7.8.14

cosa è l'arte ?

N.B
A  chi mi dice  che sono un copia e incolla   rispondo   che  Non intendo parlare del fatto in se ma del rapporto che le persone hanno con la fotografia. Infatti Oggi viviamo in un mondo saturo di immagini e colmo di apparecchi in grado di scattare foto. Dai cellulari capaci a fotografare sott'acqua alle foto fatte utilizzando i droni. Ma di tutte queste immagini che ne resta ? Può essere una questione di cultura ma non credo sia tutta la verità. Credo c'entri anche la sensibilità  e il rapporto col prossimo e  con  le  cose   altrui  . O forse è il fatto che con così tanta facilità nel "fare uno scatto" una foto viene vista come un qualcosa di effimero e di scarsissimo valore a prescindere da ciò che rappresenta...
Ieri ho visto questo articolo su La nuova. La storia parla di una foto e dell'uso irrispettoso  e  becero  che ne è stato fatto. A parte la vicenda in se  mi viene in menrte  ,  una dele mie solite  elucubrazioni   del tipo   cosa è la l'arte  in questo  caso  la fotografia per "la gente comune "? Non dico che tutti debbano essere critici d'arte  ed appassionati   d'arte  ma che cosa rappresenta una fotografia per le persone  mediocri  ed acculturate   o peggio  analfabeti di ritorno  ? 
  Da la nuova del  6\8\2014
Angrelo Mavuli  
TEMPIO PAUSANIA . 
Una foto artistica, proveniente da una mostra sul Mare del fotografo Maurizio Mandarino, esposta nell’Ufficio Turistico di Piazza Mercato, patrimonio artistico del Comune, cui tre anni fa era stata donata, è stata irrimediabilmente


sfregiata(  A SINISTRA LO SFREGIO  )   qualche settima fa, durante una mostra di pezzi di ricambio di automobili.A rendere noto l’incredibile episodio di noncuranza da una parte e di maleducazione dall’altra è stato Patrizio Saba, presidente dall'Assemblea dei Giovani Imprenditori Confcommercio della Gallura.«Nell'anno 2011 il Centro commerciale naturale “Commercio Duemila”, di cui ero presidente - spiega Saba - gestì l'Ufficio turistico comunale di Piazza Mercato. Nel prendere possesso dei locali effettuammo con un funzionario del Comune l’inventario di legge per verificare lo stato dei luoghi, gli arredi e i corredi di cui i locali dell’Ufficio turistico erano dotati. Operazione, peraltro, ripetuta quando la nostra gestione giunse al termine. In quell’occasione tra le attività proposte per rendere piacevole la permanenza dei turisti all’interno dei locali, decidemmo come Commercio 2000 di adornare i locali con opere fotografiche ritraenti panorami del territorio gallurese di diversi artisti. Uno di questi, Maurizio Mandarino, al termine della nostra gestione, lasciò in omaggio a Commercio 2000 alcune sue opere che a nostra volta decidemmo di regalare all'assessorato al Turismo con lo scopo di continuare ad arredare gli stessi locali».«A distanza di tre anni da quella donazione, la struttura, alcune settimane fa, è stata messa a disposizione per una mostra di pezzi di ricambio di automobili - continua Saba -. Una di queste opere ritraenti un bellissimo paesaggio marino, di 80 centimetri per un metro e mezzo, è stata incredibilmente utilizzata per forgiarci all'interno la sagoma di una Fiat 500 nella quale farsi fotografare. Ritengo che il gesto sia un atto di grave maleducazione di totale mancanza di buon senso. Quella foto infatti era un bene pubblico di cui l’autore del gesto non poteva appropriarsi. Credo che chi si è reso protagonista di questa bassezza debba chiedere scusa alla città e al fotografo. Credo anche che l'amministrazione comunale dovrebbe però avere ed imporre regole rigide per chi richiede l'utilizzo degli spazi pubblici. Questo per evitare che possa disperdersi un patrimonio pubblico o che dei locali se ne possa fare un uso assolutamente privato ed egoistico».Sconcertato anche l’autore della foto che, informato dell’accaduto nella città dove adesso abita ed esercita la sua arte di fotografo, non riesce a darsi una spiegazione. «Mi lascia perplesso - dice Maurizio Mandarino - oltre che lo sfregio di un’opera irripetibile, l’incuria di chi doveva custodirla e proteggerla. Oltre l’opera, è stato sfregiato il mio impegno artistico e il mio atto di donazione. Peccato».

