16.3.07

il telefono a scuola no ma con giudizio



Fra le tante   boiate  che  dice il ministro (  ex  Dc  )  Fioroni  in questi  giorni  ha detto una cosa  giusta  . Infatti  ha tirato in ballo i reality show (  i programmi più  volgari e degradati che esistano in tv  insieme ad alcuni
Talk show di rai e mediaset  o mediasetrai ) ha chiesto aiuto a Rai e Mediaset ed  ha colpevolizzato ( non lo biasimo e  gli do  ragione non ha  tutti i torti insomma )  quella cultura volgare \trash-spazzatura ovvero quella  omologante e degradata che porta all'emulazione  i nostri giovani ragazzi\e sopratutto quele  dela generazione degli anni '80\90 ormai privi,SIC,di ogni spirito critico ( salvo pochissimi  che  vengono per questo derisi o considerati matti perchè non si omologano  e  mantengono  uno spirito critico perchè non si omologano  e  mantengono  uno spirito critico  e quindi ed isolati  dal branco  ) e di valori  morali,culturali  ed  etici   che non siamo  esclusivamente  quelli imposti dela  globalizzazione  neoliberista   come  :  la  raccomandazione in ogni campo ( lavoro  , studio , carriera , ecc ) ,dell'endonismo a  tutti i costi  dell'omologazione  forzata  e  e del consimismo più sfrenato  e  alla ricerca di un protagonismo a qualunque costo". Come quando ripresero in classe il perizoma della prof in cui tutti infilavano le mani, o l'insegnante sfottuto dagli alunni, che lanciavano oggetti sulla cattedra mentre lui faceva lezione. Come quando alcuni studenti,solo per citare il caso più noto,ridacchianti maltrattarono, picchiarono e filmarono in aula un compagno autistico e il video fini  su Youtube   nella categoria    video  divertenti ( io di divertente  non ci vedo gran che ) finì subito tra i più cliccati.
Però    se  non si coinvolgono le  famiglie  è una  battaglia persa .  infatti    sulla stampa onliner  di oggi  16\3\2007    c'è  una intervista  al preside  di Bari Ugo  Castorina  che dice  delle cose importanti 






