8.8.16

La bigiotteria di Nancy di matteo tassinari

in sotto  fondo 



Nancy vista da Gustav Klimt
 Tempo  fa     Nancy
era senza          compagnia
      Dicevamo...

        di Matteo Tassinari
che era libera e nessuno era sincero, come non l'avremmo mai corteggiata nel Palazzo del Mistero, avremmo, forse, fatto finta di non conoscerla. Nancy, oltre ad essere perduta, è la traduzione aderente all'originale di una canzone di Leonard Cohen, maestro di ritratti femminili di grande profondità, intitolata "Seems So Long Ago". De André quasi la ricostruisce e fa conoscere in Italia "Nancy", compresa nell'album "Songs from a room" datato 1969. Ma si sa, non si può ascoltare una canzone di Cohen se fuori scoppia il sole
Cohen stesso, in più di una occasione, ha commentato la canzone sia presentandola durante i concerti, sia parlandone in alcune interviste, dicendo che forse Nancy era uno dei suoi brani a cui era più vicino, in quanto conosceva molto bene Nancy. Molti avevano ipotizzato che Nancy in realtà fosse Marilyn Monroe, ma l'artista canadese ha sempre ribadito che si trattava di una Nancy "reale", una ragazza di 21 anni, di Montreal, che si suicidò perché le tolsero il bambino senza motivo, un anima profondamente infelice, ma anche avvolgente di grazia nel Palazzo di Giustizia, nel Palazzo del Mistero, tanto un bacio legale non potrà mai valere un bacio rubato.

Il Palazzo del Mistero

Si chiuse nel bagno della casa del padre e si sparò alla testa col fucile da caccia del fratello. Nancy nacque nel 1943 e morì nel 1965 a 21 anni. Da adolescente manifestò problemi psichici e rimase sotto cure per molti anni e rinchiusa in svariati manicomi. Una delle confessioni più intime e personali che De André rubò a Leonard Cohen e abbia messo in canzone un capolavoro del Cavaliere errante canadese.

De Andrè era un vampiro sempre pronto a succhiare l'anima ai suoi collaboratori, i suoi personaggi inventati, musicisti, giornalisti e tutto il mondo che l'amava e lo circondava. Figlio d'una cultura francese e trobadorica, era aggressivo per quanto remissivo, ma comunque sempre generoso nell'ascolto e nell'aiutare anime come Princesa, il travestito che Faber ha pagato l'operazione perché la sua aspirazione era avvicinarsi il più possibile all'idea di donna che viveva con grande dolenza, spasimo, afflizione e passione.

Un corpo chiuso in un mondo che non gli apparteneva. Da queste presupposti nasce un numero di disagi incalcolabile, una complessità cospicua di privazioni, incognite, dubbi. Ma Pincesa voleva dimenticare interamente quella parte maschile di se che non accetta e rifiuta. Una gabbia che corrisponde al proprio corpo. Certo, talvolta era faticoso andarci d'accordo, ma semplicissimo da amare. Sono passati trent'anni circa e il tempo ha affievolito la memoria, ma una traversia così influente è impossibile da obliare.

Sappiamo che invece lei era mezza pazza, proprio per questo volevano stare con lei. 
Nancy è un simbolo di abbandono mascherato da un'apparente emancipazione di costumi, poteva darti quel che volevi. Un pò di tempo fa Nancy era senzacompagnia all'ultimo spettacolo e aveva disinvolto la sua autonomia fra fiale e silicone per aumentare le curve del seno, del sedere, e tutto il corpo fimno all'operazione definitiva, come un punto d'approdo.
Donna affranta, usata, sventurata e poi abbandonata alle sue ombre oppressive centinaia di volte. Una donna afflitta nel cuore abbandonato in diversiMotelLacrime certe, sicure, precise e preziose come il supplizio fino al spasimo. Basta essere poco più sensibili di un paracarro per capire l'esistenza di Nancy donna maltrattata. Alla gente non piacciono i soggetti "ambigui" come Nancy, troppo difficili da catalogare, salvo poi andare verso le 23 per pagare una parcella di euro sul ciglio di una strada per sbottonarsi i pantaloni, Nancy era illimitatamente gentile e generosa: "Sono contenta che sei venuto, sono conteeenta che sei venuto".
Spirito         libero
Nel 1961, appena diciottenne, già viveva per conto suo, lontana da casa. Faceva la guida turistica a Kingston e usciva con i ragazzi del Royal Military College. Nel dicembre del 1963 incontrò un ragazzo di nome Mike, dopo pochi mesi rimane incinta e sola. Iniziò un calvario di quelli a cui era abituata, ma forse questa volta era più autorevole e dominante nel suo spirito rispetto altre crisi. Ma questa ottusa situazione la distrusse fino ad essere ancora rinchiusa in manicomio. 
Le convenzioni sociali vigenti allora nell'ambito di una famiglia importante che comprendeva membri del parlamento e giudici della Corte Suprema, obbligarono Nancy (mai sposata) a “dare il bambino in adozione” in quanto a loro avviso non era adatta come madre, inadatta alla sua crescita. Per Nancy fu un autentico ed ennesimo dramma. Per questo cadde di nuovo in una derpressione profonda. Anni di scosse di elettroshock che lambirono nuovamente i suoi nervi, la sua mente. le sua ossa, i suoi nervi e chissà che altro. Eravamo distratti e contenti, lei dormiva con tutti e portava calze verdi e un cappello viola, questo lo ricordo.
  Pochi mesi          dopo la 
     nascita
del figlio, in un momento di disperata depressione si uccise, secondo il nipote Tim, con la pistola del fratello. Tim è anche entrato in contatto con Leonard Cohen, che gli ha risposto con un commento: "Era la sua bellezza e coraggio che trasparivano. E un po' di tempo fa, col telefono rotto cercò dal terzo piano cercò la sua, serenità...molti hanno usato il suo corpo molti hanno pettinato i suoi capelli e nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto.
Molte ragazze a quel tempo cercavano di ribellarsi contro le dure limitazioni della famiglia e della società, e non tutte le sfide finivano così tristemente". Ma Nancy era senza compagnia all'ultimo spettacolo con la sua bigiotteria e mi chiedo a chi regali i tuoi pensieri? Nancy ad ascoltarti è sempre pronta anche se sapeva che alla fine si sarebbe chiuso con una scopata.
 Leonard Cohen Montreal 1982
La Vita
promi scua



