21.8.24

In Trentino c'è uno degli ultimi caseifici turnari, dove si fa formaggio che appartiene a tutti

altro   che  panettone  ad   agosto ne  ho arlato  nel  post  : <<  la  politica    spara  cazzate  e  le  ditte     le  calvacano per  fare pubblicita  il   caso   della deputata     daniela  dondi  (  FdI  )   ha proposto    d'istituire per legge  la  giornatra del panettone  >> si dovrebbero  promuovere   prodotti locali  e  produzioni  come questa 

In Trentino c'è uno degli ultimi caseifici turnari, dove si fa formaggio che appartiene a tutti


Nel paese di Peio, in Val di Sole, lavora da metà Ottocento un caseificio in cui il latte non si compra né si vende. I soli 5 soci condividono il latte e si spartiscono equamente i formaggi, secondo un sistema comunitario che è quasi estinto 

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Carolina Pozzi
Carolina PozziEditor di CiboToday18 agosto 2024 11:00



Sulle nostre montagne, fare il formaggio è sempre stato questione di sopravvivenza, ancor prima che di gusto. La risposta al trovare dei modi — con procedimenti che hanno qualcosa di magico — per preservare nel tempo una materia prima delicata e deperibile: il latte. Mentre la produzione industriale ha rimosso gli aspetti ‘romantici’ del gesto, ci sono zone in cui resistono tradizioni antiche, che raccontano di quando caseificare era uno sforzo collettivo. La maniera di far vivere comunità alpine mettendo insieme le risorse e godendo alla pari dei risultati. Questa è la storia dell’ultimo caseificio turnario del Trentino, che a Peio distribuisce agli allevatori un formaggio che in fondo appartiene a tutti.

Formaggi in stagionatura al Caseificio Turnario di Pejo
Formaggi in stagionatura al Caseificio Turnario di Pejo

Cosa sono i caseifici turnari, antenati delle latterie sociali

Il sistema di lavoro delle latterie turnarie si è consolidato dalla metà dell’Ottocento, con diversi casi sulle Alpi di TrentinoVenetoFriuli e fino alla Slovenia. Mentre nelle piccole comunità l’allevamento intensivo era cosa assolutamente sconosciuta, pressoché ogni famiglia possedeva qualche capo di bestiame, magari un paio di vacche oppure alcune capre. Erano in pochi invece a disporre degli spazi, delle attrezzature nonché del tempo per trasformare il latte, che quindi si consegnava a un casaro che lo lavorava per tutti.

La lavorazione del latte nelle vasche di rame al Caseificio Turnario di Pejo
La lavorazione del latte nelle vasche di rame al Caseificio Turnario di Pejo

Niente di troppo diverso — a pensarci bene — dai forni comunitari che c’erano in ogni paese, dove si portava il proprio impasto per la cottura. Il contesto degli antichi caseifici turnari però è ancora più specifico: non sarebbe stato possibile infatti lavorare per ciascuno i piccoli quantitativi, e così tutto il latte veniva travasato e manipolato insieme a quello degli altri. Per la distribuzione del formaggio, poi, si procedeva in maniera precisa.

Come funziona il caseificio turnario di Peio, l’ultimo che resiste in Trentino

Con l’andare dei decenni, questa produzione collettiva ha preso la forma delle latterie sociali. A volte ancora di dimensioni molto ridotte, ma ai conferitori si riconosceva un compenso in denaro relativo al latte consegnato, oppure al prodotto lasciato in vendita. Nei turnari invece si fa diversamente: il caseificio non acquista il latte, ma semplicemente lo lavora al posto dei soci.

Formatura dei formaggi al Caseificio Turnario di Pejo
Formatura dei formaggi al Caseificio Turnario di Pejo

Il formaggio prodotto giornalmente, la caserada, spetta per intero a ogni allevatore, secondo un meccanismo — appunto — di turni quotidiani. E i conferitori possono avere diritto a più caserade a seconda del quantitativo di latte consegnato. Avviene ancora esattamente così a Peio, dove resiste l’ultimo caseificio turnario del Trentino. Uno degli ultimi quattro su tutto l’arco alpino, con le realtà colleghe di Campolessi a Gemona del Friuli, di Valmorel in provincia di Belluno e infine un’ultima in Slovenia.

Il Caseificio Turnario di Pejo
Il Caseificio Turnario di Pejo

Casolet, Pegaés, burro e cacioricotta: cosa produce il caseificio turnario di Peio

Nel paese di Peio, 1.200 metri di quota in Val di Sole, il casaro Daniele Caserotti — ex-studente dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige — si occupa di fare il formaggio dall’età di 18 anni. Una vera missione, gestita quotidianamente su un registro in cui annota i litri di latte coi quali i soli 5 soci contribuiscono e di conseguenza la ripartizione del formaggio. Il caseificio lavora dal 1865, mentre risalgono agli Anni Trenta le tre caldaie in rame disposte nella saletta con vasche d’acqua per l’affioramento della panna, una per la salamoia e, a parte, le stanze (i vòlti) per la stagionatura.

Il casaro al lavoro al Caseificio Turnario di Pejo
Il casaro al lavoro al Caseificio Turnario di Pejo

Oltre al burro, la ricotta e i formaggi vaccini e caprini freschi, qui si fa infatti anche il Pegaés (un semigrasso da latte crudo a media e lunga stagionatura), il Casolet (a latte crudo intero e pasta molle, presidio Slow Food), poi TavièlaFormagèl e cacioricotta. Una parte è destinata inoltre al piccolo spaccio, aperto al pubblico. Il caseificio turnario di Peio, per il suo lavoro secolare, ha ricevuto nel 2019 il premio ‘Resistenza Casearia’ assegnato dalla manifestazione Cheese di Bra e ha aderito, insieme a quelle colleghe, alla 'Carta dei princìpi delle latterie turnarie’ stilata in occasione di una mostra fotografica itinerante nel 2022.