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Preside Castorina, l'intervento del ministro sull’uso dei cellulari sembra deciso. Per vietarne l'ingresso a scuola bisognerà aspettare una legge, ma nel frattempo potrete sequestrarli fino alla fine delle lezioni. Non è un significativo passo avanti?
«Sicuramente. Il ministro Fioroni l'ho incontrato a “Porta a Porta”: se si priva il ragazzo del telefono – gli ho detto - non mi sembra che sia un reato. I telefoni costituiscono una distrazione continua. Nella mia scuola abbiamo già provato a impedirne l'utilizzo. Alcuni ragazzi ci hanno risposto: “Se mi togli il telefono, lo diPreside Castorina, l'intervento del ministro sull’uso dei cellulari sembra deciso. Per vietarne l'ingresso a scuola bisognerà aspettare una legge, ma nel frattempo potrete sequestrarli fino alla fine delle lezioni. Non è un significativo passo avanti?
«Sicuramente. Il ministro Fioroni l'ho incontrato a “Porta a Porta”: se si priva il ragazzo del telefono – gli ho detto - non mi sembra che sia un reato. I telefoni costituiscono una distrazione continua. Nella mia scuola abbiamqui  o già provato a impedirne l'utilizzo. Alcuni ragazzi ci hanno risposto: “Se mi togli il telefono, lo dico a mio padre, e ti faccio aspettare all’uscita”. Oppure: “Ti faccio scrivere una lettera dall'avvocato”. Il problema è sempre lo stesso: coinvolgere le famiglie».
Ci ha provato?
«A febbraio ho inviato una lettera ai genitori, spiegando che sarebbe stato meglio lasciare a casa i cellulari. Li pregavamo di munirli di una scheda telefonica. Per le emergenze abbiamo i telefoni della scuola. Speravo fosse l'occasione per un confronto».
E invece che cosaPreside Castorina, l'intervento del ministro sull’uso dei cellulari sembra deciso. Per vietarne l'ingresso a scuola bisognerà aspettare una legge, ma nel frattempo potrete sequestrarli fino alla fine delle lezioni. Non è un significativo passo avanti?
«Sicuramente. Il ministro Fioroni l'ho incontrato a “Porta a Porta”: se si priva il ragazzo del telefono – gli ho detto - non mi sembra che sia un reato. I telefoni costituiscono una distrazione continua. Nella mia scuola abbiamo già provato a impedirne l'utilizzo. Alcuni ragazzi ci hanno risposto: “Se mi togli il telefono, lo dico a mio padre, e ti faccio aspettare all’uscita”. Oppure: “Ti faccio scrivere una lettera dall'avvocato”. Il problema è sempre lo stesso: coinvolgere le famiglie».
Ci ha provato?
«A febbraio ho inviato una lettera ai genitori, spiegando che sarebbe stato meglio lasciare a casa i cellulari. Li pregavamo di munirli di una scheda telefonica. Per le emergenze abbiamo i telefoni della scuola. Speravo fosse l'occasione per un confronto».
E invece che cosa è successo?
«Si sono sentiti vittime di un sopruso: hanno organizzato una manifestazione, all'uscita della scuola, bloccandomi all'interno. Non hanno compreso che si trattava di un intervento educativo. Il nervo scoperto è tutto lì: nel rapporto tra la scuola e la famiglia».
Il ministro prevede la sottoscrizione, all'inizio dell'anno, di un «Patto sociale di corresponsabilità»: le famiglie risponderanno direttamente dell'operato dei figli. Sono previste anche sanzioni pecuniarie. Qual è il suo giudizio?
«Bene. Ma il patto funziona se alle spalle dell'alunno c'è una famiglia presente. E quando non c'è? E' necessaria una sinergia con altre istituzioni. Magari con gli assistenti sociali. Se non fosse che il territorio è vasto e l'organico è scarso. Così ci sono bambini che restano abbandonati per strada. La nostra scuola già applica un patto, sottoscritto all'inizio dell'anno, con il quale la famiglia si impegna a osservare il nostro regolamento d'istituto. Ma se la famiglia è assente, il patto chi lo rispetta? E' per questo che sono stato aggredito».
Si spieghi meglio.
«Ho convocato i genitori di una ragazza che non frequentava la scuola. Avrei dovuto denunziare l'inadempienza alla magistratura, ma prima, ovviamente, ho provato a convincere la sua famiglia. La ragazza è madre. Per questo non frequenta l'istituto. Ma noi abbiamo la scuola serale, forniamo le baby sitter e quindi poteva frequentarla. Il nostro tentativo, però, non è stato gradito. E' stato visto come un'interferenza. Secondo i familiari, il preside doveva farsi i fatti suoi. Esistono contesti dove l'aggressività dei genitori è superiore a quella dei figli. Forse hanno bisogni materiali irrisolti».
Per fronteggiare il problema del bullismo sono state inasprite le sanzioni: la sospensione, infatti, potrà superare i 15 giorni. Si arriva anche all'esclusione dallo scrutinio e dalla maturità. Poi ci sono misure più pedagogiche: pulitura delle aule oppure piccole manutenzioni. E’ d'accordo?
«Assolutamente sì. La scuola ha il compito di promuovere, non di bocciare, ma promuovere significa far crescere. Quindi bisogna dare agli alunni tutto ciò che serve a crescere. Sanzioni incluse».
è Preside Castorina, l'intervento del ministro sull’uso dei cellulari sembra deciso. Per vietarne l'ingresso a scuola bisognerà aspettare una legge, ma nel frattempo potrete sequestrarli fino alla fine delle lezioni. Non è un significativo passo avanti?
«Sicuramente. Il ministro Fioroni l'ho incontrato a “Porta a Porta”: se si priva il ragazzo del telefono – gli ho detto - non mi sembra che sia un reato. I telefoni costituiscono una distrazione continua. Nella mia scuola abbiamo già provato a impedirne l'utilizzo. Alcuni ragazzi ci hanno risposto: “Se mi togli il telefono, lo dico a mio padre, e ti faccio aspettare all’uscita”. Oppure: “Ti faccio scrivere una lettera dall'avvocato”. Il problema è sempre lo stesso: coinvolgere le famiglie».
Ci ha provato?
«A febbraio ho inviato una lettera ai genitori, spiegando che sarebbe stato meglio lasciare a casa i cellulari. Li pregavamo di munirli di una scheda telefonica. Per le emergenze abbiamo i telefoni della scuola. Speravo fosse l'occasione per un confronto».
E invece che cosa è successo?
«Si sono sentiti vittime di un sopruso: hanno organizzato una manifestazione, all'uscita della scuola, bloccandomi all'interno. Non hanno compreso che si trattava di un intervento educativo. Il nervo scoperto è tutto lì: nel rapporto tra la scuola e la famiglia».
Il ministro prevede la sottoscrizione, all'inizio dell'anno, di un «Patto sociale di corresponsabilità»: le famiglie risponderanno direttamente dell'operato dei figli. Sono previste anche sanzioni pecuniarie. Qual è il suo giudizio?
«Bene. Ma il patto funziona se alle spalle dell'alunno c'è una famiglia presente. E quando non c'è? E' necessaria una sinergia con altre istituzioni. Magari con gli assistenti sociali. Se non fosse che il territorio è vasto e l'organico è scarso. Così ci sono bambini che restano abbandonati per strada. La nostra scuola già applica un patto, sottoscritto all'inizio dell'anno, con il quale la famiglia si impegna a osservare il nostro regolamento d'istituto. Ma se la famiglia è assente, il patto chi lo rispetta? E' per questo che sono stato aggredito».
Si spieghi meglio.
«Ho convocato i genitori di una ragazza che non frequentava la scuola. Avrei dovuto denunziare l'inadempienza alla magistratura, ma prima, ovviamente, ho provato a convincere la sua famiglia. La ragazza è madre. Per questo non frequenta l'istituto. Ma noi abbiamo la scuola serale, forniamo le baby sitter e quindi poteva frequentarla. Il nostro tentativo, però, non è stato gradito. E' stato visto come un'interferenza. Secondo i familiari, il preside doveva farsi i fatti suoi. Esistono contesti dove l'aggressività dei genitori è superiore a quella dei figli. Forse hanno bisogni materiali irrisolti».
Per fronteggiare il problema del bullismo sono state inasprite le sanzioni: la sospensione, infatti, potrà superare i 15 giorni. Si arriva anche all'esclusione dallo scrutinio e dalla maturità. Poi ci sono misure più pedagogiche: pulitura delle aule oppure piccole manutenzioni. E’ d'accordo?
«Assolutamente sì. La scuola ha il compito di promuovere, non di bocciare, ma promuovere significa far crescere. Quindi bisogna dare agli alunni tutto ciò che serve a crescere. Sanzioni incluse».
successo?
«Si sono sentiti vittime di un sopruso: hanno organizzato una manifestazione, all'uscita della scuola, bloccandomi all'interno. Non hanno compreso che si trattava di un intervento educativo. Il nervo scoperto è tutto lì: nel rapporto tra la scuola e la famiglia».
Il ministro prevede la sottoscrizione, all'inizio dell'anno, di un «Patto sociale di corresponsabilità»: le famiglie risponderanno direttamente dell'operato dei figli. Sono previste anche sanzioni pecuniarie. Qual è il suo giudizio?
«Bene. Ma il patto funziona se alle spalle dell'alunno c'è una famiglia presente. E quando non c'è? E' necessaria una sinergia con altre istituzioni. Magari con gli assistenti sociali. Se non fosse che il territorio è vasto e l'organico è scarso. Così ci sono bambini che restano abbandonati per strada. La nostra scuola già applica un patto, sottoscritto all'inizio dell'anno, con il quale la famiglia si impegna a osservare il nostro regolamento d'istituto. Ma se la famiglia è assente, il patto chi lo rispetta? E' per questo che sono stato aggredito».
Si spieghi meglio.
«Ho convocato i genitori di una ragazza che non frequentava la scuola. Avrei dovuto denunziare l'inadempienza alla magistratura, ma prima, ovviamente, ho provato a convincere la sua famiglia. La ragazza è madre. Per questo non frequenta l'istituto. Ma noi abbiamo la scuola serale, forniamo le baby sitter e quindi poteva frequentarla. Il nostro tentativo, però, non è stato gradito. E' stato visto come un'interferenza. Secondo i familiari, il preside doveva farsi i fatti suoi. Esistono contesti dove l'aggressività dei genitori è superiore a quella dei figli. Forse hanno bisogni materiali irrisolti».
Per fronteggiare il problema del bullismo sono state inasprite le sanzioni: la sospensione, infatti, potrà superare i 15 giorni. Si arriva anche all'esclusione dallo scrutinio e dalla maturità. Poi ci sono misure più pedagogiche: pulitura delle aule oppure piccole manutenzioni. E’ d'accordo?
«Assolutamente sì. La scuola ha il compito di promuovere, non di bocciare, ma promuovere significa far crescere. Quindi bisogna dare agli alunni tutto ciò che serve a crescere. Sanzioni incluse».
co a mio padre, e ti faccio aspettare all’uscita”. Oppure: “Ti faccio scrivere una lettera dall'avvocato”. Il problema è sempre lo stesso: coinvolgere le famiglie».
Ci ha provato?
«A febbraio ho inviato una lettera ai genitori, spiegando che sarebbe stato meglio lasciare a casa i cellulari. Li pregavamo di munirli di una scheda telefonica. Per le emergenze abbiamo i telefoni della scuola. Speravo fosse l'occasione per un confronto».
E invece che cosa è successo?
«Si sono sentiti vittime di un sopruso: hanno organizzato una manifestazione, all'uscita della scuola, bloccandomi all'interno. Non hanno compreso che si trattava di un intervento educativo. Il nervo scoperto è tutto lì: nel rapporto tra la scuola e la famiglia».
Il ministro prevede la sottoscrizione, all'inizio dell'anno, di un «Patto sociale di corresponsabilità»: le famiglie risponderanno direttamente dell'operato dei figli. Sono previste anche sanzioni pecuniarie. Qual è il suo giudizio?
«Bene. Ma il patto funziona se alle spalle dell'alunno c'è una famiglia presente. E quando non c'è? E' necessaria una sinergia con altre istituzioni. Magari con gli assistenti sociali. Se non fosse che il territorio è vasto e l'organico è scarso. Così ci sono bambini che restano abbandonati per strada. La nostra scuola già applica un patto, sottoscritto all'inizio dell'anno, con il quale la famiglia si impegna a osservare il nostro regolamento d'istituto. Ma se la famiglia è assente, il patto chi lo rispetta? E' per questo che sono stato aggredito».
Si spieghi meglio.
«Ho convocato i genitori di una ragazza che non frequentava la scuola. Avrei dovuto denunziare l'inadempienza alla magistratura, ma prima, ovviamente, ho provato a convincere la sua famiglia. La ragazza è madre. Per questo non frequenta l'istituto. Ma noi abbiamo la scuola serale, forniamo le baby sitter e quindi poteva frequentarla. Il nostro tentativo, però, non è stato gradito. E' stato visto come un'interferenza. Secondo i familiari, il preside doveva farsi i fatti suoi. Esistono contesti dove l'aggressività dei genitori è superiore a quella dei figli. Forse hanno bisogni materiali irrisolti».
Per fronteggiare il problema del bullismo sono state inasprite le sanzioni: la sospensione, infatti, potrà superare i 15 giorni. Si arriva anche all'esclusione dallo scrutinio e dalla maturità. Poi ci sono misure più pedagogiche: pulitura delle aule oppure piccole manutenzioni. E’ d'accordo?
«Assolutamente sì. La scuola ha il compito di promuovere, non di bocciare, ma promuovere significa far crescere. Quindi bisogna dare agli alunni tutto ciò che serve a crescere. Sanzioni incluse».