è l'ennesima dimostrazione che le cose di "tutti" sono di "nessuno". Vorrei vedere all'artista imbelle ritagliatore cosa ne penserebbe di un'irruzione a casa sua e conseguente ritaglio dei quadri e foto appese nel suo salotto.

6.8.14

Dopo più di 35 anni di ricerche Argentina, la leader delle Nonne di Plaza de Mayo ritrova il nipote

 musica  in sottofondo  

Amazing AC/DC Cover!



Quando  mi   viene  il magone   o  la  voglia  di arrendermi ripenso ancora  , e poi ( nella maggior parte dei casi  )  mi passa  ,  a storie  come  questa   A volte anche queste storie di dolore e di morte finiscono bene. Anzi benissimo!


 per  approfondire  



Dopo più di 35 anni di ricerche

Argentina, la leader delle Nonne di Plaza de Mayo ritrova il nipote
Estela de Carlotto è la presidente dell'organizzazione che si occupa di rintracciare i figli prelevati ai genitori "desaparecidos" durante la dittatura militare argentina che durò dal 1976 al 1983. E' riuscita a rintracciare suo nipote Guido che si sarebbe 'presentato volontariamente'. Il giovane, ora 36enne, era nato in un centro clandestino di detenzione


Buenos Aires (Argentina)
da http://www.today.it/
06 agosto 2014Sono passati più di 35 anni. Trentacinque anni di ricerche estenuanti. Ma alla fine la tenacia di Estela de Carlotto è stata ripagata. La signora, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, l'organizzazione che si occupa di rintracciare i bambini prelevati ai genitori "desaparecidos" durante la dittatura militare argentina, è riuscita a rintracciare suo nipote Guido.


Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Telam, il nipote di Estela Carlotto ha 36 anni, è sposato e vive a Olavarria, nella provincia di Buenos Aires, dove lavora come musicista. Il figlio minore di Carlotto - che si chiama anche lui Guido, come il padre - ha detto che suo nipote "si è presentato volontariamente". Gli esami del Dna confermano: è lui il nipote che Estela stava cercando. La Carlotto
ha confermato la notizia: "E' una emozione grandissima per me, ma è così forte che abbiamo bisogno di tempo per costruire, per stare insieme. E' una battaglia che abbiamo vinto tutti".Guido è nato il 26 giugno 1978 in un centro clandestino di detenzione di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires, dove la madre Laura - militante della gioventù peronista - era stata rinchiusa dopo il suo sequestro. La ragazza era incinta di tre mesi, ed è riuscita a far sapere alla madre che era viva e che se suo figlio fosse stato maschio lo avrebbe chiamato Guido, come il padre. E' a causa della vicenda di sua figlia Laura che Estela de Carlotto, che fino ad allora era una maestra elementare senza alcun impegno politico, ha dedicato la sua vita alla militanza per i diritti umani, concentrandosi sulla ricerca dei bambini dei desaparecidos. Due mesi dopo la nascita del nipotino, nell'agosto del 1978, i militari l'hanno convocata per consegnarle il cadavere della figlia - "quasi un privilegio", ha raccontato lei anni dopo - uccisa con una raffica di mitra sparata alle spalle. Da allora la nonna addolorata è 
diventata una nonna militante.
Una storia, quella di Estela Carlotto e delle nonne di Piazza di Maggio, raccontata nel libro "Le irregolari" di Massimo Carlotto, lo scrittore veneto che nel romanzo-saggio raccontò anche il legame familiare con la presidente delle Abuelas. Carlotto ha salutato la notizia con un post su facebook:

La dittatura militare instaurata in Argentina il 24 marzo 1976 e che durò fino al 1983 prevedeva l'eliminazione di massa degli oppositori. Durante quel tristissimo periodo della storia argentina furono imprigionate migliaia di persone in centri clandestini di detenzione. Qui si procedeva alla loro tortura, al loro assassinio e alla sparizione dei corpi. In quel contesto i figli dei detenuti-desparecidos era considerati una sorta di “bottino di guerra”, per il quale si pianificò dettagliatamente persino per iscritto, un sistema di detenzione per le donne in stato interessante, parti clandestini, falsificazioni d’identità e simulazione di adozioni con lo scopo di appropriarsi dei bambini. In questa maniera circa 500 bambini vennero privati della loro identità, e in molti casi portati a vivere con persone che credevano loro genitori e che in realtà furono autori partecipi o complici dell’assassinio dei loro veri genitori.
Questa “riorganizzazione”, considerata necessaria dai militari per “salvare” la società argentina, esigeva che i figli dei “sovversivi” fossero separati dai genitori per essere consegnati a “buone famiglie”, come quelle di militari o di classe elevata.

5.8.14

tempio pausania 4\08\2014 il Flash Mob Free Palestina.

Riporto qui  la cronaca  di http://galluranews.altervista.org/ ed in parte  del  sito   di  http://www.zinzula.it/ e in quanto  non riesco a trovare  le parole   per  descrivere  l'evento .  L'unica  cosa  che riesco a  dire   è che  sono  talmente    commosso     per  la partecipazione abbastanza  numerosa  per  essere  una piccola  bidda paese  che  è tempio  pausania Ma   anche  con me   stesso  perchè  di solito  : 1)  sono talmente  logorroico  ,  prolisso  ,  ed  ipercinetico che  è  un record  essere riuscito ad   essere rimasto fermo  per  20 minuti (  10   a  tappa  )  ed  in silenzio  , o quasi    durante il percorso  dalla piazza  al viale  . 2) a  rinunciare  , ma  ne  valsa la pena  a fare  foto\ video  e  o  a scrivere stati  su internet   durante  l'evento  . 

infatti le  foto   (   io  sono  il secondo  sdraiato partendo dall'alto  ,  poi  nei video cercatemi  )  che   qui  riporto  sono : 1)   del  bravissimo  ed  eccelso  Marco  Ladu   ., 2)   di https://www.facebook.com/rajayoga.tempio









Tempio Pausania, il Flash Mob Free Palestina. Una partecipazione assorta e silenziosa ha accompagnato questo evento che ha espresso il dissenso per quanto sta accadendo nei territori del conflitto Israele-Palestina.


Piazza Gallura, ore 20.00.
Tempio Pausania, 5 agosto 2014-
Un corteo muto e carico di sensata ed emotiva partecipazione per quanto sta accadendo a Gaza e nei territori del conflitto Israelo Palestinese. Si sono dati appuntamento in Piazza Gallura, un centinaio circa di manifestanti, di cui almeno una trentina hanno seguito il programma previsto. Sdraiarsi a terra, simulando la morte di circa 2000 palestinesi, sterminati a Gaza tra cui tanti, troppi bambini. Il corteo si è mosso dopo dieci minuti dopo le 20,00, ora programmata per l’inizio della manifestazione. Si è diretto silenzioso e armato solo di qualche striscione e di poche bandiere palestinesi; diversi bambini, 
tutti spinti da un impulso emotivo coinvolgente e carico di riflessioni umanitarie. Tempio ha voluto dire no a questa guerra ignobile, come lo sono tutte le guerre, ha detto no alle troppe ingiustizie che continuano ad alimentare il fuoco eterno delle guerre, incancrenite da ideologie senza senso come sono tutte le estremizzazioni del pensiero distorto, cresciuto nell’odio e nel rancore verso il prossimo. 




di https://www.facebook.com/camilla.bussu con sottofondo della nbellissima Musica: Yann Tiersen - "Comptine d'un autre été: L'après-midi "