NEGOZIO-BOTTEGA
Caseificio Turnario di Pejo

Via San Giorgio, 2 Peio
Pagina Facebook
 cell 3397371072








la politica spara cazzate e le ditte le calvacano per fare pubblicita il caso della deputata daniela dondi ( FdI ) ha proposto d'istituire per legge la giornatra del panettone e

Credevo che il panettone ad agosto fosse una storia di topolino invece tale ditta [ vedere mia foto scatta oggi alla conad cittadina  ] 



 deve aver deciso di prendere sul serio.e di anticipare la la proposta di legge della deputa #danieladondi di #FdI che propone 




20.8.24

ancora sul caso (e speriamo sia l'ultima volta)Sul caso se Paola Egonu e le altre giocatrici straniere della la nazionale di pallavolo che hanno vinto l'oro a parigi 2024 rappresentano l'Italia o no

 canzoni  citata  

Non Bisognerebbe -  Francesco Guccini  *

Lo  so     che  non  bisognerebbe*   mai  ritornare   ed  alimentare  polemiche   . Ma  non semre  ci  si riesce   .  Infatti   in italia  siamo  (    salvo  una  piccola  percentuale  )    ,  compreso il sottoscritto   , un paese   della   polemica      continua e  talvolta  sterile  . 

 
soprattutto   quando     una cosa  sia   finita    o quasi  come  in  questo     caso   che visto che le olimpiadi    sono     diu  luglio  \  agosto     sono  quasi di seguito  alle  paraolimpiadi   Infatti dopo le polemiche per   Larissa Iapichino, la madre Fiona May: "Scrivono che non è italiana. In passato non c’era questo razzismo" ( da  : fidelityhouse.eu) anche se non   cosi strumentali  visto     si  è  voluta  evitare  una figuraccia  internazionel in piene   olimpiadi dopo    quella  della pugile   nonostante     sia  passata    più di una   settimana   dalla bellissima   (  da quel  che  ne    capisco  di regole  della  pallavolo   )    e combattuta medaglia  d'oro olimpica della squadra italiana    femminile  di  pallavolo   continua la  polemica  strumentale    tra idue  schieramenti politici   come potete   leggere   sia  da  questo articolo del  corriere della   sera  del 14\8\2024   sia   da  un email        ricevuta    e di cui  trovate  sotto la  risposta   ,  su tale argmento

N.B   

 non sono   un  direttore     in quanto  il mio,  anzi nostro perchè chiunque  di  voi (   se  interessati   contattatemi  in privato )     puoi  scrivere  o commentare  ,  blog  non  è una testata  giornalistica   tradizionale 

Caro Direttore,

gli sfregi al murales dedicato a Paola Egonu, le dichiarazioni di alcuni esponenti leghisti e  la polemica sullo Ius Scholae fanno pensare ad un'Italia fuori dalla storia. Temere l'integrazione, non accettare l'idea che possano esserci cittadini italiani che nello sport, ma non solo, possano rendere onore al loro Paese pur con un colore della pelle diverso dal bianco è ridicolo e anacronistico.Non si può fermare il processo di integrazione conseguente all'arrivo nel nostro Paese, in Europa, di persone da altre zone del pianetaIl superamento dello schiavismo e sucessivamente della segregazione razziale del sud ha determinato negli Stati Uniti la nascita di una società multietnica e multireligiosa rafforzata dall'immigrazione europea prima (italiana, irlandese, tedesca, polacca, ecc.)e poi dal sud america e dall'oriente Così come l'immigrazione italiana ha inciso sulle realtà sociali degli stessi stati uniti  e Paesi  dell'America Latina. il tentativo nazista di creare una società "superiore" composta solo da "uomini e donne superiori" è stato abbattuto dalla nazioni democratiche e da eserciti e attività sportive multietnici. Gli imbecilli che imbrattano i murales, coloro che guardano agli immigrati come a un pericolo sono fuori dalla storia. La Storia li ha già sconfitti.

                                             M.C

Caro lettore,
Paola Egonu   e   Myriam Fatime Sylla   sono    nate   (  la prima a Cittadella, provincia di Padova,   la  seconda  in   a Palermo )    e   cresciute   in italia   Palermo, 8 gennaio 1995) è è nata   ed    hanno  fatto tutti  gli studi qui    ed  ottenuto a  18\20 la  cittadinanza   ha ottenuto la cittadinanza nel 2014, come si capisce bene ascoltando le loro  interviste, si esprimono   nell'idioma di Dante ( oltreché almeno in un paio di altre lingue) assai meglio di tanti che la criticano  ( metaforicamente  parlando   )    o  nel  caso di Paola   imbrattano i murales che la ritrae  .
Quindi di cosa stiamo parlando? Delle piroette mediatiche di un ex generale prestato alla politica che approfitta della Egonu e del colore della sua pelle per ritagliarsi qualche spazio di visibilità mediatica estiva? Paola Egonu è una ragazza ( e una fuoriclasse) italiana, punto. Non servono altri aggettivi o altre definizioni. Lo è non perché è una campionessa di volley che ci ha fatto vincere una medaglia d'oro, ma perché questa è la sua storia e la sua identità come persona. Quello a cui stiamo assistendo è un dibattito surreale prima che anacronistico. Dopodiché con compostezza e civiltà discutiamo di regole e percorsi per ottenere la cittadinanza italiana. Nel mondo ci sono esperienze diverse: possiamo scegliere. Le divisioni anche all'interno della maggioranza di governo sono comprensibili e vanno approfondite. Ma l'obiettivo deve essere chiaro: non creare ostacoli ideologici anti-storici e inutili, ma favorire il miglior percorso di integrazione possibile per tutte quelle persone che scelgono di vivere e crescere  i figli nel nostro paese e lo fanno nel rispetto delle leggi e del paese ospiatante Tutto il resto è polemica senza senso.

  subito dopo  la  revisione  post    pubblicazione   ,  neppure  in tempo  premere   il  tasto aggiorna , che  mi  arriva     un altra   email   a  cui  non    riesco a  non rispondere   .  eccola  

Buongiorno direttore,
ho letto la sua risposta di oggi a mia cugins  .Chiudiamo finalmente l'argomento Paola Egonu, ma per dovere di equilibrio giornalistico e di onestà morale non omettendo di riportare quanto dall'interessata dichiarato pubblicamente in passato su diverse testate giornalistiche, cioè che l'Italia fa schifo, prima di andarsene in Turchia. Offesa al popolo italiano non compensabile neanche dalla vittoria della squadra italiana.

