8.12.12

siamo alle solite Londra, suicida l'infermiera dello scherzo telefonico a Kate

 Stamattina leggendo i  giornali  apprendo questa  triste  news  


Gb: suicida infermiera dell'ospedale, 
vittima di uno scherzo su Kate incinta

La donna era stata la prima a ricevere la telefonata della conduttrice di una radio australiana che, fingendosi la Regina, aveva chiesto notizie sulla salute della duchessa di Cambridge. Aveva quindi passato la chiamata all'infermiera-capo che aveva rivelato le informazioni sulla gravidanza in diretta


LONDRA - L'infermiera dell'ospedale di Londra Edward VII (VIDEO), dove era ricoverata Kate Middleton per forti nausee mattutine, è stata trovata morta in quello che sembra un suicidio. Lo riferiscono Sky News e altri media britannici. La donna era finita nella bufera per non aver verificato prima di passare all'infermiera incaricata di occuparsi di Kate, la telefonata di una radio australiana, i cui conduttori si erano spacciati per la regina Elisabetta e il principe Carlo. In questo modo la radio aveva poi trasmesso in diretta un aggiornamento sulla gravidanza della duchessa di Cambridge. Il corpo senza vita della donna è stato trovato poco prima delle 9,30 locali presso un'abitazione poco lontana dall'ospedale dove lavorava, nel quartiere londinese di Marylebone, vicino a Regent's Park. L'infermiera è stata dichiarata subito morta dai medici che hanno tentato invano di rianimarla. Sul posto sono intervenute due ambulanze.




In un comunicato il King Edward Hospital ha confermatola morte dell'infermiera che aveva risposto alla finta telefonata per Kate Middleton. Esprimendo "profondo cordoglio" nella nota si definisce la vicenda "uno shock" e aggiunge che dopo la telefonata finta "lo staff dell'ospedale le era stato vicino sebbene stesse passando un momento difficile". La donna, riferisce il Daily Mail, si chiamava Jacintha Saldanha ed era madre di due figli. Stava lavorando come centralinista quando, alle 5,30 del mattino di martedì, era arrivata la chiamata dei conduttori australiani. Nel comunicato l'ospedale la definisce un'infermiera di prima categoria e non risulta che l'ospedale avesse preso provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Da Buckingham Palace è stato diffuso un comunicato con cui "Il duca e la duchessa di Cambridge esprimono profonda tristezza nell'apprendere della morte di Jacintha Saldanha". 
"Pronto? Sono la Regina, vorrei notizie della salute di mia nuora Kate...": lo scherzo aveva irritato non poco i Windsor. La finta 'regina' aveva interrogato l'infermiera ottenendo un breve rapporto sulle condizioni della moglie di William. Solo che, come si è scoperto dopo, all'altro capo del filo non c'era Sua Maestà, ma una dj di una radio privata australiana, Mel Grieg di 2Day.Fm. "Francamente non pensavo che mi avrebbero fatto parlare con infermiere o medici", aveva poi detto l'autrice dello scherzo. "Credevo che avrebbero riattaccato appena sentito il mio pessimo accento australiano. E invece mi hanno presa sul serio". 
L'immediata reazione dell'ospedale era stata di "vivo rammarico" per aver violato involontariamente la riservatezza della principessa. William e Kate non avevano fatto commenti. E la dj si era detta "dispiaciuta" che lo scherzo avesse avuto buon esito, e aveva poi fatto "i migliori" auguri alla futura madre. Sul sito della radio 2Day.Fm però il video non è stato ancora rimosso e gli utenti stanno lasciando commenti di fuoco nei confronti dei conduttori. 

L'unico  commento  che  mi sento di fare  prima  che cada il silenzio  



è che  i  che gli attuali metodi dei media hanno superato ogni limite. I dee jay della radio australiana ora sono stati sospesi, ma forse andavano sospesi dopo lo scherzo, non dopo il suicidio", perchè va bene  essere  sulla notizia  ma non a  tutti  i costi  . Cosi non solo  hanno contribuito  a dare il colpo di grazia  all'infermiera 

Lo psicologo Ammaniti: "L'onta universale puo' spingere al suicidio"

di ALESSANDRA BADUEL

ROMA - "L'onta universale può spingere fino al suicidio". Per lo psicopatologo Massimo Ammaniti la vicenda dell'infermiera Jacintha Saldanha è emblematica del potere negativo che può avere su una persona il dover portare una vergogna davanti agli occhi del mondo intero, con lo stigma di un fallimento professionale nella tutela della privacy di un paziente, per giunta di Kate Middleton, gestante del futuro erede al trono. Ammaniti, in questi giorni a Londra per un ciclo di conferenze, ha seguito come tutti la vicenda e non si stupisce, mentre tiene anche ad accusare un sistema mediatico che "dovrebbe avere rispetto perlomeno verso la malattia".

Professore, davvero l'errore davanti a una platea universale può schiacciare una persona fino a questo punto? "È come se rispondendo a quella chiamata all'alba la signora Saldanha fosse entrata in una specie di videogioco mondiale in cui si è trovata intrappolata senza sapere come né perché. Certo il senso di annichilimento è enorme, perdi ogni speranza nel futuro. Pensi anche che il nome della tua famiglia, dei tuoi figli, sarà legato per sempre a quel momento. Lo psicoanalista Ronald Laing definisce la malattia mentale una reazione comprensibile rispetto a una situazione incomprensibile. Ecco, io credo che questo suicidio, almeno in base agli elementi noti finora, sia proprio questo. La vergogna è diversa e più potente del senso di colpa. Il senso di colpa è un giudice interno, privato, ma la vergogna è pubblica. Si perde la faccia davanti agli altri, ci si sente giudicati. In questo caso, poi, a giudicare l'infermiera Jacintha Saldanha è stato il mondo intero, appunto, che l'ha conosciuta come colei che non era stata capace di salvaguardare la riservatezza di una paziente. Sarebbe il primo dovere di ogni medico o infermiera". 

E non si trattava di una paziente qualsiasi. "Anche questo aggrava la situazione. La Casa reale è sotto gli occhi di tutti, però ci dovrebbe essere una garanzia di privacy almeno in ospedale, è stato proprio violato un tabernacolo, un momento di malattia e vulnerabilità, per di più su un argomento a sua volta delicato come la gravidanza di colei che darà un erede al trono. La signora Saldanha si è trovata davvero in una pessima posizione, avendo il primo momento di fama della sua vita per aver compiuto un'involontaria incomprensione
e  a far  si che altri paghino per loro  . Infatti  la catena di supermercati 'Coles', sponsor della trasmissione, ha annunciato di aver intimato di ritirare dalla programmazione tutti i propri spot a 2Day Fm.



fonti repubblica online 

come sopravvivere al natale e alle sue feste 6 punta odiare o non odiare il natale ? come sopportarlo





ho ritrovato  cercando in rete   un post  del mio vecchio blog  . Tale post  avrebbe dovuto essere  l'introduzione della consueta  guida  ma non  avevo  voglia  di  ricercare il post  e  apportarte modifiche  e quindi  lo  metto adesso in corso  d'opera  .

