11.9.12

la mia estate e le feste patronali [ parte 2 ] e l'inizio dell'autunno


 A  causa  di problemi  di connessione  completo solo ora  il reportage  sulle feste  patronali  e quindi  la  fine dell'estate  



 e  l'inizio dell'autunno


e  di altre  ( ma non  a tempio  )  di feste patronali  e  sagre  attunnali  in Gallura  e non solo  . Ad  esempio nei paesi  dell'interno  (    in Barbagia - Ogliastra  ) della  mia sardegna   ci sono   le  cortes  apertas che  si protraggono fino a dicembre  qui   maggiori dettagli     e  qui  il calendario 2012   ) . 
Ma  ora  veniamo  alla  2  parte   (  qui  trovate  la 1  )  delle  feste patronali  tenutesi a tempio  nel mese  di settembre  

                                    Sant'Isidoro  3-4-5 settembre 
Una  festa  tradizionalmente povera perchè d'origine  contadina   che come  le  altre  ci si organzizzava  con iniziative  collaterali (  panini , lotterie  , questua  , ecc  ) . Ma  quest'anno  niente  spettacoli di cabaret  o  concertio di personaggi famosi , quindi solo  canti  a chhitarra  e liscio  .  Causa maltempo non sono uscito  e  inn quei poche  sprazzi di bel tempo   ho potuto  (  con il cell , la macchina digitale  dimenticata  di caricare come  al solito smiley  trovate  qui   youtube  un video  di un mio amico  dell'edizione dell'anno  scorso  ) documentare con il cellulare   la  gara  delle  botti   di cui  trovate  qui sotto il  video  



                             
                     Maria  bambina  6-7-8  settembre  Al  convento Francescano di San Giuseppe 

 non ho ripreso la fiaccolata  , che  chiuse  la festa    cittadina , con la  statua  della madonna  bambina  per il centro storico  di tempio , perchè  : 1) era l'ora  di cena    2)  perchè avevo la  video camera     con poca  batteria   e  vuolevo conservarla  per  l'indomani   che  sarei andato con i  vecchi a fare un giro in qualche  cortes  apertas

Primo  giorno
Spettacolo musicale  \  teatrale dell'Almunia  sotto  uno dei miei  video l'altro lo trovate  qui sul mio canale  di  youtube



Secondo   giorno   fuochi  nel   mio video  (non ho ripreso  causa scaricamento della  batteria  della  videocamera    la parte  finale la  più bella   ,  e per un errore tecnico  li  ho cancellati  dall'altra macchina  )   comiunque  ecco il video parziale



di  sera   liscio , valzer ,  marzuca  , tango,  lu scotti ( una  derivazione , mediata    dall provenza e  dala corsica  del  genere   Anglo Irlandese  dello Scottih ) e  cover  di musica leggera   rifatte in versione  orchestrina . Niete di particolare  , ma  in giro fra bancarele di dolciumi  e  torronio  e la  pesca   a cui  ho  vinto  :   il  libro  (  foto  a  sinistra  )    la  fabrica di San Giuseppe :50 anni di presenza francescana a Tempio Pausania  a cura di Gianella Demuro, Antonio Muzzetto e Tomaso Panu ; introduzione  Paolo Atzei ; presentazione Antonio Dibeltulu ... [et al.] ; schede Paolo Careddu ... [et al.]. - Oristano : S'Alvure, c1998. - 142 p.  Vincita  che  s'è sommata  a  quello che avevo vinto il primo  giorno  : un peluche regalato  ad  un amica  appassioanta  di tali cose  ., 2)  una scatola di stuzzicadenti  ., 3) una pila  a led  vinte  nei  giorni scorsi
terzo  giorno
 musica  sarda  , rock , musica italiana  , hard rock ed   heavy metal da  un grippo di  musicisti e  ballerine del  canta  in giro   foto s sotto .  Ai giovani   fino ai  40\50    generalmente  è piaciuta  ai vecchi non tanto , ma   cosi   va  il mondo   bisogna   accontentare  tutti    del resto perchè  stupirsi 


Non so che altro dire    buon fine  estate  a  tutti\e

L’ 11 Settembre È Colpa Mia?

da http://www.reset-italia.net di   - Capranica (Viterbo)


http://sahishin.altervista.org/_altervista_ht/viand.jpg
Tutto il mondo sa cosa successe l’11 settembre dell’anno 2001. Ognuno si è fatta un’idea con un pensiero altrettanto unico e opposto all’altro, religioni e guerre a confronto e in mezzo i morti. Nella Smorfia Napoletana, e nella Tombola, l’11 è il topo, e Suricille in dialetto. Mi farebbe piacere che si conoscessero anche queste immagini, di un grande regista come Ken Loach: “Ken Loach realizza un corto su l’11 Settembre 1973, giorno del colpo di stato militare in Cile ai danni del governo democraticamente eletto, rivolgendosi direttamente ai parenti delle vittime dell’11 Settembre 2001 e realizzando un parallelismo tra passato e presente, libertà e oppressione”.
Far vivere almeno il ricordo di ciò che e di chi è, sparito per sempre, perchè  riappare solo l’oscena faccia del potere ed è una smorfia Globale. Fosse che è colpa mia…” E’ colpa mia se siamo diventati indifferenti  più poveri più tristi  e meno intelligenti  è colpa mia  che non mi curo delle tue speranze  forse perché delle idee non so più che farne è colpa mia non ci avevo mai pensato è colpa mia non presto mai troppa attenzione  è colpa mia perché non prendo posizione  è colpa mia  mi crolla il mondo addosso se ci penso  non me ne frega niente  è colpa mia ho aperto gli occhi all’improvviso…” Dal Teatro degli Orrori.

