21.2.21

L’importanza strategica dei lavapiatti, viaggio nelle retrovie della cucina Ogni chef affida loro un patrimonio prezioso, guai sciuparlo, guai non lavare tutto presto e bene


  DA REPUBBLICA    del  20 FEBBRAIO 2021

E chi fa brillare i piatti?


Il lavoro del lavapiatti è considerato umile. Ma nel mondo della ristorazione il cliente è al centro e il dietro le quinte è tutto. «Se non ci fossero, crollerebbe il ristorante». E se lo dice lo chef stellato Pietro Leeman...

Ogni mattina mia figlia mi guarda le mani, e se ci sono tagli o bruciature mi sgrida», ride Nicoleta Cristea. Così le chiedo di mostrarle a me, e nemmeno sembrano le mani di una lavapiatti tanto sono curate, le unghie perfette, lo smalto lucido, la pelle delle dita, decorate da anelli d’argento, morbida. A ben guardare, però, ecco un minuscolo taglio alla base dell’indice della destra. Glielo indico, Cristea sorride come a dire: “Eh, può capitare”. Ha appena compiuto 37 anni, e dunque è ormai più italiana che rumena, essendo arrivata a Torino da Galati quanto ne aveva 18. Dal 2018 si occupa del lavaggio all’Osteria le Putrelle nel capoluogo piemontese, una trattoria di quartiere molto amata, tutta vitelli tonnati e agnolotti. Mi porta nella minuscola cucina e mi mostra il suo posto di lavoro: è un lavandino con una sfilza di rastrelliere e una lavastoviglie proprio dietro la porta dello stanzino. Sei giorni su sette, dalle 11 alle 15 e poi di nuovo dalle 18.30 alle 23.30, è la destinataria di tutte le stoviglie, tutte le pentole roventi, tutte le posate, tutti i coltelli sporcati dai clienti e dal cuoco Martino. «Prima ho fatto la baby sitter e la
badante, ma questo lavoro è mille volte meglio: è semplice, ha orari regolari, i miei colleghi sono la mia seconda famiglia. Quando facevo la badante avevo più responsabilità, e molti più imprevisti». È soddisfatta, Cristea, da tutti punti di vista: guadagna mille euro al mese cui si sommano 300 di assegni familiari; con i 1.300 totali riesce a mantenere sé e i due figli, un maschio di 19 anni e una bimba di cinque, e a coprire le spese dell’appartamento nel quartiere Mirafiori e dell’auto con cui viene a lavorare. «È un lavoro che consiglierei a chiunque, anche a mio figlio. Bisogna essere ordinati, veloci e precisi. Perché dovrebbe essere considerato un lavoro umile?».

Nicoleta tocca un grande tema: i “lavori umili.”. Quelli che “gli italiani non vogliono più fare”.

 Il suo entra perfettamente nel cliché: il gesto del pulire è associato da sempre alle attività più popolari, e il lavapiatti è una figura invisibile, così come, del resto, lo erano i cuochi fino a vent’anni fa (e ancora, in parte, i camerieri). «Infatti non mi piace dire “lavapiatti”, preferisco “interno cucina”. Ed è stata una grande fortuna quando abbiamo conosciuto Chiara». A parlare ora è Alessandro Gozzi, siamo a Firenze, nella storica Trattoria Sergio Gozzi in cui la sua famiglia da più d’un secolo serve ribollite e lampredotto. Chiara Innocenti mi siede davanti a un tavolaccio dell’osteria, con le sedie sollevate per lavare il pavimento. È finito da poco il servizio, e Chiara ha l’aria stanca. Le leggo negli occhi che non ha voglia di parlare con me, è una che si fa i fatti propri, e poi ha il figliolo che l’aspetta. È più a suo agio di là, davanti all’enorme lavandino d’acciaio in cucina, tra mestoli, vassoi e scolapasta. «Lì sto bene: nella vita ne ho viste e vissute tante, questo è ciò che fa per me. La trattoria è la mia famiglia».
L’idea di “seconda famiglia” torna, nei racconti dei lavapiatti come di tutta la gente di cucina, e non potrebbe essere diversamente: si lavora stretti, il rapporto è fisico. Innocenti compirà cinquant’anni tra pochi giorni – «sono dell’Acquario», e sembra un segno del destino – ha due figli di 15 e vent’anni, è soddisfatta di stipendio e orari che qui sono da vera trattoria, cioè limitati al solo pranzo: «Arrivo alle 8.30, libero il lavabo, do una mano a Marco (lo chef) in cucina, “gliela tengo snella”, durante il servizio lavo tutto insieme alla “mia bambina”, così chiamo la lavastoviglie, tranne i coltelli, quelli si fanno a mano, e alle 16 ho finito. Quando lavoravo al Baglioni come “addetto breakfast” - e sia chiaro: mi piaceva - mi alzavo alle quattro e mezza».
Il Baglioni, uno dei più famosi alberghi di Firenze. Ecco, nei grand hotel ancora si segue la suddivisione militaresca dei ruoli codificati da Auguste Escoffier, quando sfamava i soldati al quartier generale dell’Armata del Reno durante la guerra franco-prussiana. In quello schema fatto di maître de sallemaître de rangchef de rangdemi-chef de rangcommis de rangcommis debarasseur, il lavapiatti si chiama plonge, letteralmente “tuffo”, e il suo è un comparto essenziale. Per capire come funzioni in una grande struttura rimango a Firenze e mi dirigo verso uno dei suoi hotel più lussuosi, il Four Seasons. Lo chef che conduce il ristorante Il Palagio e tutta la complessissima offerta food and beverage dell’albergo è Vito Mollica. Qui può capitare che diverse parti della struttura siano contemporaneamente occupate dalle centinaia di ospiti della pasqua ebraica, da un meeting di un fondo finanziario e dal matrimonio di una rockstar. A dipendere da Vito, nella sola parte gastronomica, sono 160 persone. Ma i lavapiatti, come capita spesso in questi colossi, sono esternalizzati, cioè non sono dipendenti dell’azienda, bensì di un fornitore; in questo caso la cooperativa Mapri, che con circa mille uomini presta servizio a tanti hotel cittadini.
«Sono quasi tutti ragazzi stranieri: marocchini, rumeni, albanesi, pachistani. Giovani, che abitano fuori - a Pisa, a Montespertoli - con un forte turnover: la paga non è alta, spesso se trovano di meglio cambiano lavoro», dice Jacopo Vettori, stewarding coordinator, cioè la persona interna all’albergo che, tra l’altro, si occupa dei rapporti con i ragazzi della cooperativa. Del resto qui parliamo di numeri molto variabili, che possono diventare importanti: «In alta stagione, con la banchettistica aperta, arriviamo anche a 35 addetti». «Incontriamo persone incredibili», aggiunge Mollica, «immigrati che magari nel proprio Paese erano medici, ingegneri. Qui sono costrette a ricominciare, ma lo fanno con orgoglio e determinazione».
E come immigrato è arrivato in Italia Salah Khaled, da 31 anni lavapiatti, colonna portante, uomo di fiducia, confidente, amico fraterno di Pietro Leemann, il cuoco stellato del Joia di Milano. «Salah svolge il suo lavoro in modo esemplare, con la massima cura», racconta lo chef di alta cucina vegetariana. «Troppo spesso si pensa al lavapiatti in modo denigratorio. Invece se quel comparto non funziona crolla tutto il ristorante. E mi piace che i ragazzi che lavorano con me considerino il lavapiatti fondamentale: così capiscono che tutti i ruoli meritano rispetto». Un rispetto che negli anni è diventato amicizia: «In tutto il ristorante, Salah e io siamo gli unici due che si danno del tu». Con il suo lavoro Khaled ha potuto far studiare i figli: il primo è all’università, la seconda sta per andarci. Chiediamo a Leemann se Khaled abbia mai voluto “fare carriera”: «No, gli piace il suo lavoro. E poi, a dirla tutta, preferisce la cucina di sua madre alla mia», ride lo chef.
Ecco, la carriera: in cucina c’è mobilità verticale? Funziona l’ascensore sociale? In soldoni: si può partire da lavapiatti e finire chef o patron? Per rispondere basta un nome, Pino Cuttaia. Uno dei più grandi cuochi italiani - due stelle Michelin a Licata, in Sicilia - ha cominciato proprio così, tra lavandino e detersivo.
Lavapiatti celebri
Forse il più noto è Anthony Bourdain, come scrive nel suo Kitchen Confidential. Anche lo stellato Eric Räty ha cominciato alla plonge. E Kurt Cobain, prima dei Nirvana, lavava i piatti al ristorante Lamplighter.


