17.7.07

Senza titolo 1943

Francia, ondata di suicidi alla Renault


Rachele Gonnelli





robot in una fabbrica della Citroen, foto Ansa


Ormai è un'epidemia: sei suicidi in pochi mesi alla renault. E tutti e sei di operai specializzati e quadri che decidono di togliersi la vita proprio nella fabbrica. Come volessero segnare del proprio sangue quel luogo che li fa soffrire, scegliendo di non abbandonare mai il lavoro che hanno così tanta paura di perdere da perdere nel frattempo il sonno e la speranza. «Morti di delocalizzazione, denuncia il sindacato francese. Perché le morti bianche non sono solo per mancanza di misure di sicurezza e caschi.

L'ennesimo caso è di martedì 17 luglio e tocca la storia di un "colletto bianco", un altro dipendente del gruppo automobilistico che si è suicidato nel suo ufficio nello stabilimento di Mulhouse, nell'est della Francia. Sale così a sei il numero di suicidi di dipendenti dello stesso gruppo dall'inizio dell'anno.


I sindacati hanno espresso «inquietudine» in relazione a «forti pressioni sui luoghi di lavoro». Ricordano che tre dipendenti dello stabilimento Psa Peugeot-Citroen di Mulhouse si erano suicidati a maggio. Un altro caso nello stesso stabilimento era avvenuto ad aprile. Altri tre casi di suicidi si erano avuti nei mesi scorsi in altre sedi Renault. Secondo il sindacato dei lavoratori l'incremento dei suicidi per motivi di lavoro è dovuto «al clima di ansia che regna nell'impresa», come lo stress legato alle minacce di delocalizzazione o alla «concorrenza tra i giovani ingegneri ed i vecchi tecnici».


Se la Fiat sceglie la Polonia per la nuova auto di punta, la NuovaCinquecento, il gruppo Peugeot-Citroen che ha inglobato la vecchia Renault ha abbandonato lo storico stabilimento di Flins per costruire la Twindo2 nel modernissimo impianto di Novo Mesto in Slovenia. E già produce 900 mila auto all'anno in Slovacchia, dove oltre a salari che costano un terzo di quelli francesi, già nel 2002 quando la corsa all'Europa dell'est è partita per le case automobilistiche occidentali il governo assicurava sgravi e finanziamenti a fondo perduto talmente consistenti che anche i coreani hanno deciso di delocalizzare lì. Grazie ai contributi statali per l'urbanizzazione delle aree industriali pari al 65% della spesa e altre facilitazioni e agli investimenti, le fabbriche della Slovacchia sono ora molto competitive. Hanno una produttività altissima nelle nuove linee di montaggio informatizzate. Si calcola che nella nuova fabbrica-modello di Zilina della Kia, per ogni operaio - e sono 10mila - ci siano tre robot.


Robot, lavoratori meccanici al posto di operai francesi o coreani, come in questo caso. Recentemente il Consiglio economico e sociale, un organo istituzionale consultivo, aveva stimato che ogni giorno in Francia una persona si suicida per motivi legati al proprio lavoro: troppo stress, carichi, precarietà, pressioni psicologiche e di performance, depressione. Difficile tenere il passo. La Francia si piazza al terzo posto tra le nazioni dove «le depressioni legate al lavoro» sono le più numerose. Al vertice oltre agli Stati Uniti, dove si sa perdere il lavoro spesso significa perdere tutto - casa, auto, protezione sociale medica, relazioni sociali - c'è ora l'Ucraina. Terza la Francia, appunto. Sono i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità. Nicolas Sarkozy ha vinto le elezioni anche promettendo l'aumento dello Smic - il sussidio di disoccupazione - e la lotta alla precarietà del lavoro.


La disoccupazione è all'8,1 percento in Francia, ai minimi dell'ultimo quarto di secolo. Ma la precarietà del lavoro, generalizzata nei contratti dei giovani, si è estesa anche a fasce d'età non più giovanili. Solo un anno e mezzo fa i giovani contestavano in piazza il contratto di primo impiego, il Cpe, sorta di salario d'ingresso per usare una teminologia italiana. Oggi sono i meno giovani che invece di protestare non hanno più la forza.

Carinerie

lettera di Salvatore borsellino ( fratello di paolo ) ai magistrati





N.b
Ringrazio  In Video Veritas del  22-mar-2006 www.invideoveritas.tk
per Ultima intervista, rilasciata dal giudice Borsellino a giornalisti francesi prima dell'attentato che lo uccise. Borsellino spiega chi è Vittorio Mangano ed i suoi legami con la Mafia e con Dell'Utri. La qualità video non è delle migliori,vero, ma l'audio è significativo ed importante per comprendere  l'articolo sotto riportato segnalatomi dal forum profilico e pensante   di www.ammazzatecitutti.org
Per maggiori informazioni su Vittorio Mangano,lo stalliere  di Berlusconi  http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Mangano


Lettera aperta di Salvatore Borsellino: " Ancora tante domande senza risposta"  www.lasicilia.it





PALERMO - Sono ancora tante le domande senza risposta nella strage di via D'Amelio, il 19 luglio '92 a Palermo, in cui morirono il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta massacrati dall'esplosivo nascosto in una Fiat 126. Ne è convinto il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, che in una lettera aperta chiede di avere alcune di quelle risposte. "Chiedo al procuratore Pietro Giammanco - scrive - allontanato da Palermo dopo l'assassinio di Paolo perché non abbia disposto la bonifica e la zona di rimozione per via D'Amelio. Eppure nella stessa via, al n.68 era stato da poco scoperto un covo dei Madonia e, a parte il pericolo oggettivo per l'incolumità di Paolo Borsellino, le segnalazioni di pericolo reale che pervenivano i quei giorni erano tali da far confidaLettera aperta di Salvatore Borsellino: "Ancora tante domande senza risposta"  Sono ancora tante le domande senza rire da Paolo a Pippo Tricoli lo stesso 19  luglio: 'è arrivato in città il carico di tritolo per me'". La stessa domanda Salvatore Borsellino la pone all'allora prefetto di Palermo Mario Jovine."Chiedo alla Procura di Caltanisseta - prosegue - e in particolare al gip Giovanbattista Tona, il motivo dell'archiviazione delle indagini relative alla pista del Castello Utveggio: eppure proprio da questo luogo partirono, subito dopo l'attentato, delle telefonate dal cellulare clonato di Borsellino a quello del funzionario del Sisde Contrada. Chiedo alla stessa Procura di Caltanissetta, e sempre allo stesso gip, i motivi dell'archiviazione dell'inchiesta relativa ai mandanti occulti delle stragi". Borsellino chiede alla procura nissena "di non archiviare, se non lo ha già fatto, le indagini relative alla sparizione dell'agenda rossa di Paolo e di chiarire il coinvolgimento di tutte le persone, dei servizi e non, in essa coinvolte".


"Chiedo all'ex senatore Nicola Mancino di sforzare la memoria per raccontarci di che cosa si parlò nell'incontro con Paolo nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte.O spiegarci perché, dopo avere telefonato a mio fratello per incontrarlo mentre stava interrogando Gaspare Mutolo, a sole 48 ore dalla strage, gli fece invece incontrare il capo della Polizia Parisi e il funzionario del Sisde Contrada", continua Salvatore Borsellino. "Da quell'incontro - aggiunge - Paolo uscì sconvolto tanto, come raccontò lo stesso Mutolo, da tenere in mano due sigarette accese contemporaneamente". Per Salvatore Borsellino solo Mancino può riferire di quel colloquio perché altrimenti "a causa della sparizione dell'agenda rossa di Paolo, non saremo mai in grado di saperlo. E in quel colloquio si trova sicuramente la chiave dalla sua morte e della strage di Via D'Amelio"."Non ho accettato l'indennizzo che lo Stato mi avrebbe dato, dietro mia domanda, per la morte di Paolo - continua -. Si trattava, se non ricordo male, di 50 milioni di lire". "Sarebbe mio diritto 'pretendere' dallo Stato - dice - di conoscere la verità sull'assassinio di Paolo, ma da 'questo' Stato, da cui non ho accettato 'l'indennizzo' che pretendeva di offrirmi quale fratello di Paolo, indennizzo che andrebbe semmai offerto a tutti i giovani siciliani e italiani per quello che gli è stato tolto, sono sicuro che non otterrò altro che silenzi".


