17.12.12

non sempre la chiesa discrimina i gay il caso di Arino

dalla mia amica di facebook leggo  questa news



 
  
L'omosessuale Arino: la chiesa mi accoglie per come sono.

[...] «Ogni volta che affermo di essere contro il matrimonio, contro l’adozione, gli attivisti LGBT mi indicano come reazionario, fascista e omofobo, che nel mio caso è paradossale! Al contrario, quelli che mi conoscono dicono: “E ‘fantastico quello che dici”, ma non osano fare il grande passo. Molti temono di perdere gli amici. Hanno paura a parlare». Ha poi proseguito l’omosessuale: «Un bambino ha bisogno di un padre e una madre»
qui il resto del'articolo   da  http://www.uccronline.it/

Calendar 4 dicembre, 2012

Abbiamo già parlato in precedenza delle numerosi voci contrarie alla legge che verrà varata dal governo Hollande tra un paio di mesi, che aprirebbe il matrimonio e l’adozione alle persone dello stesso sesso con relativa abolizione dei termini “mamma” e ”papà” per evitare presunte discriminazioni nei loro confronti
Tra i vari psicologi, giuristi e filosofi abbiamo citato anche l’omosessuale (e non credente) Xavier Bongibault, presidente dell’associazione Plus gay sans mariage, il quale ha affermato: «Il piano del governo è tutt’altro che unanime nella comunità gay. Contrariamente a quanto dicono i mezzi di comunicazione, la richiesta non viene dalla maggioranza degli omosessuali. La maggior parte non è interessata, ma l’influenza del movimento LGBT è tale che molti non osano dirlo». Una conferma, dunque, della violenza dell’intollerante lobby gay: «Ogni volta che affermo di essere contro il matrimonio, contro l’adozione, gli attivisti LGBT mi indicano come reazionario, fascista e omofobo, che nel mio caso è paradossale! Al contrario, quelli che mi conoscono dicono: “E ‘fantastico quello che dici”, ma non osano fare il grande passo. Molti temono di perdere gli amici. Hanno paura a parlare». Ha poi proseguito l’omosessuale: «Un bambino ha bisogno di un padre e una madre».Un’altra voce omosessuale importante che è tornata a far sentire la propria contrarietà è quella di Philippe Ariño, giovane docente di spagnolo e affermato saggista, il quale ha appena pubblicato il suo ultimo libro: L’Homosexualité en vérité . Intervistato da Famillechretienne , Ariño ha affermato: «Il desiderio omosessuale appare in contesti in cui la libertà umana è stata ridotta, o c’è stata una mancanza di incarnazione della personalità. In particolare nei casi in cui non vi era alcuna forza in termini di personalità, vale a dire, nelle fasi dell’adolescenza, quando siamo a corto di identità. Ma c’è anche un desiderio di fuggire da se stessi, una mancanza di libertà e la mancanza del riconoscimento delle differenze fondamentali dell’umanità, compresa la differenza sessuale».Parlando della posizione della Chiesa cattolica, il giovane omosessuale ha proseguito: «La Chiesa ha capito l’omosessualità. Davvero! Senza saperlo, sono gli stessi omosessuali a darle ragione perché associano, come dice la Bibbia, l’omosessualità ad una idolatria. La Chiesa cattolica mi riconosce innanzitutto come persona, e non mi chiede di negare l’esistenza del mio desiderio omosessuale, ma piuttosto di valorizzarlo offrendolo pienamente a Dio, che mi ha amato fin dall’inizio per quello che sono, con i miei punti di forza e di debolezza». Ha quindi biasimato coloro che «applaudono chi fa coming out e le coppie gay che pensano di non essere i benvenuti nella Chiesa!».Come Ariño, anche in Italia alcuni noti omosessuali cattolici hanno voluto smontare l’errata idea che vuole una Chiesa contro le persone omosessuali. Ad esempio, Nichi Vendola, leader di Sel, ha affermato: «E’ stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito. Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca». L’opinionista gay Alfonso Signorini, ha invece spiegato con maggior turbamento: «Essere cattolici e gay non è facile, non perché la chiesa non accolga i peccatori, Dio è accoglienza, è più mamma che papà. Ma è il fatto che ogni volta devi avere un confronto con il sacerdote che imbarazza sempre un po’» .Questa apertura da parte della Chiesa è nota a Crema, dove c’è una specifica pastorale per le persone omosessuali, lo stesso ha voluto a Cremona il vescovo mons. Dante Lafranconi, a Palermo è attivo un dialogo intenso, così come è stato quello tra il grande poeta omosessuale Giovanni Testori e il movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. A Torino il vescovo Nosiglia, ha chiaramente affermato: «Non c’è alcuna volontà di identificare l’omosessualità con una malattia da curare. La nostra Chiesa continua a perseguire un atteggiamento di incontro e accoglienza delle persone omosessuali, credenti e non, come finora si è fatto con frutto attraverso un tavolo di studio composto da due sacerdoti delegati dal Vescovo e alcuni rappresentanti di gruppi di credenti omosessuali». Negli USA è noto l’impegno del cardinale John O’Connor, arcivescovo di New York fino al 2000, nei confronti degli omosessuali malati di AIDS, ma anche nei Paesi meno sviluppati la Chiesa è una delle uniche autorità a difendere gli omosessuali, come accade ad esempio in Cile e in Uganda. Il motivo di questa doverosa accoglienza è stato ben specificato da mons. Juan José Asenjo, vescovo di Siviglia (Spagna), quando ha spiegato che gli omosessuali sono «figli di Dio, che la Chiesa li abbraccia e vuole accompagnarli. Sono figli di Dio e fratelli miei, devo amarli, il che non significa necessariamente che devo canonizzare le loro azioni, che secondo la dottrina della Chiesa hanno uno specifico carattere morale». Infatti, come affermato dal cardinal Ratzinger, quando era a capo della Congregazione per la dottrina della fede, «la Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali».Questo corrisponde all’invito del Catechismo della Chiesa cattolica che, mentre definisce gli atti di omosessualità come «intrinsecamente disordinati» chiede che le persone omosessuali siano accolte «conrispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione». Una prescrizione che sembra proprio essere rispettata, tanto che secondo un recente studio il 38% degli omosessuali frequenta abitualmente servizi liturgici (la stessa percentuale della popolazione cattolica generale).

