11.9.04

PER NON DIMENTICARE

La notte italiana tra martedì 11 settembre e mercoledì 12 2001 e' stata più silenziosa delle altre: pochissimo traffico nelle strade, inesistente il brusio dei bar. Scomparso anche il tum tum che esce ovattato ma ben percepibile dagli abitacoli di alcune auto dove il volume dello stereo e' inversamente proporzionale all'età del guidatore. L'unico suono era il ronzio di migliaia di televisori abbinato ai riflessi dei tubi catodici. Le città erano mute davanti alla "diretta" da Manhattan, avvolte in un'atmosfera surreale, rintracciabile soltanto nelle storiche sconfitte ai rigori della nazionale di calcio.In quel caso la reazione era da choc da granata: una gioia pronta a esplodere che si spegne in smarrimento. Nella tragedia americana minuto per minuto, e' scattato invece qualcosa di simile a uno stordimento, a una caduta collettiva in stato di trance.La grandiosa, terrificante e reiterata sequenza delle Twin Towers centrate dai Boeing kamikaze, quel fiore di fuoco che sboccia oltre il cinquantesimo piano, il successivo fumo con le persone aggrappate sui cornicioni, infine il crollo in una nube di polvere che si gonfia come un fungo atomico, e' purtroppo un film perfetto e, bisogna aver il coraggio di dirlo, troppo spettacolare per destare "orrore", "raccapriccio" "angoscia". A pensarci bene questi sentimenti scattano davanti alla tivù, in scene più famigliari e senza effetti speciali: Alfredino imprigionato nel pozzo, il cormorano inghiottito dalla macchia di petrolio, Ayrton Senna che si schianta a 300 all'ora contro un muretto di recinzione e quel casco reclinato, subito dopo. Le emozioni tradizionali si manifestano se c'e' un nome, un volto, una figura famigliare, un odore, un grido, a dargli appunto una "forma umana". E dunque il momento dell'angoscia, del raccapriccio e della pietà sta arrivando adesso con i trilli dei cellulari dei sepolti vivi; adesso che si cominciano a estrarre i corpi dalle macerie del World Trade Center, quando piccoli particolari racconteranno storie di singole vite interrotte dallo schianto maledetto, dall'incendio o dal crollo, come gli abitanti di Pompei.Ma allora cosa ci ha inchiodato per lunghe ore davanti alla tivù, a parte ovviamente il desiderio di avere quante più notizie possibile? L'agghiacciante perfezione di questa catastrofe, anzi di questo crimine, l'incredulità di fronte al terribile spettacolo della morte in mondovisione. Si dice che talvolta le persone che muoiono d'improvviso conservano sul volto un'espressione né di dolore né di paura, ma di sorpresa. Forse quella stessa sorpresa si e' stampata sulle nostre facce, quando insieme ai disgraziati passeggeri dell'aeroplano, insieme alle migliaia di ignari newyorchesi al lavoro nelle torri gemelle, per pochi istanti, siamo morti anche noi.


Alex & Luca Goldoni



Senza titolo 235

Decisione improvvisa


 


Qual uragano,


si spande la macchia dell'istinto


che giovin forza ancora in sé


trattiene; fiera tra le sbarre,


alza il ruggire sopra la ragione


ed i pensieri stanchi, gazzelle


impaurite, spinge a fuggir


nella savana dell'ignoto.


 


     E va speme


rinascente a correre tra sogno


ed illusione, architettura folle


di vita immaginaria, pensando


amore come castello antico.


Ardita tracotanza che favola


rilegge, romba tuona e scarica


le nuvole rigonfie.


 


      Imperiosa,


aggredisce l'ora al timor ch'essa


si sciolga e liquefatta coli via:


squadra d'assalto tesa a conquistar


la gloria, si parte ardente e alle


convinzioni del dì passato oppone


fuoco e ferro per il solo vincer


sul ricordo.


 


      Ah! Anima


di fragili incertezze, nulla in te


han condizionato i danni che vita


nel suo andare ha dimostrato, nulla


si pone a ostacolo impossibile. Ah!


rapido lampeggiar, mistico miraggio,


ti fai schiavo della tua stessa forza


e l'animo teso affondi.


 

10.9.04

Senza titolo 234

Ancora


Non ci credo ancora
stai arrivando accanto a me
e la notte è un pugno
di stelle e di allegria
palpo gusto ascolto e vedo
il tuo volto il tuo passo lungo
le tue mani e tuttavia
ancora non ci credo
il tuo ritorno ha tanto
a che vedere con te e con me
che per cabala lo dico
e per i dubbi lo canto
nessuno mai ti rimpiazza
e le cose più triviali
si trasformano in fondamentali
perché stai tornando a casa
tuttavia ancora
dubito di questa fortuna
perché il cielo di averti
mi sembra fantasia
però vieni ed è sicuro
e vieni col tuo sguardo
e per questo il tuo arrivo
rende magico il futuro
e ancorché non sempre abbia capito
le mie colpe e i miei disastri
invece so che nelle tue braccia
il mondo ha senso
e se bacio l’audacia
e il mistero delle tue labbra
non ci saranno dubbi né cattivi sapori

ti amerò di più
ancora.