Si chiedeva un allontanamento dalle appartenenze politiche di qualsiasi genere. Questo, purtroppo, non è avvenuto. Ciascuno, come sempre, si è tenuto le proprie convinzioni su chi ha ragione e su chi ha torto, scordando che la morte non ha colori ed è uguale per tutti.  Poco male, chi c’era ha avuto ragione. Chi era assente ingiustificato, ha solo torto. Non si può propendere per qualcuno quando ci sono morti ammazzati senza colpe. Non è possibile ancora fare dietrologia e andare a pescare su chi ha iniziato per primo o per ultimo. Chi ha risposto si alla tregua e chi non l’ha rispettata. Chi ha ragione e chi ha torto. Beati voi, uomini ancora carichi di ideologie estreme, che  manifestate  una finta solidarietà per chi muore e cercate sempre un “però” a tutto! Si…ma…Hamas….scudi umani….bla, bla, bla. Beati
voi che ancora credete in questa farsa di politica che non appartiene più alla gente, che credete ancora che essa possa un giorno risollevare le sorti di questa umanità al bivio, lacerata ogni giorno da una falsa comunicazione, faziosa, tendenziosa, malvagia e volutamente offerta alle nostre orecchie e ai nostri occhi accecati, ancora rivolti a destra, sinistra, a qualcosa che non esiste ma che ci fa credere che ci stia aiutando. Signori, è tutto un bluff, una truffa, un incantesimo al quale siamo stati sottoposti da quando siamo nati. Quando si ricordano i milioni di ebrei sterminati dal nazismo c’è sempre qualcuno che ama ricordare i morti del regime comunista, la contrapposizione dev’esserci sempre, per omogeneizzare comunque tutto, renderlo apparentemente corretto. Allora, non si verrà mai fuori da questo vortice impazzito che ci proietta tutti nella disumanizzazione sociale che giustifica persino i morti ammazzati. Vi rendete conto di cosa siamo diventati o meglio di come ci hanno fatto diventare? E tutti abbiamo ragione. Intanto la comunità internazionale sta a guardare, è la cosa che sa fare meglio. E per informarci accendiamo il TG lottizzato da una parte o quello lottizzato dall’altra. I social sono stracolmi di link, video, foto in una direzione o nell’altra. Gli schieramenti continuano a sfidarsi a forza di “ragioni”, ricostruzioni storiche dei perché. Già, non ci può formare un pensiero se non si conosce la storia. Ma quale storia? Quella imparata sui libri faziosi oppure le notizie che acchiappate dai giornali dell’altro versante?



Un grazie a chi ha organizzato l’evento, a chi ha partecipato col cuore, a Daniele  ricciu  ( https://www.facebook.com/danielericciu2  ) che ha reso il momento finale incredibilmente struggente col suo sax, un pianto ininterrotto di note che hanno acceso  l’emozione di tutti i presenti.
Infatti    da http://www.zinzula.it/
(,....)  Incuriositi, molti bambini che alle 20:00 giocavano nella Piazza del comune, si sono avvicinati ai manifestanti prendendo parte a modo loro all’iniziativa. Alcuni accompagnati dai propri genitori hanno portato in corteo i simboli di pace e le bandiere sarde disegnate sino alla Fonte Nuova. Un auspicio di
Nutrita la partecipazione delle forze dell’ordine che già mezz’ora prima dell’appuntamento presidiavano in numero consistente Piazza Gallura. Per meglio integrarsi con l’iniziativa molti non hanno indossato la divisa d’ordinanza e hanno realizzato un’ampio servizio fotografico sui momenti più belli dell’incontro.
pace e giustizia per tutti gli esseri umani del Mondo e per una Sardegna che sia realmente terra di pace.



4.8.14

Strage Italicus, 40 anni dopo( 4\8\1974- 4\08\2014 ) . Storia del ferroviere morto per salvare dei passeggeri



canzoni suggerite 



(....)   Agosto. Si muore di caldo 
e di sudore. 
Si muore anche di guerra 
non certo d'amore, 
si muore di bombe, si muore di stragi 
più o meno di Stato, 
si muore, si crolla, si esplode, 
si piange, si urla. 
Un treno è saltato. 