Odiare o non odiare il natale   questo è il dilemma d'ogni  anno  . Qui ripropongo  aggiornando  il quesito  cher propongo  dall'anno scorso  .  Si può odiare il Natale per motivi estetici: le luminarie a forma di fiocco di neve, i canti natalizi magari ascoltati dallo stereo dei grandi magazzini, la figura-simbolo di quel grosso omone sovrappeso con la barba, tutto vestito di rosso e con la voce arrochita.
Per motivi di principio: perché essere costretti a passare del tempo con persone che molto serenamente nel resto dell'anno non vediamo mai?
Per motivi ecologici: gli alberi sacrificati alla tradizione, la colossale impronta di carbonio lasciata dallo shopping globale di massa.
Per motivi politici: che Babbo Natale sia stato inventato all'inizio del ventesimo secolo da una multinazionale delle bibite gassate è una leggenda metropolitana, ma è indubbio che proprio il marketing abbia dato un contributo decisivo a trasformare Santa Claus, per motivi commerciali, in un'icona praticamente globale. E chi è anti-consumista trova nel Natale e nelle maratone di regali la conferma delle proprie peggiori opinioni in materia.
Per motivi religiosi: chi appartiene a altre fedi spesso non può non sentirsi vagamente alienato davanti al culto di massa per l'anniversario della nascita di una figura religiosa che non appartiene alla propria spiritualità.
Per motivi dietetici: tra carni grasse e dolci che nessuno si azzarderebbe a mangiare normalmente, il Natale resta il trionfo dei trigliceridi fatto comprensibile nell'Italia del boom che ancora ricordava il buio e la fame della guerra: meno giustificabile nell'Italia dal girovita in aumento delle statistiche 2010.
Insomma chi fin da bambino guardava con preoccupazione alla figura di Babbo Natale, un anziano sconosciuto deciso a scassinare le finestre di casa, non può che attendere anche da adulto il 25 dicembre con un certo senso di disagio: il giorno che secoli di propaganda vogliono definire come il più bello dell'anno per una minoranza resta una data da guardare con sospetto. 
Si sa che la  cena  della  vigilia  o  il pranzo di Natale e quello  del  26 , con relativa adunata di parenti vicini e lontani, non e' sempre una situazione da Mulino Bianco. Si sa che spesso a fine feste ci si ritrova diciamo, un pò sovrappeso Si sa che comprare il regalo giusto per lui, per gli amici\ amiche, per mammà, per le zie è un tour de force sia per le gambe che per il portafogli. Si sa che spesso alla parola Natale vi viene l'orticaria. Si sa che non sapete mai come fare gli auguri. Si sa che magari la situazione sentimentale che state vivendo non è proprio quanto di più armonioso e strutturato si possa immaginare. 
Guardati allo specchio e fatti una domanda: perchè odi il Natale? Perchè la sola idea dei pranzi e dei cenoni ti fa venire il voltastomaco? Perchè decine di parenti riuniti ad una sola lunghissima tavola ti ispirano vaghi desideri di suicidio o di solitudine  ?
Perché ci si deprime sotto le feste? Non a tutti piacciono, è una questione di gusti. Quanti effettivamente festeggiano solo perché sono entrati nel meccanismo di regalo, spesa, pranzo, parenti? Cercate di fare ciò che vi sentite, senza obblighi. Se non avete voglia del pranzo con i parenti fate qualcosa per voi: non andate. Ogni famiglia è a sé, ma ognuno di noi sa esattamente quanto sia alto il grado di ipocrisia durante i pranzi di famiglia. 
Oltre alla solitudine può deprimerci il fatto di non essere riusciti a raggiungere un obiettivo. Pensavate di laurearvi entro Natale? Avere un aumento? Sposarvi, rimanere incinta? Perdere qualche kg? Ecco arrivato il fatidico giorno e non è cambiato nulla. E’ un’ottima occasione per perdonarvi e guardare ai vostri errori. Se non si è arrivati a un traguardo non è forse solo colpa nostra.
Capodanno è un’altra tappa amata o odiata. Feste, divertimento obbligatorio, costi, vestiti. Cosa vorreste fare davvero? Con chi lo vorreste passare? Fatelo. Organizzate voi una cena a casa vostra. E se non potete, partite. Prima andrete in un’agenzia o cercherete su internet e più alta è la probabilità di trovare viaggi vantaggiosi. Organizzatevi in tempo, scoprirete che in altri paesi la maggior parte della gente festeggia per strada senza curarsi del vestito né della festa più chic

Sei ben consapevole di non far parte della fazione degli amanti del Natale. Quelle persone che riescono a trovare sempre idee deliziose per fare regali a tutti provando piacere nel farlo, che non si innervosiscono nemmeno imbottigliate nello snervante traffico natalizio, che non cercano di calcolare il prezzo dei regali che ricevono, che adorano cucinare per tutti al cenone o preparare dolcetti per i parenti, che rispondono di buon grado alla zia zitella che chiede dove sta il fidanzato. Ecco i miei consigli poi liberi  o non liberi di seguirli e fare  a modo  vostro 


 Agli Auguri
  io faccio cosi  (  vedere  puntata precedente    )  poi  voi   decide  come regolarvi  
Potete dire (  magari lo avete fatto davvero o siete atei )  d'aver abbandonato il cristianesimo, quindi non sentite più il Natale ? Vi rimane comunque difficile evitare regali e auguri. Ma forse, se il vostro cambio di religione o ateismo è una scelta nota potrete comunque accettare gli auguri in quanto “augurio di gioia”, ma saltarvi la parte dei regali. Basterà rispondere: “Voi festeggiate lo Yom Kippur o il dio Ganesh? Avete festeggiato il solstizio d’inverno?”. Un paio di anni e nessuno vi manderà più gli auguri freddi e tutti uguali sul cellulare. Oppure  fare  come la canzone  che trovate  sotto  

 Atmosfera natalizia

 Ma forse il vostro problema è legato alla solitudine: avete da poco perso una persona cara? State vivendo un lutto? Oppure siete single da solo un mese e pensate a tutti i Natale trascorsi con il vostro ex a baciarvi sotto il vischio? Per il primo caso c’è poco da fare. Chi vive un lutto a cavallo delle feste, ma anche molti mesi antecedenti, alla prima occasione si renderà conto della mancanza, una sofferenza che tornerà ogni anno, ma che poco alla volta vi permetterà di ritornare a festeggiare in modo sereno. Alcune persone continuano a comprare dei pensieri anche per chi non c’è più, e se può farvi stare meglio perché non farlo? Qualcosa di molto personale, un cd del gruppo preferito ad esempio, così lo potremo ascoltare e sarà un nostro piccolo segreto, o un libro, una pianta. 
Se siete single la parola d’ordine è: non stare da soli. Può essere micidiale. Ma evitate i viaggi con sole coppie. Dimenticate l’ultimo Natale, evitate le telefonate anonime a mezzanotte solo per sentire la sua voce (potrebbe rispondere la nuova fiamma). Pensate che avrete un regalo in meno da fare, quindi fatevi un regalo, coccolatevi e divertitevi. e  <<  un cordiale fanculo ad un altro Natale  >> 



Ci  sarebbero altre soluzioni (  chi  ha  già letto  il mio post  dell'ano  scorso che  trova  qui  sotto Http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2011/12/odiare-o-non-odiare-il-natale-come.html  può  saltare  queste  riche  e Se non vi basta  ci sono  le più ovvie  e scontate  tratte dai  siti ( non  ricordo  se  girlpower.it  o  http://vitadastrega.com  )  usati per  il post 