 


Mario Benedetti


Mario Benedetti è nato a Udine nel 1955. Vive a Milano, dove insegna e collabora ad alcune riviste letterarie.


a chi mi chiede perchè tale nik e tale titolo del blog

tutti\e coloro (amici\che,conoscenti,parenti,ecc ) a cui dò il mio sito o nelle chat,nei forum,nei ng ( news groups)  dove lascio l'url mio blog mi chiedono perchè  scelgo\uso il nik ---- oltre a quelli che  uso in giro per lareteneiluoghidicuihoparlatoprima:redpeppe\redbeppe,ulisse,redbeppe-ulisse oppure l'ultimo nik usato per la registrazione alla web comunity pacifista di http://www.bloggersperlapace.org ex bloggeersperlapace.splinder.it-- cdv\compagnidiviaggio, rispondo con questa poesia e  con  questa   foto



 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


                                                                                  J.Vernet, La Tempesta, Avignone http://www.valsesiascuole.it/crosior/1_intertestualita/PRES_VIAGGIO.htm


La vita fugge e non s'arresta un'ora,
e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti e le passate
mi danno guerra e le future ancora;
e 'l rimembrare e l'aspettar m'accora
or quinci or quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'io ho di me stesso pietate,
i' sarei già di questi pensier fora.
Tornami avanti s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor tristo, e poi l'altra parte
veggio al mio navigar turbati i venti;
veggio fortuna in porto, e stanco omai
il mio nocchier, e rotte arbore e sarte,
e i lumi bei, che mirar soglio, spenti.


F. Petrarca, Canzoniere







 


APPUNTI DI VIAGGIO


Sito precedente da cui è tratta la foto e in cui è pubblicato questo lavoro : LE TEMATICHE DELLA LETTERATURA ITALIANA fatto dalla Classe 5B Rag. Programmatori di ITCG CAVOUR di Vercelli.. ricerca curata dal prof. Roberto Crosio ( Il progetto di ricerca è stato aggiornato nell'a.s. 2002-2003 con i percorsi multimediali di Intertestualità e tematizzazioni  (  me l'avressero insegnata cosi  alle superiori  )

RESISTERE RESISTERE RESISTERE

 

NOVITA' DEL SITO DI STAMPA ALTERNATIVA
http://www.stampalternativa.it



OGGI ad Acquapendente inizia il secondo
FESTIVAL DELLA LETTERATURA RESISTENTE
(
http://www.letteraturaresistente.org)


Per il programma aggiornato consultate la pagina http://www.letteraturaresistente.org/progr.htm


Cosa ci fanno un poeta che viene dalla beat generation americana e uno degli ultimi carbonai della Maremma: SI INCONTRANO! Sono GARY SNYDER e ALESSANDRO FANI.

Senza titolo 233

Poesia contro la pedofilia


 


Detriti e sorrisi


nel cielo terso


ombra del paradiso


dove crescere è


un diletto,per molti


diventa una prigione


legando arti e negando


sogni,perché i mostri


non respirano,ti lasciano


nudo con la memoria


a bruciare la pelle a


far di carta le lacrime,


l’anima e le stelle,fermando


l’inchiostro del destino in


incubi dai quali non puoi


scappare,segnandoti a vita


nelle lacrime in cui vorresti


annegare ed ogni adulto si


fa nero sperando che finisca


prima di riaprire gli occhi per


nasconderti nella fantasia dei


luoghi dove nessuno ti tocchi

9.9.04

anche gli americani sono terroristi

da http://english.aljazeera.net/HomePage



US bombing kills more Falluja civilians

US air strikes have killed at least 12 Iraqi civilians in the town of Falluja in a third successive night of bombing. FULL STORY









US missiles pound Falluja
Families flee US pounding of Falluja

prima di parlare guardiamo noi stessi

I miei  genitori  , in particolare  mia madre  , hanno ragione  a dirmi che il vero  egoista  sono io  e  non loro  come dico io quando   non mi fanno fare detterminate  cose     ( come andare  sempre  al  pc ) e  a  volte   (  la  maggior parte   a  torto )  m'arrabbio . Hanno ragione  :1)  perchè se qualche volta  mi dicono di NO      non casca il mondo  ; "3 ) perchè mi dicono sempre di SI . Inoltre come   ho già scritto nel mio archivio cartaceo   i sacrifici , le rinunce  , e perchè no  anche  i   rifiuti   sia da parte  dei miei  , sia  da  parte  mia  quando alcuni  (  o  adirittura i  miei bassi istinti  o   meglio  la mia parte peggiore  ) mi dicono   di fare  qualcosa  che non và  ,  m'allenano  a  decidere  da me  ed  ausare meglio il mio  spirito  critico  . E poi  , come  ho imparato dal mio analista  e  da   voi miei cari cdv  ,  essi  possono servire  per  creare un opera  d'arte   e un eredità morale \ spirituale   duratura  che può costiuire  un punto di partenza  per  qulli che  vengono dopo  di me    sia che  vogliano imitarmi    peddisequamente (  come  le pecore  o come  autonomi  )  o   vogliano prendere spunto  per  creare  una  loro opera  d'arte  .                             


