Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
24.6.12
differenza tra uomini e donne nel vedere l'amore
una interessantissima discussione avvenuta in fb sulla bacheca di questa mia cdv ( compagna di viaggio )
italia-inghilterra euro 2012 attraverso il cinema e i ricordi personali sul calcio
da http://annamaria-liberipensieri.blogspot.it/2012/06/goal.html |
Molti mi diranno che sono contraddittorio perchè :<< prima definisci il calcio come il nuovo oppio dei popoli ., lo definisci il nuovo Panem et circenses e poi ne parli bene e racconti o riporti delle storie come questa qui >>. Vero ma è il prezzo da pagare per chi ha scelto e và in direzione ostinata e contraria . Inoltre fra me e il calcio fra me è il calcio c'è un rapporto d' Amore e d'odio . D'amore mi affascino le storie e le gesta dei giocatori , sono cresciuto con il calcio sia televisivo come i video che trovate sotto sia con le varie serie del famoso cartone
sia alle partite improvvisate , in oratorio , in zone abbandonate , in piazza , in carrera ( strade ) , nel corridoio di casa ., che finivano come fantozzi
3) gli sfotto e le burle , ovviamente senza esagerare troppo ed evitando il più possibile che degenirono insulti personali ( esperienza personale da juventino eretico , ma questa è un altra storia se volete saperla continuate a seguire il blog magari prima o poi la racconterò o chiedetemela pure all'email del blog l'ho messa apposta , come m'era successo con la vecchissima chat degli interisti il muro dei tifosi http://www.inter.it ) . D'ODIO il fanatismo di certi tifosi , il paraocchi ( sei juventino fuori di qui come mi è successo nella famosa chat di cui parlavo prima ) , il calcio diventato solo gossip e show must go off o show business , quello parlato , usato dalla politica per distrarti o far passare le magagne in secondo piano e che influenza anche il linguaggio tipo : << scendere in campo , in zona cesarini , ecc >> , che fa pressioni alla magistratura d'insabbiare vedere la fine di calciopoli che ha pagato solo uno per tutti , o il calcio scommesse ,il doping , ecc vedete il mio precedente post : morti di serie a ( Morosini ) e di serie b ( Petrini ). Per chi volesse leggersi tutti gli articoli \ post che ho scritto sul calcio andate qui
Ora dopo quiesta premessa veniamo al post vero e proprio .
Stasera fra neppure 3 poore ci saranno i quarti degli europei e ritornano le sfide mitiche chje hanno anche influenzato il cinema articolo da http://sport.sky.it/sport/calcio_estero/2012/06/24/
Frittatona di cipolle, birra gelata e rutto libero: così Ugo Fantozzi si appresta a seguire Inghilterra-Italia |
Il prepartita del ragionier Fantozzi, con frittatona di cipolle e birra gelata, è celebre quanto il racconto di quella partita tra Inghilterra e Italia, che lui si perse per vedere "La corazzata Potemkin": un 21-0 che speriamo sia di buon auspicio..
Tutto è pronto, ci siamo. Prepartita con frittatona di cipolla, birra gelata e rutto libero.
Poi, all’improvviso, una telefonata.
L’urlo di disperazione del ragionier Fantozzi che si appresta a godersi Inghilterra-Italia e viene invece convocato al “cinema” dal megadirettore (per vedere un film cecoslovacco ma, per fortuna, con sottotitoli in tedesco) è storia del cinema e incubo di ogni tifoso italiano che si rispetti.
Sì, perché Inghilterra-Italia è il gol di Capello a Wembley, il tuffo di Bettega e la doppietta di Montella. Ma per noi italiani è anche il dramma di un uomo costretto a perdersi una partita che, parole del telecronista, “fa impallidire anche il ricordo di quella dei leggendari tempi supplementari di Italia-Germania in Messico”.
Il viaggio in macchina con la radiolina incollata all’orecchio, mentre tutto il resto dell’Italia è comodamente seduto in poltrona, la telecronaca incalzante ("La palla è ora a Tardelli, scatto di Tardelli. A Savoldi, tiro, nuca di McKinley, tibia di Savoldi, naso di Antognoni. Nuca del portiere inglese, naso di McKinley, tibia di Benetti, nuca, naso..."), l’auto abbandonata in mezzo alla strada e la finestra rotta con un pugno per sapere “chi ha fatto palo”.