Cohen non era un amico intimo di Nancy, anche se l'aveva incontrata molte volte tramite amici in comune. Quando De André presenta questa canzone che narrava di una prostituta e artista di varietà, incapace di adeguarsi ai codici già designati e disegnati da altri e anche per lei, e lei, ciò, non l'accettava. Brevi o più distesi nella riflessione e nell'impostazione, coriandoli di diario ripercoronno lo spettacolo sanguinante dell'emarginazione non cercata che "ti sottrae al potere e t'avvicina al puto di vista di Dio", scavando nelle guerra, si muovono tra politica, calcio e sociologia della violenza e il rapporto trai sessi.
Si capisce però che era accusata dalla legge di promiscuità e la morale della gente ne era turbata. L'accusavano di prostituzione, con l'aggravante "giovanile". Non era molto importante, per Nancy, quello che diceva la gente di lei, pur essendo morta a soli 21 anni buttandosi dalla finestra del terzo piano, pur vivendo gli orizzonti del candore, come un esito senza sorte e tanta morte nel cuore. Ma la fonte inesauribile di cultura, un patrimonio di conoscenze "esperenziali" di De André non è una fornitrice di brillanti filosofici o erudizioni a se stanti, bensì una polla che irrora e fa sbocciare altri impulsi emozionali e generi di poesia in musica davvero mirabili.
Alcol e amicizia e la puttana, la sua volontà precisa di rimanere distaccata dalle sfumature di ferro sociali, ma vivere in un solo modo: il suo. Una ragazza che condivideva il proprio dolore, il proprio disarmante pianto dorato e le calze verdi che indossava da sempre. Solo un po' di tempo fa, col telefono rotto in una camera d'albergo, cercò dal terzo piano la sua serenità. E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto, è ancora Nancy che ti dice: "Amore, sono contenta... che sei venuto".
Isolamento sociale
E' altrettanto chiaro che la sua condotta di ragazza giovanissima che viveva da sola soprattutto a quei tempi, era considerata donna trasgressiva, o più comunemente di facili costumi, quando, nei primi anni sessanta la donna era relegata a precise funzioni cucina e figliolanza. Decise di schierarsi col Movimento libertario, che si batteva per l'indipendenza della donna. Ma in questo caso direi che è importante notare come Cohen si sia superato nella sua capacità di tracciare volti femminili abbaglianti e affaticati, indebolita e spossata, snervata e sfiancato fino allo sfibramento stremato e abbattuto. Molti uomini le hanno toccato il corpo con la mente e pettinato  capelli. In questo caso, a mio avviso, supera l'altro personaggio femminile ben più famoso Suzanne.
Suzanne










 

