23.9.23

uso strumentale della parola cultura dello stupro e attacco nazionalista a rula jebreal perchè ha detto : << Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna>>

 leggere 

l'importanza   dei  termini   e dell'uso  parole

  e i due    libri 
  • La manomissione delle parole, a cura di Margherita Losacco, Milano, Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-17-04368-7.
  • La nuova manomissione delle parole, a cura di Margherita Losacco, Milano, Feltrinelli, 2021, ISBN 978-88-07-49306-5.



il  termine   Cultura dello stupro


 da  https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_dello_stupro

 usato a partire dagli studi di genere dalla letteratura femminista e postmoderna, per analizzare e descrivere una cultura nella quale lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono comuni, e in cui gli atteggiamenti prevalenti, le norme, le pratiche e atteggiamenti dei media, normalizzano, minimizzano o incoraggiano lo stupro e altre violenze sulle donne. La prima definizione del concetto viene attribuita[5] al documentario dal titolo Rape culture[6] del 1975 in cui la regista Margaret Lazarus descrive come lo stupro sia rappresentato nel cinema, nella musica ed in altre forme di "intrattenimento". Patricia Donat e John D'Emilio, in uno scritto del 1992 apparso sul Journal of Social Issues[7], suggeriscono invece che il termine ha origine nel libro del 1975 Against Our Will: Men, Women, and Rape di Susan Brownmiller[8] come "cultura solidale con lo stupro". Le autrici di "Transforming a Rape Culture", testo pubblicato nel 1993, definiscono la cultura dello stupro come

(EN)

«It is a complex of beliefs that encourages male sexual aggression and supports violence against women. It occurs in a society where violence is seen as sexy and sexuality as violent. In a rape culture, women perceive a continuum of threatened violence that ranges from sexual remarks to sexual touching to rape itself. A rape culture condones physical and emotional terrorism against women as the norm. In a rape culture, both men and women assume that sexual violence is a fact of life, inevitable as death or taxes.»

(IT)

«(...) un complesso di credenze che incoraggiano l'aggressività sessuale maschile e supportano la violenza contro le donne. Questo accade in una società dove la violenza è vista come sexy e la sessualità come violenta. In una cultura dello stupro, le donne percepiscono un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti sessuali alle molestie fisiche fino allo stupro stesso. Una cultura dello stupro condona come "normale" il terrorismo fisico ed emotivo contro donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne assumono che la violenza sessuale sia "un fatto della vita", inevitabile come la morte o le tasse.»

(Emilie Buchwald, Pamela Fletcher, Martha Roth; Transforming a Rape Culture, Minneapolis (1993), MN: Milkweed Editions.)

è , in tempi come  questi  di malafede   e  d'ignoranza  (   soprattutto   crassa  ) è  passato    d'essere  usato  strumentalmente  . Come  potete  vedere  dal   dibattito  facebookiano
La giornalista, docente universitaria e scrittrice a Huffpost: "Le donne vengono brutalizzate due volte: prima dalla violenza e poi dal sistema che le costringe al silenzio. Castrazione chimica? Solo annunci plateali"
Rula Jebreal: "Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna"
HUFFINGTONPOST.IT
Rula Jebreal: "Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna"


  • Francesca Contini
    Sto mammifero la chiama cultura dello stupro, per favore toglietele il diritto di parola🤮🤮 questi mammiferi non educano e sono la rovina
    La modalità selezionata è Più pertinenti, pertanto alcune risposte potrebbero essere state escluse.
  • Italo Zulberti
    Torna dalle tue parti vedi cosa dilaga!!!
    • Mi piace
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  • Lalla Rosi
    Appunto, malgrado!



viene usato , quando a parlarne è un\a giornalista araba in termine razzista ed exenofobia . Tale uso purtroppo , a volte soprattutto quando si legge di fretta e con scarsa attenzione ( come potete notare nei mie commenti ) , avviene in maniera subdola . Infatti ho capito dopo che tali commenti della signora e poi dei suoi seguaci erano intrisi d'ignoranza crassa e stereotipi razzisti olltre che un becero ed aggressivo nazionalismo . Ecco quindi che s' è arrivati al solito paragoni del .... menga   misnuendo il fattto che non dovrebbero esistrere stupri \ violenze di serie A e di Serie B e che essi a prescindere dalla nazionalità dell'individuo chi commette tale obrobrio è un criminale e sempre 💩 .
Quindi    a  questa frase  famosa 