                               Lettera firmata

 

Cara lettrice
sono d'accordo con lei: chiudiamo l'argomento Egonu  e nazionale  di  pallavolo
Speriamo solo siano d'accordo con noi anche i nostri politicanti o demagoghi che s'improvvisano tali , leoni da tastiera e gli imbrattatori del  murales che alla nostra campionessa hanno dedicato molte attenzioni non richieste. Quanto all'equilibrio e all'onestà morale di cui lei parla credo debba valere per tutti a,prescidere. E vorrei quindi ricordarle che Paola Egonu non ha mai detto che "l'Italia fa schifo". In un'intervista ha dichiarato che se avesse un figlio sarebbe preoccupata che "vivesse lo schifo che ho vissuto io". Un'affermazione certamente forte ma che è cosa ben diversa da ciò che lei ha scritto. Naturalmente le parole della Egonu si possono condividere  o meno. Si può, dipende dai punti di vista, ritenere che abbia esagerato o che sia stata ingenerosa, ma forse prima bisognerebbe conoscere il vissuto di questa ragazza. Del resto: se da campionessa olimpica si è vista ri-dipingere il volto di rosa, forse non è improbabile pensare che da ragazzina abbia subito ( e ancora subisce da parte dei nostri sovranisti , lacche e servi  mediatici , dai loro rappresentanti politico/istituzionali ) iper il colore della sua pelle, per le origini straniere dei genitori , altri tipi di discriminazioni o di angherie. Le pare così strano?  a me no . E in ogni caso: quante stupidagginivittimistiche e no abbiamo sentito uscire dalla bocca di tanti  calciatori vip  , ecc ,quanti di loro hanno scelto, più o meno polemicamente, di andare  all'estero? Anche loro hanno offeso irrimediabilmente il popolo italiano? Suvvia, non esageriamo. E  soprattutto non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di una ragazza di poco più di 20 anni che ha quindi tutto il diritto di  poter sbagliare . In campo e fuori. Come chiunque altro. Indipendentemente dal colore della sua pelle.

certe canzoni e certi gruppi non hanno età e sono immortali il caso di federico martelli Il 18enne di carpi che ha scritto The Beatles Everyday”: un libro in cui analizza una per una le canzoni dei Beatles



ho sentito parlare di Federico Martelli, un giovane di 18 anni che ha scritto un libro sui Beatles intitolato "The Beatles Everyday". Federico ha recensito tutte le 221 canzoni dei Beatles, inclusi alcuni brani delle carriere soliste dei membri della band. Questo progetto è nato come una rubrica sui social media dove pubblicava una recensione al giorno su Instagram e Facebook.
Il libro è stato pubblicato in versione bilingue, italiano e inglese, ed è diventato un piccolo caso sui social media, attirando l’attenzione di molti appassionati di musica


da Gazzetta di Modena 12 agosto 2024


La storia
Il 18enne che ha scritto un libro sui Beatles: «Ho recensito tutte le loro canzoni»Il giovane carpigiano ha scritto “The Beatles Everyday”: una passione nata sui social





CARPI.
Un’opera che è soprattutto una dichiarazione d’amore, appassionata e vera come solo un adolescente sa fare. Un libro che è nato prima come rubrica social, dove ha riscosso l’interesse di tanti musicisti della nostra zona ed è diventato un caso.
“The Beatles Everyday” è stato un appuntamento quotidiano su Instagram e Facebook ogni giorno alle 14, dal primo gennaio 2023, il carpigiano Federico Martelli, allora sedicenne, ha pubblicato una recensione delle 215 canzoni dei Beatles, che sono poi diventate 221 con la scelta di inserire un brano a testa dalla carriera solista degli ex Fab Four e l’aggiunta di “Now & Then” uscito postumo lo scorso anno.
Oggi “The Beatles Everyday” è diventato anche un libro, pubblicato in versione bilingue italiano e inglese per i tipi delle Officine Gutenberg di Piacenza (20 euro). L’introduzione è di Antonio Bacciocchi, musicista, blogger e giornalista di Radio Coop. Federico, nato a Carpi ma oggi residente a Correggio, ha da sempre respirato musica intorno a sé fin dalla sua nascita e, nonostante la sua famiglia, in questa avventura ha fatto tutto da solo, declinando qualsiasi offerta di aiuto.

Come si sente quando gli adulti si meravigliano che, così giovane, ha scritto un libro sui Beatles?
«Un po’ fa effetto anche a me. Ammetto che non viene in mente a tutti di scrivere una cosa che da rubrica social è diventata un libro. Non è nata con questa idea, ma adesso mi fa molto effetto. Era un progetto social, cosa che sentivo molto più alla mia portata. Nemmeno quella era una cosa da tutti, ma qualcosa che avevo studiato e iniziato a creare. Poi ho incontrato Giovanni Battista Menzani di Officine Gutenberg e Antonio Bacciocchi di Radio Coop, che ha scritto la prefazione, ed è nata l’idea di trasformare The Beatles Everyday in un libro».


I Beatles riescono a comunicare con un diciottenne di oggi come facevano con un diciottenne del 1964?
«Io ovviamente non posso entrare nella mente e nel cuore di un ragazzo del ‘64, ma posso immaginare che allora fosse tutto più d’impatto, sia per quanto riguarda il sound sia per il contenuto delle canzoni dei Beatles. All’epoca il rock era ancora in fasce, ogni cosa era innovativa e inedita. Oggi il rock ha settant’anni, abbiamo alle spalle decenni di rock, c’è meno stupore. Personalmente credo che la discografia dei Beatles porti con sé messaggi universali che sono raccontati in maniera unica, che difficilmente si può non tanto superare ma anche solo avvicinare».

Il suo libro sta diventando un piccolo caso sui social: quali sono i commenti che l’hanno colpita di più, in positivo e in negativo?
«Per ora non ci sono stati commenti troppo aggressivi o che mi hanno ferito particolarmente. Ci sono persone che non sono d’accordo con i voti che ho dato alle canzoni, e generalmente mi accusano di essere troppo severo, mai il contrario. L’unico commento spiacevole è stato quello di una persona che ha detto che non ha senso comprare un libro sui Beatles scritto da un diciottenne. La cosa che mi ha colpito di più sono i feedback di chi mi dice di avere trovato qualcosa di nuovo nelle canzoni che ho recensito. Avere dato a qualcuno l’opportunità di apprezzare certi brani in maniera nuova e differente è davvero una grande soddisfazione».