"Di quante altre stragi, di quanti altri morti avremo ancora bisogno perché da parte dello Stato ci sia finalmente quella reazione decisa e soprattutto duratura, come finora non è mai stata, che porti alla sconfitta delle criminalità mafiosa e soprattutto dei poteri, sempre meno occulti, a essa legati?". "Di quante altre stragi avremo bisogno - aggiunge - perché venga finalmente rotto quel patto scellerato di non belligeranza che, come disse il giudice Di Lello il 20 Luglio del 1992, pezzi dello Stato hanno da decenni stretto con la mafia e che ha permesso e continua a permettere non solo la passata decennale latitanza di boss famosi come Riina e Provenzano ma la latitanza e l'impunità di decine di 'capi mandamento' che sono i veri padroni sia di Palermo che delle altre città della Sicilia".Salvatore Borsellino: "L'incontro con Mancino ha dei riscontri"

 "Se è vero che le dichiarazioni di un pentito come Gaspare Mutolo non possano assumere da solo valore probatorio se non suffragate da solidi riscontri è anche vero che di riscontro ne esiste almeno uno, e incontrovertibile, dato che è siglato dallo stesso Paolo Borsellino". Così Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio di 15 anni fa, replica al senatore Nicola Mancino, che ieri aveva affermato di non aver avuto alcun incontro con Paolo Borsellino.

"In merito alla persistenza delle lacune di memoria del senatore Mancino sull'incontro con Paolo Borsellino del primo luglio 1992 - aggiunge in una nota -, evidenti dalla sua risposta alle mie dichiarazioni e preoccupanti per chi è stato chiamato alla vicepresidenza del Csm, ritengo mio dovere fargli notare nella sua seconda agenda, quella grigia in possesso dei suoi familiari, che, essendo stata lasciata a casa da Paolo il 19 luglio non ha potuto essere sottratta come quella rossa, mio fratello ha annotato: '1 Luglio ore 19:30: Mancino'. In quanto alla credibilità dello stesso Mutolo - aggiunge Salvatore Borsellino -, il quale riferisce la frase di Paolo durante l'interrogatorio: 'devo smettere perché mi ha chiamato il ministro, manco mezzora e torno...', devo ricordare al senatore Mancino che è proprio grazie alle dichiarazioni di Gaspare Mutolo che il dottor Bruno Contrada, funzionario del Sisde, ha potuto essere condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione".

"Inoltre - conclude Salvatore Borsellino - lo stesso Vittorio Aliquò (all'epoca procuratore aggiunto ndr) ha dichiarato di aver accompagnato Paolo fino alla soglia dell'ufficio di Mancino, ed è impossibile credere che lo stesso non possa ricordare di avere incontrato non un qualsiasi magistrato tra i tanti che quel giorno 'venivano a complimentarsi per la mia nomina' ma un giudice ad estremo rischio di vita che in quei giorni era al centro dell'attenzione di tutti gli italiani".

Codice della sicurezza alimentare


Signori devo smentire il tg di mediaset perchè oggi ho sentito una notizia non vera: parrebbe che il Ministero della Salute stia predisponendo un codice per la sicurezza alimentare che abrogherebbe le sanzioni penali dall'ambito della materia alimentare...beh, non è vero!


Innanzitutto il codice non è ancora finito e non so chi abbia fatto trapelare notizie così riservate di cui dovrà rispondere. Poi l'articolo 4 è ancora in via di definizione perchè, dopo aver dato la definizione di "grave rischio alla salute" prevede due casi:


- dolo, ossia quando un produttore e/o un commerciante con dolo (coscientemente mette in commercio una sostanza adulterata che probabilmente produrrà un grave danno alla salute e questo è il suo obiettivo: creare un danno a qualcuno) commercia sostanze adulterate e/o che possano produrre un grave danno alla salute. Per questa fattispecie è ancora previsto il penale (nel caso concreto si rinvia alla famosa legge n. 283 del 1962);


- colpa, si ha quando un produttore e/o un commerciante mettono in circolazione, per sbaglio, un prodotto alimentare che può creare un grave danno alla salute. Per questa fattispecie sarebbero previste solo sanzioni amministrative.


Tutto questo considerando che il penale dovrebbe sempre essere l'estrema ratio.


Inoltre la legge 283 del 1962 è stata approvata in un'altra Italia, quella del dopoguerra e della vera deregulation, quando producevano tutto tutti senza freni e senza controlli...quello che sta succedendo ora in Cina! Negli anni gli articoli fondamentalisti di quella legge hanno creato danni di milioni alle casse di floride società per presunti scandali poi rivelatisi cantonate colossali (vi ricordate la bufala dei bastoncini findus che ci volevano far credere contaminati con non si sa bene quale sostanza?), e tutto perchè chi fa le analisi e i controlli, spesso, non li sa fare o non li vuole fare bene.


Ma pensate veramente che una grande società si va a sputtanare il marchio e la faccia perdendo milioni di euro nonchè di clienti per non pulire una linea di produzione o per reperire materie prime adulterate?!


Inoltre ci sarebbe il problema della personalità della responsabilità penale: l'imprenditore non sarà mai il soggetto che di fatto mette il prodotto alimentare nella confezione...e allora perchè dovrebbe rispondere lui e la sua società tutta dell'operato di un operaio pazzo e/o depresso e/o con istinti di omicidio che mette sostanze anomale nella confezione? L'unica arma che ha è il licenziamento, ma ha efficacia solo ex post...e prima? Può fare un'indagine al casellario giudiziale, ma se il soggetto ha degli avvocati abili e rapidi...


PS: posso smentire la notizia in quanto partecipo al tavolo per la redazione del codice come parte interessata, e ad oggi non ho ricevuto ulteriori news rispetto alla bozza di 10 giorni fa circa.


PPS: ora il testo sta alle regioni...mi sa che la notizia l'hanno diffusa loro per rimettere tutto in discussione: vogliono mantenere alle ASL il controllo!


una grande vittoria dell'antimafia in sardegna

  dalla  nuova  sardegna  del 16-7\2007 di paola Farina
Gergei, i ragazzi di don Ciotti liberano la villa della mafia

SASSARI. Ripuliranno erbacce, sgombereranno il terreno da centinaia di copertoni, rimetterano a posto cancellate rugginose e divelte. Dal 16 al 28 luglio, un gruppo di giovani tra i 18 e i 35 anni saranno impegnati a rimettere a nuovo quella che era una lussuosa villa con piscina, maneggio, pista di kart e una pizzeria-discoteca.
 Quella villa, che sorge a Gergei nella località Su Piroi, apparteneva ad una organizzazione criminale del Sarcidano. Nel 2000 è stata confiscata dallo Stato e poi assegnata all’associazione cagliaritana «La Strada» che si occupa di formazione alla legalità. I quindici giovani, provenienti un po’ da tutto il mondo, che, armati di vanga, rastrelli, pennelli e quant’altro necessario ai lavori di manutenzione vi saranno impegnati, partecipano al campo estivo promosso da Libera, l’associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti, Legambiente, la stessa associazione «La Strada» e il Csv (Centro di servizio per il volontariato) Sardegna solidale. Fatica manuale assicurata la mattina, mentre al pomeriggio i volontari saranno impegnati in una serie di seminari e lezioni. Tra gli ospiti Antonio Maruccia, il nuovo commissario governativo per i beni confiscati, il deputato Peppe Lumia, componente della commissione antimafia e lo stesso Don Ciotti. La villa di Su Piroi è quindi uno degli immobili strappati alle organizzazioni criminali che hanno già avuto una destinazione sociale come prevede la legge. «La stiamo predisponendo per farne il centro d’incontro del volontariato sardo - spiega il professor Giampiero Farru, referente di Libera nell’isola e presidente del Csv Sardegna solidale -. Viene già utilizzata come sede per incontri tra associazioni del sociale, e campi estivi e invernali per scout. Ma che fatica mettere a posto questa proprietà... Quando è stata assegnata definitivamente, abbiamo trovato uno sfacelo». Quattro anni di abbandono e di raid che l’hanno spogliata di tutto quanto potesse essere riutilizzato, l’avevano ridotta quasi a un rudere. «Complice l’assenza di controlli, i ladri hanno portato via oggetti e arredi di ogni tipo - ricorda Giampiero Farru - Adesso, continuiamo a riattare i locali, e con il campo estivo ci prefiggiamo di compiere ulteriori lavori necessari. C’è da ripulire l’area delle erbacce, considerato il grosso rischio di incendi, da rimuovere qualcosa come duemila pneumatici che si sono accumulati, da rimettere in sesto le stradine interne di comunicazione. I volontari attesi per i prossimi giorni avranno davvero molto da fare. Ma è soltanto mettendo in campo tutte le nostre forze che possiamo permetterci di affrontare il costo di una ristrutturazione». E qui Farru mette il dito su due degli aspetti che più ostacolano le associazioni destinatarie dei beni ad uso sociale. «Ci troviamo difronte al paradosso per cui ci viene consegnato un bene di alto valore ma senza alcuna risorsa per renderlo fruibile - fa notare -. Di qui le difficoltà che ne derivano, considerato che dobbiamo provvedere direttamente con quanto abbiamo a disposizione e non sempre questo ci consente di predisporre gli interventi necessari in tempi rapidi». L’altro argomento è che «trascorre purtroppo troppo tempo dal momento in cui gli immobili vengono confiscati a quello in cui vengono assegnati - sottolinea Farru -. Questo comporta che molti beni si deteriorino, come è avvenuto nel caso della villa di Su Piroi. E questi tentennamenti e intoppi non hanno ragione di esistere. Terreni e abitazioni sequestrati sono frutto dell’illegalità e la loro nuova destinazione d’uso serve a siglare un’esproprio che tocca nei loro interessi le lobby criminali. Un messaggio chiaro che si deva dare anche accelerando le procedure di consegna».
Esso  è, significativo  perchè  come testimonia sempre  lo stesso  giornale  l'isola  è stata , e purtroppo  lo  è tutt'ora,dagli anni '70 terra  di fortissime infiltrazioni mafiose  .