Una clausura fredda
e non richiesta, ma inflitta
Nancy è ancora più commovente, struggente della celebre Suzanne. Diventa un simbolo dell'isolamento collettivo a causa di stili di vita che non rientrano nelle sue abitudini che necessariamente cozzano contro norme giuridiche, statuti, elenchi, principi, schemi, metodi classici di vita mascherata, come un carnevale senza coriandoli, un'apparente libertà di costumi, ma assolutamente ingannatrice, una libertà sottomessa e ipocrita da chi non è abituato alle aperture dell'anima e abbandonare uno stile di vita che provoca solo isolamento, distacco e segregazione mentale. Una clausura violenta e fredda non richiesta, ma inflitta.
I sensi di     colpa
di De       Andrè
DAndré, durante i concerti, spendeva molto volentieri tempo e parole per spiegare la valenza della canzone di una potenza indescrivibile, anche per ripararsi dall'angoscia di una storia troppo pesante da pensare e raccontare per la sua infinita umanità strozzata e l'atroce ed efferato finale della storia, se posso, animalesca. De André disse che in certi casi si vergognava d'essere uomo orripilante, senza cuore, sensazioni che si provano solo quando si è smesso di aspettare certi destini perché troppo brigosi, da qui quella staffilata: "Dicevamo che era libera e nessuno era sincero non l'avremmo corteggiata mai, nel Palazzo del mistero". Di Nancy emerge un profilo di una donna che priva di ogni forma pregiudiziale, viveva una vita da lei voluta e non imposta da qualcuno, per questo motivo ad appena venti anni scappò dalla propria famiglia, troppo oppressiva per una donna che cercava qualcosa di più rispetto alla maggioranza.
Automaticamente diventi minoranza e questo è marchio infamante che ti porti dietro per tutta la vita, seppur breve, è come un tatuaggio che sempre t'ammonisce che esiste sempre una morale, ma non s'è mai conosciuta. Perché molti hanno usato il suo corpo, molti hanno pettinato i suoi capelli, molti le hanno chiesto il suo caldo, senza vergogna lei non s'è mai negata a nessuno, quasi fosse una vocazione la soddisfazione altrui in questo modo.
Ecco,
nell'immediatezza del parlato quando Faber introduceva Nancy ai suoi concerti, come per afferrare uno scudo e chiedere scusa a Nancy, anche se non l'ha mai conosciuta, ma la sua storia lo faceva sentire in colpa. Del resto lo sappiamo che De André soffriva sulla sua pelle problemi altrui: "Questa canzone si chiama Nancy - diceva tutte le volte prima di cantarla e con grande rispetto per le parole espresse - ed è la storia di una prostituta, e non perché per sua vocazione avesse piacere a dare questa propria parte anatomica in cambio di denaro. Ma una donna indipendente che vuole rendersi autosufficiente spesso si trova costretta a cercare mestieri poco dignitosi per la morale del tempo e anche di oggi".
Femminista ante litteram
Nancy è stata costretta ad essere, suo malgrado, una femminista ante litteram, una donna che ha cercato di crearsi il proprio spazio di potere personale, privato ed esclusivamente suo. La propria possibilità di vivere al di fuori di quello che era un tentativo, da parte dell'autorità, in questo caso fallocratica, di cercare di farla vivere sotto di sé, sotto il suo comando sotto il suo imperio, anzi sotto il suo "cazzio imperio"!!!.
Che poi si tratti di un padre, di un promesso fidanzato che di solito rimane promesso, questo non vuol dire niente. E’ inquietante l’immagine metaforica di Leonard Cohen quando parla del misterioso Palazzo del Mistero, cioè un'immensa casa di appuntamenti. Così va intesa. E un po' di tempo fa col telefono rotto cercò dal terzo piano la sua serenità dopo l'ultimo spettacolo con le sue collane ancora addosso. E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto, sai che Nancy è sempre pronta ad aspettarti. 

"S'innamorò di tutti,
non proprio di qualcuno"
con un sottile velo di rimorso da parte di uno dei suoi amanti, moltissimi, ma solo per mezz'ora ognuno. La si prefigura in un bordello, il padre con problemi giudiziari ("sotto processo", "innocente" per De André, comunque in tribunale).
Agli uomini amanti occasionali, fa comodo immaginarla come una donna libera che si innamora facilmente di tutti ("dormiva con tutti", "s'innamorò di tutti, non proprio di qualcuno"), salvo poi rendersi conto che: "era libera, ma nessuno era sincero", lasciandola sola con la sua bigiotteria nel camerino dell'ultimo spettacolo. L'ultima strofa è un incontro con Nancy ed i suoi assilli mentali, probabilmente con un po' di senso di colpa da parte di tutti coloro che l'avevano "usata" voledole anche bene, alcuni, ma molto pochi. Pochi hanno "pettinato i suoi capelli" e "toccato il suo corpo con la mente" con un eccesso d'estrema leggerezza. A per

