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11.10.25

DIARIO DI BORDO N 151 ANNO III . IDIOZIE POLITICHE IL CASO DI Francesco Vincenzi primo cittadino di Inverigo , SCUOLA MATERNA E IL burnout , ARTE ALL'ARIA APERTA IL CASO DI BRUNO PETRETTO , Un anno fa la tragedia alla Sailboard: «Dedico la laurea a mio padre»

colonna sonora Di. cosa stiamo parlando https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/07/sindaco-inverigo-rimuove-striscione-pace-notizie/8152645/ Va benenon essere della stessa opinione \ schieramento ma qui si esagera si è su posizioni negazioniste . Infatti la sa tira di Makkox descrive benissimo la ossessione al dissenso ( vedere link sopra ) e il video sotto  

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   da  https://www.today.it/storie/lettera-insegnante-clara-holt.html

 "Mio padre dice che la gente come te non conta più, non hai nemmeno un TikTok": l'addio di una maestra d'asilo Il monito affidato ai social è lo specchio di un fenomeno tutt'altro che isolato: il burnout nel settore dell'insegnamento è sempre più esplosivo

 "Dopo quarant’anni passati a insegnare l’ABC ai bambini, la mia carriera non si è conclusa con una festa o con un applauso, ma con una piccola, tagliente frase pronunciata da un bambino di sei anni: ‘Mio padre dice che la gente come te non conta più’." È amaro lo sfogo di una maestra neo pensionata che ha trascorso la propria vita professionale insegnando in un asilo alla periferia di Denver, metropoli statunitense capitale del Colorado. La riflessione è firmata Clara Holt, probabilmente uno pseudonimo dato che non risultano insegnanti con questo nome. Tuttavia lo sfogo lasciato sui social è diventato virale a inizio ottobre 2025, cupo riflesso della svalutazione della professione di insegnante in America (ma non solo). Un monito che sottolinea ciò che sta andando perduto nel mondo dell’istruzione. Clara non invoca colpevoli, ma chiede rispetto - non per sé - per la funzione insostituibile che ogni insegnante svolge: prendersi cura dei bambini, della loro fiducia, del loro desiderio di scoprire. A innescare la riflessione è la tagliente frase pronunciata da un bambino di sei anni mentre lei si preparava a impilare negli scatoloni i ricordi di una vita da insegnante: "Mio padre dice che la gente come te non conta più" dice, per poi aggiungere senza sarcasmo. "Non hai nemmeno un TikTok". “Sanno scorrere app sul display prima ancora di impugnare un pastello” Clara, maestra d'asilo Quando iniziò la sua carriera nei primi anni Ottanta, Holt ricorda come l'insegnamento fosse vissuto come una promessa condivisa: "Ciò che facciamo conta". Le sere erano dedicate a ritagliare fogli colorati, applicare glitter, costruire angoli di lettura. I genitori portavano biscotti alle serate scolastiche. I bambini consegnavano biglietti fatti a mano con cuori diseguali. Il riconoscimento era nei gesti piccoli, non nei numeri. Negli ultimi anni, però, quel mondo è cambiato. “Mio padre dice che persone come te non contano più” Clara descrive un sistema che l’ha risucchiata in procedure burocratiche, in schermate da compilare per difendersi da lettere arrabbiate, in genitori che urlano davanti ai figli mentre uno registra con il cellulare. I bambini stessi arrivano già esausti, ansiosi, abituati alla luminosità degli schermi: sanno scorrere app sul display prima ancora di impugnare un pastello. E l’insegnante è chiamata a essere tutore emotivo, psicologo, operatore sociale, riparatore di traumi e alunna del curriculum. "Tutto in sei ore, con risorse esigue". "Un giovane preside una volta mi disse: “Clara, forse sei troppo affettuosa. Il distretto vuole risultati misurabili”. Come se la gentilezza fosse un deficit". Eppure, Clara è restata. Per quegli attimi che nessun foglio Excel può catturare: un alunno che le sussurra "Mi ricordi mia nonna"; un biglietto tremolante con scritto "Mi sento al sicuro qui"; un bambino che, per la prima volta, alza lo sguardo e dice "Ho letto l'intera pagina". Ma Clara ha visto anche crescere l'aggressività, il silenzio prendere il posto delle risate nella sala insegnanti. Le colleghe, dice, sono scomparse una dopo l’altra, piegate da un burnout crescente. E lei stessa si è sentita sparire "come gesso cancellato dopo troppe lavate". Secondo gli ultimi dati dell'associazione degli insegnanti americani negli Stati Uniti ogni anno l’8 per cento degli insegnanti abbandona la professione, e sono i più giovani quelli che sarebbero a rischio più elevato. In Italia oltre la metà dei docenti manifesta sintomi di burnout o livelli significativi di stress denunciando di lavorare fino a tre ore in più rispetto al pattuito. La lettera d'addio di “Clara Holt” Nell'impacchettare le ultime cose prima di andare in pensione ha infilato in una scatola decine di biglietti ricevuti in trent’anni. Nel fondo di un cassetto ha trovato una lettera di una studentessa del 1998: "Grazie per avermi voluto bene quando ero difficile da amare". Clara si è seduta sul pavimento e ha pianto. L'addio senza cerimonie, senza applausi. Solo la stretta di mano sommessa di un giovane preside assorto nel suo smartphone. "Se conoscete un insegnante, qualsiasi insegnante, ringraziatelo - conclude - Non con una tazza o un buono. Ma con parole, rispetto, consapevolezza che dietro ogni voto c’è un cuore che ha provato. Perché in un mondo che spesso li dimentica, gli insegnanti sono quelli che non dimenticano i nostri bambini". -- "Mio padre dice che la gente come te non conta più, non hai nemmeno un TikTok"

