Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
7.11.23
Nicolino Locche: la leggenda del pugilato che vinceva senza combattere
“Dovete ascoltare il battito del fetto prima d'abortire !”, la proposta shock antiabortista di Fratelli d’Italia
6.11.23
Il messaggio delle ultime volontà di sibilla barbieri attrice romana morta in svizzera con il suicidio assistito perchè in italia gli è stato negato : «Grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio"
- Chi era Sibilla Barbieri, l'attrice malata terminale morta in Svizzera tramite suicidio assistito (fanpage.it)
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/11/ma-che-tipo-di-paese-quello-che-non-ti.html
ma che .... tipo di paese quello che non ti lascia decidere come morire sei hai una malattia oncologica e se vuoi farlo devi anndare all'estero .il caso di Sibilla Barbieri
Un prof. palestinese ha portato gli studenti a visitare Auschwitz: restiamo umani di Pierluigi Raccagni
In questi giorni nei quali Israele sta violando ogni convenzione internazionale sui diritti umani, i commenti feroci sui sionisti,scanditi anche alla manifestazione della Milano antagonista e antifascista meticcia e solidale e dalla comunità palestinese, sono prassi normale.
5.11.23
la morte c'è sempre non solo il 2 novembre
Cari Israeliani ....
Inizialmente avevo prevvisto per i motivi espressi in maniera sagace nella vignetta di Natangelo che trovate qui a sinistra , ma sopratutto perchèè mi fa troppo male ogni volta vedo tali immagini e reportage stranieri e di quei pochi giornalisti obbiettivi italiani che questo sarebbe stato l'ultimo post sul conflitto arabo-israeliano ma vignetta di natangelo ma poi leggendo questra bellissima storia dinuna usraeliana discendente di una sopravvissuta ai lager nazisti ed emigrata nel dopo guerra in Palestina più precisamente in quei territori che formeranno lo stato israeliano
Come possiamo essere diventati ciò che avversavamo?
ma che .... d'amore è questo . “Ci servono i soldi per il matrimonio” e costringe la fidanzata minorenne a prostituirsi
4.11.23
«finché si sente solo blaterare di “misure” e di “riforme” e mai nessuna di questa sembra essere scritta a favore del popolo,verrebbe voglia di adottare quell'epiteto “Ipocriti!!!” di Lorenzo La Fratta
«finché si sente solo blaterare di “misure” e di “riforme” e mai nessuna di questa sembra essere scritta a favore del popolo,verrebbe voglia di adottare quell'epiteto “Ipocriti!!!” che soleva adoperare Gesù nei confronti dei potenti di allora ma anche, più prosaicamente,il sistema adottato da Eduardo De Filippo nel celebre film “L’oro di Napoli” ossia ‘o pernacchio.» "Nel solco dei tempi: il Vangelo di Gesù" Domenica 5 novembre 2023 Matteo (23,1-12) “Tra il dire ed il fare... ”
domande di nipoti che s'avvicinano alla vita autonoma cioè alla maggiore età
Scultura della dea Fortuna, tradizionalmente bendata, di Annita Mechelli. da lla voce fortuna di wikipedia |
varia a seconda del contesto filosofico, religioso, letterario o emotivo.Secondo l'editore e lessicografo statunitense Noah Webster, la fortuna è «una forza senza scopo, imprevedibile e incontrollabile che plasma gli eventi in maniera favorevole per un individuo, un gruppo o una causa».[1] Secondo il dizionario della lingua italiana di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, è la «presunta causa degli eventi e delle circostanze non spiegabili razionalmente».[2]
Quando viene intesa come un fattore indipendente dal proprio controllo, cioè che non riguarda la volontà, l'intenzione o il desiderio, la fortuna può essere interpretata in almeno due sensi: nel senso "prescrittivo" indica un concetto soprannaturale e deterministico secondo il quale vi sono forze che determinano il verificarsi di certi eventi, nel senso "descrittivo" si parla di fortuna in seguito ad eventi che portano ad essere felici o infelici. Il significato del termine fortuna può quindi inglobare diversi concetti che vanno dalla aleatorietà passando per la fede e la superstizione. ......segue
3.11.23
Mia madre uccisa da mio padre": si laurea con una tesi sulla violenza di genere
da repubblica 32\10\2023
"Mia madre uccisa da mio padre”. E 18 anni dopo la figlia del femminicidio si laurea con una tesi sulla violenza di genere . Maria Elisabeth Rosanò, 25 anni: “Ho coltivato questa mia propensione verso l’impegno sociale per contribuire a costruire una società più attenta ai bisogni delle vittime e dei bambini, la cui sofferenza spesso è invisibile”
Maria Elisabeth Rosanò con i genitori adottivi
«Mamma, sono sempre stata al tuo fianco per difenderti, per sostenerti. Tu non hai potuto farlo, ma tua figlia è sempre qui»: con questo messaggio racchiuso tra le righe dei ringraziamenti della sua tesi di laurea, Maria Elisabeth Rosanò, 25enne calabrese, volge il pensiero a sua madre Anja, barbaramente uccisa, quasi 20 anni fa, per mano dell’uomo che amava nonché padre dei suoi figli, a Campana, paesino della Presila cosentina.