 che fa capire come l'omosessualità non è , ma non tutti la capiscono , un qualcosa d'ideologico da usare a proprio vantaggio . E che all'interno de movimento LGT c'è anche chi come questo caso non è d'accordo con il matrimonio e l'adozione dei bambini . Insomma anche fra i Gay ci sono dei tabù e chi li smonta e  critica  quella  che ormai è diventata  ( ovviamente  senza  per  questo  condannare ,   eè lontano  da me  e voi tutti\e lo sapete  , attaccare  \  criminalizzare  gli omosessuali e  il movimento  LGT .In tempi come  questi   e vista la facilità  con cui si possono manomettere le parole   è  sempre meglio precisare ) viene emarginato e\o attaccato

il cinema l'arte più completa Cristopher Walken e Dennis Hopper



 Due attori Cristopher Walken e Dennis Hopper che dimostrano in un frame, quanto si possa essere performanti nella settima arte quella più completa, perché le comprende tutte: il cinema. Un grande momento di recitazione alta nel primo film scritto da Tarantino venduto a Tony Scott per soli 40 mila dollari, o meglio, venduto alla Miramax dei fratelli Harvstein: "True romance". Un bijoù da mettere in cassaforte. Per i cinefili e non, da vedere assolutamente. Buona domenica a todos.
Don Vincenzo uccide Clifford, il padre di Clarence, dopo che questo gli dice che i siciliani sono negri. http://scenamadre.blogspot.com/ Una vita al massimo ...

Antiche come le montagne



Victoria, Lauren, Dawn, Mary. Tenetele a mente. Non dimenticatele. Ripetetele in continuazione, come un mantra, anzi, come un Rosario. Ripetetele, con quei loro nomi evocativi e luminosi: Vittoria, Laura, Alba, Maria. Più semplici e antichi come le pietre. Loro, però, erano giovani e belle, e tali resteranno per sempre. Victoria, 27 anni, e Lauren, 30, erano insegnanti, Dawn ne aveva 47 ed era preside; Mary, 56 anni, svolgeva la sua professione sempre lì, all'interno di quella scuola, la Sandy Hook di Newtown dove, assieme a venti bambini, i "loro" bambini, hanno trovato la morte.
Sono state falciate dalla mitragliatrice di Adam Lanza, 20 anni, armato fino ai denti, che, prima di trasformarsi in Erode, era già stato matricida. Victoria è riuscita a mettere in salvo tutta la sua classe: poi è rimasta sola, sola davanti al Male. Ormai tutto era compiuto.
Come stridente anche quel nome, Newtown, dove invece si è consumato un olocausto arcaico, affondato nella notte dei tempi. Il sacrificio di donne e bambini in pasto al "dio delle armi", come correttamente l'ha denominato Vittorio Zucconi su "Repubblica"; in un Paese, gli Stati Uniti, dove l'assassino - sempre un maschio, annota ancora Zucconi, sempre bianco, "che impugna quel moltiplicatore della propria virilità" per trasformarlo "nel padrone della vita e della morte" - può acquistare un arsenale al supermercato, dove le lobby dell'industria di morte è in grado di determinare le fortune o le sconfitte d'un candidato alla Presidenza. Nulla di "inspiegabile" nel folle e sacrilego gesto, dunque, al contrario di quanto asserisce ipocritamente la stampa asservita e potentissima di quei luoghi.
Ma lasciamo ad altri le analisi psico-sociologiche della tragedia, ad altri le speculazioni sul delirio omicida (e suicida) d'un disgraziato. Di lui e dei suoi emuli (in Oklahoma, nelle stesse ore, un altro maschio bianco stava accingendosi a compiere una strage simile, fortunatamente bloccato in tempo) ci si deve certo occupare così come delle mani assassine che l'hanno armato, e di cui conosciamo bene l'identità. Non è però su di lui che devono accendersi i riflettori del cuore. Il male assoluto resta oscuro, materia vile. Resta niente. Chi splende, chi ha creato davvero una Città Nuova, sono quelle martiri: forse per loro, inconsapevolmente, venne intonato quel canto: "Cieli nuovi e terra nuova". La terra è ancor vecchia, invece; vecchia finché continuerà a prevalere la logica della forza, dell'asservimento, del predominio sull'essere umano, del denaro. Per ora, solo i cieli sono nuovi, e per questo le hanno accolte, tutt'e quattro, in alto, ed esse sono andate a irrorarli. Ma qui, qui hanno lasciato un corpo, un corpo d'intatto splendore, occhi aperti, fame di vita. Volevano vivere, e continuavano a farlo, normalmente, come tutti i martiri e le martiri. Non avevano "naturalmente coraggio" (A. Manzoni); avevano un senso. Quante volte, nei miei interventi, ho usato questa parola. Sì, senso, perché senza quest'ultimo la vita non è nemmeno esistenza. Non lo era, infatti, quella di Adam Lanza, che per motivare il suo nulla ha dovuto tramutarsi da dio alla rovescia, sfogando la sua inutilità sui suoi simili (sulle sue simili) che non sopportava fossero migliori di lui. Invidia d'un frustrato, d'uno sconfitto. Invidia d'un senzadio.
Victoria, Lauren, Dawn, Mary si sono date così, senza volerlo e senza saperlo, in modo del tutto irriflessivo perché spontaneo: il senso era diventato in loro una seconda natura. Erano insegnanti, erano madri: non nell'accezione corriva e sminuente conferita a questo sublime termine dalla vulgata maschile, non perché biologicamente avessero tutte partorito, ma per quell'empatia, per quell'identificazione dell'altro non come nemico, ma come Sé. Veramente hanno amato il loro prossimo come sé stesse, anzi di più.
Erano insegnanti. Lasciavano cioè un "sigillo"(tale l'etimologia del vocabolo) nei loro alunni e alunne. Erano educatrici. E-ducere, tirar fuori. Aprivano le giovani generazioni al mondo, al rispetto delle diversità. Portavano la speranza in quella "terra nuova" ancora impreparata ad accoglierle. La reazione del mondo ottuso e vecchio non si è fatta attendere. Il miracolo va spento sul nascere. Perché non ci si accorga che non è un evento straordinario, ma è, dovrebbe essere, la normale cifra delle nostre vite.
Ripetiamo insieme i nomi di quelle martiri. Ne scaturirà una forza di pace. Non lasciamole raggelare in foto che sbiadiranno. Non permettiamo che la loro luce, il senso della loro piena umanità venga annebbiato, sui media, sul web, soprattutto nelle nostre menti, da altre figure, immagini caricaturali di femmine incapaci di diventar donne, e a cui noi prestiamo, di solito, molta attenzione, foss'anche per esecrarle. Ringraziamo Dio per essere padre e madre e per averle create donne, per aver creato le donne. Ma chiediamo perdono, se perdono può esistere, per quest'ennesima blasfemia nei confronti della vita autentica.