Per finire con il mitico 21-0 che gli Azzurri inflissero agli inglesi quella notte, secondo le voci che, al cinema, “nel buio della sala correvano incontrollate e pazzesche: si diceva che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d’angolo”.
Inutile dire che stasera ci accontenteremmo anche di un risultato più modesto, senza alcuna impresa da parte di Buffon...
FRITTATONA DI CIPOLLE E BIRRA GELATA:
SCUSI, CHI HA FATTO PALO?
oppure il video integrale
povera italia dai fascisti \ nazisti ai razzisti\xenofobi
vedendo questo cortometraggio d'Ettore scola
e mi rattristo di come siamo caduti in basso hanno ragione sia De gregori e Battiato con queste due canzoni ormai entrate nelnostro Dna panorama culturale musicale italiano
ma allora tutti sottovalutammo e consideravamo i primi rigurgiti come nostalgici del fascismo e del nazismo e credevamo fossero solo 4 gatti
in cui descrive di come l'Italia sia passata Dai nazisti ai razzisti. '"43/'97", un corto inedito di Ettore Scola regalato a l'Unità che fa da "testimonial" al festival itinerante "Libero cinema in libera terra". Pochi folgoranti minuti in cui l'autore di "Una giornata particolare" ci dice di come il cinema possa mettere in salvo da ogni razzismo, violenza e sopraffazione. Con citazioni da vari film ovvero capolavori italiani.
canticchio chiedo scusa , a chi mi segue fin dal mio esordio in rete nel lontano 2004 , se mi ripeto , ma certe cose la gente ottusa non le capisce e ( ma chi se ne frega io continuò ad andare avanti e a non curarmi di loro ) mi giudica comunista , questa canzone più attuale che mai , perchè mi sembra giusto ed opportuno passare dal piangere e piangersi ( vedere sotto il video di Battiato povera patria a cercare una nuova patria , vedere il video della Guzzanti da 0.55 in poi ) senza però scordarci il passato ( vedere il secondo video della guzzanti )
e mi rattristo di come siamo caduti in basso hanno ragione sia De gregori e Battiato con queste due canzoni ormai entrate nel
ma allora tutti sottovalutammo e consideravamo i primi rigurgiti come nostalgici del fascismo e del nazismo e credevamo fossero solo 4 gatti
sia Guido Crainz ( foto a sinistra e qui la sua bibliografia ) l'autore de Il paese mancato Dal miracolo onomico agli anni ottanta ( copertina sotto a destra ) . Il libro è la storia dell’Italia dagli anni Sessanta ai primi anni Ottanta, la storia – sapientemente descritta e raccontata – di un Paese che avrebbe potuto essere altro da quello che è diventato e che è tuttora, un Paese mancato appunto, e che in quel lasso di tempo ha attraversato una delle congiunture sociali e politiche più eccezionali e irrepetibili che possa venire a determinarsi nel percorso di vita di uno Stato e una nazione. Sempre secondo la sezione recensioni de il sito http://www.brigaterosse.org ( sito non più aggiornato dal 2007 che a causa della mentalità bacata di digos e polizia postale , ma anche della cultura di stato vedere il post di Matteo tassinari che racconta come uno spirito libero come de andrè venne scambiato come fiancheggiatore delle Br , la stessa cosa è successa a questo sito reo solo di pubblicare come documentazione storica i comunicati delle Br )
Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta non c’è stato nessun aspetto del nostro vivere civile che non sia stato attraversato da sommovimenti profondi, capaci di alterare nelle fondamenta modi di viveri sedimentati e condivisi. Quello che in questa sede interessa, però, è un altro aspetto fondamentale del libro: la capacità, cioè, di descrivere e spiegare con assoluta efficacia le premesse di una stagione di rivolta, i motivi per cui “improvvisamente” una parte della società italiana decide di provare a cambiare la struttura profonda del paese, le regole del vivere comune, i codici di comportamento, i modi di pensare e concepire i rapporti sociali, sia del pubblico che del privato. Per fare questo, Il Paese mancato ci spiega l’Italia degli anni Sessanta al di là e oltre la facile formula del “miracolo economico” che pure si verificò davvero, ma che da solo non basta a descrivere una società complessa e contraddittoria e sull’orlo di una rivolta generazionale. L’Italia dell’esperimento riformista e della congiuntura, della crisi delle due Chiese, quella cattolica e quella comunista, delle tragedie di Avola e delle morti bianche. Fino allo scoppio del biennio ’68- ’69, l’autunno caldo, gli anni furibondi della strategia della tensione e dell’eversione.
