo Guderian!
Il Libano del 1976 fu forse il primo esempio di "Guerra Infinita". Una guerra combattuta interamente da "milizie", senza che l'esercito regolare entrasse mai in campo. Una guerra che si rinnovava continuamente, in cui le alleanze cambiavano quasi settimanalmente, in cui i massacri venivano ricordati solo da chi li aveva subiti. Qualcuno ricorda Damour? O i villaggi dello Chouf, o le guerre fra milizie cristiane ed il massacro dell'intera famiglia Chamoun? Leaders da operetta come Walid Jumblatt, come Geagea, come l'avvocato Berri, il generale Lahoud, fino allo stesso Yasser Arafat, che dopo aver contribuito in modo non secondario alla distruzione di Beirut se ne scappò con il lasciapassare israeliano, abbandonando il suo popolo a Sabra e Chatila. Lì dove le milizie maronite guidate da Hobeika, illuminate dalle fotoelettriche israeliane del Generale Sharon fecero il lavoro sporco. Qualche anno fa Hobeika voleva testimoniare contro Sharon. La sua macchina esplose, come tante macchine a Beirut.
Il Libano del 2006 è diverso. Forse è davvero la Spagna del '36. Ci sono pure degli anarchici, insieme a comunisti, gay, pacifisti che organizzano scuole e assistono 13.000 sfollati: www.samidoun.org. C'è la Caritas e la Mezzaluna Rossa. Ci sono pacifisti che vogliono organizzare una carovana di aiuti per il Sud. Bisogna aiutarli. Il comportamento dell'Europa è miserabile. Stiamo assistendo alla distruzione di Tiro, Sidone, Beirut Sud, di migliaia di villaggi come ieri i francesi e gli inglesi guardavano a Guernica! Una guerra totale condotta dal cielo in seguito a una scaramuccia di confine con un gruppo di guerriglieri? Milosevic è andato davanti alla Corte dell'Aja per molto di meno in Kossovo! Gli hezbollah possono resistere mesi a sud del Litani, ma il Libano intanto sta morendo E se gli hezb dovessero vincere "da soli" avremo la Repubblica Islamica del Libano. Bel risultato! Che qualcuno lo spieghi a Fiamma Nirenstein!
Gli Israeliani, d'altra parte, ormai ragionano come uno "Stato Arabo", come Saddam con i Curdi, come i Turchi con gli Armeni, come i Pakistani con gli Sciti . Penso che gran parte dello spirito di Spinoza, di Freud, di Marx, di Thomas Mann di Einstein di Hanna Arendt sia stato disperso per sempre sotto il paradosso più folle che il novecento abbia trasmesso al 2000: l'idea della superiorità della razza e della nazione israeliana (mi rifiuto, per vecchio antifascismo, di chiamarla ebrea!). Lo si vede nella politica degli "omicidi mirati", nelle "punizioni collettive", nei "bombardamenti indiscriminati", lo si legge nei volantini che ordinano agli abitanti di un paese sovrano di abbandonare le proprie case, lo si capisce da un lessico militare degno del Colonnello Kappler!
Lo si legge infine nelle dichiarazioni che non tutte le morti sono uguali: i morti per "terrorismo" valgono di più, mentre quelli sepolti sotto le macerie della loro casa sono meno importanti: lo ha detto il rappresentante USA all'Onu, John Bolton.
Ma se non fermiamo ora la "guerra al terrorismo", nella forma inutile e tragica che ha preso in Afghanistan, Iraq, Palestina e ora Libano, la Guerra Infinita si alimenterà per decenni da sola, senza neanche più bisogno dei servizi americani. Regolando forse gli squilibri commerciali e finanziari degli USA, ma rendendo questo mondo assai meno degno di essere vissuto da parte dei suoi abitanti.