16.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste puntata 9 i regali last minute

 Man mano che  faccio ricerche  per  la  guida  di quest'anno  mi vengono in mente   aggiornamenti sui  precedenti   post  .Ma  per  non tediare nessuno\a  n on tanto del blog  ma  anche  e soprattutto  dei contatti di  : twittewer , facebook ,  di plus.google.com  sui cui condivido  i post  , quindi  aggiungo  qui  come   come  nuova  puntata  .l'ulteriore  aggiornamento   della puntata regali  .
 Ma prima  d'iniziare , visto che siamo  sempre  più vicini ( mancano  9\8 giorni  ) a natale  , voglio farvi un  personale  regalo  . 


Per  chi  ha  tempo  , ma  è disorientato dalla pubblicità   ecco  alcuni consigli che  ho trovato in rete  e  posso essere  letti  da chi non avesse voglia  o tempo di  andare  a leggersi  le puntate precedenti  della  guida    di quest'anno riguardanti appunto i regali   ( I  II )  o  vuole  altre dritte  ecco  qui  un url  interessante


Ora  dopo  questa premessa   veniamo   invece all'argomento del post  ovvero   a chi  è last minute


Natale  è  ormai  è  alle  porte  e  a  volte   capita che   si facciano    (  a  volte  è successo  anche al   sottoscritto  )      regali   last minute  , per mancanza  di tempo  o  di  €  o perchè invitati o  a prendere un te  \  u caffè  o  a pranzo  o cena    d'amici o  amici  d'amici.
Come  non farsi fregare dalla fretta  e come  risolvere  tale  inconveniente ? 
La  risposta  alla prima  domanda  viene da  qui un buon url Per non farsi fregare .  Invece la   risposta  alla seconda  domanda   è  ..... alt  fermi  tutti , stavo dimenticando  il sito   http://bambino.donnamoderna.com/natale/regali-last-minute/  da cui  ho preso ispirazione  per il post  d'oggi  ....  semplicissimo  e talmente  ovvio  , ma spesso  le  soluzioni più  ovvie e strampalate  sono  ,  le migliori in caso di crisi  economica  e  d'idee .
Certo, ormai il Natale  praticamente non hai più scuse: con un click si compra e si invia qualsiasi cosa. Tuttavia, se sei una mamma o un papà indaffarato  (  e non solo  ) con il doppio  e triplo  lavoro  è per  accontentare tutti gli stravizi dei  figli ne  ho  già parlato qui  nel  post  crisi e sprechi    )  è più che possibile che ti sia sfuggito un parente o un amico dalla lista. Allora, come non non farsi  fregare   e\o rimediare?  ecco  alcune semplici mosse forse banali  ed ovvie  \  scontante  , fate voi , ma  che  a me  sono  state  utili  in più  occasioni  non  solo  nel last minute



l’edicola è un luogo sottovalutato (  almeno per il momento )  che  può essere usato  oltre  che  nel caso  del post  d'oggi   anche  se  si è  accorto  d'idee. Infatti le  edicole  stanno diventando sempre  più (  e pocoi  manca   che si fondano  o le superino  )

come  librerie e  negozi  di musica , e  quindi  puoi trovarci   , qualcosa  anche  di economico   come  libri  , film ,  cartoni  per  bambini  ,  serie  tv  . Tale  Inoltre se  hai molta confidenza  con l'edicolante  ( altrimenti   puoi sempre  fare  tu  a casa  il pacco e togliere l'adesivo con il   prezzo  )   chiedere  se   di farti vedere   nei  " rimasugli " cioè materiale  che sta restituendo indietro alla distribuzione o che  non può più restituire  e può mettere  di nuovo in vendita  e magari farti  fare  dopo averli tolti dall’imballaggio (occhio all'adesivo dell’offerta speciale) potrà persino farti una confezione regalo (in tal caso merita un vin brulé come regalo  smiley ).Oppure   sempre  in edicola , anche se secondo me  sono delle  ..... ovviamente  secondo me   poi  i gusti  sono  gusti   ,  dei cofanetti di trasmissioni tipo Clerici e  company  http://www.cofanetticheregalo.it/

Fai   da  te
Se sai  cucinare  o  hai la passione per  la cucina   cucinare, una bella scatola di biscotti natalizi o una torta in tema risolveranno velocemente il problema (ti mancano le formine? cerca tra i mille accessori del didò dei tuoi figli).
Non sai cucinare? Fiondati al supermercato o ai centri  commerciali . Infatti quest'ultimi  Oltre ad avere una sezione «edicola», molti super e iper sono forniti di reparti profumeria, reparti giocattolo, cesti pronti per l’occasione.