     dobbiamo  aggiungere   come  ho  fin qua  scritto  riferendomi  a  quei  commenti   facebookiani sopra  riportati  .Un monito    che  vale  anche   per  me (  vedere  url all'inizio   del  post )   che  usa    spesso  a  sproposito  ed  acriticamente  le  parole  soprattutto  quelle  della neolinqua ormai [sic ]  entrate    nei vocabolario  ed  usate  anche  da  chi  contesta   coloro  la  propongono    per provocare  o  farsi  cercare meglio  dai motori  di ricerca     ed  essere  cosi  letto  da  tutti  anche  dai malpancisti ed  imbelli   e senza  pensare  alle  conseguenze  

i giudici italiani Non difendono le donne anche se le leggi ci sono. E Strasburgo ora li accusa

 Generalmente   la  destra   italiana    alimenta  e  soffia  sul fuoco  dei femminicidi \  violenza  di genere  , ma  ci sono casi in cui   si sveglia   e critica  tale cultura    ,  è  questo è uno  di quei  casi 

  da  ILGIORNALE.IT 

Cari giudici italiani, il modo in cui cercate di prevenire i femminicidi proprio non va. Suona più o meno così la bacchettata che arriva dall'Europa su come vengono gestite le indagini e le denunce per stalking.Stavolta a suonare la sveglia al sistema di giustizia italiano non è la

Corte europea ma il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, non Ue, che conta 46 Stati membri. «I dati dell'Italia - si legge nelle decisioni relative all'attuazione delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo - destano preoccupazione e riflettono una percentuale costantemente elevata di procedimenti relativi alla violenza domestica e sessuale interrotti nella fase istruttoria».
Insomma, di violenza sessuale si parla in tutte le salse. Ma poi ci si imbroda nella fase cruciale delle indagini, lasciando spesso inascoltate le denunce per stalking. Ed è pur vero che tra queste (12.200 solo nel 2022) molte sono fuffa e frutto di vendette di coppia, soprattutto se di mezzo c'è una separazione. Ma altre restano carta morta, archiviate, e poi si traducono in 11 coltellate alla schiena o in aggressioni talmente atroci da deformare il viso.Un mea culpa andrà pur fatto se, dall'inizio dell'anno, le donne uccise sono 84, di cui l'ultima ieri a Tombolo nel Padovano. E se, tra le donne uccise, una su due aveva chiesto aiuto alle forze dell'ordine.«Le ordinanze cautelari vengono utilizzate poco» scrive il comitato europeo che tuttavia apprezza «le modifiche al Codice di procedura civile e il rinnovo del monitoraggio parlamentare del fenomeno». Bravi nella teoria (cioè l'impianto delle leggi), tentenniamo nella pratica.
Uno dei punti su cui lavorare è l'archiviazione dei casi: in media una denuncia su tre finisce in un faldone negli scaffali e stop. E poi - cosa nient'affatto facile - è urgente affinare la capacità di valutare la pericolosità delle storie di violenza denunciate, per intuire quali potrebbero degenerare in delitti. Sono stati rilevati casi in cui la polizia giudiziaria non ha comunicato alla Procura i reati perchè le donne vittime di violenza hanno avuto paura e formalizzare una denuncia.Da considerare anche il fatto che il giudice, nelle sentenze di primo grado, tende a ridurre le pene richieste dal pm: per un 65,7% di richieste di condanna sopra i 30 anni di carcere, al primo grado di giudizio vengono emesse pene oltre i 30 anni solo nel 45,5% dei casi.Tra la richiesta del pm e la sentenza del giudice, la percentuale di ergastoli si dimezza, quella sotto i 15 anni raddoppia. In quasi un terzo dei casi, il giudice ha concesso delle attenuanti.
Il rapporto europeo getta sale su una ferita aperta di cui siamo ben consapevoli: «Viviamo una grande emergenza nazionale che colpisce la dignità stessa della nostra comunità - rileva Emma Petitti, vicepresidente della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni - I femminicidi e le violenze contro le donne hanno raggiunto oggi numeri e brutalità mai viste. Bisogna, quindi, intervenire senza perdere più altro tempo». Emergenza, dice. Sì, emergenza se un giorno sì e due no, sulla stampa finisce la foto di una donna soffocata dal marito, annegata in un fiume, sgozzata, accoltellata. E via così, fino ad arrivare a donne fatte a pezzi e gettate in un sacco nero come spazzatura.
«Questo ennesimo richiamo segna gravi inadempienze ed è un riconoscimento del nostro lavoro, che ha come obiettivo quello di evidenziare le carenze del sistema di protezione delle donne che subiscono violenza» commenta Antonella Veltri, presidente di Dire, l'associazione delle donne in rete contro la violenza. «È Dire che ha portato all'attenzione del Comitato dati e informazioni sul basso tasso di condanne, l'alto numero di archiviazioni e di violazioni delle misure cautelari, chiedendo un monitoraggio della riforma Cartabia e dei provvedimenti che il Governo dice di aver messo in essere. La richiesta è precisa: servono dati certi che il problema venga arginato».