 La più ovvia è la fuga: verso Paesi – sempre più remoti – dove il Natale non significa nulla.
Oppure: darsi malati per tutto il periodo. Rinunciare al Natale, alla tirannia dei regali forzati e dei brindisi aziendali con sorrisi altrettanto forzati è una scelta minoritaria ma che in tempi di crisi può forse trovare nuovi adepti.
Per chi non ha bambini – ai quali è faticoso e probabilmente crudele chiedere di rinunciare a una festa disegnata su misura per loro e per i portafogli dei loro genitori – la lezione è: si può dire no. Per gli altri, invece, my delicious Persivale, la lezione ahinoi è: staccate il cervello, partecipate al rito, godete del panettone, delle luci, dei piccoli regali.. e aspettate con fiducia la fine del tunnel .

 adesso  chi le  ha  saltate  può  riprendere la  lettura  

Se nulla di tutto ciò non  ti ha convinto/consolato, possiamo sempre farti presente che il Natale si festeggia solo una volta all'anno e finisce velocemente fra  le feste del 24 notte e i rendez vous più o meno  nichilisti con gli amici  del 25 pomeriggio o  con i colleghi di lavoro  giorni precedenti Forse lo si odia perché lo si  vivi male...l'importante è non farlo vivere male anche agli altri solo perchè tu lo si odia! Non è poi così grave ; non l' ha ordinato un medico che a Natale tutti debbano sentirsi allo stesso modo.
Sarebbe peggio se per 10 giorni ci sentiamo dei Santi e per i restanti 355 non ci parliamo fra noi. 

7.12.12

Claudio Scazza, dalla complicità nell’omicidio Ramelli al coinvolgimento negli esposti sui maltrattamenti a pazienti Posted: 06 Dec 2012 11:02 AM PST Tra i dieci condannati in via definitiva per l’omicidio di Sergio Ramelli c’era anche l’attuale vice-primario presso il reparto Psichiatria 3 dell’ospedale Niguarda Ca’ Grande di Milano: Claudio Scazza. Il 16 maggio 1987, dodici anni dopo la morte di Sergio Ramelli, Scazza è stato condannato in primo grado a 11 anni per omicidio preterintenzionale. In aula esibiva un elegante loden verde, era immobile e silenzioso: i tempi del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia e delle Hazet 36 sembravano già lontani, dimenticati. In appello, il 2 marzo 1989, l’accusa è stata mutata in omicidio volontario, ma la pena ridotta in virtù del riconoscimento dell’attenuante del “concorso anomalo”: 6 anni e 3 mesi. Il 22 gennaio 1990 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello, chiudendo la vicenda giudiziaria sull’omicidio Ramelli. Claudio Scazza non colpì materialmente Sergio Ramelli con le Hazet 36, ma fece parte del gruppo di squadristi che aggredirono il giovane missino in quel 13 marzo 1975, causandone la morte dopo 47 giorni di agonia. Inoltre il medesimo servizio d’ordine, appena un anno dopo l’aggressione a Ramelli, si rese protagonista dell’assalto del bar di largo Porto di classe, considerato covo di “neo-fascisti”. Dopo la condanna, Claudio Scazza non tornò in carcere: riuscì ad usufruire di un condono e di pene alternative grazie alla sua “condizione sociale” e alla “ridotta pericolosità”. Scazza si è poi pentito: assieme ad altri quattro complici decise di inviare una lettera di scuse alla madre di Ramelli, offrendo e depositando presso un notaio un risarcimento di 200 milioni di lire. La donna, con grande dignità, rifiutò. Nel frattempo Claudio Scazza si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, ha poi svolto per oltre 10 anni l’attività di terapeuta familiare ad indirizzo sistemico-relazionale e da 30 anni svolge attività clinica nei servizi psichiatrici pubblici. La sua biografia professionale è ben visibile sul sito dell’Ospedale Niguarda Ca’ Grande, dove è specificato che all’interno del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda ospedaliera, oltre e essere il responsabile della Struttura Semplice Territoriale 3, svolge funzioni di coordinamento nel Servizio di Diagnosi e Cura. Mancano ovviamente riferimenti al suo passato da rivoluzionario di sinistra, ma viste le gesta non c’è nulla di cui gloriarsi. Il passaggio da complice dell’omicidio Ramelli a psicoterapeuta presso una struttura pubblica sarebbe passato inosservato, non fosse per alcune anomalie che riguardano proprio il Dipartimento di Salute Mentale del Niguarda. Suicidi, maltrattamenti ai pazienti, morti sospette, contenzioni fisiche, documenti mancanti e mobbing. Pazienti legati al letto in maniera disumana, una deceduta perché soffocata dal cibo che stava mangiando, altri trovati morti nel loro letto di contenzione o sul pavimento accanto al letto. Trattamenti disumani documentati in due esposti inoltrati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, il primo il 13 dicembre 2010 e il secondo il 22 marzo 2011. Ve li alleghiamo integralmente. Gli esposti si riferiscono a ricoveri avvenuti tra il 2005 e il 2011. ESPOSTO integrazione ESPOSTO Dal settembre 2010 è iniziato anche il mobbing ai danni della dottoressa Nicoletta Calchi, vicenda che si trascina da oltre 30 mesi e che è costata alla dottoressa 6 procedimenti disciplinari aziendali, di cui uno archiviato e gli altri 5 costati circa 365 giorni di sospensione lavorativa senza retribuzione; una denuncia in Procura immediatamente archiviata dalla stessa; 6 denunce all’Ordine dei Medici di Milano dalle quali la dottoressa è stata assolta dall’Ordine stesso; difficoltà economiche inimmaginabili. La dottoressa è stata abbandonata dalla Cgil a partire dal giorno stesso in cui il sindacato ha saputo della sua partecipazione alla conferenza stampa in cui veniva annunciata la presentazione in Procura del primo esposto. Una sorta di “cameratismo di sinistra”. Da luglio 2012 la dottoressa chiede di poter rientrare almeno per svolgere la sua attività in regime intramoenia, ricevendo sempre risposta negativa. La sua vicenda è documentata in due lettere, la prima scritta dalla madre di un paziente e la seconda dalla dottoressa stessa in occasione di un convegno organizzato dalla Cgil nel febbraio 2011. Lettera 1 lettera 2 Sugli esposti farà chiarezza, si spera, la Procura della Repubblica. Noi non possiamo fare a meno di ribadire che gli aspiranti medici che nel 1975 hanno spezzato una giovane vita in nome dell’odio politico sono poi diventati luminari di successo. Con qualche ombra.

