22.10.12

Kubrick - Una Storia Porno parte 1 una serie tv sdognaera definitivamrente il porno ?

Kubrick è la prima web serie sul mondo del porno . Tre aspiranti videomakers si trovano improvvisamente a dover girare un film hard con imprevedibili conseguenze  .  Kubrick - Una Storia Porno  è Una produzione Magnolia Fiction distribuita da The Jackal

Per farla breve, possiamo dire che Kubrick è una nuova serie TV italiana, e poi ve la guardate qui sotto (allontanando i bambini, avvisati  smile  è permesso al  di sopra  dei 14  ): è online da lunedì 8, per la prima volta. 
Kubrick è prodotto da Magnolia Fiction, una società di produzione abituata a lavorare con il cinema e le maggiori reti televisive, ma che in questo caso ha voluto fare un esperimento dedicato alla sempre maggiore attitudine di seguire programmi televisivi online, e soprattutto le serie a puntate, collaborando con il gruppo The Jackal. E quindi Kubrick viene programmato per ora solo su internet, in tre puntate (durata totale 40 minuti): le successive saranno online nelle prossime settimane, dopo alcune anticipazioni e un backstage diffusi nei giorni scorsi. Kubrick è scritta da La Buoncostume (che poi sarebbero Carlo Bassetti, Simone Laudiero, Fabrizio Luisi e Pier Mauro Tamburini). Ludovico Bessegato ne è l’ideatore e regista (oltre che blogger del Post), e l’aveva raccontata così:
Il porno è un argomento molto complesso e scivoloso: tutti lo guardano, tutti ne parlano, si può dire che sia stato completamente sdoganato nella cultura pop, eppure in molti suoi aspetti resta un tabù. E affrontare un tabù, si sa, è sempre molto difficile, specialmente in chiave di commedia: si corre lungo una linea sottilissima che da un lato attraversa volgarità e doppi sensi, dall’altro un eccesso di pudicizia e autocensura.
Abbiamo fatto quindi un grosso lavoro con gli autori, il produttore e gli interpreti, per cercare il giusto modo di affrontare l’argomento: ci siamo detti che se tre ragazzi devono girare un film porno per pagarsi l’affitto, è assolutamente normale che usino certe espressioni e vivano certe situazioni. Abbiamo semplicemente assecondato quello che la nostra storia richiedeva, evitando però le volgarità fini a se stesse.
Abbiamo scelto lo sguardo di tre personaggi “puri”, giovani come noi (l’età media di chi ha lavorato a Kubrick è 30 anni), che come noi sono nati nel decennio “sbagliato” e ad un certo punto della loro vita si sono trovati di fronte all’horror vacui del post diploma all’accademia. Immedesimarsi è stato facilissimo perché in fondo ogni studente di cinema ha pensato almeno una volta: “Perché non ci mettiamo a fare un porno?”.
I nostri protagonisti lo hanno fatto. E non gli è andata tanto male.
 ecco il cast  

con

Dario Aita
Flavio Furno
Lorenzo Patané
Elena Radonicich
Lorenzo Richelmy
Margherita Vicario
e con
Immanuel Casto
Lucia Mascino
Andrea Di casa
ideato e diretto da Ludovico Bessegato
scritto da www.labuoncostume.it

Fotografia: Beppe Gallo
Scenografia: Mauro Vanzati
Costumi: Maria Sabato
Aiuto Regia: Francesco Capone
Operatore: Luca Ranzato
Story Editor Magnolia Fiction: Marzio Paoltroni, Marco Zampetti
Produttore Esecutivo: Alessandra Lera
Produttore Creativo: Ludovico Bessegato
Prodotto da Rosario Rinaldo



dalla  prima puntata  e  dai vari promo ed anticipazioni  della seconda   che si vedrà da  stanotte  sembra di si , comunque aspettiamo la fine per dare un giudizio complessivo e globale .Per il momento su youtube i giudizi sono entusiastici : << Questa serie merita di essere vista, lo si fa volentieri e fa anche "schiattare" come si dice dalle mie parti. Per citare Immanuel Casto...Chi mi devo scopare per vedere la prossima puntata? >> tanto  d'ottenere  anche  l'approvazione  ed  un ottima recensione di  http://mondodonna.blogosfere.it/

21.10.12

Kateri, la prima santa pellerossa E' la patrona dell'ecologia insieme a San Francesco d'Assis

leggendo  sui media  la news  che trovate   sotto  e  in particolare  la sua  biografia  che ho trovato sul sito   farwest.it   sua biografia   mi sono  marzullato   .Infatti  la scelta  dei due pontefici del fare prima beata  ( Giovani paolo II )  e poi   Santa (  Benedetto XVI ) Kateri Tekakwitha   si può spiegare  con il fatto   che si voglia  portare la religione cattolica   dove non ha  ancora  attecchito  bene , chiedere  perdono  e far  dimenticare (  più la seconda  secondo  me )  le malversazioni e le angherie ( ovviamente  senza generalizzare   ) che fecero i religiosi  cattolici   ma non solo  verso  le popolazioni  dei nativi Americani