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Dalla banda della magliana alla camorra Tante le organizzazioni di primo piano con investimenti nell’isola  Sassari. In Sardegna sono sessantadue. Tanti i beni immobili confiscati dallo Stato in base alla legge antimafia che si applica anche ai reati di criminalità comune, dai sequestri di persona fino all’usura e alla ricettazione. Un patrimonio del valore di decine di milioni di euro che comprende appartamenti, locali commerciali, cantine, box, terreni edificabili, agricoli e fabbricati rurali.
 Acquisti eseguiti con i proventi dei traffici illeciti di singoli e di organizzazioni criminali che hanno scelto anche la Sardegna per riciclare denaro sporco. Prestanome, personaggi in odore di mafia, truffatori, componenti di gang che hanno fatto la storia della criminalità in Italia, come l’arcinota banda romana della Magliana, ma anche protagonisti di primo piano dell’Anonima sequestri. Un mix variegato con il denominatore comune della delinquenza e degli investimenti in terra sarda, anche in zone a sviluppo turistico, a conferma del fiuto per gli affari dei gruppi della malavita.
 Un’attività che ha avuto un freno dalla legislazione vigente. Ora quei beni messi assieme dalle holding dell’illegalità e da personaggi di spicco della malavita vengono assegnati per usi sociali: negli anni sono diventati sedi del volontariato, centri per anziani, tossicodipendenti o per le famiglie, aree destinate a verde pubblico e punti di aggregazione.
 Un lungo iter e molto sangue avevano accompagnato negli anni la formulazione della legge 109 del 1996, quella che strappando i patrimoni frutto di attività illecite alle lobby del crimine li mette a disposizione di tutti. Nel 1982 il deputato siciliano del Partito comunista, Pio La Torre, presentò un disegno di legge che definiva per la prima volta l’associazione di tipo mafioso, e introduceva il sequestro preventivo e la confisca dei beni alle cosche sullonda dell’orrore e dell’indignazione suscitati dalla serie di omicidi provocati dalla guerra di mafia dei primi anni Ottanta.
 Ma vediamo dove e a chi, in Sardegna, sono stati strappati gli immobili. Villasimius è il Comune che conta il maggior numero di confische, tutte eseguite nel 1998: ben 19 tra appartamenti, terreni edificabili e agricoli. Vengono utilizzati come sedi di associazioni, centri per il tempo libero e aree per utilità sociali. Gallura.
 A Loiri Porto San Paolo, dietro il villaggio I fari, di cui sono stati sequestrati 14 tra appartamenti e box, si nascondevano nomi legati alla banda della Magliana. Ma in questo caso lo Stato ha tenuto per sé le strutture, destinandole ad alloggi di servizio.
 A Golfo aranci sono stati confiscati terreni agricoli che, come nel caso precedente, facevano riferimento a personaggi della stessa Magliana. Nel territorio di Cannigione la magistratura ha bloccato aree ed edifici che risultavano intestati alla convivente di un imprenditore della capitale. La coppia era stata indagata per mafia verso la fine degli anni 90 e le indagini, che avevano portato al sequestro di beni per 40 miliardi, avevano messo in luce, anche in questo caso, rapporti con la banda della Magliana e con la nuova Camorra organizzata del boss Raffaele Cutolo.
 Oristano. Sequestrato l’appartamento di un imprenditore siciliano sospettato di collusioni con la mafia. Quartu. Bloccata la villa di un imprenditore. Nel nord-ovest dell’isola i sequestri hanno riguardato le proprietà di personaggi minori della criminalità legata soprattutto a piccole truffe ed usura. Il patrimonio portato via dallo Stato comprende un appartamento con due garage in viale Umberto e due box in via Dalmazia, a Sassari, e un appartamento con box e autorimesse ad Alghero. Calagonone. Sequestrato un appartamento. Lula.
Un appartamento sequestrato è stato destinato all’amministrazione comunale che lo utilizza come centro per anziani. Dunque, anche in Sardegna sembra avere trovato un uso positivo la legge che attacca direttamente il patrimonio della criminalità.
Un lungo iter e molto sangue avevano accompagnato negli anni la formulazione della legge 109 del 1996, quella che, strappando i patrimoni frutto di attività illecite alle organizzazioni della malavita, li mette a disposizione di tutti.
Nel 1982 il deputato siciliano del Pci, Pio La Torre, presentò un disegno di legge che definiva per la prima volta l’associazione di tipo mafioso, e introduceva il sequestro e la confisca dei beni alle cosche mafiose sull’onda dell’orrore e dell’indignazione suscitati dalla serie di omicidi susseguenti alla guerra di mafia dei primi anni Ottanta. Il 3 settembre dello stesso anno La Torre fu ucciso e, come rivelò successivamente il pentito di mafia Leonardo Messina, a dare lordine fu il boss Totò Riina, capo dei corleonesi, proprio a causa della proposta di legge presentata dallesponente comunista sui patrimoni dei mafiosi. Stessa sorte sarebbe toccata al generale Della Chiesa, che aveva sviluppato la proposta di La Torre. Ma intanto, il provvedimento era stato promulgato nello stesso anno come legge Rognoni-La Torre, con un appoggio bipartisan in Parlamento. La legislazione demergenza ha continuato a funzionare nonostante l’assalto della mafia ad esponenti politici e magistrati. All’inizio degli anni Novanta erano state create prima la Direzione investigativa antimafia (DIA), che ha il compito di coordinare l’attività informativa e di indagine e successivamente la Direzione nazionale antimafia, più conosciuta come Super Procura. Nel 1993 dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio a Palermo, dove morirono i giudici Falcone e Borsellino, era stato approvato il 41 bis, per rendere più duro il regime carcerario dei mafiosi e limitarne il contatto con lesterno, contatti che consentivano ai boss di gestire i loro affari anche dal chiuso di una cella. In questo quadro si è arrivati al 1996, quando è stata varata e votata all’unanimità la legge che disciplina l’uso sociale dei beni confiscati. E’ una legge di iniziativa popolare presentata dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti e sostenuta da un milione di firme, di cui cinquantamila raccolte in Sardegna. Lo scorso giugno Libera e Cittadinanza attiva, altra associazione impegnata nel sociale, si sono consorziate per riproporre la confisca anche dei beni dei corrotti, confisca che era stata cancellata durante liter del precedente provvedimento legislativo. Dal 1982 al 2005 sono stati complessivamente 6.556 i beni sequestrati in tutto il territorio nazionale: di questi 2.962 sono già stati assegnati, per 300 la procedura è stata sospesa, 64 non risultano accatastati e 3.220 sono ancora da assegnare. In Sardegna ne sono passati allo Stato sessantadue, di cui quattordici devono essere ancora utilizzati per scopi sociali. Nell’isola non risulta invece alcuna delle 671 aziende sequestrate nel territorio nazionale. La procedura prevede che i beni confiscati diventino patrimonio dello Stato e poi, tramite l’Agenzia del Demanio, vengano assegnati ai Comuni titolari che successivamente li consegnano ad associazioni e cooperative che operano nel territorio spiega Giampiero Farru, referente di Libera per la Sardegna e presidente del Csv Sardegna solidale. Un processo che comporta spesso tempi lunghi e difficoltà. Assoluto il divieto di vendita perché, nel gioco dei prestanome, quelle proprietà potrebbero tornare in mano alla malavita. Sempre pronta a far di tutto pur di non rinunciare ai suoi affari. (p.f.)
>>
Essa  è  anche  una risposta  al pessimismo nei commenti ai  miei post(1.,2) scritti recentemente  ( in quanto tale fenomeno interessa  tutta l'italia  e  non solo  il sud come dimostra quanto dice Saviano , l'autore di Gomorra sulle infiltrazioni  e penetrazioni  al nord  della mafia  )  nel profilico  e attivo  forum  dei compagnidistrada www.ammazzatecitutti.org che  è anche una risposta  coloro  mi  scriveranno dopo  questo post  concludo questo post  rispondendo anticipatamente  ha  chi mi dice  non esagerare  non  fare  vittimismo  ed inutile can can ., ecc  .