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LA  NUOVA  SARDEGNA  11\10\2025 


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LA  NUOVA  SARDEGNA  11\10\2025 
La storia
Un anno fa la tragedia alla Sailboard: «Dedico la laurea a mio padre»
di Marco Bittau

L’olbiese Anna Maria Campus discute una tesi ispirata alla veleria di famiglia

Olbia
La prima pagina della sua tesi di laurea è un foglio bianco, in alto una piccola dedica in corsivo: «A mio padre». E già così è un colpo al cuore. Anna Maria Campus – olbiese, neodottoressa in economia aziendale all’Università di casa, la “fabbrica” dei manager del turismo – per completare gli studi ha scelto la via dell’emozione forte, dell’orgoglio di famiglia e della gioia di fare un regalo al padre che non c’è più, Giancarlo Campus, velista e imprenditore conosciutissimo in città, titolare della veleria Sailboard nell’area industriale di Olbia. Proprio un anno fa aveva perso la vita nel suo capannone, un tragico incidente sul lavoro, che ha posto i tre figli (Anna Maria, Nicola e Mattia) di fronte alla realtà di un’azienda da mandare avanti, di un progetto d’impresa da sviluppare e della memoria di un padre-imprenditore da consegnare alla piccola grande storia degli olbiesi di mare. Pochi ma buoni. Il tema della tesi la dice lunga: “Il passaggio generazionale nelle imprese familiari: il caso Sailboard”. Cioè, la veleria avviata dal padre Giancarlo. Inevitabile che la tesi di laurea a questo punto diventi anche la storia della propria famiglia, spezzata da una tragedia, ma ripresa di petto e di studio, perché la vita non si ferma.
La mia tesi – racconta Anna Maria – è dedicata al tema del passaggio generazionale nelle imprese familiari, un argomento di grande rilevanza per l’economia italiana e sarda, dove la maggior parte delle aziende è a conduzione familiare. Il lavoro analizza le sfide e le opportunità che accompagnano il ricambio generazionale, approfondendo gli aspetti economici, organizzativi e relazionali che influiscono sulla continuità dell’impresa».
«Una parte del lavoro – aggiunge – è dedicata al caso Sailboard, la veleria di famiglia, utilizzato come esempio concreto per comprendere come il processo di transizione possa essere vissuto dall’interno di una realtà artigianale locale. Attraverso questo caso ho voluto mostrare come il passaggio generazionale non sia solo una questione di successione nella proprietà o nella gestione, ma anche di trasmissione di valori, competenze e identità aziendale, elementi fondamentali per garantire la sostenibilità e l’evoluzione dell’impresa nel tempo».
È la stessa neodottoressa a raccontare nella tesi di laurea la storia dell’impresa di famiglia: «La veleria Sailboard nasce a Olbia oltre trent’anni fa da una scelta radicale del fondatore, Giancarlo Campus, cioè abbandonare il mondo itinerante del luna park per stabilirsi in un contesto marino stabile, dove la passione per la vela potesse diventare una vera professione. Nel corso degli anni, il modello di business artigianale di Sailboard ha subìto un’evoluzione naturale guidata dalla visione e dall’intraprendenza del suo fondatore».
«Nato con l’intento di fornire servizi specializzati nel mondo della vela – prosegue Anna Maria Campus nella sua tesi – il laboratorio si è inizialmente concentrato sulla riparazione delle vele e su tutto ciò che ruotava intorno alla pratica del windsurf, disciplina molto diffusa in Sardegna già negli anni Ottanta».
Tra le intuizioni di Giancarlo Campus anche l’espansione della veleria anche fuori dal naturale ambito nautico. Nell’arredamento, per esempio. Poi nel 2021 il passaggio dal piccolo laboratorio al grande capannone in via Namibia, nell’area industriale. Oggi, un anno dopo la tragedia, nella spiaggia dello Squalo (davanti al chiosco ristorante Sa Joga, base dei surfisti olbiesi) i tre figli hanno posato nell’erba un piccolo altare con due vele al vento e una targa che spezza il cuore: «Il mare era la tua casa, il vento la tua guida, Il Capitano della nostra vita che naviga ora mari senza confini».