i due marò di matteo tassinari

Due Marò!
        di Matteo Tassinari

Bisognerebbe essere sempre, e tutti, laici, ma io non ci riesco ad essere un semplice laico privandomi di altre speranze. Indipendenti da qualsiasi corporazione, lega, sindacato, corrente artistica, associazione, loggia massonica, confraternita, cooperativa, sodalizi, unione, holding, lloyd, trust, associazione di categoria, consorteria, autonomi da qualsiasi casta della quale anche incidentalmente si faccia parte.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
Lasciamo perdere la laicità rispetto al discorso religioso. Si può e si deve essere laici anche in campo sportivo (ammettere, ad esempio, che il gol segnato dalla propria squadra era irregolare, o in campo politico, essere di un partito ma apprezzare decisioni degli avversari degli altri partiti. Sei italiano, è vero, ma ragioni con la tua testa, sei un patriota anche se non difendi sempre e comunque i colori della tua bandiera e non porti alcuna divisa delle forze dell'ordine. Ecco perché mi è dispiaciuto ascoltare il presidente della Repubblica italiana che conferma il suo pieno appoggio ai due fucilieri accusati di avere ucciso due pescatori indiani nell"'incidente avvenuto in acque internazionali?, come dicono i legali dei due fucilieri. I due africani non avevano legali.
Anche un presidente della Repubblica può essere laico. Non lo mette in discussione più nessuno che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno ucciso i due pescatori. Si tratta solo di stabilire se per questo fatto sono innocenti o colpevoli, se è stato un incidente, oppure i due si sono presi, senza problemi, la delibera di uccidere due persone, nere, che nessuno ha mai visto e sa chi siano, ma sempre persone come noi, tali e quali. Nelle loro vene circolava sangue e le terminazioni nervose erano le stesse, uguali alle nostre, sensibili al dolore. Ci sono decine, centinaia di persone impegnate nel tentativo di arrivare ad una soluzione giudiziaria, politica, diplomatica di un caso che nel mutismo potente della maggioranza silenziosa, ha portato i due Marò al livello di eroi della Patria. Ma perchè?
A me potrebbe venire da pensare che loro siano due assassini, per dire? Guarda un pò! Eroi di un fatto con molti punti interrogativi di cui non sappiamo ancora nulla dopo 4 anni. Il solito segreto di stato. Il solito abile pataracchio diplomatico, quasi cabalistico, ed esotericamente politico. Come sempre, quando ci sono uomini in qualche modo legati agli apparati dello Stato, è sempre top secret, inconfessabile.

E' un'abitudine alla quale noi italiani, ma non solo, siamo avvezzi, corazzati da uno strato di congela che c'immunizza da ogni questione "infettiva" che non ci riguarda, soprattutto quando è lo Stato e i suoi apparati di strutture segrete, servizi e corpi speciali, tra burocrazia dedalea, dirigenti fanfaroni, funzionari manipolatori. 
ArrivapureMattarella!


 I due Marò

E allora perché ci si mette anche il presidente a fare confusione?
Preferirei sentirlo dare il suo pieno appoggio agli esodati, ai disoccupati, ai parenti delle vittime degli incidenti sul lavoro, ai barboni, ai licenziati, ai massacrati da Equitalia. Populismo? E anche fosse? Dimenticavo, Valentine Jelastine e Akeesh Pink sono i nomi dei due pescatori africani  che persero la vita in questo pasticciaccio brutto de via Merulana.

6.8.16

l'utopia della memoria condivisa i fatti di via d'amelio e di piazza alimonda a confronto


anche se  voi  credete  assolti 
  siete per  sempre  coinvolti



Il post d'oggi è dedicato a tutti coloro che

Giuseppe Scano ha condiviso il video di La Cronaca Italiana.

30 luglio alle ore 23:10 ·










Sono passati 15 anni dal G8 e dai "fatti di Genova". Questi fatti, per l'esattezza.




Mi piace Commenta Condividi
4Augusto Gal, Francesca Pedroni e altri 2

Commenti





Paola Scano Ancora.....
Mi piace · Rispondi · 30 luglio alle ore 23:17





Giuseppe Scano cara zia [ Paola Scano ] si fin quando l'italia è sotto processo a straburgo per i fatti della scuola Diaz e Bolzaneto , ed nonostante il monito della Ue è l'unica a non avere nel suo ordinamento un reato di tortura . ricordare i fatti oltre la data de il classico anniversario mi sembra doveroso

Mi piace · Rispondi · 1 · 31 luglio alle ore 9:45.


Marianna Bulciolu Sul reato di tortura Giuseppe ha tutte le ragioni. Uno stato che non riconosca la tortura come reato non può definirsi civile.

Mi piace · Rispondi · 31 luglio alle ore 11:50


come mia zia e chi ancora crede nell'utopia nel caso italiano della memoria condivisa che tende : << a cancellare l'"anomalia italiana", cioè la contrapposizione ancora viva nel nostro Paese - a causa della sua storia peculiare caratterizzata dal fascismo e dalla Resistenza - tra fascismo e antifascismo, tra proletariato e borghesia . è quello di sradicare dalla storia del nostro Paese e dalla memoria delle masse le idee stesse della Resistenza e del socialismo, impedire che vengano trasmesse alle giovani generazioni e far sì che queste sentano negli anni futuri soltanto la campana della borghesia e del regime neofascista[ e non solo . Che poi è lo stesso obiettivo che da un altro versante si propone il neo duce Berlusconi, con la sua campagna anticomunista viscerale >> ( da www.pmli.it/nonmemoriacondivisa.htm ) , accusando come i fascisti e i prefascisti ( i governi dell'italia post unitaria ) d'essere socialista e comunista anche chi non lo è o non lo è mai stato << con toni da dopoguerra >> e da guerra fredda . Infatti basta vedere qualche tempo fa la proibizione ( sembra d'essere ritornati a tempi della Dc negli anni 50 \60 con strascichi negli i anni 70\80 ) da parte del sindaco di Olbia Settimo Nizzi ( forza Italia ) ha proibito prima o alla biblioteca comunale poi ad un privato di trasmettere il film la trattiva di Sabrina Guzzanti
Non ci può essere una "memoria condivisa" fin quando : 1) si guardano le cose da una parte sola , 2) si negherà ed non si ha il coraggio di provare a rimettere in discussione la propria davanti all'evidenza davanti dei fatti o quando essa fa acqua da tutte le parti
Infatti ci sono eventi ed associazioni che pur faticosamente si avviano o almeno ci provano ad arrivare ad una vera memoria condivisa da non confondersi con i primi che ancora faticano o non riescono .


