30.11.22

CHI LO DICE CHE PER CRESCERE CI VUOLE UNA FAMIGLIA TRADIZIONALE O ENTRAMBI I GENITORI ? IL CASO DEL CAMPIONE MICHEAL PHEALS

 Cercando    storie   per  distrarmi  e   resistere  nel  mio  intento  ( vedere i post   del  mio   diario  giornaliero  )  ho  trovato questa    sui  Facebook  questa  storia    riportata   sotto.  Però prima  di  lasciarvi   alla  sua lettura    vorrei  proporvi  ,   anche se   è  già chiaro   riproponendo  il  titolo    la mia  riflessione in merito   , Chi  lo  dice   che     chi  soffre   del disturbo  d'attenzione  ovvero   il disturbo dell'ADHD, che pur essendo uno dei più
diffusi dei disturbi del neurosviluppo, il manuale psichiatrico DSM
 Essa   dimostra   che mica per  crescere   ed  eventualmente  arrivare  a tali  livelli cultural   o sportivi  come  in questo  caso  debba necessariamente   avere bisogno    della  cosiddetta   famiglia  tradizionale   cioè  entrambi i  genitori    ne    basta  uno  la madre  in questo  caso  Eppure   molti governi   alcuni  democratici   hanno  fatto  e  mantengono ancora   leggi  che  vietano  o  limitano l'adozione    l'affido   ai  singoli  . Ma  ora  basta   divagare    ed  annoiarvi   ecco  a  voi  la  storia  tanto attesa  


È il 1990 a Baltimora, Maryland. Un giorno la maestra d'asilo convoca d'urgenza mamma Deborah, per tutti Debbie.
"Michael non riesce a stare seduto, non sta mai tranquillo, non riesce a focalizzare" dice la maestra.
"Forse è solo annoiato" risponde Debbie.
"Impossibile. Si rassegni, semplicemente suo figlio non è dotato, non sarà mai in grado di focalizzarsi su nulla" sentenzia la donna senz'appello.
Il bambino in questione, quel Michael, di cognome fa Phelps, ha 5 anni, è cresciuto senza padre in una famiglia interamente femminile, insieme alla madre e alle due sorelle, e fino a quel momento non ha quasi mai messo piede in una piscina. Quando lo fa per la prima volta, è talmente terrorizzato all'idea di bagnarsi la faccia, che l'istruttore è costretto a insegnargli il dorso. Michael ha un talento innato, ma discontinuo. A scuola non va meglio. Tutte le sue insegnanti ripetono a Debbie sempre le stesse cose: "Non riesce a concentrarsi in nessun compito", "non è portato per questa o quella materia", "infastidisce il compagno di banco". Debbie allora decide di sottoporlo a una visita specialistica. La diagnosi è chiara: ADHD o DDAI, meglio noto come Disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Ma Debbie, oltre ad essere una mamma, è anche insegnante e preside. E si mette in testa di dimostrare a tutti che sbagliano. "Sapevo che, se avessi lavorato duro con Micheal, lui avrebbe potuto raggiungere tutti gli obiettivi che si fosse prefissato.” Lavora a stretto contatto con le insegnanti di Michael e, ogni volta che una di loro le dice "non riesce a fare questo", lei risponde: "Bene, cosa possiamo fare per aiutarlo?" Di fronte alle sue difficoltà con la matematica, gli trova un tutor e un metodo che susciti l'interesse di Michael, con problemi di questo tipo: “Quanto tempo impieghi a nuotare per 500 metri se nuoti ad una velocità di 3 metri al secondo?”.
Trasforma i limiti di suo figlio in opportunità. Ogni volta che lui ha uno scatto di rabbia o di frustrazione in piscina, lei dagli spalti gli fa un segnale convenzionale a forma di C che, nel loro linguaggio privato, significa "Ricomponiti".
Michael migliora a scuola, mentre in vasca è già un piccolo squalo: a 11 anni, è più forte e veloce di qualsiasi altro suo coetaneo che abbia mai nuotato negli Stati Uniti. Debbie viene, allora, convocata per il secondo colloquio più importante della vita di Michael. Questa volta non è una maestra d'asilo ma il suo allenatore, Bob Bowman. È il maggio del 1996.
"Signora, ora le dico cosa succederà" esordì. "Nel 2000 Michael parteciperà ai Trials olimpici. Non so se conquisterà la convocazione, ma sicuramente farà parlare di sé. E nel 2004 sarà senza dubbio un atleta che vincerà delle medaglie olimpiche. E saremo solo all’inizio”.
Bob sbagliava. Nel 2000, a Sydney, non solo Michael si qualificherà nei 200 metri farfalla, ma raggiungerà la finale, classificandosi al quinto posto, sfiorando il podio e una medaglia. Aveva 15 anni appena compiuti. Da quel giorno, per i successivi 16 anni, Phelps conquisterà 83 medaglie, di cui 66 d'oro, 28 olimpiche, 33 iridate, in otto diverse discipline, diventando, nel 2008 a Pechino, l'atleta con più ori (otto) in una sola edizione della storia dei Giochi e, per distacco, il nuotatore più vincente di ogni tempo, oltre a uno degli sportivi più forti di ogni sport o epoca.
Quel campione inarrivabile e icona planetaria è stato un bambino con deficit dell'attenzione diagnosticato, come decine di milioni di altri bambini come lui in tutto il mondo. Con la sola fortuna di avere avuto al suo fianco una donna e una professionista che non lo ha mai giudicato, né giustificato, ma lo ha spinto a tirare fuori il proprio talento dove altri vedevano solo disturbi, disattenzione e iperattività. Avrebbe potuto rassegnarsi, come le aveva consigliato la sua prima maestra d'asilo. Invece Debbie ha deciso di fare qualcosa di molto più lungo e faticoso: credere in suo figlio.
Forse nessuno di quei milioni di bambini diventerà mai Michael Phelps - che importa? - ma dietro lo stigma di una diagnosi e di un giudizio senz'appello, ci sono persone con talenti e capacità fuori dal comune in qualunque ambito o professione. A volte quello che manca è solo qualcuno disposto a vederli e a riconoscerli. Una come Debbie Phelps, per esempio. 