10.10.25

Manuale d'autodifesa in consigli di Antonio Bianco esperto antiagressione punta n LII : " per sfuggire al pericolo è necessario allenarsi "

Oltre    a quanto detto dallo stesso  Antonio Bianco  nelle  precedenti  puntate  e ripetuto   in questa  ( vedere    screen shot  a  sinistra  ) : « la  fuga   sia    vera  vittoria  » . Infatti  come dice l'articolo   "  Come posso difendermi da un’aggressione ?   " di https://www.laleggepertutti.it/    Nel nostro ordinamento, specialmente per le aggressioni che avvengono in luoghi aperti come la strada, vige il principio del commodus discessus (che si può tradurre come “comoda via di fuga”).
Secondo la giurisprudenza costante della Cassazione, non è configurabile la legittima difesa se la persona aggredita aveva la possibilità concreta di allontanarsi e mettersi in salvo, senza rischi e senza disonore (Cass. Pen., Sez. 1, n. 16102 del 28-04-2021; Cass. Pen., Sez. 5, n. 26163 del 07-07-2022). Esempio  Se durante una lite verbale in una piazza una persona inizia a minacciarti, ma tu hai la chiara possibilità di girarti, salire sulla tua auto parcheggiata a pochi metri e andartene, la legge si aspetta che tu scelga la fuga. Se invece decidi di rimanere ad affrontare la situazione e rispondi a un’eventuale aggressione fisica, la tua reazione non sarà considerata “necessitata”, perché avevi un’alternativa non lesiva.
Ecco quind     che  la reazione fisica è vista come l’ultima spiaggia, legittima solo quando ogni altra via d’uscita è preclusa.
Quindi  in questo    caso  la  fuga  , ovviamente    se  è  possibile , non è   mai una  sconfitta  o  un atto da  vigliacchi\ codardi  come  viene definito  da  molti  che  esalta  il coraggio  e la resistenza    considerando eroi   chi  non fugge   codardi     che  fugge   ma una vittoria morale   .
Ha  ragione   Antonio Bianco     per  sfuggire  al pericolo  bisogna allenarsi   fisicamente  e  aggiungo  io psicologicamente \ mentalmente    .
 Ecco  alcune dritte \ strategie      su come  : « Scappare dal vortice di una persona aggressiva: 5 strategie efficaci » da  https://studiolegalelavorospoltore.it/

Nicolina Giagheddu madre di Emanuele Ragnedda feminicidia di Cinzia Pinna conferma e rafforza quando detto sul figlio : << [...] Non so come stia, non ci parlo. Non parlo con lui, non parlo con l’avvocato di mio figlio e non parlo con il padre di mio figlio >>

 se prima s' aveva , sottoscritto compreso  (   coraggio  della  madre del   femminiciia  : « Deve pagare, merita l’inferno: piango per la famiglia di Cinzia Pinna prima che per lui » ) , qualche che dubbio .se  quello che  aveva detto Nicolina Giagheddu madre  di Emanuele Ragnedda    reo confesso  del  femminicidio di Cinzia  Pinna  adesso non se ne dovrebbero avere di più . Non credo sia  più necessario aspettare il processo per vedere se tali dichiarazioni sono spontanee o dettate da opportunismo ( cosa a cui non credo dopo le ultime dichiarazioni ) .Infatti come ha  dichiarato  non ricordo  doce  di  preciso  è  stata lei  a  telefonare  al 112  per  far  arrestare   il  figlio  .
 Il silenzio della famiglia Pinna pesa quanto le parole della Giagheddu. Donna coraggiosa . Nicolina si dimostra dura con lui, ma allo stesso tempo fiera e pronta a combattere anche contro il suo stesso figlio, per dare giustizia alla donna che ha ucciso, Cinzia Pinna.tutta la mia stima per quel che possa valere . infatti leggo sulla pagina fb

Stamane ho avuto il piacere di parlare telefonicamente con la signora Nicolina Giagheddu, madre di Emanuele Ragnedda, reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna.
Inutile negarvi di come sia stato colpito, ancora una volta, dalla grandezza di questa donna.
Dopo l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Luca Montella, per il figlio Emanuele, la signora ha voluto ribadirmi: “Sono totalmente contraria. Mio figlio ha sbagliato e deve pagare il suo prezzo con la giustizia”.
Poco più tardi, poi, l’intervista con l’Unione Sarda dove signora Nicolina è tornata sul tentato suicidio del figlio: “Quando uno non ci riesce vuol dire che non ci ha provato bene. Chi si vuole suicidare, si suicida”.
E poi, ancora sul figlio ha aggiunto: “Non so come stia, non ci parlo. Non parlo con lui, non parlo con l’avvocato di mio figlio e non parlo con il padre di mio figlio”.
UNA GRANDE DONNA. CHE ANCORA UNA VOLTA CI INSEGNA TANTO

letterio buonomo Dignità Sfrattata di ©daniela tuscano

 Chi attenta alla propria vita, salvo rare eccezioni, non è affatto stanco di essa, né la disprezza. È stanco, semmai, d'un certo tipo di vita, di una vita che non riesce più a considerare tale. E che magari non lo è davvero. Letterio Buonomo era un uomo stanco. Uno che aveva paura: paura della vita che gli si prospettava, e che alla vita conosciuta, la vita amata, la vita degna, non somigliava più. Non ne «poteva più» - come riportato nell'ultimo messaggio - di quell'incubo, di quel vuoto che lo perseguitava da anni, e dal quale, alla fine, è stato risucchiato. Sì, il vuoto pesa, l'assenza è sempre fisica nella sua impalpabilità. I silenzi, le care cose, hanno un grido, tutta una storia la cui perdita si avverte solo dopo, quando è tardi. Letterio aveva 71 anni, abitava a #sestosangiovanni, separato, senza figli. Da tempo non pagava l'affitto. Sembra avesse #fragilità personali. Lo #sfratto era diventato esecutivo e quando l'ufficiale giudiziario ha bussato alla sua porta ha capito, ha deciso, che era finita .