16.7.07

Pesciolino Rosa in vasca

senza-bordo1                      Immagine di Franca Bassi - Formello-


Fà caldo!  devo ancora lavorare ieri mi sono divertita a fare delle immagini bagnate, per regalarvi un po'di fresco.


Franca bassi

Senza titolo 1942

 

Giovedì 19 Luglio 2007 porterò in scena il reading musicale "Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni" presso il Caffè Edera, sito in Via Roma a Belvì (NU).

 


                



Cagliari dove trascorre la sua infanzia e l'adolescenza. Durante gli anni giovanili inizia a dedicarsi a scritti giornalistici, pubblicati su svariati quotidiani sardi. Nel 1986 parte per l'Europa, e in seguito si trasferisce a Torino. Questi si rivelano gli anni dei suoi romanzi più importanti: L'apologo del giudice bandito, Il figlio di Bakunìn, Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l'addio. Egli racconta la Sardegna, la sua isola nativa, che ama e stima con tutti i suoi pregi e difetti, combinando la lingua sarda a quella italiana con maestria e attuando un processo di rivalutazione linguistica. E’ morto nell’isola di Carloforte nel 1995.



 



Gli interpreti:


 


Maura Macis


Nasce a Cagliari nel 1964, ma di origini ogliastrine. Si occupa di teatro dal 1984. Ha collaborato con Angelo Podda e Giorgio Ferrari per la Compagnia del Vicoletto di Cagliari. Si è formata con Cooperativa Teatro di Sardegna, Actores Alidos, Gianni Simeone, Michele Monetta dell’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, Roberto Mantovani e Origa Mundi, Senio Dattena e il Teatro d’Inverno. Da qualche anno porta avanti una ricerca sulla coniugazione di Parola (poesia e prosa) e Musica, con il chitarrista e autore di musiche e testi Andrea Congia e con il contrabbassista/bassista Massimo Battarino, nel ruolo di interprete in Zoe l’accalappiabambini (2005), Ecate in Flags (2006 – 2007), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007).


 


Andrea Congia


Nasce a Cagliari nel 1977. Laureato in Filosofia e laureando in Etnomusicologia presso il Conservatorio di Cagliari. Chitarrista (chitarra classica, baritono e fretless) e autore nelle formazioni musicali sperimentali Nigro Minstrel e Mascherada negli anni 2000-2006.


Da anni prosegue sulla strada della coniugazione di Parola e Musica in collaborazione con diversi artisti. Diversi i titoli che l’hanno visto protagonista in tal senso: Ecate in Flags (2001 – 2007), Ereignis (2004), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Atto Unico (2005), I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe (2006), Il segugio, la Notte e l’Inferno Terrestre (2007), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007), Passaggio alle Colonne d'Ercole (Salto del Delfino, 2007).


 



Massimo Battarino


Nasce a Cagliari nel 1975. Contrabbassista/bassista dal 1996. Ha collaborato in ambito musico-teatrale per la prima volta con Francesco Origo e la Compagnia Teatrale Caijka di Quartu S.Elena nel 1999. Suona regolarmente con la Big Band di Jazz della Scuola Civica di Musica di Cagliari diretta dal M° Paolo Carrus e con il gruppo etno-rock Tribù Mediterranea guidato da Tiziano Dessì.


Da anni, insieme ad Andrea Congia, è impegnato in progetti musicali sperimentali e musico-teatrali come Nigro Minstrel (2000 – 2005), Ecate in Flags (2001 – 2007), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Atto Unico (2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007).


 

                          


 

Il demonio è cane bianco 


di Sergio Atzeni
 
Il primo racconto di Sergio Atzeni, pubblicato per la prima volta a Cagliari nel 1984 con il titolo originale Araj dimoniu, antica leggenda sarda. E' una favola in cui si parla di morte, ma anche di rinascita, di profezie, di carestia e di fame. E del bene che sempre si contrappone al male, in un mondo fatto di opposti, nel continuo ciclo del nascere e morire, apparire, brillare e sparire. E qui Luisu, un bambino che decide di andare per il mondo per vedere come vivono gli uomini e che si fa accompagnare dal cavallo Araj.
 
Maura Macis - voce recitante  
Andrea Congia - chitarra classica
Massimo Battarino - basso elettrico a 5 corde  
Giovedì 19 Luglio 2007 ore 21:00
Caffè Edera - Via Roma - Belvì (NU)  
Per le prenotazioni dei posti ci si potrà rivolgere (oltre che a me) direttamente ai responsabili del locale al numero 0784 629825.
 

 

                               





Cell. 328 648 11 05


Tel/Fax 070 23 35 908



Inoltre vi informo del fatto che parteciperò (Venerdì 27 Luglio) al Festival di cultura popolare "Cuncambias" di San Sperate con una nuova formazione musicale, The Lotus Flowers band, un progetto World Music nato recentemente. 

 

Ecco il comunicato concernente il Festival (in allegato troverete il programma):

 

ANTAS TEATRO e LIBERA la FARFALLA ONLUS
vi invitano a San Sperate dal 23 al 29 Luglio 2007, presso il Centro Storico nel rione San Giovanni  dove si terrà il

Festival di Cultura Popolare CUNCAMBIAS 2007.

Il tema di quest'anno? "San Sperate e il suo mare - Storie bugiarde"



UN MARE DI CULTURA, DI EMOZIONI NEL GOLFO DI SAN SPERATE
VI ASPETTIAMO!!!

 

Giulio Landis e Roberto Pillitu
 




 

Le vie infinite dei rifiuti


Alessandro Iacuelli - Le vie infinite dei rifiuti - Editore Lulu 2007.

Tutto ebbe inizio da questo post. Il blogger Alex321, dopo questo sfogo, dopo faticosi e lunghi mesi di indagini, studi, esplorazioni in loco, porta finalmente alla luce un libro d' inchiesta dai toni drammatici.
Prendendo le mosse dall'episodio di Mario Tamburrino, un ignaro conducente di automezzi che nel 1991 rimase gravemente intossicato dal carico di veleni industriali trasportati sul suo camion, l'autore ci conduce come novello Virgilio nell'abisso infernale dell'ecomafia campana e del piano regionale dei rifiuti, due facce della stessa sporca medaglia fatta di affari miliardari per camorristi e politici, di morte lenta di tumore per i cittadini e di devastazione per l'ambiente.
In base ad un accordo ben preciso tra camorra, politica ed imprenditoria, la Campania negli ultimi vent'anni è diventata la discarica nazionale dei rifiuti tossici prodotti dalle industrie del Nord, con lauti guadagni per i clan che gestiscono il trasporto e lo smaltimento illegale dei veleni, per gli imprenditori che abbattono notevolmente i costi rispetto allo smaltimento legale in sicurezza e per i politici che assicurano la copertura a tutta l'operazione. E' un affare da miliardi di euro all'anno, in costante crescita. I rifiuti tossici, sversati dalla camorra senza alcuno scrupolo nelle campagne, nelle cave, nelle discariche di rifiuti ordinari, finanche nelle fondazioni delle case in costruzione, finiscono per contaminare il terreno e le acque, con effetti devastanti sulla salute umana: la Campania settentrionale negli ultimi anni è balzata in testa alle classifiche dell'incidenza di tumori sulla popolazione residente.
Tutto ciò avviene, spiega l'autore, a causa di cartelli criminali potentissimi che controllano il territorio e godono in certe zone dell'omertà della gente, di politici collusi che ne coprono le attività, di controlli da parte delle forze dell'ordine assolutamente insufficienti, di leggi inadeguate a combattere i reati ambientali e, last but not least, della scarsa coscienza ecologica della popolazione, abituata da anni a convivere con i rifiuti nelle strade.
E qui entra in gioco l'altra faccia del problema: il piano regionale di smaltimento rifiuti solidi urbani e il Commissariato Straordinario per l'emergenza rifiuti. L'emergenza campana è infatti la copertura ideale per il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, ed è strettamente connessa ad un piano rifiuti regionale sbagliato, come spiega l'autore, perchè basato su un ciclo di smaltimento che ha il suo perno in strutture obsolete ed inquinanti, gli inceneritori, alternativi - e non complementari, come invece vorrebbero farci credere - alla raccolta differenziata. Il Commissariato Straordinario dal canto suo, in virtù dei suoi poteri per l'appunto straordinari giustificati dall'emergenza, impone le sue scelte senza consultare le popolazioni interessate, esautorando le competenze degli enti locali, bypassando allegramente le verifiche d'impatto ambientali,  i provvedimenti della magistratura, le gare d'appalto, fino a creare una frattura nella stessa democrazia in Campania. Molti impianti, realizzati con danaro pubblico dal Consorzio FIBE a cui il Commissariato ha appaltato la gestione dell'intero ciclo integrato regionale dei rifiuti, sono infatti risultati fuori norma, obsoleti, di scarso valore tecnico, e la recentissima cronaca giudiziaria sta finalmente facendo luce su questa brutta storia, confermando quanto l'autore afferma nel suo libro.
Quali le soluzioni suggerite dal nostro blogger? Anzitutto, abolire il Commissariato Straordinario e ripristinare la democrazia col coinvolgimento delle popolazioni locali nelle scelte. Nel merito, modificare radicalmente il piano regionale dei rifiuti, puntando su raccolta differenziata, riciclaggio, riuso, minore produzione di rifiuti alla fonte e una diversa cultura ecologica e sociale che ci porti a combattere il consumismo e a respingere la pratica dell'usa e getta. Un piano rifiuti trasparente e ben organizzato servirebbe anche a tagliare le gambe ai criminali traffici di rifiuti tossici. Utopia? Forse. E' il caso però di lavorarci seriamente, e in tempi veloci, perchè intanto la Campania brucia, le strade sono invase da montagne di spazzatura e la gente muore di cancro.
Una curiosità: l'editore del libro, Lulu, è straniero, perchè tutti gli editori italiani contattati dall'autore hanno rifiutato la pubblicazione. Il testo, allo stato attuale, è quindi reperibile solo online.
Da parte nostra, un grande ringraziamento all'autore per aver scritto il libro, per tutto quello che ha fatto e sta facendo sui temi dell'ecomafia e della "monnezza".