finalmente è arivvato basta maliconia andiamo avanti verso un altro autunno

Oggi (  stanotte alle 03.30 )  è  arrivato   l'equinozio  d'autunno  ,  finalmente   finisce o  almeno  dovrebbe   (  almeno fino  alla  primavera  \ estate prossima )  il nostro chiederci  nostalgicamente    : <<    ma   come  è già  finista  e  siamo arrivati  a l'autunno  >> ovvero il  lamentarci    della    velocità   con cui  l'estate  è passata  ed  a  rimpiangerla. Siamo  in atunno  anche  se  ancora  ,  soprattutto  con questo cambiamento  climatico ,   si  è  ancora  in   una fase    in cui   l'estate si trova dinanzi l'autunno. Infatti sembra che ancora non vuol cedere il passo visto che le giornate sono ancora estive per la temperatura nonostante le ore di luce si stiano riducendo ed le foglie iniziano a cadere ed assumere i classici colori autunnali .

 
che    trovate  oltre      che   nelle  varie  foto   d'internet   ( come   quella  sopra  riportata  )    nei parchoi  e  nei boschi  .
concludo   riassumendo   con  questa  slide    preda   da @ama_la_rossa   una  utente  twitter  





  

22.9.23

il caso di cristian greco direttore del museoi egizio di torino dimostra In una sola notizia, tutta la grettezza, l’arroganza e la superficialità della destra italiana. Ca-po-la-vo-ro!

 


Evidentemente Non le è bastata la storica figuraccia che Giorgia Meloni fece con lui, qualche anno fa, a telecamere spianate, davanti al Museo Egizio di Torino.




Polemica ad Arezzo, sulla busta del pane c’è una poesia di Mussolini



Non sapevo, cosi come molti di noi , che un elogio del pane fosse anche una poesia di Mussolini .

 da  occhionotizie.it


Polemica ad Arezzo dove in due forni della città il pane viene venduto in buste sulla quale è presente una poesia di Benito Mussolini. Una “m” a firma della cosiddetta ‘Preghiera del Pane’. Un cliente, uno studioso, ha segnalato il caso.Questo il testo sul quale è stampata anche una M.


“Amate il pane cuore della casa profumo della mensa gioia dei focolari. Onorate il pane gloria dei campi flagranza della terra festa della vita. Rispettate il pane sudore della fronte orgoglio del lavoro poema del sacrificio. Non sciupate il pane ricchezza della patria il più santo premio alla fatica umana”




Si tratta della Preghiera del Pane, scritta dal Duce e apparsa per la prima volta sul Popolo d’Italia nel 25 marzo 1928, uno scritto che in qualche modo si inquadra nella Battaglia del Grano. A segnalare il caso, come anticipato, uno studioso aretino che ha subito riconosciuto lo stile e la firma mussoliniana. Ma nelle due panetterie quelle buste sono usate da tempo. Ci sarebbe anche un terzo negozio, con sempre il marchio Panart.
“Le buste c’erano già in negozio in grossa quantità e noi le abbiamo mantenute. Alla fine valorizzare i prodotti locali resta una delle missioni che tutti noi portiamo avanti. Del resto non mi interessa”, ha detto.

 


Si tratta della Preghiera del Pane, scritta dal Duce e apparsa per la prima volta sul Popolo d’Italia nel 25 marzo 1928, uno scritto che in qualche modo si inquadra nella Battaglia del Grano. A segnalare il caso, come anticipato, uno studioso aretino che ha subito riconosciuto lo stile e la firma mussoliniana. Ma nelle due panetterie quelle buste sono usate da tempo. Ci sarebbe anche un terzo negozio, con sempre il marchio Panart.