Ci riveli un suo sogno.
«Se Paul o Ringo arrivassero anche solo a sapere che esiste il mio libro sarei la persona più felice sulla terra. Sarebbe fantastico: hanno visto uscire libri sui Beatles per tutta la loro vita, sapere che hanno avuto questo tipo di impatto su un ragazzo di 16 anni penso potrebbe strappare loro un sorriso».

Perché un altro libro sui Beatles?
«Sono sempre stato un grandissimo fan dei Beatles, fin da bambino. Inizialmente grazie ai miei genitori che li amano e li ascoltano da sempre: in ogni momento della mia infanzia e della mia vita, anche se ci sono stati periodi in cui ascoltavo meno musica, non ho mai smesso di ascoltarli».

Che consiglio si sente di dare a chi si avvicina oggi ai Beatles?
«Soprattutto per i giovani non è semplicissimo avvicinarsi ai Beatles. È vero che si tratta di brani apprezzabili anche oggi, anche solo perché non sono molto lunghi e vanno dritti al sodo. Se dovessi consigliare un approccio punterei sulle due raccolte, la rossa e la blu, che comprendono i brani più conosciuti: credo che sia la parte migliore della loro discografia per introdurre nuove persone a questa band. Ma credo che in ognuno dei loro album ci siano generi diversi e sperimentazioni, quindi bisogna cercare un po’ ma poi si trova almeno una canzone perfetta per qualsiasi ascoltatore. Può essere una sfida complicata, ma la ricompensa ripaga qualsiasi sforzo»

19.8.24

Elodie, l’attacco durissimo ed ipocrita di Paola Ferrari: “Lotta al patriarcato col Lato B in vista” voi che ne pensate ?

Di solito non mi occupo più di tanto di vip e del pollaio creato dai i media che riportano ogni loro .... boiata detta , molte volte , apposta per aver visibile mediatica in vista di una loro prossima opera . Ma qui mi danno fastidio le ipocrisie ed il predicare bene ed razzolare male , ecc. sia da chi dice d'essere contro la mercificazione del corpo criticando chi sceglie liberamente o opportunamente dipende dalla ersona e poi invece è lei stessa a farla . Infatti Si può essere d'accordo oppure contrari. . Però, prima di criticare gli altri, bisognerebbe farsi delle autocritiche. Per esempio, è molto fastidioso che Paola Ferrari faccia delle domande agli ospiti, non ascolti le loro risposte, anzi spesso li interrompa quando esprimono le loro opinioni. Io non guardo più i programmi dove c'è lei perché non c'è un dibattito sereno con i suoi ospiti: un esempio è Tardelli, si vede che non la sopporta. Infatti è news di questi giorni che La giornalista di Rai Sport Paola Ferrari si è scagliata pesantemente contro la cantante romana Elodie in merito alle sue dichiarazioni sul Calendario Pirelli 2025. Non è la prima volta che la conduttrice televisiva critica l’artista dopo i suoi commenti in merito alla libertà delle donne.

N.B
non sono bacchetone perchè penso che il corpo maschile o femminile Io penso che il corpo sia e ebba essere nella disponibilità d'uso dei legittimi proprietari, che possono disporne liberamente a patto di rispettare i corpi altrui.

Elodie, Paola Ferrari si scaglia nuovamente contro di lei!

Paola Ferrari è tornata ad attaccare l’artista romana Elodie. La giornalista di Rai Sport ha bacchettato la cantante dopo le sue dichiarazioni in merito alla presentazione del Calendario Pirelli 2025. “Politicamente può e deve pensarla come vuole“, ha esordito la giornalista sul suo profilo Instagram. “Ma rivendicare la lotta al Patriarcato e la libertà delle donne facendo vedere il Lato B è profondamente scorretto“, ha scritto.La giornalista di Notti Europee ha pubblicato sul suo profilo Instagram il famoso meme dove la cantante di “Black Nirvana” durante un concerto mette in mostra il suo Lato B. Poi ha commentato il filmato scrivendo: “Elodie mentre lotta contro il patriarcato“.

Elodie politicamente può e deve pensarla come vuole, ma rivendicare la lotta al Patriarcato è la libertà delle delle donne facendo vedere il Lato B è profondamente scorretto Le battaglie delle donne hanno altri valori. E la mercificazione del corpo non è fra questi

I fan della giornalista sportiva Paola Ferrari si sono divisi. Sotto al suo post ci sono moltissime opinioni diverse, abbastanza discordanti tra loro. Tra chi si è scagliato contro la conduttrice televisiva c’è un utente che l’ha criticata per la sua abitudine di andare in onda utilizzando luci molto forti.


Comincia a togliere i filtri quando posti le foto e non farti illuminare con i fari quando sei in onda…poi ne riparliamo…ti rode proprio non essere più giovane è il secondo post che fai su Elodie

Questa infatti non è la prima volta che Paola Ferrari attacca l’artista romana per le sue dichiarazioni. Ospite da Caterina Balivo a La volta buona ha parlato della rivendicazione del proprio corpo usata come lotta per l’emancipazione. Secondo la giornalista sportiva questa battaglia è stata “già fatta negli anni sessanta e settanta. Allora il corpo era strumento per la libertà“.

Oggi a mostrarlo si entra nel circolo vizioso dell’oggettivazione, ed è pericoloso. Avrai in cambio più foto, più titoli di giornale, più pubblicità e più guadagni. Legittimo pure questo, ma non lo si confonda con una battaglia per l’emancipazione. Mi si rivolta lo stomaco, quando sento certi ragionamenti

voi che  ne  pensate  ? 