 





[ 11 giorno senza mondiali ] Iran -Usa non solo calcio lotta per i diritti

Ieri    Il mio  proposito    , fin  ora   riuscito ,   di  non     vedere  e  di non parlare    delle partite  dei mondiali di questa edizione  ha  avuto   un  primo  cedimento   .  Ho letto ,  sperando     ome    un mio utente      di fb    che  non avrebbe vinto nessuna  delle  due  squadre   ,   il risultato sul  televideo    della  partita  Iran-Usa    facendomi condizionare   da quest  articolo  del  corriere  della sera    (  superate  il blocco     per  gli abbonati     usando   mozilla   Firefox  )  la  cronaca   senza  usare il consueto metodo  'sti  cazzi    della  partita    Usa - Iran e Stati Uniti, valevole per il Gruppo B del Mondiale 2022 in Qatar. L’incontro  era  decisivo per il passaggio del turno per una delle due squadre e l'attesa per la posta in palio si è unita a una rinnovata tensione internazionale tra i due Paesi




Perché    non si tratta  solo di calcio   ma    una  sfida   tra   due nazioni che violano    entrambi  i diritti umani  . Ieri  29 novembre le due Nazionali degli Usa  e  dell'Iran  si  sono  affrontante   in una partita  per  l'accesso agli ottavi di finale.   Fin dalla  vigilia  L’avvicinamento all’incontro   sportivo  è stato  motivo  di tensione , per ragioni che poco o nulla hanno a che fare con il calcio   giocato . 

 Dal  risultato  che ho  visto  distrattamente    mentre   guardavo con il metodo 'sti cazzi   le  cronache  sportive  dei  tg   si  è   assistere ad una partita pacifica e competitiva”.  come  era  stata  auspicato  dal portavoce del dipartimento di Stato americano in vista dell’incontro  .
 Nei giorni scorsi dai post sui social della squadra degli Usa è stato rimosso l'emblema della Repubblica islamica dalla bandiera. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver deciso di non utilizzare la bandiera ufficiale dell'Iran per mostrare "sostegno alle donne in Iran che lottano per i diritti umani fondamentali”. Mi sembrava  da  quei pochi  ricordi     diretti e  indiretti che  ho di quel periodo orami storico   ,   d'essere  ritornati alla contrapposizione  e  scontro politico  tra l'America  di Regan e  l'Iran  di  Khomeini  .