Le buste c’erano già in negozio in grossa quantità e noi le abbiamo mantenute. Alla fine valorizzare i prodotti locali resta una delle missioni che tutti noi portiamo avanti. Del resto non mi interessa”, ha detto.

il caso di Romina Marceca “Mi ha stuprata nel mio letto. Non ho paura di mostrarmi, è lui che deve nascondersi”: il racconto della prima vittima del netturbino Stefania Loizzi, ex banconista di una gelateria, racconta la notte in cui fu violentata. Ha denunciato Ubaldo Manuali: “Metto la mia faccia sul giornale per tutte le altre come me”

 repubblica  

IL coraggio   di  Stefania Loizzi (  foto a  destra  )    che  sta cercando di scalare la montagna della paura. È sopraffatta, non riesce a dormire al buio, a

camminare da sola in strada la sera. «Tutta colpa di quell’uomo maledetto che si chiama Ubaldo Manuali . Ha rovinato la mia vita in meno di un anno», racconta.



 Il netturbino che ha drogato e stuprato almeno altre due donne è ai domiciliari perché Stefania Loizzi, ex banconista di una gelateria, prima vittima del netturbino romano, non ha perso tempo. «L’ho denunciato subito e metto la mia faccia sul giornale per tutte quelle donne vittime come me. Non dobbiamo avere paura dei nostri “No”. Dobbiamo mostrarci perché siamo le vittime, non i carnefici. Loro devono nascondersi».

Come vi siete conosciuti?

«Mi ha chiesto l’amicizia su Facebook a fine 2020. Ho visto che in comune avevamo un’amica. Sono una persona molto diffidente e ho chiesto informazioni a lei. La mia amica mi ha detto che era una persona tranquilla, simpatica».

Poi?

«Abbiamo cominciato parlare e ci siamo scambiati i numeri di cellulare. Lui mi parlava della figlia, della sua frequentazione in chiesa, del suo padre spirituale. Era separato, mi ha detto. Lo ammiravo come padre».

La prima volta che vi siete visti?

«Mi ha portato dei rosari e dei santini. Ci vedevamo ma sempre fuori. Lui faceva sempre foto, io non volevo. Poi mi ha detto che gli interessavo come persona e gli ho risposto che potevamo essere solo amici, lui ha accettato. Sono passati dei mesi senza vederci».

La sera del 14 gennaio 2023 l’ha drogata e violentata

«Quella sera mi ha chiamato, avevo un braccio ingessato per una frattura, avevo perso da poco mia mamma. Era un brutto periodo. Prima mi ha detto che passava a prendermi e che cenavo a casa sua. Non volevo, non mi andava, poi ho accettato».

Lui ha preparato una trappola

«Sì, mi ha richiamata dicendo che portava la cena a casa mia: dall’antipasto al dolce, fino al vino. Ero giù, ho accettato. Una volta a casa mia ha aperto il prosecco per fare un brindisi. Ho bevuto e mi ricordo solo che ero andata in cucina a prendere le patate. Poi, il buio».

Al risveglio?

«Mi sono svegliata di notte, stavo malissimo. Non riuscivo a vedere bene. Ho trovato una sua mano sulla faccia, ho reagito male e gli ho detto: “Schifoso, che fai nel mio letto?”. Lui mi ha risposto che mi ero sentita male e che non voleva lasciarmi sola. Ho avuto la forza di voltarmi e ho visto che era senza pantaloni ma sono crollata».

Cosa ha fatto dopo?

«La mattina seguente sono andata dal medico curante, che ringrazio dal profondo del mio cuore, e gli ho detto cosa era accaduto. Lui mi ha detto “Oddio, mi stai sconvolgendo” e mi ha consegnato un foglio urgente per il pronto soccorso. Nel mio sangue i medici hanno trovato la droga dello stupro. Pensavo che mi avesse drogata per derubarmi. Invece mi ha violentata in casa mia. Provo troppo schifo».

Ha anche filmato

«Purtroppo sì. Ho visto alcune foto ma c’è anche un video che ha girato ai suoi amici del calcetto. Si faceva grande con i suoi amici che mi fanno schifo tanto quanto lui perché avrebbero dovuto denunciare. L’ho fatto io, invece, lo stesso giorno della visita. E se tornassi indietro lo rifarei di nuovo».