                  da  Agosto di Caludio Lolli 


Spesso , vedere titolo , anche i grandi fatti nascondono al loro interno  dei piccoli  fatti  \  delle storie che   nel  riportare  i fatti  ne vanno perse \ dimenticate  o considerate minuterie  \  cose  di poco  conto     Ed è proprio questa una delle  storie    che riporto sotto dal fatto quotidiano del 4\8\2014 che riporto sotto che oggi intendo narrare per ricordare ( chi se ne frega se non l'ho vissuto direttamente , nacqui 2 anni dopo ) ma solo indirettamente nei ricordi dei mie vecchi , e di altre persone di quella generazione E' questa insieme a tanti misteri d'italia e depistaggi , segreti di stato   , ecc ( vedere  ill'url  di  wikipedia  ) che rendono possibile che condivida ciò << A causa del divieto di amministrare la giustizia vigente nel nostro Paese, l'articolo che segue parla di un fatto che non ha spiegazioni e/o colpevoli. Quindi ce li siamo inventati di sana pianta.
Può anche darsi che i fatti narrati non siano mai accaduti e che siamo tutti vittime di un'allucinazione collettiva. >> (  da , insieme  alla  foto  a  sinistra  http://nonciclopedia.wikia.com/ alla voce italicus vedere sopra url dell'articolo ) 
Ma a ora basta tediarvi ed eccovi la storia ( sopra trovate link se volete approfondire ) in questione  




Strage Italicus, 40 anni dopo. Storia del ferroviere morto per salvare passeggeri
Il 4 agosto del 1974 l'attentato terrroristico al treno Espresso in provincia di Bologna. Oggi un libro ricostruisce le storie di sopravvissuti e familiari alla ricerca della verità
di Antonella Beccaria | 4 agosto 2014