Inoltrer invece di sospenderli e bocciarli   che secondo dalla mia esperienza  scolastica  e  familiare ( mio padre  e  mia madre  ex professori  )   non serve  a  niente   visto che molti  video  ( ed  emulazioni varie  )   sono  atti vandalismo  ale strutture scolastiche   li   condannerei  come  ha fatto   un preside  di un liceo di Nuoro   ecco l'articolo del  Giornale  la  nuova sardegna del  15\3\2007  :
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Nuoro. Il preside di un istituto adotta un metodo ritenuto più efficace delle sospensioni Per punizione tinteggiano e puliscono l’aula  
«Insegniamo ai giovani la disciplina rendendoli partecipi della vita della scuola»Il mattino a lezione e da martedì prossimo rientri fuori programma

 NUORO. Al mattino con lo zaino e con i libri, al pomeriggio con i pennelli e i rulli per imbiancare, i guanti da lavoro e la spatola per raschiare le gomme da masticare attaccate sotto i banchi o dietro le sedie, abiti adatti alle pulizie perchè, va da sè, bisognerà pur ripulire dopo aver tinteggiato. Tremonti aveva inventato la contestata “finanza creativa”? C’è una scuola superiore a Nuoro dove preside e docenti hanno fatto di più. Hanno inventato le “punizioni creative”. Hanno deciso che le sanzioni disciplinari, le sospensioni ritenute spauracchio dei bad boys, non servano a nulla.

 Molto meglio convertirle in lavori socialmente utili come tinteggiare le pareti dell’aula o mettere a posto gli attrezzi che si usano in palestra. Partiamo dall’inizio. «Abbiamo avuto un problema disciplinare in una classe. Non legato al profitto, comunque non in tutti i casi. Avevamo due strade: applicare il regolamento in modo burocratico, e rifilare i canonici 5-10 giorni di sospensione. Oppure pensare a qualcosa che, anzichè allontanare i ragazzi dalla scuola, li rendesse ancora più partecipi e consapevoli », raccontano il preside e gli insegnanti della classe in questione. Di cui non diamo elementi identificativi per evidenti esigenze di tutela dei minori coinvolti. Che complessivamente sono quattro, quattro tra ragazzini e ragazzine - stessa classe - che al primo quadrimestre hanno rimediato 6 in condotta. Non che abbiano combinato qualcosa di terribile, sia chiaro, ma «una serie di comportamenti fastidiosi e infantili di disturbo, incompatibili con il rispetto reciproco e delle dinamiche interne alla classe», racconta il capo d’isituto. Che non vuole paternità speciali rispetto alle punizioni creative.
 «Non ho inventato nulla, è previsto dallo statuto delle studentesse e degli studenti regolato da un decreto del preside». Ma la verità è che non lo si è mai applicato. «Guardi, sarebbe davvero stato molto più semplice mettere in atto le solite sanzioni disciplinari. Prendi 6 in condotta? Ti caccio da scuola. E dopo la sospensione, li avremmo riavuti ancora più esacerbati verso l’istituzione. Ma non è questo il punto», continua il capo d’istituto. Il punto è che «volevamo parlare con i ragazzi. Soprattutto renderli partecipi, responsabilizzarli. Allora abbiamo deciso di percorrere questa strada». C’è stato un consiglio di classe «non è stato un processo, sia chiaro. È stato un percorso comune, docenti, ragazzi, i loro genitori. Tutti hanno avuto la possibilità di parlare. Abbiamo chiesto loro di provare a mettersi nei nostri panni: diteci cosa avreste fatto». I ragazzi non sono stupidi: capiscono che bere la Coca Cola quando l’insegnante spiega, oppure alzarsi dal banco per buttare la gomma americana durante l’interrogazione del compagno, oppure ancora mordicchiare il panino mentre si fa lezione non è urbano. Farà forse figo, così gli altri ridacchiano, ma è una distorsione comportamentale. Come farli riflettere? Fuor di dubbio la punizione deve attraversare vari stadi «per fare un esempio, questa classe non ha mai partecipato all’assemblea d’istituto e invece non devono escludersi, se volete questa costrizione è una punizione creativa». Ogni giorno di sospensione comminato si trasformerà in tre ore di lavoro da rendere al pomeriggio. A scuola. «Nella loro classe, il loro ambiente. Noi pensiamo che tutti i ragazzi debbano sentire un senso di appartenenza. Per esempio, nelle loro camerette, dove magari regna il caos, loro si sentono in qualche modo protetti. E allora, perchè non farli sentire protetti anche a scuola, nell’aula? Potrebbe diventare un’altra tana», dicono gli insegnanti. Ecco perchè la tinteggiatura alla quale sono stati condannati sarà un momento costruttivo. I colori dell’aula li sceglieranno loro: chi l’ha detto che la classe debba essere per forza bianca, solo perchè lo prevedeva il capitolato d’appalto dei lavori? «La coloreranno magari di azzurro, di verde. Decideremo tutti insieme». Intanto qualcuno di loro capirà il valore del muro pulito, visto che l’ha dovuto ritinteggiare. E magari, prima di sporcarlo con penne o quant’altro, o di danneggiarlo ciondolando con le sedie che finiscono per scheggiarlo ci penserà due volte. Con il meccanismo del rispetto, potrebbe anche scattare quello della protezione. «Quando uno di loro si comporta male, non viene isolato dal resto del gruppo. Perchè è difficile, perchè per loro è importante il senso di appartenenza, ma se imparano le logiche della buona condotta, e delle regole, con la fatica vera, saranno più portati a osservarle e a farle osservare», dice il preside. Certamente è servito discutere. E coinvolgere le famiglie. «Anche quelle dei ragazzi che non hanno preso il 6 in condotta. Volevamo che capissero che erano fatti di tutti, e non solo di quelli che in quel momento erano più turbolenti», chiariscono gli insegnanti. Famiglie senza armi: «Qualche mamma ha avuto un crollo. Poi hanno capito che serve la loro collaborazione, hanno capito che il circuito è composto da noi, loro e i ragazzi. Difficile sarebbe stato anche dire di no».
 «I giovani sono portati a rispettare le regole del gruppo, anche quando non piacciono, la sfida è fargli apprezzare il buono che c’è nelle regole della scuola, che insegnano a riflettere, ad applicarsi, a studiare, a collaborare, e se vedono che c’è un ritorno, che il tempo speso insieme è piacevole, sarà una fatica accettabile».
 Funzionerà? «Il 6 in condotta ha già funzionato. C’è stato un bel cambiamento comportamentale, anche se ogni tanto cercano di rialzare la cresta. Fanno le prove di forze, vogliono vedere fin dove possono spingersi».
 Intanto, i quattro giovanotti e le ragazze inizieranno martedì con i turni di lavoro. Un’imbiancatina non ha mai fatto male a nessuno. E togliere da sotto il banco le gomme masticate che magari hanno attaccato loro, sarà un po’ schifoso, ma capiranno che d’ora in poi devono vigilare perchè nessuno appicichi le Brooklin.In classe non si mastica.