                                                                                                                                       

Il volo del calabrone

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. 
Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. 
Continuiamo a volare...

Senza titolo 232

Senza titolo 231

O è già andato...e I arriva...


se si va da qualche parte, naturalmente....


I




Quando lasciai la Casa, uscendo per la prima volta allo scoperto, nel Mondo, non mi voltai neppure una volta.


Ed ancora oggi, non ne sento la necessità.


Era un giorno qualsiasi, di un anno qualunque, ed il cielo non aveva nulla di particolare, nessun segno che


lo rendesse speciale, quindi lo scordai, o meglio, come tutte le cose che proprio perché comuni, quotidiane,


non ti lasciano più ma divengono parte di te, lo portai per sempre nei miei occhi, un cielo infinito e terso,


dove chiunque ancora oggi, può vederci quello che vuole, non trovarci nulla di speciale, disegnarci un mondo,


immaginare una grande Storia, o bruciarsi nel ghiaccio dello spazio siderale;


Una porta, un varco che una volta superato, sparisce, lasciandoti in una dimensione aliena, dalla quale nulla


può farti tornare indietro, mai più.



L’avevo sentita, come altre volte, la musica, di là dal muro di cinta della mia casa d’orfano.


Lontana e lieve prima, poi più vicina e trillante, la immaginavo snodarsi lungo il sentiero nella foresta


circondante la casa, un richiamo per me solo, come una lucente scia di lucciole da seguire,


una chiamata sempre più imperiosa, struggente, incondizionata.


Dal mio giaciglio, avevo la sensazione che le pietre della mia stanza vibrassero internamente, come diapason,


riproducendo milioni di volte il suono che, prima fuori di me, ora era in me, era me stesso, la mia essenza.


Fui fuori, Oltre.


___.___



Nulla mi era stato dato. Nulla portai con me.



Le monache di clausura che mi trovarono, nella cappella del convento, poche parole e scarsi dettami


ebbero per me, nel corso degli anni trascorsi presso di loro.


Di certo imbarazzò non poco la cappella chiusa a chiave come sempre anche quel mattino, e che quell’unica


chiave fosse nel convento, e quindi troppi dubbi, o certezze sulla mia provenienza, e la riservatezza e la


sacralità di quel luogo così almeno fino allora avarissimo d’influenze e contatti esterni, le assoggettarono


ad una tolleranza silente ed una passiva accettazione della mia esistenza presso di loro,


come un fiore selvatico non piantato dalla volontà del giardiniere ma ugualmente vivo, al quale prestare


giusto le cure necessarie alla sua sopravvivenza,


ma comunque non inserito nello schema del giardino, diverso dal progetto, non previsto, certo da non mostrare


ai pochissimi viandanti che vi si trovassero a passare in quel luogo.



Fui così lasciato alla mia fantasia, alle mie emozioni, ai miei voli, più di quanto capiti ai più, su questa terra,


costretti alle regole dalla prima infanzia, agli usi e ai modi, alle convenzioni e ai dettami della società.



Nulla portai con me, tranne questi ricordi.


___.___



Imbruniva, e nel cielo morente voli d’ali tracciavano geometrie incomprensibili alla mente,


ma istintivamente note, familiari, al giovane cuore che pompava imperioso nel petto,


l’urgenza del destino da compiersi.


Con passi elastici, ottusi dal sottobosco odoroso, quasi ritmici, a sincrono con i tamburi e i flauti che seppur


nascosti alla vista, gli tenevano con dolci lacci l’anima, sparì ben presto dalla vista di tutto ciò che gli aveva


dato forma, rinascendo, nell’ora del sole morente, a nuova vita, e un sole nuovo, dentro di lui, resse la luce


del nuovo giorno a venire, la sostenne, la fece sua, per sempre.


Un rosso tulipano, in boccio.


___.___



Nella radura, sembravano aspettarmi.


Senza alcun’urgenza, o trepidazione, ma nell’aria c’era come la consapevolezza di un evento già scritto,


ma non per questo scontato.


Niente ansia o stupore, solo la sensazione di una completezza da realizzarsi, come di pezzi forgiati in maniera


tale che, solo tra loro, sia possibile l’incastro che, senza sforzo o pressione una volta avvenuto, non lascia


neanche traccia del punto d’unione.


Qualcuno tese la mano, invitandomi a sedere, ed io lo feci, e mangiai con loro per la prima volta, sotto il cielo giusto,


nella radura dove la gente del circo si era fermata, quella notte d’agosto.


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Il canto del Bagatto



Ora sono io,


che incanto il Mondo intorno,


sul tavolo è già pronta la mia scena



seduco


poiché il silenzio


ha generato frutti


che ad occhi umani paiono prodigi



ma è solo l’apparenza


di un misterioso evento


il primo passo per l’ignoto corso,


la base, il trampolino per la Storia



con la bacchetta


li piegherò al mio volere


coagulando in aria


altre realtà



la coppa sarà piena


di saperi inesprimibili


promessa di poteri inenarrabili



la spada penetrerà l’ignoto


per trarne conoscenza


ché solo osando puoi avanzare ancora



mi copriranno d’oro


per quello che vedranno


credendo di capire



ma quando svanirò


quanto di più


ne avran saputo?



