29.3.06

Senza titolo 1209






fonte  google.it news Italia  di oggi  29\3\2006  alla voce Dda


 BOLOGNA, 09.45 Bimbo rapito: Dda, da media effetto aberrante per indagini29/03/2006 09.45.00
[Notizie dall´Italia]


(ANSA) - BOLOGNA, 29 MAR - 'Nelle indagini sul sequestro di Tommaso, enfatizzazione dell'informazione diventa un aiuto per gli autori del sequestro'. L'allarme viene dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che con la Procura di Parma coordina l'inchiesta. Secondo gli inquirenti enfatizzazione dell'informazione sta determinando l'effetto certamente non voluto ma tuttavia aberrante, di fornire in tempo reale ai responsabili del rapimento preziose informazioni circa lo stato delle investigazioni.


Qui hanno ragione però perché condannare solo la stampa e i giornalisti e non anche ed i particolare chi all'interno delle forze dell'ordine o dei tribunali fornisce elementi coperti dal segreto istruttorio e investigativo ai giornalisti ?



28.3.06

Prodi a Latina

Latina è notoriamente di destra. Le popolazioni che Benito Mussolini portò in questa zona hanno strappato la terra alla palude, metro dopo metro, facendo un'opera di bonificazione intensa. Onore al merito. In cambio hanno ricevuto poderi, case coloniche...un futuro nel quale investire. Che questi vecchi colonizzatori siano riconoscenti credo sia comprensibile. Il debito di riconoscenza è elevato, ma a distanza di tempo è opportuno che le cose cambino. E sono cambiate.


Il primo segnale forte è arrivato durante le elezioni regionali che hanno visto il trionfo di Marrazzo. Oggi, la riprova...se ce ne fosse stato il bisogno. Il Palazzetto dello Sport era gremitissimo. Gente ovunque...nel parterre, nelle gallerie, seduti per terra e sui gradini. Sul palco Romano Prodi, intervistato da Lilli Gruber.


Devo dire che il professore è molto a suo agio quando è in mezzo alla gente. La lentezza espositiva che è snervante durante una ripresa televisiva diventa serena pacatezza  ed è un piacere stare lì ad ascoltare. Le domande che la giornalista ha fatto durante la sua intervista sono state puntuali, così come le risposte sono state chiare ed articolate. [continua a leggere]

Senza titolo 1208

Ripeto un post del mio alter ego Kreben colpito dalle reazioni della Cina e da poco su www.nitokrema.splinder.com 

 

ONU.


Commissione per l'espulsione di un membro dalle Nazioni  Unite. 


All'ordine del giorno la valutazione della nazione in oggetto, ha la parola la Cina. "onolevoli colleghi salò bleve, nella lolo capitale c'è una loccia da cui buttano i bambini nati difettosi". Ha la parola la Finlandia "Sempre nella capitale esistono dei conventi dove le donne che chiedono di entrarvi si dedicano alla prostituzione in onore di una loro dea" Ha la parola la Germania "Mentre tutti i popoli come il nostro si divertono con l'arco o con gare di cavalli, loro si divertono guardando delle persone disarmate che affrontano animali feroci" Ha la parola il Belgio "State parlando di cose meno recenti, Vi posso dire che quando uno di loro non accetta certe decisioni di loro sapienti, lo sottopongono a una serie di prove che noi consideriamo torture, se muoiono vuol dire che erano colpevoli, se sopravvivono vuol dire che il demonio (credo sia una specie di dio cattivo) li ha difesi e protetti e li condannano al rogo". Nessuno chiede di intervenire a favore? Si alza il rappresentante della Gran Bretagna "hanno molto rispetto per i matti e per i buffoni, spesso li mettono a capo del governo e devo dire che sono anche divertenti, almeno quello che ho conosciuto io". La decisione finale sarà presa il 12 aprile alle ore 21.


Senza titolo 1207


Odore di puzza, il rischio di brogli sul voto elettronico



di Carlo Bertani



Mentre nei recinti televisivi ci si scanna per qualche punto percentuale di tasse, sondaggi, cunei fiscali ed altre facezie, una notizia è quasi passata inosservata: alle prossime elezioni, circa 11 milioni d'italiani (Liguria, Sardegna, Lazio e Puglia) voteranno con il sistema elettronico.


Per fortuna non siamo ancora al sistema americano - che non conserva copia cartacea del voto - però un po' di puzza di "Florida" s'avverte ormai anche nelle nostre città.


A chi è stato affidato il nuovo sistema elettronico? A tre società: Telecom, EDS Italia ed Accenture. Mentre Telecom sappiamo chi è, conosciamo invece poco degli altri due compari, ovvero il gatto e le volpe.


EDS è la multinazionale informatica che - negli USA - ha gestito gli ultimi due appuntamenti elettorali per l'amministrazione Bush: per come sono andate le cose in Florida (e per la cancellazione dalle liste elettorali di 200.000 persone in Ohio, lo stato di Michael Moore nel 2004) possiamo affermare che ha svolto bene i suoi compiti. Negli USA, ad EDS (che nel 2004 fu rinominata in ES&S) fu affiancata un'altra società, Diebold, per esercitare un reciproco controllo. Peccato che il vice-presidente di Diebold ed il presidente di ES&S fossero fratelli e che affidarono ad un pluripregiudicato per truffa - Jeff Dean - la stesura del programma informatico che non rilasciava copia cartacea del voto. Già, ma in Italia non abbiamo mica questi problemi, ci sono Telecom ed Accenture!


Telecom fornirà le linee, mentre Accenture sarà il vero "braccio destro" di ES&S. Già, ma chi è Accenture? Accenture è il nuovo nome di Andersen, la società che avrebbe dovuto controllare i conti di Enron, sospettata d'essere stata la "cassaforte" da svuotare per finanziare l'elezione di Bush nel 2000, e finita in un crack finanziario apocalittico!


Perché Berlusconi ha scelto proprio le due società americane (scippando, di fatto, una società italiana - Ales s.r.l. - che aveva iniziato la sperimentazione nelle scorse tornate elettorali) con un decreto varato alla chetichella ed una trattativa a licitazione privata? Per vincere le elezioni? Può essere. Anche nel caso le perdesse, il buon Berlusca potrebbe sempre chiedere la verifica delle schede (che saranno comunque votate in parallelo, ma subito archiviate), il che comporterebbe ritardi di mesi per le contestazioni, i ricorsi, ecc.


Cosa succederebbe nel frattempo? Il nuovo parlamento non potrebbe essere insediato, e si giungerebbe a dover eleggere il nuovo Capo dello Stato con il vecchio... Ahi, ahi, ahi...che bruciato di puzza, che spruzzata di brucio, che fetor di scheduzza bruciata s'appressa! Niente paura, al timone di Accenture - in Italia - c'è una persona fidata: il figlio del ministro Pisanu. State accuorti.



Fonte: www.carlobertani.it


27.3.06

Senza titolo 1206

Quando ero giovane, le mie preghiere a Dio dicevano:

«Signore, dammi la forza per cambiare il mondo».


Quando fui vicino alla mezza età, mi resi conto che non avevo cambiato niente.


La mia preghiera, allora, diceva:


«Signore, dammi la grazia di cambiare


quelli che mi sono vicini, la famiglia, gli amici».


Ora che sono vecchio, la mia preghiera è:


« Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso!».


E se dall’inizio avessi pregato per questo, non avrei sprecato la mia vita”.

