21.9.12

io e napoleone ., magnifica presenza






1814. Napoleone condannato all'esilio sull'Isola d'Elba viene accolto dalla popolazione locale con grandi festeggiamenti. Tutti lo acclamano tranne uno: Martino Papucci, maestrino idealista e libertario figlio di una famiglia di commercianti di Portoferraio. Per vendicare gli ideali rivoluzionari traditi e i tanti giovani mandati al massacro sui campi di battaglia di tutta Europa, Martino sogna tutte le notti di ucciderlo, così quando gli viene offerto di diventare scrivano e bibliotecario dell'ex Imperatore accetta senza esitazione, meditando di ucciderlo. Ma l'impresa si rivela più complicata del previsto quando apprende che l'uomo tanto odiato è solo un essere che soffre, a metà tra il patetico e il genio.



condivido  questo commento lasciato  da qualcuno\a  su  youtube  FERZAN OZPETEK DESCRIVE, CON SOLITA PROFONDA SEMPLICITA', LA SOFFERENZA DEL VIVERE DESCRIVENDO LE APPARENTI SPIETATE BANALITA' IN CUI ESSA SI APPALESA E SI DIPANA. E QUESTA GENIALE MUSICA DI PASQUALE CATALANO LO AIUTA IN MISURA E MODO DETERMINANTI.

20.9.12

fiocco rosa a LASHKAR-GAH Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency


Nel Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency a Lashkar-gah (  foto  al centro   )   unica struttura sanitaria gratuita e di qualità disponibile in tutta la regione di Helmand, a cui fanno riferimento primo soccorso dei villaggi di Grishk, Garmsir e Sangin.epicentro della guerra afgana.Esso è stato aperto da Emergency nel 2004; gli ambiti di intervento sono la chirurgia per vittime di guerra e la traumatologia. Un luogo di dolore , quindi , dove Il 60% dei pazienti ricoverati è curato per ferite di guerra causate da bombe, mine antiuomo, pallottole. Oltre un terzo dei pazienti ha meno di 14 anni.IL Centro chirurgico è dedicato al giornalista e uomo di pace Tiziano Terzani.


Ed proprio qui che in una giornata come tante , in zona di guerra , avvenuto il lieto evento . Lascio che a raccontarlo sia la Newsletters di Emergency 


Oggetto: Fiocco rosa a Lashkar-gah - Newsletter di EMERGENCY                                                   Data: Thu, 20 Sep 2012 17:50:55 +0200
Mittente: EMERGENCY - Allistante
Rispondi-a: allistante@emergency.it
A: redbeppe@gmail.com


Si chiama Ridigul, ha trent’anni ed è stata ferita dall’esplosione di una mina nel distretto di Grishk. Il marito l’ha trasportata subito al nostro Posto di primo soccorso, dove i nostri infermieri l’hanno stabilizzata e trasferita in ambulanza al Centro chirurgico per vittime di guerra di Lashkar-gah
Fin qui sembra la cronaca di una "normale" giornata di lavoro a Lashkar-gah. Ma Ridigul è incinta di otto mesi e una delle tante schegge che l’hanno colpita si trova a pochi centimetri dal bambino.
Le facciamo un’ecografia prima di entrare in sala operatoria: il bambino è vivo.
Giorgia  e il nostro staff medico  
I nostri chirurghi si preparano per una laparotomia e, inaspettatamente – questo è un Centro di chirurgia di guerra – un parto cesareo. 
Durante l’operazione, in sala come in tutto l’ospedale, regna il silenzio: temiamo che il bambino abbia riportato dei danni. C’è anche un po’ di ansia: può sembrare strano, ma quando sei abituato a curare vittime di guerra tutti i giorni, un parto diventa un evento straordinario, quasi spiazzante. 
A un certo punto, sentiamo un pianto percorrere i corridoi fino alle cucine. Non è un pianto di dolore, come spesso siamo abituati ad ascoltare in queste corsie, ma quello di una nuova vita.
Giorgia, come l’ha chiamata affettuosamente il nostro personale, sta bene ed è già attaccata al seno della sua mamma. 

Lorenzo, logista di Emergency in Afghanistan 

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la burocrazia che umilia il cittadino [ E' guarita da un tumore, il giudice: "paghi la cura Di Bella alla Asl"oppure «Io, disabile e umiliato. Uno spreco targato Trenitalia» ]

la  prima news  viene  da  nocensura del  mercoledì 19 settembre 2012  di Valerio Baroncini
Barbara Bartorelli, l'imprenditrice guarita e condannata a pagare
Barbara Bartorelli (  foto  a   sinistra  ) ha sconfitto un tumore e ora è stata condannata in appello a rimborsare la sanità pubblica.
SETTE anni dopo, la giustizia ha il sapore di una tortura. E della beffa.Barbara Bartorelli, una piccola imprenditrice di 40 anni di Castel San Pietro Terme, è guarita da un tumore grazie alla terapia Di Bella, ma i giudici la costringono a pagare le cure all’Ausl di Bologna.
MOTIVO: una sperimentazione ministeriale «stabilì che quella terapia era inefficace» e che «nel 1998 non venne testato il suo linfoma, ma un altro, il non Hodgkin». Eppure la Bartorelli, piccola imprenditrice, è completamente guarita dal linfoma di Hodgkin, quindi la terapia funzionò eccome. Quasi non crede alla sentenza del tribunale d’appello che, a sorpresa, ha ribaltato quanto deciso nel 2006 dai giudici di primo grado. «La gioia per essere guarita è devastata dall’amarezza per il nostro sistema burocratico e giudiziario. Mi sono ammalata nel 2003 e mi sottoposi a quattro cicli di chemioterapia — racconta la donna —. Fu tutto inutile, e non volevo rischiare con un trapianto. Così optai per la cura Di Bella».
Lì la rivoluzione: in pochi mesi Barbara inizia a stare meglio e, nel giro di poco tempo, il linfoma di Hodgkin è solo un lontano ricordo. Per pagarsi le cure deve andare da amici e parenti, c’è anche chi organizza tornei di beneficenza: un carico troppo gravoso, tanto che, grazie agli avvocati Lorenzo Tomassini e Luca Labanti, fa causa all’Ausl. Nel 2004 ottiene un decreto d’urgenza e nel 2006 la conferma nel merito: l’Ausl deve pagare, anche perché Barbara, all’epoca, non aveva il reddito per sostenere quelle spese. Ci sono anche le perizie di un gruppo di oncologici a rinsaldare la decisione dei giudici, ma l’Ausl impugna la sentenza e, pochi giorni fa, ottiene il ribaltone in Appello. Comportamento, a dir la verità, tenuto da quasi tutte le Ausl.
Ma Barbara Bartorelli non si fermerà e, oltre a un sicuro ricorso in Cassazione, si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo: «E’ ingiusto questo sistema che ti obbliga a pagare se guarisci: ho la colpa di essere guarita? Non è uno Stato quello che ti impedisce di curarti», s’interroga. Paradosso: e se Barbara non si fosse curata con la terapia Di Bella? «Non so dove sarei ora», dice lei. «Tra l’altro l’Ausl avrebbe pagato molto di più per le cure tradizionali», è indignata. «Ma non sono i giorni della spending review?».