sempre   per  rimanere  in  argomento     per  spiegare   come  la professione   di lavapiatti  non   solo umile  ma  può essere   utile   come  inizio di una carriera  , riporto il finale  di https://www.ambasciatoridelgusto.it/limportanza-strategica-dei-lavapiatti-viaggio-nelle-retrovie-della-cucina/

DA LAVAPIATTI A CHEF? Nel passato, quando la cucina era diversa e la formazione professionale non aveva ancora raggiunto livelli d’eccellenza, entrare in una cucina come lavapiatti era il primo passo verso altri mestieri. Oggi le cose sono decisamente diverse, anche se non mancano storie di chi ce l’ha fatta partendo dalle retrovie imparando il mestiere giorno per giorno. «Nell’organizzazione di una cucina moderna c’è una differenziazione tra i settori. Se chi si propone in cucina o in sala ambisce a crescere, i lavapiatti solitamente sono donne e uomini del posto che cercano un impiego fisso», dice Marco Sacco che li sceglie tra chi si propone attraverso i curriculum.

« Sono in pochi tra i lavapiatti quelli che vorrebbero entrare in cucina », è d’accordo Cesare Battisti. Tra coloro che, eccezioni che confermano la regola, ha cambiato posizione c’è Jacky, capo pizzaiolo di uno dei locali di Gilmozzi.«Jacky arriva dal Bengala, ha cominciato da me come lavapiatti in pizzeria e non si è più fermato. A spingerlo è stata la passione, oggi è il capo pizzaiolo e il mio assistente per i lieviti», conclude Gilmozzi confermando che storie come quella di Sonko, lavapiatti gambiano del Noma diventato socio di René Redzepi, non sono irripetibili.

                                   Mariella Caruso




paese sempre più alo sbando fra razzismo e sessismo . il caso degli insulti alla meloni e il caso di razzismo con la partecipazione del controllore verso una ragazza i colore su un treno



Premetto  che     non provo  simpatia  politica  e  culturale per  Giorgia Meloni  ma tali definizioni  sono  vergognose   soprattutto  quando vengono    da   un uomo  di  cultura  come   Giovanni Gozzini   che  


insegna Storia contemporanea, Storia del giornalismo e History ofglobalization al Dipartimento di scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università di Siena. Ha insegnato presso la Mount Scopus University di Gerusalemme ed è stato visiting professor presso il Center for European Studies della Harvard University. E autore di studi su Firenze
nell’Ottocento (Firenze francese, Ponte alle Grazie, Firenze 1989; Il segreto dell’elemosina, Olschki, Firenze 1994) sulla storia dello sterminio nazista (La strada per Auschwitz, Bruno Mondadori, Milano 1996), sulla storia del Pci (Storia del Partito comunista italiano, v.7, Dall’attentato a Togliatti all’VIII congresso, Einaudi, Torino 1998), sulla storia del giornalismo (Storia del giornalismo, Bruno Mondadori, Milano 20112) sulla storia delle migrazioni internazioni (Migrazioni di ieri e di oggi. Una storia comparata, Bruno Mondadori, Milano 2006) sulla storia della globalizzazione (Un’idea di giustizia, Bollati Boringhieri, Torino 2010; insieme a Tommaso Detti L’età del disordine. Storia del mondo attuale 1968-2017, Laterza, Roma 2018; insieme a Marcello Flores 1968. Un anno spartiacque, il Mulino, Bologna 2018) e sulla storia della televisione (La mutazione individualista, Laterza, Roma 2011). E membro della direzione della rivista "Passato e presente" e del comitato cientifico di "Comparativ. Zeitschrifte fürGlobalgeschichte und vergleichendeGesellschaftforschung" è peer reviewer per il«Journal of Global History». Dal 2000 al 2007 è stato direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze e dal 2007 al 2008 assessore alla cultura del Comune di Firenze.
Giovanni Gozzini è figlio di Mario Gozzini, l’ex senatore della Sinistra indipendente che ha legato il suo nome alla legge che concede benefici ai detenuti, e della teologa Wilma Occhipinti.

