22.7.06

Senza titolo 1376

A mia madre, esempio di sensibilità, saggezza.

Alla donna che mi ha cresciuta, dato forza e amore smisurato.

A lei che mi ha insegnato a vivere

a credere, amare e sperare.

A chi ha sempre accettato i miei limiti,

facendomi sentire comunque Grande.

A chi mi generato per poi lasciarmi vagabondare libera

a sfamare la voglia di respirare il mondo.

A colei che non si arrende

che accoglie le sfide con simpatia e coraggio

e che da qualche tempo ha preso per la prima volta in mano un mouse,

buffamente... ma che oggi ha imparato a navigare

ed è una lettrice affezionata di queste pagine, dei vostri commenti.

A te, amica sincera, madre, donna d'incomparabile valore,

una dedica in dialetto.





UNA ROSA

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios veru incantu.

Su coro palpitante bramat tantu

a simile tesoro esser amante

bramat tantu su coro palpitante

esser amante a simile tesoro

bramat tantu su palpitante coro

de un'amore perfetu e sinceru

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios incantu veru.

Ses s'ammiru de su mundu interu

ca s'amore prufundu dat regiru

de s'interu mundu ses s'ammiru

ca dat regiru s'amore prufundu

ses s'ammiru interu de su mundu

relichia chi m'as postu in disilvios.

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

incantu veru de sos ojos mios.

Minerva, Melpomanu, Eratu e Clio

ti cunservat che rosas in beranu

Eratu, Clio, Minerva e Melpomanu

che rosas in beranu ti cunservat

Eratu, Clio, Melpomanu e Minerva

relatan simpatia justa e vera.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

una rosa benigna e verdadera.

Istella circulante in s'atmosfera

nara si bella nd'as 'idu assimizante

in s'atmosfera istella circulante

s'assimizante nd'as bidu nara bella

in s'atmosfera circulante istella

declara si nd'as bidu pius digna.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

una rosa verdadera e benigna.

Dea imperatrice in sa Sardigna

chi recreas dogni anima infelice

in sa Sardigna dea imperatrice

infelice dogn'anima recreas

in sa Sardigna imperatrice dea

prenda de oro sa pius famosa.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

verdadera e benigna una rosa.

O gema diamantina e preziosa

diadema giucunda e subrafina

o gema preziosa e diamantina

giucunda e subrafina diadema

diamantina e preziosa gema

abbagliu raru de cantos l'an bida.

Una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios veru incantu

in su jardinu terrestre est naschida.

Carlo Nonnis (Torpè)

21.7.06

Senza titolo 1375













La Legge Giusta « dei Modena city ramblers

Piccolo bastardo infame
Guarda cosa hai combinato
Con tutte le tue bandiere
E con i tuoi cortei
Con il tuo Che Guevara
E le canzoni di ribellione
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce?
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Puoi nasconderti nei cortili
O fuggire per le scale
Tanto arriveremo
E poi faremo festa
Con le tue foto e i tuoi filmati
Con i tuoi slogan e pugni alzati
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce?
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Genova brucia - Con il tuo sasso!
Qualcuno muore - Proprio adesso!
L'Italia cade - Con il tuo sasso!
Un colpo esplode - Non è reato!
Il dollaro sale - E' un attentato!
La borsa crolla - Con il tuo sasso!
Milano trema - Le tute bianche!
E il parlamento - Con il tuo sasso!
Vota la legge giusta
Un giorno sul ponte di Messina
Passeremo con le jeep
E ricorderai che non si scherza
con chi decide e chi comanda
Con i tuoi amici marocchini
E quei finocchi intellettuali
Farete meglio a stare zitti
Se tenete alla vostra testa
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Genova brucia - Con il tuo sasso!
Qualcuno muore - Proprio adesso!
L'Italia cade - Con il tuo sasso!
Un colpo esplode - Non è reato!
Il dollaro sale - E' un attentato!
La borsa crolla - Con il tuo sasso!
Milano trema - Le tute bianche!
E il parlamento - Con il tuo sasso!
Vota la legge giusta



IL post  d'oggi vuole essere una risposta  anche se  con ritardo  sia  a  chi fra i pochi   fra cui   il cui  il nostro utente
Lapo   che nel commento al mio post precedente su carlo giulian dice  : <<  Scusate. Ma voglio capire. Ho seguito quello che ho potuto sui fatti di genova. Rispetto ogni persona che perde la vita in contesti simili. Ma mi chiedo come possa essere celebrato un ragazzo che è stato ripreso con un estintore in mano nell'atto di lanciarlo. Deprecabile anche il carabiniere che ha fatto fuoco verso un civile. La violenza è sempre sbagliata....non si può, con essa, professare nessun nobile ideale o alta virtù. Scusate, il mio mex non vuole essere polemico, voglio solo capire. >>  sia  a ch mi dice ----- fra i commenti ed  email  più " tenere  "  --- che   difendo un assassino, un teppista

Se  vedete il  filmato   "  QUALE VERITA' PER PIAZZA ALIMONDA ? Fotografie e filmati agli atti del procedimento archiviato " qui  per potervelo  scaricarvelo se  nel caso lo aveste perso conil quotidiano  liberazione  ), la  rapressentazione teatrale  Archivi&azione ( disponibile  anche in vhs e dvd , con emule in dvdx ) realizzata per la regia di Giorgio Scaramuzzino con gli attori del Teatro dell'Archivolto di Genova, costruita rigorosamente sulla base degli atti del procedimento di archiviazione disposto dal giudice per le indagini preliminari. Esso  è un ottimo documentartio mperchè dimostra  come l'archiviazione giudiziaria  ha così impedito che si potesse svolgere un dibattimento capace di fare chiarezza su tutte le contraddizioni, le falsità, le invenzioni, le omissioni che hanno contraddistinto le indagini sull'omicidio di Carlo Giuliani in occasione del G8 del luglio 2001. La rappresentazione riporta infatti fedelmente interi brani della ordinanza di archiviazione,le testimonianze rese,le foto ed i filmati,le controdeduzioni della difesa e le argomentazioni della parte offesa  con  le argomentazioni di un koro  consulente tese a dimostrare la falsità delle dichiarazioni dei consulenti del pubblico ministero.





Capirete perchè lo  difendo e lo celebro ,  facendone un simbolo , ma  senza  esagerare   come lo ha fatto  in maniera esagerata e strumentale il  movimento  o meglio  alcune  parti \ frange  radicali  ne  hanno fatto un martire o un icona da santificare .
IO considero sudetto avvenimento come un simbolo  di quei giorni di cinque anni fa  insieme  a : 1) le
inqualificabili ed indescrivibili  torture fisiche\psicologiche  sucesse  a Bolzaneto  indegne  di un paese  che si definisce  e viene considerato civile  e democratico ; 2) alla  repressione   e quello che si può definire a tutti gli effetti   al " massacro " del corteo pacifico  anche se carico di tensione del 21  in cui  erano scesi in piazza quasi  mezzo milione di persone ; 3) l'incursione  \ assalto  alla scuola  Diaz ( un esempio  di quella  che è stata la mattanza o della notte cilena -- come la chiamano molti del  il movimento no global --- verificatasi  li dentro la  si può notare   sia  dalle varie foto e filmati che si trovano su internet     in particolare secondo me  dalla  foto riporta qui sinistra  oltre  che dal  proscioglimento di tutti i 93 occupanti  )  . lo considero  un simbolo  anche,ed soprattutto, per la maniera  vergognosa a dir poco  su come il caso Giuliani  è stato  archiviato  . Ora  che sia   un assassino  o  meno (  dipende dai  punti di  vista  )  non mi sembra molto,anzi per niente, etico  e\o  moralmente   corretto  che  una persona  morta   o moribonda (  di qualunque  parte politica  sia  )  : 1)  sia  preso a calci  , gli vengano come affermano alcune testimonianze  ( secondo me  troppo  esagerate  , forse  per lo shock degli avvenimenti  di quella  giornarta  ed in particolare  di quelli che hanno portato al  fatto di piazza  alimonda  )  gli spengano  sigarette sulle  braccia   ; 2)   gli venga   spaccata la testa  con  un sasso  ( come  sembra  dimostrare questa  foto  pubblicata da http://www.rivistaonline.com e in particolare articolo in questione sempre della stessa fonte)    per  potersi creare  un alibi  e    affermare  come afferma  Lauro (  il  comandante del plotone di piazza  alimonda  )   in maniera  plateale  e  con un coup de theatre , magari organizzato  secondo il sito italo-francese www.bellaciao.org ( qui  per chi volesse leggersi l'articolo in merito   ) davanti alle telecamere di  canale  5   : <<  lo  hai ucciso   tui  con il tuo sasso  >> .