fonte: www.ilrestodelcarlino.it/bologna

la  seconda   viene  dal  nuovo  quotidiano di Luca  Telese  pubblicogiornale«Io, disabile e umiliato. Uno spreco targato Trenitalia»
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera-denuncia, la storia di Francesco Canale che si sente «umiliato» da uno «spreco» che porta l’etichetta Trenitalia.
—————————-
Mi chiamo Francesco Canale, e sono un artista “diversamente abile””(www.animablu.eu). Quella che desidero raccontarvi è l’ennesima, la più grave, disavventura capitatami con Trenitalia (viaggio spesso per lavoro, abitualmente con il treno). Quanto mi è accaduto pochi giorni fa, oltre che essere un fatto lesivo della mia dignità di persona e di cittadino, è sopratutto l’emblema dell’ennesimo “spreco all’italiana”. Ma andiamo con ordine.Martedì 4 settembre mi trovavo nella stazione di Piacenza (premetto che, attualmente, vivo a Lecce). Attendevo la coincidenza con il treno 9826 delle ore 19.41, che da Piacenza mi avrebbe portato ad Alessandria. Circa mezz’ora prima della partenza vengo a conoscenza del fatto che il treno in questione portava circa 150 minuti di ritardo, causa occupazione dei binari da parte di alcuni operai.Il ritardo è destinato ad aumentare con il passare delle ore (infatti, alla fine della sua corsa, il treno ha accumulato oltre 180 minuti di ritardo)… Inizio seriamente a preoccuparmi.Così cerco informazioni. Per circa un’ora continuo a chiamare ininterrottamente la Sala Blu di Bologna (le Sale Blu sono gli uffici che coordinano il trasporto dei disabili sui treni. La stazione di Piacenza è sotto la “giurisdizione” della Sala Blu di Bologna), senza avere alcuna risposta. A quel punto avviso anche altre Sale Blu.Il silenzio più totale. Alle ore 20.00 circa arriva sul primo binario il treno 20378, un regionale che 50 minuti dopo dovrebbe partire proprio alla volta di Alessandria. Avvicinandomi ai convogli mi accorgo che il treno era perfettamente attrezzato per disabili, con tanto di “simbolino” gigantesco e aggancio per carrozzine (ho scattato foto per testimoniare quanto affermo).I signori addetti a portarmi sul treno, appartenenti ad una cooperativa locale, affermano che su quel treno non mi caricherebbero MAI caricato senza l’autorizzazione di Sala Blu Bologna (scherzando anche sul fatto che, senza autorizzazione, rischiano di finire in galera il giorno successivo). Inizio ad innervosirmi: ho davanti a me un treno perfettamente attrezzato, che andava proprio nella direzione giusta, e rischiavo di perderlo senza alcun motivo !? Il macchinista e il capotreno (due splendide persone, che Dio li benedica!), fin da subito, mi rassicurano sul fatto che io avrei preso quel treno… A tutti i costi, e con tutti i mezzi. I signori della cooperativa, nonostante il parere favorevole del capotreno continuano a rifiutarsi Sala Blu Torino (sotto la cui giurisdizione dipende la stazione di Alessandria), dopo aver parlato con il capotreno, dà senza problemi il suo assenso a svolgere l’operazione. Sala Blu Bologna, no. Continua a negare fino all’ultimo. Partiamo, senza avere avuto l’autorizzazione di Sala Blu Bologna. Si, perchè alla fine su quel treno ci sono salito… Grazie alla caparbietà e alla spina dorsale del capotreno e del suo macchinista.Pretendo, innanzitutto, le scuse di Trenitalia per quanto mi è accaduto. Inoltre, chiedo che Trenitalia risponda sulla questione da me sollevata, e che trovi una modalità per risolverla.C’è in ballo, sopratutto, la nostra amata Costituzione che, all’articolo 3, recita così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22]

19.9.12

Cesco Ciapanna Marijuana e altre storie

ai proibizionisti in buona  fede   e  in mala  fede (  cioè quelli  per  opportunismo  o  voltagabbana  )  dedico questo libro   segnalato da  http://www.nocensura.com/

La copertina del libro "Marijuana e altre storie" di Cesco Ciapanna
L'amico Eduardo Fenix Fazzari, collaboratore del blog "CheTeLoDicoAFare" ci segnala che aquesto indirizzo web è possibile scaricare, in versione pdf, la versione completa del libro "Marijuana e altre storie" di Cesco Ciapanna, uno dei testi più apprezzati e letti sull'argomento.Redatto nel 1979, il libro si propone come "analisi irriverente della canapa nella medicina, nella religione, nell'erotismo, nella letteratura, nella parapsicologia, nello spinello".

P.S

 aprire/salvare il documento richiede diversi secondi, in quanto il file è di circa 56 megabyte

1) Buiakessos le guardie del giudice di Vindice Lecis ., 2 ) l'incontro di Michela Murgia

 Buiakessos  le  guardie del giudice  di   Vindice Lecis .
In questo romanzo ambientato nel regno giudicale d'Arborea ho rivissuto la mia tesi di laura sul regno Giudicale di Gallura In esso s'evidenzia e si smonta i mito di una Sardegna isolata ed ai margini nel medioevo. Infatti,l'autore fa rivivere tale periodo storico tra : << Palazzi,Condaghes*,Castelli.
Una Sardegna partecipe della grande Storia: con le sue leggi, le sue istituzioni, le sue strutture sociali, e inserita nei rapporti politici  tra gli Stati dell´epoca. >>                          ( tratto dalla scheda della casa editrice) Una terra  >> dove i Giudici ( in realtà sovrani, ecclesiastici,soldati,Majorales, ma anche  i  semplici servi , i  Buiakessos  le  guardie  del sovrano  (  dal  qui  il  titolo )  sono protagonisti di vicende appassionanti, ma anche aspre e violente.  Esso  è ambientato  nella Sardegna, più precisamente  nel  Regno /  giudicato d''Arborea  ( trovate news   sulla  struttura  e sulla storia   d'esso  e  degli altri  3  nel   link  riportato nella  2  nota  )  1127. Il giovane Gonario II di Torres è costretto all´esilio non appena designato dalla Corona de logu a governare sul Giudicato del Logudoro al posto del defunto e saggio padre Costantino I. Fugge, aiutato dal fido consigliere Ithocorr Gambella, per evitare di essere ucciso dai sicari della potente famiglia rivale degli Athen, che non accettano la sua nomina e contestano la politica delle alleanze filo-pisane. La sedizione contro il sovrano legittimo avanza in un crescendo di intrighi, colpi di scena e atti oscuri. Il rientro di Gonario, scortato da un contingente pisano, rimette in discussione tutto. Affronta la sommossa a viso aperto e comincia a governare. Ma la Sardegna non è tranquilla, le mire delle potenze pisane e genovesi si fanno pressanti, e a Gonario si oppone l´ambizioso Comita III d´Arborea. Scoppia un´altra guerra tra Stati confinanti. Ne emerge la figura del capo delle guardie palatine, il maiore de ianna Gosantine Palas, che affronta grandi traversie militari, contrasti personali e complotti inestricabili.C´è un medioevo, quello sardo, che ha prodotto singolari e originali forme di autogoverno - i giudicati - che fecero la propria parte tra le grandi potenze europee per una lunga epoca (almeno dall´XI al XV secolo): trattarono e combatterono; divennero interlocutori di papi e imperatori; litigarono e strinsero intese con consoli pisani e genovesi, regnanti di Barcellona ed emiri musulmani. I giudici ebbero un ruolo nel Mediterraneo, modellarono una statualità e un corpus di leggi, esercitarono la giustizia ed elessero il sardo alingua nazionale.
* Un condaghe (anche condaghes o condaxi o fundaghe, (in lingua sarda medioevale "kondake", derivato dal greco κοντάκιον, traslitterato kontákion - bastone su cui si arrotolavano gli atti cuciti in progressione temporale) era un documento amministrativo in uso nella Sardegna bizantina e giudicale, indicativamente fra l'XI ed il XIII secolo. Definiva originariamente la raccolta degli atti di donazione a favore di un ente ecclesiastico; in seguito acquistò maggiore estensione semantica, descrivendo un registro patrimoniale in cui erano raccolti inventari ed annotazioni varie riguardanti atti notarili e giudiziari (come eredità, donazioni (Datura), permute (Tramutu), commerci, liti (Kertu) relativi principalmente a chiese o comunità religiose, con la volontà di certificare e attribuire data certa ad eventi giuridici utili in caso di liti. Esistono anche i condaghes di fondazione, testi narrativi pervenuti in copie del XVI o XVII secolo, ma la cui origine risale ai primi periodi basso-medioevali ( ...) continua su http://it.wikipedia.org/wiki/Condaghe )