da    https://www.adnkronos.com/ 20 febbraio 2021 | 22.33 

  ed  come  tale  è giusto   che  si prendono provvedimenti  le  scuse   per  altre  forzate  :  « Chiedo scusa per aver usato delle parole sbagliate. Sono a porgere le mie scuse a tutti quanti, a Giorgia Meloni per prima e a tutte le persone che si sono sentite offese ».
 Infatti  [...] 
«Siamo increduli che nel 2021 ci si possa esprimere ancora così pubblicamente --- attacca Giovanni Donzelli, deputato e dirigente nazionale di Fratelli d’Italia  sul il  corriere  della sera  qui l'articolo completo   ---  Ancora di più che a farlo sia un professore come Gozzini, ha insultato e denigrato pesantemente Meloni». E poi: «Come al solito gli intellettuali di sinistra predicano bene e razzolano male, dimostrandosi buoni a cavalcare le battaglie in difesa delle donne solo a corrente alternata.»[...] 
Ciò dimostra  come  dal     sessismo  ,  la  volgarità  gratuita , ecc :   nessuno  sia immune  a prescindere  dalla sua  appartenenza  politico culturale      da  tale   fenomeno  .,  e che   a livello etico  e  culturale  c'è ancora molto  da fare .  concordo  con 


 ed     quanto dichiara la leader di Più Europa, Emma Bonino.

"Le mie idee politiche non potrebbero essere più diverse da quelle di Giorgia Meloni e proprio per questo oggi trovo doveroso esprimerle la mia vicinanza per le offese indegne e volgari ricevute da un professore universitario. L'odio e la volgarità non sono la soluzione, nè la strada, mai". 

veniamo   ora  al secondo  caso 

 Ancora più grave delle affermazioni della signora, è il fatto che il capo treno o controllore l'abbia fatta scendere dal treno, nonostante il biglietto regolare


    da  https://www.fanpage.it/attualita  18 FEBBRAIO 2021  17:41

Prato, razzismo contro una 19enne: “Hai starnutito e sei nera, scendi dal treno”

 

Una studentessa di 19 anni è stata vittima di un episodio di razzismo mentre andava a scuola su un treno che da Prato doveva arrivare a Firenze. La ragazza di origini brasiliane avrebbe starnutito due volte e
una donna l’avrebbe accusata di diffondere il Covid, collegando la sua affermazione al colore della pelle della giovane. Successivamente avrebbe chiamato un dipendente in divisa che, dopo aver controllato il regolare biglietto in possesso della studentessa, le avrebbe chiesto di scendere alla prima fermata.

                               di Gabriella Mazzeo


"I neri come te portano il virus in Itali". Questo avrebbe detto una donna a studentessa di 19 anni di origini brasiliane che viaggiava in treno con lei. La ragazza si stava dirigendo a scuola e per due volte avrebbe starnutito due volte mentre era seduta al suo posto. La donna, a quel punto, è andata a cercare il capotreno: dopo pochi secondi, un uomo in divisa (che non era il capotreno) avrebbe fatto scendere la ragazza alla prima fermata, quella di Sesto Fiorentino.La ragazza ha raccontato quanto avvenuto al padre adottivo, che ha poi inoltrato una lettera a Trenitalia e agli organi di stampa locale per raccontare quanto successo. La 19enne è salita su un treno regionale partito alle 7.12 dalla stazione di Prato centrale diretto a Firenze. Con sé aveva mascherina e biglietto regolare e prima di accomodarsi ha anche misurato la temperatura come da prassi, non riscontrando alcun problema. I due starnuti, però, avrebbero scatenato la reazione dell'altra passeggera che l'avrebbe accusata di "portare il Covid", relazionando la cosa al colore della sua pelle. Secondo quanto riferito dal padre nella sua denuncia, si sarebbe avvicinato a lei un dipendente di Trenitalia con divisa e trolley che dopo aver controllato il regolare biglietto della 19enne, le avrebbe chiesto di scendere alla prima fermata.La studentessa, che in quel momento si stava recando a scuola, ha pensato che si trattasse del capotreno e ha dunque eseguito quanto le era stato detto per poi attendere il treno regionale successivo per Firenze. L'episodio le ha anche causato un ritardo di più di mezzora a scuola. "Il comportamento del capotreno è inaccettabile, in quanto ha implicitamente cavalcato l'onda xenofoba e discriminatoria della passeggera che sarà oggetto di denuncia penale se individuata. Ha deciso di allontanare una studentessa in base a una mera discrezionalità senza neppure misurarle la temperatura al momento del controllo al posto. In un paese democratico non possono accadere fatti del genere" ha scritto l'uomo nella sua lettera.
La posizione di Trenitalia
Trenitalia ha fatto sapere di essere all'opera per individuare il dipendente che avrebbe detto alla ragazza di scendere. Ha fatto inoltre sapere che nel convoglio il capotreno in servizio era una donna e che quindi si sta lavorando per capire la posizione del secondo dipendente in divisa, indicato dalla giovane come un uomo. Il padre della ragazza è stato contattato personalmente dal direttore regionale della divisione passeggeri per chiarire questo passaggio.

  colonna  sonora  

Battiato- Povera  patria  Patti Smith – People Have The Power
Willie Peyote – Io Non Sono Razzista Ma…
Black Eyed Peas – Where Is The Love ?
Caparezza – Vengo Dalla Luna
Ghali – Cara Italia
Michael Jackson – Black Or White
Mirkoeilcane – Stiamotuttibene
 Jarabe De Palo – Depende
Manu Chao – Clandestino
Ivano Fossati – Mio Fratello Che Guardi Il Mondo







MAURO BELLUGI, IL PROTAGONISTA di © Daniela Tuscano

 Le aveva tutte Bellugi, anzi aveva perso tutto: prima una gamba, poi l'altra, poi l'intestino, poi è arrivato il Covid e con esso la mazzata finale. Non aveva più niente eppure sembrava così solido, con quella faccia contadina, le rughe profonde, gli occhi da bracco, sempre un po' casuali, come tutti i calciatori anni '70. Non divi ma soldatini di stagno, e le figurine Panini ce li restituivano così, fissi e variopinti. Fuori luogo, perché senza il pallone non esistevano. Bellugi era quel mondo, le domeniche pomeriggio, Novantesimo Minuto, l'Inter, mio padre. Che l'aveva trovato poco tempo fa a Niguarda, in attesa come gli altri, fisso ancora, ambedue le gambe fasciate. Lì Bellugi stava disputando l'ultima partita, nel chiarore di quella sala che sicuramente, ai suoi occhi, appariva un immenso campo di calcio. Un saluto cortese e senza fronzoli, l'annuncio buttato là, che gli avrebbero tagliato pure l'altra gamba, e quel "vediamo", il futuro comunque, perché la vita è un flusso e ti prevarica. Puoi non farcela, ma non devi restare in panchina.