Ha lasciato la casa che non voleva lasciare gettandosi dalla finestra, ché la porta no, quella è inviolabile, è saluto, intimità. La porta introduce, non scaccia.
Letterio se ne è andato da irregolare, stanco della irregolarità che subiva, in cui forse era piovuto, e ancor più,La sua rinuncia, definitiva, è in realtà una supplica, un'affermazione a rovescio sul diritto di tutti, in particolare dei più deboli, alla cura, alla tenerezza. Letterio ha avuto un vuoto di tenerezza. Vi è entrato nel disperato tentativo di recuperarla.

9.10.25

uso strumentale della segre reduce dalla shoa

Con questi individui al governo, si sta sdoganando l'odio, con la complicità dell'impunità.Sta a noi, non farci trascinare in questa spirale, che ha l'unico intento, di dividere il paese, per tenere saldo il loro potere.Contro razzismo, antisemitismo e contro l'odio.Sempre dalla parte giusta della storia.Oggi, come ieri.Rispetto , pur  non condividendo le sue opinioni e  i suoi interventi   sulla  politica genocidiaria  d'israele   la senatrice Segre che ha vissuto traumi indicibili. Ma   essa    viene strumentalizzata per nega il genocidio. Infatti  ha   ragione  Frncesca  Albanese  : « Ha un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida, dovrebbero parlare gli esperti ».   Infatti sempre  Secondo la giurista, la questione se quanto sta accadendo a Gaza costituisca o meno un genocidio secondo il diritto internazionale dovrebbe essere valutata da esperti legali, non sulla base dell’esperienza personale, per quanto drammatica, di una sopravvissuta.Inizialmente  , era  il 30 ottobre 2019.In Senato è stata appena approvata la mozione a prima firma Liliana Segre con cui è stata istituita la Commissione straordinaria sul razzismo, sull’antisemitismo e sull’odio.Con i voti della maggioranza di centro-sinistra e l’astensione di tutta la destra: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.Dai banchi dei senatori della maggioranza di centro-sinistra parte un applauso lungo, caloroso, commosso. Una vera e propria standing ovation tributata alla senatrice a vita Liliana Segre.Mentre la destra resta seduta, in silenzio, senza neanche applaudire una sopravvissuta ai campi di sterminio nazifascisti con ancora il numero tatuato sul braccio. Oggi, sei anni dopo, quella stessa destra che non ha avuto neppure la decenza di votare una commissione di contrasto dell’antisemitismo sta usando, sciacallando, strumentalizzando non solo il termine antosemitismo ma anche questa donna di 95 anni sopravvissuta all’Olocausto come clava da usare contro la sinistra per accusarla - tenetevi forte - di antisemitismo in modo d'avre l'appoggio della comunità ebraica nazionale ed internazioale soprattutto l'ala sionista dell'ebraismo . Ora mi chiedo con on quale coraggio gli stessi che sono rimasti seduti in Parlamento oggi si permettono di dare patenti di antisemitismo? Gente che non è neppure in grado nel 2025 di definirsi antifascista e di fare totalmente i conti con il proprio passato ma chiede di farlo a gli altri . Io Io ho questo vizio di coltivare la memoria.Quella con la M maiuscola. E quella minuscola.E non parlo di una lettera ma della statura morale dei personaggi.

8.10.25

Il caso della ballerina Maria Miceli, morta di tumore: “Indotta a non curarsi e a seguire diete e riti sciamanici” chi + più idiota lei o loro ?

Leggendo  notizie come quella    riportata  sotto   a caldo mi verrebbero da chiedermi chi e più idiota la vittima che si è lasciata circuire o loro che l'hanno convinta ? Insomma  pensieri da bastard inside .
Ma poi  a freddo  cioè    cercando  risposte   razionali  mi  sono fermato  un attimo a    riflettere  . Infatti  ho fatto,oltre al classico respiro profondo e contare fino 20,un let it be * cioè ho scelto di non commentare  giudicarla per  tale condotta   perché : 1) è già stata punita dalla morte per aver dato retta a tali esseri spregevoli., 2) chi sono io per giudicare le scelte altrui soprattutto in contesti così delicati . pensando al fatto che anch'io per recuperare il mio account fb ho dato retta ad hacker truffatore rimettendoci una barca di soldi  💰.
 E  poi  mentre  cercavo   di riflettere  mi  sono  chiesto  : che  cosa  mi : « [...]  serve da queste vite\ ora che il cielo al centro le ha colpite\ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.[...] cos'altro ti serve da queste vite\ora che il cielo al centro le ha colpite »**.  Ed ho  pensato   che   ha  sofferto abbastanza  e  ne  ha  pagato   il  fio  con la  morte  . Quindi ha prevalso il pensiero a freddo . Non ho niet'altro d'aggiungere se non che considerando che oggi se la diagnosi è fatta in tempo la probabilità di guarire da un tumore al seno supera il 90% direi che morire così è proprio brutto. Fanno bene i genitori a continuare la battaglia legale. Adesso  basta parlare    io   . ecco  la sua vicenda





Il giudice per le indagini preliminari di Milano deve decidere se rinviare a giudizio due donne accusate di aver convinto la ballerina Maria Miceli a non seguire la medicina tradizionale per curare un tumore. La 35enne è deceduta nel maggio del 2023.