Doriana Goracci






http://25.media.tumblr.com/tumblr_ma5m6y6LCm1qkshhfo1_1280.jpg

Dal testamento di Salvador Allende l’  ultimo discorso del presidente cileno da Radio Magallanes:

“Pagherò con la mia vita la difesa dei principi che sono cari a questa patria. Cadrà la vergogna su coloro che hanno disatteso i propri impegni, venendo meno alla propria parola, rotto la disciplina delle Forze Armate. Il popolo deve stare all’ erta, vigilare, non deve lasciarsi provocare, né massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con il proprio lavoro una vita degna e migliore. Una parola per quelli che, autoproclamandosi democratici, hanno istigato questa rivolta, per quelli che, definendosi rappresentanti del popolo, hanno tramato in modo stolto e losco per rendere possibile questo passo che spinge il Cile nel baratro. In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della patria vi chiamo per dirvi di avere fede. La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine; questa è una tappa che sarà superata, è un momento duro e difficile. E’  possibile che ci schiaccino, ma il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori. L’ umanità avanza per la conquista di una vita migliore. Compatrioti: è possibile che facciano tacere la radio, e mi accomiato da voi. In questo momento stanno passando gli aerei. E’ possibile che sparino su di noi. Ma sappiate che siamo qui, per lo meno con questo esempio, per mostrare che in questo paese ci sono uomini che compiono la loro funzione fino in fondo. Io lo farò per mandato del popolo e con la volontà cosciente di un presidente consapevole della dignità dell’ incarico. Forse questa sarà l’ ultima opportunità che avrò per rivolgermi a voi. Le Forze Aeree hanno bombardato le antenne di radio Portales e di radio Corporacion. Le mie parole non sono amare ma deluse; esse saranno il castigo morale per quelli che hanno tradito il giuramento che fecero. Soldati del Cile, comandanti in capo e associati ,  all’ ammiraglio Merino ‚ il generale Mendoza, generale meschino che solo ieri aveva dichiarato la sua solidarietà e lealtà al governo, si è nominato comandante generale dei Carabineros. Di fronte a questi eventi posso solo dire ai lavoratori: io non rinuncerò. Collocato in un passaggio storico pagherò con la mia vita la lealtà del popolo. E vi dico che ho la certezza che il seme che consegnammo alla coscienza degna di migliaia e migliaia di cileni non potrà essere distrutto definitivamente. Hanno la forza, potranno asservirci, ma non si arrestano i processi sociali, né con il crimine, né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli. Lavoratori della mia patria, voglio ringraziarvi per la lealtà che sempre avete avuto, la fiducia che avete riposto in un uomo che é stato soltanto interprete di grande desiderio di giustizia, che giurò che avrebbe rispettato la costituzione e la legge, così come in realtà ha fatto. In questo momento finale, l‚’ ultimo nel quale io possa rivolgermi a voi, spero che sia chiara la lezione. Il capitale straniero, l‚Äôimperialismo, insieme alla reazione ha creato il clima perché le Forze Armate rompessero la loro tradizione: quella che mostrò Schneider e che avrebbe riaffermato il comandante Araya, vittima di quel settore che oggi starà nelle proprie case sperando di poter conquistare il potere con mano straniera a difendere le proprietà e i privilegi. Mi rivolgo, soprattutto, alla semplice donna della nostra terra: alla contadina che ha creduto in noi; all’ operaia che ha lavorato di più, alla madre che ha sempre curato i propri figli. Mi rivolgo ai professionisti della patria, ai professionisti patrioti, a coloro che da giorni stanno lavorando contro la rivolta auspicata dagli ordini professionali, ordini di classe che solo vogliono difendere i vantaggi di una società capitalista. Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che hanno cantato la loro allegria e il loro spirito di lotta. Mi rivolgo all’ uomo del Cile, all’ operaio, al contadino, all’ intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo è già presente da tempo negli attentati terroristici, facendo saltare ponti, interrompendo le vie ferroviarie, distruggendo oleodotti e gasdotti. Di fronte al silenzio di quelli che avevano l’ obbligo di intervenire, la storia li giudicherà. Sicuramente radio Magallanes sarà fatta tacere e il suono tranquillo della mia voce non vi giungerà. Non importa, continuerete ad ascoltarmi. Sarò sempre vicino a voi, per lo meno il ricordo che avrete di me sarà quello di un uomo degno che fu leale con la patria. Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve lasciarsi sterminare e non deve farsi umiliare. Lavoratori della mia patria: ho fiducia nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno il momento grigio ed amaro in cui il tradimento vuole imporsi. Andate avanti sapendo che, molto presto, si apriranno grandi viali attraverso cui passerà l’ uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile, viva il popolo, viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole, ho la certezza che il sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una punizione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento. Santiago del Cile, 11 Settembre 1973 “

http://sahishin.altervista.org/_altervista_ht/Victor_jara.jpg

10.9.12

l'eretico bach






proposte per riprenderci le fonti di rinaggiu rovinate da un privato e da cattiva amministrazione


“Un’idea per Rinaggju”
15 settembre 2012
TEMPIO PAUSANIA O.T.

Comitato Essere Cittadini Tempio Pausania

Il convegno che il Comitato civico "ESSERE CITTADINI" organizza per il prossimo 15 settembre a Rinaggiu per discutere le proposte ricevute dai cittadini di Tempio Pausania è, interessantissimo su diversi punti di "vista".

Uno su tutti, a mio parere è, il punto SOCIOLOGICO; è la prima volta, a nostra memoria che i Cittadini si riuniscono ( Plausi al comitato Organizzatore) per discutere sul da farsi di un'area specifica della propria città e territorio.