Preferisci regalare qualcosa di utile? Pantofole a volontà, allora. Colorate per i piccoli e classiche per lo zio. Ma se proprio non vuoi sbilanciarti, opta per un buono regalo. Lo consegnerai direttamente alla mamma, nel caso  dei pargoli, o lo confezionerai con una bustina natalizia (in casa ce ne sono solo di bianche? disegna palline rosse e verdi e il gioco è fatto). Oppure  se  te  la cavi con il bricolage o simili  puoi crearlo  da   da te (  ecco alcuni esempi di  fai da  te il primo oppure dei  guanti per i cellulari touchscreen  fatti   da  te  vedi qui  come   ) . Se  invece  oltre  ad essere  " esperto "  del fai da te  sei anche un tipo\a  ingegnoso  e poco schizzinoso   c'è la tecnica    '"upcycling" dove   i rifiuti sono intercettati prima che vengano gettati via e trasformati in maniera creativa in cose utili potete
trovare  in questo libro  ( foto a  destra  )  " e scoprirete come trasformare una valigia in un armadietto per bagno, vecchie riviste in uno sgabello e perfino come arredare un intero trilocale con mobili e oggetti costruiti con le vostre mani usando materiali di recupero insomma  delle proposte  carine  ed originali  e  le istruzioni  per  costruirle  a  costo  zero o con pochissimi euro  . qui e  qui ulteriori  dettagli \ news  sul  libro in questione e la  sua  autrice     . Se  non vi basta  ecco altri siti   sul fai da  te
1 ) regali fai da te tante idee per amicci\che e famiglia

Cestini  di natale    potete crearli voi  ecco come  : <<  (....)  
il “cesto natalizio fai da te” consente un notevole risparmio rispetto al prezzo che pagheremo comprandolo già confezionato, inoltre, le ceste già fatte sono, sì, più comode, ma quelle fai da te si adattano ai gusti di chi le riceverà, quindi saranno, sicuramente, più apprezzate.
C’è solo una cosa da non dimenticare: organizziamoci per tempo! Il primo step è pensare cosa vogliamo metterci dentro. Possiamo scegliere di fare un cesto dolce, un cesto salato o uno misto (che è quello più gradito).Pensiamo alla famiglia che lo riceverà e scegliamo anche, in relazione a questo, le quantità. Se regaliamo il cesto alla zia single, è inutile metterci un pandoro grande o un salame grande, è molto più intelligente ridurre le dimensioni e preferire la varietà. Se lo regaliamo ad una famiglia di cinque persone, scegliamo le quantità adatte, tipo 500 g di pasta, un salame grande… e così via…




Per scegliere cosa mettere nel cesto, possiamo dare spazio alla fantasia, immancabile il panettone o il pandoro (da scegliere in base ai gusti), una bottiglia di spumante, il tradizionale cotechino e le lenticchie, il torrone, la frutta ed i fichi secchi. Possiamo continuare sulla scia dolciastra mettendo i marron glassè, gli amaretti, i cioccolatini, barrette di cioccolato, vasetti di marmellata… oppure seguire la via del salato e mettere salame, taralli, speck, forme di formaggio (parmigiano, auricchio), caffè, olio, zucchero, aceto balsamico, antipasti e contorni sottolio  la pasta fresca, una bella bottiglia di vino dolce o da tavola. Se ne siamo capaci, possiamo preparare qualcosa noi, una torta al miele, un vasetto di marmellata, la pasta fresca.
Insomma, la scelta è davvero tanta! Occhio, però all'acquisto dei prodotti, consultate i volantini degli sconti e delle offerte che ci sono dei supermercati e selezionate i prodotti da acquistare in offerta !
Se il cesto è indirizzato a persone che vivono fuori, sarebbe carino riempirlo con prodotti tipici della loro terra, una coppia di napoletani che vivono a Bologna, gradirebbe molto un cesto con i prodotti tipici campani, come due siciliani che vivono a Milano gradirebbero un cesto con prodotti tipici siculi. Lo stesso discorso vale se abbiamo un amico di un’altra città, magari conosciuto in vacanza, sarebbe bello inviargli un cesto con i prodotti tipici della nostra terra.(....  continua  in questo  post di  http://lotto-mery5-e-claufont.forumfree.it/ con  altri  suggerimenti  e su come  farvelo  da  soli  )  
Se nel caso decideste  di comprarlo online   ecco qui  un buon sito http://www.italianfooddirect.it  con dei  buoni prodotti biologici oppure potete provare quest'altro  http://www.regalifacili.it in particolare  la sezione  cesti di natale  che  contiene  anche dei buoni link di negozi  online specializzati in cestini natalizi  
Un consiglio  , però   evitate  se  è possibile  d'abbondare nel contenuto  perchè a natale  si  è già carichi di  cibi  in abbondanza  a meno che  ... decidiate  di regalare , possono  sempre risultare utili dopo  le  grandi mangiate  fra  una  festa  e l'altra  , pacchi  di natale  " dietetici "  Ecco cosa metterci   : <<   tisane: ottime per disintossicarsi dopo le i pasti succulenti delle feste. Ti consiglio quelle a base di Tarassaco e ribes rosso per facilitare il drenaggio dei liquidi, quelle al finocchio per ridurre i gas intestinali e migliorare la motilità intestinale o quelle all'anice e liquirizia con proprietà digestive.Insieme alle tisane ho inserito le confetture di marmellata bio alle arance e ai frutti di bosco per deliziare la colazione, spalmate su due fette biscottate.
marmellata di arance
marmellata di arance










In altri cesti ho optato per il miele al posto della marmellata, che per le sue proprietà nutritive protegge e disintossica il fegato. 

frutta secca
frutta  secca 

Immancabile in un cesto che ha lo scopo di disintossicare è il thè verde, ottimo alleato nell'eliminazione delle tossine e infine un sacchetto di frutta secca, che è ricca di omega 3 e una tavoletta di cioccolato fondente! >> ( da  http://www.bigodino.it/benessere/  ) 

Fiori e piante  .  un ottimo regalo  . Ma non limnitatevi  solo  alle classiche   stelle  di natale  o  i  ciclamini i rossi  in quanto  essi  posso essere  visto  la  loro  durata  ( il  ciclamino  fino ad  aprile\ maggio  e  l'Euphorbia pulcherrima nota meglio    come  Stella di Natale  (  foto  a  sinistra  )  
 tutto l'anno    essendo  una pianta   acclimatata    inverno \ prima primavera si tiene  al  caldo  dentro casa  davanti calorifero  e  primavera\  d'estate  fuori   in pieno sole   e poi  di nuovo  in autunno  al caldo (  qui ulteriori news su co,e  curarla   )  .  Molti fiorai offrono la possibilità  la  possibilità di richiedere composizioni personalizzabili  ( nel video sotto un esempio   qui  un esempio ) ed  anche  molto carine  e belle 