La mafia è una montagna di merda.
Peppino Impastato

Senza titolo 1941

Dopo aver  letto  le motivazioni  del Si   ho sconfitto  \ è venuto meno quel dubbio che avevo  dopo aver eltto le motivazioni del No  postate su questo post  dall'utente  solaria  in questo post qui


ecco   secondo  il giornale  liberale  la www.lavoce.info/    e  il comitato pe il Si  ecco le  10 ragioni per  firmare  e votare  SI   da  oggi le risposte degli autori ai commenti sono anche in streaming audio (ascolta 1,2) .



Intervista a Giovanni Guzzetta, Presidente del Comitato promotore dei referendum elettoraliA cura di Tina Giunta e Nicolle Purificati












1 Perché una riforma elettorale tramite il referendum?
L’approvazione della legge elettorale (l. n. 270 del 2005) è stata accompagnata, sin dall’inizio, da numerose critiche, delle quali, tuttavia, nessuno è riuscito a farsi carico. Le proposte di miglioramento da tutti auspicate, non hanno trovato riscontro nei dibattiti parlamentari.
Lo strumento referendario, dunque, sembra l’unico in grado di raggiungere il duplice obiettivo di modificare, in senso migliorativo, la legge ed al contempo riaprire il relativo dibattito, anche in vista di un eventuale intervento legislativo.
Si tenga presente, inoltre, che le uniche modifiche sistematiche delle leggi elettorali e del sistema politico centrale sono state sempre approvate per via referendaria (con i referendum del 1991 e del 1993).

2.Non pensa che sia ormai impossibile raggiungere il quorum?
Credo sinceramente di no. Questo referendum non è un referendum qualunque. Ha ad oggetto, infatti, una legge di sistema, che è alla base del funzionamento della democrazia rappresentativa. In altre parole, se si approvasse questo referendum, la vita parlamentare funzionerebbe meglio e, di conseguenza, sarebbe sempre meno necessario ricorrere ad un’altra tipologia di referendum, quelli che intervengono laddove il Parlamento non è stato in grado di rispondere alle esigenze del Paese. La nostra iniziativa si propone di scardinare un’idea oligarchica e paternalistica della politica, colpendo il cuore dei meccanismi di ricambio della classe dirigente, ed incontra la pressante domanda di modernizzazione rivolta a tale scopo. È, inoltre, coerente con un’idea dell’Italia come il paese delle opportunità e non delle rendite, della competizione e non della cooptazione. Per questi motivi non vi è ragione di ritenere che l’elettorato non coglierà l’occasione per essere partecipe di tale auspicato processo di modernizzazione.
3.Qual è l’oggetto dei quesiti?
Il primo quesito riguarda l’abrogazione delle coalizioni.
Secondo l’attuale legge elettorale di Camera e Senato (così come introdotta con l. legge n. 270 del 2005) a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere alternativamente “liste” o “coalizioni di liste”. Il I quesito si propone di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste. In caso di esito positivo la conseguenza sarebbe che il premio di maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. E, di conseguenza, verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, che sarebbero ad essere del 4% per l’accesso alla Camera e dell’8% per essere rappresentati in Senato.
Un secondo quesito è relativo al divieto di candidature plurime in più di una circoscrizione per uno stresso candidato.
Esso mira a colpire l’ulteriore aspetto di scandalo rappresentato dalle candidature multiple e dalla cooptazione oligarchica della classe politica. L’eletto in più circoscrizioni, cd. “plurieletto”, è infatti signore del destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende, appunto, dal fatto che egli, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi gli altri. Il fenomeno descritto è oggi di dimensioni tali che non sembra inopportuno parlare di una vera e propria patologia del sistema. Basti pensare che ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sonop stati “eletti” per grazia ricevuta. Tutto ciò induce inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Per questa ragione è auspicabile l’eliminazione – sempre mediante referendum - della facoltà di candidature multiple sia alla Camera che al Senato.

4.Quali sono i motivi ispiratori della proposta referendaria?
Unità e trasparenza.
Quanto al primo obiettivo, il sistema elettorale risultante dal referendum spingerebbe gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase preelettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche ed incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico. Si aprirebbe, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica, con conseguente eliminazione della frammentazione dentro le coalizioni.
La proposta referendaria va incontro, inoltre, ad un’esigenza di trasparenza, la quale è realizzabile tramite l’eliminazione della facoltà di candidature plurime sia alla Camera che al Senato.

5.Che cosa succederebbe al sistema politico italiano se venisse approvato il referendum?
L’approvazione del referendum produrrebbe un radicale rinnovamento dell’attuale sistema elettorale – e, attraverso quello, del sistema politico – in grado di assicurare all’intero contesto politico più trasparenza, agli schieramenti più unità, ai cittadini più opportunità di spendersi per far valere le proprie capacità e meriti. L’eliminazione del frazionismo e dello sbriciolamento della rappresentanza, garantirebbero una ristrutturazione profonda del sistema dei partiti. I quali sono sempre più avvitati su se stessi e stentano ad operare qualsiasi ricambio.
Selezionano le proprie classi dirigenti in base a criteri poco trasparenti che spesso non hanno nulla a che vedere con il merito, le capacità o la passione disinteressata.
I partiti, inoltre non riescono a realizzare l’unità negli schieramenti, con una strisciante, continua guerra di posizione ed uno scontro di paralizzanti veti incrociati, all’interno delle coalizioni.
I partiti sono divisi e l’attuale legge elettorale ha ancor più esasperato le tendenze alla divisione e alla frammentazione.
Tutto ciò è un freno per il cambiamento e impedisce di realizzare politiche ambiziose che migliorino effettivamente la nostra qualità di vita di cittadini comuni.
L’auspicio è quello di partiti aperti, sensibili ai flussi di novità che provengono dalla società e più capaci di resistere alle pressioni degli interessi consolidati.
Partiti responsabili, capaci di realizzare obiettivi, di innovare, di inventare il cambiamento.
Partiti dinamici, che non cedano alla tentazione di ripiegarsi su se stessi, di diventare oligarchie autoconcluse sorde al futuro.
Per ciò crediamo che ci sia un modo migliore di scegliere i parlamentari, evitando cosi’ che centinaia di essi siano nominati per grazia ricevuta da chi già è stato eletto.
Per ciò crediamo che gli attuali partiti debbano rimettersi in gioco e reinvestire le proprie tradizioni in qualcosa di più grande e di più coeso: soggetti unitari che si candidino a guidare il Paese, impiegando il proprio tempo nella realizzazione degli obiettivi promessi.

6 Qualcuno obietta che il referendum sarebbe inutile perché i partiti si alleerebbero in un grande listone per poi dividersi dopo le elezioni.
L’obiezione muove dall’assunto che i sistemi elettorali siano del tutto ininfluenti sui comportamenti dei partiti e degli elettori. I partiti italiani, in particolare, troverebbero il modo di “aggirare l’ostacolo” unendosi fittiziamente per poi ridividersi dopo. Come dire: fatta la legge trovato l’inganno.
Tuttavia, gli studiosi sono concordi nel ritenere che i sistemi elettorali non siano assolutamente irrilevanti sul modo in cui si strutturano il sistema dei partiti ed i comportamenti elettorali. Si può discutere sul tasso di incidenza delle regole, ma nessuno ha mai messo in dubbio la connessione tra regole e politica.
Penso che ormai il modello delle democrazie avanzate in cui due principali soggetti si contendono la guida politica del paese - fermo restando uno spazio per partiti minori non coalizzabili - sia ormai interiorizzato anche in Italia
Trovare sulla scheda 15 simboli di partito per una sola coalizione (della quale manca, peraltro simbolo, nome, e leader) è cosa ben diversa che trovare un simbolo unico, un nome solo, l’indicazione di un solo candidato a Primo Ministro. Certo, i partiti potranno sempre “sganciarsi” dopo. Soprattutto fin quando non introdurremo in Italia regole come quelle tedesche che interpretano il principio del libero mandato parlamentare in modo meno trasformistico. Ma quali saranno i costi politici di rompere un’aggregazione suggellata da elettori che hanno votato il “tutto” e non le singole parti? Non solo, ma l’assenza dei simboli dei singoli partiti impedirebbe loro di potere censire il proprio consenso. Il che non è di poco conto, perché li priva del potere di ricatto per così dire “certificato”.
Il referendum, in definitiva, massimizza i costi politici delle divisioni e riduce la litigiosità,
Gli elettori, infine, hanno già dimostrato in diverse occasioni che vogliono unità, sintesi, visione univoca. E che sono disposti a premiare - la lista dell’Ulivo docet - chi riesce a trasmettere questi valori.