A cura di Fabrizio Capecelatro

Finora tutti, media compresi, hanno sempre pensato che la sua morte fosse stata solo una tragedia. Ma in realtà, secondo quello che Fanpage.it ha potuto apprendere, dietro potrebbe nascondersi una storia molto più complessa, fatta di riti sciamanici, diete, dottori che non sono dottori e, soprattutto, un'organizzazione che rifiuta in toto lo Stato e le istituzioni, medicina compresa. La storia è quella di Maria Miceli, scomparsa all’età di 35 anni a causa di un tumore nel maggio 2023. Era una giovane e talentuosa ballerina bresciana apparsa in diversi programmi tv. Dalla Rai a Mediaset, fino a Sky, aveva portato anche sui palcoscenici più noti al mondo, il suo amore per la danza. Parliamo, dunque, di un volto noto dello spettacolo, tanto che della sua morte avevano parlato tutti i principali media, locali e nazionali.
Quella che però si sta discutendo nelle aule del Tribunale di Milano è una storia più complessa di quello si è raccontato fino a oggi. Maria Miceli, infatti, potrebbe essere stata indotta a non curarsi da due donne che si sarebbero approfittate "dell'infermità e dello stato di minorata capacità psichica" della donna. È tutto scritto in una denuncia presentata mesi fa dai familiari di Maria Miceli e che ha portato a un’inchiesta della Procura di Milano che, è bene dirlo, al momento si è chiusa con la richiesta di archiviazione presentata dal pm, a cui però i familiari stessi si sono opposti tramite l'avvocato Marco Marzari. Al momento, dunque, si è in attesa della decisione del gip il quale potrà archiviare, disporre ulteriori indagini o rinviare a giudizio.
Le due donne che erano in contatto con Maria Miceli sono R. S. e S. P., quest'ultima è anche detta "La Sciamana". Ci sono tanti messaggi e tante mail che, a leggerle, sollevano diversi dubbi. La prima sarebbe stata contattata da Miceli già nel 2018 e in una mail lei si sarebbe presentata come "educatrice, psicologa e psicoterapeuta, consulente nutrizionale", nonostante la donna non risulti essere iscritta né all’Albo dei Biologi né a quello dei Medici né a quello degli Psicologi. Eppure avrebbe indicato a Maria Miceli cure, diagnosi e diete da seguire: ci sono messaggi, oggi al vaglio dei giudici in cui sono riportate vere e proprie terapie con farmaci quantomeno consigliate dalle due. E poi, come detto, c’è la "Sciamana", che avrebbe avuto, secondo la denuncia, "un ruolo attivo nel rafforzare la convinzione di Maria a non seguire le cure ma di affidarsi allo ‘Spirito'", alle forze dell’universo e a presunti riti sciamanici.
Il risultato è una sequela di messaggi in cui sembra che le due donne inducano la Miceli a non seguire le cure tradizionali: "Dovresti evitare la tac, lo sai anche tu. Oltre al fatto che non ti occorre affatto. Occorre ripristinare tutto il tuo assetto ormonale ormai devastato da quello schifo che ti somministravi", si legge in un messaggio. In un altro ancora: "Così ti rimetti in sesto, tutto sempre grazie a quel veleno che ti hanno dato (…) Devi sicuramente mangiare di più e smaltire tutto il veleno che hai assunto in questi anni…", con riferimento verosimilmente alle cure chemioterapiche che la donna aveva inizialmente seguito. Quello che emergerebbe è una sorta di negazione della malattia oncologica, nonostante i tanti messaggi in cui la stessa Miceli chiedeva rassicurazioni.
A titolo di esempio, il 21 agosto 2019 Maria scrive a R. S.: "Oggi mi sento due noduli dei quali uno grande.. cosa cavolo sta succedendo", la risposta è immediata: "Nodulini che spariranno". Pochi giorni dopo altri messaggi: "Mi ha appena chiamata la mia oncologa.. dice che una ripresa di attività nella mammella […] Dice che non è una recidiva ma che c'è una ripresa di attività… Ma secondo te devo farmi operare per togliere tutto?"; "Non penso sia il caso", la risposta laconica. E ancora: "Starò bene, vero? Sospendere questa cosa mi farà stare bene senza danni, vero?"; "Assolutamente si, è questo che ti sta creando danni", la risposta. Di contro, poi, c’era la sensazione che Miceli fosse profondamente legata alla "Sciamana" e alle sue presunte ‘cure': "Noi abbiamo i batteri buoni che ci aiuteranno e loro entrano anche nelle ossa. Noi crediamo negli strumenti che abbiamo a disposizione dall’Universo".
Vedremo come si pronuncerà il gip nei prossimi giorni, fermo restando, come detto, che al momento il pm stesso ha chiesto l’archiviazione. Ma intanto la vicenda, già profondamente drammatica, ha assunto caratteri ancora più surreali. Secondo quello che è emerso negli ultimi mesi – e come racconterà la trasmissione Farwest venerdì sera su Rai3 in un'inchiesta esclusiva realizzata da Carmine Gazzanni – proprio la Sciamana sarebbe legata a un'organizzazione complottista di cui anche Fanpage.it si è occupata in passato. Parliamo di "Noi È Io Sono", che professa il disconoscimento dell’autorità del governo e delle leggi e che firma i documenti con una sorta di inchiostro rosso che secondo alcuni sarebbe addirittura sangue. Nel corso degli ultimi anni di questa organizzazione si è parlato per via di casi di cronaca in cui persone sono state fermate senza patente o assicurazione o magari con una targa artefatta (tra le altre cose l’organizzazione va in giro con un passaporto autoprodotto che a detta loro sostituirebbe tutti i documenti ufficiali che, ovviamente, loro non riconoscono). Alcune persone sono arrivate a perdere la casa perché convinte che il mutuo alla banca doveva pagarlo un presunto "uomo di paglia" e non loro stesse.
Gazzanni è riuscito ad infiltrarsi all'interno dell'organizzazione documentando le tesi bislacche dell'organizzazione che ritiene, tanto per dire, che i principali leader mondiali (da Trump a Putin) siano morti ormai da anni e che al loro posto ci siano dei cloni, che a governare il mondo intero ci sarebbe una cabala extra-terrestre, e che tutti noi non dovremmo più pagare biglietti, mutui, assicurazioni, multe e bollette perché in realtà saremmo creditori già al momento della nascita di milioni di euro che lo Stato – che per loro è un'azienda privata – ci sottrae. Il punto, però, è che all'interno dell'organizzazione molte persone sono convinte che anche la scienza sia un enorme complotto. E dunque che le medicine non servano a nulla, che siano veleno, che i vaccini e la chemio siano un modo con cui “il sistema” vuole farci fuori, che se si è in pace col mondo il cancro non arriva. E non a caso potrebbero essere più d'uno i casi di morti sospette. 

