18.11.12

Dimmi quanta tv guardi e ti dirò se diventerai grasso ecco la formula dell’obesità I pediatri: “Mai tenerla accesa mentre si mangia”

Leggendo l'articolo sotto  mi chiedo  , visto che  in alcuni post  ( 1  2  3   solo per  citarne alcuni.Altri ne troverete  nell'archivio dove  c'è anche il vecchio blog )  avevo  anticipato insieme ad altre persone pensanti  e previdenti come gli autori, vedere video sotto  , di questa serie  di cartoni   quando era  all'apice ed  è anche se  in declino un cult  per la storia della  tv  il  contenuto di questo articolo del post  ,  se  sono io profetico  o  la società  d'oggi  con suoi   ( anzi  nostri visto che la società siamo noi )  difetti  e pecche  ad essere  cosi prevedibile ed ovvia  



Ma ora basta  con le seghe elucubrazioni mentali  ed  ecco l'articolo in questione  


 da   repubblica  del 17\11\2012 MARIA NOVELLA DE LUCA
 Accade  impercettibilmente, mese dopo mese, giorno dopo giorno,in tutti quei pomeriggi passati
a divorare cartoon. E da bambini snelli ci si ritrova adolescenti “over”, maxi, sovrappeso. Obesi anche, purtroppo.
Perché ad ogni ora di televisione in più nell’infanzia corrisponde un aumento di peso dopo, quando si cresce, da ragazzini, da adulti.Esempio  vedere otto ore di televisione a settimana a tre anni aumenta il rischio di diventare obesi a sette. Oppure: i bambini tra i quattro e gli otto anni che “ingurgitano” un’ora e mezzo di tv al giorno, hanno il 75% di probabilità in più di diventare grassi rispetto ai loro coetanei che si limitano ad un’ora soltanto.Non basta: se il piccolo schermo è (purtroppo, dicono i pediatri) in camera da letto, il baby teleutente nel 60% dei casi diventerà un teenager costretto a stare a dieta...Dimmi quanta tv vedi e ti dirò se diventerai grasso. Quasi una formula matematica, cifre che spaventano, che fanno sentire smarriti rispetto ad abitudini ritenute innocue e consolidate, il vecchio dibattito sul male e il bene della televisione.Eppure sono questi i dati ricavati da studi internazionali,che la Sip, la società italiana di  pediatria, presenterà oggi ai suoi “Stati generali”. Con l’obiettivo di dimostrare che è fin da piccolissimi, addirittura da neonati, che si protegge la salute futura. E che oggi il nemico numero dei bambini Italiani è il sovrappeso, figlio non solo di un’alimentazione sbagliata, ma di abitudini radicate e malsane. Basta guardare le tabelle:in 30 anni, dal 1980 ad oggi, il peso dei bambini è cresciuto in media di circa 4 kg, mentre l’altezza di maschi e femmine è rimasta simile... Ma in 30 anni è  radicalmente cambiato anche lo stile di vita delle famiglie italiane, e televisione e pc hanno conquistato spazi sempre più ampi. E sono oltre 400mila i più piccoli già obesi, mentre altri seicentomila superano e non di poco il loro peso “naturale”. Spiega Alberto Ugazio, presidente della Società italiana di pediatria: «L’obesità è diventata un problema di salute pubblica, e non possiamo pensare di fermarla con provvedimenti isolati e frammentari come la tassa sulle bibite gassate e simili... Serve un impegno tra tutti coloro che si occupano di nutrizione e di stili di vita del bambino. E sempre più evidente infatti che l’origine non solo dell’obesità ma di tutta una serie di patologie dei ragazzi, inizia già nella prima infanzia».
Ecco allora che nel dossier della Società di pediatria è scritto a chiare lettere: «Mai la televisione in camera da letto,mai prima dei due anni, e mai più di due ore al giorno». Con la complicità di merendine, fast food e poco sport, la tv ed  attiità fisica sembra avere una responsabilità diretta nel far diventare grassi ibambini. Perché davanti alla tv si sta fermi, spesso mangiando snack iper-salati o troppo dolci (50 calorie in più al giorno portano ad un aumento di peso di circa 6 kg, l’anno, una bibita gassata bevuta quotidianamente fa salire il peso di 15 kg) mentre la pubblicità seduce il cervello dei più piccoli con continue immagini di cibi. E la fame, allora, sembra non spegnersi mai. Se poi l’abbuffata di serial e cartoni fa perdere anche il sonno (accade quando la tv è in camera da letto e senza il controllo degli adulti) ecco che il rischio per un bambino di diventare grasso nell'adolescenza aumenta del 50%.La responsabilità dell’obesità dei ragazzini però va ricercata ancora più in là. Addirittura prima della nascita. Claudio Maffeis, direttore dell’Unita di Diabetologia e Obesità in Età Pediatrica, spiega che sono più d’uno i fattori che portano a quella alterazione del metabolismo che genera prima o poi l’aumento di peso. «L’allattamento al seno riduce l’incidenza di obesità in età scolare del 16-28%, mentre il sovrappeso è favorito da un’alimentazione troppo ricca di proteine e zuccheri nella primissima infanzia. Ma anche le condizioni della mamma in gravidanza sono fondamentali, la sua età ad esempio. Il bambino di una mamma over 35 corre il rischio di nascere troppo grande o troppo piccolo, entrambi fattori di rischio di obesità nelle età successive». Poi, crescendo, sono le abitudini che però contano: al mix micidiale di merendine, junk food e poco sport seguono chili in più e die-te faticose. I teenager lo sanno,eppure... 
Nelle  scuole  medie (  e creo  anche nelle elementari  ) ci sono distributori automatici  di  cibi e bibite spazzatura  o industriali  .I genitori   non sanno dire  di no  a questi cibi sponsorizzati   sia  da fumetti  o dai beniamini   dei loro bambini e non in tv  . E  i bambini lasciati   come bay sitter  davanti alla tv   non avendo  lo spirito critico  allenato  o

amicizia e amore

certe persone tienile  strette ma lasciale  respirare
da   smemoranda (  www.smemoranda.it  )  dodici mesi  2012\ 2013 

Gaza 2012



Ti hanno ammansito,
dopo anni feroci,
nelle nostre forre umbratili e linde,
nei volti valligiani e nel folklore cittadino,
merce fra tante, gioia colorata,
ricordo, sentimento, luce fumigante.
Ma tu, nato e disteso su ciottoli aguzzi,
in larghe plaghe di molle fuoco,
sei diverso, umile, strattonato,
scolpito in occhi stralunati,
reso pietra, arma, odio,
divisione e povertà.
Sembri immenso, sei esercito,
e forse solo legione.
Sodomizzato da voci
e corpi impazziti,
dall'idolatria dell'uomo.
Crocifisso ancora,
fuggito nei cieli,
non più silenzio né preghiera,
non vitalità, ma vorticoso fluire.
Da sempre e per sempre
t'invoca, sbagliando,
la cieca umanità.