7. Il referendum non è contro i piccoli partiti e contro il pluralismo?
Questo referendum non è contro nessuno. E, soprattutto, non è contro il pluralismo. Semmai è per un’Italia moderna e dinamica. L’obiettivo di indurre diversi soggetti politici a fondersi in grandi partiti non impedisce alle istanze minoritarie di avere un loro ruolo all’interno degli stessi. In tutte le grandi democrazie, anche laddove a contendersi la possibilità di governare sono soltanto due o tre partiti, sono presenti anime e correnti diverse all’interno di essi. Il fatto poi che si scoraggi il multipartitismo estremo non è da biasimare. È sin dall’epoca dell’Assemblea costituente, infatti, che si deprecano l’instabilità e la frammentazione dei governi di coalizione.
Il sistema elettorale che risulterebbe dall’approvazione dei quesiti referendari è una sfida per tutti i partiti, grandi e piccoli. Questi ultimi, in particolare, si troverebbero a dover scegliere se difendere le proprie istanze all’interno di partiti più ampi, arricchendo, in un processo di sintesi, l’identità degli stessi, ovvero concorrere autonomamente nelle elezioni, cosa che rimarrebbe comunque possibile, previo superamento delle soglie di sbarramento (del 4%e dell’8%). Sarebbe, in altre parole, comunque garantito a chi decidesse di competere al di fuori dei partiti unitari la possibilità di un ampio “diritto di tribuna”.

8.Non si tratta di un’iniziativa astratta d’ingegneria costituzionale?
Lo strumento referendario, per sua natura, non può introdurre nuove leggi, ma soltanto abrogare singole norme di leggi già esistenti. E se si riesce a far ciò in modo tale che la c.d. normativa di risulta sia migliore della precedente, può forse parlarsi di “ingegneria costituzionale”, ma la definizione non sarebbe affatto offensiva.
Basti, in tal senso citare, l’incipit di un saggio di Sartori (Ingegneria costituzionale comparata): “Bentam disse una volta che i grandi ‘motori’ (engines) della realtà sono la punizione e il premio. E sicuramente ‘ingegneria’ (engineering) deriva da engine. Mettendo assieme metafora e etimologia, sono arrivato a ‘ingegneria costituzionale’ per rendere l’idea, primo che le costituzioni sono qualcosa di simile a macchine o meccanismi che devono ‘funzionare’ e che devono dare comunque risultati; e, secondo, che è improbabile che le costituzioni funzionino a dovere (come dovrebbero), a meno che non impieghino i ‘motori’ di Bentham, e cioè punizioni e premi.”
Se con l’espressione “ingegneria costituzionale”, cioè, si allude alla circostanza che, mediante, la c.d. “tecnica del ritaglio” si interviene sulla legge elettorale ricavando, legittimamente, un sistema migliore di quello vigente, non mi dispiace affatto essere considerato un ingegnere costituzionale.

9. È  giusto esautorare il Parlamento in una questione così delicata?
Il Parlamento non viene affatto esautorato. Il referendum è strumento nella disponibilità del corpo elettorale per esercitare un’azione abrogativa sulle leggi, ma ciò non toglie che l’organo legislativo resti pur sempre e pienamente titolare del potere di disciplinare le materie che ne formano oggetto, nel caso di specie il sistema elettorale. Piuttosto, tale strumento di democrazia diretta si dimostra idoneo a stimolare il dibattito politico sull’argomento, con la possibile conseguenza, addirittura, di propiziare un eventuale intervento legislativo, e non già di tagliare fuori il Parlamento.
Certo, se il Parlamento non sarà in grado di fare una buona riforma e rimarrà paralizzato da veti incrociati, dovremo dire grazie al cielo che c’è lo strumento del referendum.
Aggiungo che questo referendum ha la pretesa di intercettare una spinta al cambiamento al già esistente nella società. Il processo di aggregazione nel Partito democratico e la e la prospettiva della nascita del Partito dei moderati sono il segno che l’attesa di unità è molto forte nella società. Il referendum è uno strumento per dar voce a questo desiderio.

10. Quindi il referendum non riguarda solo la legge elettorale?
No, il referendum esprime un’idea della politica e della società, come società aperta e fondata sulla competizione, sulle qualità, sulla valorizzazione dei meriti e delle opportunità. Una società in cui ogni cittadino si possa sentire artefice del proprio destino.



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Sulle nuvole

img051                                   Immagine di Franca Bassi  Corno Grande.


Con questa mia immagine e queste mie parole vi regalo un po' di fresco.


                          Gran Sasso


La mia montagna bianca, ti ho regalato, ruba con i tuoi  occhi, la sua bellezza, la sua grandezza, prendila è tua. La mia montagna bianca ti ho regalato, portala via con te.


Franca Bassi

Senza titolo 1940

Somma della perfezione


Oblio del creato,
Memoria del Creatore,
Attenzione all'interiore
e starsene amando l'Amato.


Juan de la Cruz (1542-1591)

15.7.07

Il discorso di Marchionne a Torino per la nuova 500

Cari Amici, dipendenti rispettabili e sottomessi, caro popolazzo informe, innanzitutto grazie! Questo pesante sforzo ormai prolungato negli anni sta dando i suoi frutti. Ovviamente gli sforzi sono vostri e i frutti sono nostri, ma questo è un altro discorso... Oggi prende il via la vendita della ultima trovata per rimettere in piedi un carrozzone che in passato tanto ci è servito e oggi stava per tirare le cuoia. L'abbiamo fatto per mezzo della vostra cassa integrazione e strozzando per anni l'indotto di questa città di merda e... c'è di più: convincendovi di lavorare anche per Torino. Lavorano in Polonia, ovviamente, dove non capiscono la nostra lingua, c'è un governo lecchino degli States e poi, dopo tutto, l'hanno voluta loro l'economia di mercato e si sa... non è che si possa entrare dalla porta principale in questo mercato... quanche anno in più di terzomondismo non gli farà male... ma torniamo a noi... Finalmente gli operai sono tornati operai e i dirigenti dirigenti. Abbiamo seguito alla lettera quella frase attirbuita all'avvocato Agnelli...


Il relatore scatta sull'attenti, sul mega-schermo appare la fotona del Dinasta Giovanni e Marchionne si commuove per un attimo. Dalla platea un singhiozzo all'unisono. (crolla una parte maginale degli spalti, costruita in sub-sub-sub-appalto da una ditta mafiosa di edilizia e calcestruzzo che sfruttava Rumeni clandestini perennemente al loro primo giorno di lavoro).


 


Fine della commozione.


Dicevo... la frase di Agnelli più o meno suonava così : "la sinistra riesce a far fare ai lavoratori le cose che la destra se le sogna e pure indolore..." Quindi grazie anche alla nuova sinistra di governo... perchè vi ha fatto digerire una legge come la 30 "Biagi" che tanto ha fatto per noi tutti industriali... Ma torniamo a noi. Come si spiega nel comunicato che ormai passa da qualche giorno su tutte le reti nazionali e private, la FIAT è l'Italia e l'Italia è la FIAT, e guai a disobbedire. Ma lo sapete ... (il dirigente si toglie il maglioncino di cachemere che getta fra il pubblico in segno di magnificenza e munificenza - urla e stridii di denti fra i sottoposti che si contendono la reliquia)...


Ma lo sapete che voi, in confronto alla grande mamma FIAT, non siete un cazzo? Lo sapete che circa il 70% di quello che spendete ritorna alla FIAT? dallo Yoghurt alla squadretta di casa, dal giornale che vi dà le notizie al regionale che ve le semplfica, dalla metro che vi fa sentire internazionali alle olimpiadi di Bardonecchia (che è nostra ma la condividiamo con la mafia... :-) ehm.... ma tanto voi siete stati abituati a non scandalizzarvi di nulla e beccatevi anche la mafia!!!! Effettivamente ci siamo presi un po' di cose, grazie per esserci cascati. Chiampa, lo avrete capito, in realtà non esiste, è un manichino fatto a Mirafiori e dice sempre di sì...