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Concludo  con  : 1)  un libro  di una persona  lontana  anni luce da me  e dal mio modo di pensare , ma  quando ha ragione  ha ragione  non  importa se  di destra   o di  sinistra  , se reazionario o progressista .  Si tratta del libro   "  i selvaggi con il telefonino "  di
Maurizio Blondet, già inviato speciale de Il Giornale e di Avvenire, ha pubblicato per Effedieffe «I nuovi barbari», «11 settembre colpo di Stato in USA», «Cronache dell’Anticristo», «L uccellosauro ed altri animali la catastrofe del darwinismo», «Chi comanda in America», «Osama bin Mossad», «La strage dei genetisti», «Schiavi delle banche», «Israele, USA, il terrorismo islamico». Dirige il giornale on-line www.effedieffe.com  di cui avete   e  sicuramente  avrete modo  di leggere  sul nostro blog  alcunio articoli  postati  dalla  cdv   lucia  Merli . Eccone alcuni estratti  : << (... ) 

Il selvaggio col telefonino è l’immagine del nostro scadimento come popolo: non è che torniamo alla barbarie (magari), ma affondiamo ogni giorno di più nell’amoralità, nella volgarità, nella bassezza soddisfatta, nell’ignoranza compiaciuta, nella grettezza e mancanza di rigore - mentale prima che morale.

Questo genere di regresso è avvenuto nella storia d’Italia per l’abdicazione o la corruzione delle classi dirigenti, il contentarsi di essere quello che già siamo, il non chiedere più niente a noi stessi.E’ la dittatura collettiva del «fellah» urbanizzato.«Fellah» è la parola egiziana che indica il bracciante agricolo, in Italia il «cafone».(....) la dittatura collettiva del «fellah» urbanizzato.«Fellah» è la parola egiziana che indica il bracciante agricolo, in Italia il «cafone».IL cafone d’oggi ha il telefonino (o la Mercedes, o la laurea alla Bocconi) ma la sua mente resta quella dello zappatore.Il suo repertorio di curiosità e di ambizioni resta limitatissimo: il sesso, il «mangiare», il «vestire», il calcio, sono tutto ciò che esige dalla vita.
Questo tipo umano è estraneo alla cultura, all’arte, al pensiero, alle attività umane alte che costituiscono la civiltà; per lui sono inutili, e ne frena e ne soffoca la comparsa nella società.

Come lo zappatore quando va alla fiera del paese, diffida dei competenti, degli intelligenti, e in generale della complessità della vita, mentre dà cieca fiducia ai venditori di amuleti: è lui che ha arricchito le infinite Vanna Marchi della nostra vita collettiva, politica, mediatica e spettacolare. E’ lui che impone il suo «stile»: la maleducazione, la rozzezza, la vile violenza e la svaccata ineleganza che chiama «Made in Italy».

Questo libro tenta di essere un manuale di aristocratizzazione, di ri-educazione alla civiltà, che dichiara il suo debito, tra gli altri, al filosofo-educatore della modernità, Ortega y Gasset.(...)  continua qui >>
2)  con 
un video  preso  da  metello   con  una dele  ultime  ( almeno fin'ora  )  inciviltà  fatte  a danno  di   una prof 








lo so che  violo il principio etico e morale   di cui avevo parlato in uno dei  post precedenti  e che mia madre  giustamwente  e non a  torto  mi dice  che  faccio  loro pubblicità creando  in chi mi legge la  voglia di emulazione  e imitazione , ma    c'è  auto  censura  e auito censura  e   a chi mi critica rispondo come hanno risposto a dele critiche    : <<  questa è la realtà vista in presa diretta senza filtri, tutelare i giovani vuol dire capirli e perdonarli prima che formattarli e giudicarli...>> da  un utente  di www.metello.com che ha  postato  il  video  di un  spogliarello scherzoso  fattto  da  una  compagna  di classe    e che trovate qui  su metello questo non vuol  dire  che  concordi  con  questi video  o con tali comportamenti incivili e  beceri




15.3.07

Senza titolo 1697

Ho al dito un anello, nel cuore un messaggio,
un dolce sorriso, un infinito abbraccio,
una speranza, negli occhi di mare,
una vita da vivere e da amare…
che sia qualcosa di leggero,
che vola come un pensiero,
questo nostro calmo amore,
che non arriva con le onde del mare…
senza perdere un minuto,
vivendo tutto con la dolcezza di un istante,
senza perdere il controllo,
amando, volendo, cercando,
stare insieme nell’abbraccio della luna,
mistica come una runa,
leggo il tuo sorriso nei silenzi,
e nel mio letto sogno te, amore mio.

Senza titolo 1696













assimo Franco

Unione, caduto l'«alibi Ruini» La sfida ora viene dal Pontefice

 


Ma il rapporto Stato-Chiesa resta irrisolto nei due schieramenti














 
 
L' illusione un po' superficiale di una Cei «liberata» dal cardinale Camillo Ruini, e dunque meno arcigna verso l'Unione, sta già tramontando. Il martellamento di Benedetto XVI sulle leggi «contro la natura» che «politici e legislatori cattolici» non dovrebbero votare, non lascia margini. E il riferimento alla «coppia dell'uomo e della donna» come «nucleo fondante di ogni società», fatto ieri dal neopresidente della Cei, Angelo Bagnasco, chiude il cerchio di una continuità rocciosa. I rapporti fra Santa Sede e centrosinistra riemergono tormentati come prima.


Il modo stentoreo col quale la sinistra governativa denuncia l'«ingerenza vaticana», è la replica di un'incomunicabilità vistosa; e di categorie culturali datate, incapaci di rimodellare il dualismo Stato- Chiesa. Ma non offre novità neppure il sostegno acritico e a volte strumentale del centrodestra alle parole del Papa. Silvio Berlusconi è già immerso in una lunga campagna elettorale senza data del voto. E sembra scegliere il binomio Chiesa- ordine per logorare il governo. Le lodi al Pontefice e la presenza alla marcia del sindaco Letizia Moratti a Milano appaiono pezzi della stessa strategia.

Per l'Unione lo scontro assume contorni taglienti. La legge sulle unioni di fatto è in bilico. Ministri come Mastella e singoli eletti anticipano che non voteranno il provvedimento con una convinzione più forte che nel passato. Non significa che sono diventati numerosi: è solo più debole il fronte dei «Dico». E la pressione vaticana aumenta dopo le dimissioni di Ruini del 7 marzo.

Il rettore dell'ateneo Lateranense, monsignor Rino Fisichella, annuncia che la Cei discuterà la «Nota impegnativa» sulle unioni di fatto il 26 marzo, quasi in parallelo col Parlamento: una coincidenza quasi minacciosa. Ma soprattutto, le parole del Papa contengono espressioni che sono riferite alla situazione italiana. Si conferma un'offensiva concentrata sul Paese considerato la «vetrina» più vicina e strategica del cattolicesimo.

Non è detto che la pressione abbia successo. Ma sulla carta, al Senato i voti non bastano. E comunque, per il Vaticano il risultato sembra meno importante dell'esigenza di affermare principi «non negoziabili». Su questo sfondo, la sintonia che il centrodestra accredita viene incassata oltre Tevere, senza rilasciare deleghe. Ma per i cattolici al governo la situazione si complica. Il loro sforzo di distinguere fra laicità e convinzioni religiose potrebbe assumere contorni laceranti. Anche perché a tracciarli ora è Benedetto XVI: l'«alibi Ruini» è caduto.


             
Massimo Franco




14 marzo 2007
 

tratto da www.corriere.it



 


Senza titolo 1695

ho fatto tabula rasa con certe persone , con un po' di sofferenza ( ma essa a volte è imnnevitabile se si vuolew andare avanti e liberarsi di pesi ) perchè ero 7 anni che uscivo insieme a loro e  uno due  erano  anche  dei  cdv e  utenti di questo blog   sia  virtuali  che normali   . Per descrivere meglio tali sensazioni  e dedico a loro (  chi  vuole  capire  capire  capisce  )   ecco una canzone dei Pearl jam Album: "Vitalogy" (1994) ( trovate sotto il testo ) e l'esibizione live presa da youtube e : << regist Nothingman Sydney 7 November 2006 >>










"Nothingman"

once divided...nothing left to subtract...
some words when spoken...can't be taken back...
walks on his own...with thoughts he can't help thinking...
future's above...but in the past he's slow and sinking...
caught a bolt 'a lightnin'...cursed the day he let it go...
nothingman...
nothingman...
isn't it something?
nothingman...
she once believed...in every story he had to tell...
one day she stiffened...took the other side...
empty stares...from each corner of a shared prison cell...
one just escapes...one's left inside the well...
and he who forgets...will be destined to remember...
nothingman...
nothingman...
isn't it something?
nothingman...
oh, she don't want him...
oh, she won't feed him...after he's flown away...
oh, into the sun...ah, into the sun...
burn...burn...
nothingman...
nothingman...
isn't it something?
nothingman...
nothingman...
coulda' been something...
nothingman...
oh...ohh...ohh...