Se  sei pigro   c'è il web li  si possono scegliere offerte scontatissime , perchè ormai è natale e  trovi  offertissime  o  addirittura  gente  che mette ebay i regali non graditi    che ha ricevuto  .
Potrai scegliere buoni regalo, app per smartphone e tablet, cd, libri (non dimentichiamo gli eBook). Come? Tuo zio colleziona solo modellini di aereoplani? Fiondati su eBay, prenota l’oggetto e poi avvisa lo zio che è in arrivo una sorpresa per lui da molto lontano e quindi ci metterà qualche giorno in più. Devi solo  cercare  un cartoncino, dei colori, una poesia di natale e realizza piccole cornici decorative con le impronte delle loro manine, i piccoli pollici, le foto di famiglia. Otterrai occhi lucidi e tanta gratitudine.
Oppure    se  non sei  creativo  , non sai

quando i giudici rovinano la gente Travolti negli anni Novanta dall’incredibile caso (falso) dei “satanisti pedofili” del Modenese, i coniugi Covezzi




  Nel 1997, la caccia al pedofilo ha raggiunto il suo culmine. I casi di pedofilia sembrano estendersi su tutto il continente europeo. In Italia, le denunce di abusi arrivano a superare del 60 per cento quelle dell’anno precedente. Da un giorno all’altro, chiunque abbia a che fare coi bambini potrebbe diventare un presunto colpevole. Le denunce colpiscono genitori, insegnanti, suore, preti e volontari. I media traboccano di storie dell’orrore: minorenni abusati, torturati, commerciati. Si sparge la voce dell’esistenza di sette di pedofili che occultano la propria esistenza nella normalità, persone apparentemente “amabili” e “per bene”, in realtà mostri che calano la maschera soltanto davanti alle proprie vittime, tenendo tutti all’oscuro. Medici e magistrati vengono chiamati a discutere dei presunti crimini. «I bambini non mentono mai», «il pedofilo è un insospettabile», «la maggior parte degli abusi avviene in famiglia», affermazioni ripetute ossessivamente sui giornali e in televisione. I dati statistici messi a disposizione del pubblico, a volte da associazioni implicate direttamente nel business degli affidamenti, delle consulenze e delle perizie, si fondano sulle denunce. Non c’è alcuna casistica sulle sentenze definitive. Un disegno, un problema psicologico, diventano l’indizio di un abuso. Chi osa parlare di “falsi abusi” è un negazionista. Il sospetto è  consuetudine, entra nelle procure, nei tribunali, contamina la ragione. In questo clima nasce una vicenda processuale su cui la giustizia italiana non è ancora riuscita a porre il sigillo della definitività.
RACCONTI HORROR. Assolti nel 2010 per fatti risalenti al 1997-1998, stanno ancora aspettando l’udienza del secondo processo d’appello, i coniugi Delfino Covezzi e Lorena Morselli di Massa Finalese (Mo). Uno degli ultimi strascichi di un’Italia che a fine anni Novanta affondava nella melma dei sospetti, dei processi spettacolo, delle accuse di testimoni “attendibili per definizione”, di presunti colpevoli che dovevano dimostrare la propria innocenza, di quelle che gli avvocati definirebbero “perizie per corrispondenza”. Il caso inizia con due testimonianze raccolte dagli psicologi dell’Ausl di Mirandola, affiliata al Cismai (vedi box). Si tratta di due bambini seguiti da anni dai servizi sociali. Nel 1997, vengono prelevati e trattenuti lontano dalle famiglie. Dopo qualche mese, sulla base di colloqui dei quali non vengono conservati né appunti né videoregistrazioni, i servizi sociali dell’Ausl coordinati dall’ex seminarista Marcello Burgoni, danno motivazione degli allontanamenti. C’è un’accusa che hanno deciso di prendere sul serio. «Durante queste messe nel cimitero, i grandi ci hanno fatto lanciare in aria dei bambini che poi ricadevano per terra e forse morivano». I piccoli testimoni raccontano di una storia e di personaggi che sembrano maschere e canovaccio prodotti dall’isterismo collettivo di quegli anni: una banda di persone amabili e perbene che si riunisce al cimitero per compiere atti satanici e orgiastici con la partecipazione dei bambini, all’oscuro dell’intera comunità, per trarne profitto. C’è il prete, don Giorgio Govoni, che conduce i riti e si sbarazza dei corpi, dopo averli trasportati nel pulmino parrocchiale, gettandoli in un fiume, c’è il fotografo che si occupa di filmare e smerciare le riprese, ci sono le famiglie povere del paese che fanno da fornitori di bambini in cambio di denaro e utilità varie. Nonostante la logica serrata con cui si dà credito a questa storia, “suffragata” dagli opinionisti chia mati a commentarla, il paese, che conosce gli indagati, rimane incredulo. Vengono lanciate petizioni. Si chiede l’aiuto alla politica.
GLI APPELLI FINITI NEL VUOTO. Autunno 1998. A sirene spiegate, l’alba di un giorno di novembre, la polizia irrompe nella casa e nella vita della famiglia Covezzi. Non è chiaro perché i quattro figli devono essere presi in custodia dai servizi sociali. I fratelli vengono portati su una volante e poi divisi fra istituti e famiglie differenti. I genitori non sanno né dove sono né come stanno. Non li rivedranno mai più. L’accusa, si scoprirà, è “mancata vigilanza”. Valeria, Enrico, Paolo e Agnese infatti sarebbero stati presenti durante i riti notturni dei satanisti guidati da don Govoni. Il crimine della coppia è lo stesso che avrebbe potuto colpire tutto il paese: non essersi accorta di nulla. Una settimana dopo l’allontanamento dei figli, i Covezzi inoltrano un reclamo alla Corte d’appello di Reggio Emilia. Il pm chiama come consulenti il medico legale Maurizio Bruni e la ginecologa Cristina Maggioni, i quali, con le loro perizie, accertano le violenze subìte dai fratelli: nel corso di questi riti al cimitero la sorella maggiore sarebbe stata abusata centinaia di volte. Nessun perito della parte civile è ammesso alla visita. Il tribunale d’appello, un mese dopo, rifiuta il ricorso dei Covezzi dichiarando i provvedimenti del Tribunale dei minori inoppugnabili in quanto «provvisori e urgenti». Il Tribunale dei minori continua a varare provvedimenti “provvisori” per mesi, impedendo così qualsiasi ricorso ai genitori Covezzi, anche se l’accusa di mancata vigilanza non può motivarli. In questo periodo, i Covezzi devono recarsi all’Ausl per colloqui, senza avvocati e senza psicologi. I figli continuano a essere interrogati dalla psicologa Valeria Donati e da altri funzionari dell’Ausl di Mirandola. Né degli interrogatori dei bambini, né degli interrogatori dei genitori, durati quattro mesi, sarà registrato qualcosa. Gli appunti andranno “perduti”.