Spazio promozionale per la nuova 500... (5' min.)


Poi sullo schermo rimangono le immagini della Christillin, di Castellani, del Chiampa e della Kostner



tributo alle Olimpiadi ... (e alla Lancia Y)


... continua ...

Segnaletica Stradale

img053                             Immagine Franca Bassi - Bagnoregio 1955 -


Il segnale stradale "Doppia curva pericolosa", non c'è più. le Curve sono cambiate, il sorriso, la gioia di virere, c'è ancora tutto.


Franca Bassi

Impollinazione,Opuntia Ficus-Indica

P5210371                     Immagine gentilmente donata dall'agronomo Pasquale Venerito - Ceglie Messapica


La pianta del Fico d'India resistente alle intemperie, notevoli capacità di adattamento anche in siccità. La troviamo spesso nei punti di bordura tra le pietre nelle coste tirreniche, ricca di frutti succulenti.


Grazie a Pass Folletto delle terra e dei fiori, oggi mi ha regalato delle bellissime immagini. In questa vediamo un'insetto che si è tuffato al centro del bellissimo fiore, diciamo che sta facendo un bella scorpacciata  spargendo il polline nell'aria.


Franca Bassi 

14.7.07

Senza titolo 1939

Paranà - San Paolo 0 - 1 (rete del portiere Rogerio Ceni su calcio di rigore)..praticamente Rogerio Ceni ha giocato "LA PARTITA PERFETTA" (the perfect game)..infatti non ha subito goal ed ha segnato..in pratica ha vinto da solo..questa,come altre partite in cui il portiere non subisce nessuna rete e segna il goal decisivo,nel calcio può essere considerata "LA PARTITA PERFETTA-THE PERFECT GAME"..come accade in altri sport..non è vero?Bisogna indagare su altre partite terminate con lo stesso risultato..Voglio che la mia venga considerata 1 statistica,anche se non ufficiale!Lo so che 1 solo giocatore non può vincere senza compagni,ma 1 portiere che non subisce goal anche se sventa miracolosamente tiri a raffica (vedi Ducadam nella finale di Chamoins League in cui la sua Steaua Bucarest non ha subito gol contro il grande Barcellona per 120' e ai rigori li ha parati tutti e 4...1 altro esempio è il mitico Yashin,portiere imbattibile...ma questi sono esempi senza in cui avvenga 1 goal del portiere) e che segna 1 o + goal per la sua squadra (Rogerio Ceni ha segnato anche + di 1 goal nella stessa partita...sono innumerevoli gli esempi in questo senso riguardanti Rogerio Ceni e non starò qui ad elencarveli,potete tranquillamente ricercarli nel web x maggiori informazioni!) ha effettivamente vinto la partita da solo,e merita questo raro riconoscimento! Come esiste nel calcio la statistica non ufficiale secondo la quale,chi batte il Campione del mOndo in carica diventa il nuovo campione,pùò benissimo esistere questa!Infatti se le Far Oer avessero battuto l'Italia sarebbero gli attuali Campioni del Mondo (la squadra + forte del globo!).Quindi può benissimo esistere , anche se poco + che goliardicamente, questa mia statistica! Per favore,scrivete cosa ne pensate ed appoggiate questa mia campagna!!!!!


BRIAN MERCURY

Senza titolo 1938

NASCE A TORINO IL COMITATO PER IL NO.

NO ALLA NUOVA LEGGE "ACERBO".
NO A LISTE BLOCCATE DI CANDIDATI SCELTI DALLE SEGRETERIE DEI PARTITI.


Ieri si è costituito a Torino il Comitato per il NO al referendum elettorale
c.d. Guzzetta.
Lo hanno promosso Antonio Caputo, Diego Novelli, Claudia Peirone, Vladimir
Mastrogiacomo, Narciso Dirindin, componenti del Consiglio  Direttivo del
  Comitato Piemontese e Valdostano per la difesa della Costituzione.

LE RAGIONI DEL NO:

1) Una legge elettorale condivisa, quale regola del gioco, deve essere
coerente  con l'attuale e condiviso assetto costituzionale, confermato dalla
stragrande maggioranza dei cittadini  italiani con il voto popolare del  25
e 26 giugno 2006.
Il referendum  manipolativo della vigente legge elettorale,  la "porcata"
secondo la definizione di uno dei suoi coautori, non lo è.
Mussolini volle la legge Acerbo, approvata dalla Camera dei Deputati il 21
luglio 1923,.
Tale legge prevedeva l'adozione del sistema maggioritario all'interno di un
collegio unico nazionale.
Alla lista che avrebbe ottenuto più voti sarebbero toccati i due terzi dei
seggi (356), mentre i restanti (179) su base proporzionale andavano alle
liste rimaste in minoranza. Era inoltre previsto, qualora la lista di
maggioranza fosse una federazione di partiti, un ingente premio di
maggioranza al movimento con più voti tra quelli che componevano la lista
più grande.
Alle elezioni del 6 aprile 1924, inizio del regime,  il Listone Mussolini
prese il 64,9% dei voti ed elesse 375 deputati, mentre le opposizioni di
centro sinistra ottennero solo 161 seggi, nonostante che al Nord fossero in
maggioranza con 1.317.117 voti contro 1.194.829 del Listone.
E' chiaro che l'attuale legge elettorale  è negativa al cento per cento, ma
è altrettanto evidente che anche il sistema scaturente  dal referendum non
sarebbe altro che una "superporcata", ancora peggiore dell'attuale "porcata"

Una sola lista,  anche con il 25% dei voti, purchè prima,   otterrebbe il
55% dei seggi
( cosi'  sarebbe avvenuto nel 2006 per Forza Italia).
E' un meccanismo che coltiva l'illiusione infantile e antidemocratica che il
sistema dei partiti possa essere radicalmente riformato, passando da 27 a 2
partiti, esclusivamente per forzatura elettorale, annullando qualunque
dinamica politica e negando il principio di rappresentanza.
 Negando anzi addirittura il Parlamento,  in quanto gli elettori
eleggerebbero  il Governo,  plebiscitandolo.
Un meccanismo che ricalca la legge Acerbo.
Solo che nel 1924 il Listone  fascista con il 64,9% dei voti conquistò il
69,9% dei seggi della Camera.
Oggi basterebbe il 25% -30% dei voti per avere il 55% dei seggi.

2) Con l'atuale porcata , i parlamentari non sono scelti dai partiti, ma
nominati dai pochi oligarchi delle segreterie , che formano le liste dei
candidati secondo un ordine prefissato.
Il referendum rafforzerebbe  l'odiosa norma,in quanto nei più lunghi elenchi
di candidati dei listoni che ne scaturirebbero l'ordine prefissato dai
partiti sarebbe ancora più decisivo per l'elezione della singola persona.

3) Le esigenze di governabilità non possono condurre a compromettere la
funzione democratico- costituzionale del referendum.
Nè compromettere la delicata e sempre attuale architettura della nostra cara
Carta Costituzionale, in cui pesi e contrappesi dei Poteri trovano continuo
bilanciamento, sempre nel rispetto della forma parlamentare

4) Riteniamo politicamente immorale, segno di deplorevole trasformismo che
gli stessi parlamentari - come l'on.Fini - che votarono la "porcata" nel
2006  facciano ora parte,  con altri,  del Comitato promotore del referendum
che intenderebbe abrogare quella  porcata da loro votata.
Cosi' come riteniamo  inaccettabile, segno di deplorevole machiavellismo,
che si utilizzi lo spauracchio del referndum per non cambiare in senso
democratico la porcata ( quale che sia la scelta di sistema elettorale,
maggioritario piuttosto che proporzionale e con soglia di  sbarramento).
 

^^^^^^^    ^^^^^^^     ^^^^^^^
RIFORMARE  LA LEGGE ELETTORALE
Si può, si deve.


Ma non cosi', non a scapito della democrazia e dei cittadini, titolari della
sovranità.
Noi diciamo NO e invitiamo i cittadini a NON  firmare per il referendum e
comunque a votare NO.
               

Rugantino, condannato per truffa!



 

Sfogliando una vecchia rivista, questa immagine mi sembra attuale. Servirebbe per tutti quei personaggi, poco seri, loschi che girano per la nostra bella Italia indisturbati.
Senza fare nomi tanto li conoscete, li metterei tutti alla "Berlina" ar centro de Roma, Rugantino se farebbe dua risate.



Franca Bassi 

Si chiamano Hadzabe e vivono in Tanzania da almeno 50 mila anni

Si chiamano Hadzabe (plurale di 'Hadza'),
vivono in Tanzania, nella valle Yaida, da almeno 50 mila anni
e sono gli ultimi veri cacciatori e raccoglitori primitivi:
conducono la stessa esistenza che l'umanità ha vissuto in epoca preistorica,
prima di scoprire l'agricoltura, la scrittura, le forme di organizzazione politica.