Nullità

Una volta divisi
Non c'è più niente da perdere
Alcune parole una volta pronunciate
Non possono essere rimangiate
Cammina da solo
Con pensieri che non riesce scacciare
Il futuro è lì davanti
Ma affonda stanco nel passato
È stato un colpo di fulmine
Maledetto il giorno in cui si è lasciato andare
[Ritornello]
Nullità
[x2]
Non è forse così?
Nullità

Una volta lei credeva
A qualsiasi cosa lui le raccontasse
Poi un giorno si fece forza
E il suo atteggiamento cambiò
Sguardi vuoti
Tra i due angoli di quella cella comune
Soltanto uno scappa
L'altro rimane nel pozzo
Ma colui che dimentica
Sarà destinato a ricordare
[Ritornello]
Oh, lei non lo vuole
Oh, lei non lo sosterrà più
Dopo che lui è volato via
Oh, verso il sole
Ah, verso il sole
Brucia
[Ritornello linee 1-3 x2]
Avresti potuto essere qualcuno
Nullità


la  traduzione e dei curatori  di questa  homepage  a cui vanno  i  ringraziamenti    www.newsky.it/musica/autori/

14.3.07

Senza titolo 1694

leggendo tali news  (  trovate sotto maggiori   dettagli )  l'unico commento   che mi viene   in mente  , oltre  l'indignazione  e la rabbia per  persone    cosi ciniche  è   che  all'imbeccilità   e al cinismo ormai  non c'è più limite  . A chi s'aspetta che riporti  il video  , rimarrà deluso\a  perchè :  esso  è  come dioce  l'articolo sotto  già stato tolto dal popolare sito di condivisione ( anche se credo che  ricomparirà   su www.metello.com oppure  su  www.tuovideo.it sito quest'ultimo dove  chi mette video  viene pagato ) . E poi  per  un motivo    morale  ed  etico   non  voglio    scendere allo stesso livello   di tali persone  ciniche  e  disgustose  che    pur  di godersio e  filmare lo spettacolo non chiiamano  soccorsi   o  non  tentano  di aiutare  uno che vive tale dramma  . Se mai  si dovesse scoprire chi  sono , oltre la  ramanzina  ,li farei lavorare   gratuitamente  in un  telefono amico  o prestare servizio  sociale   ai malati  psichici 

ecco la cronaca 

www.tgcom.mediaset.it/cronaca/
del 14\3\2007


Uomo tenta suicidio: filmato Carbonia, ragazze non chiamano aiuti

La moda di filmare con telecamerine portatili o, più semplicemente ancora, con i videofonini, dilaga, facendo dimenticare a volte il buon senso. A Carbonia, in provincia di Cagliari, un uomo è salito sulla torre Littoria con l'intento di suicidarsi. Alcune ragazze presenti, invece di chiamare aiuto, hanno approfittato per immortalare l'evento (con commenti del tipo: "Buttati!") e pubblicarlo poi su YouTube.Il filmato è già stato tolto dal popolare sito di condivisione di video. Un episodio che ha dell'incredibile che fa il paio con tutta la serie di atti di bullismo o di sesso filmati nelle scuole in tempi recenti. In fondo niente di nuovo sotto il sole. Da sempre per qualche la morbosità del guardare sopravanza il rispetto e la voglia di dare una mano all'altro. Se una volta, di fronte a un incidente d'auto, la gente rallentava per guardare la vittima sull'asfalto, oggi, in molti casi, scende dalla macchina e va a scattare foto o addirittura un bel filmato.
Esattamente come nel caso delle ragazze di Carbonia. Il filmato, che risale al 6 marzo scorso, non è chiaro sulla situazione. Non si capisce infatti se il protagonista sta tentando realmente il suicidio, se sia arrampicato in cima alla torre (alta 27 metri) per fare una bravata oppure, peggio ancora, se sia d'accordo con le ragazze inscenando un tentativo di suicidio da filmare rischiando però la vita davvero. Quello che più agghiaccia sono i commenti delle novelle cineaste, preoccupate di rendere al meglio la loro opera: "Però filma anche quando cade" si raccomanda una, "buttati" incita l'altra. Andy Wharol sosteneva che tutti hanno diritto ai loro 15 minuti di notorietà. Qualcuno sembra andare semplicemente in cerca dell'imbecillità.


 


 dallla  nuova sardegna www.lanuovasardegna.it del 14\3\2007


Su Youtube e su Tgcom il video del tentato suicidio del gay di Carbonia con terribili commenti«Inquadralo quando cade». «Dai, buttati»
Massimo Pibia sconvolto: «Deve saltare fuori chi ha messo in rete le immagini del mio gesto»

CARBONIA. «Se veramente mi volete aiutare, deve saltare fuori chi ha messo in rete le immagini del mio gesto». Massimo Pibia, 42 anni, gay, è colpito duramente. Il suo tentativo di togliersi la vita è finito sul portale di Youtube.com dove diciassettemila persone in un paio di giorni hanno visitato il video di un gruppo di adolescenti di Carbonia che hanno ripreso con il telefonino quel gesto disperato dalla torre Littoria e incalzandosi a vicenda osservano per riuscire ad immortalare l’epilogo al quale inneggiano a bassa voce con le frasi «dai buttati» e «prendilo quando cade».
 La notizia è stata ripresa sul Tgcom, che ha pubblicato il filmato, ritirato poi in serata sia da Youtube che da Tgcom. La mattina di martedì scorso Massimo era salito fin sulla Torre di piazza Roma, davanti al municipio, per denunciare la propria condizione di gay. Ma non solo la sua. Un messaggio disperato ribadito poi nella sala del consiglio comunale, dove l’assemblea civica, sindaco in testa, lo aveva invitato.
 Ma il dramma di quel martedì mattina è stato guardato anche con occhi e animo glaciali da un gruppo di giovanissimi, come rivela la voce, maschi e femmine. Non solo. Anche qualcun altro da una posizione vicina al palazzo comunale, ha filmato ma ha montato le immagini con delirante ironia montandoci sopra un balletto con il ritornello di un successo Anni Sessanta “stasera mi butto...” (questo fino a ieri sera era stato visto da circa quattrocento persone).
 Le riprese autentiche sono state inserite nel motore di ricerca da un gruppo identificato su Youtube con il login «selajin». Nell’audio, tra alcuni commenti distorti, si sentono nitidamente i commenti di due ragazze: «Però filmalo quando cade», dice la prima; «dai, buttati», incita l’amica. Il filmato è di breve durata. Nell’ultimo periodo il portale è stato al centro della cronaca e delle polemiche nazionali per avere raccolto filmati con episodi di bullismo e sesso ripresi con i cellulari all’interno di alcune scuole.
 Massimo è scosso. Proprio oggi, che deve essere ricoverato a Cagliari per una stenosi, domani l’intervento. «Mi rivolgerò ai carabinieri. Il responsabile deve saltare fuori. Io stavo rischiando la vita». Che prova a sapere che questi ragazzi inneggiano alla tragedia? «Molto dolore. Più rabbia della settimana scorsa. È ora di smetterla di infierire». Il segno di una società non educata a comprendere? «Sì, soprattutto quando una persona compie un gesto del genere». Ma lei lo ha fatto. «Sono contrario a chi arriva a questi limiti. Bisogna rispettare chi non c’è più, chi ha scelto questa strada». Un viaggio che lascia ferite profonde anche quando non si arriva a destinazione tragica. «Già, un gesto estremo come questo porta al verdetto di “malato”, “malato in testa”. Bisogna rispettare chi si toglie la vita».
 Ma quale era il suo obiettivo? «Guardi, ho tanta rabbia, è cresciuta via via nell’ultimo periodo. La televisione, micidiale con i suoi messaggi». Tutti contro i gay? «Ma anche tra i gay, tra noi c’è tanta invidia». Che cosa la addolora? «È poco dire addolorato. Non si può certo dire che essere gay è una scelta. Non si può dire “non mi va bene questa vita, ne faccio un’altra”. Soltanto chi è gay lo può capire». È una condizione difficile, questo lei vuole denunciare. «Certo, è una condizione: non c’è niente da fare. Ho sempre detto che non esiste maschile e femminile, esistono maschile, femminile e neutro. C’è il bianco, il nero ma anche la via di mezzo del grigio».
 Non occorre essere laici per per denunciare la propria condizione. «Sono credente, credo in un Dio». Vuol dire cattolico? «Vado in una chiesa ma sto bene quando è vuota. Se mi voglio confessare lo faccio, ma non voglio domande dei preti sul mio autoerotismo. È ora di finirla con queste pagliacciate».
 Insomma, una vita libera, senza pregiudizi. «Ho messo a rischio la mia vita. Ma non solo per i gay: l’ho fatto contro l’ignoranza». Denuncia tosta, spirito determinato. «Non mi sento un eroe, anzi mi sento un viogliacco per non avere fatto fino in fondo quel che poteva accadere».
 Per fortuna è andata così. È anche questo un messaggio di speranza, non le pare? «Oggi grazie a Dio, grazie ai pochi amici (pensavo di averne tanti), sto comprendendo tantissime cose». Per esempio? «Innanzitutto ai giovani, alle ragazze, alle donne, agli uomini, dico: non imitate quel che ho fatto. Pur essendomi considerato un codardo, ho mia madre che mi ama e qualche amico, a prescindere dal mio atteggiamento sessuale».