Prima di giudicarmi fazioso o   totalmente di parte  v'invito a  consultare  le versione ufficiale  di piazza  alimonda   con    i filmati    e gli articoli  delle  contro inchieste   e  con i documenti    giudiziaria  delle  due parti in causa    (  la famiglia e i magistrati    )  e  poi  ditemi se  Giuliani  è un assasino  o uno  che  si stava  difendendo anche se violentemente  ?  o   chi  è  l'assassino  se  colui che   ha sparato Placanica , cosa che io  non credo dato che  ci sono diverse immagini in Rete ( fra cui i filmati  riportati  nelc collegamenti  del post  e del dopo post  )  secondo cui non sarebbe stato Placanica a sparare, quanto un altro carabiniere, ammanicato con le alte sfere.  o  Giuliani    ?   Se  poi  ne  volete  parlare  ancora  io sono qui  . Concludo , prima di  passare ai documenti  per chi volesse  leggersi o rileggersi  un mio resoconto personale  ( tenendo conto che non ero presente  al G8  di Genova  -- tanto  da meritarmi  la  dedica  di Stefano Tassinari nel suo romanzo  sui fatti del G8  i  Segni  sulla Pelle << A  Giuseppe  che a Genova .... c'era  con il cuore  >> ho collaborato   tramite internet  al libr Genova nome per nome ----  trovate  a destra la copertina  -- di Carlo Gubitosa  uno dei responsabili del comitato giustizia e verità per  genova qui l'url )    cercate  nel mese diluglio dello scorso anno  oppure  per  chi  è  preso da pigrizia  o non ha  voglia  di cercare  nell'archivio  del nostro  blog   lo  trova qui Non so  più  che  altro dire  , se non  lasciarvi agli approfondimenti    sconsigliabili ai deboli di stomaco  e alle persone troppo sensibili



DOCUMENTI APPROFONDIMENTI

DOCUMENTI UFFICIALI





Contro inchieste






ed in particolare  questi articoli :
1)
Il passamontagna di Carlo Giuliani accusa le forze dell'ordine: chi infierisce su Carlo morente e perché?
L'analisi di foto nuove di P.zza Alimonda (ma conosciute dai magistrati) fa emergere una sconvolgente verità: intorno alle ore 17.30 del 20 Luglio 2001, in presenza di ufficiali di grado elevato della polizia e dei carabinieri, qualcuno infierisce su Carlo Giuliani ferito invece di aiutarlo, senza sapere se sia vivo o morto. [...] E' questo orrore che si voleva coprire con l'archiviazione? Spaccare intenzionalmente la testa ad un moribondo invece di soccorrerlo è ancora reato in questo paese?
2) Le Pulci della Daloiso: Dove si spiega, senza ombra di dubbio, perché è impossibile che il proiettile colpisca il sasso e ne venga deviato
Andando a spulciare le quarantotto pagine dell'ordinanza con la quale la GIP Elena Daloiso dispone l'archiviazione nei confronti di Mario Placanica ci siamo imbattuti in una serie impressionante di imprecisioni e contraddizioni. Alcune, apparentemente, di poco conto, altre più significative. Ma di certo la pulce più grossa è proprio quella che riguarda il famoso sasso che avrebbe frantumato e deviato il proiettile che colpisce Carlo Giuliani. Noi diciamo che questo è IMPOSSIBILE e vi spieghiamo il perché.
3) Assi nelle maniche nere: un profilo dei periti che hanno preparato la tomba alla verità su Genova-G8
A cosa servono i periti? Come si diventa perito? I periti *fanno* le sentenze? 4 assi, un mazziere e una matta. Un profilo dei periti che stanno seppellendo la verità sul G8 a Genova. Una partita giudiziaria truccata e senza regole insulta il bisogno di giustizia e verità sulla morte di Carlo Giuliani, sui fatti della Diaz e sulle responsabilità politiche e militari del massacro del G8.
4) P.zza Alimonda: l'organigramma dei CCIR (i carabinieri d'assalto)
Chi sono davvero i CCIR? Goteborg e Genova. I rapporti con il Tuscania. Troppi comandanti, alcuni troppo giovani. La polizia che punisce. Una prima parziale analisi delle relazioni dei comandanti dei carabinieri a Genova-G8. Come sempre con nomi e cognomi.
5) La "bestia nera" in P.zza Alimonda: un profilo dei protagonisti
Un riassunto delle puntate precedenti. Chi da' il via ai CC in via Tolemaide? Il ruolo della *Legione straniera* e i para' dei cc a GenovaG8. La formazione dei reparti. Check Point Tolemaide? I guai della Folgore. La stampa pon pon. Il quarto uomo: il mondo e' piu' piccolo del retro di un defender. Una foto. Un'inchiesta virale.

per  ulteriori  documenti e articoli  potete  consultare  il  blog  interno al  sito  della famiglia Giuliani    eccovi anzi  rieccovi l'url
http://snipurl.com/tlky



20.7.06

Senza titolo 1374


 

(A Sylvia Plath)


Questo saettante grido cessa,

feconda musica giunge inattesa

il male è gesto meticolosamente

udito, adornato e scorticato

come rinnovata geremiade in

demonizzato rumore.

Infanzia negata

Ci sono limiti oltre i quali non si può andare, libertà che non possono essere concesse, scelte che non possono essere avvallate, “diversità” che non possono essere accolte.

Così, non riesco a tollerare che il tribunale dell’Aja abbia legittimato la lista “Pnvd”, acronimo di Partito dell’amore fraterno, della libertà, della diversità. È una sigla dietro la quale si nasconde il partito dei pedofili olandesi, anzi non si nasconde proprio…rivendica la propria libertà di organizzarsi in un partito politico e di presentarsi alle prossime elezioni elettorali di novembre.[leggi tutto]

Senza titolo 1373

oggi sono 5  anni 


Piazza Alimonda. Genova. 20 luglio 2001. Carlo.

Piazza Alimonda. Genova. 20 luglio 2001. Carlo.




Una canzone-poesia sui fatti di GENOVA


«Questa canzone è un inno alla vita e un urlo contro chi ce la vuole negare. Questa canzone parla di me, del mio amore per Genova, del caffè che prendo ogni volta che arrivo al chiosco fuori dalla stazione di Piazza Principe, della lunghissima galleria che il treno attraversa prima di sbarcarci. Questa è la mia canzone, e io alle 17 e 30 del 20 luglio 2001 ero a nemmeno – l’ho scoperto alcuni mesi dopo tornandoci - trecento metri da Piazza Alimonda. “Tutto questo è vivo, non me lo hanno ucciso né con la distanza né con i vili soldati”.»

(Alessio Lega)



E poi dall'ultima galleria
sembra mai più poter riaprirsi il sole
e quando luccica dal fondale
dalla rugginosa ferrovia

Dalle budella della grande vedova
diritto in faccia a un muro alto
Porta Principe in un sussulto
ti vomita addosso a Genova...