Fonte: www.informationguerrilla.org

12.8.06

Senza titolo 1399

Dopo aver ascoltato  " il libro parlato " edito da repubblica \ espresso più precisamente   il  volume  9  " il diario  di  Eva " di  Mark Tawain letto e recitato da Angela finocchiaro ho ( spero per sempre , ma  nel viaggio che  è la vitta  chi lo sà   )  trovato una  risposta  a  uno dei miei probelemi esistenziali cioè quella mia sega ... ehm... elucubrazione mentale : << perchè si vive ? che ci facciamo al mondo ? >> . Infatti ad un certo punto del racconto (  e  quindi del libro musicaleo audio  libro   ) : << ( ... ) io sono stata creta per cercare im segreti di questo mondo [ nonostante le sue brutture al 90 % create da noi ] meraviglioso , per esserne felice e ringraziare il creatore di avermi inventato [ creato attraverso l'evoluzione  ] . Penso che cui siano ancora molte cose da imparare . Penso che ci siano ancora molte cose da imparare lo spero almeno . Penso che imparando piano piano , ecco studiandfo senza fretta dureranno per settimane e settioane , insomma cosi spoero . (...) >> . Subito dopo c'è questa bellisima canzone del chitarrista  Bebo ferra (  foto a destra  ) e il suo gruppo   che  hanno curato  le  musiche  dell'audio  libro  Essa  è stata  scritta  in dialetto perchè è proprio nel  dialetto --- in particolare  in  alta  italia  e  al sud  ----  che più  interiormente  si prega  . Tra   i vari dialetti o sotto  dialetti   e  isole linguistiche   della  lingua sarda ( un altro  sito  oltre il collegamento ipertestuale  precedente  è  questa pagina  dell'enciclopedia  online  wikipedia  sulla  linguas sarda   )  è stato scelto  uno dei  dialetti  più  conservativi   della mia  isola  . Essa è   una  canzone bellissima   che mi  ha     fatto trovare   a un'altra mi  domanda  esitenziale  a che serve vivere  se poi dobbiamo morire  ?   canzone  che  voglio   condividere  con voi  tutti\e  cdv  attivi e passivi  , epecore e non  . Essa s'intitola  appunto  Caras  de Luna \ facce  di Luna
 
testo in limba  cioè in sardo 









Tue no' timas , frore 'e rosa


pro su chi hat a benner crasa


tue non bistes in tristura


su 'entu hat a cantare ancora


Su coro meu est in tristura


ca mi mancat s' hermosura


profumada e relughente


No bi penses , frore 'e campu


E no timas tronu e lampu


ca s'irgerru had a finire


si tu torras a fiorire


Na ran' ch 'in chelu no b'ad ' istedda


Nieddu che cabertura niedda


Nachi sa notte no tenetr curpa


Si sa terra girad a sa thurpa


In chelu no' isplendet luna


Nachi est signu de malafortuna


Nachi sa notte no tenet curpa


Si sa vida girad' a sa thurpa


Caras de luna prena


raggios chena pena


Caras de luna noa


Deris giughet a sa coa


Caras de luna prena


Este una coa serena


Caras de lun'hermosa


Su deris tenet crasa


Caras de luna bìa


raggios chen'ingannìa


Caras de lun'in chelu


Crasas lebjos che velu


Cando a bellu froccat su nie


Ammuntande de canu sa die


Da onzi domoi a filu a filu


Pigat su fumu finzas a su chelu


Benit su sole a iscadzare nie


benit su sole a ch'ischidare a mie


benit su su sole pro sa pizzinnìa


benit su sole e battì' s'allegria


Finzas dae tempus antigu


Sas mue infunden' su tigru


has a bie' tottu su mundu


Chi es ballande a ballu tundu


in s'ischina manna 'e su mare


charchi orta cheria navigare


pro iscurtare si mare e luna


Cantana paris a filugnana


Caras de luna prena


raggios chena pena


caras de luna noa


deris giughet sa coa


caras de luna bìa


raggios chen'ingannìa


caras de lun'in chelu


crasas lebjos che velu



lo so che rendedolo \ traducendolo in italiano si snatura tale canzone . ma non traducendola si perderebbeil significato del blog , fato di condivisone e scambio d'idee .eccovi la traduzione