17.11.12

crisi e sprechi

 da uno scazzo di una mia amica  sulla  sua bacheca  di facebook
Non c'è lavoro, la gente non sa come arrivare a fine mese...mamme disperate perché "mandare un figlio a scuola oggi costa troppo"...però i soldi per piscina-palestra-zumba-sabato notte a cena fuori-scarpe all'ultima moda-parrucchiera Aaaaalmeno due volte al mese-cellulare super fassssshion....quelli si che ci sono....e cosa fai...te ne privi?...Che paese stupido è questo... Questo film aveva  ragione 



Infatti  :  1 )   Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d'armi o i commessi viaggiatori che le vendono,ma anche le persone come voi,le famiglie come voi che vogliono vogliono vogliono...e non si accontentano mai.Le ville,le macchine,le moto,le feste,il cavallo,gli anellini,i braccialetti,le pellicce e tutti i cazzi che ve ce fregano costano molto.Per procurarseli qualcuno bisogna depredare.Ecco perchè si fanno le guerre. >>  ( dal discorso soprta riportato   del  film  "Finchè c'è guerra c'è speranza" )., 2) Una  favola   dei CHEROKEE  una  delle tante tribu   popolo nativo americano del Nord America  tratta insime  al  foto  che  trovate  sotto   da  http://blog.libero.it/cochise/7814999.html   dell'utente  http://spazio.libero.it/frank.dakota/




Nonno, perchè gli uomini combattono?"
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.
" Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi."

" Quali lupi, nonno?"
" Quelli che ogni uomo porta dentro di sé."
Il bambino nn riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
" Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo."
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.
" E l'altro?"
" L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede."
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità ed al suo pensiero.
" E quale lupo vince?"
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti.
" Quello che nutri di più."

Carmela Frassanito suicida a 13 anni dopo uno stupro ancora nessuna giustizia



Carmela Frassanito aveva solo 13 anni domenica 15 aprile 2007, quando si suicidò gettandosi dal balcone al settimo piano di un palazzone a Taranto. Un suicidio per la disperazione, perché non poteva più sopportare quello che le era successo. Una morte per lo stupro, a 13 anni, perché nessuno ti crede, perché c’è chi preferisce imbottirti di farmaci piuttosto che aiutarti. A cinque anni di distanza il padre, Alfonso Frassanito, ha deciso di rompere il muro del silenzio, di raccontare l’agonia della figlia, il dolore della famiglia e la lotta per la giustizia che, ancora oggi, vede i mostri responsabili di quello stupro in attesa del primo grado di giudizio in tribunale.A differenza di tante storie di violenza nei confronti di anime innocenti che hanno trovato gli “onori” della cronaca, quella di Carmela Frassinato è caduta nell’oblio. Diventa difficile capire come una storia come quella della piccola Carmela, stuprata dal branco, a soli 13 anni, possa essere dimenticata.Invece è quello che è avvenuto: non solo il processo a carico degli stupratori è ancora in corso e, dopo cinque anni, non è neanche arrivato al primo grado di giudizio, ma i genitori non hanno visto il sostegno dello Stato, quello Stato che ha strappato loro la figlia perché venisse curata e che invece l’ha lasciata sola, a morire di disperazione.Il padre Alfonso ha scritto una lettera aperta per raccontare il dolore e la rabbia per questi anni di silenzio e ha voluto fare di più: ha fondato un’associazione in onore della figlia, IosòCarmela. Un luogo virtuale dove far sentire la propria voce e dal quale lanciare una campagna per chiedere una nuova “etica” della giustizia”.Un nuovo disegno di legge per l’inasprimento sostanziale e la certezza della pena per i reati di violenza sessuale e pedofilia, perché quello che è successo a Carmela non succeda più e altre famiglie non debbano provare la frustrazione e il male che stanno vivendo.La tredicenne di Taranto diventa l’emblema di una situazione che in Italia vede le donne e i minori vittime silenziose della violenza, e non solo quella dei mostri che violentano ma anche da parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare.
La storia di Carmela Frassinato
La storia di Carmela è costellata di episodi dolorosi: rimasta orfana di padre a solo un anno, trova nel secondo marito della madre, Alfonso Frassanito, quel padre amorevole e dolce che serve a ogni bambino. La sua vita cambia drasticamente a cavallo del 2006 e del 2007 quando la piccola racconta le violenze subite da un giovane sottufficiale della Marina in servizio a Taranto.
Scatta la denuncia alla Polizia ma non ci sono elementi per avviare un procedimento penale nei confronti dell’uomo che pur aveva ammesso di averla incontrata, per poi ritrattare negli interrogatori.Eppure lo vedevamo davanti alla scuola media Frascolla, sempre accanto a ragazzini. Continuava a passare sotto casa nostra, per noi era una provocazione. In città era conosciuto come ‘il pedofilo di San Vito‘”, racconta il padre.Si innesca così un percorso che vede Carmela diventare la “ragazzina che si inventa le cose” quella che ci sta, una poco di buono, fino alla tremenda violenza di gruppo. Il 9 novembre Carmela esce di casa dopo aver ricevuto un rimprovero da parte dei genitori: una situazione che dovrebbe risolversi con una ramanzina e magari un “castigo”, ma per lei cambia tutto.In quei momenti incontra i suoi aguzzini. Viene drogata con anfetamine e violentata più volte, in diversi luoghi, dal branco: ad abusare di lei, come dirà al pm Enzo Petrocelli, sono in otto, 5 all’epoca minorenni e 3 appena maggiorenni. La piccola vaga per quattro giorni per Taranto, dal centro città fino ai sobborghi: sono i genitori, disperati, a ritrovarla, in condizioni orribili.Di nuovo la denuncia e questa volta i responsabili dello stupro vengono identificati e indagati per violenza sessuale, ma l’iter della giustizia è lento, lentissimo.Carmela da quel giorno non si è più ripresa: dopo le violenze intervengono i servizi sociali per aiutare la ragazzina vittima di una violenza assurda.Si fanno i colloqui con i genitori e con lei e la famiglia viene convinta a fidarsi delle istituzioni: Carmela sarebbe stata seguita da medici e psicologici che l’avrebbero supportata in quella terribile fase. Viene così deciso il trasferimento di Carmela al Centro “Aurora” di Lecce che si occupa di minori vittime di abusi e violenze in famiglia.Alfonso e la moglie però non possono incontrare liberamente la figlia, solo una volta al mese, con incontri videoregistrati: anche così Carmela appare sempre più distrutta, lontana dal mondo, chiusa nel dolore e spesso intontita. Lei non vuole stare lontano dai suoi genitori, ha bisogno di loro, ma i medici rassicurano che è tutto sotto controllo.Solo dopo avremmo scoperto che in realtà la bambina era stata sottoposta a una cura di psicofarmaci. Che da quel posto era scappata due volte“, dice Alfonso.Tre mesi dopo arriva il trasferimento in un altro centro per minori, “Il Sipario” di Gravina di Puglia: le cose sembrano migliorare e i medici confermano che la piccola è stata sottoposta a una cura di psicofarmaci per cui è necessario diminuire le dosi col tempo.Nel fine settimana Carmela torna a casa dove i genitori la accudiscono, dandole anche i farmaci. Fino a quella maledetta domenica: va in bagno per quello che sembra un gesto normale e invece si getta dal balcone, dal settimo piano.
Il processo agli stupratori
Oggi i suoi aguzzini sono ancora in attesa del primo grado di giudizio e nessuno di loro ha scontato un solo giorno di carcere. Il padre però chiede anche giustizia nei confronti di quelle istituzioni che hanno permesso agli stupratori di essere ancora a piede libero, con un’udienza fissata ogni sei mesi per i maggiorenni.Per i minorenni rei confessi, il giudice del tribunale dei minorenni di Taranto Laura Picaro stabilì nelle prime fasi del processo che fossero meritevoli della “messa in prova”. Per 18 mesi sono messi sotto osservazione: seguiranno un programma di rieducazione e offriranno assistenza agli anziani. Se faranno i bravi il dibattimento verrà cancellato.Nel corso del processo un avvocato difensore arrivò anche a definire Carmela “quella che ci stava”, come a voler giustificare lo scempio del suo assistito.Per questo Alfonso Frassanito ha deciso di rompere il muro del silenzio. “Perché anche Carmela é stata una figlia. Non solo Sarah“, scrive, riferendosi alla vicenda di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa ad Avetrana per il cui processo nello stesso tribunale a Taranto ci sono le luci di tutti i media. “Tutti i bambini hanno diritto alla loro vita, ad avere giustizia, sempre e comunque, non solo quando la città si trasforma in una piccola Hollywood per via del circo mediatico, ma soprattutto macabro, che si attiva solo quando si possono sfruttare gli aspetti morbosi di vicende a sfondo sessuale o da thriller“. Anche Carmela merita giustizia. Come tutte le vittime.

