Ma Dopo aver fatto colazione fu io che feci una domanda a bruciapelo a Jack . Ma Lui se mi guardo in viso e mi brucio sul tempo . Si fece la domanda << Scommetto che volevi chiedermi come mi trovo nella frontiera e se le esperienze di cutting out e La marchiatura e quindi conseguenza la vita nel ranch , mi sono state utili o meno ? >> . E allo stesso tempo si diede la risposta << Si perchè ho imparato a distinguere , mi sarà utile se decidessi di fare lo sceriffo o l'allevatore ( cosa che escludo ,ma se dovesse capitare ...... ) , un marchio vero da uno falso ed ho imparato ad usare il lazzo e un grande affiatamento tra cowboy e cavallo che se applicato allo sparare , mi servirà a sparare in corsa e ad evitare dei colpi se mi sparassero quando sono a cavallo . Ma ancora non sono completo , mi manca al cultura indiana .Solo cosi la mia formazione di uomo del west e di frontiera ( anche se ormai sta per essere chiusa ) sarà completa . >>
Dopo aver ascoltato la sua risposta ,divenni ancora più orgoglioso di lui , e gli dissi << Ok oggi imparerai la cultura indiana e conoscerei se vuoi unirti me la tribu di mia madre e di quella ch'era [sic] la mia povera moglie e se vuoi puuoi rimanere tutto il tempo che vuoi e per apprendere ulteriori cose dal vivo non più solo attraverso le dicerie ( la maggior parte ) o da raccontiche hai sentito durante il viaggio in carovana . Un esperienza diretta , quindi non solo attraverso i libri e i quadri dei pittori
>> .
Jack non pronuncio parola ma dall'espressione del volto si vedeva ch'era tutto eccitato a tale idea ,
Ci rimettemmo in marcia , nonostante le nuvole nere e gonfie di pioggia , credendo di riuscire ad arrivare in tempo ( e senza bagnarci troppo ) al villaggio e di Nuvola rossa e poi da li al mio villaggio . Ma non facemmo in tempo , il violento acquazzone ( quasi un nubifragio ) si abbatte su di noi e bagnò quasi da renderle inutilizzabili sia le nostre provviste , sia le munizioni . Riuscimo a trovare riparo in una grotta,m abbastanza grande da contenere anche furia e dinamite . Ne approfittai per mostrare a jack come s'accende il fuoco senza fiammiferi ( con legnetti secchi e pietre focaie )
e primi rudimenti su come leggere e come disegnare \ tracciare i segni di pista e ed usarli e
al momento opportuno, in modo che sia ben scorto da chi segue e nello stesso tempo non attiri l'attenzione dei "visi pallidi" che battono il suo sentiero
e le tracce d'animali , e d i segnali di fumo e non
Ma il temporale , non smetteva ed ecco che lui ne approfitto per chiedermi delle cose ch'erano rimaste in sospeso dal racconto della prima parte del mio passato .
Ma , come al solito , timidamente chiese prima se m'andava di parlare di quei fatti accennati nel racconto precedente , visto che sono episodi dolorosi e tristi della mia vita .
Io m misi a ridere e << certo che mi va e poi una promessa è una promessa . Avevo detto che ti avrei parlato di me , non più in maniera evasiva ma in maniera franca ed aperta , e cosi sarà . Come tu sei tsato franco con me durante il tempo passato insieme , parlandomi di te , della tua famiglia e le loor opposizioni e pregiudizi sul tuo viaggio attraverso la frontiera senza usare la ferrovia e l'avergli mentito sulla vera destinazione che poi gi ha confessato in una lettera -
E poi non sempre , e tu me lo hai saputo dimostrare , puoi tenerti tutto dentro . Parlare del proprio passato serve ad archiviarlo meglio e svoltare pagna più facilmente >> .
Lui << ok ascolto >> e tacque .
Iniziamo da quello più felice , quello in cui ritrovai mia mmdre , proprio quando persi la speranza .
