31.12.06

Senza titolo 1546

Durante queste vacanze ,oltre ad ascoltrare l'ultimo  cd  dei MCr  ( vedere  la  recensione  )  le prime senza dover studiare per l'esame e ad aver dato l'esame dis toria dela filosofia , mi sono letto il bellissimo graphic novel “ Palestina “ di Joe Sacco (  fotro al centro ) edito dal quotidiano  la  repubblica .









Tale opera  di letteratura (perchè per me certi fumetti sono e vanno considertati tali) racconta il viaggio fatto da Joe Sacco ( foto a  sinistra ) . lk'autore  celebre fprima  di questo scritto solo per aver raccontato sempre  a fumetti le tourne di gruppi rock ,tra il 1991 e il 1992, decide di andare a visitare Israele e i Territori occupati . Alla domanda : << Come mi sono ritrovato a fare il viaggio in Palestina ? >> l'autore ha risposto : << Diciamo che mi sono sentito spronato a farlo perch� ero sconvolto e lo sono ancora � da quel che succedeva in Medio Oriente; e per come vanno le cose,probabile che tra dieci o quindici anni sar� ancora sconvolto.>>  Egli , e lo si capisce leggendo l'opera , viaggia senza una meta precisa, facendosi spesso guidare dalla casualità, incontrando la gente del luogo e condividendone la difficile vita quotidiana. In quei giorni intervista uomini e donne dalle storie diverse, alla ricerca di esperienze e drammi personali e collettivi. Il suo bloc notes , la sua macchina fotografica, il suo registratore, si riempiono di scenografie, volti, parole, racconti. Tornato a casa, a Portland,nell'Oregon, trae da tutto il materiale raccolto . Creando quello che la critica ha etichettato \ chiamato come reportage a fumetti  e che ha classificato  l'opera  come graphic novel  ( qui la definizione   da  wikipedia italia  e qui  in inglese da wikipedia internazionale ) .
Esso è un  volume unico e straordinario, un reportage in leggera differita,ma tremendamente attuale, da Gaza e da varie altre città dell'Autonomia e dai campi profughi. E' molto schietto,efficace e netto nel linguaggio e nelle descrizioni degli eventi e dele storie  . Pubblicato in mezzo mondo, che ha ricevuto il prestigioso American Book Award nel 1996 e che molti hanno definito come l'erede del Maus di Art Spiegelman. In queste pagine Joe Sacco riesce a raccontare la sua inchiesta, inserendo anche se stesso come personaggio ( trovate qui affianco il suo autoritratto ) e usando uno stile particolarissimo,in cui  sembra di sentire  gli modori,i suoni, d'esere praticamente sul  posto quando gli eventi accadono   . In tale opera , infatti , è una contaminazione  fra reportage  e   fumetto in quanto  accosta il dramma a frammenti d'umorismo, considerazioni personali e testimonianze dirette. Palestina riesce cosi ad essere una delle più� ricche inchieste sulla realtà del popolo palestinese. Un documentario unico , un reportage a fumetti. Anche se fermo al 1992 si è ancora sconvolti ed indignati . Mi è piaciuto perchè J.S rappresenta e mette in evidenza la desolazione di chi osserva l'infelicità altrui senza potyer fare niente per cambiarla . Neppure scrivendo un libro a fumetti di tale portata venduto in mezzo mondo e atttirandosi l'etichetta d'essere filo palestinese  cosa che secondo me non esiste proprio , in quanto ha raccontato quello che ha visto e di cui è stato testimone In più di un punto esprime le sue perplessità sul fatto dell'obbiettività ( se lo leggete ve ne accorgerete ), domandandosi e rispondendosi che non vuol essere nulla: ma racconta con la cura e la particolarità di un vvero cronista quello che ha visto, e questo per me non significa esserlo . Infatti  neppure raccontando quello che di solito nessuno racconta  , almeno qui in Italia , salvo i gruppi della sinistra extra parlamentare o sinistra estrema  ;  cosa  che invece all'estero raccontano molto bene   come  ad  esempio la tv satellitare franco- francese www.arte-tv.com e il documentario israel et les arabes 1948-205 qui per acquistarlo
. L'autore in queste pagine s'immedesima con l'imbarazzo e il disagio del lettore . Il suo senso di colpa , anche .Riporto qui , tratto da un post del Ng it.cultura.ebraica in cui c'era un polemico   scambio sul quest'opera . Ecco  alcunio stralci  del  post in questione che trovate qui 