18.8.24

questa si che è destra non quella della meloni e LA POLITICA DELLA (E NELLA) CACCA di Emiliano Morrone


 ha  ragione  Lorenzo Tosa  : <<  Il problema, semmai, su cui interrogarci serissimamente è che in tutta Europa Forza Italia rappresenterebbe una normale destra conservatrice. Qui da noi al confronto con Meloni e Salvini appare di centro (con punte di centro-sinistra), tale è lo scivolamento della politica verso la destra estrema. Ed è la stessa ragione per cui i liberali negli ultimi anni si sono tendenzialmente spostati sempre più a sinistra. Perché di liberale, in questo governo di busti e di nostalgici, non c’è neanche l’ombra per terra.>> infatti anch'io Non avrei mai pensato di dirlo, ma Antonio Tajani, pur con tutti i suoi limiti e contraddizioni, nelle ultime 48 ore sta dando letteralmente una lezione di Politica e Civiltà a Lega e Fratelli d’Italia (ci vuole poco, eh…) su Ius Scholae, carceri, Europa, diritti, welfare, inclusione, dimostrando (tardivamente) che può esistere anche una destra decente, liberale, capace di adeguarsi alla realtà e ai cambiamenti sociali e civili di un Paese.Una destra che in (quasi) tutta Europa è da decenni la normalità e che qui da noi, in un Paese che non ha fatto ancora i conti col fascismo (al punto da rimandarlo al potere) è pura utopia.E gli attacchi feroci e sbavanti che Tajani sta subendo da tutta la destra estrema in queste ore sono lì a dimostrarlo. Non dimentico nulla, sia chiaro. Ma con una destra come quella che oggi (non ieri, OGGI) incarna Tajani non solo è giusto discutere e dialogare sui singoli temi, ma dobbiamo augurarci anche che prevalga sul populismo di Salvini e il neofascismo di Meloni.
 Ed  su  questa   strada  aperta  da lorenzo tosa s'innesta il pensiero del giorno del compagno di strada Emiliano Morrone : 

  LA POLITICA DELLA (E NELLA) CACCA
Emiliano Antonino Morrone 
11 min ·



Quando il discorso politico si basa sull'insulto, per di più gratuito, significa che si è toccato il fondo, che non si vogliono risolvere i problemi perché manca la competenza, la capacità e le volontà di indicare soluzioni e orizzonti. Dalle mie parti, a sud del Sud, vedo un'affezione sempre più diffusa e compiaciuta per il ricorso a diffamazioni anonime, come se la politica fosse la gara degli asini che la sparano più grossa o delle bisce che sputano il veleno più tossico. È, infine, un master della demolizione incontrollata, della confusione totale che lascia i territori nella loro marginalità e lontananza, nell'ombra più cupa rispetto allo sguardo del governo nazionale e del legislatore, che in genere si muovono in autunno, in occasione della legge di Bilancio, nella quale vengono previsti gli interventi principali e stanziate le risorse occorrenti. Che cosa volete che in quella sede sia disposto, per l'interno della Calabria, se la gente comune, tra cui educatori e acculturati, continua a occupare il proprio tempo per gettare fango e deiezioni addosso al vicino, la cui erba è, da manuale, sempre più verde? Mai una lettera anonima – meglio sarebbe se firmata –su come impiegare le ultime risorse (in parte in prestito) del Pnrr, su come rifinanziare e riorganizzare i servizi sanitari pubblici, attrarre investimenti o creare vantaggi fiscali, acceleratori di sviluppo, premialità per le imprese in grado di impiegare, promuovere e valorizzare le risorse territoriali. Sempre meglio non assumersi le proprie responsabilità, non soltanto civili e penali, e scadere nel linguaggio e nelle argomentazioni, prive di basi, analisi, prospettive. Qualcuno dovrà pur muoverla questa critica, perché siamo diventati un posto in cui si producono rifiuti e scorie della mente e dell'anima, non discussioni ragionate, confronti, proposte, azioni utili alla collettività. Non c'è da meravigliarsi, poi, se l'emigrazione aumenta e i Comuni si svuotano. E basta con lo scaricabarile sulla politica, che dovrebbe essere l'arte della costruzione, mediante l'ascolto, il coinvolgimento e l'inclusione, di società più civili e progredite. Nessuno si senta assolto, soprattutto le vecchie guardie, che ora, in tutta comodità e senza ansie personali o familiari, giocano (all'"ammucciuni") a interpretare il ruolo delle verginelle e perfino delle vestali, dimentiche della trave che hanno nel loro occhio.

17.8.24

anche nella vità si può esercitare lo spirito olimpico . il caso Zhou Yaqin cinese , la ginnasta cinese (che ha vinto l'argento) torna a fare la cameriera nel ristorante di famiglia:

Questo post olimpiadi 2024 è ricco di storie diverse dagli onori e dai bagni folla post vittoria. Strorie che mettono in evidenza di come lo spirito olimpico ed i suoi valori


sia presenti anche dopo . Infatti mentre in occidente gli atleti vincitori di medaglie sono presenti come il prezzemolo ovunque e si pavoneggia in oriente invecel Zhou Yaqin, la giovane ginnasta cinese che ha conquistato il pubblico non solo con il suo talento, ma anche con una dolce spontaneità durante la premiazione. con il suo timido tentativo di imitare Alice D'Amato e Manila Esposito mordendo la medaglia d'argento, diventatando un fenomeno virale, regalando sorrisi e tenerezza a tutti con umiltà
Finiti i Giochi, è tornata a casa, a Hengyang in Cina, e si è subito rimessa a lavorare nel ristorante di famiglia. Qualche cliente l'ha ripresa mentre portava dei piatti ai tavoli e ha pubblicato le immagini sul social network cinese Weibo.
Il ristorante di famiglia
Quei pochi secondi sono diventati presto virali, a dimostrazione che il livello di popolarità di Zhou non è diminuito dopo le Olimpiadi.
 



«Umiltà e piedi per terra», «subito al lavoro, non si è montata la testa», gli apprezzamenti degli utenti che hanno lodato la capacità della ginnasta di calarsi subito nuovamente nella quotidianità senza risentire di nessun «contraccolpo» olimpico.