effetti collaterali della vita frenetica Repubblica TV Tutti i video » Raid notturni su Gaza, l'esplosione tra le case L’Huffington Post LARGO AI VECCHI Dietro nei sondaggi, Renzi corregge il tiro sulla rottamazione e strizza l'occhio agli over-60, propensi a votare Bersani (DIRETTA DALLA LEOPOLDA) Economia&Finanza RALLENTA L'USO DEI CONTANTI IN ITALIA +4% PER I PAGAMENTI "NO CASH" 2011 DenominazioneUltimo%Var FTSE MIB14855.79-2.02 DAX6950.53-1.32 DOW JONES INDUS. AVG12588.310.37 [Personalizza] Inchieste AIUTO, VIENE GIÙ LA SCUOLA ORA IN PUBBLICO LA SITUAZIONE Vertice sul voto al Quirinale Berlusconi all'attacco Continua I POTERI TOGHE Magistrati "fetenti" 24ORE AGI 10:44 Egitto: treno contro pullman, morti 47 bambini 10:41 Gaza: razzo ferisce 3 soldati israeliani a Eshkol Le altre notizie ←3→ TEMI Tensione Israele-Palestina Lo scandalo Petraeus Legge salva-Sallusti LEGGI 1 MESE GRATIS Repubblica + E Repubblica sera Repubblica Extra Servizio Clienti Mete Invernali Scopri il Natale nel Grande Nord La tua Repubblica.it Accedi alla tua pagina personale CALCIO Le notizie sempre aggiornate della tua squadra del cuore Scegli il team EDIZIONI LOCALI Seleziona la città per la cronaca locale di tuo interesse Scegli la città METEO Inserisci il comune di cui vuoi le previsioni meteo Scegli la città OROSCOPO Scegli un segno per iniziare ogni giorno con il tuo oroscopo Scegli un segno INCASSI "Hotel Transylvania" batte 007 Scegli la città o la provincia Solo la città Solo la provincia Scegli per film o per cinema Cerca TROVA RISTORANTICITYFAN Scegli la città Bari Bologna Firenze Genova Milano Napoli Palermo Parma Roma Torino Cerca Vicino a Cerca MAPPE Cerca TRAFFICO IN TEMPO REALE Segui il traffico in tempo reale La situazione in diretta su tutte le autostrade italiane SOLO CON REPUBBLICA + TABLET DA 199€ In più il quotidiano a soli 0,66€ al giorno ILMIOLIBRO LA RECENSIONE Tanto già lo sapevo di Loredana De Vitis Vai alle recensioni Cerca un libro, un autore o una recensione Cerca IL LIBRO Il saggio e il folle di Marco Gonnelli Pubblica il tuo libro CaseMotoriLavoroEnti Cerca una casa Vendita Affitto Casa Vacanza Regione Provincia Pubblica il tuo annuncio Cerca Artigiani per la casa STOP AI LADRI!! DA OGGI IL TUO IMPIANTO ANTIFURTO ANCHE A RATE DA 50 EURO AL MESE CON FORMULA "ALL INCLUSIVE" ASSISTENZA E MANUTENZIONE PER 2 ANNI Francesco De Gregori racconta "Sulla Strada" il nuovo album. Intervista e 4 brani in esclusiva su repubblica.it Quando il capolavoro è un affare La Guida Arte e Investimenti è online LIBRI E TEMPO LIBERO Libri DVD CD eBook Blu ray MP3 Libri inglesi Videogiochi Vinile INIZIATIVE EDITORIALI ZAGOR L'eroe in 50 volumi a colori UNA CERTA IDEA DI MONDO Il libro di Alessandro Baricco MAURIZIO POLLINI 10 CD in una collezione imperdibile di classici IL GIOVANE MONTALBANO La collana con i sei episodi della serie tv. Tutte le iniziative editoriali DOSSIER, SPECIALI Primarie Centrosinistra 2012 Elezioni USA 2012 Azienda Digitale Mostra del cinema di Venezia 2012 La Repubblica delle idee Elezioni amministrative 2012 Speciale elezioni 2012 Le battaglie No-Tav Giorgio Bocca 1920-2011 Teatro alla Scala, stagione 2011/2012 Pd, l'appello finale di Renzi diretta tv Di Pietro ai militanti: " Andate a votare Bersani o Vendola" Dalla Leopolda di Firenze l'ultimo assalto del sindaco. Con lui Baricco, don Mazzi, Giorgio Gori e il finanziere Serra. Nuova svolta dell'ex pm FOTO 1- 2 / SPECIALE Blog Matteo e le famiglie arcobaleno Brizzi firma lo spot Social / Grafico / Twitterometro #LOVOTOPERCHE' Scienza e ricerca Sei domande ai cinque candidati Clinton: "Una nuova terza via" dal corrispondente E. FRANCESCHINI CONDIVIDI Egitto, treno travolge uno scuolabus muoiono 47 bimbi e due adulti - mappa Il mezzo con a bordo una sessantina di piccoli tra i 4 e i 6 anni diretti in gita si è scontrato con un convoglio nella città del distretto di Assiut. Sembra che il passaggio a livello non fosse chiuso: il casellante si era addormentato CONDIVIDI Torino, infarto ma il Frecciarossa non si ferma Corre verso l'aereo e muore in pista a Ciampino Un uomo di 56 anni che si era sentito male poco dopo la stazione, viene fatto scendere solo a Rho e muore sull'ambulanza nel tragitto verso l'ospedale. All'aeroporto romano uno spagnolo muore dopo una corsa per prendere l'aereo