Bellugi giocava ancora. Duramente e spontaneamente, a testa bassa, con una pietas quasi virgiliana. Cose maschili, ché il calcio ai tempi apparteneva a loro; non era però esclusione, semmai completamento. Alla fine, ci si riuniva attorno a un tavolo ed esisteva solo il noi. "Vediamo", il tempo non ci appartiene, ma ci siamo dentro e lo percorriamo tutto.
Bellugi se n'è andato, e con lui il pudore che caratterizzava quel mondo. Quello per cui la stanchezza era una colpa, sempre, di fronte al terribile dono dell'esistere. Anche a brani, smozzicati, cadenti, ma oltre, ma anima, integri dentro, e al cuore nessuno arriva, pur se te lo mangiano.

                                          © Daniela Tuscano 

19.2.21

Stalketing: quando il marketing fa stalking ! Pubblicità sempre più pervasiva e insistente con metodi da stalker come resistere ed provare arginarlo - ridurlo

Se cerchiamo una parola , un autore , se visiti   e  pagine  , o url  presenti  sui social, ecc ma    anche   cliccare una volta sola su una pubblicità o banner  pubblicitario  solo  per  chiuderlo    o  un articolo   civetta  presenti purtroppo  anche  nelle portali dei  quotidiani    ti ritrovi sommerso, per giorni e giorni, da messaggi sponsorizzati di quel prodotto e anche di tutti i suoi concorrenti.  Infatti  navigando nel web, il Grande Fratello segue tutti i tuoi movimenti, per precederti in ogni passo che fai e martellarti senza fine con tutti quei messaggi pubblicitari che algoritmi sempre più precisi scelgono di indirizzare proprio a te e non a chiunque. Lo stesso meccanismo se  visiti   hard 
Ecco quindi ovunque sei, a qualsiasi ora del giorno e della notte, ti segue, perché sa bene che, prima o poi, finirai per acquistare. Magari in un momento di debolezza, di tristezza o di euforia, ma qualcosa di certo comprerai. Vi  siete mai  chiesti  ,  salvo quelli \e  che non mettono i  loro dati o mettono  dati farlocchi  sui profili social perrché Facebook è gratis? Perché Google, YouTube, Instagram sono gratis? Perché il prodotto da vendere sei tu! In generale occorre tenere sempre presente che ‘gratis’ non esiste. Infatti    anche  alcune  app  e giochi    gratis  hanno  al loro interno  fra  uno schema  \ partita  successiva     delle interruzioni \  spot  pubblicitarie    o  offrono  elementi  d'aiuto o  aumenti  di punteggio  per  proseguire  la  partita     se  in cambio  guardi  dei video pubblicitari . Infatti   Se una cosa è gratis allora (   sia     che  si usi  il  sistema   suddetto  o l'opzione     vuoi  togliere la  pubblicità   passa  ala  versione premium  ) vuol dire che il prodotto che viene venduto siamo proprio noi , la semplice possibilità che tsi veda il messaggio pubblicitario  perchè  accettiamo  la  versione  gratis   \ semi gratis  . Questa è diventata la merce più preziosa che esista oggi al mondo! Diamanti, petrolio sono       roba passata ormai. Perché la tua attenzione moltiplicata per miliardi di persone genera un mercato sterminato in espansione rapidissima. 

La pubblicità si deve far notare e  serve , certo, ma sono sempre stato convinto che una buona regola è quella di cercare di non apparire fastidiosi: il rispetto non è di moda oggi e proprio per questo ha un valore grande per molte persone. 

Comunque già 30 \40 anni anni fa, con l’avvento della televisione commerciale c’erano quegli spot ripetuti in modo ossessivo che interrompevano continuamente il film che stavamo guardando. Prima in forma   soft    cioè  tra  un tempo  e  l'altro     poi   sempre  di  più  ed non solo  nelle  tv  pubbliche  .  La  colpa  è anche nostra    quando a questi  referendum  nel lontano  11 giugno 1995   
Concessioni televisive nazionali58,1%raggiunto43,1%56,9%NoAbrogazione delle norme che consentono di essere titolari di più di una concessione televisiva nazionale. Promosso da esponenti di alcune associazioni di volontariato, ambientaliste e di promozione culturale e di forze politiche e sindacali.
Interruzioni pubblicitarie58,1%raggiunto44,3%55,7%NoAbrogazione delle norme che consentono un certo numero di interruzioni pubblicitarie in tv. Promosso da esponenti di alcune associazioni di volontariato, ambientaliste e di promozione culturale e di forze politiche e sindacali.
Raccolta pubblicità radiotelevisiva58,1%raggiunto43,6%56,4%NoModifica del tetto massimo di raccolta pubblicitaria delle televisioni private. Promosso da esponenti di alcune associazioni di volontariato, ambientaliste e di promozione culturale e di forze politiche e sindacali.
                                             fonte  https://it.wikipedia.org/wiki/Consultazioni_referendarie_in_Italia

Forme di pubblicità non rispettose ci sono da tanto tempo, per non parlare   oltre  che    della posta elettronica. Al cui spam ci siamo abituati già da anni, eppure ancora oggi ogni tanto ci urta ancora. Ma forse il peggiore è il telemarketing cioè  pc  , tablet   , smartphone  ,   ecc 
Ma qual è la forma di pubblicità più rispettosa per le persone?  Ora  secondo  quest  articolo che ho consultati su www.ioacquaesapone.it : 
Quella sulla stampa. Non si impone, non urla, non interrompe nulla, la leggi solo se ti interessa e per il tempo che decidi tu. 
Ma la stampa sta morendo e le aziende stanno tagliando la pubblicità sui giornali, per riversarla su internet e i social. 
Non sono  d'accordo  .  perchè  .  Ormai  senza  pubblicità e  sponsorizzazioni non si possono fare grosse cose , vedi la breve durata o la crisi di vecchi giornali ( Il primo chiuso il secondo che sopravvive ed agonizza ) : La voce quotidiano nazionale italiano fondato e diretto da Indro Montanelli ( 1909 -2001 ) pubblicato dal 22 marzo 1994 al 12 aprile 1995 ed il manifesto è un quotidiano italiano d'indirizzo comunista fondato nel 1971 facendo seguito all'omonima rivista fondata nel 1969  ed il settimala  e  l'espresso  senza  più  piccolo    per  la  poca  \  quasi scarsa  pubblicità  . Oppure   le riviste  di nicchia    come quella  ioacqua&sapone   . Ma  soprattutto   certi   settimanali   ed  inserti  sono  pieni  di  pubblicità invasiva  o  stalking   usano  la  tecnica  di   mettere  pubblicità fin dalla   3  di copertina   ed  mettere    quindi   il sommario    con i  titoli   al centro   per  paura  che  la  gente   veda   se  gli interessa    o meno  e  possa  essere  influenzata  dal  comprarlo  o non  comprarlo  .   