26.3.06

Senza titolo 1205

Precipita e muore "l'uomo aquila"


Angelo D'Arrigo, il deltaplanista recordman di traversate internazionali, il quale  ( come ho già parlato precedentemente  su questo post  descrivendo  la  sua storia  ovvero al rinuncia  al successo per insegnare a volare  ai volatili )  è morto precipitando con un velivolo durante una dimostrazione a Comiso. Con lui c'era un ufficiale dell'aeronautica in pensione, il generale Giulio De Marchis, anche lui morto. L'incidente è avvenuto vicino all'aviosuperfice della città siciliana.  I due si trovavano a bordo di un piccolo aereo da turismo, alla cui guida era il generale De Marchis, che all'improvviso - per cause da accertare - è precipitato. Testimoni oculari hanno riferito agli investigatori di non avere visto il velivolo esplodere in aria ma precipitare di punta. Inutili i soccorsi, pur se tempestivi. Sul posto il procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che coordina le indagini della polizia.corriere.it


 



link 
 la  sua storia 
http://www.fuoriradio.com/alternuke/article2908.html

25.3.06

Senza titolo 1204

  visto lom sciopero dei tg  oggi l'unica  fonte resta indymedia  (  www.italy.indymedia.org  )   dove trovo  questa   news  essendo però dubbioso  mi chiedo  e vi chiedo  è realmente censura  o  è solo una trovata pubblicitaria  per   far   farsi pubblicità indiretta     (  cioè  parlarne pure anche  male  purchè   ne parli  )  a  un giornale in crisi di vendite  ?  Aspettandomi  censure del link  citato  riporto la vignetta  incriminata 

Dal Mucchio Selvaggio




"La copertina del "Mucchio Selvaggio" di aprile "avrebbe" dovuto riportare un disegno di uno storico personaggio del fumetto italiano. Il "catzillo" è un fumetto underground, molto famoso negli anni Ottanta, che l'autore Gianfranco Grieco ha modificato per noi facendolo assomigliare a Berlusconi, ovviamente legato a un lungo articolo che mette in guardia sul votare "Forza Italia" alle prossime elezioni politiche. Abbiamo usato il verbo "avrebbe" perché il distributore nazionale (Parrini) si è rifiutato di fare uscire il giornale in edicola. Non vuole correre il rischio di denuncie penali. Il giornale verrebbe comunque boicottato da molti distributori locali non di sinistra, il tipografo nicchia, la par conditio, rapporti con il potere etc etc. Insomma paura. Paura di ritorsioni legali, economiche e magari anche fisiche da parte del soggetto raffigurato nel disegno. La redazione trova ciò un atto di censura inqualificabile. La satira è un diritto affermato dalla nostra Costituzione ("Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" - Art. 21). Se si va con la memoria indietro nel tempo a copertine, molto più feroci e provocanti, di giornali come il "Male", "Frigidaire" o "Cuore" ci si rende conto di come è peggiorato il rapporto tra la stampa e il potere e di quanto la libertà di espressione sia sempre meno garantita. La censura è sempre stata usata come strumento di repressione e negazione di valori e tematiche "scomode". La copertina "censurata" è scaricabile a questo indirizzo qui (  chi  sà  ancora  per  quanto , la  lasceranno )  http://www.ilmucchio.it/images_static/berl.jpg


Comitato di redazione del "Mucchio Selvaggio".

Senza titolo 1203

24.3.06

Senza titolo 1202

 Dovendo scegliere  fra le innumerrevoli  canzoni della mia infanzia e non solo  , come  colonna  sonora per il post  d'oggi  ho scelto  ,  dopo una dura cernita  queste due 

Barche di cartapesta di  Marco Del Giudice qui  news  su di lui  e le altre sue  canzoni )

Occhi scuri che guardano laggiù, 
oltre il verde di questo mare,
pugni chiusi nelle tasche vuote
stringono pensieri e speranze che
a volte passano e volte restano
conficcate nel cuore e in testa,
per un viaggio che dura una vita...
Sopra a barche di cartapesta va,
il sogno di chi ha pensato che laggiù,
oltre il verde di questo mare
possa campare con pari dignità,
e comprare con soldi
questa illusione di poterla cambiare un po',
questa vita che
dura un viaggio così...
E questa barca che balla un giorno arriverà,
in un porto del mondo forse attraccherà,
e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
quando si spegne il faro...
Braccia tese a cercare sogni che
come fumo svaniscono aldilà,
delle onde di questo mare
che copre il mondo degli uomini laggiù,
ad un passo da quella terra
che brucia sotto i talloni nudi ma,
quanto costa il viaggio di una vita...
E questa barca che balla un giorno arriverà,
in un porto del mondo forse attraccherà,
e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
quando si spegne il faro...


e  quella  che ha cartaterizzato il blog  fin dalle origini

 in viaggio degli  ex Csi

Girano i Sufi in tondo nello spazio
Nel tempo
Salgono i verticali i monaci in clausura
Immobili
Viaggiano l'alto il basso senza abbellimenti
(Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...)
Strisciano verso il ritmo i tarantolati schiacciati dallo spazio senza
tempo
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...



 a chi  ancorta  dei miei amci  \ conoscenti  sia reali  sia in rte conosciuti in particolare   nella  bellissima  prima  o poi  gli farò una  bella intervista   di www.aaamici.it    presa proprio dal profilo di uno d'essi   ripoto  questa    foto di unmurales 

con òla speranza  di aver risposto  una  volta per tutte  alle loro  insisrtenti domande  , sfottò  , e disorientamento   e   critiche che il mio blog  è caotico ; e  aver descrito la  nostra  blog comunity  .  Viu saluto alla prossima  , hasta luego  amicos  e  viva la vita  muerte  a la muerte 

p.s
oer chi desiderasse saperne di  più  sui   murales  sardi    trovate in questo precedente  post  , dei link e   con foto e news 

Senza titolo 1201


DEDICATA A MIO MARITO
 AFFINCHE' DIO CI AIUTI A TRASCORRERE UNITI LA NOSTRA VECCHIAIA


La notte avanza lussureggiante e implacabile.
Avverto distintamente in me, forte

 
temporale, che inflessibile cresce
nella mia  anima, che è attorcigliata da

 
angosciosa inquietante.
Sono folle o è solo  utopia?
Avverto  pianto di stelle
è la mia anima, che  latitante e taciturna

 
si avvinghia  allo spettro del tuo corpo
che, è scandito dall’oscillazione

 
del morbido avermi.
I tuoi baci illusori diventano esultanze,
voluttà, eccitazione, ebbrezza

  
in un crescendo affiatamento
di taciturno amare.
Silvana 
 

23.3.06

Senza titolo 1200

in in questi giorni ho ricevuto   alcune email in cui mi dicono che   mi  dicono che la mia non  è vera identità  . Non riescendo a trovare  migliore risposta ed avendo  poco tempo  per  spiegarmi  in maniera non retorica   e   ripetitiva  . Faccio riferimento  ad uno dei più grandi scrittori sardi  .salvatore mannuzu  ( foto  a  destra  )  e  un suo  bellissimo  articolo  tratto   dalla  nuova sardegna del  23\3\2006 e   destinato al volume che raccoglierà gli atti d’un seminario tenuto nell’università di Cagliari il 3 dicembre 2005 sul tema dell’identità sarda


CHIACCHIERE E IDENTITÀ



Tradurre l’appartenenza in fare concreto mettendo da parte inutili ideologismi Bisogna farsene una ragione: «l’anima sarda» d’un tempo non c’è più e (magari ci dispiace) è un bene che non ci sia