Ecco i fatti  i due  tipi di  fatti  


  • Quelli che ci provano ed a tratti ci riescono

Appartiene , fra alti e bassi , quello della strage di via d'Amelio ( ne riparlerò nel mio viaggio , vedere
per le puntate precedenti l'archivio del blog , viaggio suoi luoghi della contro storia d'Italia ) quella in cui morirono Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta . Evento come potete vedere sotto ricordato con calma e pacatezza , salvo qualche polemica ( vere il fatto prima citato ) da gente d'entrambe le parti politico \ culturali .






Giuseppe Scano ha condiviso il post di L'ALBERO DI VIA D'AMELIO.
19 luglio alle ore 16:36
·










19 LUGLIO 1992 - Agostino Catalano,Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina ,Vincenzo Fabio Li Muli, Paolo Borsellino, VIVONO!!La mafia e' invisibile, ma NOI, la vediamo benissimo!!Bisogna liberarsi da questa catena feroce dell'omertà che è uno dei fenomeni sui quali si basa la potenza mafiosa. Si è legati a questo fatto dell'omertà, del non riferire nulla delle cose di Cosa Nostra all'esterno, di non sentire lo Stato, di sentire sempre lo Stato come un nemico o comunque come una entità con cui non bisogna collaborare. Speriamo che cambi il vento, che venga il libeccio, che si porti via quest'afa. ( Giudice Paolo Borsellino )


  • quelli che ancora sono una ferita aperta ed ancora dividono e sono terreno di scontro irruento oltre alla normale e civile dialettica


Il secondo sono i fatti del G8 di Genova 2001 in particolare la vicenda di piazza Alimonda \ omicidio di Carlo Giuliani .
Infatti c'è ancora chi si divide e si contrappone anche violentemente fra : chi lo vuole martire ed eroe . Atteggiamento che non condivido in quanto è una vittima insieme a Mario placanica che viene considerato ed lui stesso a dirlo ed altri elementi emersi nel corso degli anni ma mai portati a dibattimento od ad uno vero e proprio ) ., 2) va oltre nel dire era un assassino , con insulti alla persona ed ai genitori o chi come il caso di zero calcare che mise sul suo profilo facebook una locandina a cui lui partecipava subisce non sollo insulti anche pesanti ma segnalazione che portano al limite della bannazione da fb .
Ecco quello che mi è successo , qualche tempo fa , ne parlo ora a mente fredda , fu fb solo per aver messo un post fotografico ( foto da me scattata a Genova )

Giuseppe Scano ha condiviso la sua foto.
19 luglio alle ore 9:53
·

Domani ore 17 sono 15 anni








In cui ricordavo , senza nessun comento polemico e senza voler prendere posizione in merito al fatto in questione . Vi lascio ai commenti degli utenti per farvi un idea

A testimoniare il fatto che la vicenda di Carlo Giuliani sia una vicenda ancora aperta c'è la censura che ho subito su fb



Giuseppe Scano
19 luglio alle ore 14:27 ·




visto che i censori del Coisp Segreteria Nazionale mi rimuovano dalla pagina fb un commento al post su piazza alimonda fatto come potete vedere sotto in maniera provocatoria certo ma inoffensiva . Lo riporto qui

quello che non capisco , posso capire la titolazione di una via o una piazza ancora la vicenda divide ed una ferita da qualunque parte la si veda aperta , che fastidio vi da un cippo neutro senza nessuna dedica o esaltazione retorica (stava facendo il suo dovere , martire , ecc ) ma con solo su scritto il suo nome, ragazzo , di nascita e di morte ? allora vi faccio una proposta provocatoria in particolare alla vostra sede Lombarda e Mianese perché non raccogliete firme per rimuovere si trova in una piazza della questura non rimuovete la targa dedicata all'anarchico Pinelli ? a voi simpatizzanti ma anche no del Coisp







File:Nuova Lapide Pinelli.jpg - Wikimedia Commons

Please help improve this media file by adding it to one or more categories, so it may be associated with related media files (how?), and so that it can be more easily found.
commons.wikimedia.org


Mi piace
Commenta
Condividi



oltre a quello ho già detto ecco alcuni commenti da tratti dal primo dei due link sulla vicenda di zero calcare ( vedi sopra ) che . Insieme al commento lasciato sul mio post provocatorio riguardante la censura del gruppo del sindacato di polizia Coisp che chiede d'anni con una raccolta firme la rimozione del cippo neutro ( senza nessuna frase retorica e mitizzazante ) di piazza Alimonda e che come tutti gli anni , quest'anno ha chiesto la piazza per affrontare per modo di dire a 360 gradi la vicenda giuliani e poi oltre a voler far rimuovere un cippo fa un convegno intitolato “L’estintore quale strumento di pace” ovviamente a senso unico ripetendo la solita litania , quando ormai lo sanno dovrebbero saperlo anche i muri che la versione ufficiale fa acqua da tutte le parti .