 DA http://www.qelsi.it/ del 6\12\2012

Tra i dieci condannati in via definitiva per l’omicidio di Sergio Ramelli c’era anche l’attuale vice-primario presso il reparto Psichiatria 3 dell’ospedale Niguarda Ca’ Grande di Milano: Claudio Scazza. Il 16 maggio 1987, dodici anni dopo la morte di Sergio Ramelli, Scazza è stato condannato in primo grado a 11 anni per omicidio preterintenzionale. In aula esibiva un elegante loden verde, era immobile e silenzioso: i tempi del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia e delle Hazet 36 sembravano già lontani, dimenticati. In appello, il 2 marzo 1989, l’accusa è stata mutata in omicidio volontario, ma la pena ridotta in virtù del riconoscimento dell’attenuante del “concorso anomalo”: 6 anni e 3 mesi. Il 22 gennaio 1990 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello, chiudendo la vicenda giudiziaria sull’omicidio Ramelli Claudio Scazza non colpì materialmente Sergio Ramelli con le Hazet 36, ma fece parte del gruppo di squadristi che aggredirono il giovane missino in quel 13 marzo 1975, causandone la morte dopo 47 giorni di agonia. Inoltre il medesimo servizio d’ordine, appena un anno dopo l’aggressione a Ramelli, si rese protagonista dell’assalto del bar di largo Porto di classe, considerato covo di “neo-fascisti”. Dopo la condanna, Claudio Scazza non tornò in carcere: riuscì ad usufruire di un condono e di pene alternative grazie alla sua “condizione sociale” e alla “ridotta pericolosità”. Scazza si è poi pentito: assieme ad altri quattro complici decise di inviare una lettera di scuse alla madre di Ramelli, offrendo e depositando presso un notaio un risarcimento di 200 milioni di lire. La donna, con grande dignità, rifiutò. Nel frattempo Claudio Scazza si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, ha poi svolto per oltre 10 anni l’attività di terapeuta familiare ad indirizzo sistemico-relazionale e da 30 anni svolge attività clinica nei servizi psichiatrici pubblici. La sua biografia professionale è ben visibile sul sito dell’Ospedale Niguarda Ca’ Grande, dove è specificato che all’interno del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda ospedaliera, oltre e essere il responsabile della Struttura Semplice Territoriale 3, svolge funzioni di coordinamento nel Servizio di Diagnosi e Cura. Mancano ovviamente riferimenti al suo passato da rivoluzionario di sinistra, ma viste le gesta non c’è nulla di cui gloriarsi. Il passaggio da complice dell’omicidio Ramelli a psicoterapeuta presso una struttura pubblica sarebbe passato inosservato, non fosse per alcune anomalie che riguardano proprio il Dipartimento di Salute Mentale del Niguarda. Suicidi, maltrattamenti ai pazienti, morti sospette, contenzioni fisiche, documenti mancanti e mobbing. Pazienti legati al letto in maniera disumana, una deceduta perché soffocata dal cibo che stava mangiando, altri trovati morti nel loro letto di contenzione o sul pavimento accanto al letto. Trattamenti disumani documentati in due esposti inoltrati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, il primo il 13 dicembre 2010 e il secondo il 22 marzo 2011. Ve li alleghiamo integralmente. Gli esposti si riferiscono a ricoveri avvenuti tra il 2005 e il 2011.


Dal settembre 2010 è iniziato anche il mobbing ai danni della dottoressa Nicoletta Calchi, vicenda che si trascina da oltre 30 mesi e che è costata alla dottoressa 6 procedimenti disciplinari aziendali, di cui uno archiviato e gli altri 5 costati circa 365 giorni di sospensione lavorativa senza retribuzione; una denuncia in Procura immediatamente archiviata dalla stessa; 6 denunce all’Ordine dei Medici di Milano dalle quali la dottoressa è stata assolta dall’Ordine stesso; difficoltà economiche inimmaginabili.
La dottoressa è stata abbandonata dalla Cgil a partire dal giorno stesso in cui il sindacato ha saputo della sua partecipazione alla conferenza stampa in cui veniva annunciata la presentazione in Procura del primo esposto. Una sorta di “cameratismo di sinistra”.
Da luglio 2012 la dottoressa chiede di poter rientrare almeno per svolgere la sua attività in regime intramoenia, ricevendo sempre risposta negativa. La sua vicenda è documentata in due lettere, la prima scritta dalla madre di un paziente e la seconda dalla dottoressa stessa in occasione di un convegno organizzato dalla Cgil nel febbraio 2011.

Sugli esposti farà chiarezza, si spera, la Procura della Repubblica. Noi non possiamo fare a meno di ribadire che gli aspiranti medici che nel 1975 hanno spezzato una giovane vita in nome dell’odio politico sono poi diventati luminari di successo. Con qualche ombra.

6.12.12

La pizza non si paga. Si baratta La nuova provocazione di Massimo Bosco, vulcanico pizzaiolo gallurese

unione sarda del 6\12\2012

TEMPIO. Sempre al passo con la cronaca, l'artista del lievito, fa satira tra pomodoro e mozzarella 
presa dal suo facebook
www.facebook.com/massimo.boscopizzeria/             
In questo periodo ogni espediente per arginare la crisi è buono. Così, a Tempio, una volta la settimana, e per tutto il mese di dicembre, la pizza la si potrà barattare. Niente soldi il lunedì. Per una volta a settimana, infatti, alla pizzeria Bosco, si ritorna alle origini, come spiega il proprietario: «da lunedì 10 dicembre, e solo i lunedì - spiega Massimo Bosco ( foto  a destra  )  - parte la prima di una serie di giornate di scambio di beni. Introduciamo lo scambio mediante baratto». Poi, il fantasioso pizzaiolo aggiunge: «In economia, il baratto è un'operazione di scambio bilaterale di beni. Noi abbiamo i nostri prodotti artigianali, che verranno barattati con quello che si hanno da proporre». Ci sarà solo qualche vincolo: il baratto dovrà essere concordato prima, con diritto di accettare o no. Lo scambio, inoltre, dovrà avere valore in equa misura. «Prendiamo in considerazione oltre i prodotti alimentari, anche abbigliamento, oggettistica, prestazioni professionali e quanto altro verrà proposto - continua Bosco - Torniamo per una volta alla settimana, per il mese di dicembre, all'antica: niente soldi da sborsare, solo riciclo». Il pensiero di Massimo Bosco va a chi non può permettersi di acquistare la pizza: «Tutto questo, serve anche per dare una possibilità in più per mangiare un prodotto della nostra tradizione. E anche a chi non si può permettere un pasto caldo. Col baratto potrà. Questo è anche il mio piccolo contributo verso il modo del sociale». In un mondo che corre veloce e che guarda sempre avanti c'è bisogno di un ritorno alla tradizione. La cosa bella della tradizione e che, prima o poi, anche nella modernità, si intrufola sempre. «Sono un innovatore - conclude il titolare di partita iva - e forse la vera innovazione oggi è tornare al vecchio, all'antico». La fantasia di Massimo Bosco non ha confini. Il pizzaiolo, originario di Carbonia, è stato tra i primi a ricevere gli ordini su facebook. Inoltre, nella sua pizzeria si segue l'esempio altre attività commerciali: per deputati e senatori la pizza costerà 100 euro. Stesso prezzo per gli avvocati olbiesi che vogliono il trasferimento del tribunale da Tempio ad Olbia. Lo scorso anno è arrivato secondo ai campionati mondiali di pizza con la sua "operaia" dedicata ai lavoratori della Vinyls.

5.12.12

come sopravvivere al natale e alle festività puntata 5 i pranzi e le cene \ anche per i vegani




Inizialmente   come tutti gli anni  dividevo il post  sulle cene  \  abbuffate natalizie  in due   parti  una  dedicato a gli onnivori  (  quelli che mangiano  di tutto  senza  problemi   di sorta ) la seconda  ai vegani\  vegetariani  che applicano  al mangiare  un etica  un armonia con l'ambiente e  la natura  )  . Ma  quest'anno  , non ne  ho voglia  e  faccio tutto  un tirone . 