Come ti ho già detto , a 10 mesi \ un anno ero stato adottato in un orfanotrofio , dove venivo preso in giro e deriso non solo da bambini più grandi , ma a volte anche dallo stesso personale . Ma ovviamente non tutti furono cosi , infatti da quei vaghi ricordi che ho , ci fu anche chi mi difese e mi tratto come un figlio . Fu proprio questa persona a cui chiesi il perchè venivano tratto in quel modo , dopo qualche mese di risposte evasiva da parte sua e continui ( sempre più pesanti ) maltrattamenti mi disse che ero figlio di due etnie malviste ed molto odiate ( ovviamente senza generalizzare perché in mezzo agli imbecilli possono trovarsi anche gente che non lo è e che non piace essere etichettato come tale per colpe non sue ) in America specie nel profondo Sud ,Un giapponese e un indiana . Ed per questo che divenne ancora più ribelle e tentai varie volte a fuggire , fin quando ci riusci sul serio . Nella banda dei fuorilegge con cui mi trovai a vivere , ebbi la conferma di ciò. Infatti fu proprio uno dei leader che sul punto di morte mi chiese perdono per avermi , cosi credette lui, sterminato la famiglia durante l'assalto ad una diligenza su cui viaggiavamo .
Credendo i miie genitori morti e stanco della vita da criminale , decisi di rompere che il mio passato da bandito e usare le pistole solo conto i prepotenti ed indifesa dei deboli e di allontanarmi dalla mia terra d'origine , visto che sulla mia testa c'erano ( anche se non avevo ucciso nessuno , se non in duelli regolamentari o per legittima difesa come nel caso di un baro che alle mie proteste aveva tirato fuori la pistola e stava quasi per spararmi , per legittima difesa ) taglie su di me , solo per aver partecipato a qualche rapina e sparato per difendermi dalla legge .
Poi , non ricordo se in un saloon o da un maniscalco , incontrai un vecchio collega di mio padre che mi riconobbe per la voglia a braccio destro .
Io negai spiegandogli e parlandogli del mio periodo all'orfanotrofio Ma lui continuo' ad insistere ,dicendomi che rassomigliavo a mio padre e mi descrisse a fisionomia . Gli credetti in quanto era uguale identica : 1) alla descrizione che mi fece il capobanda morente ., 2) e all'uomo che i nuovi capi la banda mi avevano chiesto di ammazzare a freddo e sparandogli alla schiena . Quella persona mi disse che erano anche se non più insieme ancora vivi da qualche parte dell'Ovest .
Rincominciai Iniziai cosi il vagabondare alla ricerca dei mie genitore e feci vari lavori ed attività , di cui tui ho parlato l'altra volta quando ti ho raccontato del mio periodo di mandriano e trapper . Fu proprio durante quest'ultima frase mentre commerciavamo con le le tribù indiane trovai quella di mia madre . Mi ricordo i giorno come se fosse ancora oggi . Fu durante la firma del contratto che certificava lo scambio che una giovane donna indiana mi guardò il volto , mi chiamò con il mio nome indiano << coyote che strilla >> , ma l'amico trapper Jean disse che s'era sbagliata . Allora lei insistette facendo notare la voglia che ebbi sul braccio , che poi sdivenne tutt'uno con una cicatrice ( probabile ferita d'arma da fuoco o bruciatura quando provai a sparare più colpi di seguito con il palmo della mano ) e assunse a forma del simbolo zodiacale del sagittario
mi abbracciò e piangendo mi disse << sono tua madre >>.Il mercante visto la situazione eccezionale , de a stanchezza decise di trattenersi con me , un giorno in più .
Il giorno dopo , quando mi chiese cosa volevo fare < se continuare con lui o rimane li , chiesi ed ottenni, senza odio e rancore ma solo nostalgia e un po' di tristezza , di d sciogliere la società ed ottenuta a mia parte degli utili , decisi di rimanere per un po' di giorni ( che poi diventarono un anno ). Li' imparai le cose che adesso ti trasmetto a te .
Guardammo fuori e vedemmo che l'acquazzone è finito. Allora << andiamo a cercare cibo , a pancia piena i ricordi sono più facili . Dopo pranzo ti racconterò l'altro episodio .