* Majorales grandi proprietari fondiari, denominati majorales, appartenenti ad un numero ristretto di famiglie (per intenderci quelle che noi troviamo citate , insieme  al Giudice  \  sovrano negli atti di donazioni a chiese e monasteri).

I MEDIA E IL NUDO DELLA PRINCIPESSA INGLESE MA CHI SE NE FREGA

Allora  è vero ,  mi si perdoni  la battuta rozza ,  che  tira di  più un pelo  di figa \  fica  [  o di cazzo   cosi     siamo bipartisan  ] che  un un bambino   del sud del  mondo  muore  di  fame

  se   
 La testata del principale quotidiano italiano, il cui gruppo editoriale riceve quasi 20 milioni di contributi pubblici pur realizzando un ottimo attivo con la pubblicità, E' DEDICATA AL TOPLESS DI KATE...
E' questo il problema principale del paese, e chi non è d'accordo è complottista!


18.9.12

Sinnai, non ha soldi per pagare la pizza Salda il debito lavando piatti e posate



dal'unione  sarda  online del 18\9\2012  una   Storia vera o meno, fa notare come senza i soldi non siamo nessuno. e inoltre per le leggi vigenti non puoi far lavorare chi ti pare per ripagare il debito in una mezz'oretta o poco più di lavoro. accordo tra gentiluomini! senza il denaro siamo ancora noi stessi! noi siamo noi, il denaro è solo uno strumento e allo stato attuale veniamo usati dallo strumento!
.
Ecco la storia

Al momento di pagare il conto si è scoperto senza soldi. Così ha saldato il debito con la pizzeria in cui aveva consumato la cena lavando i piatti.
La vicenda ha avuto come teatro la pizzeria 'Birillo' di via Giardini, a Sinnai. Era sabato. Un giovane cliente si alza dal tavolo dopo aver consumato la pizza. Fruga nelle sue tasche ma non trova i 7 euro e 50 necessari per saldare il conto. Il titolare (Massimiliano Rubiu), con l'intento di scherzare, ha ribattuto: "Lava i piatti". L'imbarazzato avventore ha raccolto immediatamente la provocazione: grembiule ben stretto alla vita, ha ripagato il suo debito con venti minuti di lavoro tra stoviglie e detersivi. Vicenda chiusa ma con un pesante strascico su Facebook in cui si è scatenato l'implacabile tam tam di 'condivisioni'. "Non sono un morto di fame - ha commentato il giovane di fronte all'ilarità virtuale - avevo solo dimenticato i soldi a casa".

17.9.12

dopo la riabilitazione di Bella arriverà anche quella di Paolo Zamboni e il metodo della cura per la Csvi ?


mentre  ascolto    questa  canzone



 Mi è  venuto  in mente  il  titolo  dubbioso  e    ho scritto  ispirato questa mia riflessione  a   questa  news    riportata  sotto la  news di http://www.you-ng.it/cultura/scienze-e-curiosita/ 

Dott. Di BellaA 100 anni dalla nascita del "poeta della scienza" ecco che arriva una conferma da parte della medicina ufficiale. Il Professor Luigi di Bella originario di Linguaglossa in provincia di Catania era stato massacrato proprio prima di morire, gli vevano dato del ciarlatano al punto che il Professor di Bella se ne andò consapevole che il suo metodo  sarebbe stato attaccato da ogni fronte. Adesso però la comunità scientifica si mette in riga. L'università di Firenze e  Umberto Veronesi con L'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) arrivano finalmente a dare dignità scientifica al metodo Di Bella. 
 
La terapia Di Bella si guadagna uno studio realizzato da parte dell'Università di Firenze dal nome: “Effetti combinati di melatonina, acido trans retinoico e somatostatina sulla proliferazione e la morte delle cellule di cancro al seno”. E' uno dei pochi studi autorevoli in campo medico e che finalmente consegnano la Terapia Di Bella al campo della scienza ufficiale. 
Lo studio condotto dall'Università di Firenze è stato poi pubblicato sulla rivista European Journal of Pharmacology ed ha ricevuto l'approvazione del IEO in seguito alla guarigione di cellule tumorali nel seno di una trentenne. Questa volta possiamo dirlo: il metodo Di Bella è efficace contro i tumori. Il tempo delle contestazioni è ormai lontano.

La chiusa di quest'articolo vale Per il metodo di Bella
Ma c'è un altro studioso e medico , Paolo Zamboni ( foto a destra ) , che viene trattato non proprio a merda in faccia visto che negli usa e Canada il suo metodo si sta studiando ed applicando  vedere cosa   la voce Paolo  Zamboni   su  wikipedia  ,in cui  trovate  lenco anche internazionale  delle  sue pubblicazioni   internazionali  ,  anche se deriso ed isolato ( fatte pochissime eccezioni infatti opera in cliniche private e non pubbliche) 

16.9.12

ecco perchè non posso definirmi solo ateo [ don Farinella: “La mia indignazione di cittadino italiano e cattolico praticante per il «baciamo-le-mani, Santità!»”