Si chiamava cabude (da caput, evidentemente) il pupazzo di pane che ci regalavano per capodanno. E mio padre a pranzo lo rompeva sulla mia testa di primogenito: secondo il rito, per buon augurio. In realtà credo lo rompesse, o lo spezzasse, più che altro con le sue mani, coinvolgendomi appena: ero un bambino. Ero un bambino, allora: ma quello scherzo (non era solo uno scherzo) non me lo sono dimenticato. Come non mi sono dimenticato d’una miriade di cose con lo stesso senso, che poi m’hanno accompagnato tutta la vita. Si potesse segare il tronco di cui sono fatto, si troverebbero dentro i primi cerchi annuali i canti in Re o in Mi-e-la. Canti che ripetevano le domestiche di casa mentre facevano (setacciavano) la farina; canti d’una terribile, infinita malinconia: uscivano di notte da bettole mal illuminate dove io non entravo mai; o li intonavano pastori lontani e invisibili nella solitudine di campagne che forse nemmeno esistono più. - Tempo fa m’hanno dedicato dei festeggiamenti, come capita ai vecchi: e anche un lungo convegno un po’ funebre sui miei libri. E prima m’hanno domandato se desideravo aggiungere qualche nome e qualche titolo al novero dei relatori e delle relazioni; io ho chiesto che tra le relazioni ci fosse un Mi-e-la, cantato (mettiamo) da Elena Ledda. Non m’hanno capito e s’intende non ho osato insistere.
 Ma adesso voglio dire che la mia provvista di materiali identitari, se così ci garba chiamarli, non è esigua e vale quanto quella di chiunque. Solo che non mi è mai piaciuto viverci sopra di rendita: ritengo che non sia bello, che non sia utile, che non si deva. Sono sepolti, i miei materiali identitari, nel palmo di terra che m’appartiene, insieme a mille altri diversi; sono sepolti in quel palmo di terra, profondamente: e qualsiasi frutto esso dia, buono o cattivo, ne ha avuto nutrimento. Di più io non posso chiedere loro; né loro possono chiedere a me.
 Per il resto mi sono stancato di ripetere che - secondo me - tutto il nostro parlare d’identità è sintomo certo d’una nostra crisi d’identità; e che noi questa crisi l’affrontiamo nel peggiore dei modi, ignorandola e tentando di riempire il vuoto che lascia con le mistificazioni d’una insopportabile retorica. Mistificazioni che danno per esistente ciò che non esiste più; che fingono un mondo rozzamente semplice e integro in luogo del mondo complesso e frantumato dove tutti invece viviamo. E retorica aggravata da una assoluta mancanza di memoria (non potrebbe essere altrimenti): da una assoluta, bieca e colpevole mancanza di memoria.
 Sicché la prima cosa da fare (indicazione anche politica) per ristabilire qualche contatto con la realtà - cominciando a uscire da un nostro sogno mediocre - è recuperare un po’ di memoria: rinominare le cose per non perderle del tutto. Uno con i miei anni (parecchi) ha visto disfarsi un mondo, sarà pure inevitabile. Non del tutto inevitabile penso, se la disfatta (che ora è il nostro vero connottu) è questa: ma è andata così, la crisi d’identità di cui stiamo discorrendo ha come espressione più evidente il logorarsi e lo scomparire anche materiale delle cose.
 È giusto, allora, è indispensabile che queste cose almeno le repertiamo. È troppo tardi? Ci ricordiamo di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti? È tardi, certo; e non pochi dei nostri buoi sono fuggiti e non li riprenderemo più. Ma è un ulteriore motivo per tenerci caro ciò che resta: che resta anche solo nella memoria. Ho detto dei canti a chitarra (meno fortunati dei canti a tenore). Musica che non si può scrivere, o che non basta scrivere: ma di quel che è stata esistono antiche registrazioni. Perché una istituzione culturale sarda (specializzata, s’intende) non le cerca e non le raccoglie, catalogandole, trasferendole in supporti non fragili, facendole studiare? E se una simile benemerita istituzione culturale non esiste, va rapidamente inventata e messa a girare.
 È solo un esempio: proposto per associazione di idee e perché la lingua batte dove il dente duole. Ma tutte le cose che abbiamo avuto, di tutti i generi, andrebbero repertate.
 Alcune poi si può cercare di riprodurle. E persino di farci dei soldi: di venderle. Mi è già capitato di scrivere di nostre merci (non erano solo merci) sparite dai mercati, le mele appiu e miali, il maiale sardo com’era, per esempio... Qualcuno ricorda il profumo di quelle mele, come si diffondeva riempiendo le stanze, le case? qualcuno ricorda l’arrosto di quegli spini di maiale? Vorrei che un esperto mi spiegasse se mele appiu e miali, o maiale sardo (il vero), non si possono recuperare, rimettere in produzione. Ma questa parte del discorso è la più facile e praticata (non solo a parole, in qualche caso): si tratta della famigerata «filiera agro-alimentare». Può disturbare l’enfasi delle parole, sempre le stesse: però l’idea è giusta. E con i vini si comincia a fare addirittura di più (e meglio) d’un recupero...
 Per le cose immateriali la situazione diventa più complicata: assai più complicata. «L’anima sarda» d’un tempo non c’è più; e (magari ci dispiace) è un bene che non ci sia. Sicché non si può far rivivere, uguale a quella che era: non si può rimettere in produzione come la mela appiu o la mela miali. E non ci si può aspettare che qualcuno intoni un Mi-e-la; se lo fa, sarà un’operazione archeologica o interpretativa (non si canta ancora il gregoriano?); oppure (come per certi vini) un’operazione tutta creativa: Mi-e-la nuovi, di barrique, non quelli che abbiamo amato e ormai sono sepolti nella nostra memoria.
 Però operazioni creative simili, che investano l’input (o ingrediente) etnico in risultati d’oggi, difficilmente riescono nel campo delle cose immateriali. La statistica sarda segnala troppi fallimenti, per giunta banali e noiosi: della categoria dei portacenere a forma di nuraghe (anche quando si tratta di versi). Troppi fallimenti; e troppo scarse riuscite. Ma almeno due esempi di riuscita bisogna registrarli, per capire come sono fatti, da che dipendono: l’Isola (oggetti artigianali) di Eugenio Tavolara e alcune composizioni musicali di Franco Oppo. Soprattutto l’Isola di Tavolara: oggetti artigianali, s’è detto, ma erano vere opere d’arte, esito d’una grande impresa culturale; e il fatto che ce ne siamo completamente dimenticati, subito, dimostra che il nostro tasso di insipienza autolesionistica è elevatissimo.
 Che cosa fa I’Isola di Tavolara quella che è (che era), rendendola memorabile, e le musiche di Oppo quelle che sono? La cultura moderna (visiva o musicale, ma non solo) di cui sono permeate: con cui guardano al patrimonio antico proiettandolo (manovra addirittura tradizionale) dentro le linee dell’evoluzione storica delle arti, visive e musicali. L’anima sarda d’un tempo non c’è più; c’è quest’altra anima: dove c’è, quando c’è.
 Dove c’è, quando c’è: che si esprima, allora, con tutto ciò di cui è fatta, che non è solo materia identitaria (né può esserlo, togliamocelo dalla testa). E se ha un po’ di coraggio, di balentia d’antan, l’animula misuri se mai quel po’ di sua materia identitaria (quanta gliene è davvero rimasta) al flusso delle cose e delle idee del mondo, oggi: alla storia.
 Per il resto, basta con l’amore solitario: fatto con il fantasma di qualcosa che non c’è mai stato. Basta col parlare una lingua che non esiste e non è mai esistita, di cui i nostri padri e le nostre madri si metterebbero francamente a ridere.
 Chi deve repertare e conservare, reperti e conservi: guai se non lo fa. Chi deve studiare, studi: evviva gli studiosi. Chi deve produrre mele e maiali sardi li produca, senza perdere tempo. Ma tutti gli altri - e in particolare quelli col mestiere delle chiacchiere, come me - restiamo fermi un giro, a proposito di identità. Sì, noialtri meglio che diciamo «passo» per un paio di mani, facciamo un minuto (qualche anno) di silenzio (il famoso «silenzio» dei sardi), ci prendiamo un secolo sabbatico. L’aggettivo «identitario/a» non c’è nei dizionari: carta canta. I correttori dei nostri computer protestano se lo scriviamo: diamogli retta (finalmente).

Salvatore Mannuzzu
 

Bibliografia  dell'autore

romanzi



  • Procedura 1988

  • un morso di formica 1989

  • le ceneri di montiferro 1994

  • il terzo suono 1995

  • il catalogo  2000

  • alice   2001 di cui trovate  qui un ottima recensione con estrati del   romanzo in questione 



raccolte 
di racconti 







  • la  figlia perduta  1992


di poesie 


  •  corpus  1997


 


















22.3.06

Senza titolo 1199

mi spoglio voglio andare a letto,mi sneto stanca,spossata...


entro in camera sua,è ancora sveglio...


Posso?


mi allarga le braccia..


mi infilo a letto e mi abbraccia,mi culla,mi sono addormentata così...


mi sono svegliata qualche ora dopo mi guardo intorno per qualche secondo,capisco  dove sono mi alzo e me ne vado nel mio letto..


Sono sveglia,non ho più sonno mi sento strana ho dei brividi...


prendo il lettore mp3,lo accendo salto accuratamente le canzoni che penso possano mettermi maliconia...


nel display: "pazzo di lei" ,avanti,"a chi mi dice",avanti,"figlio della luna",avant,"hoy",avanti e via così


Laura bono,penso ma si lei mette grinta nelle sue canzoni non puo' farmi male....


parte: Amo solo te


Brilla forte agli occhi miei, luce perla goccia tu…
Ti ritrovo in ogni cosa, sulla foglia e sopra il foglio che ora ho davanti a me.
Quanto amore ho per te, non si può lavare più,
più ti guardo e più ci penso che la vita non ha senso se con me non ci sei te.

Sei il sole tu che mi sveglia ogni mattina
E se è un sogno non svegliarmi, dormirei altri cent’anni
Basta che tu sia con me

Sei l’alba tu così bella da guardare,
e rinasce in me l’amore che non potrà mai tramontare
solo se tu sei qui con me, ah ah ah, sono qui per te, amo solo te.

Passa il tempo ma tu no, non hai smesso di stupirmi,
tu che vivi e ti sai dare, prendi quello che ti pare
e in questa vita hai preso me….

Sei il sole tu che mi sveglia ogni mattina
E se è un sogno non svegliarmi, dormirei altri cent’anni
Basta che tu sia con me

Sei l’alba tu così bella da guardare,
e rinasce in me l’amore che non potrà mai tramontare
solo se tu sei qui con me, ah ah ah, sono qui per te, per ricordarti che…amo solo te.