fonte  repubblica  online  del  17\11\2912


Un uomo di 56 anni che si era sentito male poco dopo la stazione, viene fatto scendere solo a Rho e muore sull'ambulanza nel tragitto verso l'ospedale. All'aeroporto romano uno spagnolo muore dopo una corsa per prendere l'aereo

16.11.12

Olbia.Il nonno Giuseppe Rossi: «Nessuna transazione da 30 euro e non ci pignorano il triciclo» Bimba tassata: il fisco blocca tutto Cancellata la cartella Equitalia notificata a un’orfana di 7 anni

si conclude  in gloria  la  vicenda  dell'orfana  di 7 anni tassata  da equi italia


da  l'unione  sarda del 16\11\2012


Olbia.Il nonno Giuseppe Rossi: «Nessuna transazione da 30 euro e non ci pignorano il triciclo»
Bimba tassata: il fisco blocca tutto . Cancellata la cartella Equitalia notificata a un’orfana di 7 anni 



Cartella annullata, tassa cancellata, e fisco in ripiegamento: l’azione di Equitalia ( per conto dell’Agenzia delle Entrate) contro un’orfana di sette anni è stata bloccata.Aveva ragione Giuseppe Rossi,  [foto  sotto ] nonno della piccola,figlia dell’operaio olbiese Franco Diana, vittima con due


fratelli di un pauroso incidente stradale nel maggio del 2008. I soldi chiesti alla  bambina e alla madre Veronica Rossi, non erano dovuti. Nei solleciti di pagamento arrivati alla giovane vedova, e poi alla
bimba, si fa riferimento alle tasse dovute sulla liquidazione pagata dopo la morte dell’operaio.L’Agenzia delle Entrate ha fatto marcia indietro: i conteggi, stando agli atti indirizzati nei giorni scorsi a Giuseppe Rossi, erano sbagliati. Così come non era corretta l’operazione che ha fatto andare su tutte le furie il pensionato savonese:  la notifica della cartella esattoriale alla nipote di sette anni.
Giuseppe Rossi non ha voglia di ritornare sulla polemica, ma conferma: «Si,in effetti abbiamo ricevuto una lettera firmata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate che ci dice due cose: i soldi chiesti a mia figlia con due cartelle esattoriali non sono dovuti e la somma già versata,saranno rimborsata. Ci hanno
mandato anche i moduli per chiudere la questione». Rossi sorride: «Siamo tranquilli, non ci pignorano più il triciclo e salta anche la transazione da 30 euro». L’esecuzione mobiliare sul giocattolo della  bambina è  solo un battuta, mentre la proposta di compromesso per mettere fine alla contesa,e stata fatta dal fisco e Rossi l’ha rispedita al mittente. Adesso l’Agenzia delle Entrate di Olbia ha veramente messo la parola  fine alla storia. Ancora Rossi: «Guardi, ovviamente non abbiamo protestato perchè ci
chiedevano 200 euro.Anche se abbiamo sempre ritenuto questa pretesa priva di presupposti. Il problema è il modo con il quale lo Stato si è rivolto alla mia famiglia, dopo la tragedia di Franco e dei suoi fratelli».
I fratelli Franco, Paolo e Mauro Diana, sono morti nel maggio del  2008 a causa di un incidente avvenuto nel primissimo tratto della Olbia - Sassari. L’utilitaria sulla quale viaggiavano i tre uomini venne travolta da un camion fuori controllo. Franco  Diana lavorava per conto di una società che si occupa di raccolta e smaltimento di rifiuti. Alla vedova  venne pagata  una striminzita liquidazione,
neanche 3 mila euro, ulteriormente alleggerita dalle tasse.Veronica Rossi, sola con la figlia di sette anni dopo la morte del marito, ha iniziato a ricevere i solleciti di pagamento dei balzelli sulla liquidazione.Alla seconda richiesta,venne risposto  picche. E così il fisco ha cercato la bambina.«Non paghiamo proprio niente»: aveva detto indignato nonno Giuseppe.Aveva ragione.

                                 Andrea Busia

14.11.12

la locomotiva ritorna a viaggiare

Qualche  giorno fa  mentre ascoltavo la radio ( è più  forte di me  non riesco  , se non raramente  a stare in silenzio e senza musica  tanto da essere assuefatto   a quella che nicola piovani chiama  non a torto  musica passiva  vedere nell' archivio   blog per  il mio post n merito   )  ho riascoltato  dopo  anni    , nonostante  abbia  il cd  e la cover  dei Gang  e  dei modena   ,  questa  canzone   di un altro paroliere    della canzone italiana


 ormai pronto al ritiro  come  Fossati .


Mi è ritornato  in mente  un articolo di repubblica  , ma non ricordo la data  . Ho provato a cercarlo in rete ma fretta ( dovevo andare dal dentista  ) e stanchezza  , mi sono fermato al  1  risultato .


Pensavamo di non sentirlo più fischiare. E invece, in tempi d’alta velocità e frecce ultrarapide, il vecchio treno a vapore riaccende i suoi fuochi.Grazie al recupero di vagoni storici e convogli di un secolo fa rimessi a nuovo, la memoria di questo storico mezzo torna a vivere e a far sentire il suo allegro fischio dal Piemonte alla Tosca-na, dalla Svizzera fino all'Europa dell’Est. Esperienza dal gusto rétro, riporta alla mente personaggi letterari, ombrellini parasole e valigie di cartone.
È un viaggio lento quello che si fa a bordo di un treno a vapore. Ma il bello è proprio lì. Nella possibilità di prendersela comoda. Per gustare i sapori intensi dell’autunno e visitare,con tutta la calma possibile, posti lontani dalla frenesia, pieni di fascino. La Ferrovia Retica unisce l’Italia alla Svizzera: inclusa tra i Patrimoni dell’Umanità dell'Unesco, parte da Tirano e porta a St. Moritz a bordo del Trenino Rosso, che valica il Bernina attraversando valli innevate. In Italia, il circuito delle Ferrovie Turistiche ha riabilitato itinerari d’antan che portano tra boschi, campagne, vigneti e  Borghi,s’inerpicano sulle montagne e attraversano fiumi. Si visita il Parco dell’Oglio, la Valle Calepio, ma anche il Parco dell’Uccellina in Maremma, il Parco Faunistico del Monte Labro e il Monte Amiata. Fino a metà dicembre ogni fine settimana si parte verso mete diverse, in Lombardia con il TrenoBlu e con il Treno Natura sulle colline  toscane toscane a caccia di feste, sagre e degustazioni. Tanti gli appuntamenti da raggiungere a bordo di un convoglio storico “slow”. A partire dalla ventisettesima Mostra Mercato del Tartufo  Bianco delle Crete Senesi, a San  Giovanni d’Asso (Siena) nei  due fine settimana del 10-11  (oggi e domani) e 17-18 novembre.