Come sarebbe bello se tutti i cattolici "dissidenti" prendessero carta e penna e scrivessero personalmente al proprio vescovo pregandolo di inoltrare al papa il proprio dissenso dall'orrenda visita di Berlusconi al papa con "baciamo-le-mani" incorporato. L'effetto sarebbe più grande che non una raccolta di firme perché sarebbe personale e spedita via posta, segno che si è pensato, scritto, andato alla posta e imbucato. Non importa se non risponderà nessuno. Ciò che importa è il gesto profetico in se stesso.
PS. Il Giornale di Berlusconi questa volta con un titolo virgolettato "Farinella: Arsenico per il Papa", chiede alla gerarchia la mia sospensione a divinis. Non sapevo che il mio vescovo fosse Paolo Berlusconi, ma tutto è possibile, anche l'impossibile, se è possibile che Berlusconi Silvio sia ricevuto dal papa.
L’immagine di Silvio Berlusconi che prende tra le sue la destra anulata del papa e, «inclinato capite», compunto, ne bacia l’anello, consapevole della dissacrazione che compie, ha fatto il giro del mondo e si è depositata nell’immaginario collettivo dei più come atto di devozione verso l’autorità, riconosciuta, del papa. Il contrasto con le dichiarazioni di Romano Prodi, dopo il «fattaccio» della Sapienza di Roma è abissale e incolmabile. Il cattolico praticante appare il nemico e censore del papa, mentre l’inquisito per frode ed evasione, il condannato, il corruttore, il compratore di senatori a suon di attricette da strapazzo, il puttaniere, il Piduista, l’ateo divorziato difensore della famiglia, appare, di colpo, quasi per magia, l’umile figlio della Chiesa, «prostrato al bacio della sacra pantofola». Il gesto del bacia-anello è stato ripetuto ancora alla fine dell’udienza. «Repetita iuvant».
Dicono i bene informati che il rito del «baciamo-le-mani, Santità!» non è stato spontaneo e istintivo, suggerito dall’emotività del momento che sarebbe stato comprensibile. E’ stato studiato a freddo da esperti psicologi e creatori di consenso d’immagine. Ciò aggrava il fatto e costituisce un doppio «vulnus» che difficilmente sarà riparabile. Peccato, che il papa sia stato al gioco e non abbia rotto il giocattolo fin dall’inizio. A meno che tutto non fosse concordato, come fa supporre il fatto che il Vaticano abbia preteso, fatto unico nella storia della diplomazia vaticana, la presenza del «Gentiluomo di sua Santità», Gianni Letta, come «garante» e testimone dell’incontro. Segno che Berlusconi è tenuto al guinzaglio corto dal sistema clericale imperante.
Come cittadino italiano, sono indignato che il presidente del consiglio dei ministri, che rappresenta la mia nazione, abdichi alla sovranità e alla dignità del mio paese, prostrandosi in baciamano che somiglia più a rappresentazione di stampo mafioso che non a un atto di devozione sincera. Mi ripugna essere rappresentato da un uomo che pur di ingrassare il suo «super-ego», dimentica ogni parvenza di dignità e usa e strumentalizza qualsiasi cosa gli sia utile per i suoi perversi scopi. Egli «fa finta» perché è un finto uomo che ha sempre vissuto di finzione, costruendo sull’apparenza e sull’effimero un potente potentato economico e ora anche politico, «clero iuvante». A questo «homo parvus» dell’opportunismo e della strumentalizzazione si oppone la chiarezza fiera di un grande statista, integerrimo cattolico e anch’egli presidente del consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi, che il papa Pio XII nel giugno del 1952, volle umiliare, annullando l’udienza privata con la famiglia, già programmata da mesi, perché si oppose all’ordine del papa di fare il governo con i fascisti. De Gasperi convocò ufficialmente l’ambasciatore della Santa Sede presso l’Italia, e, stando in piedi, dietro la sua scrivania di capo del governo dell’Italia, disse: Signor Ambasciatore, riferisca al papa che come cristiano accetto l’umiliazione, come presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana, protesto energicamente e chiedo spiegazioni.
Come cattolico praticante, sono indignato e scandalizzato che il papa si presti al gioco mediatico di accreditare come modello di figlio devoto e pio della Chiesa un individuo come Silvio Berlusconi senza chiedergli previamente un atto di conversione e/o di penitenza. Egli è adoratore di «mammona iniquitatis» perché ha fatto l’ingiusta ricchezza con l’inganno, il furto, la corruzione, l’evasione fiscale. Egli è divorziato, abortista e i suoi figli convivono more uxorio, fatti che sarebbero questioni private, se il presidente del consiglio non si dichiarasse cattolico e non andasse dal papa «caram populo et mundo» a parlare in difesa della famiglia secondo la visione della Chiesa: allora anche le sue scelte private diventano fatti pubblici e criteri ermeneutici. Egli è implicato con la mafia (ne ha ospitato uno a casa sua ed è fratello germano di un altro, condannato in secondo grado per mafia). Egli sta perseguitando gli immigrati, tra i quali vi sono migliaia e migliaia di uomini e donne di religione cattolica, di cui il papa dovrebbe essere padre, difensore e vindice, in forza della sua paternità universale. Ho visto latinoamericani, africani e orientali, cattolici, piangere di fronte allo scandalo del papa che accettava l’omaggio di un persecutore ateo e amorale.
Il pastore riceve il lupo travestito da agnello, e abbandona gli agnelli al loro destino: anzi a molti, a tanti, pare che il pastore così sembra autorizzare il lupo a devastare il gregge. E’ ancora fresca nella memoria, la scelta del papa che, per opportunità di equilibri politici internazionali, non volle ricevere il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, mentre a meno di tre mesi delle elezioni, riceve il predatore d’Italia, colui che con le sue tv ha degradato l’Italia in forza del principio, pubblicato sul giornale del papa, l’Osservatore Romano (6 giungo 2008), che «la televisione privata dovrebbe avere tra le sue funzioni quella di divertire, come seconda funzione quella di informare e soltanto successivamente, quella di formare». Egli ha detto queste cose alla radio e sul giornale del Vaticano e nessuno gli ha tolto la sedia di sotto e lo ha rimandato a casa. Di fronte all’opinione pubblica, il papa approva.
Santità, mi sento parte integrante della Chiesa-Sacramento e riconosco la sua autorità di papa in quanto vescovo di Roma, ma non mi sento parte di un sistema che pure lei rappresenta: un sistema di connivenza con i potenti che prosperano sui poveri, che affamano i poveri, che manipolano i poveri che nessuno difende. Nemmeno il papa. 
Note a làtere:
1. Silvio Berlusconi ha regalato al papa una croce tempestata di pietre preziose fatta fare apposta: un pezzo unico e solitario. Nello stesso momento a due passi di distanza, la Fao ammetteva il suo fallimento sul dramma della fame del mondo: la croce tempestata di diamanti e il Crocifisso affamato. Mai stridìo di simboli fu più drastico. Il 6 giugno 2008 «fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza». Per me, resta un giorno di lutto per la Chiesa cattolica, un fallimento del papato, una vergogna per l’Italia ferita nella sua dignità di Nazione laica.

dal blog gemello Notti Notturne di matteo tassinari : Miss Italia è da ricoverare!