FACCE DI LUNA


non temere , fiore di rosa


per ciò che verra domani


tu non reatare nella tristezza


il vento tornerà a cantare ancora


Il cuore mio è triste


perchè a me manca la belezza


profumata e splendente


el vero che tu hai nei pensieri


non pensarci fiore di campo


e non temere il tuono e il lampo


perchè l'inverno dovrà finire


se tu ntornerai a fiorire


Dicono che in cielo non c'è una stella


nero come un tetto nero


si dice che la notte non abbia colpa se la terra gira alla cieca


in ciuelo non splende la luna


si dice che sia un segno di malafortuna


si dice che la notte non abbia colpa


se la vita girta ala cieca


facce di luna piena


raggi senza pena


facce di luna nuova


ieri porta la coda


facce di luna piena


è una coda serena


facce di luna bella


il ieri ah un domani


facce di luna viva


raggi che non ingannano


facce di luna in cielo


domani leggeri come un velo


quando il piano fiocca la neve


coprendo di bianco il giorno


da ogni casa filo a filo


il fumo sale fino in cielo


viene il sole a sciogliere la neve


viene il sole a svegliarmi


viene il sole per i bambini


viene il sole e porta l'allegria


fin dai tempi antichi


le nuvle innaffiano il grano


vedrai tutto il mondo


ballare il balo tondo


sulla schiena grande del amre


qualche volta vorrei navigare


per ascoltare se il mare e la luna


cantano insieme a filugnana


facce di luna piena


raggi senza pena


facce di luna nuova


ieri porta la coda


facce di luna viva


raggi che non ingannano


facce di luna in cielo domani leggeri come un velo


11.8.06

Senza titolo 1398

Il 26 agosto ad Assisi per la pace in Medio Oriente


Aderisci subito! - Non mancare!

 

Cari amici, vi invitiamo ad aderire e a partecipare alla manifestazione per la pace in Medio Oriente che si terrà sabato 26 agosto ad Assisi (vedi appello di seguito).

La guerra non va in vacanza e diventa ogni giorno più crudele.

In Libano, in Galilea come a Gaza, in Iraq e in Afghanistan.

Queste guerre sono una tragedia per tutti. Anche per noi.

Non mettiamo la testa sotto la sabbia.

Non arrendiamoci all´idea di un conflitto e di un odio senza fine.

Incontriamoci ad Assisi per gridare ancora più forte la nostra denuncia e il nostro progetto di pace.

 

La pace è possibile ma ci dobbiamo impegnare tutti.

Vi chiediamo di fare ogni sforzo per partecipare e per diffondere l´invito.

 

In attesa di risentirci per organizzare insieme la manifestazione vi inviamo i più cordiali saluti.

Flavio Lotti e Grazia Bellini
Coordinatori Nazionali
Tavola della Pace

Perugia, 10 agosto 2006

 

Per adesioni e informazioni rivolgersi a:
Tavola della Pace, via della viola 1 (06100) Perugia Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337 -


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In nome dei diritti umani e della legalità internazionale gridiamo insieme:
"Fermatevi! Fermiamola!"


Il 26 agosto incontriamoci ad Assisi per la pace in Medio Oriente
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Non possiamo tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda
Appello a tutte le donne e uomini di buona volontà
Nulla può giustificare la strage degli innocenti

 

"La guerra continua. Ora dopo ora. Giorno dopo giorno. Spaventosa. Crudele. Orribile. Impossibile il conto dei morti e dei feriti.

Indicibili le sofferenze delle popolazioni fino ad ora scampate alle stragi. Inestimabili le devastazioni. Noi giornalisti, testimoni della guerra che sta devastando il Libano e il Medio Oriente, sentiamo il dovere di rilanciare il disperato appello dei bambini, delle donne, degli uomini, dei feriti, degli sfollati, degli ammalati di questa terra insanguinata: ma dov´è il mondo?

Fate qualcosa per fermare questa follia senza misura.

Chiedete l´immediato cessate il fuoco a tutte le forze in campo.

Non restate in silenzio. Fatelo subito. Fatelo ora."