Ritengo e, riteniamo....sia un'opportunità UNICA e, INVITIAMO tutta la cittadinanza a parteciparVi, sarà un Convegno UNICO nel suo genere.

TEMPIO PAUSANIA e il territorio merita una mobilitazione POPOLARE, per il presente e proprio FUTURO.

Agenda dei lavori

Ore 15.00 – 16.00
- Presentazione del convegno e dei partecipanti.
- Saluti e introduzione al convegno (Romeo Frediani, Sindaco di Tempio)
- Rinaggiu: una storia lunga più di un secolo (Tommaso Panu, studioso di storia locale)

Ore 16.00 – 18.00
"Rinaggiu: riparliamone." Tavola rotonda con la partecipazione di:

Manlio Brigaglia, storico, Università di Sassari (moderatore)
Carlo Antona, primario di Cardiochirurgia presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano
Antonio Azara, docente di Igiene presso l’Università di Sassari
Pietro Luciano, docente presso il Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Vanni Maciocco, professore emerito, Facoltà di Architettura, Università di Sassari
Piero Pirina, primario di Pneumologia presso l’università di Sassari
Giovanni Russino, specialista in idroclimatologia, Cagliari
Michele Tamponi, ordinario di Diritto Privato presso l’Università Luiss di Roma

Ore 18.00 – 19.00
- Presentazione delle idee proposte dai cittadini

Ore 19.00 – 20.00
- Dibattito
- Conclusioni (Carlo Marcetti, docente di Economia del Turismo, Università di Sassari e Romeo Frediani, Sindaco di Tempio)
- Chiusura dei lavori.

un italia lontana dai media o ai margini : 1) paraolimpiadi 2012 ., 2 ) arte ed ortoterapia




Paralimpiadi Londra 2012 video: tutte le medaglie e le emozioni azzurre
Lunedì 10 Settembre 2012, 18:48 in Paralimpiadi di Massimo Brignolo

 Rai Sport per ricordare tutte le emozioni italiane alle Paralimpiadi di Londra
Alessandro Zanardi
L'immagine di Alessandro Zanardi (foto Infophoto) che solleva la propria handbike dopo la vittoriosa prova in linea sul circuito di Brands Hatch è l'icona della avventura azzurra alle Paralimpiadi di Londra ma sono decine le emozioni che la pattuglia italiana ci ha riservato. A partire dalle 28 medaglie con i 9 titoli olimpici conquistati da Cecilia Camellini (2),Alessandro Zanardi (2), Oscar De PellegrinMartina CaironiAssunta LegnanteRoberto Bargna e i fratelli Ivano e Luca Pizzi.

Le Paralimpiadi italiane
Rai Sport, che come per le Olimpiadi di Londra ha fornito un ottimo servizio caldo e ricco di emozioni a differenza degli asettici feed internazionali di Sky Sport, ha prodotto due splendidi video per rivivere le Paralimpiadi italiane in 3 minuti e per riassaporare in 40 minuti tutte le medaglie italiane.









dall'amico   Dario Cicchero  riporto  tratto  da http://www.videomedica.org/   , il video  sopra intervista che porta alla luce (nel suo piccolo) il bel lavoro che ogni giorno viene fatto nelle ASL e di cui non parla mai nessuno perché non essendo "malasanità" non fa notizia..... Intervista a Luca Pinciaroli, psicologo del Centro Diurno ASL TO 2, Pietro SanFilippo, infermiere Centro Diurno ASLTO2 e a un Gruppo di pazienti del Centro dell’ASLTO2. 
Un bel lavoro tra arte e orto praticamente artorterapia..... Una bella iniziativa  far incontrare la malattia con altri mondi “possibili” per parlare di altre vite “possibili”: un progetto di ASLTO2 e PAV (Parco d’Arte Vivente)La costruzione di un orto urbano nel cortile dell’ASLTO2: uno spazio per sperimentare ruoli diversi e identità nuove.I pazienti del servizio di arteterapia incontrano la natura: la capacità di prendersi cura con arte e consapevolezza può arricchire la terapia.Vite, storie e racconti per far conoscere la rinascita, non il disagio




















       
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Un fabbro chiamato Francesca, i segreti di un lavoro da uomo la storia di francesca frau

Il ferro è un elemento ricco di fascino e magia, dall’aspetto duro e freddo, all’apparenza grezzo e semplice. Negli anni, grazie alla maestria di sapienti artigiani nascevano opere capaci di evocare eleganza e bellezza stimolando la creatività di chi le lavorava. Da qui anche la mia passione, portandomi alla scelta di seguire le orme di mio padre, intraprendendo un mestiere antico che non ha mai perso il suo fascino  (  da   http://www.francescafrau.it/  )
 

 