<<
Da : Liang Rongfa
Data: Mar 18 Giu 2002 19:42


Orbene, ora giudicherai il frutto di Joe Sacco :
Prefazione dell'autore all'edizione integrale di Palestina Questo libro raccoglie per la prima volta tutti i nove numeri di una serie a fumetti intitolata Palestina. In precedenza la serie e' stata raccolta in due volumi. Ho scritto e disegnato Palestina dopo aver trascorso due mesi nei Territori Occupati quasi dieci anni fa, nell'inverno tra il 1991 e il 1992. Dopo quel soggiorno, venne iniziato un "processo di pace", culminato in una serie di accordi e di quasi accordi, alcuni dei quali propagandati a gran voce come "decisivi", e con l'installazione di un'Autorita' Palestinese guidata da Yasser Arafat in alcune zone da cui Israele si e' ritirato. Malgrado i premi Nobel per la Pace, nessuno dei principali problemi rimasti, il ritorno o il risarcimento dei profughi palestinesi, gli insediamenti ebraici, lo status di Gerusalemme, e' stato risolto. (Mentre invece gli insediamenti proseguono, e hanno proseguito a infoltire le proprie schiere a decine di migliaia). Ma anche sorvolando su questi difficili punti, e non e' proprio possibile, il "processo di pace" non ha procurato alla popolazione palestinese che vive nei territori occupati da Israele nel 1967 benefici tangibili. Difatti la loro terra e' ancora espropriata, le loro abitazioni vengono ancora rase al suolo, i loro uliveti vengono ancora sradicati. Hanno ancora a che fare con una truppa di occupazione cosi' come con i coloni degli insediamenti, che spesso sono il supplemento armato alle truppe di occupazione (ma a volte e' difficile capire se non sia viceversa). Grazie alle chiusure e agli effetti permanenti dello strangolamento dell'economia palestinese operato da lungo termine dagli israeliani, la vita dei lavoratori palestinesi e delle loro famiglie e' diventata ancor piu' misera di quanto non fosse al tempo in cui quest'opera e' stata pubblicata per la prima volta. A questa miscela deprecabile vanno anche aggiunti il malgoverno e la corruzione dell'Autorita' Palestinese. Questo libro parla della prima Intifada contro l'occupazione di Israele, che stava raffreddandosi proprio durante il mio soggiorno. Mentre scrivo queste parole, sta prendendo il via una nuova Intifada perche', in breve, l'occupazione di Israele e tutte le conseguenze della dominazione di un popolo a opera di un altro, non si sono fermate. Palestinesi e israeliani continuano a uccidersi in un conflitto a bassa intensita' o con violenza diffusa (con uomini bomba, fuoco dagli elicotteri, bombardamenti aerei) fino a che il nodo di tutto, cioe' l'occupazione israeliana non si porra' come un elemento da risolvere nella legge internazionale e come principio di diritto umanitario. Joe Sacco, Luglio 2001.


Qui finisce la prefazione, che vi permette di giudicare Joe Sacco. E' un grandissimo artista ed il suo libro va letto, ma sarebbe un offesa al suo onore negare che egli sia filopalestinese.
>>