È a questo punto, in questo momento, che Il paese mancato diventa un libro necessario, anche nell’ambito di
23.6.12
Il segreto delle foto dei panini di McDonaldundefined
Il segreto delle foto dei panini di McDonaldundefined
Un vero panino da fast food a confronto con la sua foto pubblicitaria
Come mai il cibo di Mc Donald's nella pubblicità ha un aspetto così diverso rispetto a quello del punto vendita? Questa è solo una delle tante domande che arrivano ogni giorno sulla sezione dedicata del sito canadese, che ha lanciato questa curiosa iniziativa ai suoi clienti: "Hai sempre desiderato avere informazioni sul nostro cibo? È la tua occasione!". A rispondere alla questione posta da Isabel M. è Hope Bagozzi, direttore marketing di Mc Donald's Canada, che per mostrare in totale trasparenza la qualità dei proprio panini si è recata direttamente presso gli studi che curano la campagna pubblicitaria per documentare il back stage dello spot. Scopriamo così che il Big Mac dell'immagine non è riprodotto con photoshop, ma è reale ed è il risultato di un accurato lavoro di composizione effettuato da un food-stylist (una professione sconosciuta ai più), da un fotografo e un imaging specialist.
L'addetto all'immagine del panino non fa altro che cucinare con cura e precisione i vari alimenti che lo compongono e assemblarne le parti; gli ingredienti - assicurano - sono gli stessi utilizzati nei negozi: pane, cipolla, senape, kecthup, cetrioli, formaggio fuso e carne di bovino. La differenza sta solo nella posizione in cui si trovano gli alimenti. Se nell'hamburger acquistato nel punto vendita gli ingredienti si trovano tutti al centro per un'ovvia questione di praticità, in quello della pubblicità sono posizionati volutamente all'esterno, quasi in bilico. Stesso discorso vale per la consistenza e l'estetica: il panino del negozio è fatto in circa un minuto, quello dello spot richiede ore di lavoro e così tanta meticolosità che il ketchup viene aggiunto alla fine con una siringa e il formaggio fuso al momento con uno speciale coltello piatto riscaldato.
Poi, certo, l'immagine viene leggermente ritoccata a computer e vengono tolte le imprecisioni e i difetti naturali del cibo, ma quello del foto-ritocco è un passaggio obbligato per qualsiasi prodotto pubblicitario. Anzi, a vedere le immagini dei due hamburger a confronto, quello patinato dello spot è forse meno appetibile. Troppo perfetto.
napolitano predica bene ma razzola male Trattativa Stato-mafia, 20 anni fa per Napolitano il Colle si poteva attaccare
ritorno ancora vedere qui il post precedente sulle la smentita ( anzi pseudo smentita ) di Napolitano sulle trattive tra stato & mafia . Visto che non
preferisce scendere a compromessi o trattare come dicono molti con essa
preferisce scendere a compromessi o trattare come dicono molti con essa
Trattativa Stato-mafia, 20 anni fa per
da http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/23/
Napolitano il Colle si poteva attaccare
Il presidente della Repubblica attacca i giornali che parlano di sue pressioni nelle indagini sul patto segreto tra istituzioni e Cosa nostra: il Capo dello Stato non va attaccato, è la linea del Quirinale. Ma nel 1991 era lui a scrivere sull'Unità un duro articolo contro il suo predecessore Francesco Cossiga
Bei tempi quando al Quirinale c’era Francesco Cossiga. Politici e giornalisti potevano dire di tutto sul Presidente, e quando qualcuno provava a fare il corazziere di complemento veniva travolto da autorevoli padri della Patria, schierati come un sol uomo in difesa della libertà di opinione e di stampa. Il Fatto Quotidiano non c’era ancora, purtroppo. C’era invece Giuliano Amato, vicesegretario socialista, braccio destro di Bettino Craxi. A lui nemmeno allora andava giù che si criticasse il Colle. Disse un giorno: “Il capo dello Stato è oggetto di un’autentica campagna che, a ondate successive, persegue l’esplicito scopo di destabilizzare le istituzioni”.