LIMITE DI TEMPO. Non ottenendo udienza dall’autorità giudiziaria, i coniugi si rivolgono ai politici. Sostenuti dai compaesani di Massa Finalese, firmano una petizione. Dopo quattro mesi dalla presa in custodia dei fratelli Covezzi, il ministero della Giustizia, sollecitato dai parlamentari Carlo Giovanardi e Aurelio Cortelloni, pone a una settimana il termine di tempo in cui il Tribunale dei minori deve dare definitivamente risposta alla famiglia e ai loro figli. Lo stesso giorno, la sorella più grande, piangendo, dopo un colloquio con la psicologa Valeria Donati riferisce all’affidatario, che lo riferisce al magistrato, di essere stata abusata dal padre, in presenza della madre, che assisteva indifferente. Il giorno della scadenza dell’ultimatum del ministero i genitori Covezzi vengono raggiunti da un avviso di garanzia. Il ministero può dunque evadere le interrogazioni parlamentari e ritirare l’ultimatum, dichiarando che si tratta di un’indagine regolare.
LA BAMBINA ABUSATA È VERGINE. Primavera 1999. Sono passati  centocinquanta giorni dall’allontanamento forzato dei fratelli Covezzi. Un perito del Tribunale dei minori è chiamato ad  accertare la capacità genitoriale dei due coniugi. Lo psicologo, dichiarando che non sono autosufficienti l’una senza l’altro, concluderà che hanno delle «personalità abusanti ». La moglie di Covezzi, incinta, decide di fuggire. Non in Sudamerica: in Francia. Il marito resta in Italia. Ancora oggi vivono separati e autosufficienti. E il bambino non è stato preso in custodia dalle autorità francesi. Secondo i ginecologi incaricati dai Covezzi, quella di Cristina Maggioni e Maurizio Bruni è una perizia inadeguata: «Non è neppure stato impiegato l’elementare, ma fondamentale, presupposto tecnico di qualsivoglia ricognizione fotografica raccolta a scopo medico legale e cioè l’inserimento di una scala metrica nel contesto del campo ripreso. Risulta inaccettabilmente assente l’inquadramento anamnestico. Traspare dalla relazione dei due consulenti un’impostazione pregiudiziale dell’approccio alla perizia risultando in modo chiaro, il dato per scontato dell’abuso ancor prima della vista». La perizia è sommaria. Le conclusioni errate: la bambina abusata centinaia di volte è vergine. Le affermazioni dei periti del pm, secondo i ginecologi, sono «destituite di qualsiasi fondamento medico-biologico». Una conclusione che sarà confermata qualche mese dopo dal medico incaricato dal gip di visitare tutti i fratelli. Il pm della Procura di Modena, Andrea Claudiani, parlerà di normali scambi di vedute fra periti. Un anno dopo l’allontanamento dai genitori, i bambini più grandi vedono mamma e papà ovunque. Ma sono solo fantasticherie. I genitori, preoccupati, chiedono al Tribunale dei minori di nominare un neuropsichiatra infantile per verificare lo stato di salute psichica dei propri figli. Il Tribunale non lo concede. La bambina grande, quella che per prima ha parlato di abusi dei genitori, va male con gli studi. Confessa a Valeria Donati di essere stata violentata negli ultimi due mesi dagli zii e dal nonno Morselli, nel boschetto adiacente a scuola, prima di prendere l’autobus, con una frasca di quaranta centimetri. Da questa accusa i Morselli sono stati tutti assolti nel 2012. Si accerterà infatti che il boschetto non esiste, che la bambina usciva insieme agli altri alunni, che lo scuolabus era guidato dal suo affidatario, che gli zii e il nonno abitavano a ottantacinque  chilometri di distanza e che nei giorni delle violenze non potevano essere presenti. Ma, allora, i Morselli sono arrestati. La bambina violentata per mesi, l’ultima volta appena due settimane prima, non viene portata in pronto soccorso. Il pm Claudiani non chiede alcuna perizia, perché, gli rivela la ginecologa Maggioni, i segni di violenza, a una distanza di due settimane, «scompaiono».
SIAMO TUTTI POTENZIALI ORCHI. Primavera 2000. Dopo un anno e mezzo, per la prima volta la magistratura visiona un’anamnesi delle bambine. In un anno e mezzo, medici, psicologi, magistrati, non hanno mai verificato la cartella clinica delle presunte vittime di abusi. Si scopre che non esiste alcuna  namnesi sulle relazioni interpersonali dei minori coinvolti nel caso. Inoltre nessuno aveva interrogato i conoscenti delle bambine, i maestri, i pediatri di famiglia, i catechisti. Il gip chiede conto agli psicologi delle discrepanze fra le indagini psicologiche e quelle mediche. Se la bambina è ancora vergine, chiede, avrebbero potuto cambiare idea sugli abusi? «Facciamo veramente fatica a rispondere», dicono quegli stessi psicologi che, su una rivista specializzata, dichiareranno che chiunque difenda dei presunti innocenti accusati di pedofilia potrebbe «colludere involontariamente con essi», violentando «a propria volta i bambini». Tutti i periti che hanno confutato le tesi di Cristina Maggioni e Maurizio Bruni non sono stati richiamati. Nella  requisitoria, il pm si è dimenticato di citare il perito del gip che confutava le perizie dei suoi consulenti. Il quadro completo delle accuse lo ha fornito Cristina Roccia, psicologa che, come la maggior parte dei periti di questo processo chiamati da tribunali e procure, come la stessa Ausl di Mirandola, ruota attorno alla galassia Cismai. Roccia, dopo aver apprezzato l’aspetto psicologico delle perizie della ginecologa-psicologa Maggioni, individua nella «serietà» dello sguardo della madre Lorena (di cui uno dei bambini le aveva fatto cenno) il modo «inquietante» con cui avrebbe «fissato» durante le udienze i terrorizzati periti dell’accusa. Uno sguardo che suscitava «paura e inquietudine». Nel 2002, il processo di primo grado si conclude con una condanna per entrambi i coniugi Covezzi a 12 anni. Le accuse, secondo il Tribunale di Modena, sono «ontologicamente possibili ». Gli avvocati che avevano denunciato le irregolarità delle perizie e la violazione del codice di procedura penale, individuando atti ricopiati da un altro procedimento, e il mancato coinvolgimento della difesa, rimangono inascoltati.
L’ASSOLUZIONE NON BASTA. Devono passare altri otto anni – e un verdetto della Corte Europea, che sulla violazione dei diritti alla difesa dava ragione ai Covezzi – prima che i giudici di appello riconoscano il mancato coinvolgimento dei periti dei coniugi, ribaltando la sentenza di condanna di primo grado e decretando la nullità delle perizie psico-diagnostiche prodotte dall’accusa. La Cassazione, nel 2011, un anno dopo la sentenza d’assoluzione, ordina il rifacimento del processo. Dopo dodici anni, i Covezzi stanno ancora aspettando la prima udienza di un nuovo procedimento d’appello.