 Per  chi come  me   non segue  per  scelta (  capita  che   ci  siano degli allrgici  \  indifferenti  al calcio  )   o  per  protesta     ecco  un riassunto della  diatriba      fra  le   due nazioni    ripreso da   fotro  comprese  da    https://tg24.sky.it/sport/2022/11/29/usa-iran-mondiali


La  squadra  degli Usa  

Infatti  Nei giorni scorsi dai post sui social della squadra degli Usa è stato rimosso l'emblema della Repubblica islamica dalla bandiera. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver deciso di non utilizzare la bandiera ufficiale dell'Iran per mostrare "sostegno alle donne in Iran che lottano per i diritti umani fondamentali”. (In foto: la squadra degli Stati Uniti)
la squadra dell’Iran


La federazione calcistica di Teheran ha protestato con la Fifa, arrivando a chiedere l’esclusione della nazionale a stelle e strisce dalla competizione. I post, secondo quanto affermato da un portavoce della Federcalcio Usa, sono poi stati sostituiti con quelli che utilizzavano la bandiera iraniana corretta, ma con la precisazione che “sosteniamo ancora le donne iraniane” (In foto: la squadra dell’Iran)
La tensione tra Iran e Stati Uniti si è nuovamente alzata, dopo le schermaglie intorno all’accordo sul nucleare di Teheran. Al punto che sul tema è intervenuto un portavoce del dipartimento di Stato americano, specificando che la Federazione calcio del Paese "non si è coordinata" con l'amministrazione sulla decisione di cambiare la bandiera dell'Iran sui suoi social media in segno di solidarietà verso le proteste in corso nel Paese 
un’immagine di Mahsa Amini e la vecchia bandiera dell’Iran


(In foto: un momento di una protesta per la morte di Mahsa Amini)



“Ci auguriamo di assistere ad una partita pacifica e competitiva ”,   e  cosi   è  stato ha detto    nei  giorni precedenti  il portavoce alla Cnn, aggiungendo però: "Gli Stati Uniti continuano a sostenere il popolo iraniano di fronte alla violenza contro le donne da parte di Teheran e alla brutale repressione contro manifestanti pacifici"   . Lo scontro sulla bandiera pubblicata sui social non è stato, però, l’unico momento di tensione durante questo Mondiale: l’avvicinamento alla partita si era già acceso dopo le dichiarazioni di Jurgen Klinsmann (in foto    sotto     )



L, che è stato anche ct degli Usa. L’allenatore è finito nel mirino per alcuni commenti in cui accusava l’Iran di aver influenzato l'arbitro durante la partita vinta venerdì scorso sul Galles
“Si lavorano l'arbitro, il guardalinee, il quarto uomo. Ti fanno perdere la concentrazione e lo fanno apposta. Fa parte della loro cultura”, ha detto Klinsmann. All’ex ct degli Stati Uniti ha risposto l’attuale commissario tecnico dell’Iran, Carlos Queiroz  secondo cui “queste osservazioni sulla cultura iraniana, sulla nazionale e sui miei giocatori sono una vergogna per il calcio"



L’incontro tra Stati Uniti ed Iran al Mondiale   non è una novità assoluta: ci fu   infatti un precedente a Francia 1998. In quel caso, dopo aver donato rose ai calciatori statunitensi, furono i calciatori di Teheran a prevalere per 2 a 1 . 

Una partita  simbolo   di questo  mondiale  dell'ipocrisia  ,  Infatti    










Il riferi


 ma  soprattutto  sempre  secondo la  stessa   fonte   il popolo  iraniano  protesta   contro l'uso  strumentale dello  sport  da  parte  di questo regime   che    ha minacciato  i  giocatori   e le  loro  famiglie  



un regime   politico  religioso  e teocratico     ormai  sempre  più  in crisi   come dimostra   sia    il video  sotto

    

sia  quello precedente  


 con questo  è  tutto  

29.11.22

la storia si ripete e noi purtroppo non abbiamo imparato niente a coloro che verranno di Bertold Brecht

a coloro che verranno di Bertold Brecht

Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha saputa ancora.
Quali tempi sono questi, quando
discorrere d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi comporta silenzio!
E l’uomo che ora traversa tranquillo la via
mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell’affanno?
È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che faccio m’autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,
e sono perduto).
“Mangia e bevi!”, mi dicono: “E sii contento di averne”.
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d’acqua?
Eppure mangio e bevo.
Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!
Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all’amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.
Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.
Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era, e nessuna rivolta.
Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza.