DUE GIORNI FA Napolitano ha rispolverato la formula utilizzata 21 anni fa dall’amico socialista: “Si è alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente”. E ancora ieri sera l’Ansa ci segnalava che “i collaboratori del presidente si interrogano su chi possa esserci dietro, sulla regia dell’operazione”. Stesse parole, contesti simili. Nella primavera del 1991 la Prima Repubblica agonizzava sotto i colpi dell’antipolitica (Lega Nord, referendum elettorali di Mariotto Segni), i partiti strologavano di riforme istituzionali in senso presidenziale e l’inquilino del Quirinale era nervoso. E se oggi Napolitano parla di “insinuazioni”, Cossiga, che era più scoppiettante, parlava di “miserabili insinuazioni”. Sarà forse per quell’aggettivo di troppo, e perché l’insulto era rivolto a lui, che Eugenio Scalfari parlò di “attentato alla libertà di stampa”. Ma erano altri tempi. Amato, ancora craxiano, era in minoranza. Le sue accuse contro le strategie destabilizzanti facevano inorridire i difensori della democrazia. Così il cronista politico de l’Unità Pasquale Cascella (oggi portavoce di Napolitano) intervistò il presidente dei senatori Dc, Nicola Mancino, e gli alzò la palla con maestria: “Qui girano sospetti di un complotto…”. E Mancino, che allora al Quirinale non si poteva neppure avvicinare, perché Cossiga quando invitava i maggiorenti Dc lo lasciava fuori, schiacciò la palla come compete a un vero democratico : “Allora, Amato farebbe bene a fare nomi e cognomi dei complottatori. Per quanto ci riguarda l’idea di una nostra compartecipazione al complotto è semplicemente ridicola”. L’intervista uscì sul giornale fondato daAntonio Gramsci il 2 maggio 1991. E quel giorno lo scontro diventò incandescente.
A fianco di Mancino, e contro Amato, scese in campo, ebbene sì, Giorgio Napolitano, firmando un duro articolo destinato alla prima pagina de l’Unità. La sua linea su Cossiga ipotizzava tre strade: l’impeachment, le dimissioni volontarie, o la decisione del presidente della Repubblica di “astenersi da interventi impropri”. L’altezza del Colle non lo intimoriva certo. E per l’amico socialista furono sonori schiaffoni. Scrisse il futuro sacerdote dell’intoccabilità del Colle (se occupato da lui): “C’è da chiedersi a chi possa giovare il sempre più ostentato schierarsi del Psi come ‘partito del presidente’, contro tutti i supposti protagonisti e complici di un presunto complotto contro il capo dello Stato”.
E ANCORA: Cossiga, “è purtroppo attivamente coinvolto in una spirale di quotidiane polemiche, di difese e di attacchi di carattere personale e politico, fino alla sconcertante e francamente inquietante distribuzione di etichette e di voti a giornali”. Poi il colpo finale al povero braccio destro di Craxi: “Perché Amato non confuta nel merito le tesi di chiunque tra noi, come sarebbe legittimo, anziché emettere indistinte denunce, riferendosi a una campagna contro il capo dello Stato che sarebbe stata promossa non si sa bene da chi e per quali calcoli, e di cui sarebbe partecipe il Pds? Non ci si risponda con la facile formula del ‘partito trasversale’”. E infatti Amato non evocò il partito trasversale, ma si limitò a evocare, con 21 anni di anticipo, l’asse Napolitano-Mancino: “Ho parlato di campagna, non di complotto. Spiace dover constatare che prima Mancino, poi Napolitano ritengano che si tratti della stessa cosa”. Proprio come oggi. Campagna, complotto, notizie, tutto uguale, tutto sbagliato, tutto vietato. Che nostalgia dei tempi di Cossiga, quando la libertà dei giornalisti era difesa da Napolitano.