il treno italicus 




Chi se lo ricorda il nome di Silver Sirotti ? In pochi, probabilmente, e non era un eroe, almeno non nel senso che in genere si attribuisce a un termine del genere. Eppure Silver, 25 anni e da dieci mesi impiegato nelle Ferrovie dello Stato con varie mansioni, il 4 agosto 1974, all’1 e 47 minuti del mattino, era sul treno Italicus per un caso, perché da controllore – mansione che svolgeva in quel periodo – doveva sostituire un collega, in attesa di prendere servizio di lì a poco alla stazione di Faenza, dove si sarebbe occupato della biglietteria. Ma quel giorno, a quell’ora, una bomba devastò la quinta carrozza del convoglio ferroviario partito da Roma alla volta del Brennero. L’ordigno, a base di termite, miscela incendiaria che raggiunge il punto di fusione dell’acciaio, esplose dentro la galleria della Direttissima, nel comune di San Benedetto Val di Sambro, verso Bologna.
E oltre alle dodici vittime che costituiscono il bilancio ufficiale della strage dell’Italicus, altre ce ne sarebbero state se il macchinista non avesse fatto scivolare il treno fuori dal lunghissimo tunnel, oltre 18 chilometri. E se Silver, finito nella conta dei morti, non avesse rinunciato a mettersi in salvo. Invece tornò indietro, in mezzo alle fiamme, afferrando un estintore e tentando di portar fuori chi ancora poteva essere vivo. Per risalire sul treno il ragazzo aveva dovuto addirittura divincolarsi dal placcaggio di un passeggero incolume, che ne aveva intuito le intenzioni e aveva provato a strapparlo a morte sicura. A quel punto, liberatosi, Silver si lanciò verso la quinta carrozza e nessuno lo rivive più vivo.
Quarant’anni esatti dopo a raccontare questi fatti è il fratello del giovane ferroviere, Franco Sirotti, che oggi lavora alla stazione di Bologna. E con le sue parole si apre il libroItalicus – 1974, l’anno delle quattro stragi (Eir) scritto dal deputato e presidente dell’Associazione vittime del 2 agosto 1980Paolo Bolognesi e dal giornalista Roberto Scardova. Alla loro seconda prova letteraria in coppia – la prima, del 2012, si intitolava Stragi e mandanti –, stavolta non partono dalla bomba alla stazione di Bologna, ma tornano indietro di sei anni, a quel 1974 che fu un anno di svolta nel periodo della strategia della tensione. E nelle oltre 300 pagine del volume, di storie umane, se ne incontrano tante. Come quella dell’architetto fiorentino Luigi Cardarelli, che si impegnò per creare un’associazione vittime che “difendesse i diritti di chi era rimasto”. O, ancora, di Mauro Russo, che tornava a Bolzano da una gita a Firenze insieme alla famiglia.
Ma il libro Italicus è anche altro. È – come scandisce per l’appunto il sottotitolo – anche la storia di 4 stragi: le due riuscite di Brescia (28 agosto 1974) e del 4 agosto e le altrettante tentative, quella di Silvi Marina (Pescara) del 29 gennaio lungo la linea Adriatica su cui transitava il treno Milano-Bari e l’altra, del 21 aprile, a Vaiano (Prato), di nuovo lungo la linea Bologna-Firenze. “Nel 1974 ci fu chi credette che fosse giunta l’ora X”, scrivono gli autori. “Che fosse il momento di mettere definitivamente l’Italia in ginocchio. È questo ciò che si ripromettevano di ottenere i quattro eccidi programmati e progettati per quell’anno”. Ma poi, secondo la ricostruzione di Bolognesi e Scardova, il panorama internazionale mutò con la fine dell’asse statunitense Nixon-Kissinger e il tramonto delle dittature in Grecia e in Portogallo. E anche in Italia le carte si sparigliarono al punto che per “destabilizzare per stabilizzare”, secondo un vecchio slogan, occorreva inabissarsi e occupare dall’interno le istituzioni, non abbatterle con un colpo di mano.
Ecco così che entrò nel pieno la stagione d’oro della P2 di Licio Gelli e che dalle strategie militari si passò a quelle definite nel Piano di rinascita democratica, documento d’ordine tale per cui la società italiana andava trasformata tagliando le code estreme del Parlamento, soffocando l’attività sindacale, controllando la stampa e orientandosi verso una Repubblica che non fosse più parlamentare ma presidenziale. E mentre i giochi dei poteri infedeli alla Costituzione non si interrompevano, ecco che dal 1974 in avanti sulla scena sarebbero ricomparse organizzazioni eversive neofasciste disciolte poco prima, informatori dei servizi segreti depistanti, inchieste spostate e spezzate tra una procura e all’altra, comitati di industriali disposti a finanziare disegni autoritari. Un quadro complesso, questo, ricostruito attraverso le carte giudiziarie digitalizzate e più facilmente consultabili. E che, negli auspici degli autori, potrà essere arricchito dall’apertura di basi documentali mai consultate (non solo quelle coperte da classifica) e da riversare nell’Archivio di Stato.
Conclude in proposito Paolo Bolognesi in proposito: “Per rendere inaccessibile alla magistratura un documento non occorre un timbro che imprima il formale ‘segreto di Stato’. In questi decenni, per cambiare il corso dei processi per strage, è bastato omettere l’invio di una nota informativa, distruggere un atto, far sparire un fascicolo, non ‘ricordare’ nomi e circostanze, negare l’esistenza di fascicoli e interi archivi. Si è potuto così coprire mandanti e ispiratori politici, proteggere esecutori e lasciare sul tavolo della storia eccidi impuniti”. Con la direttiva firmata dal presidente del ConsiglioMatteo Renzi la primavera scorsa, si potrà andare a guardare anche un pezzo di questa storia attraverso documenti inediti, almeno quelli sopravvissuti. Ed entro l’autunno, probabilmente, avvalersi del reato di depistaggio, il cui testo è appena stato licenziato dalla Commissione giustizia per passare a breve al vaglio delle Camere.