Amo solo te, amo solo te, io amo solo te…..



durante questa canzone comincio a sentire dei brividi percorrermi la spina dorsale...


subito dopo ascolto: Che ritorni la sera


Che ritorni la sera, con tutte le sue stelle,
con la luna regina china sopra di me.
E con loro anche i sogni, con le voci lontane
di una ninna nanna che cantava mia madre.

Che ritorni la sera, che mi culli leggera
che mi bruci d'amore come lo scorso agosto.
Che ritorni la sera con quell'aria sincera,
quando esce di scena e ti regala l'aurora.

Che ritorni la sera sopra la mia miniera
sto scavando da tempo ma l'oro dov'è?
Che ritorni la sera per potermi fermare
anche un poco a pensare cosa in fondo vorrei.

Che ritorni la sera mi trovi un po' più matura
che a tornare a volare ho ancora un po' di paura.
E poi senza la luce, quella delle mie stelle,
torno al grembo in ginocchio ma girata di spalle.

Che ritorni la sera con tutte le certezze,
che oltre quell'infinito poi qualcuno c'è
Che mi ascolta sfinito, che chissà se ha capito
che ha creato l'amore e a volte per lei dentro si muore


oh cavolo che mi succede?no le lacrime no x favore,non voglio piangere,non mi va...


eccola la prima lacrima ne seguiranno altre che palle,ma porca  vacca ma xkè il mio corpo non mi ubbidisce!


Quante parole tu... aria fra le nuvole
non ti sento più; è tutto quanto sterile
e quante storie tu.... non vedi sono stanca
non ne parliamo più, che cos'è che ti manca??

forse mi volevi un poco più romantica
oh no, che pretendevi? STA ZITTO, SMETTI DI PARLARE!!

E adesso siediti, che m'innervosisci,
non è dirti "ti amo" ma se preferisci, mi vola nello stomaco la tua frenesia,
sai che tornavo sempre quando andavo via.
E adesso calmati che mi infastidisci,
volevi rose rosse, ma tu che ne capisci?
non sai cos'è l'amore se poi non sai ascoltare,
che cosa vuoi sentire? TU M'INNERVOSISCI!!!!

Quante parole dai, fumo fra le dita
domani sai che fai? riprendi la tua vita!
forse mi volevi un poco più romantica,
la mia unica promessa è stata di essere me stessa.

E adesso spostati che m'innervosisci,
non mi interessa più ciò che preferisci
mi viene il mal di stomaco con la tua frenesia
ho assecondato ogni tua scenata di gelosia!!

E adesso calmati che mi infastidisci
volevi rose rosse, ma tu che ne capisci??
non sai cos'è l'amore, è anche ora che cresci!
E adesso...SPARISCI!!!! TU M'INNERVOSISCI!!!!!

Non sai cos'è l'amore se poi non sai ascoltare...
che cosa vuoi sentire, tu m'innervosisci,
tu che ne capisci? tu m'infastidisci! tu m'innervosisci!
tu che ne capisci?tu m'infastidisci, tu m'innervosisci!!!!


non riesco a smettere,Dio quanto sono patetica...


sento dei rumori si è svegliato...


adesso è lui a venire nel mio letto,mi spinge + in la,piano,si sdraia e si stringe contro la mia schiena,spero non si accorga che sto piangendo se mi chiede il perchè non so rispondergli...


Se mi prendi fra le mani, sono rosa, fiorirò
Seguimi nei miei domani anche nei miei giorni no
Mi piacerebbe fermare un po’ il tempo
E stare ore abbracciati così

Oggi ti amo davvero
Sei il mio primo pensiero
Ti amo lo giuro
Se sei insicuro ti amo lo stesso davvero
Poi ti sbilanci e dici per sempre lo spero

Il mondo sa che oggi ti amo davvero
Domani chi lo sa se sarà amore vero
Sul muro ho scritto oggi ti amo lo giuro
Ed io lo scrivo in una canzone per te.

Tieni ferme le mie mani, perché tremo non lo so
Se sarai nei miei domani, qualche cosa inventerò.

Oggi ti amo davvero sei il mio primo pensiero
ti amo lo giuro, sei un gran casino,
t’amo lo stesso davvero
ma sei sincero e t’amo per sempre lo spero

il mondo sa che oggi ti amo davvero,
rimani a far l’amore per un giorno intero
ti ho addosso sulla pelle, sei un bracciale d’oro
sei il mio presente, oggi ti amo così

Oggi ti amo davvero sei il mio primo pensiero
Ti amo lo giuro, rimani ancora
Oggi ti amo in futuro io l’ho sognato se ci sarà per noi.

Se mi prendi fra le mani…


ad ogni brivido,rafforza la stretta.si è accorto che piango...


non mi chiede nulla gliene sono grato...


tienimi non lasciarmi,non voglio cadere...


basta non ne posso più spengo il lettore...


due secondi e lo riaccendo..sono scema...


wow sto smettendo,forse stanno finendo...


Te ne vai e non ritorni più,
me lo dici solamente,
ora che ti sei presa tutta la mia mente.
La vita è strana e lo sapevo già,
ma non pensavo capitasse ancora
di svegliarmi e non trovarti più
sotto il caldo delle mie lenzuola.
Scende, scende un lacrima...
Cresce, cresce la musica...
Dentro me...

Io non posso restare così...
Su ti prego dai ritorna qui!
Io ti amo veramente!
Io non voglio restarmene qui,
qui seduto senza averti qui!
Io ti amo veramente!
Io ti amo veramente!
Brutta bestia la malinconia,
che se ti prende, ti trascina via,
come quando non hai più un'idea
a cui aggrapparti per volare via,
verso i confini di una libertà
che quando trovi sembra una galera!
Scende, scende un lacrima...
Cresce, cresce la musica...

Voglio te...
Io non posso restare così...
Su ti prego dai ritorna qui!
Io ti amo veramente!
Io non voglio restarmene qui,
qui seduto senza averti qui!
Io ti amo veramente!
Io ti amo veramente!
Ora lo so,
che di te io mi libererò,
ma so,
so comunque però
che per ora scende, scende una lacrima...
Cresce, cresce la musica...
Dentro me...

Io non posso restare così...
Su ti prego dai ritorna qui!
Io ti amo veramente!
Io non voglio restarmene qui,
qui seduto senza averti qui!
Io ti amo veramente!
Io ti amo veramente!
Io ti amo veramente


che per ora scende, scende una lacrima...
Cresce, cresce la musica...
Dentro me... no sta scendendo di nuovo no...


abbasso il volume,mi sembra di udire un "chi ti ha ridotta così?"


Io non credo nei miracoli
Tù sei stato per me l'eccezione
Anche solo per un attimo
Ma sai che ci ho creduto in noi
Ma io vivo nel ricordo che
Sgomitando si fa spazio in me
Di un amore che purtroppo non sei te
Dolce stella non tremare
Ci ho provato e riprovato ma non posso più
Farti male, farmi male
Tutto questo dimmi che senso ha
Spacchiamo il mondo io e te
Ho il cuore pieno di noi
Ma perché non riesco ad innamorarmi di te, perché
Tu mi stringi e ho un nodo in gola
Mi fa quasi male a respirare
Mentre mi difendo sento che
Vorrei proteggerti da me
Ti ho lasciato, ti ho ripreso
Troppe volte, ho perso il conto ma tu sempre lì
Farti male mi fa male
Tutto questo dimmi che senso ha
Ti muovi dentro di me
Intenso odore di noi
Coi tuoi sguardi che accarezzano l'animale in me
Speciale il mondo con te
Che bello il buio con te
Ma perché non riesco a viverti come io vorrei
La la la la
La la la la
Ma perché non riesco a viverti come io vorrei
Io non credo nei miracoli
..se potessi tu sorprendermi...


Mi sto addormentando...finalmente... mi giro e lo abbraccio anche io..





 La mia anima è più vera della maschera che porto...