SABATO 15 SETTEMBRE 2012


Miss Italia è da ricoverare!

Uno show da rottamare
Tutti insieme alla ricerca del congiuntivo perduto
 di Matteo Tassinari

Quando si è ricoverati in ospedale, non potendo quindi uscire e farsi una passeggiata sul lungomare e toccare il culo alle signore per ovvi motivi legati alla propria salute, a volte può capitare di guardare Miss Italia. Questa scelta però impone una condizione: non bisogna stupirsi di nulla di ciò che si vedrà, ma più di ciò che si sentirà. Per due sere consecutive, insieme a Gabriele, abbiamo guardato lo scempio andato in onda a Montecatini “condotto” dall’adultolescente Fabrizio Frizzi. Mi vergogno dirlo, ma io e il mio amico di camera, siamo morti dal ridere, seppur guastati in varie parti del corpo, notare lo sciupio di penetrante bagatelle e inezie capitanate dall’indomito cavaliere della pinzillacchera vacuità assoluta: Fabrizio Frizzi. Tra una flebo alle 21,30 e tre compresse da ingurgitare, abbiamo aperto i nostri occhi oltre il cancello, per sprofondare in un mondo dove tutto è “ti amo papi” o pianti improvvisi e difficilmente interrompibili. Insomma il classico pugno di mosche, in bocca. Non avendo mai visto Miss Italia, io e Gabri, disfatti e stesi nei nostri due rispettivi lettucci, non potevamo immaginare che lo straziante sconquasso potesse raggiungere tali gargantuesche dimensioni di assenza. Può esistere una manifestazione dove un conduttore, per ore, ripete: “numero 53, sei dentro” oppure “numero 104, sei fuori”?
Matrona o Patrona? 
Il ricordo ora è affannoso, ma la mia posta (5 euri) li ho puntati su una biondina con coccarda 78. Gabri adocchiò una mora del nord che toccò la vetta delle prime dieci per poi sentirsi dire da Frizzi: “Sei fuori”, con quella voce dal timbro tra il dispiaciuto e il melanconico. Nel frattempo un’infermiera mi cambia la sondina per mettermene una nuova, tenendo il braccio dritto per agevolare il cambio di tubicini e condotti, pensavo: ma ha ancora senso questo defilè di pertiche dall’anima lunga aspiranti magistrate, biologhe, attrici, chirurghe, cantanti, scienziate che cercano la celebrità a nome dei contribuenti Rai? Avvolte in tubino nero stile biancheria contenitiva, vanno ripetendo una alla volta: “Mio padre mi ha insegnato a non mollare mai, e io questo farò'", in ossequio ad Anna Tatangelo che, da giurata quale era, chiedeva sobrietà alle Miss, mentre Caterina Balivo si lasciava andare in uno strepitoso:“Vincerà una ragazza telegenica”, come dire: scusa, mi passi la saliera. Anche Natasha Stefanenko si è lasciata andare in dichiarazioni frullate: “Sono giovani, tenaci e sono soprattutto studentesse. E’ giusto coltivare i sogni che portano al mondo dello spettacolo, ma bisogna continuare a studiare”. AIUTO! Apocalisse mediatica! Patrizia Mirigliani, matrona della manifestazione, cioè, patrona perché al femminile non si può declinare, ricordava l'importanza dell’efficacia del "gioco di squadra per un’estetica sana”. Se qualcun@ ha capito qualcosa mi telefoni pure al 3419783926046725, sarò tutt’orecchi perché la mia ignoranza non mi permette di cogliere le sfumature allegoriche e le metafore subacque che la signora Mirigliani voleva suggerirci.
Miss Italia, lato B 
Ipocrisia made in Italy 
Per i paranoici dell’auditel, è interessante sapere che sia domenica che lunedì, Canale 5 ha battuta lo show più vecchio del mondo, con un filmettino e una fiction senza pretesa alcuna. Qualcuno penserà che in questi casi è facile sparare sulla Croce rossa, ma il fatto è che l’Italia di Miss Italia non ne può più e costa troppo, un costo che grava pesantemente sui badget Rai finanziati coi nostri soldi attraverso il canone da noi pagato. Da 4 decenni, si continua a riciclare un format che ormai appartiene all’era del paleolitico e che ogni anno viene fotocopiato e banalmente ripetuto. Nessuno saprà quantificare i danni che questa trasmissione ha provocato nei decenni, ma vi assicuro che sono tanti. Troppi! L’ipocrisia made in Italy rasenta il ridicolo con questo show politicamente corretto, coccolato come uno spettacolo da prima serata di sabato e domenica sera, ma appartenente ad un’altra era geologica. Per non farmi dare del disfattista, faccio un esempio di attuale bella televisione condotta dalla brava Teresa Mannino su La7 intitolata “Se questa sera sono qui”, a mio avviso una soffio di libertà roseo e pungente, che fa bene alla salute.  
Un grazie di cuore da parte mia e Gabri a chi ci ha voluto bene 
L'Avatar di Frizzi
A Gabri facevaseppur tutto ammaccato, ridere il linguaggio da adultolescente di Frizzi: “Quando parla, lo fa, come se fossimo tutti bambini cretini” mi dice con la flebo a base di antibiotico e antidolorifico. Ha ragione, ma l'interessato stesso, non può farci nulla, perché il vocabolario di Frizzi non supera le 300 parole: stupore, grazia, ora o mai più con risatona annessa. Di espressioni invece ne conosce due: una quando ride, l’altra quando è serio. I problemi nascono quando deve fare la faccia a metà tra l’allegro e il depresso, allora avviene un rimescolio di muscoli facciali che fanno del volto di Frizzi un Avatar.
L'Avatar di Frizzi
Solo Luca Giurato e Giucas Casella...
Quando poi deve presentare, come da copione, la Patrona Patrizia Mirigliani, il suo volto assume connotati da orgasmo sudato. L’apogeo del kitsch, il trionfo della ripulsa, qualcosa che si presenta come un "cigno ma si avvede che è un rospo", è la chiusa amichevole di Gabri, anche se lui ha usato altre parole, leggermente un pò più hard. In questo effetto avverso a dispetto della sofferente umanità, solo una coppia come Luca Giurato e Giucas Casella avrebbero potuto, insieme, fare di peggio. Tra impacci e ceffoni involontari come quando Giurato fratturò una gamba alla Venier a Domenica In, s'inanellano spontaneamente gaffe memorabili. La narrazione di Frizzi è credibile quanto le testimonianze del comandante della Concordia Francesco Schettino o gli archivi storici del gobbo più famoso del bel Paese. Ma Frizzi, impegnato costantemente nella ricerca del congiuntivo perduto, non si lascia andare per così poco facendo sapere che lascerà la conduzione del programma. Si parla già di un volto nuovo, emergente, audace e fresco: Antonella Clerici. Peccato, era appena la 17esima edizione dello show presentata dal ragazzo della porta accanto, visto che per Frizzi tutte le Miss Italia “sono ragazze della porta accanto”, l’avrà ripetuto 10 volte. Fossi stato nel Cda della Rai avrei aspettato altri 20 anni. Che ingiustizie.
La Frizzi che avanza. Ad Antonella Clerici manca solo lo Zecchino d'oro 
La ragazza della porta accanto
Dalla padella alla brace. Domande che sono più scontate delle risposte:“Cosa aspetti che ti regali il futuro?”, oppure “Sei più attaccata alla mamma o al papà?”. Nel caso che la Miss sia pugliese, state tranquilli che le cime di rapa saranno l’argomento principale del dialogo della durata di un paio di minuti, che in primo piano in tv sono un’eternità se non conosci i tempi, e il rischio di diventare pesantemente penosi è lì dietro l’occhio della telecamera. Se invece la concorrente è domiciliata a Genova, il pesto la farà da padrona. Luoghi comuni come se piovesse. Quando ha presentato la presidente della giuria tecnica, Federica Pellegrini, gli ha detto che era benvenuta quattro volte, alla quinta è partito un “ma sei in splendida forma”. Pubblico a bocca aperta per il passaggio imprevedibile, “quasi shakespeariano”, del conduttore che ha saputo non arrivare a 5 volte nel ripete benvenuto ad un ospite. Del resto Fabrizio Frizzi, è nato e cresciuto col marchio in fronte del ragazzo della porta accanto. Alla fine della serata infinita, l’avrà detto 10 volte: “col numero 28, Pinca Pallina, bella come la ragazza della porta accanto”. Peccato che abiti in una villa. Ora ha deciso di recidere il contratto con la Rai per Miss Italia. Poi vieni a sapere cose che stritolano i sacri pendenti. Un quotidiano nazionale ha scritto recentemente che un direttore della Rai sarebbe compensato del suo duro lavoro di 32mila euro al mese. Il direttore smentisce, come prevede il Monopoli dei media. Noi invece abbiamo un motivo in più per pagare il canone felici e imbranati. Della serie, piacere, mi chiamo Tafazzi.
 Il sogno del mio amico Gabri dopo aver visto un pò Miss Italia
Buona notte Gabri
Mi volto e Gabri dorme. Ha la faccia rilassata e la flebo finita. Suono per chiamare l’infermiera, alle quali rivolgo un dolce saluto. Voglio essere fermamente chiaro, in questa parte di testo, l’ironia è del tutto assente e le cose che scrivo sono serie come la malattia che mi ritrovo addosso da decenni. Spengo la luce pensando che sono loro le mie Miss, perché di notte e di giorno, sono pronte al mio suono di campanello a darmi una mano o darla a Gabri o a tutti i ricoverati del reparto. Forse bisognerebbe spiegare che il destino di molte ragazze non è solo essere belle, avere gli occhioni bluette, fare le veline o le troniste o partecipare al Grande Fratello, ma vivere - anche - vicino a chi ha bisogno immediato, chi non riesce più ad alzarsi dal letto per vari motivi che evito di descrivere volutamente.
 Due infermieri al lavoro

