PREFAZIONE : Se il mondo fosse un’altalena ci staremmo bene sospesi, tra terra e cielo… e
potendo scegliere, queste poesie sarebbero una vertiginosa spinta verso l’alto. Si toccano punte emozionali di diverse sfumature, piccoli segmenti dello stesso colore a cavallo tra un rosso ed un verde, tra un rosa ed un carta-da-zucche-ro. Si sogna, tra queste pagine, e ci si chiede spesso quell’eco lontana, quell’eco certa, da dove provenga. Questa silloge di poesie scritta da un canzoniere dell’anima quale è Pietro Atzeni, segue una linea volutamente senza punteggiatura, perché tu, lettore, possa metterci la tua, così come, spingendo l’altalena ci metterai la tua energia, la tua forza, le tue stesse mani. L’eco continua e so che anche voi lo sentite. Proviene da sogni francesi di Prevert, in “E io…” dove si respira l’aria di una prima colazione colme di solitudine e tristezza; da parole onomatopeiche di Montale in “Il tuo sorriso” e “Armonia nel meriggio assolato”; e tutto ciò si attacca con saliva e sudore su uno stile personalissimo che rende Atzeni un paracadute per i nostri sogni migliori, che non cadranno mai dall’altalena perché potranno, grazie a queste poesie restare sempre pronti a realizzarsi. Un canzoniere che diviene occhio critico dei nostri tempi, riflesso mai convenzionale dell’amore e delle passioni umane e “lupo solitario” che ulula la sua natura ad un mondo di sciacalli.1) di solito prima si scrive sul blog e poi si fa un libro . tu hai fatto il processo inverso come mai ?
La mia passione per scrivere si perde nella notte dei tempi della mia vita quando ancora internet era nella mente degli dei e carta e penna erano i protagonisti incontrastati assieme alla macchina da scrivere.
2) raccontaci le tue giornate le tue abuitudini il tuo lavoro e il tuo svago
La mia giornata tipo inizia molto presto. Sono un dipendente pubblico che gira in lungo e in largo la vecchia provincia di Cagliari da Pauli Arbarei a Uta da Ussana a Gesico, perciò ogni mattina sono in piedi già dalle 5 e mezza per poter prendere servizio in orario. Rientro a casa alle tre del pomeriggio e dopo aver portato Sally a fare una breve passeggiata finalmente pranzo. Poi finalmente mi riposo. Verso le cinque sono davanti al computer o per scrivere o per vedere dai miei amici blogger cosa accade nel mondo. Poco prima delle 19 porto fuori Sally a sfogare le sue immense energia e poco più tardi delle 20 rientro e il computer torna ad essere il protagonista o per scrivere o per visitare i blog. Poi ceno, guardo un film e mi metto nanna. Questa è una mia giornata tipo.
3) per fare poesia ( o letteratura e\o arte ) è necessario essere infelici e nostalgici ?
Non credo che per fare poesia necessariamente si debba essere infelici o nostalgici. Credo invece che per fare poesia o letteratura il presupposto principale sia quello di avere qualcosa da dire nel senso che la vita deve averti insegnato qualcosa e questo qualcosa vuoi condividerlo con gli altri.
4) hai avuto una eduicazione religiosa ?
Sì ho avuto un’educazione cattolica, poi certe esperienze mi hanno allontanato dalla chiesa ma non da Dio che ritengo di poter sentire senza mediatori.
5) a leggerti e conoscerti ( solo via web pr il momento ) resta colpiti dalla tua passione per la musica e l'esoterismo
Musica e esoterismo mi appassionano ma non più di altre cose meno comunque della ricerca sul mondo che mi circonda per interpretarlo e possibilmente contribuire a cambiarlo in meglio. Certo capisco che entrare nel mio blog e sentire musica 24 ore su 24 possa anche dare quest’idea e capisco che vedere il titolo del mio romanzo “Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa” possa dare l’idea di qualcosa di esoterico, ma ti assicuro che questo libro è tutt’altro che esoterico. Esoterico è il pretesto per narrare i nostri giorni ma il fine è per mostrare al mondo, mi si perdoni, come nel Candido di Voltaire quello che il mondo è. E’ un libro che va oltre Gomorra e oltre la Casta, che in una incalzante e coinvolgente storia gialla mostra che tanto la criminalità quanto la politica sono gestite da un potere occulto che ne tira le fila a proprio piacimento facendo ricadere la colpa su capri espiatori di comodo, la politica e la criminalità per l’appunto.
6)come mai questo titolo onirico ?