Ci saranno degustazioni  guidate alla scoperta di sapori e profumi per le vie del Borgo, cene al castello a tema tartufo e spettacoli di sbandieratori.
Dall’aperitivo al Museo del Tartufo al Premio Sapori Senesi alla proclamazione dei migliori pecorini locali. L’area tartufigena del Mabbione sarà terra di ricerca del prezioso “Diamante delle Crete”. E le varie botteghe d’arte e artigianato mostreranno le meraviglie del territorio. Per gli appassionati, si potrà anche approfondire con i tour golosi fra i paesaggi della provincia di Siena, alla scoperta dei  prodotti tipici. Il due dicembre,invece, Treno Natura parte alla volta di Seggiano, in Val D’Orcia, per la Festa Olearie, la tappa toscana di Girolio, la staffetta consacrata all’olio extra vergine d’oliva che fino al 22 dicembre toccherà ben diciotto città italiane. Seggiano, nel weekend dedicato a questa eccellenza italiana, offre un’agenda fitta di eventi, tra cui il convegno “L’olivo e il paesaggio”, la visita al Museo dell’Olio e il giro per gli stand e le cantine con esposizioni di prodotti lo-cali e assaggi di gusto. Le occasioni per scegliere la gita d’altri tempi a bordo della locomotiva a vapore sono tante.Dal vino Novello in Franciacorta ai mercatini di Natale sulle Alpi, la festa della castagna o la sagra del fungo porcino. Tutti in  carrozza quindi. Che il tuffo nel passato abbia inizio .

Aggiungo  alla  tappe   nell'articolo  sopra  anche  questa  Gallurese  .
 Ma  la  più nota  è  



La linea Arbatax-Mandas .   da http://www.trenino-verde.com/

La linea del Trenino Verde Che va Dalla stazione di Mandas ad Arbatax e La Linea Più Affascinante di Quelle Proposte Dalle Ferrovie della Sardegna. Si Tratta della Linea A scartamento Ridotto Più lunga d'Europa, lunga ben 159 km e attraversa Che Territori incontaminati, Dalla Barbagia all 'Ogliastra, Dalla montagna Fino al mare, con tante Stazioni Che Sono poste a 700 metri sul Oltre LIVELLO del mare. DOPO La partenza da Mandas la prima stazione di Che SI E Incontra Quella di Orroli, Dove si puo Visitare il Famoso nuraghe Arrubiu, e successivamente SI raggiunge la stazione di Nurri da colomba SI puo fácilmente raggiungere il lago del Flumendosa. DOPO la stazione di Villanova Tulo il paesaggio change radicalmente il Quanto SI Lascia il Sarcidano e ci SI ritrova Nella Barbagia di Seulo. Una Volta Superata la graziosa stazione di Esterzili la il paesaggio change nuovamente con Una Vegetazione Semper Più rada that porta all'altopiano di Sadali. La linea prosegue in salita e Finalmente SI Entra in Ogliastra con la prima stazione Che SI Incontra, Ovvero Quella di Seui . Da Seui inizia il Tratto Sicuramente più Bello dell'intera Tratta, con il Percorso Che SI si snoda un Più di 800 metri di ALTEZZA TRA ponti SOSPESI e Lunghe gallerie, attraverso le montagne del Gennargentu e nel bel mezzo del Parco dei Tacchi. Di Particolare Bellezza e intéressé e Il Tratto ferroviario in prossimita della stazione di Ussassai, con ONU ambiente naturale incontaminato circondato Dai Boschi Secolari di macchia mediterranea. Si E nel bel mezzo del parco dei tacchi, con le Sue conformazioni rocciose Che attraggono OGNI anno Migliaia di Turisti. La zona E Ricca di monumenti naturali also e monumento storico-archeologici arrivato nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas. Si Procede in quota Nel Più fitto verde d'Ogliastra e DOPO Essere passati per il paesaggio lunare della valle di Taccu Isara SI Arriva alla stazione di Gairo. Da qui Partiva ONU Altro ramo della ferrovia, smantellata Nel 1956, il Che collegava la stazione gairese con i paesi della Valle del Pardu, Osini e Ulassai Ovvero, Dove si trovava il capolinea. Attraversate More gallerie SI Arriva al Secondo Appuntamento con il Flumendosa, con attraversamento del lago Vicino alla stazione di Villagrande.Subito DOPO SI raggiunge la stazione di Arzana, ed Ecco il Che SI APRE Uno spettacolare panorama sul mare e sulla Costa ogliastrina. Si scende repentinamente verso la costa e SI Arriva alla stazione di Lanusei, capoluogo di provincia dell'Ogliastra Assieme a Tortolì. Una Volta sorpassata la graziosa stazione di Elini, Il Paese Più piccolo d'Ogliastra, SI Procede a Pianura verso Tortolì, il Più popoloso centro della zona e il Che SI attraversa interamente per raggiungere il capolinea di Arbatax, sul Molo di Cala Genovesi, di Fronte Alle Rocce Rosse.
 ulteriori informazioni per le altre tappe http://www.treninoverde.it/ .  un viaggio che ricorda il passato ma, con il sapore del presente























12.11.12

La terza puntata di Kubrick, una storia porno È online l'ultimo episodio della serie web che racconta una storia di sesso ma anche d'amore e di cinefilia

La terza puntata di Kubrick, una storia porno
finalmente  È online la terza e ultima puntata di Kubrick, una storia porno, una nuova serie tv italiana, per ora solo online. La potete guardare qui sotto (consiglio di allontanare i bambini e le nonne, e di usare le cuffie se siete al lavoro onde  ad  evitare  figure  di ....   tipo  questa 
perchè  c'e' il rischio  chi  non ha  allenamento  mentale  alle parodie   confonda  le  cose  )