Insegnai non solo in teoria ma anche in pratica a Jack come pescare senza canna e con dei tronchetti ed imparo rapidamente , visto che anche a lui catturo due pesci con l stesso metodo .
Prima di pranzo andammo a cercare frutti e radici . Fu proprio qui che nj vene morso da un serpente velenoso . Purtroppo essendo lontano da centri abitati e un ora \ due dal campo di nuvola rossa , vedendo che non saremo arrivati in in tempo neppure facendo crepare il cavalli , decisi di curarlo ( cosa che si rilevo' giuta quandoi in città lo feci visitare da un medico per controllo ) con una tecnica mista : bloccando con un fazzoletto il braccio a cui era stato morso succhiando e sputando , e poi gli diedi un mio stivale da mettere fra i denti ij quanto gliv bruciai con un tizzone la parte morsa dall'animale poi cercai delle erbe medicinali cosparsi la parte ustionata e con un pezzo della mia camicia lo bendai .
Ci mettemmo in marcia , arrivatati al bivio , fra la riserva di nuvola rossa e la città di Waco , poiché jack stava male (tant'è che pe evitare che cadesse lo dovette legare alla sella di dinamite e dinamite a furia ) , era più vicina la riserva .
Dove con l'aiuto delle due medicine , quella dello stregone e quella nostra trovo assistenza medica . Infatti gli cambiarono la fasciatura e gli dettero il siero antivipera e qualcosa per la bruciatura . Il medico si complimento con me per la rapidità nei soccorsi e l'intuizione \ prontezza di disinfettare ( anche se un gesto estremo ) la zona ferita con il fuoco .
Una volta ripresosi e appena seppe di come la cultura indiana l'aveva salvato mi ringraziò . Ci trattenemmo due giorni nell'accampamento e nei suoi dintorni dove jack apprese ulteriori conoscenze indiane .
E ebbe modo di sentire sia da me che da Nuvola rossa nei pezzi che lo riguardavano e nei pezzi in cui le mie lacrime erano più intense il secondo fatto che gli avevo accennato cioè come conobbi donna che scalcia e , come nacque e come se interruppe per la sua morte la nostra storia d'amore .
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uomo bianco
http://www.quartadimensione.net/portalewest/bestiame.htm
http://www.quartadimensione.net/portalewest/ranch.htm
indiani e non
http://www.sanvito1.org/tecniche/scout/cuctrappeur.php
http://www.sanvito1.org/tecniche/scout/cartoccio.php
http://www.sanvito1.org/tecniche/scout/tracceanim.php
http://www.sanvito1.org/tecniche/segnala/morse.php
http://www.sanvito1.org/tecniche/scout/segnipista.php
http://www.sanvito1.org/tecniche/scout/fuochi.php
( non è un sito propio su sul farwest , ma mi è stato utiel per trovare elementi utile in cui il vecchio protagonista impara al giovan e le tecniche indiane )
cultura indiana e come li dipinge e vede l'ìuomo bianco
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en|it&u=http://www.faqs.org/health/topics/12/Native-American-medicine.html
www.powersource.com/cherokee/herbal.html
http://www.firstpeople.us/
http://it.wikipedia.org/wiki/Western
http://it.wikipedia.org/wiki/Western#Il_western_e_la_pittura
http://www.indianiamericani.it/testi/canzoni.php/30/Canti%20di%20caccia.html
http://www.sentierorosso.com/index.php?option=com_content&view=article&id=354:gli-uomini-delle-praterie-larco&catid=3:approfondimenti&Itemid=9
tex almanacco del west 2011
http://www.sergiobonellieditore.it/auto/edicola?collana=2&collocazione=1
Solidarietà e stima alla Prof.
ho l’enorme paicere di essere un grande amico del figlio della professoressa in questione, che vive all’estero come me….
Ma come è possibile? Sono sdegnato, il presidente del consiglio fa orgie con minorenni e non lo si condanna, un professoressa tenta con i mezzi che ha di trasmettere valori “sani” e la si condanna !!!!!
Ancora una volta mi vergongo di essere italiano e sono ben felice di viviere all’estero da svariati anni.