Nulla.. o meglio…


il suo Principio.


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8.9.04

Senza titolo 230

voglio imparare a far sentire la mia voce.no,non sto dicendo che punto a sovrastare quella degli altri.l'importante è dimostrare che ci sono anch'io.che esisto.che sono una persona,ci sono miliardi di altre persone,ma anch'io ho qualcosa che mi rende unica,anch'io sono speciale e questo voglio che sia ben chiaro.ho quello che ci vuole per riuscirci?non lo so.so,però,che voglio farla finita con questa ridicola soggezione verso gente di cui non ho la minima stima.loro non mi rispettano?benissimo.facciano pure.continuino a comportarsi da perfetti imbecilli,piuttosto che da persone dotate di cervello.ma che non si aspettino che io,o chiunque altro ne abbia abbastanza di tutto questo,continui a lasciar perdere.


non farò la guerra a nessuno,sono fondamentalmente una persona tranquilla,anche se un po'impulsiva a volte.a questo ci ho pensato bene,però,e a lungo,e vi dico che qualcosa deve cambiare.non sono più disposta a sentirmi esclusa,a starmene in disparte perché non mi sento in grado di competere con gli altri.

7.9.04

Senza titolo 229


 


 


 


 


 


 


Un pezzo della mia vita è andato via.


Il più importante.


Mi guardo intorno,ma tutto gira,ed io,resto ferma senza gurdare.


Questa non è la mia vita.


Nulla mi appartiene.


Sono sperduta nel vuoto immenso.


Svanisce ogni esile speranza nel tenero pezzetto della mia vita condivisa è amata.


Sei andato via portandoti il mio tutto.


Stringo forte il mio corpo per trovarti.Ma mi copro di lacrime colme di disperazione

6.9.04

Senza titolo 228

Le parole come ombre d’una voce


E la tempesta è nel cuore il cuore è tempesta


L’alba è una luce che s’adagia sui muri filtra tra le finestre


Il mondo si schiude nell’anima


Noi siamo le risposte alle ombre segrete della notte


Siamo foglie rosse come il sangue...


 


Emilio Ferro





http://soleeombra.splinder.com

Senza titolo 227

sette passi oltre, e silenzio

Senza titolo 226

Si lascian scorrer dentro


nell’ombra storta


che fa riferimento


senza rumore


copiosa a stento


la sabbia asciutta


da intrattenimento


ed intanto corre


senza spostare il vento


la polvere bianca


che io ho divelto


ridendo dei riflessi


spenti


che l’angoscia stende


al calar inesorabile


del sole dietro le stelle


piramidi di sabbia


sempre imperfette

Senza titolo 225

 

PRO_LOGO?


Sono ventuno, più una che è zero


Formano insieme una storia incantata


Una per una te ne parlerò


Ma il vero senso di quello che dico


È nella voglia che tu hai di Te


 


Tu hai le chiavi di tutte le porte


 


Io canto solo ciò che vedo in Te


 


Non darmi quindi né colpe né plausi


Sono lo specchio


Un riflesso del Se


 


..Nulla ti obbliga a leggere tutto


Nulla ti tiene legato qui..


Ma se poi insisti e rielabori il tutto


Forse il segreto di vivere è qui.


 


 


Nulla mi era stato dato.


Nulla portai con me.


 


O


 


Il vuoto assoluto.


Talmente incommensurabile da essere inesprimibile, totale.


Nulla che si possa dire del prima.


Cancellato.


Niente tempo.


Quando il pensiero si espande così, non c’è rischio, ma la certezza assoluta che nulla dopo sarà uguale,


anche la stessa sensazione d’espansione, la consapevolezza di essere un punto definito in uno spazio, perde di valore, senza riferimenti la ragione si perde, la memoria s’infrange, frammenti atomizzati di coscienza cosmica, una luce tanto forte che niente può rifletterla, quindi come il buio totale, eppure vedi oltre te, entro te, tu sei il cosmo e parte di esso e lui è parte di te, infinitesimale macroscopico tutt’uno…


Nessun riferimento spazio-temporale, ma senti di esistere, sospeso in te eppure fuori, oltre.


Completamente avvolto, anzi, parte di una miriade di luccichii d’arcobaleno, e sei uno di essi, ed essi si riflettono in te, mentre la tua essenza è pervasa come da un suono, che vibra ovunque, è in tutto, come se tutte le possibili manifestazioni, le cose, gli esseri, avessero voce, e la emettessero insieme e anche tu, anche tu stai vibrando..