Eccoci  ad un tema  , che potrebbe segnare il trapasso  da preparazione feste  a  feste in atto  \  durante  ( vedi prima puntata  \ introduzione  )   che  è quello dei pranzi  e delle cene . Insomma un periodo in cui si tende a mangiare più del solito e soprattutto cibi grassi e calorici.Infatti  Un altro  problema   che  s'impone a  natale  ,  ma  non solo    vale  anche   negli  altri giorni di festa  ,  è quello  delle abbufate  o  meglio dei pasti  pantagruelici ( come  Gargantua e Pantagruel di  François Rabelais autore francese  della  nella prima metà del Cinquecento.ulteriori news  su i romanzi satirici e il perchè  di tale  definizione   qui  ) indotti  sia dalle tradizioni antiche  (  si sta meglio quando si stava peggio  )  dove nel resto degli anni si faceva la fama    e\o s'era morigerati  e   ci si scatenava  nei giorni di festa  ,  sia  dai media  con le continue   trasmissioni , libri  dvd ,e cc  di ricette    e di cucina   e per pulirsi la coscienza  di  salute  , ecc   . Quando  con un massimo di 10\20 € si  mangia   a santa ligaldana  (  in abbondanza  come diciamo  dalle mie  parti  )  vedere  questo mio post   di due  \  tre natali fa  
Molti mi diranno ma  come mancano ancora due settimane  ai cenoni  .  Vero  ma in questa  società  sempre  più opulenta   capita  che   prima del  24-25-26    si  fanno pranzi e cene  , d'amici fra  associazioni  , d'ufficio  , scolastici  \ universitari,ecc .E  che  quindi  su ricevano inviti   e  s'inviti .
Ora poichè  tali  pranzi o cene  avvengono  prima  dei tre  giorni di fuoco  fregarvene  sia che abbiate  scelto di praticare una dieta libera spazio  di  natale  (  vedere  prima puntata  ) non . Quindi   non   fatevi troppi problemi, ma neanche abbuffatevi in modo esagerato, insomma se avete voglia di tre fette di dolce, servitevi pure, ma non fate così per tutte le portate altrimenti è la fine ! 
<< Un trucchetto  >>  consigliato da  http://www.pourfemme.it/articolo/dieta-e-abbuffate-natalizie-come-comportarsi/6957/  << che adotto io è di mangiare solo quello che mi piace sul serio, ad esempio il panettone con l’uvetta non è che mi faccia impazzire, così come certi dolci super farciti o gli antipasti e i piatti tipici super calorici…meglio approfittare di una dose doppia di profitterols, i miei sensi sono molto più appagati ed ho fatto una rinuncia che in fondo non pesa e per giunta neanche l’ombra dei sensi di colpa! >>. 
Comunque ecco un  Vademecum che   ripeto ogni  anno  verso questo periodo sia per  i non vegani   sia  per i  vegani     (  quindi  che   mi segue dall'inizio  può ,  anche se  una semplice ripassata  non guasterebbe )  saltarlo  e  saltare  il  link  e passare direttamente  alle ricette  vegane   se nel caso  è a dieta  o  non puo mangiare certe cose per motivi di salute  o  vuole  fare ingaggiare  corteggiare  \ fare   colpo  su una\un vegano\a  Infattio visto che   le festività  in particolare  quelle  natalizie   sono  un periodo in cui si tende a mangiare più del solito e soprattutto cibi grassi e calorici eccovi  alcuni  consigli \  suggerimenti   "  come limitare i danni "  
Non fate mancare mai un abbondante contorno cotto e uno crudo di verdure ( acquistate magari da un GAS  gruppi  che  raccolgono  produttori    consumatori  locali   e  che  promuovono la vendita  diretta   da  produttore  al consumatore  senza  passare  nella  grande  distribuzione )  per ridurre l’assorbimento dei grassi del pasto e limitare i danni.

- Cercate di cucinare i piatti tradizionali con meno olio quando possibile; il vero “chef” sa cucinare con pochi grassi e tanti aromi naturali  altrimenti saremmo capaci tutti!
- Non cucinate per più giorni di seguito come se doveste andare in guerra: si sa che gli avanzi non  sempre  andranno a finire nella spazzatura ma nel nostro  corpo.
- Non cadete nel tranello “oggi digiuno perché stasera c’è il cenone”, oppure “oggi non mangio perché ieri c’è stato il pranzo di Natale”: prima o poi vi verrà fame e rimangerete stracolmi di sensi di colpa e senza controllo il primo torrone che vi capita davanti.
 DOLCIUMI: Privilegiate se possibile  i dolci artigianali e/o fatti in casa a quelli confezionati, contenenti grassi di scarsa qualità;
- Non acquistate più di una confezione per tipologia (ad es. un solo panettone, un solo pandoro): il 40% generalmente  verrà buttato, guadagnerete in salute, risparmierete un sacco di soldi e le multinazionali alimentari ci rimetteranno!
- Mangiate , se  riuscite ,  i dolciumi solo i giorni effettivi di Vigilia, Natale e Capodanno.
- Evitate di mangiare fuori casa considerando il già elevato introito calorico di questi giorni.



Ulteriori  consigli \  suggerimenti dal post  dell'anno scorso per ridurre l'assedio dei grassi a cuore arterie si può far ricorso ad   altre regole  che andrebbero seguite sempre  semplici regole, ovvero:

* Occhio agli spuntini e ai dolci fuori pasto: cioccolatini, salatini, e stuzzichini vari, consumati tra un pranzo e una cena.   addirittura lo stesso pane  a volte sono più deleteri per la linea del pasto stesso. E’ inutile trattenersi sulle dosi di pane e pasta se poi ci si butta con foga su panettoni e torroncini.
 * Al posto di patatine fritte e salsine ipercaloriche, come contorno offrite ai vostri ospiti crudités e verdure fresche: saranno un piacevole diversivo e offriranno un po’ di sollievo anche al nostro stomaco, facilitando la digestione.
 * Per insaporire i vostri piatti, utilizzate le spezie ( ovviamente tenendo presente    chi non le può mangiare  o evitare  per  problemi di stomaco  ) : daranno un tocco di esotismo e originalità alle vostre portate senza minare la linea come fanno olio, sale e burro.
* Mentre cucinate, evitate di provare ogni due minuti il sugo o la carne o tutto ciò che state preparandoe  soprattutto d'integrarlo con il pane   Si immettono un sacco di calorie senza accorgersene ancor prima di sedersi a tavola. Per resistere alla tentazione masticate una chewing-gum senza zucchero o bevete  acqua  o fate respiri profondi
    * Non comprate troppi cioccolatini e dolci, ma solo lo stretto indispensabile. Tutti i dolciumi che restano nella dispensa a fine feste verranno comunque consumati, e indovinate da chi? Proprio da voi! Con la scusante che “è peccato gettarli via!”. E così a Pasqua corriamo il rischio di stare ancora a mangiare il pandoro avanzato ! 
* Se proprio dovete acquistare patatine e stuzzichini, comprate quelli dietetici, nessuno si accorgerà della differenza ( almeno che non si a  un esperto gastronomico  come ciccio di nonna papera  ) ! Lo stesso vale per lo yogurt, da utilizzare anche per fare delle torte semplici e gustose, optate per quello magro.
 * Per evitare di esagerare con i drink alcolici, ricchi di calorie, offritevi di guidare quando uscite con gli amici, o di riaccompagnare a casa qualche ospite: sarà un ottimo modo per resistere alla tentazione di bere troppo.
 * Fate sempre uno spuntino sano prima di recarvi ad una festa o ad una cena: arrivare affamati e buttarsi sul buffet è assolutamente da evitare se si vuole mantenere la linea.*acquistare solo le quantità di alimenti natalizi strettamente necessarie e di consumare gli stessi solo nelle occasioni conviviali;non far mai mancare sulla tavola natalizia acqua, servendo le bevande solo a richiesta;
* utilizzare come base per il soffritto, vino bianco o brodo vegetale che consentono di limitare l'uso di olio e burro;
* sostituire la panna con ricotta magra diluita in poco latte; * preferire le cotture al vapore o alla piastra a quelle tradizionali;  *scegliere ricette che prevedano l'utilizzo di verdure nella loro preparazione ;
*servire un gelato al limone senza grassi al posto del sorbetto;
*limitare l'utilizzo del sale per insaporire i piatti cercando di esaltare il gusto con spezie ed erbe aromatiche;
* mantenere in casa e negli ambienti di lavoro temperature non superiori ai 18-20 gradi;*vestirsi a strati;*spostarsi preferibilmente a piedi e preferire le scale al posto dell'ascensore.
* Evitate di stare sempre seduti: passeggiate in centro, all’aria aperta, o se siete chiusi in casa, proponete giochi che vi permettano di fare movimento: ballare,mimi di film di romanzi  , ecc  organizzare tornei alla Nintendo Wii e, se siete con il vostro partner, fate l’amore: è un ottimo modo per smaltire le calorie divertendosi e guadagnandoci anche in buon umore.Ma chi l’ha detto che un menù delle feste per essere buono debba essere per forza anche poco sano  e poco rispettoso  e crudele verso  gli animali   ? E  quello che si propongono  i vegani  cioè tutte  quelle persone che   come scelta  di vita  non solo   evitano  di magiare carnme  e pesce  ma  scelgono anche  di  non consumare latteuova e i loro derivati e si rifiutano di acquistare o usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.  si rifiutano di acquistare o usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali. .Pero Perchè non tutti i vegani sono oltranzisti  come  si potrebbe credere   ecco  due  esempi  il primo oltranzista   e  il secondo  tollerante   : << 

  IO Come fate voi vegani a sopravvivere al pranzi e cene delle feste di dicembre . ?
Un mio amico  Vegano Non facciamo pranzi e cene dele feste di dicembre
IO Cioè non festeggiate i tre giorni di natale ( 24 25 26 ) e i due di fine anno 31 cena e 1 pranzo ?
Un mio amico vegano Esatto ! :-)

>>

Infatti  : <<  IO tu come  lo trascorri come reagisci ale provocazioni e\oi ale battute ironiche dei tuoi amici e parenti che non hanno capito o acettatto la tua scelta ?
Sauro Martella (  un altro mio amico  vegano  )   lo trascorro come lo trascorrevo prima, la scelta vegan non interferisce necessariamente con la vita di tutti i giorni e con le amicizie o i compagni di lavoro... 
Le battute ironiche sono il segno di insicurezza, provo tenerezza quando ne sento e rispondo sempre con il sorriso...
>>
                            da   http://www.veganblog.it/2009/12/25/tortelli-di-natale/

Per chi si vuole  avvicinare o  sta iniziando  il suo percorso\ scelta  vegan trova  negli url  sopra alcune ricette  e alcuni libri  e siti  di ricettari  . 

Eco comunque  alcune ricette vegane  ( oltre  quella  della  foto  riportata  sopra  )  per le festività di  quest'anno tratte  da  http://www.veganblog.it/category/unidea-per/natale/  ( se  ne  volete  altre   sfogliate  le  pagine sotto   la  guida  e  scegliete  per  chi  invece  vuole festeggiare  con la cucina  della propria  regione  , la sardegna  nel mio caso , ecco  un elenco di piatti sardi   rifatti e adattato  alla vegana ) 




 arrosto seitan 4


Verosimiglianza scioccante vero? Però questo è il frutto di un rogo crueltyfree! Nessun animale ha versato le sue lacrime e il suo sangue per riempire il nostro piatto delle feste. Sia ben chiaro che l’arrosto crudele non lo rimpiango minimamente! Da onnivora non ne ho quasi mai mangiato! A Stefano nemmeno è mai piaciuto tanto!
Ma nel seitan che ho prodotto a dicembre per la polenta etica c’era un avanzo che aveva una forma che ricordava questo infausto piatto della tradizione onnivora… e quando l’ho cucinato non sapevo ancora se Stefano ed io saremmo stati soli, quindi nel dubbio che potessi avere ospiti onnivori nel giorno di Natale ho preparato qualcosa che li facesse “sentire a casa” gettando come al solito un seme di riflessione sulle possibilità di una cucina gustosa ma pacifica…
Poi la sorte ha voluto che Stefano ed io rimanessimo da soli il 25 (con i parenti abbiamo trascorso insieme la Vigilia) e quindi è stato praticamente il nostro piatto unico, all’insegna dell’autoproduzione e della riduzione dei consumi e della decrescita. Un Natale ecosostenibile!


  arrosto e malloppetto di seitan


Ecco il pezzo informe di seitan avanzato quando ho fatto le vegsalsicce per la polenta etica … Avendo preparato il vegarrosto in anticipo e messo in surgelatore mi son potuta dedicare soltanto a contorni e salse… e ho comunque portato a tavola nel tardo pomeriggio… Ci siamo alzati tardi, quando è festa a me piace prendermela molto comoda!
Dunque, vediamo come si prepara un VegArrosto. Nel blog ce ne sono altri da cui potete trarre ispirazione, quello di Erbaviola, http://www.veganblog.it/2009/10/31/arrosto-di-seitan-passo-per-passo/ e quello di Argie – http://www.veganblog.it/2009/12/27/aroston-di-seitan/. E quello di Antooggi! (la solita telepatia veganblogghesca!) Il mio si differenzia nel fatto che dopo averlo colorito in padella l’ho messo in forno – e poi ovviamente per l’allestimento di salse e contorni. Per la materia prima, il seitan, vi rimando agli Spiedini intelligenti e alla Polenta etica. Oppure andate a vedere le procedure di Libera-mente, Chicca e tanti altri/e. Se prevedete di cucinarlo in questo modo cercate di dargli una forma adeguata. Dopodiché lo si imbraga con dello spago (ma gli autoproduttori e autoproduttrici più esperti e navigati di me usano delle vere reticelle per arrosti!).

Ma andiamo con ordine e scriviamo la lista degli ingredienti


Un bel malloppetto di seitan
Rosmarino (se possibile fresco)
Alloro
Due-tre spicchi d’aglio
Un pezzetto di peperoncino
Brodo vegetale
Sale q.b.
Olio evo sabino q.b.