“Tra terra e cielo” edizioni cinquemarzo è la mia raccolta di poesie, perché, mi chiedi, questo titolo? La risposta è presto data, perché noi siamo un atomo di cielo caduto in terra e vorremmo spiccare il volo coi nostri sogni verso l’alto ma la gravità, e cioè la vita di tutti i giorni ci ancora a terra
Ho sentito l’intervista di Soriga e devo dire che siamo agli antipodi. I miei modelli partono dalla vita vissuta ma non cercata, quella vita vissuta che ti cade addosso tanto nelle piccole cose di tutti i giorni quanto nelle grandi cose e a volte può anche travolgerti. Trovo che ci sia già abbastanza da narrare con questi presupposti e che non ci sia assolutamente bisogno di cercare di suscitare il particolare almeno se si vuole narrare oltre che per sé stessi anche per gli altri.
Domanda da un milione di dollari. Ho preso da tanti, Bertrand Russell in testa. E poi, sempre in filosofia, daVoltaire, Shopenhauer, Nietzsche e da altri ancora. In poesia ho adorato Baudlaire Verlaine, Leopardi, Foscolo, Manzoni, Jimenéz Tagore e tanti altri; nella narrativa ho adorato Dostoevskij, Tolstoi Gogol, Turgenev, Balzac, Flaubert, Stendhal e tanti altri. A turno avrei voluto essere ciascuno di loro e tanti altri.
“Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa”, che si presenta come una storia fantastica al di là del tempo, si appoggia su fatti realmente accaduti ma essendo un romanzo può prescindere dal vincolo della cronaca rigorosa. E’ un libro che dimostra come la mafia sia un qualcosa di connaturato nel nostro paese e non solo in Sicilia o Campania, infatti quasi tutta la storia si svolge in Sardegna. E con questo credo di aver anche risposto anche alla domanda .
Il seguito del mio primo romanzo è ormai pronto, credo che lo pubblicherò alla fine di quest’anno o al massimo ai primi del prossimo. Un libro non è sufficiente per narrare argomenti così importanti come la mafia e meno che meno di quella che ruota attorno alle istituzioni.
11 ) fammi tu una domanda .
Posso farti una domanda? Sì? Ma non tiferai mica la Juventus?
Non piu` dopo gli scandali dello scudetto palesemente comprato nel 1996/7 del doping e di calciopoli . Ma sono sempre stato un tifoso anomalo , perche` odio moviole e salotti sul calcio guardavo anche le partite dele altre squadre e giudicavo imbecille chi esce a strombazzare o fa insulti pesanti quando la tua squadra perde . Adesso guardo il calcio , ma senza tifare nessuno/a in particolare
12 ) t'accade ( almeno da quelle poche poesie che ho letto nel tuo blog o che tu hai messo nel mio \ nostro blog ) di pensare alla fine di tutto per dirla come il poeta Andrea zanzotto veci che spetta la morte
Alla fine di questa nostra vita lasceremo tutto qui, vecchi e, purtroppo, giovani. Quindi che senso ha affannarsi dietro miraggi che rimangono tali anche nella migliore delle ipotesi e cioè anche se acchiappi quello che ritieni il tuo sogno materiale? Abbiamo bisogno di poco, se non proprio per essere felici, per essere almeno sereni, ma questo poco ci viene negato da una cultura del consumo alla quale veniamo abituati senza scampo sin da piccoli, perciò le cose diventano le protagoniste incontrastate in questa nostra vita, la dominano e annichiliscono l’anima. L’uomo spirituale tende a scomparire per essere sostituito dall’uomo “cosa”, questo è il termometro del nostro grado di civiltà! Pochi eletti senza scrupoli, che fanno il bello e il cattivo tempo su questa terra, tendono a perpetuare questo stato di cose per mantenere il loro dominio delirante. Non è più tempo di tirarsi fuori dalle responsabilità, questo nostro mondo prenderà la strada che noi sapremo dargli.
