 Note a margine  


7.10.25

La libertà di sentire. In viaggio con Rossella Boette.La giovane di Ossi ha perso la vista a 18 anni, oggi pratica danza sportiva e studia

 canzone in sottofondo
 sigla  del il film il gladiatore  
che sia benedetta  - fiorella  mannoia  

leggi anche 
 la sua   pagina facebook   o il  suo account  istangram :   Rossella Boette (@rossella_boette) • Foto e video di Instagram



Sassari In buona sostanza o le chiedono come faccia a vivere («come fai a mangiare? E a farti la doccia? A usare il telefono?») o la definiscono direttamente «un’eroina». Rossella Boette ha 26 anni, è cieca da quando ne aveva 18, e ogni giorno semmai cerca di abbattere mattone dopo mattone il muro degli stereotipi sulla sua disabilità fisica. «Semplice: ho imparato a fare quello che facevo prima, ma in modo diverso. Non siamo nel mondo Marvel». Quando ricorda i primi tentativi, ride: «Ho provato prima col bastone, ma non mi sentivo a mio agio, con Lumy (il cane che l'accompagna sempre, ndr) va molto meglio, impara le strade, le strisce pedonali, mi indica panchine, scale, e trova i posti liberi sugli autobus. All'inizio non so quante volte ho messo le mani in faccia alle persone per capire se il posto fosse vuoto o no». poichè  il resto è    a pagamento     lo  trovate  qui   estrapolato    dal pdf 




il 7 ottobre secondo me e Lorenzo Tosa



Quello che è successo il 7 ottobre 2023 è un crimine atroce che va condannato in ogni modo e in tutte le forme.
Se qualche miserabile pensa davvero che faccia fatica a condannare la barbara uccisione di 1175 tra donne, uomini, civili e bambini, non ha capito nulla di quello che sono e delle ragioni profonde di pace per cui mi batto da sempre. Ovunque e per chiunque.
E di sicuro non potrà mai capire la mia, la nostra rabbia e il nostro dolore per il genocidio che è

cominciato il giorno dopo il 7 ottobre e che ha superato, moltiplicato per 100, ogni crimine compiuto da Hamas quel giorno, ogni dolore provocato, ogni morto ammazzato.
Rispetto profondamente chi oggi ricorda il 7 ottobre con cordoglio e partecipazione, come ha fatto il Presidente della Repubblica Mattarella.
Chi invece usa il 7 ottobre - come molti stanno facendo in queste ore, e in questi due anni - come clava da usare contro i palestinesi, contro la Flotilla, contro i milioni di italiani scesi in piazza per Gaza, mi fa orrore.
Ed è parte e complice più o meno volontario di quel clima d’odio inestirpabile che ha provocato il 7 ottobre, così come tutto quello che è successo dopo il 7 ottobre e pure tutto quello che è accaduto negli anni - i decenni - prima del 7 ottobre.
Perché no, la questione israelo-palestinese non è cominciata affatto il 7 ottobre.Quel giorno atroce è semplicemente cominciato un genocidio.

Niente più divieti per la pubblicità da cartellonistica stradale: bisogna poter consentire, di nuovo, la pubblicità sessista, omofoba o potenzialmente lesiva della dignità delle persone.





 allora   è proprio vero    che   il sesso   tira sempre  

Niente più divieti per la pubblicità da cartellonistica stradale: bisogna poter consentire, di nuovo, la pubblicità sessista, omofoba o potenzialmente lesiva della dignità delle persone. In una parola: pubblicità discriminatoria. Il partito di Giorgia #Meloni ha messo nero su bianco l’iniziativa.
Fratelli d’Italia ha presentato infatti un emendamento al ddl Concorrenza, in esame in commissione al Senato,
dove nei prossimi giorni inizieranno le votazioni. I firmatari sono il capogruppo dei meloniani a palazzo Madama, Lucio Malan, e il collega ex sindaco di Catania Salvo Pogliese.