da http://www.tgcom24.mediaset.it/  del 21\10\2012


dal web 




 Si chiama Kateri Tekakwitha: è la prima santa pellerossa, nata nel 1656 nell'attuale Stato di New York, morta in Canada a soli 24 anni. Canonizzata da Papa Benedetto XVI all'inizio dell'anno della fede, Gah-Dah-Li Degh-Agh-Widtha, era stata beatificata nel 1980 da Giovanni Paolo II. La giovane pellerossa non è l'unica nuova santa: insieme a lei il papa ha proclamato oggi altri sei santi con rito solenne.
In lingua mohawk il suo nome significa "Colei che ha la sua strada nelle sue mani": a causa del vaiolo le si sfigurò il viso e perse la vista, tanto che fu costretta a camminare tenendo le mani protese in avanti per allontanare gli ostacoli. Kateri è anche la patrona dell'ecologia insieme a San Francesco d'Assisi, la sua festa viene celebrata il 14 luglio, la stessa data di quella del santo del Cantico delle creature. Le sue reliquie sono conservate presso la Missione San Francesco Saverio di Kahnawake, vicino a Montreal.
Di lei si racconta che rimase orfana a quattro anni, sopravvivendo a un'epidemia di vaiolo che decimò il suo villaggio, il suo fisico si fece fragile, indebolita nella vista, segnata in volto da cicatrici. Fu adottata dagli zii, che non avevano figli. Era una cacciatrice, partecipava alla grande caccia stagionale, come era consuetudine delle donne mohawk. Lavorava duramente nei campi, era particolarmente abile nella concia delle pelli e nel ricamo con le perline. Una donna come tante mohawk ma che finì per essere presa di mira per la sua fede.

Bestemmia



Ritratto di bambina nelle sue dolci movenze - Giada, 2008, olio su tela)
Ha già protestato d'aver "perso la testa", la difesa insisterà sulla semi-infermità mentale causata dal dolore per l'abbandono. Giornali e tv riproporranno lo stanco stereotipo del "delitto passionale" e dell'"eccesso d'amore", con una indulgenza nemmeno troppo velata per l'assassino che, naturalmente, in carcere starà ben poco. 
Eppure l'ennesimo femminicida, un "balordo" - come altrove si afferma, quasi a voler isolare il mostro, a renderlo quindi alieno, lontano da noi - che, con l'intento di accoltellare l'ex-fidanzata, ne ha straziato invece Carmela, la sorella diciassettenne, frappostasi tra i due per proteggere la congiunta, le parole le sceglie con grande cura. Benché si tratti d'una consapevolezza suo malgrado, quasi come la voce della coscienza erompesse, comunque, tra le mura del suo animo, e si ergesse a condannarlo. I dannati sono definiti da Dante "coloro che han perduto il ben dell'intelletto". Vale a dire il discernimento e la prudenza, la capacità di distinguere il bene dal male. L'intelletto senza la grazia è vano, anzi, dannoso. Quel che pare uno sfogo del cuore affranto è invece il recupero, tardivo, della lucidità, un recupero tuttavia inane, brado, che non illumina. Perché quel delitto è stato studiato, preparato con cura, accompagnato da una sentenza, quell'ultimo, blasfemo sms indirizzato all'ex-fidanzata e puntualmente sottovalutato dalle forze dell'ordine: "Cenere sei e cenere ritornerai". E' questa la chiave di tutto.
L'uso di frasi evangeliche o liturgiche in modo perverso è strategia tipicamente diabolica. Anche a Gesù nel deserto le tentazioni del successo, del denaro, della potenza, del suicidio vengono offerte stravolgendo citazioni bibliche. Anche Giobbe subisce torture analoghe.
L'omicida di Carmela porta un nome evocativo: Salvatore Caruso. Il nome è un destino. Il destino di Caruso è Bestemmia. Da Salvatore è diventato Bestemmia quando, per un moto intellettuale scientemente voluto, si è fatto Dio. Ha decretato la morte della sua "creatura"; a Lui non doveva, non poteva sopravvivere.  Divenuto idolatra di sé stesso, ha creduto di poter dare la morte a un individuo cui egli solo vantava il diritto d'insufflare vita. Sì, era solo, tremendamente solo. Un Dio non è mai solo, un Idolo sì. Ha labbra e non parla, ha occhi e non vede. E' nato e cresciuto convinto della sua superiorità di maschio. Della sua deità in quanto maschio. Quella mentalità, quella cultura, lui le ha sposate in pieno. Fattosi Dio, ha scordato che il vero Dio è tutt'uno con la sua creatura e arriva a morire per lei. Lui, Idolo, toglie la vita ad altre. Per lui il prossimo non esiste.
Carmela e Lucia, le due sventurate sorelle vittime d'una ferocia pagana e maschilista, sono invece fusione. Hanno testimoniato amore. Carmela si è donata. E, nell'autodonazione, è divenuta essa stessa simbolo, faro per tutte le donne perseguitate dall'idolatria, monito per comprendere che soltanto da una donna, soltanto dal riconoscimento dell'umanità delle donne verrà la concordia sulla terra. Bestemmia-Caruso non può capirlo, ha perso la testa, il ben dell'intelletto; e nulla, nella cultura e nella società dominanti, potranno riacquistarglielo. Bestemmia-Caruso è infarcito di disprezzo, di marketing sui corpi, di sessismo religioso, di emarginazione femminile dai programmi scolastici, insomma di mondo. Con questo mondo non si può venire a patti. Il principe di questo mondo dev'essere sconfitto, necessariamente, per aprire cieli nuovi e terra nuova. E arriverà un giorno, non lontano, in cui una donna schiaccerà la testa al serpente antico.