bocca dice sempre su republica del 22\4\2009 : << SILVIO Berlusconi, accogliendo l' invito del segretario pd Franceschini, parteciperà per la prima volta al 25 aprile. È una decisione che va giudicata positivamente perché in essa oltre che a un diritto si riconosce il dovere del presidente del Consiglio di celebrare assiemea tutti gli italiani la festa della Liberazione e i valori della Resistenza, dell' antifascismo e della Costituzione. Ma quando aggiunge che lo farà perché di questa festa non se ne appropri soltanto la sinistra il premier rivela di essere ancora lontano da una autentica maturità democraticae storica. (…) >> lo stesso dice su la russa : << È difficile capire su cosa si basi l' affermazione di La Russa dato che il Partito comunista italiano che organizzòe diressei partigiani rossi, meglio noti come garibaldini, fece parte e parte decisiva dell' Assemblea costituente da cui è nata la Repubblica democratica. Che i comunisti italiani abbiano scelto la democrazia invece che la dittatura potrà sembrare ai loro avversari una scelta opportunistica, obbligata dai rapporti di forza in Europa e nel mondo ma si prenda atto anche da chi avrebbe preferito un esito diverso che essa ci fu e fu per i comunisti italiani vincolante. Gli storici non hanno ancora fornito la prova di chi fu la responsabilità di questa scelta: se fu decisa da Stalin o dalla Internazionale comunista di cui l' italiano Palmiro Togliatti era un autorevole dirigente, ma l' accettazione da parte comunista della divisione del mondo in due sfere di influenza fu un dato di fatto accettato sin dagli anni della guerra di Spagna, riconfermato nell' incontro fra i vincitori della guerra contro la Germania nazista e rispettato anche dopo l' invasione sovietica dell' Ungheria. Fosse interprete del pensiero politico di Stalin o convinto della necessità di convivere con le grandi democrazie occidentali Togliatti, arrivato in Spagna durante la guerra civile, dettò i tredici punti di una costituzione che sarebbe entrata in vigore a guerra finita di chiara impostazione democratica: autonomie regionali, rispetto della proprietà e della iniziativa privata e dei diritti civili, libertà di coscienza e di fede religiosa, assistenza alla piccola proprietà, riforma agraria per la creazione di una democrazia rurale, rispetto delle proprietà straniere non compromesse con il nazismo, ingresso della Spagna nella Società delle nazioni. >> Infatti fu per il pc se rimasero in vigore , art 8 dela costituzione italiana , i “ famigerati “ patti lateranensi del 1929 . Naturalmente già allora ma ancora oggi << gli avversari dei comunisti dissero che era una scelta tattica in attesa della rivoluzione, ma una scelta vincolante come si dimostrò in Grecia quando i partigiani rossi di Markos e il loro tentativo di impadronirsi del potere furono abbandonati alla più dura sconfitta. Che la scelta democratica fosse valida nella Repubblica fu chiaro quando tutte le fiammate rivoluzionarie della base comunista, dall' occupazione della prefettura di Milano a quella del monte Amiata dopo l' attentato a Togliatti, furono spente dalla polizia diretta da Scelba senza reazione del partito. Possiamo dire che le affermazioni di La Russa sull' inaffidabilità democratica dei partigiani rossi sono un processo alle intenzioni smentito dal rispetto alla Costituzione dei comunisti italiani, che al contrario dei neofascisti alla Borghese o delle trame nere, non hanno mai progettato colpi di Stato e si sono schierati con decisione contro il terrorismo delle Br. Ma c' è un' altra ragione, anche essa storica, per dissentire dalla dichiarazione di La Russa ed è quella di considerare il movimento partigiano garibaldino come un tutt' uno con il partito comunista e il partito comunista come la stessa cosa di una dittatura stalinista. Procedere per generalizzazioni arbitrarie è un cattivo modo di fare la storia e anche la politica. >> infatti , qui Bocca di cui no sempre condivido le sue ideee , ha ragione dato che le formazioni Garibaldine furono formate anche da socialisti ed esternamente vi collaborarono anche gli anarchici .. E poi sepre B : << Chi ha conosciuto il movimento partigiano nella sua improvvisazione e varietà estrema sa bene che diventare un partigiano rosso non era sempre una scelta politica, ideologica, che si andava nelle brigate Garibaldi per molte ragioni non politiche, perché erano fra le prime formatesi o le più vicine, le prime che si incontravano fuggendo dalle città occupate dai nazifascisti magari per raggiungere dei conoscenti, degli amici. Si pensi solo al comando garibaldino piemontese, che si forma in valle Po con gli ufficiali di cavalleria della scuola di Pinerolo che seguono Napoleone Colajanni, nome partigiano Barbato, perché loro amico non perché comunista, o gli altri che in Val Sesia vanno con Cino Moscatelli perché è uno della valle come loro non perchéè comunista. Così come noi delle bande di Giustizia e Libertà nel Cuneese che non avevamo mai sentito parlare del partito di azione e del suo riformismo liberal-socialista, ma che eravamo compagni di alpinismo di Duccio Galimberti o Detto Dalmastro. Nella guerra partigiana prima veniva la sopravvivenza, la ricerca delle armi e del cibo, poi sul finire arrivò anche la politica, ma le ragioni di lealtà e di amicizia restarono dominanti per cui egregio ministro La Russa mi creda ma per uno che è stato partigiano le differenze di cui parla non ci sono state. Per venti mesi, per tutti, la ragione di combattere era la libertà. >> 