Saman Abbas La vittoria di Saman di Daniela Tuscano

 ottimo questo  articolo      pubblicato    dalla  nostra  amica  Daniela  Tuscano     su  https://www.dols.it/ 29.11.2022

Se il DNA lo conferma, in un certo senso, Saman Abbas è risorta. Il corpo femminile, motivo di scandalo e disonore, torna in mezzo a noi integro, a suo modo raggiante. E nessuno riuscirà più a trattenerlo.



Non era una santa Saman, era una ragazza come tante, col comune e naturale istinto alla felicità, umana prima che donna. Chi l'ha uccisa ha creduto d'inchiodarla a un ruolo, crocifiggendo la sua ribellione. S'era fatta regina e il destino la voleva schiava. Ma Saman, al destino non credeva. Credeva nella libertà. Libertà d'amare, di vivere da protagonista e non per procura, di gioire con la propria pelle. Chi l'ha uccisa lo sapeva ed eliminando il suo corpo ostinatamente, pazzamente libero
intendeva negare l'interezza d'ogni donna, di là da qualsiasi origine o credo o etnia. Nell'ottica patriarcale, la donna NON è e NON deve essere. Un'ottica, per aggiungere orrore a orrore, condivisa da Nazia, madre di Saman (assieme al marito Shabbar, ideatore del figlicidio, e ai parenti-complici Danish e Ikram), come molte vittime trasformate in carnefici le cui sindromi non hanno mai ricevuto
le necessarie attenzioni. Gettare in una fossa comune quel corpo riottoso significava pertanto ricondurlo in un NON luogo, discarica dell'esistenza.
Ma quel corpo riaffiora, proprio il giorno in cui si ricordano le donne vittime di violenza. Riaffiora pur se appartenesse a un'altra ragazza, perché ognuna di noi, in un periodo della storia, è stata Saman. Perché troppe lo saranno per sempre. Ma, grazie (anche) a Saman, potranno non esserlo più.
Saman risorge da morta celebrando così la sua Pasqua islamica, occidentale/orientale, femminista autodidatta senza schemi né formule. Libera ci era nata, lo sentiva ancor prima d'averne contezza; libera ora riappare, col suo corpo che gli assassini hanno tentato invano di zittire. E ha vinto.

[ 10 giorni senza mondiale ] OCCIDENTE E ORIENTE si attraggono e quindi una contrapposizione io non la vedo


canzone  consigliata

Tomorrow Never Knows - the  Beatles   qui  notizie  ed  aneddoti    sulla  canzone  

Oggi  ho visto  anzi rivisto  , visto  con rai replay   puntata  d'ieri  della   trasmissione    alla  ricerca del  ramo  d'oro  (  foto sotto al lato  ) perchè  mentre  guardavo  la  puntata    stavamo facendo l'aerosol  a  gatto ,  la puntata  d'ieri  della  trasmissione   Alla scoperta del ramo d'oro  di   un ottima  trasmissione   di rai  3   Alla scoperta  del  ramo d'oro  uno  delle poche  occasioni  di servizio pubblico in rai .

La  trasmissione  di   Edoardo Camurri insieme a importanti esponenti della cultura italiana  tenta  di rispondere  alla    domande Qual è il ramo d'oro del sapere? Come può la cultura fornire strumenti, concreti, per dare speranza e combattere quello che pare essere un istinto di distruzione ?  Per  volesse la  trova    qui su rai replay
In tale  puntata      si  è provato   e  con buoni risultati   a risalire alle radici della nostra cosiddetta tradizione culturale occidentale per dialogare con la grande sapienza che viene dall'Oriente. Ed  raccontando   i pregiudizi e le fascinazioni reciproche che Oriente e Occidente hanno da sempre avuto l'uno sull'altro, in un gioco di specchi, cercando di capire i diversi modi di conoscere il mondo, che queste due civiltà hanno sviluppato e incarnato. A  farlo    è  stata Grazia Marchianò professoressa di Estetica e di Storia e Civiltà dell'India e dell'Asia orientale all'Università di Siena-Arezzo; curatrice e responsabile del fondo scritti Elémire Zolla. Nella seconda parte   Dal nostro giardino, per la rubrica "I racconti verdi", Alessandra Viola ci parlerà del ficus religiosa, detto anche fico delle pagode, che è considerato una pianta sacra in Oriente per induisti, buddhisti e giainisti. Concordo  in pieno con l'esposizione  della prof  Marchiano  Oriente ed  Occidente  sono   due opposti che  si attraggono   e hanno molte  cose   pur  nella  diversità   cose  in comune   tanto  che  possono essere  in quadrate  in  unico   continente  geografico  Eurasia  . Infatti non capisco  la  esasperata  islamofobia   della destra  piàù estrema  e ormai molto radicata   dopo  una  campagna  mediatico protagonistica  iniziata  come  antipolitica   finendo  per  radicarsi   