Lui ha ripulito tutto

«Sì ma il suo Dna c’era in casa mia, la scientifica ha portato via tutto. È stato uno schifoso, ha bivaccato in casa mia».

La figlia difende il papà

«Ha rilasciato un’intervista in cui dice che noi donne lo cercavamo. Io so solo che un giorno mi inviò le foto di sua figlia che nel camerino stava provando biancheria intima. Spero si faccia chiarezza anche su questo».

Lei è una delle tre vittime di quest’uomo. Tante altre sono le violenze con la droga dello stupro

«Abbiamo una dignità da salvare, se è “no” deve essere “no”. Evidentemente il mio rifiuto lo ha stuzzicato ancora di più e ha aspettato il momento giusto. I poliziotti mi sono ancora vicini a distanza di tempo, non sono rimasta sola».

Ha incontrato le altre due donne?

«No, vorrei tanto conoscerle. Vorrei capire come lo hanno incontrato. Come è iniziata la loro storia con lui».


LEGGGI ANCHE  

La figlia del netturbino accusato di stupro: "Ci sono donne malate. Mio padre è sempre piaciuto, non aveva bisogno di fare certe cose"

21.9.23

diario di bordo n°10 anno I quando la magistratura ratifica le fake news l’offensiva leghista contro il museo l’Egizio d torino . Notizie speciali Amicizie grattate via, retromarce maestose, incroci brasiliani, aragoste liberate, roditori inseguiti, supereroi molesti e inondazioni di vino, ed altre storie

 fonte  Ansa 21\09\2023

TORINO. Un video fake. Costruito ad arte e pubblicato su Facebook per screditare il museo Egizio, incitare all’odio e alla discriminazione. L’idea era stata del leghista Andrea Crippa che per «gettare fango» su uno dei musei più noti della città aveva strumentalizzato la promozione «due biglietti al prezzo di uno per chi parla la lingua araba». Era il gennaio 2018, in piena campagna elettorale e con le elezioni politiche alle porte. Così il deputato, vicinissimo a Matteo Salvini e vicesegretario della Lega, si riprende mentre finge di fare una
telefonata in 
vivavoce al museo Egizio. E posta il montaggio sui social. nel video lo si sente chiedere informazioni su eventuali agevolazioni in corso e innescare una polemica con un finto centralinista. Crippa tuona contro la promozione a favore degli arabi, accusa gli organizzatori di una discriminazione «a rovescio». Tutta una bufala, che l’allora leader del movimento dei Giovani Padani prepara con cura. E poi condivide su Facebook con tanto di frase a corredo: «Al museo Egizio ingressi gratuiti. E gli italiani? Pagano?». E ancora: «Facciamogli sentire cosa ne pensiamo. Questo è il loro numero». In poche ore ottiene milioni di visualizzazioni e per giorni gli uffici del museo ricevono insulti e minacce. Per non parlare della raffica di messaggi razzisti e offensivi comparsi sui profili social. Una macchina del fango costruita ad hoc. Con tanto di leitmotiv sui «soldi di tutti i cittadini italiani sono stati utilizzati per le agevolazioni sugli ingressi in favore di soggetti di origine o cultura araba». 

Altre bugie. La Fondazione, infatti, non riceve alcun finanziamento dallo Stato. 
La vicenda finisce davanti ai giudici. In primo grado, Andrea Crippa viene condannato a un risarcimento danni di quindici mila euro. La sezione civile del Tribunale di Torino gli aveva anche ordinato la rimozione del video dai social e inibito un’ulteriore diffusione e condivisione. Per i giudici, l’iniziativa del giovane leghista «incitava all’odio» ed era pensata per «spingere all’intolleranza con modalità tali da propagarsi in modo efficace». Sentenza ribaltata dalla Corte d’appello civile e il ragionamento era stato il seguente. Nessun dubbio sulla falsità del video. Ma per i giudici, l’iniziativa di Crippa rientrava nella «libera espressione del diritto di critica politica» in un «momento storico peculiare», quello della campagna elettorale. Se poi qualche hater ha esagerato rilanciando la sua provocazione, la colpa non è del deputato.Ora Crippa torna all’attacco: «Greco si dimetta. La sua gestione è ideologica e razzista contro gli italiani». Gli slogan sono gli stessi, ma almeno questa volta non si nasconde dietro la tastiera. E dietro un filmato completamente fasullo.