Infatti   come   ha  dichiarato   qualche  giorno  dopo  il  suo gesto  : << (  ...) Inizia così il suo discorso in consiglio comunale, "  Parlo da figlio a voi, ai genitori. Attenti ai vostri figli. E attenti ai vostri comportamenti. Se sarete razzisti rischierete di rompere il dialogo con loro. Non li conoscerete. E non saprete mai se sono come me, omosessuali  " (...)   " Mi sento un vigliacco per non avere avuto il coraggio di farla finita. Avevo 18 anni quando il mio amico Massimo si è suicidato, gettandosi sotto un treno. Poi altri due amici hanno fatto la stessa fine, morendo abbracciati. Anch’io ho tentato il suicidio più volte. La prima volta avevo 19 anni. Una scelta finale per una condizione che chi non è omosessuale non può comprendere. Non so quando mi sono accorto di essere così. Ma mi ricordo lo chock di mia madre quando lo ha scoperto. Non so neppure se ha influito l’ambiente familiare. Mio padre era di destra, mia madre di sinistra, e i litigi erano continui. Mi hanno segnato molto. Io non sono di destra nè di sinistra. Ma non capisco perchè i politici di destra sono contro di noi. Sono un credente, e non sono un mostro. Non sono d’accordo sulla possibilità di adozioni per le coppie gay. Ma non capisco perchè ci sia tanta contrarietà verso i Dico e contro le convivenze " . Sala muta e grande attenzione. Poi Massimo si alza, ringrazia e torna tra il pubblico. Scopo raggiunto, il suo, quello di poter raccontare sentimenti e situazioni ed essere ascoltato. Che poi domani sarà un giorno uguale a tanti altri che lo hanno ferito forse lo ha pure messo nel conto. Ma al momento non se ne preoccupa. ( dala  nuova cronaca di cagliari il  9\3\2007 )

  non  ti conosco  caro marco  , ma sono  con te   forza  e coraggio   ci sono passatro anch'io 




13.3.07

Senza titolo 1693

La  calabria  si sta' dando un risveglio in ambito dela legalità  oltre i  ragazzi di locri  www.ammazzatecitutti.org  riporto  quest'altra iniziativa   di questa  cooperativa 

18-21 Marzo - Street Performance 12/03/2007

In preparazione della giornata del 21 Marzo, l'incontro con Ablack Torrick del 10 Marzo scorso ha portato ottimi frutti. Le energie giuste hanno fatto cerchio attorno alla proposta di trasformare Parco della Liberazione (Polistena RC) in un luogo di confronto creativo, un modo di ribadire come l'arte ha la forza di segnare un cambiamento del (e nel) nostro territorio. Molti Writers calabresi e di altre regioni italiane hanno già comunicato piena adesione all'iniziativa! L'evento è aperto a tutti, ovviamente non solo writers. Vi aspettiamo numerosi per mantenere viva la memoria di tutte le vittime delle mafie e per rinnovare l'impegno a lavorare insieme per una "Calabria in movimento per la Giustizia Sociale"
per ulteriori informazioni 
La "Valle del Marro – Libera Terra” è una cooperativa sociale di tipo B che gestisce circa 30 ettari di terreni agricoli confiscati alla mafia nella Piana di Gioia Tauro. E’ la prima esperienza in Calabria del progetto “Libera Terra”, che promuove la nascita di imprese sociali nel settore agro-biologico su beni confiscati alla criminalità organizzata dando a giovani del territorio la possibilità di investire su un’opportunità di riscatto sociale e di sviluppo economico.
Con il sostegno della rete di Libera e della Diocesi di Oppido-Palmi, la “Valle del Marro – Libera Terra” opera in un territorio difficile puntando al raggiungimento di tre obiettivi fondamentali:
1. creare occupazione e reddito per mezzo dell’attività agricola in un territorio fortemente vocato ma penalizzato, spesso, dalle scelte degli operatori del settore;
2. promuovere lo spirito cooperativistico in un territorio caratterizzato da un forte individualismo economico;
3. diffondere una particolare sensibilità verso il tema della legalità in un’area a forte densità criminale.
Tre obiettivi sostenuti dalla convinzione che il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati sia un percorso formidabile di libertà dalla mafia.
Un cammino di liberazione che dà un significato nuovo alle parole di Cicerone: “Di tutte le cose dalle quali si può ricavare vantaggio, nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna è più dolce, nessuna più degna di un uomo libero”.( http://www.valledelmarro.it/Incontro_Torrick.asp )
Per chi volesse  sapere di più  sulle  loro iniziative  eccovi  l'url  se  nel caso nel manifesto  non si dovesse  leggere  riportato all'intero del volantino  www.valledelmarro.it


12.3.07

Senza titolo 1692


Io penso che una canzone, una poesia, un'immagine siano piccole gocce che possano sensibilizzare l'animo umano e far cambiare mentalità... Il mondo ha bisogno di pace se vuole continuare a vivere...



Comprendere ed accettare la diversità, in ogni sua forma, come punto d'incontro e di uguaglianza, non è solo un passo in più verso la civiltà, ma è il rispetto della vita altrui e di quella propria.


 "Ama te stesso come il prossimo tuo"



Auguro a tutti una vita con sempre più amore!