 [...]come un'onda, un'onda nera e appiccicosa
che cola dalle TV e dai settimanali rosa
che uccide i nostri pensieri, che ci droga di calcio e sesso
e intanto chi tira le fila insabbia e corrompe e non ha mai smesso  [...]
                     da   Giro  di vite    in arrivo . Mcr 


  al  crollo   non solo politico  ma  anche culturale  di quella  che  viene   chiamata  ( a mio  avviso  impropriamente   visto  che   ancora  l  forma  di governo  è  rimasta   ancora  quella   anche  se  è  cambiata  la legge  elettorale  )   prima repubblica   cioè  il periodo che  va  dal  1947\48  -  1992\3  .   Islamofobia  che  porta  come   successe  quasi  10 anni  fa    a  boicottare  il cioccolato Lindt perché  nella  confezione natalizia   c'era    questa  immagine   


 dii    una  chiesa   cristiana  d'oriente   scambiata     visto  il  forte    sincretismo   culturale    con una  moschea   e quindi   giù  ad  insulti   di islamizzazione  ,  di buonismo  , ecc  solo per  ricordare  quelli  più  educati .

P.s   I
 i   miei commentatori   di fb    che mi chiedono : <<  
Non quella teorizzata e auspicata da Dugin, spero.>>  Si tranquillizzino  e si vedano pure  la  puntata    perché  ciò  non lo  è 

 P.s II
oltre il boicottaggio   citato  
di sera  ho    riprenderò al lettura  del libro Ke origini della seconda  guerra   mondiale   di Richiard  Overy     e  sto iniando a guardarmi  la fiction  di  Netflix  mercoledi    della  famiglia    addams 


a volte pensare male si fa peccato ma si ci azzecca . la mia previsione e il caso dei tifosi pagati

com'era prevedibile questi mondiali sarebbero stati un flop e uno sponsor per il regime . il caso dei tifosi pagati o ricattati . lo diceva anche il https://www.ilpost.it/ del 17\11\ 2022 vedere articolo sotto   

smentito   da  Comitato Supremo di Qatar 2022, l’ente che organizza questi Mondiali, ha negato che le persone riprese negli ultimi giorni siano state pagate per tifare, ma i dubbi restano.
Da giorni circolano online video e immagini di gruppi di persone che in Qatar festeggiano le nazionali che giocheranno i Mondiali di calcio, la cui prima partita è in programma domenica. Nei video, molti dei quali condivisi dai profili social del sito turistico Qatar Living — seguiti da quasi mezzo milione di utenti — le persone indossano spesso divise delle nazionali per cui inneggiano e procedono in parata tra cori, bandiere sventolanti e molto entusiasmo.

Molti di questi video si somigliano parecchio e in effetti le parate sembrano seguire lo stesso “copione”. I tifosi sono probabilmente del luogo, indossano solo maglie prodotte di recente, si muovono con un certo ritmo e sono accompagnati dai tamburi. Fra le bandiere delle varie nazionali, poi, ne spunta sempre fuori almeno una del Qatar. Per questi motivi si ipotizza che questi gruppi siano in realtà figuranti pagati per fingere di essere tifosi. Il tutto per contribuire a creare un’atmosfera di festa che, per tanti motivi, è una delle preoccupazioni maggiori degli organizzatori.
Il Comitato Supremo di Qatar 2022, l’ente che organizza questi Mondiali, ha negato che le persone riprese negli ultimi giorni siano state pagate per tifare, ma i dubbi restano. Di certo, nella maggior parte dei video circolati finora a tifare sono persone che vivono in Qatar, anche perché in genere i gruppi di tifosi stranieri più numerosi arrivano appena prima del debutto della loro squadra, e non con diversi giorni di anticipo (a maggior ragione in un paese dove i costi sono piuttosto alti).
Ma ci sono delle eccezioni. Si stima infatti che almeno un quarto dei circa tre milioni di residenti in Qatar siano stranieri, in gran parte lavoratori provenienti da India, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal e dal resto del sud-est asiatico. Sean Ingle, giornalista del Guardian inviato in Qatar, ha raccontato per esempio che a festeggiare l’arrivo della Nazionale inglese c’erano soprattutto cittadini indiani che vivono nel paese. Ingle li ha descritti come molto vivaci, muniti di trombe e tamburi e intenti a fare cori per la squadra, l’allenatore e i giocatori più rappresentativi. Tra le altre cose, hanno anche ripetuto più volte «It’s coming home», un motto che puntualmente accompagna l’Inghilterra nei grandi tornei internazionali.