20.10.12

le cose inaspettate e a sorpresa a volte sono le più belle .il film molto forte incredibilemente vicino ., e il fumetto topolino 2969




La prima  cosa  è  il  n 2969  di topolino , credevo  che fosse il solito numero  mediocre  o senza  infamia e  senza lode  invece....... 


da http://www.facebook.com/Topolino

idem
dalla  voce  a lei dedicata  su wikipedia  vedere
url  nel post  
Bellissima storia, dedicata alla grande Peggy, simbolo eterno per chi ama l'Arte ( in particolare quella del '900 e quella meravigliosa, immortale città che è Venezia!Sono rimasto folgorato da questa storia, specie dagli splendidi colori di Mirka Andolfo sembrava di essere li con tutti i personaggi è vivere con loro questa meravigliosa avventura dedicata all'arte. Una storia , in cui finalmente paperoga non combina uno dei suoi soliti pasticci e paperino non è costretto causa  Zio Paperone o  o dalla sfacciata fortuna del cugino Gastone al solito ruolo di sfigato  . Ulteriori informazioni su Peggy Guggenheim,( foto a destra ) il cui vero nome era Marguerite Guggenheim ( 1898-1979 , foto a sestra) quella che può essere considerata l'ultima mecenate dell'arte citata nella rappresentata nella storia ( foto sopra  al centro   ) da Paperina le  trovate qui .Una  storia  di quelle  che ti rimane dentro come  quella , sempre  di   topolino  ,  la vera storia di novecento
l'ho trovata a dir poco stupenda!Non solo perchè coinvolgente,ma anche molto originale! Ottimo  e riusciti   il  non facile  e riadattamento  senza   banalizzare  e snaturare  di  avvenimenti storici su personaggi con una propria identità

la  seconda  è   

il mio autunno in musica





 di  http://it.wikipedia.org/wiki/Billie_Holiday

la  seconda  è


  riporto il testo   (  preso da http://www.paroles.fr/ cercandolo nel  motore di ricerca  )

Le ciel est gris,
La pluie s’invite comme par surprise
Elle est chez nous, et comme un rite, qui nous enlise
Les parapluies s’ouvrent en cadence, comme une danse,
Les gouttes tombent en abondance sur douce France,

Refrain :

Tombe, tombe, tombe la pluie
En ce jour de dimanche de décembre
A l’ombre des parapluies,
Les passant se pressent, pressent sans attendre


On l’aime parfois, elle hausse la voix
Elle nous bouscule
Elle ne donne plus de ses nouvelles en canicule
Puis elle revient comme un besoin
Par affection
Et elle nous chante sa grande chanson,
Inondation

Refrain X2 :
Tombe, tombe, tombe la pluie
En ce jour de dimanche de décembre
A l’ombre des parapluies,
Les passant se pressent, pressent sans attendre

Et tombe, et tombe, et tombe, tombe …
Et tombe, et tombe, et tombe …

perchè  è troppo  bella  e la  cantante  per  essere una  32  anne  e al suo 2  disco  (  qui maggiori news  su di leiuhttp://it.wikipedia.org/wiki/ZAZ_(cantante)  promette  benissimo



19.10.12

feste e mostre d'autunno


la Società Toscana di Orticultura organizza per sabato 20 ottobre 2012 alla nostra Giornata di Studio dal titolo:
‘IL PAESAGGIO: LA NATURA SPONTANEA, LA NATURA COSTRUITA’.
dalla pagina facebook dell'associazione 


a partire dalle ore 9.30 presso l' Oratorio della Compagnia dei Battuti di S. Michele
Via di S.Michele a Castello, 143 – Firenze

Guida Halloween Tra Praga e Parigi, tra New York e Sangemini, senza ovviamente tralasciare il Regno Unito, la guida a itinerari ed eventi per il turista dall'animo noir



un  modo per passare  le  4  giornate  (n dal 31 ottobre  al  3\4 novembre  ) impegni e  € permettendo  potrebbe essere  quello  della  vacanza  (  senza  necessariamente  andare in America  )   con fantasmi  e  altre  creature  del minstero  \ del mondo paranormale . Infatti la vacanza col fantasma attira. Anche i personaggi come Anthony Hopkins, Hugh Grant, Emma Thompson, che, improvvisatisi Sherlock Holmes del paranormale, hanno provato l'ebbrezza del soggiorno con ectoplasmatiche presenze. E se la vacanza include i bambini? Si segue la scia di Harry Potter. In Scozia, per esempio, dove si organizzano tragitti sulle orme del maghetto per castelli come l'Alnwick (quello degli Hogwards di Potter), a cui si arriva con il treno Hogwards Express.
Sul fil rouge della paura, spopolano i weekend con delitto. Italia in testa. 
«In una bella cornice alcune persone vengono invitate a trascorrere un weekend nei panni di uno dei protagonisti di un giallo», spiega Murder Party (Castelvecchi Ultra), prima guida sul fenomeno. Col pretesto di improvvisarsi Poirot, ci si gode un fine settimana in un casale o un castello. Tra misteri e sospetti il divertimento è assicurato.