 

[Ammazzate Beppe Alfano]


 
clicca sulla prima immagine per ascoltare l'audio e sulla seconda per leggere un articolo su Alfano


<<Uccidete quel cane sciolto>>. A 13 anni dalla morte del cronista che collaborava col quotidiano " La Sicilia " ecco una notizia, che ai più probabilmente non dirà nulla, ma per i Barcellonesi, quelli come me attenti alle cronache locali, una notizia passata quasi marginalmente in radio stamattina, rievoca subito immagini del passato! Faccio una breve ricerca su google e trovo la notizia che m'interessa: "Sonia Alfano minacciata di morte" Perfino il Corriere della Sera gli dedica un trafiletto! Chi è Sonia Alfano? Un alieno? un magistrato? un pentito? No cari amici miei, Sonia Alfano è semplicemente una ragazza, una normalissima ragazza che per uno strano caso del destino si è trovata a combattere contro la mafia, la stessa mafia che in quel tragico 8 gennaio 1993 gli portò via lo sguardo e l'amore di suo padre, maestro di scuola elementare, con la passione del giornalismo investigativo! Sull'assassinio di Beppe Alfano sono state scritte tante cose e fatti tanti reportage, ma fino ad oggi si è arrivati solo all'arresto dell'esecutore (Giuseppe Gullotti, il capomafia Barcellonese che procurò il telecomando a Brusca per fa esplodere il tritolo di Capaci, ndr.) senza riuscire a scoprire chi furono i "veri" mandanti di quell'efferato omicidio. Sonia e la famiglia Alfano oggi non abitano più a Barcellona, anche perchè lei stessa aveva detto in un'intervista: "Ogni volta che vengo a Barcellona vedo l'assassino di mio padre, gli sguardi si incrociano, ed avverto una fitta al cuore". E come dargli torto. già in passato aveva dovuto "combattere" con le illazioni mosse contro la memoria del padre al punto da far aprire un'indagine da parte della commissione parlamentare della Rai per far luce su alcune "manomissioni" fatte, a suo dire, per screditare la figura umana e professionale del padre. Beppe Alfano era di destra, molto vicino all'M.S.I. dell'onorevole Domenico Nania (oggi capogruppo di Alleanza Nazionale al Senato) quel Movimento Sociale Italiano da cui Beppe si sganciò nel 1990 candidandosi in una lista civica antipartitica ed anche quel Movimento che candidò Giuseppe Gullotti nel 1985 in qualità di consigliere. Oggi, io non posso far altro che indignarmi e riflettere su questo tragico episodio e non voglio smettere di ricordare perchè è solo così che tutti noi potremo superare i momenti di difficoltà, i momenti tristi della nostra vita! "Un uomo da solo non vale nulla" ed è per tutti così, Falcone, Borsellino, Alfano e gli altri giornalisti (tra cui l'indimenticato Giuseppe Fava) e persone "per bene" che si sono ribellate alla routine della mafia e per questo barbaramente uccisi, ma mai dimenticati. Come disse Sciascia:"Il nostro, è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare..."

21.3.06

Senza titolo 1198

ecco  quesrti si che sono   dei veri cattolici o cristiani 


«Più che sulla dottrina sociale della Chiesa la politica dell’attuale governo si è modellata sul programma della loggia massonica P2... Votiamo secondo coscienza, valutando ciò che è più utile alla gente... ma diffidiamo e contestiamo chi si atteggia a difensore della fede, mentre in realtà è al servizio dei propri interessi»Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea. Ansa, 20 marzo 2006 uno di quei preti che  ha  rifiutato  l'intervento a gamba tesa  di Ruini che entra nella campagna elettorale: «Votate i valori»
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 La Chiesa non dà indicazioni di voto ma guarda ai valori degli schieramenti politici. E soprattutto dice no ai pacs e sì ai valo Insomma: non un voto al partito ma ai valori. Se da un lato la Chiesa in vista delle prossime elezioni non sceglierà alcuno schieramento politico, premette infatti Ruini, dall’altro non smetterà di «riproporre agli elettori e ai futuri eletti «quei contenuti irrinunciabili» che devono orientare la scelta politica del cattolico doc. Ossia: vita, famiglia, matrimonio. O per dirla con le parole di Ruini: «Alcune fondamentali tematiche antropologiche ed etiche, come quelle del rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale e del sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul matrimonio, in particolare nei suoi compiti di generazione ed educazione dei figli, evitando invece di introdurre normative che ne comprometterebbero gravemente il valore e la funzione e non corrispondono ad effettive esigenze sociali». Ed ecco che il presidente della Cei se la prende apertamente con quei «segnali allarmanti» che vengono da alcune regioni che stanno aprendo ai Pacs e il progetto di farne materia di provvedimenti su scala nazionale. L’intervento pre elettorale di Ruini non si ferma però qui. E accanto alle stoccate anti pacs, parlando al summit dei vescovi, il cardinale bacchetta infatti gli schieramenti politici per i toni accesi della campagna elettorale e sottolinea la difficile situazione economica italiana. Poi, in toni quasi prodiani, chiede «un impegno forte e condiviso», necessario a far ripartire il Paese.Immediate le reazioni politiche. Se da un lato vari rappresentanti del centrodestra prendono la palla al balzo per definirsi come unici portatori dei valori cattolici dall’altro anche esponenti politici del centrosinistra apprezzano i toni di Ruini. «Importante e significativo che anche dal cardinale Ruini venga un appello ad un confronto elettorale dai toni più pacati e ragionevoli – commenta il segretario dei Ds Fassino - Così come va apprezzato che il presidente della Conferenza Episcopale abbia voluto sottolineare che la Chiesa italiana non si schiera a favore di partiti o coalizioni elettorali». E riguardo al monito anti pacs precisa: «Il cardinale Ruini ha ribadito, su vita e famiglia, valori e posizioni note e già espresse, con cui intendiamo confrontarci in modo aperto e ispirandoci ad una laicità capace di garantire l uguaglianza dei cittadini e il rispetto delle convinzioni e delle scelte di vita delle persone».Sulla stessa linea il leader dell'Unione Prodi: «Condivido l'invito a parlare della politica concreta ed ad abbassare il livello della polemica strumentale. Le sue parole ci consegnano un lucidissimo elenco di priorità politiche e morali assolutamente condivisibile». Più duro il commento di Enrico Boselli, uno dei leader della Rosa nel pugno: «Tutto si può dire, fuorchè il cardinal Ruini si comporti in modo neutrale: è intervenuto anche questa volta come se fosse un premier ombra del paese, ha attaccato i pacs e le regioni che hanno affrontato il problema e propugna una sorta di partito trasversale dei cattolici che dovrebbero difendere principi e valori contro chi, come noi, si batte invece per estendere i diritti civili». ri della famiglia. Anche se formalmente non cita schieramenti e partiti quello che il cardinale Camillo Ruini ha pronunciato lunedì in apertura dei lavori del consiglio permanente della Cei è un vero e proprio discorso pre-elettorale. Un discorso in cui il presidente della Conferenza Episcopale è tornato a tuonare in particolare contro le cosiddette coppie di fatto (ma anche contro l’insegnamento della religione islamica nelle scuole).
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Affermando 

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Propaganda azzurra nelle parrocchie, il vescovo di Ivrea: «Ma sono la P2>>
 Tra le risposte più sferzanti quella del vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi che intervenendo su «Settimana» (il periodico dei dehoniani rivolto ai parroci) scrive: «A leggere quello che proponeva molti anni fa il Gran Maestro della Loggia Massonica P2, Loggia sconfessata dalla stessa Massoneria - scrive il vescovo - si dovrebbe invece concludere che la politica dell'attuale governo si è modellata su quel programma più che sulla dottrina sociale della Chiesa». E anche Bettazzi, per non entrare nel «campo delle indicazioni» di voto, esorta: «votiamo secondo coscienza, valutando ciò che è più utile alla gente...ma diffidiamo e contestiamo di fronte a chi si atteggia a difensore della fede, mentre in realtà è al servizio dei propri interessi».
Mentre Ruini, parlando al summit della Cei, sottolinea che la Chiesa non si schiera con i partiti ma con i valori, prosegue la protesta della base cattolica contro l'opuscolo di Forza Italia inviato in occasione delle elezioni a parroci e istituti religiosi con una lettera di accompagnamento del coordinatore nazionale Sandro Bondi: «I frutti e l'albero. Cinque anni di governo Berlusconi letti alla luce della dottrina sociale della Chiesa».

  fonte www.unita.it


Camminando impariamo a camminare

"La strada si scopre soltanto percorrendola.
Guai a rimanere bloccati di fronte ad un crocicchio di vie e non decidersi mai a tentarne una.
La rivelazione della strada avviene... lungo la strada.
Non prima.
La strada giusta la si scopre soltanto dopo che si è deciso, coraggiosamente, di uscire all'aperto
e di partire in esplorazione.
Certo si corrono dei rischi.
Ma il rischio maggiore è quello di non correre rischi.
E quando avremo percorso un bel tratto
ci volteremo indietro,
ma solo per un attimo: per valutare il tragitto,
gli ostacoli superati, le cadute, le forze rimaste...
Scopriremo di avere un panorama di fronte a noi,
ma ci accorgeremo che solo proseguendo il cammino
potremo giungere alla meta
ancora nascosta ai nostri occhi" ( A. Lowen).