La proposta si intitola: «Modifica al codice della strada». E cosa prevede l’emendamento? Maggiore sicurezza? Interventi per migliorare la viabilità? Qualche ritocco alla riforma di Salvini? Niente di tutto questo. Il testo prescrive l’abrogazione di tre commi di una norma in vigore dal 2021, che prevede il divieto «sulle strade e sui veicoli» di «qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali».
I meloniani chiedono di rimuovere il divieto alle pubblicità sulle strade pure per i messaggi non rispettosi «dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche». Era stata definita una «conquista di civiltà». Ora i meloniani la vogliono cancellare.

diario di bordo n 150 anno III nonnni , musica classica e sinfonica , gaza e palestina

Oggi  la mia  rubrica  diario  di bordo      d'oggi  è  approfondimento di me,  della mia storia  ,  del mio  mondo  di  pensare      .    Esso  risponde  ad  alcune domande  che  mi  arrivano all'email del  sito .  Essi  sono  tutti colegati  fra  loro   nonostante.  le  diverse  domande  per  primo  ed  il  secondo  e indirettamente   il  terzo paragrafo . Andiamo ad  incominciare

   NONNI

leggendo  sui social   vari  post   social e  non   in  particolare    questo : « cosa è e perchè la si festeggia il 2 ottobre » di  https://www.eroicafenice.com/salotto-culturale/ mi è venuto    un barlume  di nostalgia   e   di ricordo    di   loro   ormai  scomparsi (  l'ultima  nonna  , quella  materna   ,è morta   15  anni  fa  a  96  anni  ) .  Dei  primi tre  ho  vaghi ricordi  (  avevo   11   e 21    quando morirono quelli  paterni  e  nonno  materno ,   34  quella  materna  ma  la  vedevo poco era   abitava   100  km  da me  )  . Nonostante   la  ifferenza  geografica   : Galluresi    quelli  paterni ,  Barbaricini   quelli materni     avevano entrambi  l culto del lavoro ( nonno   materno era  elettricista    e    quello  paterno  ragioniere  all  ex Inam  . Ma   essendo  figlio  di allevatori  di bestiame  , curava   anche  la  campagna  ,  allevava maiali e  galline     ed  faceva  l'orto     sia    da pensionato       che  nel  tempo   libero   . Entrambi , soprattutto   i  primi  a  cambiamenti   post  ani 60\70 in particolare quelli del 68 e del 77  , forse  perchè  formatesi   con un cattolicesimo  preconcilio vaticano II  o liberali conservatori  .  Unica  differenza    Chiusi totalmente i primi  ( Clerico fascisti  come  si  chiamavano un tempo  )   , un pò aperti  i  secondi  . Fur  quelli che accettano  facendo buon viso a  cattivo  gioco   ri.spetto a  quelli materni    che  i  miei  si  sposassero  in comune (  a mia  madre    serviva  la    residenza    a tempio   per  poter  insegnare  alla  medie    )   prima  di sposarsi in chiesa .  Infatti     ricordo ancora     che   mia  zia  materna  ed  loro  non vevano  battutro  ciglio s'era  candidata    come  indipendente  con il pci  (    catto comuisti  altra definizione    politico  culturale  tipica    della guerra  fredda  )  . Nonostante   le differenze    ho   ricevuto   d'entrambi  ,  è questa  l'eredita     che  mi  hanno  lasciato ,   valori     formativi  profondi   come  :  rispetto altrui ,onestà, chiedere scusa , a non sprecare , a non dire mai fa schifo  qjuando  una  pietanza  non mi piace   o  e  mal  cucinata   ,  a  mangiare  tutto e   non  lasciare  iente  nel  piatto  , a riparare prima di comprarla  di nuovo se   una cosa se rompeva  , a dare le   cose in più  o    che  non ti servono  più   a gli altri ,   ad usare gli abiti  che ha usato tuo. fratello ,   ad  apprezzare  i classici  ( letterari    e   artistici  )   mi sono apassionato     di musica  classica  non solo sinfonica   lo devo anche   loro .  

MUSICA  CLASSICA  \    SINFONICA  


 Infatti    ogni tanto  sorattutto quando  sono stanco  ascolto    musica  classica   e  sinfonica  . Alcuni  mi  dicono  : « musica    classica  vorrai dire  » . Hano la stessa matrice  storica  ma  sono due mondi che si intrecciano, ma non si sovrappongono del tutto. Ecco trovata   in  rete  (  vedere url a  fine post  per   ulteriori   approffodimenti   )    una distinzione chiara e affascinante e  comprensibile  anche  per i   profani  o chi  come  me  ha  una semplice  infarinatura  :

🌟 Musica Classica: il grande contenitore

  • Definizione: È un termine ampio che indica la musica “colta” dell’Occidente, composta tra il periodo barocco e il contemporaneo.

  • Epoche: Include Barocco (Bach), Classicismo (Mozart), Romanticismo (Chopin), fino al Novecento (Stravinskij).

  • Forme: Comprende sinfonie, concerti, sonate, quartetti, opere liriche, messe, ecc.

  • Strumenti: Usa l’orchestra, ma anche strumenti solisti (pianoforte, violino), cori, voci liriche.

  • Funzione: Spesso pensata per la contemplazione, la spiritualità, l’espressione artistica profonda.