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 ecco dall'Unione sarda di 9\09\2012 l'intervista a Francesca Frau
di GIORGIO PISANO  ( pisano@unionesarda.it  )
uno dei  suoi lavori che
Sull'asse Bergamo-Torino ci sono, ammesso che si possa dire così, le università del ramo: gigantesche officine dove il mestiere, se hai talento e buona volontà, lo impari davvero. Francesca Frau ha sempre sognato di varcare la soglia di uno di questi centri di perfezionamento. Giusto un corso di sei mesi, quello che - per altre professioni - si chiama master. Non l'ha potuto fare per una ragione stretta stretta: non può lasciare la sua, di officina, manco per un giorno. Chi si occuperebbe dei clienti, della carpenteria, dei pezzi d'arredamento? E se anche si trovasse un sostituto, ci riuscirebbe a forgiare certe rifiniture con la precisione e la grazia d'una mano femminile ?
Francesca, che ha trentadue anni e la testa piena di cose concrete, fa il fabbro. Probabilmente è l'unica in Italia. Nel settore ce ne sono più di trecento operative in tutte le province ma solo lei svolge anche la parte manuale, solo lei insomma fa il fabbro davvero.Mani sottili e lievi, attraversate sui palmi da un labirinto di vene che segnalano il carattere forte e deciso, è una ragazza minuta dagli occhi scuri e molto profondi, sorriso aperto e coinvolgente. L'esatto opposto di come ci immaginiamo un fabbro, salvo qualche piccola bruciatura sulle braccia, inevitabile per chi batte il ferro a temperature che oscillano tra i 900 e i milletrecento gradi. Fa impressione vederla in assetto da combattimento: scarpe anti-infortunio, maschera protettiva con schermo interno che permette di vedere nitidamente il campo operativo mentre le scintille zampillano dappertutto, grembiulone di cuoio e guanti spessi. Se scopre il viso e copre i capelli sollevando la maschera, sembra uno strano robot dagli occhi enormi.
Perché lo fa? Perché le piace, perché questo è quello che voleva nella vita. Da bambina spiava suo padre nella fucina sotto casa, a Serrenti, proprio a ridosso della dorsale che unisce Cagliari a Sassari. Pochi ci crederanno ma il suo primo disegno alle elementari raffigura quella che a lei pareva un'officina con annessa scrivania. Ultima di tre figli, si è diplomata geometra, ha annusato Scienze Politiche ma neppure sei mesi dopo - durante il solito pranzo di famiglia - ha gelato tutti: babbo, io voglio fare il fabbro.
Nel 2004 suo padre Mario, che oggi ha 64 anni, è andato in pensione e le ha ceduto la ditta. Francesca, che fa tutto da sola (acquisti e lavorazione materiali), l'ha ripescato più tardi come collaboratore «perché a far niente si ammalava, in un anno è finito tre volte in ospedale. Appena rimesso piede in officina, è tornato sano».
Dice che il suo è un mestiere che «nessuno vuole più fare e poi nelle botteghe non ti prendono ad imparare». Lei ci è riuscita vivendo incollata al padre, apprendista e instancabile stregone che memorizzava saldature e forgiature con una passione che è rimasta intatta nel tempo. Ora che è diventata addirittura titolare, non si sente affatto arrivata. Dice d'essere appena agli inizi e avere ancora molto da imparare. Nel frattempo partecipa a fiere e rassegne, s'impegna - quasi fosse uno studio matto e disperatissimo - ad affinare una tecnica che sfiora l'arte.
Fabbro: il bello qual è?
«Ogni volta che lavori un pezzo non sai mai fino in fondo che piega prenderà. Certo, tu l'idea ce l'hai in testa ma c'è sempre qualcosa che va per conto suo. C'è sempre una differenza tra la realtà e gli schizzi, tra il disegno che vorresti seguire con precisione e il ferro incandescente che si trasforma sotto le tue mani. Ogni lavoro è una sorpresa».
Il brutto?
«Mi sporco più che se facessi l'impiegata? Pazienza, basta lavarsi. Lavoro troppo pesante? Perché, la campagna invece è per signorine? L'unica cosa che devi mettere in conto è qualche ustioncina. Ma scompaiono rapidamente».
Crisi?
«Si sente, ma senza esagerare. Negli ipermarket specializzati ti vendono un cancello tutto compreso a 230 euro. Io, con quella cifra, riuscirei a coprire a malapena le spese di materiale. E la manodopera? L'importante comunque è sapere che un cancello da supermercato non è lo stesso che ti fa un fabbro».
Nessuno l'ha sconsigliata?
«Ci hanno provato ma è stato tempo perso. Conosco la mia indole, non potrei vivere buttata su un divano aspettando chissà cosa. Non riuscirei a stare davanti a un computer: sono sicura che dopo un po' lo stipendio mi servirebbe per pagare lo psicanalista».
Il paese mormora?
«Un tempo dicevano che era tutta una finta, che non lavoravo io ma mio padre. Ora spero si siano arresi, che abbiano capito. D'altra parte non ci muoio su queste cose: col paese lavoro poco, la mia clientela arriva dall'esterno. L'handicap, vero e serio, era un altro ma l'ho superato».
Sarebbe?
«Sono asmatica. Soltanto dopo un severo controllo medico sono stata autorizzata a fare quello che desideravo: il fabbro».
In famiglia?
«Mio fratello non era interessato, mia sorella vive lontanissima da questo mondo. La fissa, in casa, ce l'avevo io».
Cattiverie mai, neppure di rimbalzo?
«Fiera campionaria di Cagliari. Nello stand dove campeggiava il mio nome, due signore osservavano certi ricami in ferro battuto e commentavano sotto i miei occhi: e allora, cosa ci vuole a fare quelle scemenze? Morivo dalla voglia di dirglielo: prima di tutto, cara signora, ci vuole l'idea; dopo l'idea, la capacità di farlo, venga in officina e provi».