15.12.12

Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello

Leggendo    su  http://www.nocensura.com   di  venerdì 14 dicembre 2012 15:54
questo  articolo  




Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello . bimbe incise: «In patria sarebbero state discriminate». Furono i primi ad essere condannati grazie alla nuova legge, sentenza ribaltata in Appello 


Di Laura Tedesco

VERONA — A marzo del 2006, quando deflagrò il caso, a Verona venne per la prima volta in Italia applicata l'allora neonata legge anti-infibulazione, quel dettato normativo che aveva riscosso il plauso di tutte le forze parlamentari e che prevede la severa punizione per le mutilazioni genitali, in primis agli organi femminili. A distanza di sei anni dalla doppia denuncia dei genitori di due bambine e due anni dopo la loro condanna in primo grado su decisione del giudice Raffaele Ferraro, entrambi sono stati assolti dalla seconda sezione della Corte d’appello di Venezia. Un verdetto clamoroso, che ribalta le sentenze pronunciate dalla magistratura scaligera nell’aprile del 2010 e che, di fatto, «azzera» gli otto e i quattro mesi che all’epoca erano stati rispettivamente inflitti al papà di una delle due bimbe e alla mamma della seconda.
Difesi sin dall’inizio di questa vicenda dagli avvocati Valentina Lombardo ed Elisa Lorenzetto, i genitori delle piccole sono stati assolti da ogni accusa con formula piena, «perché il fatto - hanno decretato i magistrati lagunari - non costituisce reato ». E così, alla fine, a uscire «mutilata» dal processo di secondo grado, è stata proprio la mega inchiesta che aveva visto la prima applicazione in Italia delle norme anti-infibulazione. Per conoscere nei dettagli le motivazioni dei giudici di Venezia bisognerà attendere il loro deposito previsto tra novanta giorni; nel frattempo, comunque, è la stessa difesa a sottolineare come «l’assoluzione dei genitori delle bambine » sia stata «pronunciata sotto il profilo soggettivo» e come sia stato lo stesso procuratore generale, a coronamento della propria requisitoria, a sollecitare una sentenza di «non colpevolezza» sia per il padre che per la madre delle due piccole. «Da parte nostra - precisano gli avvocati Lombardo e Lorenzetto - abbiamo sempre sostenuto che non si è trattato di infibulazione e che, invece, era stata praticata solo una piccola incisione che, come accertato dai nostri consulenti, non pregiudicherà lo sviluppo sessuale con la crescita».
Secondo i legali, dunque, «non ci fu una mutilazione, una menomazione o un atto violento», bensì - al contrario «un’incisione minimale», di pochi millimetri, praticata agli organi genitali femminili. Una tradizione di lunga data, capillarmente diffusa in alcune zone della Nigeria e, in particolare, tra la tribù dei Bini. Ed è proprio da quest’ultima che provenivano i genitori al centro dell’intera vicenda: «È una pratica antica e già in primo grado, nel corso delle udienze, avevamo dimostrato che, nella tribù dei Bini, se una bimba non ha subito questo intervento viene discriminata». Ed è proprio per questo motivo che, per esempio, la madre di una delle piccole avrebbe ceduto alle pressioni dei parenti. «I testimoni hanno raccontato come dall’Africa insistessero affinché lei trovasse il modo di far operare la figlioletta e lei, alla fine, ha dovuto cedere alle insistenze dei familiari rimasti in patria». Una circostanza confermata anche dal cognato della donna, che la ospitò nel 2006, per circa sei mesi: «Era incinta, e spesso parlava con suo marito al telefono. Lui le diceva che avrebbe dovuto far operare la bimba, quando sarebbe nata. Ma lei non voleva, era contraria. Lui però insisteva ». Obbedirgli, le costò prima la denuncia e poi la condanna. Con il verdetto , però, la Corte d’appello ha riscritto questa storia da capo.


fonte  http://corrieredelveneto.corriere.it/verona del  24\11\2012 



oltre a rimanere basito , attendo di leggere le motivazione , per l'assoluzione ( al limite li si poteva dare le attenuanti visto il contesto culturale e psicologico in cui essa è stata fatta ) affermo anzi riaffermo in quanto ne avevo già parlato in questo post nel lontano 2007 sempre sul ex ( ora divenuto questo dopo la chiusura di splinder ) blog della barbarie di tale usanza .