Bella sentenza davvero! E chi deve andare dallo psicologo perché vittima dei delinquenti da chi si deve far difendere??? Non riesco proprio a credere che sia stata emessa una tale sentenza!!!! Favorevole a due delinquenti: padre e figlio! Quel padre avrebbe dovuto gonfiare di botte il figlio delinquente: ci avrebbe pensato bene prima di insultare qualcuno!E poi basta col politicamente corretto: tanto c’é pieno di ragazzi delinquenti, drogati ed etilisti comunque, nonostante non si possa mai muovere loro il minimo rimprovero!!! Se uno é un delinquente lo si chiami come tale! Altro che deficiente!Nelle scuole succede di tutto, grazie a questa sentenza, che cosa potrà accadere ancora??!!!
Le assicuro che sentenze come queste ci inducono sempre più a non prendere provvedimenti ovvero a far finta di prenderli. Sono un docente.
italiana.Il famoso metodo Shangai che tutti in questo momento lodano tradotto in
parole povere e’ :calci nel sedere e studiare!
Provate a chiedere a qualche cinese o indiano se a casa loro durante le lezioni gli
alunni si alzano dai banchi oppure i genitori interferiscono sui programmi oppure ancora, ricorrono ad un qualunque TAR.
Di tutto questo dobbiamo ringraziare una classe politica di cialtroni,perche’ Loro
fanno le leggi e una giustizia formalista e ottusa le applica.
La faccenda del ricorso allo psicologo poi solleva un’altra questione, quella dell’abuso dei certificati degli psicologi di parte
simile personaggio.
E principalmente bisogna sentirsi offesi dalla sentenza e dal comportamento dei genitori che hanno portato il bulletto dallo psicologo non per capi
Incredibile.
Solidarietà all’insegnante
Suo figlio ha il “diritto” di umiliare gli altri (in tre contro uno: che gran paio di testicoli! Da chi li ha ereditati?), ma non può essere umiliato?
Forse il giudice ha ragione: suo figlio potrebbe effettivamente non essere un deficiente, quanto piuttosto il solito caso di chi aggredisce gli altri perché ha qualcosa da nascondere.
Forse lei questa cosa l’ha capita da tempo e cerca “rivalsa” in tribunale.
Forse suo figlio è solo più gay che deficiente.
Coraggio: lei sa di aver fatto la cosa giusta; chi ha buon senso sta dalla sua parte.
I fatti si commentano da soli.
si potrebbe vedere anche lo spirito di corpo
La professoressa Valido, ha impartito come pena al ragazzo il compito di scrivere cento volte “sono deficiente”.
E qua casca l’asino. Capisco che spesso ci fanno perdere tutte le pazienze possibili, ma non dobbiamo mai dimenticare il rispetto delle procedure e delle regole.
La legge di tutela dei minori (che è legge sempre, non ad intermittenza) condanna qualunque insulto o ingiuria a un minore chiunque la pratichi, compresa un genitore, se il minore la ritiene tale e ne viene turbato.
E dunque questo taglia la testa al toro.
Essere obbligati a scrivere “sono deficiente” è un insulto. E non ci piove. E la legge tutela sempre e tutti, fino a prova contraria, per garantirci.
Il ragazzo è un ostinato e non capirà? Verrà allontanato dalla scuola per motivi educativi. E persino bocciato. Amen, però, se la decisione è chiara, scritta e preannunciata il docente è tutelato. E comunque , sembra che non capisca, in realtà capisce. Più dei genitori.
Inoltre: la legge recita che, a fronte di gravi comportamenti, il docente è “obbligato” a segnalare al consiglio di classe e al preside l’avvenuto; si convoca l’organo collegiale e, insieme, si adotta il provvedimento. Questo a doppia tutela: del docente e del ragazzo. In quel caso la responsabilità ricade sul dirigente che diventa tutore del minore.
Inoltre: un insulto è un insulto. Non ci piove. Se io devo educare e prendere un provvedimento contro un ragazzo che ha insultato un coetaneo che faccio? Lo insulto a mia volta? E allora che facciamo? Che insegnamento è?