Abitano il territorio circostante il lago Eyasi dalle parti di Arusha, nelle provincie di Shinyanga e Singida,
sono prevalentemente dei cacciatori e raccoglitori di prodotti agricoli la cui sussistenza dipende sostanzialmente dalla fauna selvatica e dai prodotti agroforestali.
Oggi sono rimasti in 1.500 -2000 individui.


La creazione di un area nuova per safari in Tanzania
potrebbe mettere a rischio la loro esistenza!



A minacciare la tribù, è una società araba, la UAE Safaris Ltd, (dietro la quale pare ci siano membri delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti) che sta trattando col Governo della Tanzania per ottenere una ulteriore concessione di 3.975 kmq, per la caccia safari di animali esotici, proprio, nel distretto di Mbulu, dove gli Hadzabe vivono da millenni. Continua...

Per amore «dimentica» lo stupro: condannata

dalla  nuova sardegna del  14\7\2007 leggo questa  notizia  curiosa  che mi ha fatto capire  chje al cuore nonsi comanda  .


Giovane cagliaritana diventa vittima della sindrome di Stoccolma e si becca dieci mesiUn’infermiera si fidanza con il suo aguzzino nigeriano, poi ritratta tutto e gli evita il carcere
I due si erano conosciuti tre anni fa a Monte Urpinu ed era scattata la denuncia per abusi sessuali


CAGLIARI.
Da vittima di violenza sessuale a salvatrice del suo “aguzzino”. Sarà stata una folgorazione da sindrome di Stoccolma a spingere un’infermiera cagliaritana a sacrificarsi per risparmiare il carcere a quello che poi è diventato il suo fidanzato. Sacrificio che le è costato una macchia sulla fedina penale: un patteggiamento per calunnia. La strana e intricata storia di una ventiduenne di Cagliari e di un trentenne di origini nigeriane parte dal reato di abusi sessuali. Così è iniziata la loro relazione che, oltre alle barriere culturali, ha aggirato pure i meccanismi della Giustizia.

Nell’aprile di tre anni fa, a soli diciannove anni, l’infermiera conosce per strada un ambulante di Benin City (l’anonimato è d’obbligo), che la seduce e la invita per una passeggiata notturna lungo i viali di Monte Urpinu.
Distratta dal panorama della città, non si accorge che lo sconosciuto brucia le tappe:allunga le mani, le insinua negli abiti e si spinge oltre la sua volontà. E’ troppo tardi per tentare di capire se si sia trattato di un rapporto incosciente oppure violento, ma decide ugualmente di denunciarlo. Così facendo, però, innesta la marcia di una macchina che sarà lei stessa a bloccare, auto-accusandosi.
Ma procediamo con ordine. Dopo qualche mese i due tornano ad incontrarsi in strada, per caso. Si frequentano e si piacciono, incuranti del primo burrascoso approccio. Che non impedisce loro di avviare una relazione sentimentale, oggi solida più che mai. A spezzare l’apparente tranquillità, un giorno arriva una comunicazione della Procura della Repubblica: è una proroga di indagine indirizzata al trentenne, a firma del pubblico ministero Alessandro Pili.
 E’ la prova che quella denuncia fatta un paio d’anni prima, nell’impeto della rabbia per il rapporto sessuale fugace a Monte Urpinu, non è caduta nel vuoto. Da quel momento, cominciano gli interrogatori e le indagini vere e proprie.
 Agli inquirenti l’immigrato prova a spiegare che la disavventura nel parco è ormai storia vecchia, nonché prologo burrascoso di un fidanzamento in piena regola. L’infermiera vuole ritirare la querela, ignara del fatto che, per accertare abusi su donne e bambini, la Giustizia procede da sola, anche senza la denuncia della vittima. Si arrovella per uscire da questa trappola dai risvolti molto pesanti: il suo ex “carnefice”, attuale compagno, rischia una condanna da cinque a dieci anni di galera.
Disperati, bussano alla porta dell’avvocato Michele Satta, molto conosciuto nella comunità nigeriana per essersi occupato dei problemi dell’immigrazione. Con il legale, l’infermiera si presenta in Procura, dal pm Pili per rivelare che si è inventata tutto. Che la denuncia era una sorta di vendetta per la freddezza con la quale lui l’ha trattata dopo l’incontro fugace.
Al magistrato non resta che iscriverla nel registro degli indagati per calunnia - reato che può costare fino a nove anni di galera - perché ha accusato una persona che sapeva essere innocente. Lungi dall’essere una sciagura, quell’incriminazione ha rappresentato la via d’uscita. Perché contemporaneamente, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del fascicolo a carico del fidanzato. E ieri mattina, il giudice per l’udienza preliminare, Alessandro Castello, ha accettato di concederle il patteggiamento a dieci mesi e dieci giorni, pena sospesa. Con molta probabilità l’infermiera avrebbe accettato persino di scontarli in carcere, pur di tenersi il fidanzato.




Senza titolo 1937

ho seppellito
il tuo San valentino
addosso un pozzo
ormai i vampiri saggeranno
il tuo cuore
commosso mentre una
rondine farà
il nido sul
nostro amore
catene d'intemperie
feriranno il
nostro cuore
dove il sole batte
solo per pochi
spiccioli

adesso che sputo sull'orizzonte
abbandono i pochi
capricci
in fondo alla
perdizione
perchè il sapore del tuo
nome sfama
troppe labbra
ed infinite persone
e quando i traditori
verranno a saziarsi
di noi per nuove
informazioni
sarò onesto solo
per il gusto di rimanere
lo stesso all'inverosimile
perverso e
tu ormai fantasma
ancorato ai miraggi
deformerai i miei
passi con sorrisi
di more e gelsi
che non hai saputo
offrirmi maledetti
demoni son tutti
tinti ma io non mi
fermo fumo cento
sigarette e poi
sputo così da poter
annegare oltre
le ombre nudo
d'innumerevoli voglie
e poi nei vagiti d'altri
semi regalarti fili
di perle solo per
impiccarti come
volevi

ricordati oltre le
spine c'è sempre un fiore
ed io non te l'ho voluto
offrire

Senza titolo 1936



.... ricorda


che c'è sempre qualcuno


pronto a raccogliere


 il seme sparso


dalla tua mano.



Sia fatta la sua volontà

Splinder (13/07/2007)
Sia fatta la sua volontà www.resistenzalaica.it  Satira resistente Il papa passeggia insieme a padre Doubt tra le montagne del Cadore, discutendo sul tema della volontà di dio. Mi perdoni, signor papa, ma un dio che ci ignora non può pretendere che facciamo la sua volontà. Chi si rifiuta di fare la sua volontà si ritrova
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13.7.07

Sunset Boulevard

Ti ho incontrata
sottobraccio con Oliver Hardy
poche sere or sono
per Sunset Boulevard
(ho notato il foulard
verde smeraldo
che ti copriva il capo)
e sorridendo ho accennato un saluto,
forse non visto,
rimasto senza risposta.
“Ma non era Lei?” mi ripeteva
James Cagney, masticando tabacco.
“No, non può essere Lei”,
ma avevo in bocca il dolore
.



Enrico Cerquiglini


accolgo l'appello di ricca



queste sono bestie non gli animali

 dal bellissimo blog   di antonelladpblog.splinder.com/



cani2--180x140Importare cuccioli di razza dai Paesi dell’est Europa per rivenderli illegalmente in tutta Italia: è questo il nuovo business delle organizzazioni criminali: «Prima pensavamo che il commercio illegale di cani celasse quello di droga e armi», racconta il maresciallo Marco Mandrelli del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, in realtà ci siamo subito accorti che era il cane la fonte di reddito». E i conti sono presto fatti. Maggior margine di guadagno e minori rischi rispetto ad altre importazioni illegali. Questa terribile speculazione ha visto coinvolti, in cinque anni, oltre 70.000 cuccioli per un giro di affari complessivo di diversi milioni di euro. I cani, acquistati in Paesi come Romania, Ungheria e Repubblica Ceca a una media di 60 euro l’uno venivano svezzati precocemente, maltrattati e rivenduti nel nostro Paese a un prezzo che variava dai 500 ai 1500 euro. Molto spesso le loro condizioni erano così gravi da farli morire, dopo l’effetto delle droghe somministrategli per tenerli vispi e in vita, a pochi giorni dall’acquisto: giusto il tempo per far incassare ai propri aguzzini il guadagno.Uno scenario terribile che ha visto la partecipazione di diversi soggetti incensurati, da allevatori a medici veterinari, appartenenti a una rete organizzativa che era ormai ben ramificata su tutto il territorio italiano.  ulteriori news  sul Corriere e il  video dell'operazione della Finanza




LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...