  da  il  ftto  del  18\9\2023

Notizie speciali Amicizie grattate via, retromarce maestose, incroci brasiliani, aragoste liberate, roditori inseguiti, supereroi molesti e inondazioni di vino

Verona

Tre colleghi comprano un gratta e vinci da 2 milioni di euro, l’amicizia finisce in tribunale

Per Aristotele l’amicizia “è un frutto che matura lentamente”. Molto lentamente nel caso dei tre protagonisti di questa notizia. “Ricardo, Giovanni e Christian – racconta il Corriere della Sera – fino a un paio d’anni fa erano amici e colleghi, si vedevano praticamente ogni giorno, trascorrevano molte ore gomito a gomito, lavorando nei cantieri edili di Veneto e Lombardia”. La loro vita cambia il 22 febbraio 2021: comprano un “gratta e vinci” insieme e scoprono di aver vinto due milioni di euro. A quel punto, da bravi amici, hanno diviso in parti uguali, giusto? Mai. Ricardo è andato a riscuotere il tesoro in solitaria, gli altri due l’ hanno scoperto, l’ hanno denunciato per appropriazione indebita e sono riusciti a bloccare il suo incasso. La grande amicizia è finita in tribunale e le udienze, come immaginabile, si svolgono tra insulti e minacce. Una storia che riempie di fiducia negli esseri umani.











ecco perchè non riesco ad odiare completamente anche se all'inizio mi rende triste l'autunno

Veni l’autunnu-  Franco   battiato 

Veni l’autunnu è una delle tante splendide canzoni di Franco Battiato. Mi accoglie mentre entro al bar, il solito, per un caffè da consumare, dopo tanti mesi, stando all’interno. E grazie alle sue note, alle sue parole mi sento quasi spinto a credere che il destino esista per davvero. Perché fuori piove un’acqua che

pare decisa a chiudere i conti con l’estate e le sue eventuali code. C’è più di un segno per credere che l’autunno sia arrivato infine. Accumincia ’a scola infatti, molti turisti, stanziali o occasionali, hanno preso la via del ritorno, l’aria si è rinfrescata, non ci sono i riuturi provenienti dal mare ma in essa si coglie unatrama di muffa, lieve ma precisa, di felpe e golfini precipitosamente lasciati da parte e altrettanto precipitosamente ripescati dal fondo di borsoni o d’armadi. 


Pure gli alberi della piazza perdono i fogghi ,e non solo: essendo ippocastani lasciano cadere i loro non edibili frutti, le castagne matte o d’india, indispensabili antidoti da tenere in tasca contro i raffreddori che verranno. Vero è che ancora qualche straniero girella per viuzze e piazzette ma non più esibendosi in canottiere talvolta audaci, ventri, non solo maschili, dall’ombelico vagabondo, fondoschiena memorabili benché da ascrivere in opposte categorie. Veni l’autunnu quindi e scura cchiù prestu: non sarà magari oggi ma non manca molto al ritorno dell’ora solare, quando il pomeriggio dovrà lentamente ma inesorabilmente cedere terreno al crepuscolo, alla sera, alla notte. Sarà il momento in cui forse dimenticheremo di esserci tanto lamentati per le file nei negozi, per l’impossibilità di trovare un parcheggio, per il dardeggiare di un basso elettrico oltre la soglia della mezzanotte. E allora, chissà, troveremo magari di che mormorare attorno a questo luogo che l’autunno svuota e addormenta per non dover correre il rischio di guardarci in viso senza niente da dire.

Malinconia e anima del mondo . lezione filosofica di Cristian porcino

 la lezione  d'oggi   dell'amico \  compagnodistrada    Cristian  porcino alias  ilfilosofoimpertinente    che  trovate  sotto    conferma     tale articolo   dell'ultimo numero  del settimanale    famiglia cristiana  riportato  nel precedente   post  : << l'autunno sta arrivando anzi è arrivato ed noi siamo ancora qui >> . Una  lezione  interessante   che  dimostra  come   (  l'ho già detto  più  volte  nel  blog  in particolare  la  quadriologia  dell'estate  \  autunno   scorsi  )  la malinconia piò essere preziosa  . Ben venga,  quindi   la malinconia se  essa   diventa motore della creatività  e  d'opere  d'arte  . Ma  ora  basta  tediarvi  con le  mie  elucubrazioni  \  pistolotti     e  lasciamo   la  parolla  alla   lezione   di Cristian