Ha intenzione di fare questo lavoro per tutta la vita?
«Se posso, sì. Guardo con orgoglio una mia nipotina che pare interessata: piccoli fabbri crescono. Vabbè, diciamola tutta: non faccio programmi a lunga scadenza, non sai mai come gireranno le cose domani. Diciamo che vivo alla giornata anche se non è esattamente così. Ho poche certezze: non passerò la mia vita abbracciata a un pc o in un ufficio, di questo sono sicura».
Che faccia fanno quando scoprono che il fabbro è donna?
«Qualcuno ha mostrato stupore, in senso positivo. Mi hanno detto che si vede il tocco femminile dietro l'armonia di certi pezzi. Io produco sia il moderno, che è squadrato e lineare, sia il classico, che è baroccheggiante».
Quante ce ne sono come lei?
«Grazie a Facebook ne ho scovato una in Spagna che forgia insieme al padre. Sembra un copia-e-incolla della mia storia».
Tornasse indietro?
«Niente passi indietro. Non ne farei. Sono timida ma so quello che voglio, so molto bene dove spero di arrivare. Non vivo di illusioni, sono cosciente che questo è un momento difficile per tutti. Ci sono fabbri che chiudono, la zincheria di Villacidro che riduce il personale, la cementeria di Samatzai che non se la passa benissimo. Perché dovrei star meglio io?»
Luogo comune dire che il suo è un lavoro poco femminile?
«Sarà ma è qualcosa che mi scivola addosso. Il ferro non è pesante: quando lo forgi diventa tenero come il burro. Forse pecco di superbia o forse conosco fino in fondo le mie potenzialità, ma mi pare senza senso sostenere che il fabbro debba essere un uomo per forza».
Per forza no, certo.
«Tutti i lavori che faceva mio padre oggi li faccio io. Per sollevare barre molto pesanti si adopera la gru, l'idea del fabbro tutto muscoli è ancorata al passato. Le nuove tecnologie sono entrate anche qui. Oggi si lavora col laser».
Ci si campa?
«Per il momento, sì. Pago le tasse e vivo di stipendio che, come in qualunque lavoro artigianale, varia da mese a mese. Il fatto è che oggi comprarsi la casa è un lusso, e dunque figurati se pensano agli arredi in ferro battuto. Ogni tanto mi presento a un concorso ma lo faccio per un automatismo, non perché ci creda».
Che genere di concorsi?
«L'ultimo era alle Poste. Dopo che l'ho dato e non sono stata ammessa ci ho pensato sopra: meno male, mi sarei ammalata. Ognuno fa la sua scelta. Ho amiche che sono partite e devo dire che anch'io per un po' ho pensato di trasferirmi a Roma».
Perché Roma?
«Per trovare un'occupazione coerente col diploma di geometra. Mia cugina, che è ragioniera, è poi partita davvero. Io non ce l'ho fatta a salire sull'aereo. Non posso farci nulla: sono attaccata alla mia terra, al mio mare».
Qual è il confine tra un'opera d'arte e un pezzo in ferro battuto?
«Non so se esista un confine. Per la Fiera del tappeto di Mogoro ho realizzato una lampada da pavimento che credo sia bella, valida. Dentro di me qualunque cosa faccia è un'opera d'arte perché so cosa ci ho messo dentro, so di averla fatta col cuore».
Con l'aiuto di ceramisti e vetrai, Francesca realizza lavori molto particolari. In officina sta sfreddando una collezione di pesciolini e conchiglie di mare. Altri pezzi, sicuramente più importanti, li tiene in una sorta di casotto-vetrina sopraelevato rispetto alla strada statale per colpire l'attenzione degli automobilisti che sfrecciano nei paraggi. Sono classici d'arredamento: basi per lampade, bastoni per tendaggi, fregi floreali, portacatini, oggetti da salotto e da bagno.
Pentimenti?
«Vuol dire chi me l'ha fatto fare? La differenza rispetto a tanti ragazzi della mia età è che io ho scelto di fare questo lavoro. Che m'impegna di solito nove-dieci ore al giorno, qualche volta cinque ma all'occasione arrivo a dodici. Sono davvero fortunata».
Fortunata?
«Ha idea di cosa facciano i giovani della mia generazione in paesi come questo? Niente. Alcuni dicono che non trovano lavoro, altri che sì, qualcosina c'è ma se ne ricaverebbe troppo poco. Quand'ero ragazzina andavo coi miei amici a fare la raccolta di pomodori: mi ci pagavo il campeggio per l'estate. Oggi la raccolta dei pomodori la coprono gli extracomunitari. E i ragazzi? Aspettano non so cosa al bar».
L'arrivo di una donna ha ridotto la clientela?
«No. Anzi, con gli anni sono riuscita a ingrandirla».
Ha perduto amicizie importanti?
«Neanche una ma debbo dire che ne ho sempre avuto pochissime. Il nostro vecchio gruppo, salvo quattro-cinque emigrati, non è mai cambiato. E d'estate, quando torna chi lavora fuori, siamo al gran completo: una quindicina».
Ha mai colto disprezzo?
«Quest'anno in Fiera. La moglie di un fabbro mi ha ispezionato come un medico, voleva vedere cicatrici nelle mani e nelle braccia. Secondo lei, era l'unica prova che facessi davvero lo stesso mestiere del marito».
Non ha paura di farsi male, rovinarsi?
«Durante la lavorazione tutto il corpo è a rischio. Se parte la lama di una troncatrice, puoi solo sperare nel miracolo. Io, comunque, non adopero smerigli pesanti perché la tecnologia mi consente di utilizzare il plasma. Babbo impiega ore e ore a tagliare una lamiera, operazione che si può fare oggi in pochi minuti».
Nel tempo libero?
«Sono profondamente normale. D'estate, mare; passeggio con le nipotine, lavoretti nell'orto di famiglia, cinema. Discoteca? Funziona fino ai diciott'anni, poi stufa: meglio il pub».
C'è qualcosa che non può fare?
«Perché sono una donna? Fino alla settimana scorsa, sì: non avevo mai tagliato col cannello a ossigeno lamiere molto spesse. Ci ho provato, è caduto anche quel tabù».