 


E provi tutto l’amore che si può desiderare, un’armonia perfetta, senza nessuna regola o alternativa, unione suprema poiché indivisibile …


 


Poi…


Una voce…


La senti dire…


 


-se questa è la morte, non è brutta, anzi… è bellissima..-


ma nel sentirti pronunciare questa frase, un’altra voce, ti dice:


-ma io ho ancora tanto da fare, su questa terra.. alzarmi e uscire giù in strada, vedere persone, amare, ridere, conoscere ed avere esperienze, respirare i profumi di una primavera ancora da venire, custodire il segreto di un amico, veder nascere un bambino.. forse è ancora presto…voglio ancora vivere come ..so-


 


E mentre comprendi che le voci che odi sono le tue, quando ne acquisti consapevolezza…stai già rientrando in te, nel tuo corpo, ne senti l’odore, fletti i muscoli che guizzano obbedienti alle sollecitazioni di sempre, avverti un respiro roco, è il tuo, cola il sudore e non hai mosso il tuo corpo di un centimetro, ma l’orologio che segna implacabile il tempo di questo luogo, ti mostra che per due ore sei stato altrove, solo alcuni residui sfarfallii luccicanti e un suono impercettibile e decrescente, ancora ti richiama a ciò che poteva divenire, e non lo scordi più, e non sarà mai più lo stesso, mai più..


Non ne parli praticamente mai, qualche decennio fa ti avrebbero rinchiuso in manicomio, o esorcizzato, o beatificato…o deriso, evitato..


Ma ti piace, a volte, all’angolo del ricordo, quando imbrunisce presto o nelle lunghe notti d’estati sognanti e gravide di grilli infaticabili, ti piace immaginarti come il Matto delle carte, un piede sulla terra e l’altro lì nel vuoto, sospeso, che non si sa se il passo farà innanzi o indietro, che poi, trovami uno, ma uno solo, che sappia dirti, che differenza fa tra questa vita e l’altra…


 


Nessuno sa dove conduce il Viaggio


Neanche giurerei sulla partenza


Figurati l’arrivo se lo vedo..


 


Ma ancora a volte luccica negli occhi la follia..

la morte di un amico [ dialogo interiore ]

La riflessione interiore che propongo con questo post mi balenava gia dalla morte di kurt cobain , m'era venuta nelal mente questa riflessione , poi con la morte di un mio compaesano di 23 anni per un sospetto infarto ( sarrà l'autopsia a stabirlo ) , questa riflessione si è fissata nella mia opera d'arte .

Sia che che una persona si suicidi muoia per morte naturale o per disgrazia , sia per la sua imprudenza \ incoscienza ( alcool , droga , ecc ) non stà bene fare commenti o pettegolezzi o cercare un perchè o una spiegazione del fatto a tutti i costi .


D) ma allora perchè collabori con il blog pillolarossa www.pioazzacarlogiuliani.org\pillolarossa ( quello dela contro inchiesta sulla moerte di carlo giuliani ? non ti sembra un incoerenza ?

R) Per cercare la verità e giustizia , perchè la sua storia non diventi " nebbia e stato " ; basta vedere le manipolazioni fatte sia sulla scena del fatto e altre stranezze varie che troverete su il blog pillolarossa o nella mia intervista ai curatori della contro inchiesta riportata qui

5.9.04

Senza titolo 224

...


Pensieri, parole..


ombre che scrutano mangiando i miei occhi.


E poi la tempesta di sole


l'alba appena accennata che graffia contro le porte del cuore..


..e tutto il mio mondo che non riesco a capire..




 


Odilia Liuzzi



odilialiuzzi.it


Ossezia













 



 

 


Amico mio


Amico mio, io non sono ciò che sembro.
L'apparenza è come un'abito che indosso,
un'abito che protegge me dai tuoi interrogativi
e te dalle mie negligenze.
Amico mio, l' "io" dimora in me nella casa del silenzio
e lì rimarrà per sempre,
impercettibile e inavvininabile.
Non voglio che tu creda ciecamente in ciò
che dico o faccio, le mie parole e le mie azioni infatti
non sono altro che i tuoi pensieri e le tue speranze resi tangibili.
Quando tu dici "Il vento spira verso est",
io confermo "Sì, spira proprio in quella direzione";
perchè non voglio che tu sappia che la mia mente
non dimora nel vento ma nel mare.
Tu non puoi capire i miei pensieri
trasportati dalle onde, nè voglio che tu lo faccia.
Preferisco navigare da solo.
Quando da te è giorno , da me è notte;
e pure descrivo il mezzogiorno che danza sulle colline e
la furtiva ombra purpurea che attraversa la valle;
perchè tu non puoi udire il canto della mia oscurità
nè vedere il battito delle mie ali contro le stelle;
del resto, meglio così.
Rimarrò solo con la mia notte.
Quando tu ascendi al Paradiso,
io scendo dall'inferno;
e quando, dalla riva opposta del golfo che ci separa,
mi chiami: "compagno, amico ",
a mia volta ti chiamo "compagno, amico "
poichè non voglio che tu veda il mio Inferno.
La fiamma ti brucerebbe gli occhi
e il fumo ti invaderebbe le narici.
E io amo troppo il mio Inferno per fartelo visitare.
Resterò all'Inferno da solo.
Tu ami la Verità,
la Bellezza,
la Giustizia
e io per amor tuo dico che amare è giusto e decoroso,
anche se dentro di me rido del tuo amore.
Ma non voglio che tu lo veda.
Riderò da solo.
Amico mio, tu sei buono, cauto e saggio,
certo , sei perfetto.
Anch'io, benchè sia pazzo,
quando parlo con te lo faccio con saggezza e con cautela,
mascherando la mia pazzia.
Sarò pazzo da solo.
Amico o nemico che tu sia,
come posso farti capire?
Anche se camminiamo insieme,
mano nella mano, la mia strada non è la tua.