Infatti    ecco alcuyni intinerari     (  ma  in mancanza  di  €   o  se   siete  me  me per  l'halloween nostrano   scegliete  mete   fra le  nostre regioni come  l'ultimo intinerario proposto  per  esempio  )  proposti da http://viaggi.repubblica.it/

Mystery place. Guida Halloween

di Micol Passariello

Tra Praga e Parigi, tra New York e Sangemini, senza ovviamente tralasciare il Regno Unito, la guida a itinerari ed eventi per il turista dall'animo noir


Soggiorni nei castelli infestati e weekend con delitto ispirati ai gialli di Agatha Christie. C'è chi parte a caccia di vampiri, chi sfida le streghe a colpi di occultismo. Tra divertimento e paura, cresce la voglia di vacanze da brivido. Specie in occasione della nottata più spaventosa dell'anno: Halloween. Che oltre a feste all'insegna del tipico "dolcetto o scherzetto", maschere spaventose e film horror, diventa lo spunto per organizzare gite del terrore. Ed ecco le proposte. Si parte per New York per trasformarsi in novelli Ghost Buster (dal Grand Central Terminal, un giro alla ricerca di attività paranormali tra i sotterranei di Manhattan, dura due ore e costa 25 euro, ghostdoctors.com) e sfidare i fantasmi che infestano la vecchia dimora di Edgar Allan Poe (newyorkghosttours.com, 90 minuti 15 euro). 


LONDRA


Jack lo Squartatore, Agatha Christie e Sherlock Holmes,tra i pericolosi bassifondi nel quartiere di Whitechapel a Londra, marchiato dal pugnale di Jack lo Squartatore (2 ore, 18 euro). la capitale inglese è diventata la meta dei veri giallisti o quantomeno degli appassionati del genere. Il tour , che il Museum of London organizza nei vicoli malfamati dell’East End resi famosi da Jack Lo Squartatore, parte alle 19. Ma dopo la mezzanotte, si attraversa la città in battello sul canale Regent sulle tracce di casi irrisolti e si va a dormire interrogandosi sui killer sconosciuti 
Giallisti e amanti del genere scateneranno adrenalina anche al Macdonald Bear Hotel, nell'Oxfordshire (Gran Bretagna) dove, tra dimore lussuose e castelli, si trascorre una vacanza a cinque stelle, ospiti dei due specialissimi padroni di casa, Elizabeth Downing e figlio: morti nel 1768 (da 110 euro a notte la doppia).
PARIGI

La Ville Lumiere nasconde una città sotterranea con chilometri di cunicoli e caverne. Usati un tempo come ossario cittadino, per la festa di Halloween diventano un macabro itinerario da percorrere a piedi. Per chi soffrisse di claustrofobia le alternative non mancano: dal giro dei suicidi d’amore sulla Senna ai misteri di Notre Dame, fino alla caccia al Fantasma dell’Opera



PRAGA
La capitale della Repubblica Ceca è una delle me te più sovrannaturali d’Europa. Sede di riunioni di alchimisti, maghi e astrologi nel Cinquecento, con la sua architettura carica di simboli esoterici, è l’avamposto degli amanti dell’occulto. Il McGee’s Ghost Tours of Prague propone itinerari alla scoperta delle leggende della città vecchia, incursioni in notturna al Castello e passeggiate nelle segrete





EDIMBURGO

La bella capitale scozzese nasconde un’anima underground. Sottoterra c’è un labirinto di vicoli e stanze dove venivano confinati i malati di peste durante l’epidemia del 1644. Oggi in questi sotterranei pieni - si dice - di anime in pena, Auld Reekie Tours propone gite horror. In alternativa i turisti amanti del brivido possono scegliere il Mercat Tours: visita alla città vecchia tra le case infestate dai fantasmi. Volo e due notti in albergo





SANGEMINI
Detective per gioco
Cadaveri nell’armadio, sparizioni e misteri per una due giorni all’insegna del giallo. Sono i weekend con delitto, dove si gioca a fare i detective alloggiando in dimore storiche, castelli e agriturismi. Diversi gli organizzatori: Weekend in giallo, Delitti e Misteri, Murder Party, Delitti e Delitti


Napoli, il prefetto inveisce contro il parroco. "Come osa chiamarci 'signori'?"SE INVECE LE ISTITUZIONI DI ADIRARSI PER UNAFESSERIA LINGUISTICA SI ADIRASSERO PER LE COSE SERIE



Rimango basito   leggendo questa  news  tratta  da http://www.huffingtonpost.it/.  E mi chiedo  (  domanda  destinata  a  rimanere  senza  risposta  , visto  l'ovvietà   d'essa  )  riflettendo  su questa  frase : <<  ma  come  parla  , le  parole  sono  importanti  >>  ( onde  ad  evitare  di ripetere  il video  già inserito in altri post   , evito di rimettere per  l'ennesima  volta    rimando qui chi vuole  vederlo\  rivederlo, mi limito ad una foto ,  a  destra , estrapolata  dalla  stesso url del video  )  di Palombella rossa di  Nanni Moretti  , come  da  titolo , ma  perchè il potere  s'incazza   per  questioni  di lana  caprina    e non per   cose  serie come quello di cui  si  dibatteva   in quel  vertice  .Ma  ora   bado alle  ciancie   ed  ecco   la news  .  A voi  giudizio  in merito  e decidere  da  che parte  stare  se   da quella  del prete  o  dei cialtroni    che  anzichè  badare   al contenuto (  la denuncia dei rifiuti )    badano alle  quinsquille formali (  l'aver  chiamato  signora   invece  prefetto  la persona interessata  ) 


 Fuori di sé dalla rabbia perché invece di "prefetto" è stato usato il termine "signora". Poco importa se il "colpevole" è un prete, nello specifico Don Maurizio Patriciello, sacerdote di Caivano noto per il suo impegno contro i rifiuti tossici. Questo video è stato girato durante un vertice in prefettura a Napoli.
il vertice  in questione  
A perdere la pazienza è il prefetto di Napoli Andrea De Martino. Il parroco prende la parola per raccontare della condizione di assoluto allarme delle terre dell'hinterland partenopeo e casertano infestate da roghi tossici. E lo fa rivolgendosi al prefetto di Napoli De Martino e all'omologo di Caserta, Carmela Pagano. Commette però una piccola svista: chiama "signora" la dottoressa Pagano e non "prefetto" come vorrebbe il bon ton istituzionale.