«Avevo 6 anni, stavo giocando nella mia cameretta quando vidi mio padre imbracciare il fucile da caccia e uccidere mia madre. Sanguinante, si avvicinò a me e ai miei due fratelli maggiori e ci sussurrò “è arrivata la mia fine”, giurandoci amore eterno» così la neolaureata in sociologia ricorda quegli attimi che hanno stravolto la sua vita e, successivamente, ispirato il suo percorso di studi.
Ai tempi non esisteva il reato di femminicidio, tanto che il padre – costituitosi subito – grazie a varie attenuanti scontò soltanto 2 anni di carcere. La vera odissea, invece, iniziò per la piccola Maria Elisabeth che improvvisamente si è ritrovata da sola, in un orfanotrofio.
«Di volta in volta venivo affidata a una famiglia diversa. Non avevo neanche il tempo di affezionarmi che venivo rispedita indietro come un pacco. Ho creduto di essere io il problema, mi sentivo abbandonata al mio destino finché, a 9 anni, sono rinata tra le braccia di Mirella e Domenico che sono diventati i miei genitori adottivi», racconta.
L’affetto della nuova famiglia ha colmato il vuoto in cui era sprofondata anche a causa della mancanza di assistenza e sostegno per chi come lei viveva la condizione di “orfana di femminicidio”. «Mi fa ancora male pensare agli assistenti sociali che cercarono di distoglierli dall’adozione, dicendo loro che ero troppo vivace e li avrei fatti dannare. Ma fortunatamente i miei genitori sono stati tenaci» aggiunge.
Proprio per sopperire a questa carenza di professionalità e sensibilità vissuta in prima persona, terminato il liceo, Maria Elisabeth ha deciso di intraprendere il percorso universitario presso la facoltà di sociologia a Catanzaro, a pochi chilometri da Girifalco, dove vive con i suoi genitori.
«Ho coltivato questa mia propensione verso l’impegno sociale, cercando di dare voce alla testimonianza di mia madre per aiutare le persone che si trovano a vivere la stessa situazione, per contribuire a costruire una società più responsabile e attenta ai bisogni delle vittime di violenza, ma anche dei bambini, la cui sofferenza spesso è invisibile» spiega.
La sua tesi di laurea, pertanto, non poteva che essere un approfondimento sulla “Violenza di genere nel contesto domestico”, in cui partendo dalla sua storia personale analizza le figure che ruotano attorno al fenomeno in continua crescita, i servizi di prevenzione e supporto alle vittime, le normative esistenti che, nonostante i passi avanti, non sono mai abbastanza efficaci.
Oltre che alla madre biologica, i suoi ringraziamenti sono rivolti ai genitori adottivi che hanno ridonato speranza a una bambina con lo sguardo spento dal dolore incommensurabile.
«Se sono arrivata fin qui – ci tiene a precisare – è anche e soprattutto grazie a loro che mi hanno sostenuta in ogni mia scelta. Anche quando, appena maggiorenne, ho voluto incontrare mio padre biologico per cercare un frammento mancante nei miei ricordi di bambina. Non appena ha giustificato l’omicidio di mia madre con la rabbia per un suo ipotetico tradimento, ho deciso di non avere più alcun rapporto con colui che mi ha privato dell’amore più grande e avrebbe dovuto scontare molti più anni in carcere. Invece, continuo a sentire i miei fratelli che, più grandi di me, si sono costruiti il loro futuro da soli».
Adesso, finalmente, è tempo di sorrisi per Maria Elisabeth Rosanò. Si gode il traguardo raggiunto, spera di poter lavorare presto in un centro antiviolenza per mettere la sua esperienza e le sue competenze a disposizione delle troppe vittime, ma non smette mai di denunciare l’assenza delle istituzioni. «Nessun bambino dovrebbe vivere il dolore che ho dovuto affrontare, di cui tuttora porto addosso le conseguenze, tra paure e attacchi di panico. Nessuno mai si dovrebbe sentire come me: una valigia che viaggiava da una casa all’altra, senza sapere dove potesse fermarsi e finalmente aprirsi».
1.11.23
riflessione sul giorno dei morti di cristian porcino
questa riflessione sul giorno dei morti fatta da cristian . che conferma come il culto dei morti non è solo predominio della religione cristriano \ cattolica. La morte fa parte del ciclo della vita . Io penso che dal punti di vist spirituale nessuno di noi muore se c'è qualcuno che ne coltiva il ricordo e la memoria .
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle pseudo femministe che gridano alla censura dove non c'è insomma chi come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
E' vero che dovrei non parlarne più e parlare d'altro magari di cose più importanti perchè come ho detto precedentement...
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