Marini Antonello Credo che sia doveroso ricordare Pinelli, non si può morire in quel modo ed è altrettanto doveroso ricordarci che chiunque anche a causa di reati persino i peggiori, quando cade sotto la responsabilità della legge e delle forze dell'ordine deve essere trattato secondo la legge ed essere al sicuro. Oltre la legge il diritto sta a Dio ammettendo che esiste. Questo deve essere la normalità in un paese civile umano, perché questa è la differenza tra il bene ed il male.




l'abelinato arrogantea day ago


i commenti sull'argomento confermano solo una cosa: genova e tutto il tempo trascorso da li in avanti purtroppo non sono serviti a un caxxo...avete vinto voi! tenetevi il vostro stato fascista e reazionario costruito al solo scopo di tutelare i ricchi e i potenti sulla pelle di chi sta sotto. vi auguro solo che non vi capiti mai di essere dal lato sbagliato del manganello...che so, magari il giorno in cui decideranno di fare una bella tav o un inceneritore nel giardinetto sotto casa vostra invece che in posti di cui non vi frega una cippa e proverete a protestare, mentre vi apriranno il cranio in due prima di trascinarvi in un tribunale cambierete idea su cosa è giusto e cosa è sbagliato...nel mio mondo per voi storto un "tutore dell'ordine" che spara in faccia ad un ragazzo resterà sempre e comunque sbagliato a priori, qualunque cosa stesse facendo quel ragazzo






Mari More


Prima di dire le solite banalità signori revisionisti informatevi meglio...qualcuno di quelli che commenta ad cazzum ha letto delle controinchieste o ha approfondito la questione? No xche pare che commentate sulla base di quel che vi ha raccontato Topo Gigio...



Concludend o posso affermare  che A 15 anni  dai fatti di Genova   e dalla morte di Carlo Giuliani, Genova è una ferita ancora aperta.  Genova  non è  finista    come dice  Zero Calcare  qui
A voi decidere se coltivare il primo tipo o il secondo tipo di memoria condivisa

4.8.16

STORIA DI URBANA UMANITÀ

tra le tanti storie  di  solitudine degli anziani , questa  , a differenza d'altre   si è conclusa bene  .

Jole e Michele, 89 anni lei, 94 lui, sono sposati da settant'anni. Una storia di solitudine che da silenzio si è trasformata in pianto e alla fine in urla di disperazione. I vicini hanno chiamato il 113, pensando a una lite in famiglia o all'irruzione di un ladro. Niente di tutto questo. Gli agenti hanno trovato Jole e Michele. E hanno cucinato per loro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
‪#‎ROMA‬: STORIA DI URBANA UMANITÀ

È un’estate afosa quella romana. Jole è a casa. Come tutte le sere. Ormai da troppo tempo.
Al Tg scorrono distrattamente le notizie. Attentati, bimbi maltrattati in un asilo… Jole si chiede il perché di tanta cattiveria…
Ma la tv le fa compagnia…
Ancora una sera solitaria da passare con Michele.
Si, perché Michele, 94 anni, è il suo uomo da quasi settanta.
Lei, che di primavere ne ha 89, ne avrebbe di ricordi da raccontare!
A chi poi? È tanto che nessuno passa a salutarli…
Non è sempre facile la vita.
Specie quando la città si svuota ed i vicini sono via in vacanza.
A volte la solitudine si scioglie in pianto.
A volte è come un temporale estivo. Arriva all'improvviso e ti travolge.
Jole e Michele si amano. Ma quando la solitudine è un peso sul cuore, può accadere che perdano la speranza.
Può accadere, come questa volta, che urlino così forte la loro disperazione che, alla fine, qualcuno chiami la Polizia di Stato.
Non c’è un reato. Jole e Michele non sono vittime di truffe come spesso accade agli anziani e nessun ladro è entrato in casa. Non c’è nessuno da salvare.
Questa volta, per i ragazzi delle Volanti c’è un compito più arduo da svolgere.
Ci sono due anime sole da rassicurare.
Una volta dentro l’appartamento, tutto racconta di quella lunga vita insieme.
Ma parla anche di quella desolazione per la quale gli agenti sono lì.
Un misero raspo, da cui pendono avvizziti tre acini d’uva, sul tavolo della cucina, racconta di un digiuno che dura già da troppo tempo.
I poliziotti sono pervasi dalla tenerezza.
Capiscono che questa volta è diverso.
Non ci sono moduli da compilare. Questa sera i codici non servono.
Serve essere uomini.
Essere veri.
E mentre attendono l’ambulanza per verificare che i coniugi stiano bene, capiscono che solo un po’ di calore umano potrà ridare tranquillità a Jole e Michele.
Chiedono il permesso di accedere alla dispensa.
Improvvisano una cenetta. Un piatto di pasta con burro e formaggio. Niente di particolare. Ma con un ingrediente prezioso: c’è, dentro, tutta la loro umanità.
Andrea ai fornelli e Alessandro, Ernesto e Mirko ad intrattenere i due nuovi amici.
Questa sera si cena in famiglia!
Anche questo è #essercisempre e si trova ogni volta che qualcuno ci chiede aiuto.