 

Senza titolo 1691

 donne  svegliatevi  contro  i  guardoni e la violenza   non sempre   succede  come in questo video  che   la  fortuna v'aiuti





 


Senza titolo 1690

 a  chi mi dice  che sono un inutile idiota o  un  catto comunista   rispondo    con questo video  muicale  estrapolato dal bellissimo film di  forest  gump




A  causa  dei consueti  problemi (  e la mia incapacità dovuta  ai  miei problemi di vista  ad  usare i codici )  fra la piattaforma  di splinder  e  le varie versioni di linux ( ubuntu   nel mio caso  ) le frasi   sottolineate in neretto di questo post  sono dei collegamenti ipertestuali  ( degli url insomma ) . Per  chi avesse commentato il post  citato sopra  quando era in  word progres   adesso  è  completato

Invito a riflettere


Come è possibile


che sia così difficile amare,


se poi sembra impossibile

11.3.07

Senza titolo 1689

Dopo le  vergognose dichiarazioni di Bossi prese da  www.tamles.net/ : <<


Tutto, ma l’elemosina no.
E l’elemosina è proprio quella che vuole metterci in mano Umberto Bossi, leader azzoppato della Lega Nord, il quale, a margine dell’assemblea del Parlamento del Nord, ha oggi dichiarato che «gli omosessuali hanno pur dei diritti che devono essere riconosciuti per legge, ma se sono gli stessi diritti della famiglia tradizionale è il caos. Quei poveracci, tuttavia, hanno qualche diritto.

E' doveroso e giusto riconoscere qualche diritto anche a loro». Dove i poveracci sono ovviamente i gay.
Il senatur ha poi concluso: «Sarebbe un errore fare le famiglie parallele, perché questo finisce per portar via diritti alla famiglia tradizionale».

Christian Poccia

 >>  


e  dopo  la lettura  sul nord sardegna (
www.ins.sm/ ) di oggi  11\3\2007  Leggo  questo bell'intervento ( che riporto  integralmente perchè tale  giornale  sia nell'edizione del nord sia nell'edizione del sud  non ha  un  archivio settimanale )  GiovanniD'Ercole *Sacerdote, opera don Orione (g.dercole@libero.it) :
<<



Alla violenza negli stadi    si risponde con leggi   più severe ; alle stragi   del sabato sera  - vera ecatombe di giovani[  termine con cui  non sonod'accordo perchè  non è solo limitate al sabato o al sacro santo fine settimana  ]  la risposta è ancora leggi più severe.
Quasi che basti fare una legge per risolvere i problemi. Dicevano un tempo che le leggi servono per essere applicate per i nemici ed inter pretate per gli amici. Più sono, più questo è possibile, grande è la confusione e paradossalmente aumenta l’ingiustizia.Sarebbe ora di dire basta perché a farne le spese siamo tutti, mentre nulla effettivamente cambia. Basti pensare ai provvedimenti più recenti relativi al  fenomeno della droga o alla regolamentazione del flusso  degli immigrati, alle norme del codice stradale, ecc .Le leggi hanno valore se sono poche, chiare e se chi le emana le fa applicare sempre . Altrimenti   si instaura la “dittatura deifurbi” che si servono delle leggi.
 Nel cuore di ogni uomo ci     sono incise delle norme, che chiamiamo la legge naturale e chenella bibbia  sono raccolte  nei 10 comandamenti. Basterebbe segirli  . Nell'antico testamento esistevano migliaia   di norme per ogni cosa . M a venne Geù no ad eliminare  ma  a portare  a compimento  il cammino leggislativo dell'umanità  riassumendo le norme in un solo precetto universale:l’Amore (per Dio e per il prossimo). Perché non seguirlo?
La vita è bella così, dice la  colonna sonora del film di Benigni, ciò che sogniamo è solo l’amore: «remember, what is real and what we dream is love alone”. E chi segue l’amore non fa il male

>>
sono  da  laico credente  sempre più convinto  della scelta   dei Dico / Pacs

                 



10.3.07

SERVI DI TUTTI I POTERI...POLITICANTI BURATTINI SENZA ETICA


I SERVI DEL POTERE



 


Si son forse mai visti


cervelli col circuito chiuso,


nei palazzi del potere?


 


Chi sono, allora, quei figuri


che al “sommo” condottiero


strappano l’ipocrita sorriso?


Vedrai intorno ai tiranni,


solo “mezze calze”,


flaccide membra


con la spocchia in tasca.


Li vedrai ronzar,


con la pendula lingua,


dalla testa oscillante


dal basso all’alto


in una ritmica danza,


con un occhio chiuso


e con l’altro cieco,


con le orecchie


in una sola direzione tese,


con una mano aperta


 e l’altra serrata,


con la bocca a manovella


 e con la gettoniera.


Non verrà mai toccato l’interruttore


 


1 Rosalba   2  Sgroia


 


Da “ Nero assenso”


poesie del dissenso


Fabio Croce editore 2003


 


Senza titolo 1688



dopo aver letto questa lettera a corrado Augiaus su repubblica  del 8\3\2007 che trovate scanerizzata  sotto ( e    di cui  ringrazio  lo staff    cdv comicomix / scarabocchio per  avermela  mandata ) e  il bellissimo  post di un'altra nostra  utente  rosalba sgroia[  1., 2  ]





sono d'accordo , soprattutto dopo la lettura   delle  espressioni  cosi retrogade  che  nel XXI dovrebbero essere estinte dei  tecon( in particolare dela  Binetti  vedere qui e   gli url  ad esso collegati )  e  dei neocon   con i dico \ pacs  anche per  gli omosessuali   anche se resto contrario dubbioso perla mia formazione  religiosa  al matrimonio  e   sull'adozione  dei bambini  da parte loro  .
Riporto
, per dovere di cronaca questo articolo della nostra  cdv benedettaj non condividendolo  ma   comprendendo ( perchè sarebbe da idioti  e da ipocriti  opporsi senza  cercare di comprendere  quello che è diverso e non la pensa  come  te  )  le ragioni  per chi volesse sentire  anche l'altra campana  . Perchè  come dicevo in un precedente post nel lontano  novembre 2006   al punto  X  : [...] mare una  persona  indipendentemente  del sesso ovvero << [...] quelli che platone chiamava in modo poetico i figli della luna  quelle persone che noi  continuiamo  a chiamare "gay" ,oppure , con una  trana forma di compiacimento "diversi" se non adirittura  culi [ o peggio   culattoni e altri termini  più volgari  ] (..)  >> ( De  Andrè  Milano tatro smeraldo 18 dicembre  1992  discorso che trovate  nel cd " ed avevamo gli gli occhi troppo belli  "pubblicato  da dalla  rivista A per ricordare  De Andrè [...] >> ogni uno è libero di amare   e di   vivere la proprioa sessualità (  etero ,  omosex   bisex )  come  vuole purchè non  si la imponga  a gli altri  con violenza  ( fisica  e psicologica  ) e la costrizione . Inoltre  : << il male non stà nel  godere   ma  è discutibile   e censurabile  farlo   contro la volonta   dell'altro , >> come dice il filosofo   Fernando Savater   nel suo ultimo libro  " I sette  peccati capitali  " << oltraggiando  fisicamente  e moralmente  >>

Mi sarebbe piaciuto andare a Roma  alla manifestazione  per i  pacs  qui u  estratto da   repubblica online  del 10\3\2007



<<

ROMA - Moltissime le persone in piazza Farnese, a Roma, per la manifestazione a sostegno del ddl sulle unioni di fatto organizzata da Cgil e dalle associazioni gay e preceduta dalle polemiche per la presenza dei ministri Pollastrini, Pecoraro Scanio e Ferrero. Scelta che "lascia perplesso" lo stesso premier Romano Prodi. Almeno 50 mila i partecipanti secondo gli organizzatori, bandiere colorate di partiti e associazioni,che che riempiono anche la vicina Campo de' Fiori.
Musica e slogan. Nella colonna sonora Madonna, Loredana Bertè,Annie Lennox.Toni generalmente sobri,anche se non mancano le note di colore.
Spicca il signor Antonio del 'Movimento uomini casalinghi ': scopa in mano, scola pasta e stendini per la biancheria in miniatura. Qualche striscione contro la senatrice teodem Paola Binetti: uno recita "Binetti, Binetti, noi deviati mentalmente è una frase da teo-demente...". In mezzo alla folla un uomo vestito da vescovo e un ex prete ortodosso, Dimitri Pica, che chiede al Papa "di pregare per gli omosessuali".(...  continua qui  )