DUE GIORNI FA Napolitano ha rispolverato la formula utilizzata 21 anni fa dall’amico socialista: “Si è alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente”. E ancora ieri sera l’Ansa ci segnalava che “i collaboratori del presidente si interrogano su chi possa esserci dietro, sulla regia dell’operazione”. Stesse parole, contesti simili. Nella primavera del 1991 la Prima Repubblica agonizzava sotto i colpi dell’antipolitica (Lega Nord, referendum elettorali di Mariotto Segni), i partiti strologavano di riforme istituzionali in senso presidenziale e l’inquilino del Quirinale era nervoso. E se oggi Napolitano parla di “insinuazioni”, Cossiga, che era più scoppiettante, parlava di “miserabili insinuazioni”. Sarà forse per quell’aggettivo di troppo, e perché l’insulto era rivolto a lui, che Eugenio Scalfari parlò di “attentato alla libertà di stampa”. Ma erano altri tempi. Amato, ancora craxiano, era in minoranza. Le sue accuse contro le strategie destabilizzanti facevano inorridire i difensori della democrazia. Così il cronista politico de l’Unità Pasquale Cascella (oggi portavoce di Napolitano) intervistò il presidente dei senatori Dc, Nicola Mancino, e gli alzò la palla con maestria: “Qui girano sospetti di un complotto…”. E Mancino, che allora al Quirinale non si poteva neppure avvicinare, perché Cossiga quando invitava i maggiorenti Dc lo lasciava fuori, schiacciò la palla come compete a un vero democratico : “Allora, Amato farebbe bene a fare nomi e cognomi dei complottatori. Per quanto ci riguarda l’idea di una nostra compartecipazione al complotto è semplicemente ridicola”. L’intervista uscì sul giornale fondato daAntonio Gramsci il 2 maggio 1991. E quel giorno lo scontro diventò incandescente.
A fianco di Mancino, e contro Amato, scese in campo, ebbene sì, Giorgio Napolitano, firmando un duro articolo destinato alla prima pagina de l’Unità. La sua linea su Cossiga ipotizzava tre strade: l’impeachment, le dimissioni volontarie, o la decisione del presidente della Repubblica di “astenersi da interventi impropri”. L’altezza del Colle non lo intimoriva certo. E per l’amico socialista furono sonori schiaffoni. Scrisse il futuro sacerdote dell’intoccabilità del Colle (se occupato da lui): “C’è da chiedersi a chi possa giovare il sempre più ostentato schierarsi del Psi come ‘partito del presidente’, contro tutti i supposti protagonisti e complici di un presunto complotto contro il capo dello Stato”.
E ANCORA: Cossiga, “è purtroppo attivamente coinvolto in una spirale di quotidiane polemiche, di difese e di attacchi di carattere personale e politico, fino alla sconcertante e francamente inquietante distribuzione di etichette e di voti a giornali”. Poi il colpo finale al povero braccio destro di Craxi: “Perché Amato non confuta nel merito le tesi di chiunque tra noi, come sarebbe legittimo, anziché emettere indistinte denunce, riferendosi a una campagna contro il capo dello Stato che sarebbe stata promossa non si sa bene da chi e per quali calcoli, e di cui sarebbe partecipe il Pds? Non ci si risponda con la facile formula del ‘partito trasversale’”. E infatti Amato non evocò il partito trasversale, ma si limitò a evocare, con 21 anni di anticipo, l’asse Napolitano-Mancino: “Ho parlato di campagna, non di complotto. Spiace dover constatare che prima Mancino, poi Napolitano ritengano che si tratti della stessa cosa”. Proprio come oggi. Campagna, complotto, notizie, tutto uguale, tutto sbagliato, tutto vietato. Che nostalgia dei tempi di Cossiga, quando la libertà dei giornalisti era difesa da Napolitano.
accuse a napolitano sulla trattiva con la mafia per spianare la strada al decreto salva ruby e nuovo bavaglio intercettazioni ?