Per me e Gabri, sono molto più interessanti le “nostre” infermiere che le vanaglorie di Montecatini. Buona notte Gabri.   

15.9.12

meglio essere jurassico e fuori moda che servo \ schiavo d'esse




Inizio  il  post  d'oggi  con  queste  due  canzoni   in sottofondo :  la  prima  , le  ultrime  note  da  un auto  che  passa in  strada  
  (....)  
Non e' tempo per noi che non ci adeguiamo mai
Fuorimoda, fuoriposto, insomma sempre fuori dai
Abbiam donne pazienti rassegnate ai nostri guai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai
Non e' tempo per noi che non vestiamo come voi
Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi
Forse ingenui o testardi
Poco furbi casomai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai 

                      non  è  tempo per  noi  di Luciano Ligabue 



La  seconda canzone (  ridicola  secondo alcuni\e ma se  si presata un po' d'attenzione  non lo  è  per niente  ed   anzi  in tema   con il  contenuto del post    )   che passa  alla  radio  in questo momento   


mentre scrivevo me n'è venuta in mente un altra una . Essa  è  una  cover  di un pezzo miliare  della storia del rock  :  Like a Rolling Stone di Bob Dylan (Robert Allen Zimmerman) del 1965 dall'album Highway 61 Revisited.
Essa  è  attualizzata ed rivisitata magistralmente  tanto  d'ottenere   il beneplacito di Bob Dylan  dal  gruppo Italiano Articolo 31 , nell'album Nessuno, con pezzi del ritornello tratti dal brano originale.



 
sotto la versione originale    dello stesso Dylan




Inizialmente  c’era la tentazione di dedicare  ( poi invece  dedico  queste due  )   a tutte  quelle persone  ( amici  , conoscenti ,estranei , ecc )  che  giudicano come  : jurassico , snob , o peggio    fuori moda   uno\a  che  non s’aggiorna  e non segue le  ultime tendenze   della moda  o  ( in questo caso ) delle novità  tecnologiche  un bel  Vaff o meglio  la canzone  dall’omonimo titolo  di Marco Masini  oppure  



Ma Visto che la maggior parte , salvo quelli che non hanno  il cervello completamente   defilipilizzato  o  in cassa integrazione  , capiscono  vedere post precedente  [  url  ]   .Ma  poi a mente lucida  …. Ehm ..  a freddo  m’accorgo  che : 1) è inutile .,2) volgarità gratuita   e che  certe volte   sono meglio  le perle  ai  porci  . Forse  un giorno  quando magari sarà uno dei loro beniamini  ( pseudo attori o pseudo cantanti  )  a praticare   tale condotta  di  vita   allora   come le pecore    lo faranno anche  loro  
Quindi  cari  e care  ****  ***** questi  due articoli   e queste le  due  canzoni  che fungono  da colonna  sonora    sono dedicati a voi  (  spero solo  che non sia   solo un ascolto  è una lettura passiva  ma critica  del  vostro modo  d’essere  )  che  giudicate  fuori      (  o meglio OT )  ed escludete dal branco \  gruppo   chi  non  è uguale  a  voi


La prima notizia è questa presa dalla sezione  palermitana   di repubblica   ( anche se in cronaca in tutti i giornali d'ieri )  cioè http://palermo.repubblica.it/cronaca/ del 13\9\2012
Palermo, baby-prostituta a scuola
sotto indagine quattro professori
La vicenda all'istituto professionale alberghiero "Piazza" dove una studentessa sedicenne si sarebbe prostituita per pochi euro. Due sue compagni avrebbero organizzato gli appuntamenti ai quali avrebbero preso parte anche alcuni docenti. Che adesso sono sotto inchiesta
di ROMINA MARCECA



Il suo racconto ha turbato le assistenti sociali che l'hanno ascoltata per ore. Ha spiegato con le lacrime agli occhi che la sua vita avrebbe avuto due facce: quella di studentessa come tante altre e quella di baby-prostituta. Chi l'ha conosciuta a scuola sapeva bene della sua situazione familiare densa di problemi, tanto che era andata a finire in un istituto perché bisognosa di un sostegno psicologico. Eppure è proprio lì, a scuola, dove la ragazzina appena sedicenne avrebbe cercato rifugio, che invece ha trovato la strada per la prostituzione. Tutto sarebbe accaduto, tra il 2006 e il 2007, all'istituto professionale alberghiero "Piazza" di corso dei Mille, che adesso viene travolto da un'inchiesta senza precedenti.