Io quando tornerò a Genova per prima cosa col caffè di rito
nel piazzale della stazione, dal baracchino il passo addormentato
lo muoverò per riconquistare la dignità di me stesso al mondo
ed il dovere di camminare a testa alta guardando il fondo

guardare in fondo, guardare il mare, guardare il punto fermo sull'abisso
vedere tutto tornare, urlare, fronte spezzata da un chiodo fisso
fronte spaccato, fronte diviso, fonte che anneghi al pozzo San Patrizio
del mare rosso del nostro sangue plebeo che soffoca nel precipizio,
che soffoca nel precipizio...

Quando ritorneremo a Genova ritorneremo sopra la criniera
bianca dell'onda che si frange al frangiflutti che mangia la sera
e scuote il senso del presente, della memoria che si schianta
quando Genova ritornerà quella del luglio del sessanta

Quando ritorneremo a Genova e quando Genova sarà tornata
quando torno, torno al nostro inverno la resistenza verrà dichiarata
quando in tutto quest'inferno ritroveremo i nostri sentimenti
verremo in braccio alla natura, verremo sopra i quattro elementi...

Chi siamo noi? Ora siamo il mare, il mare nero che si scatena
che si rovescia sopra al porto, sopra al porco che lo avvelena
il mare più salato che ci avete fatto lacrimare
date un bacio ai vostri candelotti, giusto prima di affogare.

Chi siamo noi? Ora siamo il vento che non potete più fare ostaggio
aria libera dai mulini, dalle catene di montaggio
il vento che spazzerà via, cancellerà l'orma dei vostri passi
che schianterà muri e sbarre scatenandosi per Marassi

Chi siamo noi? Ora siamo il fuoco che non avete mai domato
quello che brucia in fondo agli occhi di questo grigio supermercato
quello che cortocircuita i fili dell'allarme e del divieto
mentre noi spargeremo sale sulle rovine di Bolzaneto

Chi siamo noi? Ora siamo la notte, la luna persa dei disperati
dice il poeta: "Quando cade un uomo, si rialzano i mercati"
e per quest'uomo di eterna notte, per questa luce che se ne muore
aspetteremo che il sole sciolga il blocco nero che portiamo in cuore...

E così torneremo a Genova, così ritorneremo a Genova
così libereremo Genova, così saremo liberi a Genova...

Io quando tornerò a Genova dal baracchino del caffè di rito
l'antico samovar della tristezza, che sta bollendomi dentro al fiato
questo dolore che mi ha tradito l'enorme sagoma del lutto
il mio tormento che ho malcelato e queste lacrime che tengo stretto...

e in una Genova liberata, senza chiusura, senza sgomento
senza sott'occhio la via di fuga, senza furore, senza spavento
avrà senso cadere in ginocchio, alzare e prendersi le mani
piangere in piazza Alimonda...

Pardon: in Piazza Carlo Giuliani.

Senza titolo 1372

un anniversario passato sotto silenzio


19 luglio 1992

"La scomparsa di Falcone mi ha reso destinatario di un dolore che mi impedisce di rendermi beneficiario di effetti comunque riconducibili a tale luttuoso evento"Queste furono le parole con cui Paolo Borsellino rifiutò il posto di superprocuratore che era rimasto libero dopo la morte del suo amico Falcone, ucciso a Capaci il 23 maggio 1992 assieme a moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro alla moglie Francesca Morvilio, magistrato, e agli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.Poco tempo dopo anche lui avrebbe avuto la stessa triste sorte, assieme a Emanuela Loi (che fu la prima donna a far parte di una scorta), Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cusina. Era il 19 luglio 1992. quattordici anni fà.Impegnato a parlare di taxi, mondiali, Juve in B e DPEF ho commesso un errore terribile;ho dimenticato, lo scorso maggio, di rendere omaggio a Falcone. Lo faccio oggi, da queste pagine.  Vorrei lo faceste anche voi, mettendo una foto, una scritta, qualunque cosa ricordi ciò che è successo oggi. Fatelo, che non vi costa niente.Fatelo nell'anniversario del giorno in cui sembrava che fosse morta la speranza di sconfiggere la mafia.Oggi abbiamo Riina, Santapaola, Brusca e Provenzano in carcere.Segnale inequivocabile che ce la possiamo ancora fare.Segnale che ce la faremo.Onore agli eroi Giovanni e Paolo, alle persone morte assieme a loro, ai signori Impastato, Scaglione, Chinnici, Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, Costa, Grassi, Alfano, Livatino, Cassarà, Fava e tutti gli altri che non ho menzionato qui.Morti di mafia da Portella della Ginestra in poi."Vi giuro sul mio onore, a Catania la mafia non esiste" - il sindaco di Catania Munzone, il 5 maggio 1984, il giorno dopo l'uccisione di Giuseppe Fava.


18.7.06

Senza titolo 1371

nel post di   sabato 12 luglio   m'ero scordato e lo faccio qui d'aggiungere  fra i documenti e  gli approfondimenti   quesrto bellissimo libro su i fatti di seveso  .
 <<



Il 10 luglio ricorrono i 30 anni della tragedia di Seveso.

Attraverso alcune interviste la giornalista Nunzia Penelope ripercorre la dinamica della tragedia, il ruolo giocato dal sindacato e dall'INCA, l'approvazione di più adeguate norme legislative e direttive comunitarie, le nuove prese di coscienza sul rapporto ambiente, fabbrica, territorio.

>>


L'iniziativa è stata realizzata dall'INCA, dalla Fondazione Di Vittorio, dall'Associazione Centenario, in collaborazione con L'Unità (www.unita.it ) Conversazioni di Nunzia Penelope con Carlo Ghezzi, Carlo Smuraglia Rino Pavanello, Ermete Realacci, Giorgio Ruffolo. Prefazione di Guglielmo Epifani.
  lo trovate fra un paio di  giorni   sul settore vendite online del quotidiano l'unità più precisamente qui

P.s
a chi mi dice che  Nunzia Penelope  è comunista  gli dico  di  andarsi a cercare con gooogle  o qualunque altro motore di ricerca  news  sub di Lei . ma per i più esigenti e pigri  eccovi qualcosa

Nunzia Penelope, giornalista, per oltre dieci anni si è occupata di sindacato ed economia per l'agenzia di stampa AdnKronos. Attualmente lavora al Cnel.



16.7.06

Senza titolo 1370

APPELLO PER UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUI FATTI DEL G8 DI GENOVA