Marco Pinosa sindaco di Lusevera ( udine ) dona 35 frigoriferi ai carcerati, un gesto che parte da lontano: «È un modo per sdebitarmi. In carcere ho capito cosa vuol dire essere privati della libertà

Un gesto autentico, generoso e per niente scontato  a mio  avviso  ,  quello compiuto da Mario Pinosa, sindaco del piccolo comune di Lusevera che conta 600 abitanti, in provincia di Udine.
Ecco la  vicenda     trovata  su msn.it   
 Il primo cittadino ha dato vita a un'iniziativa lodevole: ha aderito alla raccolta fondi e si è fatto così carico dell'intera somma necessaria all'acquisto di 35 frigoriferi per i detenuti in carcere: 5.250 euro, che saranno investiti nell’operazione anti canicola.
Un frigo per ogni cella, questo lo slogan dell'iniziativa. Un gesto che parte da lontano, precisamente dal 1980, anno in cui Pinola è stato detenuto nello stesso carcere a causa di un'irregolarità nel porto d'armi, per otto giorni. Il sindaco ha avuto modo di sdebitarsi, nei pochi giorni in carcere Pinosa ha capito cosasignifica essere privati della libertà.
35 frigoriferi per i detenuti
Il Sindaco Mario Pinosa ha rilasciato delle dichiarazioni a la Repubblica, spiegando come il suo gesto sia stato un modo per sdebitarsi: «Non appena liberato mi ripromisi di fare qualcosa per quel carcere. Rimasi in via Spalato soltanto 8 giorni, ma mi bastarono per capire cosa vuol dire essere privati della libertà. Scoprii un mondo diverso, che non avrei mai immaginato di conoscere. Ero terribilmente avvilito, ma i compagni con cui dividevo la cella non smisero mai di confortami». Un impegno che Pinosa si è preso 44 anni fa e che ha mantenuto.
Il carcere
Il Sindaco ha spiegato l'incoveniente che gli è costato la reclusione per otto giorni, al centro c'è la sua grande passione, la pistola da tiro a segno: «Era ed è la mia grande passione. L’avevo appena comprata e, non vedevo l’ora di andare al poligono a provarla. A due mesi di distanza da quando avevo portato tutti i documenti per il rinnovo del porto d’armi in Questura, a Udine, telefonai all’ufficio armi per sapere a che punto fosse la pratica e mi fu risposto che era tutto a posto e che mancava solo il visto del responsabile per consegnarmi la documentazione. Questione di ore, insomma». Successivamente è arrivata la disattenzione fatale: «Il sabato mattina richiamai, ma non rispose nessuno.
Essendo stato rassicurato sulla regolarità delle carte, decisi comunque di andare al poligono di Udine. Lì, consegnai l’arma per il consueto controllo di polizia e fornii anche copia dei documenti portati in Questura. Ottenuto il via libera, mi dedicai ai tiri. Alla fine della gara, però, lo stesso poliziotto mi disse che doveva portarmi in Questura, perché, non avrei dovuto muovermi da casa con la pistola senza avere ricevuto il porto d’armi. Questo, mi disse, mi sarebbe costato una contravvenzione. Ma andò peggio. In Questura si presentò un anziano poliziotto che, mortificato, mi spiegò che in quel frangente, era il periodo della Brigate Rosse: qualche giorno più tardi avrebbero ucciso Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, le disposizioni sui controlli di armi e porto d’armi erano rigidissime e che, di conseguenza, era costretto a portarmi in carcere. Mi crollò il mondo addosso»

Suicida dopo il licenziamento per 280 euro, la collega si sfoga al funerale: «Siamo sfruttati». Il parroco la zittisce: «Non è il sindacato»

    in sottofondo   
sopra  il tetto  del comune -maldestro

cercando  storie  e  news  curiose    ho  trovato     questa news  


   riportato  come  con  altri post   , nel  caso  msn.it  non facesse leggere  l'articolo o non si  ha    tempo   di andare  a  cercarlo  sul sito originario  ,  leggo.it  ,  in questo caso ) ma  soprattutto  per  chi mi  leggesse   dal  tablet \cellulare  non  bing  e non vuole  scaricarsi l'app  ,    sotto a  fine post   la vicenda  in quanto spesso  la rassegna  di msn.it   ha  url  dinamici e non fissi )

Si toglie la vita dopo aver perso il lavoro a 55 anni. Un dramma infinito per lui, un uomo di Padova di 55 anni, ma anche per la sua famiglia e per i colleghi che lo stimavano e gli volevano bene. La sua vicenda ha fatto discutere perché sarebbe stato licenziato per un danno di 280 euro procurato all'azienda, dopo 27 anni impeccabili.
L’uomo lavorava alla Metro, nella catena specializzata nel commercio all’ingrosso, a Marghera, e aveva ricevuto prima una contestazione disciplinare e poi la lettera di licenziamento con l’accusa di aver agevolato qualche cliente storico per le spese di trasporto della merce.
Lo sfogo della collega al funerale
Al funerale che si è celebrato nella chiesa di Pontelongo (Padova), racconta il Corriere del Veneto, Piera Meneghetti, compagna di lavoro e delegata della Cgil, ha attaccato l'azienda che l'ha licenziato, la Metro. «Il tuo ricordo è legato ai momenti più belli e spensierati della nostra famiglia Metro — ha scandito Meneghetti — perché davvero eravamo una famiglia. L’azienda nei confronti di un dipendente diventa responsabile di quella vita e deve prendersi cura delle persone in quanto esseri umani che hanno bisogno di protezione, di sentirsi importanti e parte integrante di un sistema, piuttosto che risorse da sfruttare e sacrificare in nome del Dio denaro».

la  reazione  del prete    quando in chiesa   durante  il  funerale       e criticata  la  ditta   dell'operaio suicidatosi   dopo  il lincenziamento in tronco  dopo  27 anni  di lavoro innecepibili  e ligio  all'azienda  ,   per  un danno  di  280e  euro   ( in realtà  aveva  aiutato  dei clienti in difficoltà  con degli sconti ) mi  ha  portato  a   questa   riflessione  : se aiuti se un santo se denunci perchè è povero sei un comunista  . Ma  soprattutto  mi ha fatto   notare    di  come le persone ,  in questo caso il prete , giudicano gli altri in base alle loro azioni e motivazioni. È vero che spesso le persone vengono etichettate in modi diversi a seconda delle loro scelte e delle loro circostanze.Infatti   ecco la  discussione