 

Gianluca Ales, inviato Sky TG24, Giuseppe Bonavolontà, inviato Rai TG3, Stefano Chiarini, inviato Il Manifesto, Luca Del Re, corrispondente Tg La7, Michele Giorgio, inviato Il Manifesto, Marc Innaro, corrispondente Rai, Daniele Mastrogiacomo, inviato La Repubblica, Andrea Nicastro, inviato Corriere della Sera, Ferdinando Pellegrini, inviato GR Rai, Ennio Remondino, corrispondente Rai, Claudio Rubino, telecineoperatore Rai TG3, Barbara Schiavulli, Avvenire, Neliana Tersigni, corrispondente Rai , Giuseppe Zaccaria, inviato La Stampa, Eric Salerno, corrispondente Il Messaggero, Umberto De Giovannangeli, L´Unità, Roberto Natale, Segretario Nazionale Sindacato dei Giornalisti della Rai (Usigrai). 5 agosto 2006


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"Di fronte all'amara constatazione che finora sono rimaste inascoltate le voci che chiedevano un immediato cessate-il-fuoco in quella martoriata regione, sento l'urgenza di rinnovare il mio pressante appello in tal senso, chiedendo a tutti di offrire il loro fattivo contributo alla costruzione di una pace giusta e duratura."
Papa Benedetto XVI
, 6 agosto 2006

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La guerra è solo una inutile strage di bambini e civili innocenti.

In nome dei diritti umani e della legalità internazionale gridiamo insieme:
"Fermatevi! Fermiamola!"

 

Sabato 26 agosto 2006 ore 10.00
Incontriamoci ad Assisi
"Gridiamo ancora più forte la nostra denuncia e il nostro progetto di pace"


In Medio Oriente si sta ripetendo la vergogna dei Balcani e del Ruanda. Denunciamo il cinico e illegale comportamento di quei governi che paralizzano l´Onu e l´Unione Europea.

 

Questa guerra è una tragedia per tutti. Anche per noi. Non mettiamo la testa sotto la sabbia.

 

Non arrendiamoci all'idea di un conflitto e di un odio senza fine. La pace è possibile.

E' venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell'Italia e della comunità internazionale per mettere definitivamente fine alle guerre del Medio Oriente.

 

A ognuno di fare qualcosa per fermare le stragi, per soccorrere le vittime, per liberare il popolo libanese, palestinese, israeliano, iracheno, afgano, dalla morsa della guerra, del terrorismo e della violenza, per fermare i produttori e trafficanti di armi, per far prevalere la forza della legge sulla legge della forza, perché torni a germogliare la speranza.


"Non ci sarà pace nel mondofinchè non regnerà in quelle terre piena pace. E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria sul pianeta intero."
Carlo Maria Martini

 

Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, Tavola della pace, Articolo 21, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Acli, Agesci, Arci, Cgil, Cisl, Cipsi, Beati i Costruttori di pace, Volontari nel Mondo Focsiv, Legambiente, Associazione per la pace, Banca Etica, Ics, Emmaus Italia, Manitese, Pax Christi, Centro per la pace Forlì/Cesena, Peacelink, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Fondazione italiana per il volontariato, Forum Trentino per la pace, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, Movimento Federalista Europeo, Libera Associazione Nomi e Numeri contro le Mafie, Campagna Sbilanciamoci!, Campagna Chiama L´Africa, Associazione delle Ong italiane, Cipax, Action Aid, Associazione Papa Giovanni XXIII, DPI Italia, Rete Radié Resch, Smile Mission onlus, Progetto Rwanda onlus, Tavola della Pace e della Cooperazione di Pontedera (Prime adesioni)

Perugia, 10 agosto 2006

 

Per adesioni e informazioni:

Tavola della Pace, via della viola 1 (06100) Perugia Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337 - e mail: segreteria@perlapace.it - www.tavoladellapace.it

Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani,

Perugia - tel. 075/5722479-fax 075/5721234 email: info@entilocalipace.it - www.entilocalipace.it

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