Pensando alla mia vita posso dire che sono parole vere! E tu?

20.3.06

piccoli problemi crescono

PICCOLI PROBLEMI CRESCONO


kaercher e kleenex o spazzati dall'acqua dei kaerchers o usati come i kleenex. Qualcosa comincio a capire anch'io, forse, comincio a capire che non solo noi più vecchi, i nati attorno al '40, ma anche quelli dopo, quelli che hanno fatto il '68, ma anche i nati fino al '60 abbondante hanno fatto una scommessa. E la scommessa era, lasciamoli pure crescere pian piano, se fumano anche uno spinello cosa vuoi che sia, quando m'accorgo che mia figlia è andata nella seconda o terza casa per una festicciola a due o tre, crescerà.


E sono cresciuti, come riporta il Corriere non ci stanno a far la fine dei coetanei italiani e spagnoli, tutte quelle cose di cui sopra non bastano nè ai fighetti del liceo nè ai tosti bastadi della banlieu: E non servono i buoni pensieri dei preti e il ricatto psicologico del pacifismo o del terzomondismo, cari adulti, cari grandi, non ci avete inserito nelle previsioni, chi di voi gestisce aziende o uffici non ha messo nel conto che altre erano le cose su cui bisognava investire. Una, fra tanto poche in fondo, cultura, scienza, sapere. Dovevate sgridarci, dovevate abituarci al rigore.


Bene adesso datevi da fare, e se non sapete come fare saranno cazzi acidi, non per noi ma per voi, per voi che avete in mano le leve del sapere, del potere economico e politico noi siamo qui e aspettiamo è l'unica cosa che ci avete imparato!


Senza titolo 1197

fra le tante  canzoni che mi vengono in mente  per la  colonna sonora  di questo post  la  più  appropriata  vvisto che   ci sono anche medici  che resistono  e si  fanno oltre  il loro lavoro  anche  compiti che  certi  medici  non farebero mai  con al scusa  che non spetta  al  loro  è

VIVA  L'ITALIA  Di Freancesco De Gregori

Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer e del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia domenticata e da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera e che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.


chi lo ha detto che il giornalismo d'inchiesta  è morto   e tutti i giornalisti asserviti  ?


W L'Italia è il titolo unificante del nuovo ciclo di inchieste firmate da Riccardo Iacona e destinate alla prima serata di RAITRE. In tre domeniche successive il 12,19,26 marzo alle 21.30. Un unico "viaggio", diviso in tre parti, attraverso l'Italia del disagio e del difficile rapporto tra pubblico e privato sui temi scottanti dell'emergenza abitativa, della situazione critica degli Ospedali e dell' intricato e complesso funzionamento della "macchina della giustizia".


2 puntata: "OSPEDALI!" domenica 19 marzo alle 21.30
La signora Anna Montalbo’ cade nella sua casa di Polignano a Mare ,un comune a trenta chilometri da Bari , alle 9 del mattino del 7 gennaio dell’anno scorso . Da quell’ora fino alle quattro e mezza del pomeriggio in tutta la provincia di Bari non si riesce a trovare una neurochirurgia in grado di svuotare l’ematoma che la sta uccidendo . Per otto ore il sistema sanitario pubblico della provincia di Bari non riesce a dare assistenza alla signora Anna e quando finalmente trovano una neurochirurgia ormai e’ troppo tardi : la signora Anna muore senza che neanche si sia provato a salvarle la vita.
Parte da questa storia il viaggio di Riccardo Iacona nella sanita’ pubblica pugliese che attraversa decine di piccoli e grandi ospedali : come mai si muore ancora , nella  maggior  parte dei casi , negli ospedali del Sud .Come mai gli standard sanitari sono cosi’ diversi da quelli del centro nord . Come sono stati spesi i tanti soldi che pure sono stati stanziati per la sanita’ pubblica pugliese in questo caso   Dove vanno a curarsi i malati che non trovano risposte sul territorio come nel mio caso  ch per curare  un  otite  da colesteatoma che mi tormentava  da  28 anni  e  sis tava per  portarmi alla paralisi  facciale  , sono dovuto andare  a Piacenza   , perchè qui in sardegna  nonostante   numnerosi interventi   non  si cava un ragno dal buco  , per  scoprire cosa  che  la  causa del riformarsi  del colesteatoma   era  dovuta  ( cosa che avrebbero potuto scopre  nell'ospedale pubblico , se solo avessero saputo usare   i macchinari  e  che invece a  scoperto un privato sardo che  opera   fuori dall'isola  )  che era dovuta  ad un semplice  setto nasale  deviato  .

Senza titolo 1196

Accolgo l'invito di ripostare quella che è una voce di molti anni fa. E' ovvio che sono sempre io, ma i miei sono gli occhi e la voce del ricordo filtrato attraverso le illusioni e le disillusioni e gli errori più o meno consapevoli. Questo post non è che una delle tante pagine che seguono me stesso, ma anche dal mondo in cui sono nato e in cui vivo passando attraverso l'Italia del tempo. Per questo potrà anche sembrare venire da un altro mondo. Vedetelo come uno di quei tronchi che galleggiano dopo il mare in burrasca, dalla strana forma ed altrettanto strana provenienza. Ci sarà tempo per parlare di Trieste e del mondo dove mio nonno anarchico arrivò a fine '800, mio padre, fascista sconfitto arrivò nel 1946 e io nel 1950 dopo anni di collegio e di seminario. Grazie. Da www.kremablog.splinder.com


Fu un anno particolare, intanto il mio solito piede ritornava a fare i capricci. Madre natura mi aveva fatto un regalo al tempo della nascita e tornava a regalarmelo. Ci si abitua a tutto, anche a stringere i denti tutte le volte che appoggi un piede a terra finchè la fistola si apre spurga un po' e puoi camminare tranquillo e disinvolto. Certo ogni tanto pensi che attorno a te qualcuno avverta quello strano sentore vagamente ospedaliero, ma forse è solo una tua impressione e poi mica devi far vedere a tutti come stai.


Ormai era diventata una abitudine due volte al mese dal medico dell'INAM, complimenti fra mia madre, appena quarantenne, e un fusto di infermiere da ortopedia e io rinviato al prossimo round in attesa di miracoli.


La fine dell'anno scolastico, la solita, senza infamia e senza lode, un po' di sufficienze regalate (francese e latino), le altre in genere quasi guadagnate, filosofia e storia che facevano media così il brillante sette abbondante compensava la quasi sufficienza in storia della filosofia. Un unico tradizionale sette in architettura. Infatti, cambiato l'insegnante, in terza anche il programma era solo praticamente teorico con l'aggiunta di disegni a mano libera di particolari architettonici, apparentemente per valutare la buona conoscenza della teoria delle ombre.


Poi arrivò l'estate e, come sempre, la casa dei nonni, quella destinata ai due figli più grandi, a Maduno, isolata in mezzo all'ansa del Santerno che circondava tutto il podere.


Fu perciò un estate serena bruciata dal sole e da una attività fisica corale e nello stesso tempo autonoma, perchè mentre tutti dovevano decidere se si poteva raccogliere la pesca, se cioè il grado di maturazione era quello giusto, io caricavo le casse di frutta sul carretto, convincevo il somaro a muoversi, portavo le casse alla base, le accatastavo dentro all'ombra e via di nuovo nel campo.A fine giornata erano 800/1200 casse da 20/22 chili per un totale di circa 20000 chili ben pagate a 80 lire il chilo. Fate voi il conto e il finale lo moltiplicate per almeno 35 e avrete, in lire, il valore rapportato a oggi. Non male con tre raccolte alla settimana per due mesi e con manodopera pressochè tutta interna.


A settembre ritorno a casa, dopo due giorni un telegramma il nonno, il buon silenzioso FITA, l'uomo che mi aveva portato e ripreso in collegio e poi in seminario, che un paio di volte avevo impegnato in una rincorsa (lui di me) attorno la massiccia casa di via Lughese 35, era morto.


E tutto pacificamente, durante il breve riposo pomeridiano, mia nonna era andata per scuoterlo e svegliarlo girandosi sul fianco, ma quel gesto non aveva avuto risposta, almeno non la solita risposta degli oltre cinquant'anni di vita vissuta assieme.Non era molto che c'era stata la festa per le nozze d'oro, con tanto di benedizione in Chiesa, pranzo sull'aia con tutta la tribù intorno, compresa una delle nipotine in arrivo.