 Cosa ti ha portato , mi chiede la  mia   amica  ,   a pensare a questo ?
 una frase  di cui  non ricordo con precisione  le  parole  ,  di   Don Giuseppe Diana   un prete  anti camorra non ricordo esattamnte le parole di un prete che  affermava     che  se   aiuti una persona  povera  sei un santo se invece denunci il perchè è in quello stato sei un sovversivo
 Ti Capisco, sembra una riflessione profonda su come le azioni e le intenzioni delle persone possano essere interpretate in modi molto diversi. il  pensiero  che hai menzionato sembra voler sottolineare come l’aiuto verso i bisognosi possa essere visto come un atto di santità, mentre cercare di capire e denunciare le cause della povertà possa essere visto come un atto di ribellione o sovversione. Ma  vedi   la chiesa   non è un palco politico  \  sindacale  

 con  un amica  nipote  di un prete e  quindi molto religiosa troppo  dogmatica  ed  conservatrice  .
Avrei  voluto     replicarle   che   la  chiesa   predica  bene   ma  razzola   male    ed  ha  sempre   nel corso  della  siua  storia     appoggiato  anche  dal pulpito    della   sua  chiesa  e  durante  le  funzioni  religiose  il  potere  politico . Ma  viste  le  divergenze  troppo marcate   onde  ad evitare  malintesi    ho  preferito   non continuare  la   discussione  e  cambiare  discorso  

16.8.24

come recensire un disco di rap o trap senza essere critici musicali a prescindere basta ascoltarla e confrontarla con gli altri generi musicali .

il mio post precedente  sulla trap e  volendo  anche   sul nuovo  rap    , anche se realà anche se le diffferenze tra il genere e il sottogenere musicale  sono labili e difficilmente   distinguibili se  non si  è uno specialista    o un appassionato  di tale genere  infatti  ecco  cosa   ho  trovato  sulle loro    differenze  e   tratti  in comune    cercando   in rete   

Rap e trap sono due generi musicali che condividono radici comuni nell’hip-hop, ma si distinguono per diverse caratteristiche sonore, tematiche e culturali.

Rap

  • Origini: Nato negli anni '70 nel Bronx, New York.
  • Caratteristiche musicali: Ritmi più lenti (80-100 BPM), uso di campionamenti, beatbox e scratch.
  • Tematiche: Variano ampiamente, includendo storie di vita quotidiana, politica, ingiustizie sociali e autocelebrazione.
  • Stile vocale: Rime e metriche complesse, spesso senza l’uso di autotune.

Trap



  sta creando polemiche tra chi mi legge e tra chi mi coosce oltre allo schermo di un pc  \  di un cellulare   . Ad esempio qualche giorno fa ero a cena d'amici della pensiola ed un loro nipote , fra i 16\18 anni , mi fa : << strano mi ricordavo che fossi di mentalità più apeerta visto che l'altra volta ha difeso mio fratello da una predica dei boomer sulla musica a discoteca che detesti invece ho letto da poco sul tuo blog che giudichi ls trap una .... in base quali principi ? non starai anche tu diventando un vecchio trombone che vede solo a passato ed è ostile allle novità culturali ? >> . Ecco quindi che il post odierno vuole essere una risposta sia a lui sia coloro che nelle email , ecc mi chiedono come faccio a giudicare tale genere se non sono un critico musicale o non riesco ad uscire dai consueti generi musicali no . Ma soprattutto se << se ogni volta che si parla di cantati o di canzoni trap stai zitto o si mettono dei pezzi te ne vai per non ascoltarlo oppure chiedi d'abbassare il volume o reagisci come mi ha raccontato una mia amica che in pulman hai messo come contro canto musicale a chi metteva ad alto volume pezzi di tale genere , la canzone in particolare il ritornello de La Cacada di   Checco Zalone >>
E' vero  che  :  1)  non ho per i miei limiti fisici ed uditivi , poca  di fare  sacrifici  e  voglia  d'impegnarmi  sul serio    , ecc fatto studi musicali nè di conservatrio nè di civica nè d'autodidatta  2)   
Giudicare la musica senza essere un critico musicale professionista può essere un'esperienza molto personale e gratificante. Ecco alcuni suggerimenti  \  consigli  su  come    io agisco  :

1. Ascolto più o  meno   Attento  : Dedica del tempo ad ascoltare la musica con attenzione. Cerca di cogliere i dettagli, come gli strumenti utilizzati, la melodia, il ritmo e le armonie, le parole  del testo 
2. Emozioni e Sensazioni: Rifletti su come la musica ti fa sentire. La musica è spesso un'esperienza emotiva, quindi considera le emozioni che suscita in te.
3. Contesto, Storia, biografia  , precedenti dischi o opere  : Informati  se  hai voglia  e tempo  sul contesto in cui è stata creata la musica  el gruppo  o ell'artista   in questione . Conoscere la storia dell'artista o del genere musicale può arricchire la tua comprensione e apprezzamento o anche il tuo odio\  disgusto    come   esempio nle mio  caso  per  certi    cantanti  o certi generi  
4. Confronto : Non feermarti  solo a  gli ultimi  brani  o alle  hit  ma  ascolta diversi brani dello stesso genere o dello stesso artista. Questo ti aiuterà a sviluppare un senso critico e a riconoscere le caratteristiche distintive.Ma  soprattutto   ti aiuterà  a trovare   delle perle in mezzo  alla merda   o magariu ti fara       cambiare  idea    soprattutto   se    essa  è  originata  dal  conformismo   o  da    d quel  che passa il  convento  
5. Discussione : Parla della musica con altre persone. Condividere opinioni e ascoltare diversi punti di vista può ampliare la tua prospettiva.Soprattutto    se  queste   sono  gente     che la  pratica  ( per  lavoro o per  passione  )  o degli specialisti   (  insegnanti  )
6. Recensioni e Critiche: Leggi recensioni e critiche musicali, oviamente   seza  farti  influezare  e confrontare  la   loro lettura  con un ascolto    sulle piattaforme  musicali     o  del disco  o   di  una  due  canzoni  ( perchè  se    applichi  e padroneggi i punti precedenti    sei in grado di  valutare  anche se  pur  sommariamente    un disco  )  e  gli specializzisti   per vedere come i professionisti (  tenendo  conto      che   spesso anche loro      vedi  la  diatriba    tra  Guccini e Bertoncelli     che ha  portato alla  cfamosa     canzine  " L'avvelenata  " ,  analizzano la musica. Questo può darti spunti su cosa ascoltare e come valutare certi aspetti.  
7 Esplora nuovi generi Non aver paura di provare cose nuove, potresti scoprire un nuovo artista o genere che ami.
Ricorda, non esiste un modo giusto o sbagliato per giudicare la musica. L'importante è godersi l'esperienza e scoprire cosa ti piace di più. 🎶

mia     rielaborazione      di  una  Conversazione con Copilot 16/8/2024  che      ha  suggerito   questi url 