Sul  http://www.ilpost.it trovate anche il primo e il secondo episodio se non li avete ancora visti e volete recuperarli, prima di vedere l’ultimo.
Esso  Viene programmato solo su internet (per il momento), in tre puntate, che, tutte insieme, compongono un lungo episodio pilota della durata totale di 40 minuti. Esso  ha  Secondo ilpost  : <<  La prima puntata è uscita l’8 ottobre ed è stata vista 247.000 volte circa, mentre la seconda è online dal 22 ottobre e ha fatto circa 104.000 visualizzazioni. >> ma per  avere  un giudizio  globale  bisogna  attendere  i dati  per  la    3  parte  . Comunque  è  una  buona  parodia ai film porno ,  e  SPOLLER   nella scena finale dove  a differenza  dei classici porno  a meravigliosi  per  il corpo ( in particolare il pene ) del  partner  è la  donna qui  è l'opposto  SPOLLER    . Un vero peccato che  gli autori, in mancanza  di  fondi  abbiano lasciato le  cose  a metà  ,. E' vero che senza   soldi e sponsor  ormai non si  canta nè messa nè bandiera rossa  , ma  potevano  continuare lo stesso  ,  e magari avere sucesso visto che le potenzialità  ci sono . Un po' di coraggio   no  ? 

quando l'ottimismo rovina tutto le dichiarazioni della Mantovani sulla ccsvi

Cara Nicoletta  
Nicoletta  mantovani  da www.repubblica .it
del 12\11\2012 
va bene che  sei vip  e hai  bisogno   di pubblicità   per  essere sempre  ala ribalta  e non essere dimenticata    in un mondo in cui l'informazione  è sempre  più veloce  , tanto  che  una news  data ora  fra  5\10 minuti   , se  non   si batte  il ferro  finché  è caldo, si   scompare  . Ma  ciò non dev'essere fatto  ,  credevo  lo sapessi visto  che hai lottato per  anni  a favore  del metodo Zamboni , creando  un forte rischio  di identificazione, nell'opinione pubblica, del problema Cssvi con la sclerosi multipla e di conseguenti facili entusiasmi su terapie "miracolose" hanno scatenato le polemiche che da sempre accompagnano il dibattito intorno al metodo sperimentato dal direttore del Centro malattie vascolari dell'università di Ferrara.
L'avere risolto  la  tua malattia  ( almeno  cosi  ti auguro  )  deve averti fatto  dimenticare   che   Lo stesso Paolo Zamboni, peraltro, anche in una recente intervista a repubblica, aveva messo in guardia rispetto alle speranze di soluzioni facili, ricordando che la Ccsvi è solo una delle possibili cause della sclerosi multipla, che non sempre è presente nei malati di sclerosi e che nella metà degli interventi mirati i casi di recidiva sfiorano comunque il 50%.
Quindi come  dice  la  repubblica online  d'oggi  :<< Davanti a un tema così delicato, la dichiarazione di Nicoletta Mantovani appare dunque un po' spiazzante persino rispetto alla prudenza dei medici che portano avanti il metodo di cura da lei seguito. >>
Ora   se   ci tieni alla  causa  e  non l'hai   opportunamente  calvalcata  ,  m'auguro  che  tenti di  gettare  acqua sul fuoco  a queste  tue dichiarazioni  . Altriementi  ha  ragione  stefania  calledda  ( http://www.stefaniacalledda.it/muliniavento ) quando  dice  


Vicenza - Ponte degli Angeli 11 Novembre 2012
Vicenza – Ponte degli Angeli 11 Novembre 2012

Giornata di M…: mi chiedo se sia peggio il Bacchiglione che esonda in più punti di Vicenza, con tanto di sirena in centro per l’evacuazione, lo stato di allarme cittadino, o la Mantovani che supera i limiti della decenza, vanificando un lavoro di anni per dare faticosamente un’informazione corretta, per costruire una certa credibilità, per riportare il dibattito a livello scientifico e non continuare a fare chiacchiere da bar sul tema della CCSVI. Il livello di conflittualità salirà, il lavoro dei ricercatori verrà turbato, il tutto a totale discapito dei pazienti.Mi sa che preferisco l’esondazione, ha fatto meno danni!


11.11.12

iL REGISTA (DELL’EROS) SPIEGA I PIACERI DI UN AMORE DURATO TUTTA LA VITA la vera trasgressione e' la fedeltà


 Leggo incuriosito questo articolo di repubblica  del  10\11\2012 \  di Guido  Andruetto   con sottofondo  de  Andreiano (  la  città vecchia  e bocca di rosa )  e   e lo consiglio  a le  donne (   e non  solo ) che  vedono  Tinto brass esclusivamente  come  uno sporcaccione  e  depravato , basandosi solo  su i suoi film   per  come  è    nei  suoi film   .
 Ma  prima   di passare  all'articolo  alcuni suggerimenti

Romanzi


  •   Il Museo dell’innocenza (Einaudi) di Orhan Pamuk  
  •  Quando lei era buona (Einaudi) di Philip Roth 
  •  La trama del matrimonio (Mondadori)di Jeffrey Eugenides 


film



Libri in libreria  

Come pensare (di più) il sesso  di Alain  de Botton (Guanda) 
Sinossi
è uno strumento per mettere a fuoco una questione fondamentale: se non esiste una “normalità”delle relazioni amorose e del desiderio, bisogna però ritrovare un punto  di vista oggettivo  e raggiungere
un equilibrio tra sentimenti e passione,tra avventura e impegno

Adesso  l'articolo



Nel rapporto con la donna amata lui è sempre stato fedele, «anzi fedelissimo», e continua a esserlo ancora, al di là delle apparenze e della finzione. Alla soglia degli ottant’anni, Tinto Brass accantona tutti gli artifici messi in campo per i suoi film, e lascia parlare l’uomo innamorato della vita,soprattutto della vita di coppia, «che può e deve durare a lungo», dice il regista. 
Il maestro del cinema erotico ( fra gli altri La chiave, Capriccio, Trasgredire e Fallo) e della trasgressione in technicolor, l’eterno provocatore che esordì alla regia negli anni Sessanta dirigendo alcuni lungometraggi prevalentemente incentrati su tematiche politico-sociali, sembra divertirsi molto,adesso, a scompaginare le carte e a riscrivere la propria storia, mettendone in luce quel lato che fino ad oggi era rimasto più in ombra: la fedeltà .
Una dimensione dell’amore con cui ho molta più confidenza di quanto si possa immaginare — racconta Brass, seduto nel
salotto della sua bella casa romana, dove vive in profonda simbiosi con il suo cinema, sommerso da faldoni di sceneggiature e scatoloni di foto di scena — perché se guardo alla mia vita, devo ammettere che in fondo sono un uomo che da sempre coltiva la vocazione della coppia. Sono stato legato a una sola donna per oltre cinquant’anni, fino alla sua morte:mia moglie Tinta è stata il motore della mia esistenza, il pozzo delle mie certezze, l’allucinogeno dei miei sogni, e anche il fiammifero della mia lussuria. Con lei il dovere coniugale è sempre stato un piacere, non l’abbiamo mai vissuto come un’imposizione».
L’unione fra il regista veneziano e la consorte Carla Cipriani detta “Tinta”, sorella del patron dell’Harry’s Bar, Arrigo Cipriani, è stata infatti il grande libro aperto da cui Brass ha estrapolato la sua idea attuale di coppia perfetta: «C’era tra noi uno straordinario rapporto di complicità — confessa — un’intesa che veniva alimentata continuamente dal desiderio.
Anche nella sfera sessuale ci divertivamo a spingere i nostri rapporti oltre ogni limite, e tra noi il sesso è comunque rimasto il legame più forte.
Perciò dico che se una relazione amorosa si costruisce su queste basi,può durare in eterno. Infatti la scomparsa di Tinta ha creato un vuoto immenso dentro di me e nella mia vita,mi è