>>



ma  per  motivi   di salute  e  problemi  che ci sono nei collegament (leggi continuità territoriale ) fra la Sardegna e ll resto dela pensola .
Concludo  consigliando  vedere l'omossesualità e\o  chi sceglie  di crearsi
una  famiglia senza  essere sposarsi e  rinchiudersi  nel vincolo del matrimonio   senza  fanatismo e  senza  pregiudizi     consiglio   quindi di leggere  Martin Mystère Gigante ( annuale ) n. 12  lo trovate  in edicola  e trovate  a  sinistra  loa copertina   Le dieci piaghe di :  Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales ; Disegni: Alfredo Orlandi Copertina: Giancarlo Alessandrini



S
poller
Un disastro dopo l’altro si abbatte su New York: gli abitanti fuggono, nessuno è al sicuro! New York viene colpita da una serie di avvenimenti catastrofici ricalcati sulle “dieci piaghe d’Egitto” e orchestrati da uno scienziato in cerca di vendetta contro la città. Chi è questo sconosciuto “genio del male”? E perché ha scatenato la sua furia sulla “Grande Mela”? Affiancato da una affascinante biologa, Martin Mystère segue il caso  e  …

Spoller

 con questo è tutto 

9.3.07

QUASI SERA

Si fà quasi sera,
mentre piano il
cuore si assopisce.

Non ha voglia di pensare,
ricordare
batte calmo
nel silenzio.

Luminose stelle
appaiono lontano,
compagnia di
tante sere.

Sola, son qui a non
pensare.

Tace l’anima del mondo,
nella luce di una candela
mi accarezza ciò
che resta di questa sera.

Senza titolo 1687

a chi mi dice che sono una frasca  o un frascone (  un doppio senso usato in gallura e a tempio  per  dire  per dire imbranato,pasticcione  , ecc )  oppure  sei come fantozzi rispondo meglio cosi  che  ultra precisino e ultra perfetto  .

8.3.07

W le donne, W gli uomini!

 


Il mio pensiero oggi è rivolto specialmente a quelle donne che non hanno ancora avuto modo di affermarsi come persone, che sono vittime e schiave di  quelle religioni e culture misogine  che le sottopongono a soprusi assurdi, a violenze morali e fisiche.



Qui da noi, a parte qualche realtà ai limiti della civiltà, e idiozie di questo genere poche storie. Noi donne, oggi come oggi, sappiamo come farci valere, si spera senza prevaricare, e se non ci riusciamo dipende anche da noi. Basta vittimismi!



Non mi piacciono le ideologiche divisioni  di genere...Auspico sempre un incontro tra i due mondi diversi, quello femminile e quello maschile, mondi che sono, però, dentro ognuno di noi e che dobbiamo scoprire e valorizzare. Anima e Animus, di junghiana memoria.


Sono sicura di non aver espresso la complessità del problema e allora vi chiedo: cosa  ne pensate?





1Rosalba 2Sgroia


 


P.S.


Adoro gli uomini sensibili, non sopporto i machi e i presuntuosi.


Lo stesso dicasi per le donne, per gli omosex, i transex!


Le buone qualità non hanno sesso.


Senza titolo 1686

in uno dei miei momenti di cazzeggio  leggendo  il  bellissimo e profondo  blog  della nostra  ( anche  se fin'ora non ha scritto )  solochiara più precisamente  trasparentemente.splinder.com/  ma  conosciuta attraverso il bellissimo  blog  ( al quale collaboro  anch'io anche se parla solo  al 90% al cuore  e  10% alla mente  ) leparoledellamore.splinder.com/  e  da  cui  ho  trovato questo  post 

<<


martedì, 27 febbraio 2007 - 14:27

b3



"Le religioni sono strade diverse che convergono verso uno stesso punto.Che importa se prendiamo strade diffenrenti, se raggiungiamo la stessa meta? "Mahatma  Gandhi


>>




Infatti   esso  è il mio modo \ maniera di vedere le religioni  e  dl credere in Dio  . Concordo  connquanto dicono  di   commenti di questo  blog  .


IL primo è del\la utente paceamore  ., mentre il secondo del\lla 'untente ilmercantedisogni.splinder.com oppure  acchiappasogni04.splinder.com/


Vedo  concocordo  con solachiara  e di tanto  in tanto con benedettaj  che per  evitare fondentalismi   occorre  è neccessario vedere le religioni in maniera laica  . Infatti  mal  sopporto le incessanti ingerenze   di tutte  le  gerarchie   (  nel caso italiano   quelle cattoliche  )   nella  legislazione  dello stato  o uno stato religioso   che ha unito durante  la storia  e in  alcune parti del mondo continua a farlo  potere  temporale   e potere politico   o  la streta  alleanza  del trono e dell'altare  . Ecco l'origine dei miei post polemici e critici qui e  su benedettaj.splinder.com


 



P.s


Buon  8 marzo a tutte  le mie  cdv  e  a tutte le donne della blogsfera   di qualunque  religione  e  cultura   politica  o politika  ( se volete sapere di cosa parlo leggetevi il libro " speranze " di Mario Capanna  o  cercate  nell'archivio del  blog  )  siano  .
Per  chi s'aspettava  un post  su  tale data rimarra deluso  perchè  ne  ho già parlato  il  7\3\2007 lo trovate qui  con allegato un divertente video  preso dal solito youtube 




Senza titolo 1685


VIVA LA PASSERA


La chiocciola
Viva la Chiocciola,
Viva una bestia
Che unisce il merito
Alla modestia.
Essa all'astronomo
E all'architetto
Forse nell'animo
Destò il concetto
Del cannocchiale
E delle scale:
Viva la Chiocciola
Caro animale.

Contenta ai comodi
Che Dio le fece,
Può dirsi il Diogene
Della sua specie.
Per prender aria
Non passa l'uscio;
Nelle abitudini
Del proprio guscio
Sta persuasa,
E non intasa:
Viva la Chiocciola
Bestia da casa.

Di cibi estranei
Acre prurito
Svegli uno stomaco
Senza appetito:
Essa sentendosi
Bene in arnese.
Ha gusto a rodere
Del suo paese
Tranquillamente
L'erba nascente:
Viva la Chiocciola
Bestia astinente.

Nessun procedere
Sa colle buone,
E più d'un asino
Fa da leone.
Essa al contrario,


La passera
Viva la passera,
una bestiola,
ch'è disdicevole
lasciare sola.
Essa a un filologo,
qual l'Aretino,
diede lo spunto,
pungente e fino,
degli epigrammi,
nei Suoi programmi.
Viva la passera:
felice fammi.

Sempre pacifica,
sempre graziosa,
essa è un volatile:
razza preziosa.
Per prender aria
ella apre l'uscio:
ospitalissima,
t'offre il suo guscio.
E, poi, si scusa
quando sta chiusa.
Viva la passera,
al gusto adusa.

Di corpi estranei
non ha prurito;
anzi ha uno stomaco
pien d'appetito.
Occorre dirglielo:
è un grande arnese;
le piace accogliere
quelle pretese
dell'altro sesso,
se ciò è permesso.
Viva la passera;
va detto spesso.

Suole concedersi
con tutta grazia
a chi lo merita:
non è mai sazia.
Per altro verso,
credete a me,
fa la difficile:
spesso lo è
con i cafoni
e i marcantoni.
Viva la passera,
dai giusti toni.

Varia natura
nei suoi begli anni,
lei privilegia
quei dongiovanni
che non nascondono
i loro intenti,
ma senza essere
dei prepotenti.
Cosa mirifica;
e ciò significa:
Viva la passera
bestia munifica.

Colombi inutili
che scacacciate
e in tutti i vicoli
sempre sporcate;
e voi castissimi,
tetri guardoni,
sepolcri pallidi
delle nazioni,
prego a cantare
l'intercalare:
Viva la passera
bestia esemplare


(©Antonio Fabi)



Gioia e serenità per tutti...
Giocosamente, Angelikamella §^_^§

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...