De Martino va su tutte le furie e si lascia andare a qualcosa di simile a una crisi isterica. ( vedere  video sopra  )  "Lei chiamerebbe mai "signore" un sindaco? Dov'è il rispetto per le istituzioni? Dove??". Poi, nella foga, il prefetto scivola sull'italiano: "Se io la chiamarei 'signore' invece di reverendo, lei che direbbe?».Il povero Don Maurizio resta basito, poi si scusa: "Non era mia intenzione mancare di rispetto" e prosegue il suo discorso sull'aumento dei tumori e sulle esalazioni da diossina. Nel corso del piccolo diverbio - ripreso con un cellulare - il commento più efficace arriva dal pubblico: "Signori si nasce" dice un esponente del comitato anti-roghi all'indirizzo del prefetto inferocito.

17.10.12

Canada, Anonymous smaschera lo stalker che fece suicidare una 15enne

Bravi anonymus  e  Fnl   a chi dice   che gli hacker  sono  solo ed  esclusivamente  i fregapassword  e frega codici di carte di credito  .


la vicenda




  fonte  corriere della sera

 Maria Strada
 (modifica il 17 ottobre 2012)


Canada, Anonymous smaschera
lo stalker che fece suicidare una 15enne
Due cyber-attivisti che si dicono affiliati al gruppo diffondono l'identità di un 32enne, ora minacciato in rete


Una teenager si suicida a causa del cyber-bullismo subito, e denunciato in un video. E Anonymous scopre e denuncia lo stalker che ha spinto la giovane al gesto.

IL SUICIDIO E LA DENUNCIA - Mercoledì scorso Amanda T., 15 anni, è stata trovata morta nella sua casa di Port Coquitlam, nella Columbia Britannica. Il mese scorso aveva diffuso un video-denuncia in bianco e nero, con dei messaggi scritti di denuncia, e anche di solitudine, intitolandolo «La mia storia: lotta, bullismo, suicidio, autolesionismo». Lunedì sera dei cyber attivisti di FawkesSecurity, che fa parte del gruppo di Anonymous, hanno scoperto e divulgato, l'identità del presunto persecutore della giovane: si tratterebbe di un uomo di 32 anni, assiduo frequentatore di siti pedopornografici. I denuncianti nel loro messaggio video in rete forniscono il nome e cognome e anche l'indirizzo esatto del presunto stalker, tanto che la polizia canadese nutre timori per la sua sicurezza.

«QUELL'UOMO È UN ABOMINIO» - «Al peggio questa è la persona che ha fatto del male ad Amanda T., e come minimo è un altro pedofilo che ama sfruttare i bambini», recita il comunicato-denuncia di Anonymous, come riporta il Toronto Sun. L'uomo è definito un «abominio» e una vergogna per la società. La ragazza aveva denunciato che uno stalker anonimo l'aveva convinta, quando aveva 12 anni, a mostrarsi a seno nudo a quello che credeva un coetaneo, via webcam. Poi, però, il contatto aveva spedito quelle immagini a tutti quelli che conoscevano Amanda. Anonymous ha rintracciato un uomo di New Westminster, a 15 km da casa di Amanda, che avrebbe utilizzato diversi nickname, cioè soprannomi nel mondo di internet, su siti per ragazze, su un forum dedicato alla sessualità giovanile e che avrebbe creato una gallery con le immagini di diverse ragazze, alcune decisamente molto giovani, a seno nudo . Il presunto stalker, adesso, è stato minacciato su internet da diversi utenti, denuncia il suo difensore Eric Gottardi.

L'ALTRA PISTA - La famiglia, e la procura, però, ritengono che possa trattarsi della persona sbagliata, dato che gli investigatori avrebbero seguito tracce differenti che portano a un contatto negli Stati Uniti.

Maria Strada16 ottobre 2012 (modifica il 17 ottobre 2012)





musica passiva o silenzio ? questo è il dilemma della società d'oggi

strano  che il  discorso (  sul discorso di Nicola Piovani Celebre autore di colonne sonore,  premio Oscar per le musiche del film La vita è bella .lanciato  al tg 2   ( vedere  video sotto  di http://www.youtube.com/user/0wnato  )   