Infatti
Unione sarda del 4\8\2014
Il 4 agosto del 1974 una bomba esplose sul treno espresso Roma-Monaco di Baviera. Morirono 12 persone.
"Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti". Sono le parole contenute in un volantino che rivendicava uno dei tanti attentati che hanno messo in ginocchio l'Italia degli anni 70 e 80. È da poco passata l'una del 4 agosto 1974, per la precisione sono passati esattamente 23 minuti e sulla vettura 5 dell'espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero viaggiano numerose persone. All'improvviso un boato squarcia la notte quanto il treno si trova vicino alla stazione di San Benedetto val di Sambro. Una bomba uccide 12 persone e ne ferisce altre 48. Dopo l'esplosione sulla vettura scoppia un terribile incendio che dura diverse ore. Una morte risucchiata in quel periodo in cui l'ideologia politica ammazzava, a destra e a sinistra. A morire, però, furono persone normali come spesso con accezione tendente al negativo si chiama "gente comune". Eppure era proprio quella gente comune ad assistere e molto spesso a subire un'onda violenta che da Piazza Fontana in poi ha dato vita a quelli che passano alla storia come gli anni di piombo. Tra le tante figure simbolo di quegli anni c'è Aldo Moro rapito e ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio del 1978 dopo 55 giorni di sone che meritano il ricordo perché in quegli anni era difficile anche essere "gente comune".
il treno italicus
prigionia. Ma Aldo Moro rientra anche nella storia della strage dell'Italicus perché sul quel treno ci sarebbe dovuto essere anche lui quella sera diretto a Bellamonte per raggiungere la famiglia. Quel treno Moro non lo prese perché fu raggiunto da alcuni funzionari del Ministero e venne fatto scendere all'ultimo momento per firmare alcuni documenti. Una fortunata casualità o uno dei tanti misteri che la storia italiana ha consegnato e conserva. I grandi gialli vanno risolti ma per raccontare una storia e ricordarne gli attori principali non si può rischiare di perdersi nel tentativo di svelare i misteri o, almeno in questo ricordo, andare a ripercorrere le tappe dei processi. Abbiamo i protagonisti quelli che, loro malgrado, lo sono diventati senza volerlo, senza chiedere medaglie da eroi. Sono Elena Donatini (58 anni), Nicola Buffi (51 anni), Herbert Kontriner (35 anni), Nunzio Russo (49 anni), Marco Russo (14 anni), Maria Santina Carraro in Russo (47 anni), Tsugufumi Fukuda (32 anni), Antonio Medaglia (70 anni), Elena Celli (67 anni), Raffaele Garosi (22 anni), Wilhelmus J. Hanema (20 anni) e Silver Sirotti (25 anni). I morti, chi rimase ferito, chi perse amici e parenti e le tante persone che andarono per dare una mano: queste sono le per


Matteo Sau

3.8.14

Una piccola storia per scandire la settimana e imparare a rimanere umili . Uno studente supera il maestro

da https://www.facebook.com/lagreca un ex  splinderiano  (  iscritto alla piattaforma   Splinder  ora  non più  attiva  )   riporto  Una storiella per imparare ad essere umili… Uno studente con più talento del professore -   (  See more at: http://www.lagreca.it/blog/2014/07/31/quando-lallievo-supera-il-maestro/   )



Un insegnante pranza in mensa quando uno studente si siede di fronte a lui.
L’insegnante con un sorriso, prende in giro lo studente: “Gli uccelli e maiali non pranzano insieme!” “Oh! Chiedo scusa, volo via.” rispose lo studente.
Sdegnato per essere stato trattato in quel modo, il professore decide di interrogarlo la settimana successiva, ma lo studente risponde perfettamente a tutte le domande.
                                             Professoressa stressata
Alla fine l’insegnante gli pone un piccolo problema: “Tu sei per strada e trovi due borse, una contenente banconote e l’altre intelligenza, quale delle due prendi?”
“La borsa piena di soldi», rispose lo studente.
“Se fossi stato in te, avrei scelto l’intelligenza!”
“La gente prende sempre ciò che non ha” rispose lo studente! Il professor inghiottì la rabbia, ma diede una nota allo studente: “STRONZO”.
Lo studente prende la sua nota, e va a sedersi, dopo pochi minuti torna indietro dall’insegnante.“Signore,” dice “ha firmato, ma si è dimenticato di mettermi la nota!”