  Come  ne  uscire o  quanto  meno  ridurre   ? 
per la    stampa     
  • applicando il metodo   'sti cazzi per  i giornali  soprattutto inserti \  allegati a  quotidiani o  settimanali 
per  la  tv ( anche    i programmi    tv  in streaming  o  in replica  sulle pagine   web   delle  tv   ) 
  • parlando  tra uno  spot  è  l'altro  tendo  basso il volume   
  • mettendo  il   atto   questa   vecchia  canzoncina   di Renzo Arbore 
                                                                         [...]    
Notte italiana
                                                                           C'è una luce blu
È in ogni casa
Che brilla la tivù
E tutti intorno
Seduti a guardare
Davanti a questo focolare
II padre al figlio dice
"Senti un po'
Solo un consiglio
È quello che ti do
Tu nella vita
Comandi fino a quando
C'hai stretto in mano
Il tuo telecomando"  [ .... ] 

applicando  il  silenziatore   o   facendo  zapping ovviamente  con  cronometro per  non perdere  il  filo    della trasmissione o   SIC   adeesso anche  sei servizi  giornalistici   . Facile   quando un    in differita \  replica    perchè  gli  spot   durano  30 secondi  p ideì, idem  o   quasi  , quando  essa  è messa  tra     l'inizio   di  un programma e    la  fine di  uno e  l'inizio  di un altro   .  Difficile    quando  interrompe  un film  o     un programma 

  Pe  Pc , tablet  , cellulare e  telefono   la  cosa  è più difficile  , ed   una  guerra   continua    vito  che   anche  le  APP   antispam  hanno ,  fortunatamente    non   a livello    di Stalking ,   pubblicità   nella  versione free gratis   ,  senza  pubblicità a  pagamento  . Ma  vediamo  come  :

Pc   ,  tablet ,  cellulare  con internet  e  non   usare
  •  programmi come uBlock Origin
      anche  se  ormai è talmente  usato  che certi siti   non s'aprono  o  ti mandano  un Messaggio di sbloccare  tale  estenzione      se  lo  hai   attivo 
  • programmi di navigazione   anonima  come  Tor About  
  • motori  di  ricerca  anonimi     come  DuckDuckGo o  StartPage peri  siti erotico  \ pornografici   ed   simili o   che  non  applicano la  legge  sull'uso dei  cookie  di profilazione 
  • non lasciare  il  tuo  numero di cellulare   sui social   oltre  la registrazione   o  in altri  siti     a meno  che  tu   non lo  abbia  anche  come  numero di  casa    fatti   come  si   faceva  e si  dovrebbe   fare  tutt'ora    con l'email   un  email  da battaglia   antispam   un numero  da battaglia  
  •  quando  ,   sono la maggior  parte  ,  i siti  o per   ricevere  loro  abbonamenti   e  aggiornamenti     ti  dico  accetta  i  cookie  non   dare ok  a  tutti    vedi  se  puoi scegliere    quali    autorizzare  e quali  sono  . io consiglio    di  dire  no   a quelli  che  ti propongono   che    danno i  tuoi dati  a ditte di loro  fiducia
  • stessa regola   per le  riviste  online  o  cartacee  a  cui  t'abboni e  dai il  numero di cell  , email  ,  e  social  .  
  • nn cliccate   sui  banner      ed  articoli  civetta   se  per  esempio   i  giochi  aspettate     di solito  è fra una partita  e  l'altra che  finisca  dura   30 secondi   a meno  che  non siate   sadici e  volete  continuare     per  fare punteggio o n   di  livello     quindi  ve  lo dovete  guardare  ogni volta  c he   giocate  ogni singola   partita  
  • per  dirette  o repliche  in streaming,  apertura  di  un video  di  un servizio   giornalistico   di  un quotidiano   online  purtroppo   si  è  costretti  altrimenti  non inizia  neppure   si  può  risolvere  solo  mettendo    il  silenziatore  tanto  durano  30  secondi . Oppure   dopo  10  secondi  si  può cliccare   su  salta e  quindi   vederne  solo   una parte  vedi per  esempio  youtube  e   altri  portali video   . Per le  dirette    cronometrate perchè andare  avanti  è  un mezzo casino   cosi  sapete  quando  dura    e  pote
  • per  cell    scaricate   APP   come   truecaller  , cia   e  simili   perchè   anche se   con piccoli  banner e  dei limiti per  la  versione  gratuita rispetto   a quella  a pagamento    non fastidiosi    sono   abbastanza efficiente  per  gli spam noti  o  segnalati   . Unica  rottura  e   chge  per bloccare  gli sms   spam   dovete  mettere  l'app   che controlla    il cell(   watsapp  ,   telegram  ,  , ecc    eh  si lo spam e le  catene  arrivano anche  li  )  come applicazione  predefinita  
  •   se  chiamano al cell  o  al  fisso   con un numero   di cell  o  di  fisso     che non conoscete   non rispondete  subito , almeno  che   non dobbiate   rispondere  per  lavoro  a tutte le  chiamate   ,  blòoccatelo  ormai    anch e i i  cellulari  più moderni  hanno la possibilità  di bloccare  i numeri  cercatelo  su  internet      ci sono diversi  siti  che  aiutano  nella lotta  antispam  come  per  esempio http://chistachiamando.com/ dove potete controllare se è un n spam e se non c'è in elenco potete segnarlo ed aiutare perchè in lotte come questa è importante fare squadra
non so  che  altro  dire   a presto 





17.2.21

è possibile prevedere il futuro ? e come fare ?