In Italia, nel luglio del 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty International ha definito "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".
Quella ferita, inferta così violentemente il 20 e 21 luglio, ha lasciato un'ennesima macchia di sangue nelle pagine della storia del nostro paese, il sangue di migliaia di giovani umiliati, malmenati e torturati da coloro che sarebbero stati addetti a preservarne la sicurezza; la vita rubata al giovane Carlo Giuliani, vittima sacrificale di una mattanza indistinta.
La ferita dei giorni di Genova è rimasta aperta e dolorante nelle coscienze di tanti italiani e italiane che ancora s'interrogano sulle responsabilità politiche e materiali di quei gravi fatti, di chi si chiede come mai a cinque anni di distanza ancora non si sia fatta chiarezza sulla linea di comando, sulle inadempienze, sugli abusi di potere, sugli occultamenti di prove o sulla loro invenzione.
Subito dopo quegli avvenimenti fu istituita una Commissione di indagine conoscitiva bicamerale dotata di poteri d'indagine limitati. La natura stessa della Commisione, nonché il breve tempo in cui si svolsero i lavori (conclusi il 20 settembre 2001) denotano la volontà del governo di centrodestra di chiudere velocemente la faccenda, auto-assolvendosi agli occhi del Paese. Tale Commissione ha conseguentemente prodotto solo una sommaria e lacunosa ricostruzione dei fatti accaduti a Genova, senza arrivare ad una ricostruzione puntuale degli avvenimenti.
Anche i successivi eventi processuali (a cominciare dalla archiviazione dell'omicidio di Carlo Giuliani) sono risultati viziati dalla stessa logica: chiudere la "pratica Genova" nel più breve tempo possibile. Si sono dunque banalizzati i fatti, riconducendoli ad una logica di "manifestanti violenti" contrapposti a "sporadici eccessi delle forze dell'ordine". Tutto questo col risultato di non poter vedere la precisa linea di repressione del dissenso di cui Genova ha costituito l'episodio più grave, seguito da altri meno noti ma non per questo meno inquietanti. Seguendo il solco ideale del disinteresse tracciato dalla Commissione parlamentare, possiamo leggere non solo le vicende processuali, ma anche la grave distrazione dei maggiori media italiani, che stanno lasciando scivolare i processi in corso per i fatti di Genova nella più completa apatia.
Se il nuovo governo vuole imprimere una svolta democratica al nostro paese, da qui deve cominciare, perché non può esserci futuro democratico laddove una macchia così grave viene lasciata alle spalle, perché non può esservi saldezza di diritti in un paese in cui rimangono troppi dubbi sull'omicidio di un giovane ad una manifestazione.
Il giorno dell'insediamento del nuovo governo è stato ripresentato al Senato un disegno di legge sostenuto da 60 senatori e senatrici che prevede l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui giorni del G8 che abbia gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, che possa cioè utilizzare tutti gli strumenti utili ad acquisire informazioni necessarie al raggiungimento della verità. Analoga iniziativa è in corso alla Camera dei deputati, con la possibilità quindi di ottenere una Commissione bicamerale, che avrebbe ancora più peso politico. E' urgente che questo disegno di legge venga discusso al più presto dal Parlamento per essere approvato e l'inchiesta possa rapidamente partire.
E' necessario che tutti e tutte coloro che in questi anni hanno condiviso la lotta per ottenere verità e giustizia si impegnino a far si che ciò avvenga. Bisogna insistere affinché ogni parlamentare si senta in dovere di assolvere una richiesta forte proveniente dal paese: nessuna lungaggine burocratica, nessun ostacolo dovrà frapporsi questa volta all'istituzione di un organismo, realmente aperto all'ascolto di tutti i soggetti che hanno faticosamente lavorato in questi anni alla ricostruzione dei fatti, e che possa dunque far luce sul black out di civiltà che ha investito il nostro paese nel luglio del 2001.
Chiediamo a tutti e tutte di impegnarsi attivamente affinché si possa finalmente in questo Paese, almeno su questa vicenda, restituire alle parole verità e giustizia il loro significato.

PER ADESIONI SCRIVERE A:
commissioneg8@yahoo.it

AIUTACI A DIFFONDERE L'APPELLO E A FARLO FIRMARE!
Scarica l'appello: http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/include/dox/appello.doc

Le perle



Ho sentito la storia del vecchio cinese e delle sue perle.
C'era una volta un pescatore che portava un filo di perle intorno al collo. Un giorno il filo si spezzò e le perle rotolarono tutte per terra. Disperato, il vecchio provò a cercarle con gli occhi: ma erano troppo stanchi e non le trovò. Provò con le dita: ma erano troppo inaridite. Provò con la lingua: ma era troppo tempo che non sentiva i sapori. Sempre più disperato, continuò a cercare usando tutti i suoi sensi. Ma ogni sforzo fu inutile. Quando aveva ormai spesso di sperare, inaspettatamente ritrovò, una dopo l'altra, tutte le sue perle.

da P.Crepet, Solitudini

15.7.06

Senza titolo 1369

UN PO’ MERIDIONALE


 


      Parte  Prima


 


Personaggi reali:


Insegnante precaria, ormai da quasi un anno in quella scuola, conosce i nomi dei bambini ma  


                                 dimentica i cognomi.


Rappresentante dei genitori, giovane donna bella, alta, lunghi capelli biondi,  molto curata,


                                         abbigliamento alla moda ma di classe.


 


 


Ins.       -E’ riuscita a raccogliere tutte le quote per pagare l’attività di musica?-


Rappr.  –Me ne manca solo una, quella della Spatafora, non riesco mai a vederla-


Ins.       –Spatafora, Spatafo…è la mamma di chi ?-


Rappr.  –Spatafora, Rosy credo si chiami la bambina, quella…UN PO’ MERIDIONALE.


 


 


                                                  Parte Seconda


 


Personaggi reali:


Stessa insegnante precaria, ma in una scuola diversa.


Mamma di un bambino, giovane donna obesa, abbigliamento decoroso senza eleganza né


                                        stranezze.


 


Mamma.  –Mi ha detto Mirko che c’è una nuova a scuola-


Ins.          –Tra gli adulti o i bambini?-


Mamma    -Noo, è grande, deve essere una bidella, ha i capelli color melanzana, credo


                   sia…UN PO’ MERIDIONALE.


 


 


 


        EXSTRAREGIONALI, COME DIRE, PROVENIENTI QUASI TUTTI DAL SUD.


 


                                                 Parte Prima


Personaggi reali:


Interlocutori  scelti a caso in cortile.


Luca, ragazzo un po’ più a sinistra della sinistra, laureato in storia, fa parte di un’associazione


          che fa ricerca storica sui deportati nei lager nazisti, milita nel sindacato di base.


Stessa insegnante precaria, ossia io.


Stiamo aspettando insieme di sostenere la prova scritta di un concorso e siamo nel cortile del


mega Istituto Aldini Valeriani.


 


 


Io.     –Quanta gente che viene da fuori-


Luca. –No, non credo-


Io.      –Vuoi scommettere? Ora vedrai-


Con il pugno chiuso a mo’ di microfono mi rivolgo agli interlocutori intorno, che mi rispondono divertiti: “Scusi, un’intervista a caldo, lei da dove viene?”


Interlo. –Da Catanzaro-


Io.        –Sa bene cosa significherebbe vincere il concorso? Trasferirsi, cercare casa, che non si   


              trova, pagare un affitto alto, vivere con i costi di Bologna e uno stipendio non certo alto.


Interlo. –Lo so, ma dove c’è possibilità di lavoro io vado.


Dopo l’ennesima “intervista” con risposte simili (cambiava solo la provenienza, Caserta, Potenza, Campobasso, Lecce), mi volto sorridendo verso Luca: “Hai visto?”, gli dico. E lui:


-Però, non pensavo ci fosse tanta gente… EXTRAREGIONALE-


Gli faccio notare che ha appena coniato una definizione, mutuandola da extracomunitari, ma che esiste già un termine, meridionale, che non è una parolaccia.


Mi risponde, un po’ imbarazzato, che si, non ha usato la parola in questione per il timore di sembrare offensivo.


 


                                               Parte Seconda


 


Personaggi reali:


Giovane madre di un bambino di tre anni.


Direttrice della scuola.


Si è svolta da pochi giorni la riunione con i genitori dei bambini nuovi iscritti. A scuola sono stati letti due elenchi di nominativi. All’appello, i genitori alzavano la mano e veniva loro riferita  la classe di appartenenza del proprio figlio.


 


Madre. –Vorrei chiederle se è possibile per mio figlio cambiare classe-


Direttr.-Ormai le assegnazioni sono state fatte d’ufficio, secondo una graduatoria, ma se ci sono


              delle motivazioni valide, di solito proviamo a venire incontro ai genitori-


Madre. –Sa, alla riunione ho notato che in quella classe ci sono genitori, diciamo…diversi da me-


Direttr. –Vuole dire che c’erano molti genitori stranieri?-


Madre. –No, no voglio dire che ho “sentito” che c’erano molti genitori che non appartengono


              al mio ambito-


Direttr. –(?)-, in attesa di chiarezza.