Mia madre, ovviamente partì e io, come tutti gli adolescenti, non compresi bene cosa era successo. O, almeno, lo capii solo l'estate successiva perchè non c'era più la sua presenza fisica. Non si vedeva più lì a capotavola allargata a qualcuno di noi con alle spalle l'enorme caminetto, non girava più attorno a casa a raccogliere le tracce del passaggio della "sua" cavalla con cui ancora, meno spesso, andava a Imola al mercato. Ormai al mercato ci andava regolarmente il figlio più grande, Arcangelo (mentre Primo era il secondogenito, ironia dei nomi), con il ciclomotore che aveva sostituito la bicicletta.


Non vedevo più quella figura abituale in cui la cintura, "e curzè", non teneva i pantaloni nel punto di vita, ma girava tutta attorno alla pancia, monumento alla dieta emiliano-romagnola, girando sul davanti poco sopra l'inguine. Non ho mai capito se era per non buttare vecchi pantaloni o perchè gli piacesse così. In fondo sotto la "capparèla", il mantello, nessuno vedeva cosa ci fosse. Ma, allora eravamo già nel 1954. Molte cose erano accadute.


Il pomeriggio tardi del 4 novembre, radio Trieste aveva dato notizia di un incidente alla stazione, la polizia civile aveva sciolto con violenza il corteo formatosi al ritorno da Redipuglia, e addirittura qualcuno aveva distrutto e calpestato una bandiera tricolore innalzata in testa al corteo.


Non era sconosciuta la politica filo-slava del governatore inglese della zona A, quella che comprendeva Trieste e poco altro, rientrava in un discorso molto ampio che, coltivando una politica favorevole a Tito allontanava il confine diretto con la Russia sovietica.


Fra Russia e Yugoslavia i rapporti erano freddissimi, Tito guidava una rete di stati "neutrali" comprendente anche alcuni stati ancorati al Commonwealth e quindi sotto la guida dell'Inghilterra come l'India, ma soprattutto Tito garantiva una qualche influenza inglese in Adriatico e una sudditanza anche economica dell'Italia. 


Non era una novità agli occhi degli storici, l'Italia andava bene nel Tirreno, così riduceva l'influenza francese e spagnola, ma non in Adriatico e da sempre la Gran Bretagna aveva manovrato nei Balcani in funzione anti Austria, Germania e Turchia. Il mondo è sempre quello, ma la Turchia, in un passato non così lontano era molto influente in Medio Oriente fino all'Egitto. E la Turchia, dopo la riforma laica di Ataturk, era sì ridotta quasi nei confini geografici, ma era bene stesse lontana dai Balcani e dai bacini petroliferi.


Ma queste sono considerazioni di grandi, a noi ragazzi, sia pure alla fine dell'adolescenza, quella notizia di radio Trieste fece svegliare l'attenzione. Il punto di incontro era, di solito, la parrocchia, attorno a Don Armando, ruvido ed efficiente cappellano. Il Parroco era un gentile signore perso nelle sue omelie quasi poetiche, Don Armando era un giovane uomo neanche trentenne che sapeva come gestirci. Io ero contento del mio ruolo di catechista e, a mia volta, di gestore dei ragazzini.


Non era l'aspetto religioso. rispettoso dei sacri principi, quello che mi piaceva, era fare il capobranco, con i ragazzini che mi ascoltavano e che mi portavo in giro, ad esempio a Muggia, dove la Diocesi aveva un punto di riferimento in riva al mare. Lì io salivo su una barchetta e a qualche decina di metri da riva manovravo parallelo alla linea di costa avanti e indietro così da garantirmi che nessuno corresse dei rischi al limite della profondità non a rischio. Sì. Mi piaceva. Ripensandoci sono stato un quasi decente prof., un quasi decente padre, finchè non li ho lasciati soli,  se contemporaneamente non dovessi essere anche un marito affettuoso. 


Ma non divaghiamo. In qualche foto dell'epoca ormai presente solo nei ricordi, magrissimo, quasi alto 1.80, nerissimo come un abissino pagaiavo felice, mentre le testoline dei miei aspiranti emergono dall'acqua. Partivamo al mattino e c'era, a mezzogiorno, il solito pranzo a base di pasta e fagioli. E i fagioli, come pochi sanno, sono più ricchi di proteine di una qualsiasi bistecca.


Torniamo a radio Trieste. La notizia c'era e ci trovammo in parrocchia. Alcuni dei miei coetanei frequentavano la Lega Nazionale e anche il MSI. Restammo a parlare fino a tardi, quasi mezzanotte, per organizzarci la mattina dopo ognuno nella propria scuola. Ci trovammo con il passa parola di chi aveva il telefono. A casa mia non c'era. Alle sette e mezzo ero già all'Oberdan, con nelle orecchie le parole, le sgridate di mia madre e le raccomandazioni.


Dall'Oberdan al Carli, la scuola dei ragionieri, per tenerli fuori di classe e poi il corteo in città. L'intervento di nuovo della polizia civile e, in particolare, del nucleo mobile, un particolare addestrato gruppo di origine e lingua slovena. Giovani e nerboruti, i componenti di quel nucleo,  nati  e cresciuti nei paesini attorno con tutto il rancore verso sti cazzoni di giovani della città. Normale rivalità fra contado e città, usata a proposito e sproposito dagli ufficiali inglesi. Come già detto non so se in questo blog o altrove, per la prima volta nella mia vita mi sentii colonizzato, uno dei tanti negri della storia e geografia inglese.


Quell'ufficiale magro ed elegante, quarant'anni ben portati nella sua divida e quel cappello con visiera, gli occhiali e quel bastoncino nero in mano, là, là, e ancora là- E là c'eravamo noi bianchi di colore da picchiare con i manganelli e i calci del fucile in piazza della Borsa, inseguiti perchè l'arrivo della Polizia aveva messo in fuga tutti i ragazzotti primini e noi, più grandi, sui 16/18 anni improvvisamente isolati di fronte all'arrivo deciso e prepotente, non avevamo altro scampo che verso gli stradelli di Cavana. Cavana, per chi non è triestino è un nome come tanti, ma è Rena vecia, la Trieste della piccola mala, dei casini e delle puttane dentro, tenute e mantenute dalla marchetta da 200 lire, due o tre euro di oggi per la corsa singola, 5 euro un servizio doppio per il marinaio di turno, mentre magari lei fumava una sigaretta o leggeva Grand Hotel.


Ma saranno informazione per dopo, a 18 anni compiuti.  Ora era una zona dove ulteriormente dispenderci e dove, all'uscita dei vicoli, verso il teatro romano o verso la salita a S.Giusto ci aspettava la Polizia. Alcuni fuggirono verso Ponterosso, verso la Chiesa in testa al Canale, S. Antonio, e lì proprio dentro alla Cattedrale la Polizia si ostinò a entrare e manganellare a sangue, con una decisione che poteva essere solo di origine politica precisa.


                                                              TRIESTE 1953Ma mi fermo qui. Il ricordo è doloroso fino alle lacrime. Scusate, sembra stia succedendo adesso. Ancora nelle orecchie l'eco delle urla, dei comandi secchi. Il richiamo delle nostre voci. i nostri inutili  ed eroici, VIVA TRIESTE, VIVA L'ITALIA.  Non ridete, oggi, era più di 50anni fa, era la nostra identità, come era la identìtà dei miei studenti di 15 anni dopo, nel '68, come del resto ho scritto nel post precedemte. Rinvio alle foto. Non credevo di reagire così. Scusatemi.   


La foto è davanti alla cattedrale, S.Antonio. Il mare o, meglio, il Canale, è alle spalle. Noi ormai eravamo nell'ultima linea di difesa prima di entrare nella sicurezza illusoria della Chiesa. Illusoria perchè la carica proseguì sistematica all'interno Si vede che in quel momento gli ufficiali inglesi non pensavano alle comuni origini cristiane, così di moda oggi.


 Eravamo puramente e semplicemente come tanti rompicoglioni delle colonie che complicavano la vita ai signori ufficiali e in una città dove non si erano aperti salotti per loro e sufficientemente civile perchè le uniche donne disponibili fossero quelle a pagamento del Casino di lusso in fondo al Viale, quello delle pasticcerie, dei tavolini, del passeggio e niente di più. E li vedevamo in fila ordinatissima uno dietro l'altro (in questo sì noi eravamo veramente italiani cioè disordinati) fuori dei due cinema esistenti in zona. Cinema solo per loro, inglesi e americani.   


Senza titolo 1195

su http://blogfriends.splinder.com/ comunità più libera  di  volobliquo   ho trovato questo  post    molto intreressante


Preveggenza

Qualcuno già lo aveva capito che ci saremmo trovati un giorno o l'altro a scegliere tra il male ed il peggio...


