27.10.09

10 GIUGNO 1940

Libero Dean Rehova 1941 Greco-albanese offensiva 13.3.1941Quella pugnalata alla schiena, quando ormai era già stata messa in ginocchio dalle divisioni corazzate naziste, la Francia non ce la perdonerà mai.
Alcuni giorni dopo venne il turno della “Perfida Albione”, epiteto con il quale l’Inghilterra era stata battezzata dalla propaganda e dalla stampa di allora.
Quando appresi questa notizia, trasmessa per radio, il pomeriggio dello stesso giorno, non provai alcun timore anzi, con l’entusiasmo e l’incoscienza della gioventù, pensai che segnasse l’inizio di un’avventura, una grande avventura.
Lo stesso giorno, durante il pagamento della “decade”, soldo (paga) che si percepiva ogni dieci giorni (da cui il nome), ci venne comunicato che lo stesso sarebbe aumentato da una lira a cinque lire al giorno.
In più, dulcis in fundo, venne distribuita una tavoletta di cioccolato “Bandiera” del peso di 10 grammi che secondo la circolare, sarebbe stato distribuito a giorni alterni mentre con la decade avremmo ricevuto la razione di tabacco: cinque sigarette, due sigari toscani ed un pacchetto di tabacco forte da pipa.
Non ne vedemmo più, ma ci rimase soltanto il ricordo di quel cioccolato, il dolce ricordo dei cosiddetti “viveri di conforto” per le truppe in zona di operazioni. Per nostra fortuna, non ricevemmo neanche i sigari ed il tabacco da pipa, ci restarono le cinque sigarette, almeno quelle si potevano fumare.
Sempre lo stesso giorno, insieme all’amico Gigi, fui assegnato al Quartier Generale della Divisione. Non avevo ancora vent’anni e fu così che ebbe inizio la mia guerra.
Il generale comandante e lo stato maggiore, intanto si erano già sistemati in comode baracche di legno, costruite e mimetizzate ad arte,tra la vegetazione, sul versante a ridosso del confine.
Quello sarebbe stato il comando tattico, durante le operazioni! Pensavano, forse, di fare una comoda, per loro, guerra di posizione, come nella Prima Guerra Mondiale?
In tale previsione, nelle stesse, c’erano le stanze da letto, una dispensa, ben fornita e la mensa,( leggi: ristorante), con i camerieri, militari, in giacca e guanti bianchi!
I poveri fanti ed i loro ufficiali che, avrebbero dovuto marciare baldanzosi incontro al nemico, invece, sotto una pioggia scrosciante,salivano mestamente e faticosamente, verso la linea del fronte.
Ma una volta giunti sulle postazioni assegnate, in compenso, li attendeva un lauto pasto, consistente in galletta ed una scatoletta di carne ed in più un sonno ristoratore sulla nuda terra, sotto un misero telo da tenda, bagnati fradici ed intirizziti per il freddo.
La nostra permanenza al Quartier Generale durò poco. Una sera al ritorno da Torino, dove eravamo andati a ritirare i cosiddetti “viveri di conforto”, questa volta, non per la truppa, ma per i componenti lo stato maggiore. Dopo averli scaricati e sistemati, provvisoriamente sotto una tenda, si era fatto tardi ed eravamo rimasti senza il rancio.
Ci rivolgemmo allora, all’ufficiale addetto alla mensa, che ci aveva accompagnato nel viaggio ma, alla nostra richiesta di avere qualche cosa da mettere sotto i denti, ci rispose: Mi dispiace, ma non ho più nulla da darvi, cercate di arrangiarvi.
E noi ci arrangiammo! Sapendo dov’erano i “viveri di conforto” che avevamo portato da Torino, ci servimmo di quel tanto che bastava per una romantica cenetta, al lume di candela, sotto il telo dell’auto carretta.
Il giorno dopo,l’ufficiale si accorse che qualcosa mancava, pur sospettando di noi ma non avendo trovato alcuna prova, si vendicò facendoci trasferire al trasporto munizioni.
Le prove c’erano, ma erano già partite, all’alba, con il motociclista addetto alla posta che le aveva fatte sparire, gettandole in un torrente, lontano dal posto dove eravamo allora.

 

 

 

 

 


2 commenti:

compagnidiviaggio ha detto...


smeraldoeneve ha detto...

Grazie della bellissima canzone. Sono veramente lusingata.
Il sapere che riesco a trasmettere emozioni  mi incoraggia a continuare a scrivere, non so proprio come sdebitarmi.
Un saluto da Greeneyes