 (Kahlil Gibran)


 






 


 


In ricordo della strage di Ossezia


Sofia

4.9.04

Senza titolo 223

“Una candela su ogni finestra per i bimbi morti in Ossezia”..un sms  mi è arrivato oggi sul cellulare.. se bastasse una candela per cancellare la cattiveria e le ingiustizie, il mondo sarebbe un’immensa torcia splendente,perché nessuno vuole stare male,nessuno vuole soffrire.Purtroppo sono gli interessi di pochi a governare e l’uomo dalla storia non impara mai.E le colpe di pochi ricadono sulla moltitudine innocente come una piaga biblica,pagano per i nostri errori coloro che neanche sanno perché muoiono…


Immagino l’angoscia di una madre che deve scegliere tra due figli chi salvare,ma come si puo’ scegliere dopo che ad entrambi hai dato la vita,come puoi scegliere a chi dare la morte?? Immagino il dolore di una madre che vede un bimbo morire alla frontiera perché non puo’ passare dall’altra parte per curarlo e le vedo le lacrime di quel bambino a cui hanno dato come gioco un fucile,che pero’ spara davvero…e la sua missione è uccidere quelli come lui.


Ma li vedete i bimbi nel mondo,i bimbi sfruttati,i bimbi del mondo che nessuno vuole vedere per comodita’,perché “se non ci penso non mi sento colpevole”?? Li vedete correre disperati,affamati,con l’angoscia piantata negli occhi in lacrime…


Se stasera accendero’ una candela alla mia finestra..sara’ per tutti i bambini del mondo,quelli meno fortunati degli altri,quelli abbandonati,quelli uccisi,quelli torturati e quelli dimenticati.


Per tutti loro dovra’ brillare una piccola luce…perché loro sono le stelle e noi le stiamo spegnendo ad una ad una.


Accendete anche voi una piccola candela ma soprattutto accendete la speranza e la volonta’ per cambiare le cose perché il domani siamo noi!

la distorsione dei media ufficiali [ ancora sui fatti dell'ossezia ]

Come volevasi dimostrare ( vedere post precedente ) solo 4 giornali hanno fatto il loro compito criticando sia il gesto dei terroristi sia il gesto del putin . Mentre gli altri sono un ennesima profluvie di commenti superficiali , alcuni ( riporto il titolo dalal pag 801 di oggi dell televideo rai in cui sono contenuti i titoli dei giornali in edicola ) vicino alla becera e cetina xenofobia anti islamica , in particolare Libero , la Padania


LIBERO

Finisce in massacro l'attacco dei ter-
roristi ceceni alla scuola in Ossezia.
Nel commando anche dieci arabi

QUESTO E' TROPPO

Le belve islamiche fanno strage di sco-
lari: centinaia di morti e feriti

LA PADANIA

VITTIME CRISTIANE DELL'ISLAM CHE UCCIDE
Ossezia: finisce nel sangue il seque-
stro di bimbi nella piccola enclave or-
todossa tra i musulmani

Ancora morte

...tante cose vorrei dire, ma non so trovare le parole...


200 vite spezzate. Questo basta per pensare che il mondo sia una mela marcia.

3.9.04

commento a caldo sui fatti della cecenia

Dopo questo ennesimo attentato barbaro ed inumano,sia il sequestro sia il bliz dele forze dell'ordine ci toccherà subire una ennesima profluvie di commenti superficiali.

Gente che si limita a fotografare la realtà senza scavare a fondo,per vedere cos'è che genera barbarie...

Si scoprirebbe molto semplicemente che ciò che rende bestie questi uomini non è una loro malvagità innata,nè uno spirito maligno che alberga nei loro corpi,no.

E' semplicemente la realtà inumana che caratterizza i luoghi da dove provengono e che è l'unica realtà che sin da bambini hanno imparato a conoscere.

Pensate voi che questi uomini se fossero nati in uno stato libero avrebbero finito comunque per sequestrare bambini innocenti?

Allora perchè nessun italiano si barrica in una scuola con mille ostaggi?

Perchè noi siamo "buoni" mentre loro sono "cattivi"?

Allora i palestinesi,i ceceni,gli irakeni sono "cattivi"?

Non è idiota ragionare in questi termini?

Eppure molta gente ragiona così...e badate bene,i nostri governanti non lo fanno...semplicemente loro vogliono che la gente ragioni in questo modo perchè è l'unico modo che permette loro di stare dove stanno...a capo del mondo.

Detto questo io esorto tutti ad affinare lo spirito critico

per non giungere a conclusioni del tipo "il sangue si lava solo col sangue" perchè è da secoli che i nostri governanti agiscono seguendo questa massima,e da secoli il mondo non conosce che guerra e barbarie.

piacere solitario

Steso sul mio letto


Semi nudo


Il dito freddo dell’aria passa fra le lame della veneziana


Per accarezzare la mia pelle


Accompagnato da un leggero rumore metallico.