(1) La storia della critica musicale e il senso del suo futuro. https://www.oltrecultura.it/2019/03/15/la-storia-della-critica-musicale-senso-del-suo-futuro/.

(2) Fare il critico musicale oggi | Il giornale della musica

(3) Come posso diventare un critico musicale? - Spiegato. https://spiegato.com/come-posso-diventare-un-critico-musicale.

(4) Plagio musicale: quando una canzone si considera copiata - Money.it. https://www.money.it/Plagio-musicale-quando-una-canzone-e-copiata.

(5) A che cosa serve la recensione? – Il Saggiatore musicale. https://www.saggiatoremusicale.it/a-che-cosa-serve-la-recensione/.



si riesce a dare un giudizio personale . IL quale ovviamente varia da persona a persona . ad esempio una canzone può essere bella ( ecclentre , stupenda , sublime ) dal testo , Pessima ( mediocre , dozzinale , insulsa ) per la base musicale , ma anche viceversa . Oppure bella o brutta per entrambe le cose . In base a tali paramentri di giudizio confermo quanto ho già detto nel post precedente ed in altri post .
Certamente, ecco cosa sugerisce     IA   di Gemini (  google )  un aprofondimento  della mia   rielaborazione  precedente, con un tono più formale e un linguaggio più tecnico   cioè una  valutazione della musica  con   approccio analitico. In quanto la valutazione soggettiva della musica è un'esperienza intrinsecamente personale, influenzata da una moltitudine di fattori psicologici, culturali e sociologici. Tuttavia, è possibile adottare un approccio più analitico per approfondire la comprensione di un brano musicale e per giustificarne la propria valutazione e  magari  avere  un giudizio più approfondito  .
Elementi chiave dell'analisi musicale:
  • Struttura formale: L'analisi della forma musicale (versi, ritornelli, bridge, ecc.) permette di comprendere come gli elementi musicali sono organizzati nel tempo e come contribuiscono alla coesione del brano.
  • Armonia:Lo studio delle progressioni armoniche e delle relazioni tra le note fornisce indicazioni sulla tonalità, sulla modalità e sull'atmosfera generale del brano.
  • Melodìa: L'analisi della linea melodica permette di valutare la cantabilità, l'originalità e l'espressività della melodia principale.
  • Ritmo: Lo studio del ritmo e del tempo permette di analizzare la pulsazione, la metrica e le figure ritmiche, elementi fondamentali per la percezione del movimento e dell'energia musicale.
  • Timbro: L'analisi del timbro degli strumenti e delle voci permette d'apprezzare la colorazione sonora del brano e il ruolo di ciascun elemento nell'insieme.
  • Testo:L'analisi del testo permette di valutare il significato delle parole, le figure retoriche e la coerenza tra testo e musica.Contesto: L'analisi del contesto storico, culturale e sociale in cui è stato prodotto il brano permette di comprenderne le influenze e il significato più profondo.

 Sappiate  che  giudicare la musica è un'esperienza estremamente soggettiva, influenzata da una miriade di fattori personali e culturali. Non è necessario essere critici musicali per apprezzare o esprimere un'opinione su un brano o un album. Giudicare la musica non significa stabilire una classifica o etichettare un brano come "buono" o "cattivo". Serve piuttosto a: Aumentare la consapevolezza  cio è  Capire come funziona la musica ci permette di apprezzarla a un livello più profondo.Sviluppare il gusto personale: Attraverso l'ascolto e l'analisi, non accettare assivamente ed  acriticamente   la prima scelta   ci viene  imposta  possiamo definire le nostre preferenze e scoprire nuovi artisti e generi.A  connettersi con gli altri:e Parlare di musica con gli amici o partecipare a discussioni online può essere un modo divertente per condividere le proprie passioni  e  conoscere   nuova gente   e  magari trovare l'anima  gemella  🤔😇
In Conclusione Bisogna imparare ad osservare quello che ci circonda con  un ascolto  e  uno  sguardo meno giudicante, questo ci metterà nelle condizioni di scoprire un mondo nuovo un modo   diverso da nostro   .  Infatti   La musica è un'arte complessa e multiforme, che può essere interpretata da  ciascuno di  noi  in infiniti modi. Non esiste una formula magica per giudicarla,e  quindi  il mio giudizio non sempre  è   come  il vostro  . L'importante è mantenere un atteggiamento aperto e curioso cioè critico   o  almeno provarci  come   ho  fatto io  con la trap  ed  il nuovo rap  o  come  ha  fatto (  anche se   risultato  aparente )   la  madre   dell'amico  prima  citato   che   gli fa  ascoltare   anche la musica   della sua generazione     senza   obbligo   e   allo stesso tempo   pur   criticando   la  sua non gli la  vietà  . Infatti  è  proprio  ascoltando  quello  che    ascoltano gli altri  ovviamentre  non  acriticamente  \  passivamente    non solo  la  propria   con il cuore e con la mente, e lasciando   che la musica (    anche  se     certi generi   non sono    musica ma  secondo me    solo rumore    o fracasso  dai  testi    strampalati ed  astrusi  o  violenti  ed  irrispettosi   verso la  diversità   )   ti trasporti in mondi lontani  e  allo stersso tempo  (  quando   ci riesce    )  anche  riflettere   su se  stessi e  sul mondo . 

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...