Madre. –Si, mi è sembrato che avessero tutti in comune un’unica provenienza,


               che provenissero…PER LA MAGGIOR PARTE DAL SUD.


                Sa (frase ad effetto finale), io sono un insegnante.


 


Diffusa la notizia, riporto il commento di una bidella, 40enne, bolognese da sette generazioni:


“Bisognerebbe sapere dove insegna quella lì, per evitare di mandarci i figli a scuola, da una così”.


Approvo e sottoscrivo. Informo inoltre, che da oltre un decennio nelle scuole del comune di Bologna si lavora su progetti di multicultura per  l’integrazione di bambini con diverse culture di provenienza.(v. stranieri). Dico anche che i fatti narrati sono realmente accaduti, così come i personaggi sono persone reali, non leghisti, ma brave e comuni persone, che usano definizioni come UN PO’ MERIDIONALE per paura di risultare razzisti, o che addirittura evitano di pronunciare la parola meridionale, per il timore di sembrare offensivi; persone che, con un giro lessicale, chiedono che il proprio figlio non stia in classe con bambini i cui genitori provengono dal Sud.


Io un po’ ci rido, un po’ mi infiammo, constato, mi arrendo, allargo le braccia, a volte mi ricadono pesanti lungo i fianchi, non so che dire.


E che pensare.


              


     

Senza titolo 1368

Dopo una settimana a cazzeggiare sul lavoro o nello studio  e  a festeggiare  per la vittoria  dopo 24 anni luglio 1982  -luglio  2006  dell' I)talia ( un po' di  bravura e  un po' di culo ) che  hanno interessato tutto il paese  sottoscritto compreso (allergico ll'esagerazione retorica e  al stucchevole nazionalismo e patriotismo  ma   poichè   nel  1982 aveva  6 anni  e si è voluto godere questo evento   )  . IN clima di tale euforismo   è forse sfuggito  ai più    la  news e  testimoniata  dalla visione in diretta  tv  degli azzurri e  il passaggio alla festa  del foro massimo ) di  buffon  che  sventola   una  bandiera    tricolore -- e  fin qui niente  di male  --  se  non fosse che  8 come  è successo al mio paese che alcuni giovani sventolavano le bandiere italiane con l'effige  di mussolini o l'aquila  dela Rsi  in mezzo )   con  la scritte  in carattere celtico  e  croce celtica  simbolo del  movimento  nazi fascista   ed  xenofobo di di forza nuova passa in secondo pianoo ( salvo ecce<zioni come il sito  bellaciao.org  da cui  è tratta la  2 foto qui a destra  ) . Si ritorna a parlare delloscandalo calcio quello che la stampa ha chiamato con un nuovo nelologismo  --- neppure tanto originale --- calciopoli  . E lo si fa   facendo passare in secondo piano o dimenticando  eventi molto importanti  come   è  avvenuto  durante  i festeggiamenti  della vittoria del nostro paese ailo mondiali  .  Infatti proprio in quei giorni  era  : 1)  il 30 °  di Seveso la "  Biopal  Italiana " qui  ulteriori news  e altre foto  ( oltre quella  già presente  a  destra )  per chi ha vissuto  e vuole ricordare ,  per chi ha diomentic<ato  e soprattutto per chi non sà  , la  quale  secondo ultima  news  passata in  sordina   in questo clima    di bagordi   in tale fabbrica  non si produceva prodottio chimici  ,ma  armi  chimiche    ;  2) la  riabilitazione    anche  se  dopo  100  cent'anni di Dreyfus  con  cui la francia  chiude  una pagina vergognosa della  sua  storia  ( qui   la pagina  di google  news  sull'evento in questione  e  qui la  vicenda storica)
Con  questo  voglio dimostrare  che lo sport in calcio soprattutto ed in particolare  negli ultimi  20-30 è diventato  : <<
Panem et circenses (
letteralmente, Pane e giochi del circo ) >> ovvero  una locuzione in lingua latina molto conosciuta e spesso citata . Era usata nella Roma antica . Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino Giovenale  ( satire 10.81 ) grande autore satirico:e  . Essa viene utilizzata  ancora attualmente  per indicare  l'uso del potere degli spettascoli di massa  come  arma per  far  distrarre  il popolo o dargli il contentino per tenerselo buono oppure  meghio secondo l'enciclopedia online wikipedia : << [...]  L'espressione " Panem et Circenses" rappresentava un meccanismo di potere influentissimo sul popolo romano, era la formula del benessere popolare e quindi politico; un vero bozzo/strumento in mano al potere per far cessare i malumori delle masse, che con il tempo ebbero voce proprio nei luoghi dello spettacolo >>
Ora  Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino indicato nelle righe prtecedenti  Infatti  la  sentenza   di prima grado di calciopoli è una mezza  burla   perchè  :  1 ) moggi  , per  quanto gravi siano le  sue responsabilità   non  può  aver  fatto tutto da  solo  ; 2)   se  si  analizzano  gli scudettoi  degli ultimi 10 anno  c'è un duopolio di milan e  juve  , interrotto solo da  alcuene squadre , guarda caso   chi sà il perchè   di quelle  coinvolte nello scandalo oltre la  juve  e  il milan  ; 3)  il  giudice  Palazzi  aveva  condannato  e  giudicato prima  di questo in carico  , zeman  e qui pochi altri fra cui totti che avevano  denunciato   le comnbine  e i trucchi  ; 4) come mai molti club   fra cui questi coinvolti prima  erano contro   la nomina   di  Galliani  , poi stranamente il giorno dopo  cambiano idea  ?
Speriamo nell'appello   che  non si cerchino come si  fatto qui   capi espriatori  o  mezze condanne  , e che  sui sfrutti visto che  c'è   la possibilità di fare realmente  ( anche  se c'è ancora molta  omertà per paura di repicche  successive e perdita   dei loro ruoli   )   di fare realmente puliza    nel  mondo del calcio  .
Ma  soprattutto niente  ammistie  , io  sono contrario ,  o se proprio ci  dev'essere farla  come  si  è   fatto in Sud Africa per  risolvere il  passaggio dal regime  dell'apahartaid  alla democrazia  , cioè parli \  confessi  ,  ti vengono tolti i vantagi che  hai  attenuto  ,  e non vieni condannato  .   Concludo  rispondendo  a queste dichiarazioni  "Questa sentenza sul calcio colpisce quasi venti milioni di tifosi, impedisce all'Italia campione mondiale di essere rappresentata ad alto livello nelle coppe Internazionali e costringerà i nostri migliori calciatori a giocare nelle squadre estere. Complimenti, giustizia è fatta". Lo afferma Paolo Bonaiuti, portavoce del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi   dicendo  che invece  di prendersela con i magistrati   perchè  non se la prende  con chi    da vent'anni è più rovina il calcio   tra cui anche il suo amato padrone  e presidente del Milan  . ? E' vero un fondo di verità c'è  ,  ed  è una legge ingiusta  secondo alcuni punrti di vista  ma  se non si facesse cosi  , la corruzione  e l'illecito sportivo continuerebbe , e poi  sono gli stessi   allenatori e  amministratori  ad aver  messo in tali  ruoli  quellle persone 

P.s

Come sempre  mi piace   concluydere con una frase ad efffetto  ed eccola qui : <<  Da eterno elettore della Cdl a malincuore dico che se Berlusconi fosse ancora al governo Calciopoli non sarebbe mai venuta fuori. Mi fa ridere chi sostiene che il Milan sia una verginella. Attraverso la presidenza della Lega affidata a Galliani ha di fatto gestito i diritti televisivi, il vero nodo del calcio di questi anni. Galliani ha sposato il conflitto di interessi come bere un bicchier d´acqua  .
( Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna, Corriere della Sera 14 luglio  2006  )  >>

P.s 2



 proprio ora,  a post concluso    trovo  nella mia email     questa  vignetta  ( vedere sotto )  che mi ha  fatto -- anche se  juventino  in crisi  -- rotolare  a terra dalle risate  




  con questo è tutto      continueremo dopo l'appello  meditate gente meditate


DOCUMENTI   \APPROFONDIMENTI

TESTO INTEGRALE DELLA  SENTENZA ( PDF )
LE DECISIONI: grafico - tabella
Le tappe 

Senza titolo 1367

Tra gli articoli scritti da Giacomo Montana mi ha colpito questo che riporto qui di seguito:



IGNORANZA O CONOSCENZA?