Una ninna nanna per me.


Imito l’aria e con un dito comincio a sfiorarmi


L’ombelico


Risalgo fino allo sterno


Fino al collo


Gioco con il pomo d’adamo


Con il mento


Il mio dito arriva in bocca, lo succhio


lo lecco con la lingua umida


Poi il dito fa un volo


Fino al capezzolo destro


E comincia a giocare


con la piccola collina ormai eretta e sensibile


Sensibile e dolorosa


Giro attorno al capezzolo


E decido di voler provare qualcosa di più del solletico


Decido di provare il dolore


Perché nel sesso


carezza e dolore


Portano entrambi al piacere


Pizzico forte il capezzolo e


La bocca si apre


Ma non voglio che un lamento sfugga


L’altra mano vuole partecipare


E vola a pizzicare l’altro capezzolo


Di più sempre di più


Una mano continua a giocare con il capezzolo


L’altra vola lì dove stanno avvenendo mutazioni incredibili


Dove i volumi variano e le solidità cambiano


Ormai i boxer non sono che una prigione


Una prigione dolorosa e piacevole


Perché piacere e dolore a volte vanno a braccetto


Ma la mano giunge a dare sollievo


E abbassa l’elastico dei boxer


Imprigionando non più l’uccello ma le gambe


Legandole in una sorta di prigionia


Ma l’uccello è libero e si erge


In tutto il suo splendore e la sua lunghezza


Svetta maestoso con la testa rubizza


E desidera di essere accarezzato


La mano circonda l’asta e tira verso il basso


Ma il piacere è una cosa che va data a stille


Piano piano


E dunque con il dito giro sui bordi della testa


E insisto sul retro dove il glande ha quella rientranza a punta


Dove il bordo non è tondo ma si interrompe


E il dito continua a girare vorticosamente


Fino a scendere poi lungo il canale rigonfio


Giù giù fino alle palle


La mano le soppesa


Ci gioca, le schiaccia


E poi ritorna sull’asta


Prende l’asta e la spinge fra le gambe


Chiudo le gambe imprigionando cazzo e gambe


Si vede solo il pelo


Un triangolo di pelo


Non sono più Adamo ma Eva


E mi fermo a giocare con i riccioli del pube


Incurante del doloro che viene dall’asta rigida


E costretta in posizione innaturale


Apro le gambe e come una molla ritorna nella sua posizione


Sbattendomi sull’addome come una frusta


Lo vedo… implora… piange… vuole venire


Ma io, cattivo, decido di no!


E rimango così, steso, con il cazzo che punta in su


Le braccia lungo i fianchi


Nelle orecchie la musica del vento


E mi addormento

"L'amore è libero, non è sottomesso mai al destino" (Guillaume Apollinaire)

Rimettendo in ordine il mio " archivio cartaceo " ho ritrovato la storia , pubblicata sulla rubrica settimanale :" uno ... due ... tre liberi tutti dell'unità il 3\8\2004 di http://greyskymorning.blog.tiscali.it/ nn ragazzo omosex ( nonche mio cdv diretto ovvero iscritto alla nostra comunity ) che ha portato alla maturità la persecuzione dei gay e lesbiche nei lager nazisti , ed proprio da ciò che prende spunto il post di oggi . Dopo il rapporto d'amicizia fra Chiara cleopatra e la sua compagna , e l'amicizia con Massimo Mele ( il fondfatore ) e gli appartenti al circolo gay \ lesbico bordeline di Sassari e, e l'amicizia e con il fondatore di finoscchi.splinder.com ( nonchè iscritto a questo blog , ho capito che anche se i beghini ( bigotti ) e sessuofibici di stato e delel gerarchie eclessiastiche ( vedere le loro reazioni di scandalo ad ogni gay pride o il loro rifiuto ad approvare leggi sulle coppie di fatto e sugli omosessuali ) cercano di negarlo esiste ed è vivo l'amore omosex \ lesbico .
Ed è proprio per la loro dolcezza e sofferenza dovuta : 1) alla morale benpensante omofobica ; " 2 ) alle persecuzioni \ repressioni sia fisiche che psicologiche delle dittature ., che danno danno più linfa al loro amore e insegnano qualcosa a cnhe a gli etero ; rendendolo più bello e profondo vedere esempio il film la finestra di fronte 2002 di Ferzan Ozpetek . Questo post inoltre segna il punto d'arrivo di alcune mie esperienze prima d'arrivare ad esserre etero , e che avevo rimosso sia :1) perchè le consideravo strane e devianti ; 2) sia per il mio carattere omofobico , poi definitavamente debellato con la conoscenza di le persone citate prima ( a cui è dedicato il post di oggi ) , la visione dei film di
(2003) La finestra di fronte ; (2001) Le fate ignoranti ; (1997) Il bagno turco ; per cercare le scede degli agli film di questo regista http://www.filmup.com/personaggi/ferzanozpetek/index.htm ., e i film : fragola e cioccolato ( http://film.spettacolo.virgilio.it/cinema/scheda.php?film=11251) , lo schermo velato ( http://film.spettacolo.virgilio.it/cinema/scheda.php?film=14867 ) e la bibliografia che trovate nel mio precedente post orgoglioe pregiudiozio . E la vicenda di Alfredo Ormando poeta ( http://www.arcigaymilano.org/stampa/dosart.asp?ID=9289 ) omosessuale cattolico che si è dato fuoco nel 1998 davanti a piazza san pietro per Sei anni fa si diede fuoco in piazza San Pietro lanciando la sua ultima disperata accusa contro l'intolleranza delle gerarchie vaticane verso le persone omosessuali.