Ho condiviso recentemente sulla mia bacheca Facebook ed sui miei social ( ormai quasi tutti sono collegati uno con gli altri o di un unico proprietario ) da un mio contatto   un meme    su  quello   che   farà una  volta ottenuta  la  fiducia    il  nuovo  governo  . Ed ecco che subito sono arrivati i contatti . In particolare questo : << Un veggente insomma, fai altre previsioni ? >>  No  nessun veggente sono uno che si diverte a vedere lontano   come    il matto  dei Mcr      colonna  sonora  del  post   d'oggi
In realtà  nessuna   previsione   ma   un mio  divertimento, vista   la  mia passione  ovviamente  cercando  d 'integrarla  con osservazione  e razionalità  per  i misteri,  per  il  complottismo, intrighi, e futuro distopico soprattutto   letterario     vedi per  esempio  i fumetti : orfani della bonelli ,IL romanzo  \  graphic novel)  a fumetti V for Vendetta scritto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd, ecc 


 Ora  Noi siamo abituati a pensare che il futuro è un tempo che deve ancora avvenire, per cui non può essere mai individuato in pienezza. In qualche modo noi riusciamo a prevedere molti fatti ed eventi in base all’esperienza del passato, ma ci sono molti più “imprevisti” che sfuggono alla nostra capacità di discernimento , Ma   allora      come  mai   molte  volte  le  tue  analisi  sono azzeccate  o  riesci ad  indovinare    ed  a prevenire  quello  che  succede  ? LA DIFFERENZA TRA “PREDIRE” E “PREVEDERE”. Tuttavia, al di là dell’occhiata all’oroscopo (e al di là delle palle dei maghi), un sensato, razionale e possibile negoziato con il futuro può passare dalla diversità che c’è tra due parole in apparenza assai simili: “predire” e “prevedere”.
“Predire” riguarda l’annunciare eventi futuri e il fare profezie. “Prevedere” riguarda il fare ipotesi e supposizioni, a partire dai dati disponibili, su quanto potrebbe accadere in futuro. La discriminante vera è il presupposto su cui si fonda ciascuna delle due pratiche: la prima presume che il futuro sia nelle mani di una divinità. La seconda presume che il futuro sia governato (più o meno consapevolmente) dagli uomini, dalle conseguenze (non sempre evidenti) di atti o eventi pregressi, dal caso.
E   poi  distinguere , e qui  rispondo   a   chi  mi  chiedo  come  ci  riesco  ,   fra  previsioni  \    a breve  termine   ed   a lungo     termine  Infatti   Se può aver senso tentare di prevedere il futuro, conviene comunque cimentarsi coi grandi sistemi più che con le imperscrutabili sorti individuali, e bisogna provarci avendo chiari tre fatti: nei sistemi complessi (il sistema sociale e quello economico, il clima e gli eventi meteo, il traffico, gli ecosistemi) l’interazione tra le diverse componenti è di tipo non lineare. L’effetto-farfalla (leggete qui come è stato scoperto: è interessante) gioca un ruolo importante. E, come scrive il filosofo e sociologo Edgar Morin, “l’imprevedibilità e il paradosso sono sempre presenti”. E quindi non sempre    ci riesce   al 100   %   Gli studi sul futuro integrano discipline eterogenee: psicologia, sociologia, matematica, statistica … ecc . Hanno cominciato a svilupparsi a metà del secolo scorso. Chi se ne occupa cerca di individuare schemi ricorrenti, se ce ne sono, e ragiona in termini di scenari: possibili, probabili, preferibili o da evitare, con l’obiettivo di aiutare società e individui a compiere scelte sagge avendo un po’ più chiare le opzioni disponibili e le loro conseguenze possibili. Non si considerano studi sul futuro le ipotesi a breve termine (per esempio: il comportamento della Borsa nei prossimi tre mesi), ma solo quelle che prendono in esame eventi a medio e lungo termine.
Ma come  punto  di partenza  sia per  i neofiti     che  per coloro lo fanno  da  sempre   non  fidandosi  di  quelle fatte  dai media embed   o    da quelli complottisti    ci vuole  un  apertura  mentale  . In termini psicologici  e non solo  , essere mentalmente aperti significa saper affrontare l’incertezza, essere capaci di esaminare le questioni da molte prospettive, non avere preconcetti, essere pronti a cambiare idea e saper evitare le trappole mentali (bias) che possono fuorviare anche le persone più accorte 


 Volete farvi un’idea di chi sono i futurologi e quali sono i maggiori centri di ricerca sul futuro?

[...]  In fondo a questa pagina di Wikipedia trovate elencati i più importanti. Ma è la BBC a dirci quello che probabilmente tutti siamo più curiosi di conoscere: a saper fare le previsioni migliori non sono tanto i superesperti, quanto le persone dotate di un alto grado di apertura mentale (peraltro questo è, insieme all’introversione, uno dei due tratti che nel Big Five, uno dei più accreditati modelli della personalità, è correlato con la creatività).[...] 


 da  https://nuovoeutile.it/prevedere-il-futuro/   articolo  da  cui ho prese  le  foto   (  eccetto i meme  )  e  da  cui  ho rielaborato  il  post  d'oggi  
.

14.2.21

La donna che cerca a Como la mamma mai conosciuta: "I suoi geni possono salvarmi dal tumore"



lo so che odio le catene ma a volte posso servire 

da  repubblica  online  del  13 FEBBRAIO 2021  
La speranza per curare il cancro è la mappa genetica di un genitore: l'appello di una donna milanese alla madre biologica che la abbandonò in orfanotrofio


                              di Lucia Landoni

Una foto da bambina di Daniela Molinari: la donna oggi ha 47 anni (ansa)