3.8.16

tour suoi luoghi dell'altra storia della repubblica italiana IV puntata strategia della tensione , le stragi di stato - bologna 2 agosto 1980

 in sottofondo
  Agosto  -claudio lolli
Khorakhanè - Non ho scordato

riprendiamo con le stragi più precisamentre sul periodo della strategia della tensione strategia della tensione . Per essa  s'intende  una Strategia eversiva basata principalmente su una serie preordinata e ben congegnata di atti terroristici, volti a creare in Italia uno stato di tensione e una paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o addirittura auspicare svolte di tipo autoritario [...] ( da http://www.treccani.it/enciclopedia/strategia-della-tensione_(Dizionario-di-Storia)/ ) ma che potrebbe continuare ( e seconda me continua tutt'oggi in maniera più subdola ) con << La crisi economica dietro le ragioni della Strategia della tensione, che potrebbe quindi tornare d'attualità seppur con modalità differenti >> come dice quesrto interessante articolo "Strategia della tensione, una tecnica di governo per i momenti di crisi " di Fabio Damen da (Paginauno n. 17, aprile - maggio 2010) L'arco temporale si concentrerebbe in un periodo storico che andrebbe dalla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) alla strage di Bologna (2 agosto 1980), sebbene alcuni studiosi retrodatino l'inizio di tale strategia alla strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947) e fatta finire 1984 con la strage del rapido 904 e comprendente .  Secondo  altri   ( e  secondo il parere  da profano   del  sottoscritto  )   continuata  oltre  alle stragi e altri fatti  certe  e   ipoteticamente  attribuiterle

da  https://it.wikipedia.org/wiki/Strategia_della_tensione_in_Italia
Talvolta sono stati considerati parte di una strategia della tensione o affini ad essa, anche la strage di Alcamo Marina e l'omicidio di Giorgiana Masi.

 con le stragi di  :  Capaci \ via d'amelio e le bombe del 1993 ( Fallito attentato di via Fauro Roma Nessuna vittima a Maurizio Costanzo , Strage di via dei Georgofili firenze , Strage di via Palestro \ Padiglione d'arte contemporanea di Milano ,Autobomba a San Giovanni in Laterano Roma , Autobomba a San Giorgio in Velabro Roma 31 ottobre 1993 Fallito attentato allo Stadio Olimpico 
Roma )

Sulle stragi     di stato   \  strategia   della tensione    non ho  testimonianze   dirette    o non ero nato  ( piazza  fontana  , italicus ) o    era  troppo  piccolo  ( bologna  e rapido 904  ) ed   ricordi  sono labili    come  quello    ,  quando passai   sui luoghi delle  stragi   .  I miei  ricordi     si basano  su  racconti dei genitori  , libri  ,  polemiche   con  quelli  vissuti  in quel periodo   ed  hanno vissuto in pieno   quel  periodo   vedi il gruppo fb    strage  di stato  (   ne  trovate   cenni   nel mio post   , cercatelo  dell'archivio ,   in cui intervisto Paolo Cucchiarelli  autore  de Il segreto di piazza Fontana  da  cui   tratta  la scenoigrafia del film . di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage )
Ora Avendo per  motivi di salute  e  di lavoro  poco tempo    ecco un  docunmentario  (   se  non lovedete  lo trovate   qui  vero concntrato su blogna  (    il  2  agosto  si  sono  celebrati i  36  anni  )  ma  che  contestualizza  bensissimo  la  strategia della  tensione 
..
  non so   che  altro  dire  .Se  non  che  questo specie  le ultime  due  righe 
PER NON DIMENTICARE MAI
2 AGOSTO 1980 STRAGE DI BOLOGNA
Chi sia stato, se la P2, i fascisti, gli anarchici, Mambro e Fioravanti, sicuramennte lo stato lo sa. O forse no.
Sicuramente non lo sanno le famiglie degli 85 morti, i 200 feriti, non lo sa chi prestò soccorso ne chi scappò via. Non lo sanno gli autisti dei taxi, delle ambulanze, degli autobus.
Non lo sappiamo noi, non lo so io.
L’unica cosa che dobbiamo sapere è che noi passiamo ancora per la stazione di Bologna, e che quella targa con 85 nomi, non va scansata dallo sguardo ne dalla memoria.
A distanza di ben 36 anni quasi nulla e’ stato chiarito e questa strage rimane senza spiegazione e colpevoli e le famiglie rimangono senza risarcimento morale e materiale.
Una storia che dopo il boato ha lasciato un gran silenzio.