Il futuro è ad aria compressa, nasce in Sardegna la tecno-auto. auto del futuro o bufala ?

raccattando in casa  i giornali vecchi  , per  prepararli per  la  raccolta  differenziata , sull'unione del 11 c.m   ho trovato questo  interessante  articolo  . Sperando che non sia  una delle  solite  bufale in particolare questa   denunciata  da  Paolo Attivissimo ( http://attivissimo.blogspot.it/ )   o bolle  di sapone


Il futuro è ad aria compressa, nasce in Sardegna la tecno-auto
di GIORGIO PISANO (  pisano@unionesarda.it )

Sembra un uovo ipertecnologico, un insetto marziano, un guscio per andare ventimila leghe sotto i mari. Non ha volante e neppure portiere, almeno quelle che siamo abituati a vedere. Non ha batteria e neanche un motore vero e proprio. Volendo, si ricarica a casa: basta avere a portata di mano una presa elettrica. A guardarlo, si resta sospesi: è la grande rivoluzione del futuro o un pio naufragio del XXI secolo?
Si chiama Airpod, foto , sotto  al centro  , sbagliato definirla automobile anche se può ospitare a bordo tre persone. Siccome pesa meno di quattrocento chili, è classificata quadriciclo. 

 Funziona ad aria compressa, come i carrelli delle miniere a fine '800. Rappresenta l'evoluzione di un'idea già nota che, per ragioni sulle quali è meglio non indagare, hanno preferito tenere in un cassetto mentre fiammeggiava all'orizzonte il motore a scoppio. Di qui a poco potrebbe cambiarci la vita.
Nata da un'idea di Guy Negré sviluppata da suo figlio Cyril (  foto  a sinistra ), Airpod sarà costruita in Sardegna e contemporaneamente nei pressi di Nizza. Si comincerà con assaggi sul mercato europeo (gli stabilimenti in Italia dovrebbero essere quattro in tutto) per poi passare ad una politica più aggressiva di vendita. Tutto dipende dalla risposta del mercato. E dalla capacità di opporsi di chi metterebbe volentieri in freezer un'iniziativa come questa.Di sicuro il professor Massimo Locci (  foto a destra ) , cagliaritano, 51 anni, due figli, sta facendo la scommessa della sua vita. Quando parla di Airpod s'illumina di speranza e pare trasformare la sua scrivania in un quartier generale d'alta ingegneria. Figlio di un ferroviere insegnante di elettronica in una scuola superiore, sta provando da sempre a fare l'imprenditore
. Ha cominciato con la riparazione dei piccoli elettrodomestici per mettersi in grande non appena è iniziato il boom del fotovoltaico. Titolare (assieme ad un socio) della Chip elettronica, è in squadra anche con un'altra azienda (Esolar). Quattordici i dipendenti e fatturato massimo di nove milioni. Senza scender dalla cattedra (continua ad insegnare ancora oggi), s'è impegnato a resistere quand'è cambiato il vento sulle energie alternative e si prepara adesso «a una conversione». Il nuovo mito, stavolta, è l'aria compressa, propulsore di un'automobilina che potrebbe imprimere una svolta clamorosa alla sua vita e a quella di molti altri.
Colpa di una passione che non poteva morire nelle aule scolastiche, Massimo Locci ha voluto incontrare Negré, discutere a lungo con lui della possibilità di passare dalle parole ai fatti. Airpod, che ha già ottenuto l'omologazione in Lussemburgo, viene utilizzata per il trasporto del personale nell'aeroporto di Amsterdam. «Mi chiedevo se si potesse fare un altro salto, trasformare questo quadriciclo in quelle che oggi si chiamano city-car, auto da città. Sì, si poteva, si può. Dunque ci proviamo».
Impossibile valutare il costo dell'operazione. «Vi ricordate quando il telefonino cellulare era un capriccio per pochi? Airpod, se la fortuna ci assiste, potrebbe avere lo stesso destino». Con quali conseguenze, quali reti di assistenza, quali prospettive nello smisurato ventaglio dell'offerta automobilistica? Ecco il senso di una grande sfida.

Pensate di sbaragliare il mercato?

«Visto che i sogni non sono tassati, rivendichiamo il diritto a sognare. Coi piedi per terra, però. Ipotizziamo che uno spazio di mercato ci sia. Esordiremo con autovetture leggere, l'importante è favorire un cambiamento di mentalità».

Cioè?

«Siamo abituati a portarci dietro una tonnellata d'automobile per spostare ottanta-cento chili, il peso medio di un passeggero. Tenuto conto della crisi che stiamo vivendo, forse è il caso di riflettere su questo aspetto».

I numeri dell'operazione?

«Partiremo in piccolo, aprendo una fabbrica che produrrà fra i mille e i duemila pezzi l'anno. Nel frattempo cercheremo di capire se il mercato accoglie volentieri la nostra piccola rivoluzione. In questo caso, i numeri si moltiplicheranno in misura sensibile con l'apertura di stabilimenti in altre tre regioni italiane».

Quando ha incontrato Negré?

«Tre anni fa, grazie ad un amico comune, ho potuto conoscerlo. Abbiamo pensato che i tempi per mettere in piedi una fabbrica fossero maturi. Negré è un personaggio-chiave: sua l'invenzione dell'Airpod, suo il brevetto».

Chi lo ha sostenuto?

«La Tata motors, gigante indiano del settore. Che ha svolto studi e sperimentazioni».

Come mai il brevetto non è stato venduto ai francesi?

«Negré non ha venduto e non intende vendere il brevetto. Anche perché sa molto bene che lo acquisterebbero per non fargli vedere la luce. A lui interessa altro: vuol vedere la “sua” macchina sulle strade, non diventare ricco».

Questo è un investimento da?