"Cari simpatici amici, anche se sono in molti a non saperlo, vi sarebbe una silenziosa alleanza delle mafie che forma il cosiddetto “QUADRATO DELLA MAFIA”: “ DANARO – LEGGE – DOMINAZIONE E SFRUTTAMENTO con gravi danni economici e alla salute del cittadino. Una persona ignorante si potrebbe chiedere: ma se la mafia gode della protezione da parte di certi personaggi potenti, delle autorità finanziarie, politiche e religiose, la civiltà, la democrazia e la cristianità in Italia cosa sono? Sempre quella stessa persona potrebbe essere indotta a pensare che il governo stesso è una mafia, ogni volta che privilegia una parte dei cittadini, penalizzando e distruggendo l’altra. A prescindere, sembrerebbe che l’ONDA mafia-governo fosse vecchia come il mondo, rispettivamente vogliono il denaro e il potere. Sembrerebbe inoltre che sia tutto un dare per avere che si svolge ad alto livello, ove la spada del governo è la legge e quella delle mafie è il denaro. La stessa persona ignorante vede il governo come il BENE e le mafie come fossero movimenti satanici, poi va in confusione quando si accorge che di fatto entrambe usurpando il potere sovrano dell’individuo e paradossalmente a quest’ultimo viene detto che siamo in democrazia e in un Paese prevalentemente Cristiano-Cattolico, ove vi sono regole da rispettare. Ragazzi ecco a che cosa porta l’ignoranza, ma sarà poi davvero ignoranza?  Giacomo "



Un saluto a tutti. Giovanna Nigris

14.7.06

Senza titolo 1366



Ah...il gioco del calcio.
Un affanno dietro l'altro
per un pallone che rotola.
La gloria e la tragedia,
in comune,
il risultato di una vita.
Perdere o vincere,
gira e rigira
la palla entra qui e lì.
Così fieri di essere i campioni,
così grandi..
..da non accettare
di essere piccoli, per una volta.
Chi sa vincere dovrebbe saper perdere.
Non esiste l'uomo che vince e
non perde mai.
L'uomo, che tutti dicono sia vero,
si vede nella sconfitta e non,
nel non sempre semplice, successo.
D'altronde cosa ci si aspetta
da piccoli uomini in
mutande che giocano a palla.
Molto meno che da quello che ci aspettiamo
dai tifosi...
Sempre forza,
griderò..
..e i campioni celebrerò.
Anche senza coppa.
Perchè ho visto 23 leoni,
giocare per passione, per un amico
e per una nazione..
..non per il soldo.
E le paroline fuori posto...
...ci stanno.
Chi non ha mandato a fanxxxo
i francesi quella sera?
Tutti.
Da una parte e dall'altra.
C'è chi, non contento,
ha usato caratteri neri su pagina bianca..
..per i parassiti.
E chi vuole cancellare
i cugini per
due palle e una testata.
Ora si cerca il colpevole..
..chi è?
Chi fa o chi dice?
Lo siamo tutti...
Lo sport non c'è più.
Ciò che è campo deve rimanere campo,
son uomini e non educande..
..non son lì a raccogliere fiori
ma a lottare,
a mettere un pallone farfalla
in una rete.
Tutto questo pietismo,
tutta questa commozione,
tutto questo fair play...
...ma dove siamo?
Su un campo di calcio o tra
piccole suore in vena di cortesia.
Forza campioni,
le educande sono a stendere i panni,
dopo averli lavati in pubblico.
Ma si asciugheranno...
a se si asciugheranno....
...al vento creato da
58.000.000 di palle
che girano.

By Lapò

13.7.06

Le "case delle fate"

Leggenda sulla denominazione


La leggenda popolare sarda dice che in questi sepolcri abitassero delle fate che tessevano su telai d'oro mentre cantavano e poi vi morirono tramutate in pietra .

Un'altra leggenda dice che vi abitava una serie di streghe la più orribile si chiamava Orgìa Rabiosa, una maga impazzita e impietrita dal dolore, una Niobe della sagra protosarda nella quale si riconosce la figura decaduta e alterata della Gran Madre,dea delle acque e dell'amore fecondo.

E così questi ipogei vengono chiamati con il nome di domus de janas (case di fate o streghe) o di forru (de Luxia Rabiosa) o furreddos (forno,fornelli), o di conca o conchedda o percia (precca) per la figura cava del loro interno.

Ma non resta alcuna denominazione che riproduca l'uso originario delle grotticelle artificiali, che fu quello di sepolcro comune alla cellula sociale familiare (o anche di clan).


La domus de janas come abitazione eterna


La morte veniva vista come un sonno senza dimensioni, un sonno eterno come quello che avveniva nella casa di abitazione.

La tomba ha infatti un aspetto di casa in tutte le sue strutture architettoniche : soffitti imitanti le coperture lignee e con travi a raggiera o a spiovente di abitazioni rotonde e rettangolari, sostenuti da pilastri o colonne , nicchiette alle pareti in sostituzione degli stipi a muro delle capanne, alcove, sedili, fossette sul pavimento come nelle dimore dei vivi.

Le camerette sono chiuse dall'esterno da portelli sagomati con lastre di pietra o valve di legno sbarrate ingegnosamente con paletti come gli usci domestici. Fuori da queste stanzette troviamo dei padiglioni sotto roccia che  adempiono alla funzioni di atrio, qui riservati agli atti della pietas del clan  verso il defunto-antenato, ripetendo la forma del vestibolo che nelle capanne, era un po' il luogo delle attese e lo spazio delle "parole perdute" della famiglia e dei vicini.


Si e' propensi a credere che questo nuovo rito della sepoltura collettiva sia orientale e da lì si sia poi diffuso.

E' certo comunque che la domus de janas sarda segna un aspetto particolare della forma mediterranea ad ipogeo con collegamenti vari, ma solo parziali con esempi della stessa forma in Sicilia, Spagna, e Francia, cioè soprattutto del mondo "megalitico" occidentale.




Si contano in tutta l'isola piu' di 1000 domus de janas con una frequenza locale e numerica maggiore (480) nella Sardegna settentrionale ed in provincia di Sassari.

Sono scavate in prevalenza nel granito e nella trachite, di meno nel calcare, basalto marna.


Leggi integralmente....

10.7.06

Senza titolo 1365






Nel 1555 sale al soglio pontificio all’età di 79 anni il cardinale Carafa col nome di Paolo IV. Per capirci, quello di Q, dei Wu Ming.
Uno dei suoi primi atti è riprendere la persecuzione antiebraica, con la vergognosa bolla Cum nimis absurdum del 14 luglio 1555, che  amplia le decisioni del Concilio Laterano del 1215
La bolla papale specifica che se il numero degli ebrei è limitato, questi devono abitare in un’unica casa, la casa dell’ebreo. In un’unica strada, la giudecca, se impossibilitati ad occupare una abitazione sola; altrimenti in più strade, purché appositamente delimitate da un muro e con entrate ed uscite sbarrate da cancelli, il ghetto. All’interno di questo ‘serraglio o chiuso degli ebrei’ può esservi un’unica sinagoga.
E' poi ripristinato l'obbligo medievale, che nel Novecento riprenderanno i Nazisti, di indossare un segno distintivo. Un cappello giallo, poi rosso, per gli uomini e un velo dello stesso colore per le donne, uguale a quello che portamo le prostitute.