Invece     quella  Sinfonica   

🎻 Musica Sinfonica: una forma dentro la classica

🧠 In sintesi

AspettoMusica ClassicaMusica Sinfonica
AmbitoAmpio, include vari generiSpecifico, solo opere orchestrali
StrumentiSolisti, cori, orchestraOrchestra sinfonica
StrutturaVariabileMovimenti codificati (forma-sonata)
PeriodoDal Barocco al contemporaneoDal Classicismo in poi
EsempiOpere, concerti, sonateSinfonie di Beethoven, Mahler, Brahms

   Se  non dovesse  essere     chiara   ecco un' ulteriore  metafora poetica che per distinguerle
🎶 La Musica Classica è un continente. La Musica Sinfonica, una cattedrale che vi sorge maestosa.Infatti  La musica classica è il paesaggio vasto e mutevole della cultura sonora occidentale: colline barocche, pianure romantiche, deserti moderni. Dentro questo territorio, la musica sinfonica è una costruzione monumentale—una cattedrale di suoni, eretta con pietre orchestrali, archi armonici e vetrate timbriche.Ogni sinfonia è un edificio che si attraversa in movimenti, come navate. Il primo è l’ingresso trionfale, il secondo una cappella meditativa, il terzo un cortile danzante, il quarto una cupola che si apre al cielo.  Infatti   il  cui ascolto insieme    a opere liriche  lo appreso  da nonni  (  soprattutto quelli paterni  )   e  poi  a mio  padre    mi   rilassa e  mi  emoziona  nella maggiorm parte  dei  casi  e  mi  fa  viaggiare  con la mente  ed evadere  dalla brutture  della  realtà  . Mia  nipote  (  in realtà  è la  figlia  di mio  cugino  )     che  definiva  anticaglie   , incuriosita      dalla  base  musicale   di questa  pubblicità

 




che riprende la parte del corale della nona di bethovven e Lezione ventuno è un film del 2008 scritto e diretto da Alessandro Baricco, al suo esordio nella regia cinematografica. mi ha chiesto consigli su come iniziare ascoltare la musica classica . Oltre a spiegargi le differenza tra classico e sinfonica , Per un primo ascolto di musica classica e sinfonica, gli ho un percorso graduale, poetico e accessibile, che rispetti la tua sensibilità e curiosità.

🌟 Primo approccio: emozione prima della tecnica

Inizia con brani che parlano direttamente al cuore, senza bisogno di conoscenze teoriche:

  • Beethoven – Sinfonia n.9 (Inno alla gioia): potente, universale, perfetta per sentire la forza dell’orchestra.

  • Debussy – Clair de lune: un viaggio impressionista nel sogno, ideale per un ascolto intimo.

  • Mozart – Eine kleine Nachtmusik: brillante e giocosa, ti introduce alla grazia del periodo classico.

  • Bach – Concerti Brandeburghesi: equilibrio e bellezza barocca, con ritmi vivaci e strutture chiare.

🎧 Formati e modalità di ascolto

  • Ascolta con attenzione: dedica un momento solo alla musica, magari con cuffie o in una stanza tranquilla.

  • Versioni consigliate: direttori come KarajanAbbado o Barenboim offrono interpretazioni accessibili e coinvolgenti.

  • Playlist tematiche: cerca su Spotify o YouTube “Classical Essentials” o “Symphonic First Steps”.

📚 Per approfondire con grazia

Stessi consigli     per la  musica  classica   in  particolare

BranoIncipit poetico/apocrifoPerché ascoltarlo
Bach – Suite n.1 per violoncello solo“Ogni corda è una parola che non ha bisogno di voce.”Essenziale, meditativo, perfetto per ascoltare il respiro della forma.
Mozart – Sonata per pianoforte K.545“La semplicità è il lusso dei cuori sinceri.”Elegante e chiara, ideale per cogliere la grazia del classicismo.
Chopin – Notturno op.9 n.2“La notte non è silenzio, è confessione.”Romantico e malinconico, un invito all’introspezione.
Schubert – Ave Maria“Non serve credere per sentire il sacro.”Una melodia che trascende il testo, pura emozione.
Erik Satie – Gymnopédie n.1“Camminare piano, come se il tempo fosse liquido.”Minimalismo poetico, sospeso tra sogno e realtà.

  

GAZA E  PALESTINA  
 non  ci  sarebbe    niente    d'ggiungere    a  quantoi  ho   già    detto   nei  post  (  a  cui rimando la lettura  )    sul 7 ottobre  .  Se    non   rispondere    a    a  chi  coin il  suo  benaltrismo    replica  cosi ad  un  post  su una  manifestazione     contro i  bombardamenti ed  i  genocidio  israeliano     


Marcello Ranedda
Ma succede l'inverso voi siete convinti che palistinesi ci aiutano, pensiamo alla guerra che abbiamo noi in Italia che c'è gente morendo di fame, e voi aiutate gli stranieri
 
    contento  te    cher  ha  soldi  da  buttare  co le  tue  tasse  per  finanziare     con l'acquisto  delle  armi   e  l'invio     d'esse  a  israele  per  fare  poi  qiuello che  fa   . E  se  contento     che    per  trovare quei     soldi    e   far  quadrare  il bilancio dello stato tagliano  o  riducano le  spese  per  i  servizi essenziali  come  : sanità  , scuola  , ecc  . O    credi che la  generosità sia  aiutare  una  persona  solo per  avere  qualcosa  in cambio  . 


 APPRONDIMENTI 


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