Concordando   con  quanto espresso da un altro partecipante  alla  discussione  citata precedentemente  Quindi io ( e credo anche alcuni di voi ) mi chiedo  : << Che deve fare a questo punto un "sionista" quando legge il libro? La risposta piu' facile sarebbe quella di un membro di Italian Honest Reporting [ ultra destra israeliana http://www.honestreportingitalia.com/ qui il sito inglese http://honestreporting.com/ ] che, sulla base di un paio di tavole anticipate su Internet, voleva denunciare Joe Sacco ed i suoi editori per istigazione all'odio razziale. In realta' un'accusa del genere non avrebbe retto: i nasi dei "coloni" di Hebron sono perfettamente uguali a quello dell'io narrante, ed a quelli di molti personaggi palestinesi - non si puo' costruire un'accusa di razzismo su di essi. La seconda possibilita' sarebbe quella di dire: "E' tutta una panzana", ma basta leggere la stampa israeliana di sinistra (tipo Ha-aretz, la bestia nera dei partiti che si ispirano a Vladimir Jabotinsky) per rendersi conto che non si puo' dire nemmeno questo. Quindi ... bisognerebbe spulciare tutte le tavole e dire, come i bambini quando si scambiano le figurine: "Questo e' vero, questo era vero, questo e' falso, questo e' completamente inventato". Il mio giudizio sul libro di Sacco "E' un bel libro, e vale la pena leggerlo" puo' sembrare interlocutorio come le note di qualifica che vengono rilasciate ai dipendenti pubblici mediocri, ma e' molto piu' positivo della media dei miei giudizi librari, e vale quindi come incoraggiamento a leggere e verificare il contenuto del libro.>> Ecco quindi che Il fatto che possa essere o meno una persona  filo palestinese non la qualifica automaticamente come bugiarda. Cio' che gli si  potrebbe rimproverare  a  Joe Sacco (e che si nota anche nella prefazione che ho copiato) e' che lui bada soltanto ai problemi dei Palestinesi e ne attribuisce tutta la responsabilita' agli Israeliani, salvo una trascurabile (  non poi tanto piccola  visto che  alle  elezioni ha vinto  il gruppo fondamentalista  islamico  di hamas ) corresponsabilita' del malgoverno e della corruzione dell'Autorita' Palestinese  e quindi  d'essere  di parte ,  ma non fazioso e bugiardo perchè Palestina  , racconta  ciò che  è  stato assorbito , vissuto dall'autore   facendo dunque  convivere  ricerca sul campo , testimonianza diretta ad alcuni eventi dell'autore stesso , e  le sue  opinioni . e  la  sua    esperienza interiore  che parte dai dei pregiuzi  , cioè  dall'equazione  palestinesi=terroristi , per  poi  capire  che non sempre  è cosi  .
Concludo : 1)  con quanto dice  Paolo interdonato   nela  scheda   dell'edizione di reppubblica  : <<  (...) Il punto   non è l'apparente  semplicità  del  raccontare per immagini  , ma le idee   che    vi passano   e le opinioni anche poliche [ non politike  ho  già spiegato  in altri post    tale differenza  tra  politica  e politika ]   che    vi vericolano . La strada   per la prossima generazione   di giornalisti a fumetti e spianata  . >>  ; 2)  con le  paole  di Joe Sasso  tratte   da una intervista  fattagli  da Paul Karasik (  insegnante   alla school of  visual  arts  di Nw   e   all’adattamento del racconto Città di Vetro (City of Glass, tratto dalla Trilogia di New York di Paul Auster), realizzato in coppia con David Mazucchelli.)  . contenuta  sempre  nella sudetta introduzione  : <<  per me l'obiettivo  principale  è presentare   le loro  parole  , qualunque cosa dicano , che si tratta di un'analisi   ponderata   della situazione  o di un rovente accesso odio 
>>  .
  con questo  è tutto  Buon anno a  tutti\e  voi  a voi  decidere   se   tale opera  e filo palestinese  o meno 


P.s 
per  i link ed approfondimenti  sulla questione palestinese  e  sul conflitti arabi -israeliani  rinvio  oltre  a quel dvd  citato  e ai link  presenti  nel post  in cui criticavo  la sinistra extraparlamentare  per aver bruciato le bandiere d'israele
P.s
Mentre finisco questo post mi ritornano in mente le  parole  scritte  da  Maria  Novela  Oppo  sul   trafiletto quotidiano  "  fronte del video " pubblicato  sull'unità del 31\12\2006   sulla condanna  a morte di Saddam :
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La vendetta


Maria Novella Oppo




Non riusciamo a cancellare dai nostri occhi le immagini dell´esecuzione di Saddam. Tutte le reti ne sono state invase. Niente di nuovo, purtroppo, nella globalizzazione della barbarie, ma un uomo incatenato, ucciso da uomini incappucciati è la scena di un delitto mostrata al mondo intero. Tutto registrato e diffuso quasi in tempo reale, perché niente avviene se non avviene in tv, secondo la logica di una comunicazione chiamata a completare l´opera del boia e a uccidere un uomo morto. Perché lo avevano già finito quando lo avevano mostrato a bocca aperta, ispezionato e quasi spulciato, come un animale appena catturato. Da lì era cominciata la distruzione fisica del tiranno, la sua riduzione a prigioniero, vittima e dunque di nuovo uomo. Cosicché, alla fine, ad essere ucciso è stato l´uomo. E questo è l´incredibile risultato della vendetta di Bush. Come se un nuovo delitto potesse cancellare tanti delitti. Come se aggiungere nuova ferocia potesse migliorare il mondo e capovolgere le sorti della guerra.
>>

2 commenti:

Thulcky ha detto...

grazie per questo contributo. Trovo la situazione incredibile. C'è tanto odio tra loro e non ragionano più con la testa, ma con l'odio per chi gli ha ucciso qualcuno...

trovo incredibile anche l'occidente che guarda , come ieri..

Merlino93 ha detto...

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