Ingle ha scritto di aver parlato con “una mezza dozzina” di persone di origine indiana intente a tifare per l’Inghilterra, e tutti loro hanno detto di essere veri tifosi e di non essere stati pagati per fare quel che stavano facendo. Le persone con cui ha parlato hanno mostrato inoltre una vasta conoscenza calcistica, soprattutto della Premier League inglese.
Già a inizio novembre, ben prima delle recenti parate per le strade della capitale Doha, Associated Press aveva scritto che il Qatar aveva intenzione di ingaggiare circa duemila tifosi — almeno qualcuno per ognuna delle 31 nazionali estere — per andare alla cerimonia di inaugurazione dei Mondiali e seguire il torneo per almeno due settimane, con tutte le spese pagate.
Associated Press aveva scritto inoltre che all’interno della cerimonia di apertura i tifosi dovevano cantare in un passaggio, lungo circa cinque minuti, una canzone associata al loro paese. L’articolo parlava anche del fatto che quei tifosi avrebbero dovuto poi postare online dei contenuti promozionali per l’agenzia turistica qatariota

 a  testimoniarlo  e  a  confermatelo  ci sarebbe    anche  questo  video  del   cambio  magia   squadra     giocante  

 


Infatti da ricordi da ragazzini ed esperienze dirette o indirette con amici Ultras o semplici tifosi La squadra di calcio è come una religione, non si cambia. A meno che non tu   ;   non sia   o  semplice  appassionato di calcio ed  non tifi     nessuna   squadra  come  lo sono diventato io pr  via  di  calciopoli oppure   non    sia uno dei tanti tifosi finti pagati dal Qatar per riempire gli stadi e potersi vantare del successo del primo Mondiale in Medio Oriente  davanti   all'opinione  pubblica   internazionale  .Infatti  sono ,vedere  video  sopra  , virali le immagini di un uomo che prima indossa la maglia dell'Arabia Saudita e poi se la sfila per mettersi quella della Polonia. Ed esultare così al gol del 2-0 di Lewandowski. Un invitato in più alla festa della squadra europea, non importa se ha tradito i suoi colori (amati sinceramente? Viene da chiederselo a questo punto) : basta che all'esterno vedano quanto ci si diverte a Doha e provino un po' di invidia  ed  il  gioco è fatto

28.11.22

non sapevo che fare l'influenzer o lo youtuber si dovessero pagare le tasse o che fosse un secondo lavoro . il caso del prof di savona e del suo

 non sapevo che per favore o youtuber o influenzer bisognasse pagare le tasse o


denunciarlo come lavoro .E
poi quale lavoro sarebbe ? se invece di mandare la gente a processo si facessero le regole chiare e spiegare come pagarci le tasse ed le imposte non succederebbero cose come queste ed

avremo meno affollamento ed cialtroni sul web ovviamente senza generalizzare perché in mezzo alla 💩 .ci sono delle perle a rovinare la gioventù

Infatti succede questo v

da repubblica


Savona, professore e youtuber, danno all'erario da 360 mila euro: "Non è vero, io pago le tasse"di Andrea Moggio
Parla il docente nel mirino della finanza che insegnava "ingegneria dell'amore"