8.9.12

quando l'incultura diventa cultura il caso dei lucchetti dell'amore di Moccia [ reprise \ parte 2 ] ]

Ringrazio vivamente marino niola per avermi mandato via email l'articolo di repubblica da lui scritto il 7\IX\2012 e precedentemente  citato tramite  collegamento ipertestuale   nel mio post precedente . Esso conferma   quello che  ho scritto  nel precedente  post


Via i lucchetti dell’amore da Ponte Milvio. Stanno meglio al museo. Il comune di Roma ha deciso di trasferire la ferraglia che appesantisce il celebre monumento per restituire dignità a uno dei luoghi più rappresentativi  di Roma. 


Fin qui tutto bene. Il problema è la destinazione scelta per ospitare la singolare collezione. E cioè lo storico museo Pigorini, tempio della preistoria, dell’etnografia e dell’arte primitiva. È una decisione che lascia più che perplessi. Perché per un verso considera i catenacci lesivi del decoro del ponte. E per l’altro li ritiene degni di entrare in un museo. Trattandoli dunque come oggetti d’arte. Delle due l’una. O i ferri sono delle testimonianze puerili. Delle forme oggettive di vandalismo, come dice chiaramente il codice. E allora il loro posto non è certo il Pigorini ma la fonderia. O sono arte. E allora perché non lasciarli là dove l’ingombrante installazione collettiva si è accumulata?
È l’ennesimo schiaffo al patrimonio artistico, all’idea stessa di bene culturale, in nome di una malintesa patrimonializzazione degli usi e costumi di una tribù giovanile. Neanche di tutte. Con questo criterio qualunque comportamento diventa una testimonianza da salvaguardare. Anche una moda. Anche una sottocultura. Rimosse in nome del decoro monumentale e promosse in nome dell’antropologia. Di un’idea malintesa dell’antropologia che invece è una cosa seria. E prima di parlarne alla leggera bisognerebbe aver letto più libri di quanti ne abbia scritti il simpatico Moccia. Altrimenti si rischia di nobilitare come cultura popolare quel che è semplicemente sottocultura. Che non va né blandita, né assecondata, ma chiamata col suo nome.
Oltretutto la musealizzazione dei pegni d’amore diventa la legittimazione ufficiale di un fenomeno incivile che molte amministrazioni cercano faticosamente di arginare. Come quella di Firenze che ha proibito tassativamente di catenacciare Ponte Vecchio. In questo modo si dà licenza d’uccidere ai futuri lucchettatori. Che torneranno in massa a ingombrare Ponte Milvio e altri luoghi d’arte sentendosi per di più esaltati come espressionisti dei sentimenti. Dei Duchamp del batticuore. Per guadagnarsi così una corsia preferenziale per il museo. Con l’avallo di autorevoli studiosi pronti a cavalcare l’onda giovanilista. E a riconoscere significato artistico e dignità culturale a qualsiasi esternazione adolescenziale.
Ma quel che stupisce non è tanto il popolo del lucchetto, che una sua ragion d’essere ce l’ha. Da che mondo è mondo i ragazzini fanno i ragazzini. E qualche volta i ragazzacci. Sono invece le autorità che non possono fare ragazzate. E usare il museo per risolvere cerchiobottisticamente una questione imbarazzante. E trasformare una istituzione gloriosa in una discarica. Mostrando di confondere l’arte primitiva con un’idea primitiva dell’arte.

a quando una legge merlin che proibisce il gioco d'azzardo

visto che ha bisogno di soldi a quando la riapertura delle case chiuse o quartieri a luci rosse ? Invece  incurante  delle dipendenze  e  delle  ludopatie    che  fa   legalizza il gioco  d'azzardo   
da   http://www.net1news.org/ 


Il 3 dicembre arriva l'autorizzazione per Slot machine on line
Primo via libera alle slot machine il 3 dicembre.


Mentre in TV e sui giornali imperversano le notizie che i giochi danno assuefazione al punto tanto da far inserire la ludopatia tra le malattie croniche e far allontanare le sale giochi dalle scuole per tutelare i giovani come disposto dal Decreto Balduzzi che limita i giochi d'azzardo, in sordina, senza che nessuno ne parli, arriva una notizia: il governo da via libera alle slot machine on line. Il primo via libera alle slot online avverrà il 3 dicembre, poi il 17 dicembre in base alla data di rilascio della licenza. Da dicembre quindi tutti al casinò, si potrà giocare on line alle Slot Machine con tanto di autorizzazione dell'AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Ma andiamo per ordine: le prime licenze per i giochi on line, i più diversi, sono state rilasciate nel 2011, da quel periodo si è potuto giocare al videopoker, blackjack, baccarà ed altri con il placet dello Stato. Mancavano solo le Slot Machine, un gioco tanto “simpatico” quanto subdolo che con la sua levetta e i suoi disegnini attrae milioni di giocatori, anche tra quelli meno incalliti. Tutto questo interesse a incetivare il nuovo gioco on line porterà al mercato dei giochi “legali” nuovi e interessanti introiti (si stima il 60% in più), con i casinò legali infatti si vuol fare emergere altro "nero". I giocatori ludodipendenti e non solo, per le loro giocate, per non rischiare in un anonimo casinò offshore, sceglieranno i casinò autorizzati e "garantiti dallo Stato" per giocare alle slot.