Procedimento

Per cucinare un arrosto una volta fatto il seitan è quasi una passeggiata. Non servono molti ingredienti, solo un po’ di tempo da dedicargli…
Prima di tutto si prepara un bel pentolino di brodo vegetale. Questa volta ho usato un dado vegetale bio comprato al supermercato, ma quando ho tempo preparo il dado veg seguendo la ricetta di Vila e mi surgelo una bella provvista!
In una padella rosolate il futuro arrosto con olio evo, aglio e alloro, girandolo per colorirlo bene da una parte e dall’altra. Poi trasferitelo in una pirofila con un filo d’olio, rosmarino, alloro, aglio, sale, un pezzetto di peperoncino (solo se vi piace) e un paio di mestoli di brodo.
Mettete in forno a 180° e lasciate rosolare bene girando ogni tanto. Controllatelo di tanto in tanto e quando si secca aggiungete un mestolo di brodo.
Tenetelo in forno un’ora circa.
Io l’ho fatto raffreddare e dato che al giorno di Natale mancava più di una settimana l’ho messo in un contenitore e l’ho surgelato.
E così il giorno di Natale mi sono occupata soltanto delle salse e dei contorni… mentre riscaldavo l’arrosto già scongelato! Ed ecco alla fine cosa è arrivato a tavola!



Mi trovavo già pronti dei broccoletti che ho ripassato in padella con aglio, olio e peperoncino. Nel frattempo ho messo a bollire 3-4 patate, una volta morbide le ho tagliate a pezzetti, cosparse del mix di spezie per arrosti che mi autoproduco (timo, alloro, rosmarino, salvia, origano eccetera, tutto ben seccato e triturato), una spolverata di pangrattato (sempre autoprodotto, come avete visto nell’Ecopasta col forno!) e un giro d’olio. Una versione molto rapida delle patate polverose di Gamila e di quelle di Vicki.

E ho messo in forno a scaldarsi per una decina di minuti a temperatura bassa.

Salsa n° 1 – Besciamella porcina

E poi, non mi ricordo se prima o dopo, ho preparato una besciamella ai porcini, sempre con la solita farina di segale, olio evo e brodo veg (vedi Ecopasta col forno). Nel mentre ho fatto rinvenire dei porcini secchi, li ho cotti in un padellino di coccio con olio, aglio e alloro e alla fine a fuoco spento ho aggiunto un po’ di prezzemolo. Li ho uniti alla besciamella e ho frullato con il mixer. Una vera delizia! (che poi ho scoperto essere il pocio! Più o meno…)

Salsa n° 2 – Purea di zucca

Tre quattro fette di zucca a vapore e una patatina bollita, frullate e poi addensate sul fuoco per qualche minuto con un paio di cucchiai di farina (a volte metto anche germe di grano), infine condite con un pizzico di zenzero e coriandolo, o altre spezie gradite, e un filo d’olio.

Con questo ci ho riempito anche una parte dei ravioli che ho mangiato però il giorno dopo… per Natale non sono riuscita a farli! Ma ci siamo lo stesso ben satollati!

Salsa n° 3 – Paté del tonno felice

L’idea me l’ha fatta venire Prumiao… Io le ho ispirato le mattonelline al tonno felice e a sua volta la sua cremetta mi ha ispirato… ho pensato, ma se facessi una crema di tofu e alghe nori e arame? Una bella soluzione per i tramezzini veg e per le foglie fritte di borragine, che si possono spalmare con questa e arrotolare! Ho aggiunto solo un po’ di concentrato di pomodoro per dare il colorito roseo.



L’avanzo di paté degli antipasti della Vigilia è finito quindi per contorno al Vegarrosto il 25! Riciclo continuo!



Non resta quindi che affettare…



Ecco come si presentavano le fettine di Vegarrosto nude, già succulente di per sé!



Ed eccole sommerse dalle salse e tuffate tra i contorni!



Le salse, in particolare la besciamella porcina, si sono sposate deliziosamente con il seitan… con la benedizione dell’angioletto…



E il Vegarrosto ci ha tenuto compagnia per diversi pranzi!



Il giorno dopo sono nuovamente apparse sulla tavola con altre foglie fritte di borragine!



Questa volta fritte da Stefano!



Stavolta veramente non ho capito se erano più buoni i colori o i sapori!

Nell’era ecozoica non esisterà più la giornata dell’abolizione della carne e questo piatto non si chiamerà più vegarrosto – ma per esempio “Cuscinetto con fantasia di salse”…

                       Ecopasta col forno (v. invernale)




La ricetta originale (qui) prevede l’uso della melanzana, che per me in inverno è un tabù stagionale… È vero che non ci dovrebbero essere nemmeno pomodori e piselli, ma questi – a differenza della melanzana che arriva dritta da una serra ed è quindi cresciuta innaturalmente in un momento magneticamente e solarmente non consono – sono cresciuti nella stagione loro e con la dose di luce giusta che produce vitamine e sostanze nutrienti di loro pertinenza, infatti piselli e pomodori vengono surgelati e conservati dopo la raccolta. Quindi se proprio vogliamo fare un’eccezione alla stagionalità, meglio farlo con frutta e verdura che almeno hanno avuto un percorso di vita naturale… quindi seccati, surgelati e conservati sì, ma con tutte le loro legittime proprietà, colori e sapori (o almeno gran parte). In ogni caso è meglio non abusarne, quindi la pasta al sugo e tutte le altre preparazioni con salsa di pomodoro in inverno dovrebbero essere un’eccezione e non la regola. Anche i piselli surgelati li consumo al massimo un paio di volte l’anno.

Ma se vogliamo fare un’ecopasta col forno invernale è meglio rinunciare alla melanzana di serra (e allo spreco energetico necessario per il riscaldamento artificiale) o a quella dell’altro emisfero (e al carburante del viaggio aereo, il mezzo di trasporto più inquinante).
Dunque, per queste mie preoccupazioni ecologiche ho pensato di sostituire la melanzana con la zucca che ha una consistenza morbidosa vagamente simile.
Ecco quindi la mia rivisitazione zuccosa della pasta col forno di mamma Graziella che Mirko ci ha passato!
Anche se la ricetta la trovate al link sopra (soprattutto chi va di corsa!), la riproduco qui secondo i miei step, così posso anche fare qualche nota a margine o indicare qualche variazione all’originale.

Ingredienti

500 gr di anelletti di pasta
350 gr di granulare di soya
1 cipolla
1 carota
1 gambo di sedano
aglio
alloro
basilico (ce ne ho ancora una piantina viva e vegeta in casa)
peperoncino
olio sabino evo
100 gr di concentrato di pomodoro
una bottiglia di polpa di pomodoro bio
200 gr di piselli surgelati
3 fette di zucca
200 gr di besciamella veg autoprodotta
sale
peperoncino
pangrattato
mozzarella di Concita

Procedimento

Il procedimento va suddiviso in varie fasi, meglio non cercare di fare tutto contemporaneamente (soprattutto gli imbranati con tempi lenti come me)… La prima: preparazione della besciamella veg. La seconda: preparazione della zucca fritta. La terza: preparazione del ragù vegetale. La quarta: cottura degli anelletti. La quinta: assemblaggio generale in teglia.
I fase – Besciamella vegetale
Ultimamente mi sta dando molta soddisfazione una preparazione molto elementare eppure molto gustosa, di cui ho già dato la composizione nella parmigiana di borragine radicale. Essendo breve ve la ridescrivo qui: 3-4 cucchiaiate abbondanti di farina di segale, brodo vegetale, un paio di cucchiai di olio evo, sale e una puntina di noce moscata (ho notato che viene saporita anche omettendo la noce moscata: per merito della farina di segale, che è proprio ottima nella besciamella).
Scaldate l’olio e fate tostare qualche minuto la farina, poi lentamente aggiungere il brodo vegetale (ne preparo di solito un bricchetto, dovrei ricordarmi di misurarlo…) e salare. Una decina di minuti a sobbollire ed è fatta.