Due ex compagni, uno dei quali minorenne, avrebbero convinto la ragazzina - secondo quanto da lei riferito alla polizia - a diventare una squillo. Loro si sarebbero occupati di tutto: dagli appuntamenti al pagamento. E tra i clienti ci sarebbero stati anche alcuni professori del "Piazza". Quattro in tutto, che adesso sono sott'accusa per avere consumato rapporti a pagamento con una minorenne, mentre per i due ex studenti e protettori della loro compagna è scattata l'indagine per sfruttamento della prostituzione. Il fascicolo è stato aperto dai magistrati della Procura ordinaria e dai colleghi della Procura per i minorenni. Le indagini sono seguite dalla squadra mobile.
Quel racconto è stato riascoltato più volte dagli investigatori che adesso attendono che l'attendibilità
della testimone venga confermata anche da una perizia psicologica. È per questo che gli investigatori e i magistrati vanno molto cauti nell'analisi di quanto denunciato dai servizi sociali che seguono la ragazza. "I miei compagni - ha riferito la giovane, che oggi ha 20 anni - mi hanno procurato quegli appuntamenti a pagamento con adulti. Ero consenziente e ricevevo piccole somme: dai 5 ai 10 euro. Ma non so dire quale fosse il pagamento delle mie prestazioni perché a prendere i soldi erano i miei compagni".
Gli incontri sarebbero avvenuti tra i viali della Favorita, all'interno delle auto dei clienti. Ma ci sarebbe anche un hotel del centro dove quella ragazzina sarebbe andata più volte per incontrare gli uomini procurati dai suoi compagni. In alcuni incontri la sedicenne ha riconosciuto i suoi professori. "Dopo i rapporti sono riuscita ad ottenere - ha confessato la ragazza - di essere inserita in alcuni corsi di formazione che si svolgevano a scuola nel pomeriggio. Si trattava di lezioni per migliorare la preparazione per l'assistenza alberghiera".
I quattro professori e i due studenti sono già stati sentiti dalla polizia, ma adesso l'inchiesta va avanti per comprendere se oltre alla sedicenne che ha fornito la sua versione, ancora da accertare con ulteriori indagini, siano state coinvolte anche altre studentesse.



   

 A prima  vista  sembrerà una  news   normale  tanto  è frequente che  :  o  ragazze  consapevoli  o meno  accettino   di posare  nude o  di   avere rapporti  con  vecchi pedofili ., o  ragazzi che minorenni che spacciano  o  si drogano  pur  di   aver  soldi  per ricariche    di cellulari  o potersi comprare  abiti alla moda  ed  non essere  emarginati  dal branco . Ma  purtroppo ormai sempre  più grave ed collegata all'argomento in questione e di cui purtroppo c’è poco da ridere come avviene ( anche se l’ironia è un modo per affrontare questo problema )  in una scena del  film   ( locandina a destra   e qui la  trama  e  promo  ) : Polisse, Francia 2011, Poliziesco, durata 134' Regia di Maïwenn Le Besco quando una ragazzina  ha  dovuto fare  ....  ad un ragazzo  per  riavere  il  suo  iphone
La  seconda   è un argomento  ignorato o relegato alle pagine di costume  e società   dai media  ufficiali  che  , SIC , giudicano come comunisti   se uno tenta  di dedicargli importanza     . Essa  consiste   di cosa  fare   quando  ,  a  causa  dei continui ( e spesso  inutili  ) aggiornamenti di Pc , telefoni  , ecc  , di  cosa  fare    del tuo vecchio cellulare  onde  evitare  di sprecare  risorse  .  Tratta  da http://www.nocensura.com/






venerdì 7 settembre 2012 23:16 | Pubblicato da admin |Che farne del vecchio cellulare? Ecco alcune idee

di Marta Albè


Obsolescenza programmata e continuo ricambio tecnologico potrebbero avere portato alcuni di voi ad aver accumulato nel corso degli ultimi anni un certo numero di telefoni cellulariormai inutilizzati, schierati in fondo ad un cassetto, sia che essi fossero realmente non più funzionanti, sia che lo fossero ancora, ma allo stesso tempo purtroppo appartenenti ad un modello ormai fuori moda e tecnologicamente superato.
I progressi nel campo della telefonia hanno portato ad un accumulo dei rifiuti elettronici, denominati tecnicamente rifiuti RAEE. E' tra di essi che si identificano i cellulari inutilizzati e scartati. Nel caso non si riesca a trovare un'alternativa e si desideri avviare il proprio cellulare allo smaltimento, sarà bene informarsi presso il proprio Comune riguardo ai punti di raccolta dei rifiuti RAEE. Potrebbe inoltre risultare utile la consultazione del portale del Centro di Coordinamento RAEE.
L'avvio allo smaltimento del proprio vecchio cellulare dovrebbe però essere sempre considerato come l'ultima spiaggia. Prima di arrendersi sarebbe infatti opportuno prendere in considerazione alcune opportunità interessanti. Ad esempio, nel caso il vecchio telefonino sia ancora funzionante, potrebbe essere conservato comeapparecchio di emergenza, da utilizzare in caso di smarrimento, furto o rottura del telefonino attuale.Altrimenti, nel caso si avesse la necessità di attivare un nuovo numero telefonico su di un apparecchio differente da quello attuale, ecco che il vecchio telefonino potrebbe nuovamente tornare utile. Vi sono persone, come gli anziani, che utilizzano raramente il cellulare, ma che potrebbero volerne avere uno con sé nel corso di un ricovero in ospedale, oppure durante un viaggio o un semplice spostamento. Ecco dunque un'altra occasione in cui un vecchio telefonino potrebbe essere nuovamente utile.Non dimentichiamo che, per ogni cellulare scartato, esiste un caricabatteria rimasto altrettanto inutilizzato. In questo caso, il caricabatteria potrebbe essere avviato alla vendita attraverso uno dei tanti negozi dell'usato presenti sul territorio oppure attraverso una delle più o meno notepiattaforme online dedicate alla compravendita di oggetti di seconda mano, che siano dotate di una sezione dedicata alla tecnologia.Il caricabatteria potrebbe essere acquistato da parte di chiunque ne possa avere bisogno. Un discorso analogo vale anche per gli apparecchi telefonici, sia funzionanti che non funzionanti. Chiunque potrebbe essere interessato ad acquistarli per utilizzarli - se funzionanti - per provare a ripararli, oppure semplicemente per ricavarne degli utili pezzi di ricambio.Altro suggerimento riguarda la possibilità di tenere d'occhio lo svolgimento di campagne promozionali presso negozi di telefonia o punti vendita di prodotti tecnologici, che di tanto in tanto organizzano iniziative per il ritiro dei vecchi cellulari e dei loro accessori, garantendo uno sconto sull'acquisto di un nuovo apparecchio o dei buoni da spendere al proprio interno, nonché dei vantaggi riguardo ad eventuali raccolte punti a premi.Le componenti dei vecchi telefonini possono inoltre essere utilizzate per progetti di riciclo creativo, volti ad esempio alla realizzazione di pezzi unici facenti parte di quella che viene denominata geek-jewellery. Essa potrebbe diventare il vostro nuovo hobby, a patto che non siate già a conoscenza di abili artigiani in grado di trasformare i vostri rifiuti elettronici in pezzi d'arte esemplari, a cui donare dunque i vostri vecchi apparecchi.Chi ha a propria disposizione un vecchio cellulare, che vorrebbe provare a vendere, oppure a riparare, potrebbe essere interessato a rivolgersi a servizi come quelli offerti da "Il Celluvale", una piattaforma che facilita la riparazione e la compravendita dei vecchi apparecchi telefonici. Essi possono altrimenti essere inviati a progetti di raccolta degli stessi, che prevedono di destinarli a famiglie in condizioni disagiate o alle vittime di violenza domestica. Ne sono un esempio, a livello internazionale, NCADV e HopeLine.Fortunatamente, esistono anche in Italia, iniziative di beneficenza incentrate sulla raccolta dei cellulari. Prima di liberarvi del vostro telefonino, provate a consultare il sito web dell'iniziativa"Cellulari per Beneficenza", al fine di trovare il punto di raccolta più vicino a cui consegnare il vostro vecchio telefonino che, da rifiuto, potrà trasformarsi in un vero e proprio dono.