è vero che Napolitano non sarà uno stinco di santo e che ha molti scheletri nell'armadio come quello di aver fatto approvare con la sua astensione , insieme ad altri 3 , in cambio di rai3 al Pci , il decreto d'urgenza fatto dal Caf / Craxi , Andreotti , Forlani ) salva frequenza mediaset negli anni '80 ed in particolare queste ultime accuse vere o presunte che siano , sulla trattica tra mafia e stato . Su cui la smentita è una smentita che non convince ( e non smentisce ma lascia solo dubbi ) , perchè chi smentisce solo dicendo che sono cose prive di fondamento e di logica , ma non argomentano punto per punto , e come se si nascondesse o confermasse indirettamente le accuse ) . Ora è vero che in un paese dove un alta carica come questa è solo sospettato dovrebbe dimettersi e non aspettare che lo gli venga chiesto
( fonte http://isegretidellacasta.blogspot.it/ )
Micromega intervista il fratello del magistrato assassinato dalla mafia: "È sconvolgente che al Quirinale si dia ascolto a chi come Mancino cerca di frenare quei magistrati coraggio che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia. Parlare addirittura di avocazione o di accorpamento delle indagini significa una cosa sola: si vuole fermare il lavoro della Procura di Palermo. Che questo avvenga dalla più alta carica dello Stato è una cosa estremamente grave e non può che portare a una sola conseguenza: l'ipotesi di impeachment per il Presidente della Repubblica. Fino a quando non sarà cancellato il peccato originale di una Seconda Repubblica fondata sulle stragi del '92 e '93 l'Italia non potrà mai dirsi un paese democratico e civile".
Ma mi sembra il caso che queste accuse vere o presunte ci penserà la magistratura ad appurarlo capitano a fagiolo e contemporaneamente ( forse cercano pressioni e compagnia \ inciuci ) altrimenti non riescono a farlo alla richiesta del centro destra di leggi.u anti intercettazioni e modificadi quella sulla corruzione per salvare il presidente dal troiumine sex ruby
.Infatti qui lo si vuole deligittimare proprio come si fece con l'altro presidente della repubblica Osar Luigi Scalfaro ( ambiguo secondo alcuni di spessore secondo altri ) le cui accuse rivoltegli non riguardavano interferenze nelle indagini, bensì accuse di corruzione cioè aver preso soldi da servizi segreti cioè da parte del SISDE
Ma A differenza dell'altro sepolcro imbiancato seppe con il discorso sopra riportato difendersi e far diventare sul nascere la campagna di fango mediatico . Ora secondo il mio amico Daniel Mapex : << (....) Non importa che le intercettazioni abbiano o meno rilevanza penale, conta il dato politico, ossia che è scarsamente credibile. Per questo negli USA sarebbe già all'impeachment (...) >> Su cui non concordo completamente perchè si è vero meriterebbe l'impeachement o si dovrebbe dimettere perchè è un fatto grave che un' alta carica riceva accuse gravissime e pesanti , ma mi sembra strano la tempistica con cui sono uscite queste notizie , proprio in contemporanea con : 1) la richiesta da parte del centro destra e l'accettazione del ministro di giustizia di una severa legge sulle intercettazioni ., 2) di cambiare la legge sulla corruzione proprio isulla precrezione e sull'attribuzione del reato
22.6.12
Il poeta "terrorista", quante ne dobbiamo sentire ancora?
Così i Servizi segreti, schedarono il cantautore:
Il De André Fabrizio?
"Terrorista, anarchico e cantautore"
Il De André Fabrizio?
"Terrorista, anarchico e cantautore"
di Matteo Tassinari
Viene da sorridere... Uno canta (e in che modo poi) la pace, la conclusione di ogni guerra per tutta la sua vita, i soprusi dei più deboli e dove va a finire? Sul taccuino "nero" dei Servizi segreti antiterrorismo italiani. Mi pare logico, secondo le regole poche, ma ferree (come le idee) degli apparati statali dediti alla sicurezza dell'Ordine (e disordine) targati anni '70. Verrebbe da ridere, se non fosse che è tutto vero. (a chi interessa il prosieguo è al http://mattax-mattax.blogspot.it/).
20.6.12
...senza titolo....
Stella d'oro,
stella fragile,
stella di quiete,
sorridi, una notte,
conforta i cuori sdruciti,
abbandonali
in una culla d'arpe.
Morte a perdere di daniela tuscano
E' Calabria e sembra Africa. Ma senza alcuna cartolina. Dev'essere
così l'inferno: una landa senza futuro e priva di passato, una distesa di nulla.
Un cane randagio, scalcagnato, avanza nel sole. Le gambe rachitiche
nell'irrespirabile aria ciottolosa.
Non sa nemmeno perché finisca dentro quel bidone di catrame.