II fase: preparazione della zucca fritta

Pulire, sciacquare e tagliare la zucca a dadini. Preparare una padella con un dito di olio evo. Portare l’olio a temperatura e immergere i dadini di zucca. Quando saranno morbidi e dorati potete toglierli con una schiumarola e poggiarli su carta assorbente (io uso i vecchi sacchetti di pane, quelli che sono troppo usati e andrebbero comunque buttati via – ne faccio uno strato e in cima ci metto un foglio di carta tipo scottex bianca). Tenete da parte la zucca fritta.

III fase: preparazione del ragù veg

Qui ho cercato di seguire il più possibile le orme di Mirko, per poter gustare il cuore della sua ricetta… E naturalmente comincio con una variazione: il soffritto me lo sono fatto con verdure fresche, affettando una cipolla per il verso giusto senza lacrimare (longitudinale, ho sempre fatto così Mirko, ma non sapevo che fosse magico!), sminuzzando carota, sedano e aglio e unendo una bella foglia d’alloro e un pezzetto di peperoncino.
Ho imbiondito le cipolle e sfumato le verdure… mentre avevo messo a mollo il granulare di soya… tuttavia – un momento di distrazione e sono saltata al punto successivo… ho aggiunto il concentrato, dimenticandomi di fare imbiondire il granulare di soya insieme alle verdure… comunque non ho ricominciato da capo, sono andata avanti lo stesso.
Però voi non fate come me, imbiondite bene il granulare di soya con le verdure prima di sfumare con il vino!
Dopo il concentrato (che di solito non uso mai, ma che ho messo per amor tuo e di tua mamma, Mirko!) ho aggiunto la polpa di pomodoro, facendo esattamente quello che raccomandi: aggiungere un goccio d’acqua per recuperare tutto il sughetto rimasto appiccicato alle pareti della bottiglia (ma questo me lo aveva già insegnato la mamma! Lo faccio da una vita!).
E poi ho aggiunto i piselli surgelati.
Ho fatto sobbollire il sugo con il coperchio per non so quanto… mi regolo ad occhio… Ma mai troppo a lungo, non mi piacciono le salse troppo condensate… I miei sughi restano in pentola massimo una mezz’ora, soprattutto se poi vanno anche in forno!
A fine cottura ho salato e aggiunto un paio di foglie di basilico.

IV fase (che può essere contemporanea alla III): preparazione degli anelletti

Far bollire un bel pentolone d’acqua e aggiungere il mezzo chilo di anelletti, spegnendo a metà cottura, nel mio caso dopo circa 7 minuti (il tempo di cottura sulla mia confezione era 13 minuti).

V fase: assemblaggio generale

Qui Mirko dice di mescolare tutto quanto preparato con metà besciamella… e ho commesso un nuovo errore, ho dimenticato di aggiungere la besciamella, mescolando anelletti, ragù veg e zucca fritta… Quando me ne sono accorta ormai era fatta… e come al solito ho proseguito sulla mia strada…
Non mescolate tutto nella teglia, perché prima va unta con olio e cosparsa di pangrattato.



Questo lo autoproduco con gli avanzi di pane grattugiati da Stefano (che potete vedere in esecuzione nella foto). Ci vuole pazienza, ma almeno si mangia un prodotto genuino e soprattutto si ricicla il pane vecchio che altrimenti andrebbe sprecato (e considerando che si tratta del pane fatto da Stefano in un forno a legna sarebbe un’eresia!).
Dopo questa operazione ho buttato il mix nella teglia, e quindi la besciamella l’ho buttata sopra tutta insieme. Ho cosparso di abbondante pangrattato e ho fatto un giro con olio evo sabino. Forno a 240° (o giù di lì) per mezz’ora circa.



E ho accolto il suggerimento di Mirko di aggiungere anche dei bei pezzi di mozzarella veg della nostra Concita che avevo appena fatto e che mi era venuta particolarmente bene (facendo pratica si prende sempre di più la mano e la mozzarella diventa sempre più mozzarella!). Ne avevo fatto una quantità sufficiente a ricavare la bella mozzarella che vedete nella foto sopra e una uguale quantità che ho suddiviso negli scomparti del (non mi viene il nome)… dell’arnese in cui si mette l’acqua per preparare i cubetti di ghiaccio… Da farci finalmente le famose mozzarelline vegan fritte!



La mozzarella veg ci stava proprio bene nella pasta col forno alla zucca!



Gli anelletti saltellavano di gioia! E non vi dico le papille!



Ho preparato due teglie di pasta col forno, una l’ho lasciata a casa e una l’ho portata a un veglione a casa di onnivori (qui) e l’ho tenuta in regime di sorveglianza speciale… Questo perché il buffet era pieno di cose, ma di incerta composizione… e non avevo voglia di rintracciare ogni autore/autrice di pietanza e chiedergli la lista degli ingredienti… Così ho pensato di tenere per noi vegan almeno un piatto di sicura provenienza… e di farla assaggiare a chi poteva essere interessato alla prova. Per esempio a Claudione, esperto chef dell’omonima locanda: aveva ormai abbondantemente pasteggiato, ma ne ha assaggiata una forchettata e ha detto solo una parola: stratosferica! Ovviamente metà teglia l’ho riportata a casa! E mi sono goduta questa stratosfericità per diversi giorni ancora!



Grazie Mirko, Graziella, Concita e tutto Veganblog, a cui colgo l’occasione di fare tanti auguri per il suo decennale! Mi dispiace di non essere più presente, ma il lavoro esige da me una maggiore attenzione… per fortuna mi lascia ascoltare molta musica! Qui ho sentito Sons and fascination dei Simple Minds(fralaltro Kerr si è quasi trasferito in Sicilia!).




informazione malata e pruriginosa

tira di più un pelo di figa \ fica ( o di cazzo cosi facciamo par condicio smiley  ) che un bambino del sud del mondo che muore di stenti . Scusate lo sfogo , contro gli alti numeri di visite al post del mio blog in cui parlo del film di sara  tommasi   niente d'eccezionale ne ho visto di meglio   infatti  Valentina Nappi e  Rocco Siffredi  due  autorità del hard , attrice la prima  e  attore ora regista  il secondo  ,  lo hanno  criticato  e stroncato perchè

E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.





o delle alte visite alla 4 puntata della mia guida di come sopravvivere al natale e le  sue  feste    di quest'anno  in cui parlo e  do dei consigli per un natale sex ( vedere post  precedente   ) che post in cui si denuncia questo schifoso dualismo fra i ricchi e i poveri fra Nord e sud del mondo

Addio a Mauro Morandi, «Robinson Crusoe contemporaneo»,ed ex custode dell'isola di Budelli .

da msn.it  Addio a Mauro Morandi, «Robinson Crusoe contemporaneo», originario di Modena, che per 32 anni ha vissuto da solo nella piccola is...