 e poi su repubblica del 13\10\2012    .Non abbia  forse perchè ,   anche se  contiene  molti elementi   e motivazioni valide ,  è snob   (  come  gli viene  rimproverato   in alcune discussioni in rete  sulla  sua  uscita   in particolare  qui  )  o radical chic  ,  intellettuale  isolato  ?  non abbia trovato grande  riscontro  , salvo michele  serra nella sua  amaca  del 14 \10\2012, da parte  dei nostri  ,  nella maggior  parte  dei casi   saccenti  e omnipresenti  intellettuali  ed  opinionisti da  salotti  tv  
Io  la  mia  scelta  l'ho fatta    posso  solo  dire   che    collima ( salvo il  suo divieto di vietarla  ma visto  la  boutade del personaggio    si tratta  di una provocazione   o di una battuta   come  quella  di Lucio Dalla  nei primi 30  secondi di questo video , di una sua famosissima canzone  )
 ) e che ogni tanto ci vuole   con  questo articolo  Raffaella Calandra  (    tanto  profetica  visto  che  è   dell'anno scorso   )  di radio24   ( N.b la radio del  quotidiano il sole 24  ) che   riporto  tutto  perchè  è  un peccato   ridurlo ad  un link    e che  mi ha  aiutato a capire  a distanza  l'ultimo film  di Felini 

il 12.10.2011
Piovani, “No alla musica passiva”. Il concerto, il silenzio, la voce della luna




“Eppure credo che se ci fosse più silenzio, se tutti facessimo più silenzio, forse capiremmo qualcosa”.
La voce della luna- stasera- è un refolo di vento, nelle strade bianche di Milano. E’ il fruscio dei platani, è l’avanzata felpata di una bicicletta. E’ l’eco dei miei tacchi- gialli, nelle stradine strette del centro. La voce della luna- stasera- è il dondolio dei pensieri, fioriti insieme con quelle parole che furono il testamento spirituale di Federico Fellini, rinnovato da Nicola Piovani, che col ricordo del grande regista romagnolo e con l’ultima battuta-pronunciata nel suo ultimo film, “La voce della luna”, appunto – ha concluso (quasi) il concerto al conservatorio, in beneficenza per dei bambini tristi di Bucarest. Con la voce della luna, si è chiusa così una serata iniziata contro le voci subite: le voci delle musiche sempre accese in qualsiasi ristorante, bar e perfino libreria, delle radio che si confondono, dell’armonia che necessariamente degrada in assenza del suo ritmo, dei suoni che diventano rumore. Passivo. “E com’è stato per il fumo, spero che presto la Commissione Europea metta al bando anche la musica passiva”, suggerisce- tra il serio e il faceto il maestro, prima di appoggiare le dita sul suo pianoforte, con cui ha alternato colonne sonore di celebri film a suite in onore dei miti greci, all’omaggio a un poeta come Fabrizio De André. “Senza la sua voce, sono melodie zoppe, ma ricreano comunque emozioni”, spiega il maestro, quasi a giustificarsi per esecuzioni di suoni, che nella testa di ciascuno in sala componevano parole. E pensieri. E davano voce ad altre lune, come quella- piena- che tempo fa parlava nella barbagia distesa di una magica sera d’estate. Le emozioni si rincorrono con le evocazioni di quelle note, il dolore della “stanza del figlio”, la profondità dei miti ellenici, la tenerezza giocosa de “La vita è bella”. Bella anche per quei 18 bimbi di Bucarest, disabili e orfani, che anche grazie alla compagnia di alcuni asini, a loro volta abbandonati, escono un po’ dal loro guscio. “E qualcuno ha cominciato anche a parlare”, racconta il parroco, della congregazione di Orione, arrivato dalla Romania per questa serata. Ma rimasto lì, con la testa, perché uno dei suoi bimbi era stato operato e si era in attesa del suo risveglio dall’anestesia. Il limbo del piccolo rumeno è coma la “melodia sospesa” di Piovani, il pezzo rimasto senza un finale, così che ognuno lo possa riempire dei propri desideri. E l’intensità e l’intesa che vedevo tra Piovani e gli altri quattro musiciti era gravida di emozioni: sentivo il fiato dell’unica donna dare vita al clarinetto e poi al sassofono e poi ad un flauto. E vedevo le sue vene gonfiarsi, come le rughe intorno agli occhi di Piovani arricciarsi o distendersi a seconda del tempo e del senso di quella musica. “Musica dal vivo, non musica passiva”, rimarca il musicista, pronto a lanciare una campagna contro i sottofondi musicali a tutti i costi nei locali (campagna che condivido). Musica in carne e ossa, viva, “nonostante ci sia che dica che ciò che non passa in tv- ironizza Piovani- non esiste. Se è così- conclude- noi stasera non siamo esistiti e io sono stato felice per due ore di non esserci mai stato, insieme a voi”.Eppure, se ci fosse più silenzio, forse anche noi capiremmo qualcosa. Capiremmo l’anima delle nostre città e dei loro abitanti, senza il rumore. Capiremmo l’anima di noi stessi e del Paese, senza il “chiasso mediatico” denunciato già da Gillo Dorfles. Le redazioni- per definizione- sono luoghi rumorosi, in tutti i sensi: di suoni e parole sovrapposte, come di bombardamenti di input esterni. E in quei cicloni, noi- io- ci vivo la gran parte delle mie giornate. Eppure, solo quando si esce e c’è silenzio, si riesce- forse- a capire qualcosa.





















































non so che altro dire   a presto  con le  vostre opinioni

italiani prendiamo esempio da loro L'eroe qualunque, il ragazzo africano che si è ribellato ai "caporali" del Sud

da   repubblica  17\10\2012
L'eroe qualunque, il ragazzo africano
che si è ribellato ai "caporali" del Sud
Yvan Sagnet arriva dal Camerun anche grazie alla passione per il calcio. Ma scopre il lato peggiore dell'Italia. La sua storia è diventata un libro che racconta la rivolta contro lo sfruttamento dei migranti nelle campagne pugliesi
                                                      di ROBERTO SAVIANO