fonte:greenme.it
Ma  soprattutto , aggiungo io  a  quest'articolo ,  si  evitano gli  "  effetti collaterali "  del  coltan   il cosi detto oro bianco  usato per  i nostri cellulari  ,  video camere, playstation, ecc   .  Ne  ho parlato precedentemente   in "  il coltan nuovo oro bianco e gli effetti collaterali  "  Ma  comunque   trovate  in quest'altro articolo da  http://www.disinformazione.it/  maggiori news







Coltan, la sabbia nera: quante vite costano i nostri telefoni cellulari?
Angelo Calianno - 

Pensate ai vostri regali, pensate a quante volte dei genitori per far felici e rendere più moderni i loro figli gli hanno regalato telefoni cellulari e video giochi di ultima generazione. 
Ma qualcuno si è mai fermato a pensare a quanto costa realmente quell’oggetto così normale oggi per noi? Non in termini di denaro, ma in termini di vite umane e distruzione.
Uno dei componenti fondamentali di tutti i nostri telefoni, video camere, video giochi è un conduttore chiamato Coltan.
Che cos’è il Coltan? 
Molti pensano che molte guerre Africane siano la causa di conflitti tribali, ma non è così. 
Qu
asi nessuno lo sa, ma questo minerale è la causa principale della guerra che dal 1998 ha ucciso più di 4 milioni di persone in Congo ed è oggi, uno dei componenti fondamentali dei nostri cellulari, un metallo più prezioso dei diamanti.
Il coltan è la combinazione tra COLOMIBTE e TANTALITE la percentuale di quest’ultima
appunto è quella che determina il prezzo del Coltan, dal Coltan si estrae la Tantalite , che è quello che serve nei nostri componenti tecnologici. 
Il coltan ha l’aspetto di sabbia nera e rappresenta un elemento fondamentale in video camere, telefonini e in tutti gli apparecchi HI TEC (come la playstation) serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione e rendono possibile un notevole risparmio energetico.
Ma come si lega il problema della guerra al coltan?
L’ 80 % del Coltan in circolazione si trova solo in Congo, alcune delle più grosse multinazionali sfruttano queste miniere ed i congolesi che vengono pagati 200 dollari al mese (la paga di un normale lavoratore in Congo è di 10 dollari al mese).
Questo scatena una vera e propria corsa alle miniere da parte dei guerriglieri che se ne vorrebbero impadronire, non solo dal Congo ma anche dalla vicina Uganda e Rwuanda. 
Ma come è facile prevedere estrarre questo prezioso minerale ha i suoi effetti indesiderati, solo per i minatori ovviamente.

Il coltan contiene una parte di uranio, quindi è radioattivo, provoca tumori e impotenza sessuale, viene estratto dai minatori a mani nude… 
Le miniere di Coltan hanno l’aspetto di grandi cave di pietra, il minerale si ottiene spaccando la roccia; spesso i guerriglieri del RDC (Rassemblement Congolaise pour la Democrazie ) si divertono a terrorizzare i civili ed i minatori uccidendoli nelle miniere,tanto che racconta un ragazzo i lavoratori hanno dovuto scavare delle buche in cui ripararsi ogni volta che arrivano i ribelli. 
Qualche anno fa in Italia la gente impazziva per trovare nei negozi 
la Playstation 2, diventata introvabile, il motivo fu proprio la carenza del Coltan di cui si era fermata l’estrazione per i problemi legati alla guerra.
I soldi che le multinazionali spendono per estrarre il Coltan come sempre non servono per alimentare la popolazione, costruire scuole o ospedali, tutt’altro, servono a finanziare la guerra, comprare Armi, dar da mangiare ai soldati. 
Pochi sanno quali sono esattamente le società che comprano il Coltan, non è facile scoprirlo, perché ci sono decine di intermediari che passano dall’Europa, in particolare dal Belgio (si sospetta che anche l’ex compagnia aerea di bandiera belga la “Sabena” trasportasse illegalmente il minerale) 
Ma i principali fautori di questo che sta diventando un genocidio 
sono Nokia, Eriksson e Sony,
non basta ma sotto c’è anche un mercato nero del coltan che viene rubato dai guerriglieri e poi rivenduto attraverso altri mediatori ugandesi, rwuandesi, e spesso europei ed americani.
Come detto precedentemente il prezzo del Coltan varia a seconda della percentuale di Tantalite, nel 1998 il Coltan costava 2 dollari al kg, oggi ne costa 100, ma questo mercato è estremamente instabile ,perché nel 2004 quando la richieste da parte dell’occidente erano tantissime arrivò a costare 600 dollari al kg.
Recentemente è stato scoperto un nuovo giacimento di Coltan, in Amazzionia, si comincerà a lavorare presto con le conseguenze che tutti possono prevedere, forse altre storie di ribellione degli Indios e morte. 
Da piccolo mi venne insegnato che la risoluzione della guerra è sempre la PACE , temo che in questo caso se nulla cambierà, la fine della guerra del Congo, si otterrà solo con la fine delle sue risorse minerarie, e guerra e distruzione si concentreranno in un altro.... 
.... meraviglioso posto…..da distruggere.
Angelo Calianno

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  questo post     di  Aranzulla     conferma    il consiglio      che  davo    in un post   (  cercatevelo  nell'archiviuo  dell'ann...