Per ebrei vi è divieto assoluto di trattare e parlare con Cristiani se non per necessità di lavoro; possono praticare solo il commercio degli abiti usati e della roba vecchia o tenere un banco di prestito il cui tasso di interesse non poteva superare il 12% e i loro banchi non devono essere aperti nei giorni festivi cristiani; proibizione di tenere le scritturazioni nei libri dei prestiti in caratteri ebraici;proibizione di tenere nutrici e domestici cristiani. Infine gli ebrei non devono possedere proprietà immobiliari
La Comunità di Roma che si compone di 1500 persone, la maggiore d’Italia - offre 40 mila scudi per fare abrogare questa bolla; ma invano.
Nell'Urbe entra subito in vigore l’obbligo del segno distintivo e a spese degli ebrei si costruiscono le mura del ghetto.
Uguale provvedimento viene esteso anche a Bologna, dove sono ben undici sinagoghe, e la Corporazione ebraica dei cambiavalute; i 900 ebrei bolognesi sono rinchiusi nel ghetto l’8 maggio 1556.
Entro sei mesi gli Ebrei devono vendere le loro proprietà. E dato che non possono possedere neppure le case del ghetto, nelle quali pure dovevano abitare, perché non fossero soggetti a continui ricatti, viene fissata una legge, detta, con espressione ibrida, Jus hazakkà, che regolava i rapporti fra i proprietari delle e gli inquilini ebrei.
Situazione che a Roma fa arricchire in maniera spudorata i Cenci. Lo scandalo avviene ad Ancona,dove un gruppo di marrani portoghesi, fra i quali si trovava il famoso medico Amato Lusitano, aveva trovato rifugio ottenendo garanzia di protezione da parte dei papi.
Paolo IV non solo revoca la concessione, ma organizza uno spaventoso auto da fè in una piazza della città. 24 Marrani sono mandati al rogo, gli altri in carcere o a remare sulle galee dei cavalieri di Malta.
Questi avvenimenti suscitano enorme impressione ovunque. Il Sultano eleva una protesta chiedendo il rilascio dei prigionieri, ai quali promette la sudditanza turca. Alle proteste si unisce la città di Ancona.
Da Costantinopoli una marrana, Dofia Gracia Mendes, che aveva vissuto a Ferrara, organizza il boicottaggio del porto di Ancona a favore di quello di Pesaro, che apparteneva al Duca di Urbino. Anche a Ferrara, malgrado l’opposizione del duca Alfonso d’Este, si insedia il Sant’Uffizio, che incrudelisce anche contro dotti ebrei, fra cui Isaac Abravanel.
Nel 1559 finalmente il terribile vagliardo muore. Il popolo, stanco del regime di terrore,assalta e distrugge il palazzo dell’Inquisizione, e trascina per le vie della città la statua del papa, che si trovava in Campidoglio, dopo averle messo in testa un cappello giallo.



E Pasquino così commentò



Carafa in odio al diavolo e al cielo è qui sepolto
col putrido cadavere; lo spirito Erebo ha accolto.
Odiò la pace in terra, la prece ci contese,
ruinò la chiesa e il popolo, uomini e e cielo offese;
infido amico, supplice ver l'oste a lui nefasta.
Di più vuoi tu saperne? Fu papa e tanto basta
.











Tornando ai difficili rapporti tra papi della Controriforma ed ebrei, Pio IV mitiga le restrizioni di papa Carafa.
Ma il peggio deve ancora venire. Pio V, il 26 febbraio 1569 emana la bolla Hebraeorum gens..., con cui ordinava che gli Ebrei fossero cacciati da tutte le Terre del Papa, ad eccezione di Ancona e Roma. In più le due comunità sono quindi oberate della spaventosa tassa di 10 scudi per ciascuna delle 115 sinagoghe distrutte, che erano state a suo tempo tassate con la bolla Cum nimis absurdum a favore della Casa dei Catecumeni.
Gli Ebrei di Bologna, città che dal 1506 fa parte dello Stato pontificio, passano allora nel vicino territorio degli Estensi; e siccome la bolla di papa Pio V ordinava anche la distruzione di tutto ciò che potesse ricordare l’esistenza di una Comunità ebraica, compresi i cimiteri, i profughi portano con sè anche i loro morti, che seppelliscono nel cimitero di Pieve di Cento. Dell’antico cimitero ebraico bolognese sono stati ritrovati quattro cippi, che si trovano ora al Museo Civico.A Palestrina, per l'impressione provocata dall'evento, la zona del quartiere ebraico viene da quel momento chiamata dello Scacciato. Questo evento provoca la nascita di parecchi cognomi ebraici romani, come Tagliacozzo, Tivoli, Veroli, Frascati, Marino, Di Segni, Di Capua, Di Nola, che ricordano le loro comunità d'origine


8.7.06

Il canto a tenore

Il Canto a Tenore è stato inserito dall'UNESCO tra i  "Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity"  e perciò proclamato

                          "Patrimonio intangibile dell'Umanità".


......"B'a' cosas chi pro las cumprendere bi chere' tempus e isperienzia;
e cosas chi cand'un'at isperienzia non las cumprende prusu.
Cosas chi pro fortuna s'irmenticana e cosas chi pro fortuna s'ammentana;
e cosas chi si credene irmenticadas e chi imbezzes una die a s'improvvisu torran'a conca "........
(Sos Sinnos) Mialinu Pira


......"Ci sono cose che per capirle serve tempo ed esperienza;
e cose che quando uno ha esperienza non capisce piu'.
Cose che per fortuna si dimenticano e cose che per fortuna si ricordano;
e cose che si credono dimenticate e da vecchi all'improvviso ritornano alla mente".....
(Sos Sinnos) Michelangelo Pira


TENORES DI BITTIIl canto a tenore è l'espressione etnico-musicale più arcaica della Sardegna centrale ed è la prova dell'esistenza della pratica polifonica in tempi remotissimi.
E ' difficile stabilire le origini del canto a tenore che secondo alcuni risalirebbero addirittura a circa 4000 anni fa. La natura del canto sembrerebbe strettamente radicata nella vita pastorale, nella solitudine in campagna a stretto contatto con il bestiame e con la natura. Sono proprio gli animali e la natura i più probabili ispiratori delle voci.
E' realizzato da quattro cantori chiamati Bassu (basso - con un suono grave e profondo), Contra (contralto - si caratterizza per un suono più lineare, metallico e meno vibrato), Mesu oche (mezza voce - che arricchisce il canto con abbellimenti , fioriture e con le tipiche giratas -virtuosismi vocali-), Oche (voce), disposti in cerchio, riproponendo la forma architettonica della antica civiltà sarda, quella nuragica.
Contra e bassu procedono in parallelo nella scansione delle sillabe non-sens (bimbaraaaa-boom-bam-bom) senza che l'una o l'altra voce cambi nota prima del cenno della voce solista.
Bitti, nelle vicinanze di Nuoro, in Barbagia, è uno dei paesi in cui si pratica il canto a tenore.
I canti a tenore della tradizione bittese si dividono in profani (destinati ad accompagnare i balli nelle feste popolari durando diverse ore senza interruzione o le gare poetiche, dove il significato del testo è preminente rispetto alla musica) e sacri che, di probabile derivazione gregoriana sono tutti natalizi: su nenneddu (celebra la nascita del Gesù bambino), sas grobbes de su nenneddu (sono anch'esse canti in onore a Gesù bambino), anghelos cantate (canto di natale), sas grobbes de s'Annossata (canti dedicati alla Madonna dell' Annunziata festeggiata ogni anno nel mese di maggio con processioni e pellegrinaggi in un santuario campestre).
I canti a ballos sono quattro : ballu seriu (uno dei più antichi ed è il canto bittese per eccellenza), ballu lestru, ballu dillu, passu torratu.
La tradizione vuole che nell'incipit il solista inizi il canto aumentando gradualmente il tempo fino a stabilizzarsi e che la frase di chiusura sia cantata a isterrita (la stesura). _
Ma il canto preferito e più praticato a Bitti , oltre ai caratteristici muttos e Andira, è la classica serenata d'amore: sa Boche 'e notte (voce di notte). Fino alla fine degli anni cinquanta era consuetudine andare a contonare, ovvero fare le serenate alle ragazze amate, cantando le loro virtù e doti proprio sotto la finestra della camera da letto. Oggi andare a contonare è una pratica ormai in disuso e probabilmente è difficile che una pur splendida esecuzione sul palco ne riproduca il fascino e la suggestione antichissimi.