con questo è tutto se qualcuno\a di voi avesse esperienze simili ,e le volesse racontare anche in forma anonima è benvenuto .

1.9.04

ancora sull'immigrazione

Lo so che non è bello ritornare su argomenti di cui si è già parlato , ma coe dicevano gli antiche latini repetita juvant . Oltre a quello che ho già detto nel post precedente http://edit.splinder.com/myblog/post/2753330/yes
affermo che se non sapremo accogliere ( anche in misura limita ) e gli alzeremo i muri della burocrazia ( costringendoli a pagare la tagente alle ambasciate dei loro paesi per entrare in italia )e facendo succedere quello che è successo a quella donna italiana che per potersi sposare con extra comunitario l'ha dovuto nascondere ( causandogli involontariamente la morte ) entreranno ugualmente e ci schiacceranno , solo accogliendoli potremo ritrovare le radici delal nostra cultura arrichendola con quella loro ; se invece continueremo a costruire muri ( legislativi e morali ) anche loro li costruiranno nei loro paesi ; inoltre nel nostro paese avvremo gruppi diversi di uomini e donne che si frontegeranno contrapponendosi e noi "autoctoni " italici rimaremmo schiacciati

Finestre

Che tu non sia, o che tu sia...


che tu ti perda nel buio,


che tu faccia rumore, o che tu stia in silenzio,


resta una Luna a cullarsi sul mare,


a cantare, al cielo di notte, le note infinite di un cerchio importante.


Restano pigri gufi veglianti,


a ridosso di quelle stesse mura,


nel mesto silenzio della piazza nel centro.


Ti osservo.


Cadi...ti perdo...

Senza titolo 222

Dolce speme


Che fai soffrire


Le tue invisibili


Labbra non


So capire


Anche se a


Tutti sembri


Invera ognuno


Ti serba nei


Meandri attoniti


Delle sue


Preghiere


Legando ad essa


Dio e nella


Sua misericordia


La tua pena

31.8.04

Senza titolo 221


Sono giorni, questi, in cui ho una gran voglia di leggere. Perdermi nelle pagine. In pagine nuove, ma anche riassaporare racconti in cui ha viaggiato una me stessa di anni fa... scoprire quanto è diverso il loro sapore, ora che sono così diversa io... Si dice che i libri cambino ogni volta che li si rilegge. Chissà se è davvero così, o se non siamo piuttosto noi a ricevere le stesse parole in modo diverso. Proprio ieri mi è capitato di parlare ad un amico della storia di Lyra... all'improvviso, ho sentito una gran voglia di rileggerla! Lei viveva in un mondo speciale. In quel mondo, le persone non conoscevano cosa fosse la solitudine, nessuno l'aveva mai provata. Mai, perché dal momento stesso della loro nascita, prendeva forma anche la loro anima. E vivevano l'intera esistenza insieme ad essa. Cresceva anch'essa con la persona di cui custodiva e condivideva il cuore, vivendole accanto come fosse un animale da compagnia. Già, queste anime avevano forma animale. E ognuno, in quel mondo, poteva parlare, toccare, coccolare la propria anima. Sentire le sue stesse percezioni, le sue sofferenze, le sue paure, come avere un altro se stesso presente in diversa forma accanto al proprio corpo, sempre ogni giorno, una vita in simbiosi. Perché di questo si trattava, non compagnia ma vera simbiosi, una creatura indipendente ma anche una parte del proprio essere. In un certo senso, era un po' come trovarsi in compagnia di se stessi... ma la solitudine, quella vera, queste persone non l'avrebbero mai conosciuta. Lo desiderai... mentre, anni fa, leggevo per la prima volta questa storia, desiderai conoscerlo... conoscere il mio "daimon" - così si chiamavano queste coscienze vive, parola greca che racchiude un essere soprannaturale, di natura quasi divina... - la mia anima... "conoscerlo", perché anche nel nostro mondo esistevano. Ma non era tangibile la loro esistenza, e così succedeva che gli esseri umani se ne dimenticavano spesso... come accade tuttora...
Penso proprio che, appena avrò tempo, rileggerò la storia di Lyra e di Pan, e di Will... della bussola misuratrice di verità, e della lama che tagliava i confini tra i mondi...

Danyart New Quartet fiori e tempeste

Ieri è stato presentato il nuovo lavoro discografico dei Danyart New Quartet, formazione jazz capitana da Daniele Ricciu, in arte Dany...