 Io  rispetto  tutti i culti  \  religioni  diverse  dalle mie  però  certe  cose  sia  che siano praticante  da il nord  o il sud  del mondo   , come nel caso  dell'infibulazione (  trovate  nei link    ulteriori dettagli ed  approfondimenti  e la  foto al centro  mi  perdonino i deboli di stomaco e  i puritani , che  posso pure     saltare   tale  foto    e guardare  solo quella  a  sinistra  che  più  soft  ma non meno   crudele  , ma  spesso   certi shock sono utili \  finalizzati a   far  capire   tali aberrazioni  molto  più di mille parole    )





Essa è un dramma per le bambine ( anche se recentemente il fenomeno sta diminuendo come dice questo articolo de il velino ) se  lo porteranno dietro  per   il resto della loro vita  . Infatti una  donna infibulata può' impiegare anche venti minuti per far pipì, che esce goccia dopo goccia
E' facile morire di setticemie dovuta alle conseguenze dell'infibulazione, specie nelle regioni tribali dove le condizioni igieniche sono spesso inesistenti.

Purtroppo avviene ancora nelle società più arretrate ma  non solo  . Alcuni ritengono che sia una pratica islamica, altri che viene dalle culture più "arretrate" antecedenti all'islam  e poi fatta propria   \  tollerata dallo  stesso islam                                                                                                   Ora  qualunque    sia  la  sua origine  essa  è frutto di ignoranza, pregiudizi, maschilismo, sottomissione passiva   o  attiva  ho visto  via  web   alcune immagini  di  donne  che  lo facevano fare  alle  proprie  figlie  sorridere come mostra  anche questo  video 
 È una cultura , accusatemi pure   di razzismo e  d'intolleranza  , ma   certa cultura   da qualunque parte  provenga che poggia su basi false, disoneste e, soprattutto, disumane che va sradicata , combattuta   e   non tollerata  perchè << (....)  la  disciplina " va imposta  con discernimento . Ogni decisione  di comando va misurata  con le conseguenze  che comporta   (..... ) >>  ( da il  terzo numero , è  in edicola  , di  Le  storie  " La Rivolta dei Sepoy  "di  Giuseppe De Nardo - Bruno   Brindisi pagina  49 ) 
Per  chi volesse  approfondire  tale  argomento  ecco  altri url 









14.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste puntata 8 pranzi o cene di natale in famiglia


ispirazione  da  http://www.bianconatale.com/natale-in-famiglia/

Il natale  è certamente una festività a carattere religioso , ma è anche una ricorrenza speciale laica   da trascorrere in famiglia , soprattutto  in periodo  di crisi   ( vedere  post  precedenti 1 2 ) per rivedere i propri cari dopo molto tempo e, senza alcuno stress quotidiano, trovare il tempo di raccontarsi le ultime novità, giocare a tombola o a carte o, ancora, cucinare insieme. Nonostante a volte capiti di vedere sbuffare chi sa già che il 25 dicembre rimarrà bloccato in casa tra nonni, vecchi zii e genitori, in realtà sono in poche le persone disposte a rinunciare a tale evento speciale per allontanarsi dalla propria città. I viaggi vanno molto forte, ma sono legati soprattutto a Capodanno    anche se quest'anno con la  crisi  credo  che  ci sia poco  da  scialare    mentre la Notte del 24, si preferisce scartare tutti insieme i regali di Natale, raccolti intorno ad un albero. Un momento di raccoglimento che arriva al termine di un periodo che tra shopping alla ricerca dei doni più adatti e idee per il cenone  o il pranzo  ( natalizio  ( per   i quali valgono  sia la puntata  della  dieta pre  natalizia  sia quella  sulle  abbuffate e  sui vegani \ vegetariani  ), in realtà, regala una allegria ed una pace insperata ma attesa come ogni volta.




 In caso di tensioni o conflittualità in famiglia  un metodo religioso \ spirituale (  può essere  anche riadattato , esperienza personale , in modo  aconfessionale  ) per  passarlo in tranquillità può' essere quello suggerito  da questo sito  .
 Per  evitare  tensioni  e   scontenti  (  da me   si  da lui  no  , il bambino\i dove da te o da me  cosa  fargli fare  , ecc ) per   le questioni organizzative che ruotano intorno alla settimana bollente tra il 25 ed il 31 dicembre possono essere fonte di ulteriori conflitti soprattutto  se ci sono  coppie  separate o divorziate (  o in via  d'esserlo ) qui  potete trovare  dei buoni consigli  . Un altro problema è quello  dei  fidanzati  conviventi  \sposate  : dove trascorrere la sera della Vigilia, a casa con i propri parenti o con quelli del partner? Se non è possibile unire le famiglie sarebbe opportuno mediare, per esempio decidendo di trascorrere la sera del 24 con i parenti del partner ed il giorno di Natale con la propria famiglia o magari il 26  tutti insieme  in qualche ristorante  o  agriturismo .Per lei o lui invitati dai rispettivi  familiari  del partner  ecco come sopravvivere
Per  i bambini  o li parcheggiate  (  tanto ci saranno le  solite melense trasmissioni  film  , cartoni  , ecc o  dvd  di  cartoni classici  e  nuovi )  davanti ala  tv  , o  li fate  raccontare o li raccontate  voi  (  se  nel caso  non ci sono  nè  i nonni materni e paterni )  storie  ecco un sito  di  storie e favole  http://www.bianconatale.com/category/storielle-natale/ oppure   basandovi  su d'esse  o su quelle  che una volta   vi raccontavano i vecchi( quando non c'era  o  era per  pochi , la  tv  )  e riadattarle  o  inventarvene voi  .
Se nel caso  non avete bambini o  volete  continuare  la  vostra passione  e siete  ancora  " intimoni "  ed amnanti delle sveltine ( rimando  a questa precedente  puntata  : natale  sex  ) . Per   i single  ( lui e Lei  ecco  ho  trovato un articolo interessante    adattabile  anche  a noi uomini   qui  su pianeta  donna ) .
 Non so che altro dire  buone  feste

diario di bordo n 98 anno III i no vax raccolgono quello che hanno seminato , caso Ramy Elgam gli abusi e la mancanza di rispetto del potere ,acca larentia uso distorto e strumentale del ricordo

Finalmente i anzi dei * no vax ( ovviamente senza generalizzare in quanto esistono come fra i vax quelli civili ed rispettosi ) trovano pane...