QUESTA è una storia d'amore nata per caso tra un bambino e un Paese, la racconta Yvan Sagnet nel suo libro Ama il tuo sogno (Fandango). Il bambino è Yvan che nel 1990 aveva 5 anni e il Paese è l'Italia. È una storia d'amore che parte dal calcio. Yvan è nato Douala, in Camerun, nel 1985 e nel 1990, come molti bambini camerunensi, visse la cavalcata trionfale dei Leoni d'Africa nel mondiale, dalla prima partita con l'Argentina di Maradona fino ai quarti di finale contro l'Inghilterra. Napoli, domenica primo luglio. Ancora oggi chi c'era ricorda i tifosi del Camerun, coloratissimi, sportivi e con l'espressione di chi non poteva credere a ciò che stava accadendo.
Essere arrivati fino a lì aveva del miracoloso: il Camerun era la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale in Coppa del Mondo. E Napoli, dove si svolse la partita, tifò con loro sperando nel miracolo. La partita fu incredibile, con il Camerun in vantaggio per 2-1 fino a otto minuti dal termine dei tempi regolamentari. Poi il primo rigore all'Inghilterra, i supplementari, il secondo rigore e la sconfitta. A Yvan quella partita ha cambiato la vita. Il ricordo del rientro in patria della nazionale, che pur non avendo vinto il mondiale aveva ottenuto il rispetto di tutto il mondo, per Yvan significava una sola cosa: un nuovo sguardo sul suo paese, maggiore attenzione su un Camerun in crisi economica e politica. E questo nuovo sguardo era stato possibile proprio grazie al mondiale e al paese che lo aveva ospitato: l'Italia. A scuola il
programma di economia dei licei camerunensi prevedeva lo studio del sistema economico francese, ma lui decise per conto suo di specializzarsi sull'economia italiana.
Dal calcio all'economia. Yvan impara l'italiano e con un permesso di studio si iscrive all'università di Torino perché vuole diventare ingegnere. Finalmente può conoscere dal vivo il calcio italiano che ha amato da bambino. Tifa Juventus ma la prima partita dal vivo della sua vita la vede di spalle, come steward, allo stadio. Sono i primi di luglio del 2011 e i soldi della borsa di studio non bastano. Alcuni amici di Torino gli dicono che al Sud si può andare a lavorare per la raccolta del pomodoro perché serve manodopera. Così Yvan decide di trasferirsi nelle campagne salentine, a Nardò, dove sa di una masseria che accoglie i braccianti che fanno la stagione, togliendoli dalla strada, dove spesso dormono accampati sotto gli alberi, dentro case di cartone, senza acqua né corrente elettrica. Eppure anche alla Masseria Boncuri, nonostante l'impegno di tante associazioni di volontariato, la longa manus dei caporali detta le sue leggi.
Appena arrivati, i caporali requisiscono i documenti ai braccianti e li usano per procurarsi altra mano d'opera, altri immigrati, ma clandestini. Il rischio che i documenti vadano persi è altissimo e quando accade i braccianti diventano schiavi. Le condizioni di lavoro sono agghiaccianti: diciotto ore consecutive, di cui molte sotto il sole cocente. Chi sviene non è assistito e se vuole raggiungere l'ospedale deve pagare il trasporto ai caporali. Il guadagno è di appena 3,5 euro a cassone, un cassone è da tre quintali e per riempirlo ci vuole molto tempo, ore. Si lavora con questi ritmi anche durante il Ramadan, quando molti lavoratori di religione islamica non bevono e non mangiano. In Italia la disoccupazione è una piaga che sembra insanabile. Eppure questi ragazzi trovano lavoro, trovano un lavoro a condizioni inaccettabili per quasi la totalità dei disoccupati italiani. Si crede che i ragazzi africani siano abituati a una vita di disumanità, sporcizia, alloggi immondi e quindi questa attitudine alla suburra la sopportino in Italia perché medesima nel loro paese.
Nulla di più falso. Yvan scrive: "Mentre nel mio paese la dignità è sacra, a tutti livelli della scala sociale, il sistema dei campi di lavoro (in Italia, ndr) è appositamente studiato per togliere ai braccianti anche l'ultimo scampolo di umanità". Ma accade qualcosa che i caporali non hanno previsto. I braccianti in genere strappano le piantine alla radice per batterle sulle cassette così che i pomodori cadono tutti. Ma quel giorno il caporale impone un altro metodo. Servono pomodori da vendere ai supermercati per le insalate, quindi devono essere presi e selezionati uno a uno. Si tratta di riempire gli stessi cassoni di sempre, ma selezionare i pomodori significa raddoppiare la fatica. Il caporale impone tutto questo lavoro allo stesso prezzo: Yvan e gli altri braccianti non trovano alternative, si sollevano. È l'inizio della rivolta e Masseria Boncuri ne diventerà il simbolo con l'enorme striscione "Ingaggiami contro il lavoro nero". Ma lo sciopero non è facile da gestire soprattutto perché è quasi impossibile comunicare tra i diversi gruppi etnici. Gli unici a esprimersi facilmente in italiano sono i tunisini; per altri (bukinabé, togolesi, ivoriani, ghanesi, nigeriani, etiopi, somali) è necessario parlare in inglese e francese; altri capiscono solo la lingua araba. Eppure, nonostante le diversità, lo sciopero continua: tante culture e tante visioni della lotta hanno finito per essere non la debolezza ma la forza della protesta, che a un anno e mezzo da quella di Rosarno, è più organizzata e riesce a guadagnare un'eco nazionale. Gli italiani sembrano prendere finalmente coscienza delle condizioni difficili di chi lavora nei campi e le istituzioni sono costrette ad ammettere che il problema caporalato esiste.
La magistratura trova la forza per continuare le indagini già in corso, spesso protette da omertà e scarsa collaborazione, e a maggio 2012 i carabinieri del Ros arrestano 16 persone - presunti caporali e imprenditori agricoli - nell'ambito dell'operazione "Sabr" che ha colpito un'organizzazione criminale attiva tra Rosarno, Nardò e altre città della Puglia. Ma la reazione alla rivolta, allo sciopero, al clamore mediatico, all'inchiesta della magistratura e agli arresti, non si fa attendere. Alessandro Leogrande (autore peraltro di un importante reportage Uomini e caporali sui desaparecidos polacchi nel triangolo del pomodoro vicino Foggia) nell'intervista finale che accompagna il libro di Yvan Sagnet, svela che c'è un piano per uccidere Yvan e lo hanno ordito alcuni caporali tunisini che ancora operano a Nardò. La vita del primo leader nero italiano è, oggi, seriamente in pericolo. Quello che sento di poter fare con queste righe è non lasciarlo solo. Senza il suo impegno, senza questo ragazzo africano e gli altri che hanno lottato con lui, non esisterebbe la legge contro il caporalato, eppure i caporali esistono al Sud da più di un secolo. La speranza del mezzogiorno italiano sta proprio in questa parte d'Africa che arrivata al Sud, trasforma il Sud e rimette in gioco interi territori, migliorandoli. Rischia la vita per una democrazia diversa, battaglia che molti italiani hanno rinunciato a combattere.