vai e capiscile le nuove generazioni specie sui social network


 Queste nuove  generazioni mancano di elasticità mentale  e  non riescono  a decontestualizzare  quando uno ironizza  ,  sul  filo del rasoio  . E  quando poi  chiedi scusa   non ammettono  scuse  e  ti danno    subito   senza   neppure  permetterti di replicare  ( dopo ok ,  è andata  mi  ha  cancellato \  bloccato  , pazienza  , e  un altro paio di maniche  ) . A scuola  ed  in famiglia  dovrebbero informarlo  cazzarola  
Il  caso  che mi  è successo  è  questo  : io   ho  fra i contatti di fb una  ragazza  di  17  anni   Ilaria Pittorru ( vedere  url e  foto  a destra  )   amica d'amici   -- se  non ho preso  una cantonata   parente    di un mio amico  che ha  lo stesso cognome  --  che   quando  per  i suoi  17 anni   gli  ho   scritto  : <<  auguri  bambolina   >> s'incazza  : << ma chi sei?? neanche mi conosci e mi chiami bambolina, brutto viscido non ti oermettere mai più ..fai solo schifo >>  e   poi  mi blocca\  mi cancella      non facendomi arrivare  la mia  replica  che  è  questa   : << ok  , scusa  era  una battuta  .  ok  scusa non volevo   ne essere  volgare   nè prendermi troppa  confidenza era  un modo  per  dire  ragazzina  >> . Posso anche   capire  la  sua  reazione . Ma   non : 1)  il considerare   senza  conoscere  una persona  ,  che lui  sia  un porco  o simili 2) il non dare  la possibilità di replicare  e di chiarirsi  . Ma  comunque  chi se  ne frega  gente  cosi ottusa e limitata  è  meglio perderla  che trovarla . Vuol  dire  che    ha ragione  un mio contatto di fb  (  credo che seguiro  il suo commento  , tanto  non sono nè genitore  nè zio   e quindi posso rinunciare  a capire  la generazione  dei bimbiminkia  ) appena  ha  letto   su fb  di questa  vicenda  : << ringrazia dio che non ti ha denunciato.. con quello che si succede in rete sono tutti allarmati..e soprattutto non accarezzare bambini e bambine ti scambierebbero per pedofilo... io per sicurezza guardo sempre la data di nascita prme di accettare o richiedere l'amicizia ..cmq fregatene è impossibile capire le nuove gnerazioni  smiley>>.
 Tutta questa  vicenda  ed  altre   che mi sono capitate   mi fa ritornare in mente   questa   canzone   di Gaber




 dedicarla  a lei  ( e  a tutte le  altre   )   , sperando  che   capiscano  , cosa  che  non sembra  visto quello  che  è successo  ,  l'ironia

P.s

Oltre le  scuse  lascio qui in modo  che  chi la  conosca  gli le  faccia  avere  , la  sua foto e il suo profilo di facebook   , se  lei  o  chi  per  lei mi chiede  di cancellarla  , sarà fatto  .

7.9.12

quando la rozzezza -l'incultura diventano cultura il caso dei Lucchetti dell'amore di moccia che finisco in un museo

  Ho letto   su   repubblica \ Agi    d'oggi

Lucchetti dell'amore finiscono al museo; Moccia, "soluzione temporanea"

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18:05 06 SET 2012 
(AGI) - Roma, 6 set. - Addio ai lucchetti dell'amore. Il Comune di Roma ha deciso che "per decoro" i chili e chili di acciaio lasciati negli anni dagli innamorati sul ponte piu' antico della citta', Ponte Milvio, devono sparire. Ma non finiranno in una fonderia: il municipio ha stabilito che meritano di far bella mostra di se' al 'Pigorini', il museo etnografico dell'Eur. Le operazioni, ha annunciato l'assessore ai Lavori Pubblici Stefano Erbaggi, inizieranno lunedi' alle 11.
La rimozione dei lucchetti di Ponte Milvio" dice, servira' a "ridare decoro ad uno dei ponti piu' famosi di Roma, che il prossimo 28 ottobre celebrera' il 1700esimo anniversario della battaglia fra Costantino e Massenzio. Tutta la struttura con i lucchetti sara' rimossa e trasferita, grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza di Roma Capitale, all'interno di un polo museale". Gianni Giacomini, presidente del Municipio XX, ha aggiunto Erbaggi, "si e' impegnato a garantire un controllo costante da parte della Polizia di Roma capitale". "E' la prova della collaborazione tra la Sovrintendenza di Roma Capitale e il ministero dei Beni Culturali" ha detto il sovrintendente Umberto Broccoli. Lunedi', dopo essere stati rimossi, i lucchetti saranno portati in un magazzino in attesa che sia pronto lo spazio al 'Pigorini'.

Il fenomeno dei lucchetti dell'amore, lanciato in un romanzo di Federico Moccia, e' stato in breve tempo imitato in tutta Italia e nel mondo, al punto che anche Demi Moore e Miley Cyrus nel film 'Lol' mettono un lucchetto dell'amore su un ponte americano. Davanti a Ponte Milvio sono comparsi venditori ambulanti di lucchetti di ogni foggia e dimensione (a seconda della quantita' e peculiarita' del sentimento), ma il peso dell'acciaio ha gia' giocato qualche brutto scherzo, come la sorte toccata a uno dei lampioni del ponte che, gravato da tanto amore, si e' accartocciato come se fosse di fil di ferro.
  Moccia, e' contento della decisione di trasferire i lucchetti in un museo. Raggiunto telefonicamente dall'Agi, lo scrittore e regista romano spiega che "e' importante che venga dato giusto valore a un fenomeno di costume da inquadrare in ambito antropologico".Invitato spesso all'estero per "inaugurare" ponti dell'amore (recentemente e' stato in Messico e in Spagna), Moccia sottolinea che la soluzione museale e' provvisoria. "Il sindaco Alemanno mi ha assicurato che si trattera' solo di un ricovero, affinche' non vengano persi questi simboli dell'amore. La destinazione finale - aggiunge - sara' una terrazza che possa accogliere i lucchetti, probabilmente a Ponte Milvio, e che diventi luogo di attrazione e di 'pellegrinaggio' per tutti gli innamorati del mondo".