Lo so che a volte la rabbia ci farebbe fare chissà cosa, ma calma e sangue freddo e rispetto delle procedure.
Se proprio voleva farlo scrivere sarebbe stato più comprensibile per il ragazzo che gli facesse scrivere 10 volte per intero la dichiarazione dei diritti umani per poi andarla a illustrare al preside, se proprio non voleva ricorrere all’organo collegiale.
Oppre fargli scrivere “devo portare rispetto sempre a chiunque, senza rispondere alle provocazioni e senza provocare io per primo, se voglio avere rispetto dagli altri e se voglio stare nel mondo in modo adeguato”.
Cosa che andrebbe fatta scrivere anche a tanti adulti direi..
Ma per atti gravi (e l’atto di bullismo è un atto grave) la procedura prevede che si ricorra a quello: al consiglio di classe allargato al dirigente. Ripeto: a tutela del docente e del ragazzo. Specie se il ragazzo è difficile. (E ne ho io di ragazzi difficili, alcuni difficilissimi)
Ma se io a un ragazzo difficile gli butto benzina, addirittura gli faccio trascrivere per cento volte un insulto, alimento il peggio. Secondo voi quante volte ripeterà a sua volta quell’insulto ad altri? Moltiplicato per mille in una settimana.
E in genere dietro a un ragazzo difficile ci sono genitori difficilissimi.
Devo tentare di ripartire comportamenti corretti a entrambi.
Ma soprattutto a lui, al mio allievo.
Se poi vogliamo coltivare e innaffiare campi di “bulli” allora andiamo avanti così…a insulto insulto e a ceffone ceffone e mai all’interno di procedure riconosciute.
Ma non stupiamoci se la legge fa semplicemente quello che deve fare. Cioè applicarsi. Perchè è la tutela di tutti: il rispetto delle norme.
Forse se si conoscessero le procedure e le leggi (e l’insulto a un minore è cosa gravissima, a prescindere dalla colpa del minore) e si seguissero con maggiore frequenza e se tutti usassero lo stesso metro di comportamento le cose sarebbero diverse.Detto ciò: ci troviamo di fronte a un emergenza educativa per la quale la scuola non è adeguatamente attrezzata per mancanza di risorse, di professionalità specifiche e di tempo trascorso coi ragazzi.Ulteriormente tagliate in questi ultimi anni.Abbiao bisogno di risorse e di tempo, tanto tempo, da passare con i nostri ragazzi. Specie gli ultimi. Perchè sono quelli maggiormente bisognosi di attenzioni ed educazione. Severa, determinata e costante ma mai irrispettosa.Un bullo è l’insieme di ignoranza,maleducazione, trascuratezza e disagio. Lo raddrizzi dandogli un poco di quelle cose.Giusto per tentare di costruire un mondo comune migliore.A fronte dei tagli terribili che hanno investito la scuola quanti di quelli che adesso dicono “sono amareggiato” hanno levato con gli insegnanti un grido di allarme?
Rodolfo scrive:
Tutta la mia solidarietà alla profesoressa!
Confido nella saggezza della Corte di Cassazione e spero che i commenti qui pubblicati possano confortare un po’ la professoressa.
Sei tu che hai educato tuo figlio, forse il Giudice avrebbe dovuto commutare la sentenza. Far tornare il padre del bullo in aula a scrivere di essere lui il vero ‘deficiente’…ma forse suona meglio “IMBECILLE”!
Essere obbligati a scrivere “sono deficiente” è un insulto?
ed essere chiamato gay da un branco di deficienti no?
É ovvio -non c’è bisogno di inneggiare ai ceffoni per poterlo affermare- che il gesto del “bullo” sia indifendibile, così come lo sono i suoi genitori che tanto si sono scandalizzati.
Ma non è nemmeno possibile pensare a metodi educativi che si fondano sull’umiliazione del “colpevole”, soprattutto se si considera che , con tutta probabilità, una punizione di questo genere ottiene il solo effetto di esasperare la rabbia del “bullo” e spingerlo poi a rifare le stesse, medesime, identiche cose; solo, più grosse. Quindi, se tra qualche mese il ragazzo, invece di dileggiare un compagno, manda all’ospedale un ragazzo, la responsabilità è anche di questa insegnante.