+3


SINISTRA E UTERO IN AFFITTO: RISPOSTA LAMPO A MARINA TERRAGNI di daniela tuscano

l'intervento   della Terragni
  http://marinaterragni.it/ora-la-sinistra-dica-chiarezza-cosa-pensa-dellutero-affitto/




Perché sull'utero in affitto la sinistra tace, esprime obliquamente il suo favore o farfuglia imbarazzata? Ecco un tentativo di risposta.
Perché in realtà essa è già assolutamente favorevole all'utero in affitto. Lo sappiamo bene. Solo che adesso esita a esplicitarlo, non conviene ancora politicamente. I tempi non sono maturi. In attesa di "ridere di queste resistenze medievali", per parafrasare un noto rappresentante di quella parte politica (che della c.d. gpa ha usufruito e non esclude di farlo ancora), occorre una massiccia opera di convincimento o "educazione": mettere di fronte al fatto compiuto, diffondere storie zuccherose di coppie di "padri" felici - non certo di mamme: l'utero in affitto serve ai maschi, non alle donne, nemmeno lesbiche - con la velata, ma non poi tanto, minaccia dell'accusa di omofobia per chi dissente.
Accusa speciosa e intellettualmente disonesta, dato che il problema non è, come si tenta di far credere, l'orientamento affettivo degli aspiranti genitori: infatti la maggioranza di chi si rivolge alla gestazione "surrogata" è costituita da coppie eterosessuali.

 

 Ne' e' in discussione il diritto al figlio perché tale diritto semplicemente non esiste: sembra assurdo nel clima di "democrazia emotiva" in cui versa l'Occidente, ma una società civile è tale solo se si fonda sulla relazione e l'altruismo; e gli unici a poter reclamare dei diritti sono i bambini/e, non gli adulti.
Ma tant'è: l'immagine dei "due babbi" a cui solo dei cattivoni senz'anima negherebbero la felicità è troppo ghiotta per non sfruttarla mediaticamente. Una gestante, una donatrice, una immensa madre, "perché non c'erano alternative" (eppure in Italia la "gpa" non può costituire un'"alternativa" essendo ancora penalmente perseguibile, eppure in molti paesi, dal Canada a quasi tutti gli States alla Norvegia, Spagna, Olanda ecc. l'adozione non è affatto vietata come taluni hanno affermato, ma anzi permessa)... e "il resto ce lo mette l'amore", magari anche i soldi perché ne occorrono tantini. Ma questo non sta bene dirlo, perché distruggere con la venalità quadretti così idilliaci?...
Come abbiamo letto da una sostenitrice della c.d. gpa: "Utero in affitto è un'espressione così rozza, brutale" (si badi: è rozza l'espressione, non la pratica). Nessuno racconta che dietro la retorica del dono si cela un giro d'affari di dimensioni colossali, lo sfruttamento delle donne povere, l'obbligo di abortire in determinati casi, la rinuncia definitiva al concepito ecc. ... ben più fruttifero delle adozioni, che infatti non interessano più a nessuno; e così, invece di sveltire e ampliare la possibilità di adottare anche a singoli di qualsiasi orientamento sessuale - sempre tenendo conto dell'interesse del/la minore - si preferisce incentivare quest'altro mercato. Poi non vorrete mica mettere un pupino piccolo, bell'e confezionato come lo desideriamo noi, con uno sconosciuto magari lacero, stortignaccolo e con una storia incasinata alle spalle? Restino pure negli istituti, quelli!...
E vissero tutti felici e contenti, tranne naturalmente chi non ha abbastanza denaro e le sfigate che hanno perso il treno: potevano pensarci prima, farsi furbe e soprattutto nascere ricche. Ecco, essere "progressist*" oggi significa più o meno questo. Con buona pace di Marx e Gramsci.

© Daniela Tuscano

IN PRINCIPIO ERA CHIARA di © Daniela Tuscano

per  approfondire



C'è voluta una spaventosa scia di sangue perché ci guardassimo negli occhi, riscoprendoci fratelli e sorelle. Eppure, un tempo, eravamo amici. Un tempo in cui una cristiana, una donna, un'italiana di nome Chiara Lubich poteva salire su un minbar e proclamare la bellezza dell'unico


Dio. Senza rinunciare a uno iota del Vangelo ma parlando una lingua universale.
da  Wikipedia
Forse perché il Padre Nostro - per usare la definizione d'un giovane intellettuale siriano - è una preghiera "neutra", plasmata su tutti; o forse perché tutti vogliamo la stessa cosa. Stare in pace. La vita è così breve e preziosa.
Le donne lo sanno, perché da esse tutto origina. Sono le sentinelle che anticipano l'aurora. Insieme arrivano prima e insieme procedono.
Se oggi papa Francesco può proclamare che non è la religione, ma il potere e il denaro a scatenare le guerre, lo si deve a quel principio, a quella donna fragile sul minbar, in una moschea americana, vent'anni fa.

                                     © Daniela Tuscano