«A te che odi i politici imbrillantinati
che minimizzano i loro reati
disposti a mandare tutto a puttana
pur di salvarsi la dignità mondana
a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto un voto pulito
partono tutti incendiari e fieri
ma quando arrivano sono tutti pompieri»
(Rino Gaetano, Ti ti ti ti)

19.3.06

Senza titolo 1194

Ascoltando l'ultimo  disco  , uno dei regali dei mio  30  compleanno,   di Ivano Fossati  in particolare  cara democrazia , l'argancelo ( quella che  poi  da  il titolo al disco ) e il battito  è sono arrivato a  concludere  ( processo già iniziato con la canzone popolare ) che  l'apparenza inganna e molto spesso  è menzognera  .
Infatti  inizialmente  ascoltando  , poi anch'essa rivalutata  e  contestualizzata  , quella che una delle  delel canzoni della mia infanzia  , la mia  banda suona il rock credevo fosse  un cantante  da ragazzini  cioè commerciale  , poi ascoltando  e  poi  ascoltando senza doverla  contestualizzare  , in quanto risale  alle  mie  prime   esperienze  culturali  \ politiche  ( da intendersi  politica  e non politika   vedere i miei scritti precedenti  o leggere " speranze "di Mario Capanna o si guardi il film  Sostiene Pereira  con Marcello mastroianni   tratto  dall'omonimo romanzo  di Tabucchi  per  capire quello che intendo  )  ,  la  canzone popolare ,   e  andami a  ad ascoltare  in file mp3    da   un amico   tutta la sua discografia  comprese anche  le  canzoni    ch ha scritto  pero con  altri  e  in particolare  la Mamannoia  e de Andrè   e  rileggendomi i i testi  dal suo sito  ufficilae  ( www.ivanofossati.it ) , ho capito che , nonostante  la  voce  (  almeno secondo me  , poi  posso sbagliarmi  dato che  non sono  nè un tecnico  musicale   nè ho  un ottimo udito   in tale campo  dovuto anche ai problemi uditivi  che  ho  avuto  in  28 anni e  che in parte mi trascino   tutt'ora  )   poco  armonica   ,  scrive delle bellissime  canzoni   e riesce ad esprimere  pensieri profondi  .  Un disco molto bello 
un album carico di riflessioni sulla politica, sui sogni e sull’amore. passando da ritmi rockeggianti ad una dimensione musicale più classica, azzardando strade nuove senza però abbandonare le atmosfere che lo caratterizzano da sempre e che lo hanno  reso ddi  difficile ascolto   a chi  non ha  un orecchio musicale  e  chi  s'accontenta  di ciò che passa il convento   (    leggi le  radio o  mtv  e le  tv musicali  )   che  non approfondiscono   o se lo fanno  lo fanno raramente  .   Condivido  quanto dice  lla  sezione musicale  del Leonardo : << [....]  è diviso in due momenti fondamentali. Il primo, più duro, parla di ciò che è diventato il mondo, il secondoinvece risulta più ironico e spensierato, come se l’autore volesse regalare all’ascoltatore uno spiraglio di ottimismo. [...] >> . Nei nuovi brani Ivano Fossati riprende i temi a lui più cari, come ad esempio la guerra, in particolare quella del petrolio. In Ho sognato una strada l’autore racconta la storia di un uomo che ormai solo e sganciato da ogni legame di comunità tenta di salvare almeno se stesso, aspettando un angelo e una parola. Il singolo Cara democrazia è invece una chiara esortazione civile a pensare che nel nostro occidente termini come libertà e democrazia sono sempre più abusati e svuotati del loro significato originario, proprio da chi promette una democrazia e una libertà che sono sempre più di "mercato". Un altro tema ricorrente è quello dell’immigrazione e della paura del diverso  , dove un occhio  attento  alla   situazione italiana    vede  una  sferzante  critica   all'incivile  Bossi fini  L’Arcangelo, infatti, porta all’uomo di oggi il messaggio che i tempi sono cambiati e che la realtà non è più quella di prima. Anche nel brano La Cinese (  uno dei  meno belli )  l’autore tratta la tematica della diversità, in questo caso attraverso la storia di uomo dell’alta finanza che teme il sistema economico dell’imprenditoria orientale, rappresentato simbolicamente da una donna che incarna proprio la Cina. Nell’album sono inoltre presenti diverse tracce dedicate all’amore, come ad esempio L’amore fa, una vera e propria ode all’amore, o la più intrigante Danny, dedicata all’amore omosessuale, una storia  raccontata senza i toni del rapporto del diverso , come   la morale dominante  buonista  definisce  l'omossessualità ma narrata come se fosse una delle tante canzoni sul rapporto di coppia. Di particolare interesse è il brano Il Battito, attraverso il quale il cantautore genovese riflette su come la velocità odierna dei pensieri e delle parole possa danneggiare la profondità dei pensieri stessi  e in cui  si  sente  nello spirito  un rimando  alla canzone  Lavorare  con lentezza  di Enzo del Re    da cui hanno tratto l'omonimo   film di Guido chiesa  Infine, se nell'accattivante "Reunion" fanno la loro ricomparsa chitarre elettriche e batterie percussive, il finale è tutto all'insegna di sonorità più morbide e rilassate: dalla suggestiva "Baci e saluti" ("ho mille posti ancora dove andare/come i pesci qualunque/e se passa l'ombra dell'amore/posso nascondermi aspettando che ritorni") alla sfinita "Aspettare stanca" ("parto leggero come un autobus vuoto/per una campagna, un mare, una montagna qualunque/dove gelino perfino le ore") sino alla dolce, conclusiva "Pianissimo" ("una parola/sola/brevissima /scritta per amore /e mai nessuna/nostalgia/mai più nessuna /nostalgia"), Fossati smorza i toni, parla di sentimenti con la grazia e la tenerezza che gli sono proprie, incanta come sempre .
Concludo  questo post  invitandovi a  non  fermarvi all'apparenza  , ma  di approfondire  le  cose   e non di accontentsarvi solo di quello (  molto spesso  robaccia che non dura che  un istante  ) che passa  il  convento   Questo avviso  non vale  solo per il  campo  muscicale \ culturale , ma anche  in quello dell'informazione  e della vita  .Concludo con la canzone  (  trovate sotto il testo )  Salmodia degli Africa Unite che  in questo momento  è  in canna  nello stereo 


Madre nostra ascoltaci
Appesa nel tuo androne
Fredda luce dei cortili
Color televisione

Agito la giungla
Dei miei capelli e poi
Cerco un po’ più in alto
Verso un sole che arriva e che batta per noi

Strade di giudea
Miliziani santi e cowboy
Cielo di Damasco
Che folgora illumina incanta converte
Orchestre tropicali
Ghettoblaster di Trenchtown
Armi nella casbah
Frammenti di guerra ma santa è la guerra

Miracolo da salmodia la contrapposizione
Che libera tutti i giusti da ogni merda di prigione
Dal dio dagli eserciti alla privatizzazione
Liberaci da tutti i mali

Miracolo da salmodia la controinformazione
Che recita la merce in fondo è distruzione
Il verme di partito il trafficante e il suo padrone
Non avranno assoluzione

Madonna di gitani
Roulotte e campi nomadi
Nel cancro di un’Europa di razza
Preserva il cuore puro a chi non ne vuol sapere
Di mura di nazioni e confini

Guarda “differenza” parola bandita
Ormai
Mentre
La periferia del mondo aspetta ancora
Ricchi e baraccopoli
Esplosioni a Bogotà
Orchestre arroventate
Tamburi e popoli oscuri sorridono
Uomini e cappucci
Fratellanze e traffici
Veleno a Mogadisho
E pioggia di piombo sul cuore d’Europa

Miracolo da salmodia la contaminazione
Il mondo e la preghiera hanno una sola direzione
Non è l’ipocrisia di casta o religione
Che libera da tutti i mali

Miracolo da salmodia la rivendicazione
Tra polvere e macerie
Lamiere e distruzione
Gli artigli della patria la divisa ed il bastone
Non avranno assoluzione

Miracolo da salmodia la controimposizione
Che libera tutti i giusti da ogni merda di prigione
Dal dio dagli eserciti alla privatizzazione
Liberaci da tutti i mali

Miracolo da salmodia la controinformazione
Che recita la merce
In fondo è distruzione
Il verme di partito il trafficante e il suo padrone
Non avranno assoluzione

Miracolo da salmodia la contaminazione
Il mondo e la preghiera hanno una sola direzione
Non è l’ipocrisia di casta o religione
Che libera da tutti i mali

.


 Con questo  è tutto al prossimo disco


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