Ha deciso di lanciare un appello per rintracciare la madre che la partorì e abbandonò 47 anni fa e chiederle di sottoporsi a un prelievo di sangue: per Daniela Molinari, infermiera psichiatrica dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, questo potrebbe essere l'unico modo per sconfiggere il cancro contro cui lotta da tre anni.
"Tutto è iniziato da un tumore al seno, che ora si è esteso con metastasi ai linfonodi. Resiste alle cure tradizionali e i medici mi hanno parlato di una terapia sperimentale svizzera, per cui però occorre la mappa genetica di almeno uno dei due genitori - racconta la donna - . Questo è un grosso problema, perché ho davvero poche informazioni al riguardo. Sono nata il 26 marzo 1973 a Como, nell'orfanotrofio delle suore di Rebbio, che oggi è chiuso. La mia madre biologica ha scelto di non far trascrivere il proprio nome nei documenti, chiedendo inoltre di cancellare tutti i dati sanitari, come all'epoca era lecito fare".
Poi la bambina venne battezzata in orfanotrofio e registrata con il nome di Daniela Simoni, che cambiò due anni dopo, quando venne adottata dalla famiglia Molinari e si trasferì a Milano.
Della donna che la diede alla luce oggi Daniela non sa nulla: "Per rintracciarla mi sono rivolta a un quotidiano locale, la Provincia di Como, per rendere pubblica la mia storia e chiederle di farsi viva. Ma non è affatto detto che viva ancora lì, né peraltro che sia proprio comasca - continua - . All'orfanotrofio delle suore arrivavano donne provenienti dalle zone più diverse per partorire e lasciare i neonati senza riconoscerli. Non so neppure se sia italiana o straniera".
I registri dell'epoca oggi sono conservati nell'archivio storico provinciale di Como, "a cui mi sono già rivolta per poter accedere al mio fascicolo".
Le procedure burocratiche in questo caso sono lunghe, ma la storia dell'infermiera 47enne ha colpito molto "gli impiegati, che hanno deciso di darmi una mano e mi hanno già anticipato che in quelle carte non c'è alcun dato utile sull'identità di mia madre".
L'unica speranza di rintracciarla sembra essere il tam tam innescato sui media e sui social network, che sta già avendo "una risonanza ben superiore alle mie aspettative - commenta la donna - . Ho ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà e di sostegno, tant'è vero che mi sento piuttosto confusa e non sono ancora riuscita a leggerli tutti per mettere un po' d'ordine".
Daniela - che ha due figlie, "una di 26 anni che mi ha già reso nonna e un'altra di nove" - sa che non sarà semplice raggiungere la propria madre biologica, ma non vuole lasciare nulla di intentato: "Non le chiedo di venire a conoscermi, ma solo di sottoporsi a quel prelievo. Tutto l'affetto suscitato dal mio appello mi ha profondamente commosso - conclude - . Spero davvero che possa arrivare anche a lei, ovunque sia".

12.2.21

Come scegliere un film o una serie tv sulla web tv( netflix ,prime , ecc ) o al cinema , o in tv

In tempi di pandemia , e di mediocrità ( salvo eccezioni ) della tv di stato pubblica e privata noi tutti ricorriamo oltre che allo streaming e download - a quelle internet . L'altra volta i miei matusa genitori mi hanno fatto i complimenti perchè in una settimana gli ho fatto vedere 5 film bellissimi su 7 . E mi chiedono ma come faccio , soprattutto mio padre che quwlli che ha scelto lui salvo risultano di medio spessore o pessimi . Ecco quindi il titolo Come orientarsi nella scelta di serie o film , spesso di loro
produzione senza cadere nella banalità e dozzinalità ? Non esiste un metodo preciso ciascuno , almeno quelli scelgono di vedere un film o una serie tv senza farsi condizionare o dalle mode del momento , o accettando quello che passa il convento , e so si fossilizzano su un determinato genere o un determinato regista e attore , ha il suo che varia da persona a persona . Io mi oriento cosi : Uso Apertura mentale , passa parola ( amici , parenti , recensioni e non di giornali , social , ecc ) lettura trame , visione dei trailer e dei primi 5 minuti di film o episodi pilota o zero di una serie , non giudicare solo dal tiolo . Apertura mentale nel non fossilizzarmi \ fissarmi solo : su un genere , su un regista o attori . Perchè è vero che genere ed registi o attori sono importanti ma io generalmente non mi fossilizzo su un genere o sugli attori o registi . Infatti può capitare che siano dei bravi attori o bravi registi e facciano film insulsi o da cassetta come li chiamava un prof dell'università . essere cattivi attori e registi e fare un buon film . Non cado in certi stereotipi di cui parla questa influencer 😃

Infatti   Generalmente  me  ne  frego  del genere  se  un film mi  prende , non m'importa  il genere, ben venga     . Poi   dipende  dai gusti    con choi guardi  o scegli di vedere  film o serie tv   queste opzione, deve essere valutata sempre in base a questo  . Se quella  compagnia   gli piace  variare   ed ha il coraggio   di farlo   e affrontando  una visione  fuori dalla  classica  basta  che  sia   .. Ad esempio, un film storico può riuscire a suscitavi interesse e conoscere nuovi fatti. Inoltre è possibile vedere luoghi nuovi e fornisce informazioni utili sulle culture dei paesi lontani. Mentre un film d'amore, può farvi sognare e entrare, anche se solo in forma virtuale, nella storia. In alternativa se avete bambini, preferite film di animazione e adatti alla loro età. Guardandolo insieme e spiegandogli ogni tanto le varie scene.   Molti  suggeriscono  che   , a  volte  anch'io  ricorro  a questo metodo    quando  non so dove  sbattere la testa  o  non  ho  voglia   di stare a  scegliere  a  lungo , è quello di verificare il regista che ha ideato la pellicola. Forse vi apparirà un opzione banale, invece può  aiutare molto ad identificare il contenuto del film. Spesso i film vengono preferiti in base agli attori preferiti, ma spesso può risultare inutile in quanto  quell'attore\  attrice   molto  famoso  viene   usato  per coprire  un pessimo film  dalla  sceneggiatura  \  trama   debole  per non  dire  pessima   . Quindi la cosa migliore è quella di controllare la trama, realizzata dal regista. In questo modo l'interesse per il film che avete scelto di vedere, potrebbe  aumentare notevolmente  magari risultare interessante  . Ultimamente le visioni proposte dai registi, offrono maggiore arditezza e sperimentazione. Tanto che,  i registi hanno prodotto  dei film, concependoli per indulgere i gusti dello spettatore. Inserendo dei sequel, prequel e trilogie varie. Riuscendo a far raggiungere l'apoteosi e tanto di perfezione. Provando un grumo di sentimenti pulsanti, dubbi, paura, felicità e amore.
L'altro sistema   cioè  Passa  parola genere  due modi   uno     passivo   lo vedo direttamente  e  mi fido  ciecamente  ., l'altro  attivo  faccio i controlli  incrociati  che di solito    si  fa  quando  si sentono  i pro e  i contro di un  fatto di un  racconti    cioè  lettura  trame  , visione  dei    trailer  e  dei  primi 5  minuti  di  film  o  episodi pilota  o zero  di  una serie  . 
Applico  ,  o almeno     ci provo   tali     metodi  prima  citati  a   cercando  in questo motore    di ricerca  https://www.ifilmdavedere.it/cerca-film-da-vedere/   usando   senza ovviamente  ,  anche se  è molto  difficile  e  tutti  ci  caschiamo , sottoscritto compreso  perchè