Ceffoni, insulti, umiliazioni non hanno mai portato da nessuna parte. Il fatto che ci sia una generazione che, a ceffoni, ci è cresciuta non significa niente e, di certo, non significa che siano un sistema funzionale o accettabile: siamo vissuti nelle caverne per secoli, sarebbe stata questa una buona ragione per continuare a viverci?
Non voglio pensare che la Sua Signora sia una delle tante insegnanti conniventi con i delinquenti, che mettono così in croce quei ragazzi che si comportano bene, che sanno convivere con il prossimo! I delinquenti che ci troviamo sulle strade sono stati a scuola, non sono spuntati come i funghi e non hanno trovato qualcuno che li fermasse prima.Quando occorrono le maniere forti, queste vanno usate!Per tutelare il resto della società!Gli insegnanti non devono proteggere i delinquenti(rischiando di diventarne complici!), ma devono proteggere DAI delinquenti!
Gli immigrati del Terzo Mondo sono schifati dalla nostra scuola!!! Non credono ai loro occhi!!! I genitori albanesi dicono che con un quarto di quello che commettono i nostri “bravi ragazzi” (che magari prendono 8 in condotta e sai che paura! o pure 9 e sai che schifo!) sono buttati fuori da tutte le scuole!!! E abbiamo pure la spocchia verso l’Albania!!!!
Ma io non difendo il diritto del ragazzino offeso , duplicando un insulto a un coetaneo, perchè metto in moto una catena altamente pericolosa.
io difendo il ragazzo offeso col rispetto delle procedure e delle regole.
e ne rimando la responsabilità alle stesse.
Non alla docente in se, o al ragazzo in se, ma a tutta la comunità di cui docenti e allunni fanno parte: cioè la scuola.
perchè sono le procedure, le regole e le evenutali pene stabilite insieme a quelle regole che garantiscono il consesso comune e civile della comunità, non l’insulto duplicato a un insulto.
Specie se poi è scritto è ancora più grave.
Si riuniva il consiglio alla presenza del ragazzo e del genitore e si spegava cosa era successo e l’eventuale decisione del provvedimento (magari prendeva la lezione anche senza il provvedimento) la collega non sarebbe in questa situazione.
Può non piacermi la legge e se siamo la maggioranza indire un referendum o una raccolta di firme per un eventuale cambiamento.
Ma finchè c’è la legge io la devo rispettare.
Si chiama legalità e per me è oro colato. Non siamo nel far west e un ingiuria è un ingiuria. E un minore è materiale delicatissimo, persino e di più quando è un “vastasunazzu”.
Può anche non piacermi quella sentenza, ma è fatta a norma di legge e dunque va accettata.
Perchè ogni genitore deve avere la certezza che quando lascia il figlio a scuola, dall’angioletto al vastasunazzu, quello verrà garantito da una norma.
E basta.
La norma dice quello: un ingiuria a un minore è punibile.
E credetemi se vi dico che è il “vastasunazzu” che ha spesso bisogno di essere garantito, visti i contesti da cui vien fuori.
Ripeto: la stessa identica punizione poteva prevedere il copiare 15, 30, 50 volte la dichiarazione dei diritti dell’uomo e poi andarla a ripetere classe per classe della scuola.
Ma un insulto , scritto, poi, con tanto di prova provata di infrazione delle regole, come si fa a ignorarlo?
E io insegno la regola e ne infrango subito una basilare?
E se capitasse a me, magari non per un insulto, ma per altro, perchè non siamo Dio, perchè magari due si pigliano a sediate prima che io dall’altro lato della classe riesca a dividerli, mi piglierò la sentenza, se si fanno male. In silenzio. E pure con le lacrime agli occhi, se proprio devo dirla tutta.
Perchè il mio dovere è essere garante sempre dei miei alunni. Sempre. Non difenderli, ma garantirli.
E anche lì c’è una norma violata: quella antincendio che prevede non più di 24 alunni in un aula.