La finanza gli contesta di non aver dichiarato all’erario 360mila euro di introiti dalla sua attività di yuotuber, svolta su cinque canali diversi nei quali dispensava i suoi consigli sull’amore, la seduzione, su come conquistare o riconquistare il partner. Non solo, secondo le Fiamme Gialle savonesi, il professor Massimo Taramasco, 55enne docente di Elettrotecnica ed Elettronica all’ITIS di Savona, Istituto Ferraris-Pancaldo, non avrebbe neppure richiesto alla sua scuola la necessaria autorizzazione a svolgere questo “secondo lavoro”. Contattato da Repubblica, il professor Taramasco inizialmente cerca di svicolare (“Non sono io quel professore youtuber”) poi di fronte all’evidenza si limita a ribattere alle contestazioni della Guardia di Finanza: “Non ho evaso neppure un euro di quanto mi viene contestato. Ho sempre pagato tutte le tasse che dovevo pagare. Non un solo euro ho evaso”. Lo ripete più volte. Sulla mancata comunicazione alla scuola della singolare (e non certo occulta) attività in rete, con circa 400mila follower e oltre 37mila video diffusi sui suoi canali Youtube in oltre 10 anni di attività si limita a dire “non sapevo di doverlo comunicare alla scuola”.
Professore di elettrotecnica ed elettronica, com’è diventato un esperto di “ingegneria dell’amore” e in particolare della “seduzione”?
“Io ho solo coltivato una mia passione, ho scritto anche dei libri sull’argomento. Ma ribadisco di aver pagato al fisco tutto quanto dovuto attraverso la mia società”.
La Finanza è di diverso avviso…
“Sarà evidentemente un giudice ad accertarlo. Non vorrei aggiungere altro”.
 In passato il professor Taramasco si era distinto anche per corsi in presenza piuttosto frequentati sull’argomento amore/seduzione. Già nel 2010 era piuttosto popolare. «Prenota ora. Raggiungi i tuoi obiettivi sentimentali con la persona che ti interessa, seguendo ed applicando le tecniche di seduzione e le strategie comportamentali che ti insegnerà il Love Coach».
Questo il messaggio con cui l’allenatore dell’amore reclutava allievi per i suoi corsi. 



l''inseguimento e la ricerca di foto a tutti costi delle persone vip o non vip non è giornalismo il caso dei giornalisti allontanati da una bambina di sette anni

 Ciò che  è  successo  ,  Aurora Ramazzotti è un ulteriore prova   di ciò  che orami  è  normalità    cioè    che  il  Gossip   è tracimato    anche  sui  giornali   " normali  "     conferma   della mia  scelta nonostante  sia    stato ( ed  in parte lo sono tutt'ora  )  un gran pettegolo    ,  di non  voler più fare  il giornalista . Infatti   preferisco  fare qualcosa  che  sa  di giornalismo  vero e proprio   piuttosto  che  giornalismo mediatico   . dove  gli editori    visto che tira    di più un ... ehm  il   gossip   che  quello   che  succede   alla povera  gente   ti obbligano   ad  andare a fare certi servizi a  tutti i  costi . 

  da   repubblica  e   https://www.informazione.it/ 

La bambina di 7 anni, figlia di Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, ha visto un fotografo appostato fuori da casa della sorella maggiore e l'ha rincorso per allontanarlo e impedirgli di invadere la privacy della famiglia.
Un'attenzione che Aurora Ramazzotti ha dimostrato di apprezzare, postando su Instagram una storia dedicata all'impresa della piccola Celeste, sottolineando la bellezza del suo gesto protettivo: "Mia sorella che allontana il paparazzo è tutto" ha scritto come commento. L'influencer e il compagno Goffredo Cerza - 26enne romano che lavora nel campo del marketing, al suo fianco da cinque anni - sono in attesa del loro primogenito, di cui hanno svelato il sesso nel corso di un "gender reveal party", una festa ad hoc organizzata all'inizio del mese di ottobre, pochi giorni dopo aver ufficializzato la notizia dell'allargamento della famiglia con uno sketch affidato ancora una volta a Instagram.
Tutta la famiglia si è stretta intorno alla futura mamma - dai genitori Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, che hanno più volte ribadito di essere entusiasti di diventare nonni - alle sorelle minori.

Infatti   

Da quando ha confermato la notizia della propria gravidanza, Aurora Ramazzotti è un'osservata speciale da parte dei paparazzi, che la seguono ovunque alla ricerca dello scatto perfetto: questa volta però la 27enne influencer milanese ha potuto contare su una guardia del corpo d'eccezione, la sorellina Celeste Trussardi. La bambina di 7 anni, figlia di Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, ha visto un fotografo appostato fuori da casa della sorella maggiore e l'ha rincorso per allontanarlo e impedirgli di invadere la privacy della famiglia. 

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