Siamo fatti della stessa sostanza delle storie che ci appassionano. Mescolando finzione e realtà, fantasia e cronaca, esse stimolano desideri materiali, spirituali, vocazioni professionali, pulsioni sessuali, criminali. “Non è un caso se le fiction, come i film nell’epoca d’oro, hanno ispirato alcuni spettatori nelle loro azioni contingenti o impegnative, come le scelte professionali”. qui  Su ilLibraio.it un estratto dal saggio di Luca Mastrantonio “Emulazioni pericolose – L’influenza della finzione sulla vita reale”
 che  conferma    che Le nostre scelte? Non sono nostre, ma condizionate dall’ambiente   come dice     Matteo Cavezzali in quest'  articolo del IFQ [ il  fatto  quotidiano  ]  del   9 SETTEMBRE 2016   

 farti condizionare  quando ti dicono : <<  vedere assolutamente. ecc >> che altro dire    ?  aggiungere     se  non buona  visione  

P.s
Vado  a  finire  di vedere   la  serie     di netflix  L'impero Ottomano  suggeritami   da parenti  e  poi  "  verificata   "  da  quest' ottima  recensione


per  chi volesse  approfondire  ecco  gli altri   siti consultati per   l'articolo  

9.2.21

a Mogoro, in provincia di Oristano, per raccontare la storia di Wilda Scanu e della cooperativa di tessitrici Su Trobasciu

Il viaggio alla scoperta dell'artigianato italiano questa settimana fa tappa a Mogoro, in provincia di Oristano, per raccontare la storia di Wilda Scanu e della cooperativa di tessitrici Su Trobasciu

                                                 di          FRANCESCA GUGLIOTTA


                                            Wilda Scanu e le tessitrici di Su Trobasciu

 







A Mogoro, in provincia di Oristano, Wilda Scanu tiene viva l'arte sarda del telaio manuale e degli arazzi, con la cooperativa Su Trobasciu, che significa in sardo appunto "telaio", di cui è presidente: «Siamo sette donne che da 42 anni portiamo avanti questo progetto, voluto inizialmente dalla regione Sardegna per preservare la tradizione della tessitura sarda. Mogoro è famosa per gli arazzi: un tempo ogni donna aveva in casa un telaio e tesseva tutto il corredo, inclusi gli arazzi   
Wilda Scanu e le altre sei tessitrici utilizzano le stesse tecniche delle loro nonne: «I telai sono stati ricostruiti sulla falsariga di quelli antichi, anche se ne abbiamo qualcuno centenario. Le tecniche che utilizziamo sono: il pibiones, che in sardo significa “acino d'uva”, una tecnica per fare i tappeti in lana sarda, facendo passare un filo di lana intorno al ferro per lasciare in rilievo il lavoro, il pibiones appunto; questa lavorazione in rilievo determina anche il disegno nei tappeti monocromarici, se invece usiamo più colori si chiama “tuttopieno” perché il disegno non è dato dal rilievo ma dai colori».
La tecnica a pibiones, che in sardo significa “acino d'uva”, una tecnica per fare i tappeti in lana sarda, facendo passare un filo di lana intorno al ferro per lasciare in rilievo il lavoro, il pibiones appunto Per gli arazzi, le opere più pregiate, più lunghe e particolari eseguite in pura seta, «usiamo la tecnica “bagas”, che le donne hanno forse copiato dagli antichi broccati francesi, con motivi floreali e disegni come le colombe e i pavoncelli, una tecnica che simula il broccato, dove il disegno è ottenuto contando i fili di seta impiegati, un lavoro dunque molto minuzioso che richiede grande attenzione; bagas significa “saltare” i fili dell'ordito coprendoli con altri fili colorati, che poi determinano il disegno».
Non solo tappeti e arazzi: «Per le bisacce, che sono una sorta di borsello maschile, un manufatto con le due tasche che l'uomo portava sulla spalla o sul dorso del cavallo o asino, il telaio deve essere preparato in maniera diversa per ottenere piccoli triangoli che danno vita al disegno, e ogni tasca viene fatta con la tecnica a bagas. Di solito le donne realizzavano per lo sposo una bisaccia più particolare e ricercata delle altre, da indossare per le feste».

Ogni donna comincia un lavoro e lo finisce, con un procedere lento e minuzioso: «Negli arazzi più semplici si realizzano 7-8 centimetri al giorno, per i più complessi addirittura soli 3 centimetri al giorno. I motivi decorativi del passato tipici di Mogoro sono: gli arazzi con due unicorni che si fronteggiano, con in centro la fontana e ai lati le cornucopie, un decoro di buon auspicio per i raccolti, le pavoncelle simbolo fertilità, i fiori come rose, tulipani e garofani come metafora di serenità, le peonie della
 ricchezza».
Tra i motivi tipici degli arazzi, le pavoncelle simbolo di fertilità e i vasi con i fiori, come rose, tulipani e garofani simbolo di serenità, le peonie di ricchezzaOggi Wilda Scanu, insignita del titolo di Maestro d'arte e mestiere dalla Fondazione Cologni, con il suo collettivo di artigiane realizza anche tappeti e arazzi contemporanei in collaborazione con designer come Carolina Melis, Violetta Scanu, Maria Lai, Mara Damiani: «Per esempio, Carolina Melis negli arazzi si è ispirata alle erbe e alla natura, mentre per i tappeti le designer di solito lavorano con giochi geometrici e sulla contaminazione delle differenti tecniche». Per gli arazzi si usano materiali leggeri e preziosi: «La seta, il cotone, il lino, il filo d'oro e d'argento, per i tappeti invece la lana sarda bianca, quella moretto della pecora nera, e poi quelle colorate con pitture naturali. Per i colori: le tonalità neutre sono tra le più richieste, ma a noi piace molto giocare con i colori, che sono tipici della nostra tradizione».
Tra i tappeti più grandi, quello per il magnate russo Roman Abramovic, un tappeto di 6 metri per 8Tra i progetti più incredibili: «Un tappeto nato a partire da un arazzo antico, per la sua difficoltà di esecuzione lo abbiamo chiamato Aracne, come la fanciulla mitologica abile tessitrice. Uno dei tappeti più grandi è stato quello per il magnate russo Roman Abramovic, un tappeto di 6 metri per 8, qualcosa di enorme. Un altro lavoro che stiamo portando avanti è il recupero degli arazzi antichi, per uno di questi ci abbiamo messo nove mesi, l'abbiamo chiamato l'arazzo della gravidanza».