   http://www.romadailynews.it/2012/09/

Lunedì 10 settembre via i lucchetti da Ponte Milvio! Pandolfi: "Salvaguardare il beni architettonici, non le mode temporanee!" Da lunedì 10 settembre da Ponte Milvio verranno venir tolte le migliaia di lucchetti messi lì da coppie innamorate in segno di amore eterno. La moda, lanciata qualche anno fa dai libri "Tre metri sopra il cielo" e "Ho voglia di te" di Federico Moccia, sta mettendo a rischio la stabilità del ponte, soprattutto per quanto riguarda i lampioni, a rischio cedimento sotto il peso dei lucchetti in ferro o ottone. La Sovrintendenza per i Beni Culturali di Roma cerca, però, di prendere tempo e rinviare lo smantellamento, per valutare le possibili destinazioni per i lucchetti. Tra le proposte, anche quella di depositarli in un museo. "Invito il presidente Gianni Giacomini a non cedere e ad andare avanti con il progetto. - Ha dichiarato Giuliano Pandolfi, consigliere del XX Municipio e tra i firmatari della proposta di rimozione. - C'è un concreto pericolo che un bene di valore storico e culturale come Ponte Milvio venga gravemente danneggiato da una semplice moda passeggera. I lucchetti non verranno distrutti, stiamo studiano insieme al Presidente una soluzione che ci consenta di tutelare i ricordi di tanti innamorati che con questo gesto si sono scambiati promesse d'amore, senza, però, andare a discapito della sicurezza del Ponte. Il Municipio si impegna a custodire i lucchetti in attesa di ricevere delle direttive dalla Sovrintendenza sulla destinazione definitiva da dare ai lucchetti."

nessun  commento  oltre  quello espresso  dal titolo   vi lascio  però  degli articoli  ed  interventi   che  concordano  con i mio sdegno .



 da  repubblica  dell07-09-2012 l'interessante  articolo  SI BANALIZZA LA CULTURA POPOLARE [  se  nel  caso   fra qualche  giorno  non dov'essere  più disponibile    lo potete  trovare  con il motore  di ricerca interno a di  http://rstampa.pubblica.istruzione.it/ ]    di Marino  Niola (   è un antropologo della contemporaneità. Insegna Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance ) 

alcuni estratti da  http://www.romadailynews.it/ più  precisamente  da qui  alla  voce  articoli correlati 







dubbi elettorali

 Come da  titolo  ho  questo dubbio  :   non andarci ma  cosi  vince   di  nuovo lui  anche se di poco  o  succederà  come  nel periodo  2005 2007  dove  il  governo dipendeva  dai vecchi cariatidi  dei senatori  a vita  . , Andarci ma  poichè
e  usare  l'uccello  ehm   le  gambe  per prendere la matita  e votare

6.9.12

Censura preventiva allo stadio: approvato l’albo degli striscioni


 da  http://www.ilqualunquista.it

Dalla nuova stagione calcistica non sarà più possibile recarsi allo stadio portando con sé un cartellone con su scritto: “Ciao mamma!”. Pena, sequestro preventivo dello striscione sovversivo. Se si vuole salutare la propria madre sperando che qualche telecamera riprenda il cartellone bisogna prima accedere al sito dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, compilare dei moduli ed iscrivere il messaggio “Ciao mamma!” nell’albo nazionale degli striscioni. Non è detto che l’efficiente commissione dell’ente approvi e accetti l’iscrizione all’albo di un semplice saluto volto ad un proprio genitore perché potrebbe sempre riscontrare qualche messaggio criptico volto ad istigare l’odio tra tifoserie.
Non si sa mai.
La misura restrittiva dovrebbe servire a mettere da parte quei pochi di buono che definiscono i partenopei “colerosi” o partenopei che sono convinti che “Salerno puzza di merda“, quelli che portano svastiche o inneggiano al nazismo o al fascismo. Ma siamo sicuri che l’Osservatorio isoli esclusivamente queste forme comunicative? E se qualcuno volesse criticare aspramente il governo Monti? Oppure il vecchio governo Berlusconi con il suo ministro Maroni, autore di uno dei provvedimenti più inutili della storia italiana (la tessera del tifoso)?
E se qualche ultras burlone si divertisse a prendere in giro Pato evidenziando la sua relazione con Barbara Berlusconi? Cosa ci sarebbe di male? Ovviamente nulla, ma l’ente preposto alla verifica di questi messaggi senza dubbio respingerebbe l’inserimento di uno sfottò del genere all’interno della graduatoria.
Questo provvedimento alimenta la censura preventiva. Siamo certi che gli striscioni recanti offese o diffamazioni continueranno a campeggiare nelle curve (entrano costantemente bombe carta e petardi, figuriamoci un pezzo di carta), mentre “Ciao mamma” scomparirà dal momento che nessuno si prenderà la briga di registrare una tale amenità.
Quando non si riesce a fronteggiare i “violenti” si applica la censura.
Davide Ferrante

quando un paraolimpionico è un vip i media ufficiali si svegliano

e  che  c..........  ci voleva   l'oro  di Zanardi   perchè  repubblica   s'accorgesse   che  anche nelle paraolimpiadi  ci sono atleti  bravissimi  e nel caso del nuoto  più detterminati