Forse inseguiva qualcosa: una farfalla, un segno alato che interrompesse, con
qualche indecifrabile poesia, la monotonia di quella linearità atroce. Resta
intrappolato. Nemmeno si dibatte, nel vischio nero: sa solo supplicare, con quel
guaito prolungato. Che non si capisce se sia dolore o abitudine. I nessuno come
lui si odono solo nel lamento.
Ma, stavolta, non si può ignorare. Piange e sembra che, con
lui, pianga il mondo. Accorrono, gli umani. Chiamano un veterinario. Ma questi,
constatata la sua non appartenenza, lo abbandona al suo destino. Il cane è
privo di padrone. Non esiste.
Flette il capo, sotto il sole. E' lentamente crocifisso. Paga
lo scotto d'una libertà incomprensibile. Prigioniero, più che del bitume,
dell'indifferenza. E' solo come un cane: un numero in meno. Non occorre nemmeno
disfarsi della carcassa: già si trova in uno scarico. Muore per una ricerca di
felicità. A lui è stato concesso solo un allucinato presente.
Cane nel catrame, i veterinari di Reggio Calabria lo lasciano morire
Leggendo su nocensura ma che razza di questa storia mi chiedo con una domanda ovvia e da una risposta ovvia e scontata veterinari sono questi ? . Io ho scritto tutto la mia indignazione , come suggerito dallo staff del sito in questione . Però , però per non abbassarmi a volgarità gratuite ed insulti personali e generalizzati ( perchè ci sono anche dei veterinari che fanno il loro dovere egregiamente e sanno distinguere al regola dall'eccezione e non hanno , come questi il cuore di ghiaccio e di burocrati )
IL TESTO:"Cane nel catrame, i veterinari di Reggio Calabria lo lasciano morire" Che un veterinario si comporti in quel modo, non è ammissibile. Non ci sono giustificazioni. Invitiamo tutti gli amici degli animali a scrivere una email al Sindaco di Reggio Calabria, al Presidente della Regione e all'Ufficio Relazioni Pubbliche dell'ASL di Reggio Calabria, con preghiera di inoltro alla Direzione Sanitaria. (sul sito non è indicato l'indirizzo email della sezione Veterinaria)PER RENDERE VELOCE L'INVIO, ABBIAMO PREPARATO UN BREVE TESTO, DA FIRMARE CON NOME, COGNOME E CITTA'.Questi gli indirizzi a cui spedire:
Alla cortese attenzione di:
- Sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena
- Ufficio Relazioni Pubbliche ASL Reggio Calabria, con preghiera di inoltro alla Direzione Sanitaria.
- Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti
Con la presente, vi invitiamo caldamente ad assumere severi provvedimenti punitivi nei confronti del Veterinario che, stando a quanto riportato da numerosi testimoni, dopo esser intervenuto su chiamata dei cittadini per soccorrere un cane finito inavvertitamente in un bidone di catrame, lo ha abbandonato senza soccorrerlo dopo essersi reso conto che si trattava di un randagio sprovvisto di microchip. Tale comportamento, crudele e assolutamente irrispettoso della vita di un animale è ancora più grave perché compiuto da un veterinario e non può essere tollerato.
Vi prego altresì di riferire pubblicamente sui provvedimenti che intendete assumere: non ci dimenticheremo di questa storia e pretendiamo GIUSTIZIA, un soggetto come quello NON PUO' fare il veterinario.
Distinti saluti
NOME COGNOME CITTA'.
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SUL SITO WEB DELL'ASL DI REGGIO CALABRIA - SERVIZIO VETERINARIA - NON è PRESENTE NESSUN INDIRIZZO EMAIL A CUI SCRIVERE, PER QUESTO MOTIVO SUGGERIAMO DI SCRIVERE ALL'URP. (UFFICIO RELAZIONI PUBBLICHE)
SE QUALCUNO PERO' VUOLE FARSI SENTIRE TELEFONICAMENTE, I RECAPITI SONO QUESTI:
Via Troncovito Gallico Superiore - Reggio Calabria
Direttore: Dr. Mario Marroni
Tel. 0965/347187
Dirigente Veterinario: Dr. Filippo Crucitti
Tel. 0965/347182
Dirigente Veterinario Referente Anagrafe Bovina:
Dr. Francesco Laganà
Tel. 0965/347183
Ispettore:
Sig. Francesco Riso
Tel. 0965/347178
Segreteria: Tel. 0965/347184/5 Tel/fax 0965/347186
Dopo questa breve elucubrazione eccola storia
Un cane è finito inavvertitamente in un bidone di catrame: i cittadini allertano le autorità, il veterinario - dopo un lungo periodo di attesa - si presenta sul posto: vede che il cane è un randagio, che non ha il microchip: volta le spalle e se ne va, lasciandolo morire agonizzante. Salvarlo sarebbe stato facile, e sapere che a FREGARSENE è stato un VETERINARIO, coloro che dovrebbero PER PRIMI volere bene ai cani, fa ancora più arrabbiare.