«Aprire la fabbrica in Sardegna costerà fra i cinque e i sei milioni di euro. Tuttavia la spesa sarà doppia perché puntiamo a fare in modo che gli impianti, proprio come l'Airpod, siano anch'essi ad emissioni zero. Il fabbisogno energetico per realizzare l'auto verrà da fonti rinnovabili».

Contributi pubblici?

«La Regione ha mostrato interesse. Sfruttiamo incentivi di legge. Opereremo a Ottana-Bolotana dove possediamo alcuni capannoni. Faremo base, insomma, in una piana industriale da dove sono fuggiti perfino i topi. Andiamo in controtendenza: porteremo acqua al deserto».

Dipendenti?

«Nella prima fase, saranno una trentina. Poi si vedrà».

Quando si parte?

«Nella primavera del 2013. Contiamo di mettere in piazza la prima auto alla fine dell'anno o al massimo agli inizi del 2014. A fine mese abbiamo l'ultimo incontro per definire nei dettagli la linea di produzione».

C'è fretta?

«Sì, perché il momento è ideale. Secondo noi si sente il bisogno di un'auto come la nostra. Bisogna cavalcare l'attimo».

Avete anche un'opzione nell'area industriale di Cagliari.

«Sì ma riguarda la fase 2. Se la partenza andrà bene, pensiamo di aprire in tempi rapidi un secondo stabilimento in quella che, speriamo, dovrebbe essere dichiarata nel frattempo zona franca. Lì costruiremo un nuovo modello di Airpod».

Quanti ne avete previsto?

«Quattro. L'Airpod tradizionale, tre posti. Poi c'è l'Airpod-baby, che si potrà guidare a quattordici anni, l'Airpod-family (quattro posti) e una versione cargo».

Come mai è stata scelta la Sardegna?

«Credo sia stato determinante l'incontro con Negré, che è un visionario. Io stesso sono considerato tale. Per fare questa operazione serve un pizzico di sana follia».

D'accordo ma la Sardegna? Qui si viene per rapinare fondi pubblici e scappare.

«La situazione, nel nostro caso, è molto diversa. Superando un vecchio tabù, siamo riusciti a consorziarci, ossia mettere insieme un gruppo di imprenditori che credono in questo progetto. Il tempo dirà se abbiamo ragione».

Negré ha affermato che la Sardegna è l'area ideale per questa innovazione .

«Esatto. Ha detto proprio così perché ci crede».

La Sardegna è area ideale solo per la miseria. O no?

«Negré si riferisce al fatto che, inizialmente, Airpod può essere utilizzata in campo turistico, cioè un'auto destinata ai vacanzieri».

Profilo del possibile acquirente?

«Airpod è l'ideale per un turista che, arrivando a Cagliari, voglia visitare liberamente la città. Pensiamo poi a chi vive nella cintura urbana, a chi ha bisogno di fare economia di spazi e di mezzi. Col prezzo della benzina che vola alle stelle, ecco una risposta concreta e pulita».

S'è già fatto sentire qualche politico per chiedere posti di lavoro?

«Per il momento, no. Comunque, non mi fa orrore una raccomandazione; mi fa orrore raccomandare qualcuno che non vale nulla».

Raccontano Negré sotto pressione perché non vada avanti.

«Certo. Sappiamo di trovare diffidenze e paletti che si alzeranno sempre di più. È inevitabile: stiamo proponendo un'auto a emissioni zero che costerà da sette fino a un massimo di diecimila euro nelle versioni più sofisticate».

Qual è l'autonomia di Airpod?

«Cento-centoventi chilometri, velocità massima ottanta km/h».

A chi dà fastidio questa macchina?

«Sicuramente, e tanto, al mondo del petrolio».

E alle grandi case automobilistiche.

«Potrebbe. Per il momento è una macchinetta di nicchia, per cui all'inizio il fastidio sarà quello di un moscerino. Se però questo moscerino va in giro e ronza sempre di più, allora diventerà un problema. L'importante è creare quello che gli americani chiamano appeal».

Vale a dire?

«I migliori passaparola dovranno essere gli acquirenti. Liberarsi per sempre dalla benzina, dal dover andare a un distributore, cambiare olio o batteria, li convincerà della bontà di un'auto che praticamente non ha costi di gestione. Credo sia una proposta rivoluzionaria».

E l'aria compressa?

«Si può ricaricare avendo a disposizione una presa di corrente. Un po' come si fa per qualunque auto elettrica».

Tempo?

«Quattro ore. Ma noi confidiamo in una distribuzione che garantisca il pieno in tre minuti. Costo, intorno a uno-due euro. Non solo: stiamo studiando, nella prima fase, un servizio di ricarica a domicilio. Pensiamo di creare siti di stoccaggio dell'area compressa (dopotutto, si tratta di bombole) per avere, quando occorre, il pieno in pochissimo tempo».

Standard di sicurezza?

«Sono legati alla tipologia del quadriciclo. Quello che andiamo a costruire, più leggero di quattro quintali, avrà i sistemi di routine previsti per questo genere di veicolo».

Niente volante, giusto?

«Airpod si guiderà con un joystick, e questo - secondo noi - sarà un grande richiamo per i giovani. Il joystick, una manopolina che somiglia a quelle della playstation, conquisterà anche i meno giovani perché è facile da usare. Solo la versione Airpod-family avrà un volante».

Altro?

«L'aria condizionata è compresa, anzi naturale visto che fa parte del motore della macchina. Sfruttando la decompressione, siamo riusciti anche a realizzare un piccolo frigobar. C'è infine un optional che ho suggerito io».

Sarebbe?

«Visto che l'auto emette aria a zero gradi, diventa facile, grazie ad un filtro, fare in modo che lo scappamento irrori aria profumata: chessò, al mirto o al timo. Quindi, oltre a non inquinare miglioriamo la qualità dell'aria».

Secondo lei, siamo di fronte a una svolta epocale.

«Senza dubbio. Questa tecnologia esiste dagli inizi dell'altro secolo ma è stata abbandonata per ragioni, come dire?, strategiche, industriali. È accaduto lo stesso coi motori elettrici, che esistevano dai primi del Novecento ma non si è mai portata avanti la ricerca».


Altra novità, niente concessionari.


«Vogliamo ridurre i costi al minimo e quindi evitiamo tutto quello che può appesantire il listino».

Carrozzeria in alluminio e vetroresina: garanzie?

«A parte la leggerezza, è l'equivalente di una qualunque city-car oggi presente sul mercato. L'aria compressa tra l'altro ci consente di mettere a punto airbag della migliore qualità».

Controindicazioni?

«Al momento non riusciamo a vederne. Eppoi, non sono la persona giusta a cui fare questa domanda. Io, queste macchine, devo venderle».


Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini

 Fin ora   credevo che il  trucco cioè il make  up femminile  (  ovviamente  non  sto  vietando  niente  ogni donna   è libera  di  fare  qu...