Informazioni tratte dal sito www.tenoresdibitti.com dove potrete anche ascoltare alcuni canti.

7.7.06

Senza titolo 1364

"Verso Dionisos"


e Bacco si rivolse ad Arianna:<<Sono io il tuo labirinto>>.

post notturno

Come  sono solito fare   scrivo  i post  su un blok notes  e poi  gli riporto sul web  

Ieri notte  ,  era una notte affosa  ,   e non riuscendo a dormire  ,  mi sono alzato e  scritto questo post    che  oggi pubblico  qui 


 In attesa della partita  di domenica ( ed  eventuale  , tocchiamo ferro  ,  vittoria  dopo 24 anni  )    e  non essendoci niente d'interessante  alla tv  ,  ed  evitare  di rimanere  come  non    a torto m'accusano  i miei  matusalemme attaccato alla rete  e al pc  e magari  finire che mi succeda  come  gli abitanti di  Paperopoli  in  " Zio Paperone e la New Economy " topolino 2240  (  qui per chi volesse per  ulteriori dettagl sul numero del fumetto in questione  ed  in particolare sulla  storia  qui citata  sito da cui ho preso la foto della  copertina  riportata  al lato  )  hoi deciso di leggere Uto del promettente e niente male Andrea De Carlo uno tanti romanzi arretrati che ho da leggere o che  inizio , ma poi  per sbadatezza o perchè magari  non mi prende da subito  li lascio   e  come sottofondo musicale il cd " L'arcangelo di  Ivano Fossati  . ad  un certo punto  è iniziata  la  5 canzone  quella che da il titolom al cd  ovvero L'ARGANCELO  :

<<

Viene di Latinamerica
Viene d'Africa
Con il passo lungo
Stancato dalla sete
Gabriele l'arcangelo
Vuole scappare nuotando
Per la porta del mondo
Dal mondo accanto
E vieni col vento
Vieni per la sete
Vieni a correre per le strade
Inciampare ancora
Un giorno mi chiederai da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera una bussola per pregare
Io lo so
Porta del mondo che giri in eterno
Togli ipiedi di quest'uomo dall'inferno
Ora
Il ragazzo è clandestino
Ma tiene un cuore eccellente
Che nessun sentimento
Gli basta e lo consola
Gabriele sulla Terra
Sa vivere senza nostalgia
Fu salvato dalle acque
Così gli basta e così sia
Che la speranza si compra
Ma tutto il resto si vende
C'è nuova gente alla porta
Che chiama ancora
E un giorno ci chiederà da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera una bussola per pregare
Io lo so
Vento di sabbia che soffi in eterno
Cancella i passi di questi figli
Dall'inferno
Ma ora
Viene da est
Da tutti i confini del mondo
Da tutte le guerre
Da tutta la fame
Da tutto il fango
Lui ne ha visto tanta
Di storia futura accelerando
Sempre correndo correndo
Gabriele scappando
Un giorno ti chiederò da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera un pensiero per parlare
Io lo so
Luce del mondo che vegli in eterno
Solleva lo sguardo di quest'uomo
Dall'inferno
Per sempre, ora.


>>

Ad  certo punto ho chiuso gli occhoi e rilassato alm emnte  , e  e mi sono ricordato di una bellissima catena
un po' lunga, infarcita di luoghi comuni, ma carina  (  che trovate  qui sotto  )  pubblicata sulla bacheca   di www.aaamici.it   dovro prima o poi ricordarmi di fare  l'intervista  ai fon datrori e la recensione del sito




PRIMA LEZIONE.
Dopo  qualche mese alla facoltà di medicina, il professore ci diede un questionario.Essendo un buon alunno risposi prontamente a  tutte le domande fino a quando arrivai all’ultima che era: Qual è il nome di battesimo della donna  delle pulizie della scuola? Sinceramente mi pareva proprio uno scherzo.Avevo visto quella donna moltevolte, era alta, capelli scuri, avrà avuto i suoi cinquant’anni, ma come avrei potuto sapere il suo nome di battesimo?  Consegnai il mio test lasciando questa risposta in bianco e, poco prima che finisse la lezione, un alunno domandò se l’ultima domanda del test  avrebbe contato ai fini del voto.E’ chiaro!, rispose il professore. Nella vostra carriera voi incontrerete molte persone. Hanno tutte il loro grado d’importanza. Esse meritano la vostra attenzione, anche con un semplice sorriso o un semplice ciao.
 Non dimenticai mai questa lezione ed imparai che il nome di battesimo dellanostra donna delle pulizie era Marianna.

SECONDA LEZIONE.

In una notte di pioggia  c’era una signora di colore, al lato della strada, il temporale era tremendo. La sua auto era in panne ed aveva disperatamente bisogno di aiuto. Completamente inzuppata cominciò a fare segnali alle auto che  passavano. Un giovane bianco, come se non conoscesse i conflitti razziali che laceravano gli Stati Uniti negli anni ’60, si fermò per aiutarla.Il ragazzo la portò in un luogo protetto, le procurò un meccanico e chiamò un taxi per lei. La donna sembrava avere davvero molta fretta, ma riuscì ad annotarsi l’indirizzo del suo soccorritore e a ringraziarlo. Passati sette giorni, bussarono alla porta del ragazzo. Con sua grande sorpresa era un corriere che gli consegnò un enorme pacco contenente  una grande TV a colori, accompagnata da un biglietto che diceva:Molte  grazie per avermi aiutata in quella strada, quella notte. La pioggia aveva inzuppato i miei vestiti come il mio spirito e in quel momento è apparso Lei. Grazie a Lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito moribondo poco prima che se ne andasse. Dio la benedica per avermi aiutato. Sinceramente,Mrs. King Cole

TERZA LEZIONE.


Qualche tempo fa quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino. Una cameriera gli portò un bicchiere d’acqua. Quanto costa un sundae? chiese il bambino.Cinquanta centesimi rispose la cameriera. Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle.Bene, quanto costa un gelato semplice?. In quel momento c’erano altre persone che aspettavano e la ragazza cominciava un po’ a perdere la pazienza. 35 centesimi! gli rispose la ragazza in maniera brusca. Il bambino contò le monete ancora una volta e disse: Allora mi porti un gelato semplice!. La cameriera gli portò il gelato e il conto. Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì. Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo cominciò a piangere perché lì, ad un angolo del piatto, c’erano 15 centesimi di mancia per lei. Il bambino non chiese il Sundae per riservare la mancia alla cameriera.

QUARTA LEZIONE
In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad  una strada.Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si prendeva la briga di togliere la grande roccia in mezzo alla strada. Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girare attorno alla pietra. Alcuni persino protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì.Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle
spalle; avvicinandosi all’immensa roccia poggiò il carico al lato della stradatentando di rimuovere la; roccia. Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola  al bordo della strada. Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c’era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.La borsa conteneva molte monete d’oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell’oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada. IL campagnolo   (e quindi tutti gli altri protagonisti delle lezioni precedenti ) imparò quello che molti di noi neanche comprendono : Tutti gli  ostacoli sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione



L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...