CI AUGURIAMO CHE SIA IDENTIFICATO E PUNITO SEVERAMENTE, deve essere rimosso tempestivamente dall'incarico di veterinario, un soggetto senza cuore come questo non può fare quella professione!
Questa mattina abbiamo pubblicato un articolo e un'immagine su Facebook dedicata agli amici a 4 zampe, per sensibilizzare sul non lasciarli in auto, sotto il sol leone, visto che ogni anno accadono vicende di questo tipo...
Staff nocensura.com
Di seguito l'articolo sul fattaccio:
Una scioccante storia proviene da Reggio Calabria e riguarda, nuovamente, un caso di crudeltà contro gli animali. Un povero cane è rimasto suo malgrado intrappolato in un bidone di catrame, ma gli addetti veterinari interpellati dai passanti si sono rifiutati di intervenire, lasciando l’animale alla morte. Dura la reazione dell’ex Ministro Michela Vittoria Brambilla: «Chi ha sbagliato paghi».
Il tutto è avvenuto a Sambatello, una frazione di Reggio Calabria, dove un randagio – forse nel tentativo di superare un recinto – è caduto in un bidone per la raccolta del catrame. Rimasto bloccato e impossibilitato a muoversi, i primi soccorsi sono arrivati dai passanti, i quali hanno prontamente chiamato i veterinari dell’Asp. L’incaricato sopraggiunto sul luogo però, certificando l’assenza di microchip impiantato sottopelle, ha deciso di lasciarlo morire perché non regolarmente registrato. Poco importa della dignità di un essere vivente e chissà che l’esemplare non fosse tatuato sulla zampa inferiore, ovviamente invisibile perché sprofondata nel bidone.
Basite tutte le associazioni per la difesa degli animali, come ENPA, LAV, Lega del Cane, Leidaa, Oipa, Chiliamacisegua, rappresentate nella Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente. In una nota si esprime sgomento e la richiesta di provvedimenti per chi si è reso responsabile di questo comportamento disumano:
«Colpisce la sostanziale indifferenza con cui le autorità preposte dalla legge a intervenire quando i cittadini segnalano la presenza di un animale in difficoltà, hanno lasciato morire questo povero cane. La bestiola è rimasta infatti per ore a guaire e lamentarsi, ma nessuno di coloro che avrebbero dovuto almeno provare a trarlo in salvo ha fatto qualcosa per toglierla da quella trappola. E dopo ore ed ore di atroce agonia l’animale è morto. Dov’erano le istituzioni? E i cittadini? Se è mancato il senso del dovere, che fine ha fatto il buon cuore? Fatti simili non sono accettabili e denotano la più totale mancanza di civiltà e di sensibilità.»
E pensare che, per quanto non semplicissima, l’operazione di salvataggio avrebbe potuto portare al completo recupero del cane. Ma, a quanto pare, i soliti cavilli burocratici e la completa mancanza di buon senso hanno avuto la meglio.
19.6.12
Il nuovo che avanza. il neodeputato Adinolfi del PD: "Fornero ok! Ora legalizziamo il poker live"
Dopo aver piantato un polverone pur di entrare in un parlamento ormai delegittimato e per i soli pochi mesi che mancano al suo sciogliemento, chiedendo a gran voce le dimissioni del deputato Tidei (eletto sindaco di Civitavecchia), ecco le ricette che il neodeputato Mario Adinolfi vuole portare avanti in questo breve scorcio di legislatura: "Sosterrò Elsa Fornero e chiederò la legalizzazione del poker live".
Insomma, non era forse meglio che restava ai tavoli di poker (il neoparlamentare del PD è un noto giocatore di tornei di poker), piuttosto che finire ai tavoli della politica?
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