16.10.12

a volte anche piccoli gesti fanno la storia



soltanto che alcuni passano in primo piano e ci rimangono

il primo  ( il più duraturo ed  entrato  , mitizzato nella storia  culturale    e politica  è quello  di  Carlos e smith 
Nella  foto sotto al centro , risalente   a 6 anni  e di cui  i  12  ottobre   era  l'anniversario, li si vede portare   il feretro dell'amico  Peter Norman  "il bianco "che arrivato secondo nei 200 m. di città del messico scelse di condividere con loro il prezzo della libertà. Indossò il distintivo degli Olimpics for human rights sul podio e ne pagò le conseguenze tornato in Australia. Finendo ( ne trovate qui ulteriori news )

la loro vicenda qui ( è in inglese ma molto dettagliato ) sotto in sintesi sempre dallo stesso sito ma tradotto in automatico con google un sunto della vicenda

il secondo gesto passato quasi in sordina , ma altrettanto importante perchè anch'essa fu emarginata dal  dalla  dittatura  Cecoslovacchia dell'epoca fu  quello della  ginnasta ceca , Věra Čáslavská (pronuncia ceca [ˈvjɛra ˈtʃaːslafskaː] .
Věra Čáslavská sul gradino più alto del podio ai Campionati europei del 1967
insieme a Erika Zuchold eKarin Janz
Essa è  la più decorata ginnasta ceca della storia con sette ori e quattro argenti olimpici, che rendono di lei la quattordicesima atleta più medagliata ai Giochi olimpici e la ginnasta con più vittorie a livello individuale, a cui si aggiungono quattro ori, cinque argenti e un bronzo ai Campionati del mondo e undici ori, un argento e un bronzo ai Campionati europei e è anche l'unica ginnasta, a livello sia maschile che femminile, ad aver conquistato l'oro olimpico in ogni specialità individuale (concorso individuale, trave, volteggio, corpo libero, parallele asimmetriche). Tra il 1964 e il 1968 è stata imbattuta nel concorso individuale ad ogni manifestazione internazionale.
Oltre ai suoi successi sportivi, la Čáslavská è conosciuta per il suo dichiarato appoggio al movimento democratico cecoslovacco contro l'occupazione sovietica. Ai Giochi della XIX Olimpiade di Città del Messico manifesta la sua opinione distogliendo lo sguardo durante l'inno sovietico suonato durante le premiazioni dei concorsi della trave e del corpo libero, rendendola una persona non grata al nuovo regime, forzandola al ritiro e impedendole per molti anni di volare, lavorare o presenziare ad eventi sportivi. La situazione migliorò nel 1980 in seguito all'intervento del Comitato olimpico internazionale. Dopo la caduta della Cortina di ferro cominciò a ricevere i riconoscimenti negati, tra cui un periodo di presidenza del Comitato olimpico ceco.
La sua colpa  ? il suo  gesto  ?  trovandosi sul gradino più alto del podio insieme alla sovietica Larisa Petrik dopo la gara di corpo libero, rifiuta di guardare la bandiera dell'URSS e di ascoltarne l'inno, tenendo il capo chinato in segno di protesta dopo l'invasione sovietica della Repubblica Ceca. Questo gesto le costerà un ritiro forzato dalle competizioni e il divieto di viaggiare per 12 anni.








Pretendere che italiani e immigrati ed in nuovi italiani condividano la stessa idea della donna come persona libera

Qualche  giorno    fa  stavo sfogliando la  slide   di msn.it      è  sono  capitato    su quest  articolo di  HuffPost Italy Dei fatti di C...