                                             Versione originale in francese

Subject: Pour rire avant demain Une petite histoire pour rythmer la semaine et apprendre à rester humble Un élève plus doué que le maître

Un professeur déjeune à la cantine quand un étudiant vient s’asseoir en face de lui.
Le prof lui dit avec un sourire narquois, pour le taquiner :
«Les oiseaux et les cochons ne déjeunent pas ensemble !»
- «Oh ! s’cusez, alors je m’envole». lui répond l’étudiant.
Honteux de s’être fait avoir si bêtement, le professeur décide de le coller lors du contrôle de la
semaine suivante, mais l’étudiant répond parfaitement à toutes les questions.
Alors le prof lui pose un petit problème : “Tu es dans la rue et tu trouves deux sacs, l’un contient des billets de banque et l’autre de l’intelligence, lequel choisis-tu ?”
- ” Le sac rempli de billets” répond l’étudiant.
- “Moi, à ta place, j’aurais choisi l’intelligence ! “
- “Les gens prennent toujours ce qu’ils n’ont pas” lui répond l’étudiant !
Le professeur ravale sa rage, mais il prend la copie de l’étudiant et inscrit dans la marge: “CONNARD”.
L’étudiant reprend sa copie, va s’asseoir et au bout de quelques minutes revient.
“Monsieur” lui dit-il “vous avez signé mais vous avez oublié de me mettre une note ! “

Mamma perchè qui in Italia non si parla di SIDA(AIDS)? La solidarietà fuori dall’emergenza: 6 anni in Ciad come “immigrati al contrario” mettendo a disposizione la propria umanità e professionalità

Grazie  https://www.facebook.com/dario.cicchero per    la storia  \ intervista  a  Emanuela Sbriscia Fioretti e Paolo Simone sono due medici italiani che hanno passato 6 anni in Ciad,
 grazie ad un progetto di fraternità missionaria, e lo hanno fatto come “immigrati al contrario”, vivendo nella periferia della capitale come qualsiasi altro abitante di quella città. Paolo ha lavorato all’interno delle strutture del servizio sanitario del Ciad ed Emanuela ha contribuito alla nascita di un centro per la cura dell’AIDS che oggi continua la sua preziosa attività. Vivere e lavorare come “ciadiani” gli ha permesso di scoprire la vera anima di quel luogo, le esigenze e le peculiarità.

2.8.14

anche i bambini fanno oh e c'insegnano molte cose

 in sottofondo  Paola Turci - Bambini
Da  contro altare  a  questa news  dei giorni scorsi  



Australia, affittano mamma surrogata  ma abbandonano un gemellino: è down

Il piccolo abbanonato
Incredibile vicenda in Australia. La coppia ha portato a casa la piccola sana lasciando in Thailandia, alla mamma surrogato il piccolo malato. La donna thailandese aveva detto si alla coppia per risollevarsi economicamente. Con loro aveva pattuito un prezzo di 11.700 dollari ai quali furono aggiunti altri 1.673 quando seppero che la signora aspettava due gemelli.
LA STORIA - La scoperta già all'inizio della gravidanza. Al terzo mese è stato detto alla "mamma in che uno dei due gemellini che portava in grembo era malato. La donna decide comunque di non abortire, convinta della bontà dei genitori adottivi. I due però, quando i gemellini sono venuti alla luce, hanno abbandonato il piccolo perché down e affetto da una patologia congenita cardiaca).
Gammy, questo il nome, non può essere mantenuto dalla mamma naturale. Un medico dell'ospedale dove è nato e che ha seguito la vicenda ha quindi aperto una sottoscrizione online sul sito Gofoundme.
leggo  una bella  news    che  Su Twitter circola in modo insistente: è l'hashtag #JewsAndArabsRefuseToBeEnemies, un'iniziativa congiunta di israeliani e palestinesi per la pace in Medio Oriente. Le Foto che ritraggono coppie di giovani sposi, amici, figli di genitori di diversa provenienza e persino bambini



che dichiarano a gran voce di non considerare   solo ed  esclusivamente  l'altro come nemico. Fra  queste  foto   della galleria  di repubblica.it  ho  scelto  questa  di  due bambini  perchè rappresentata meglio  il  messaggio forte contro decenni di guerra irrisolta.
E  e sempre  dal  conflitto arabo  israeliano sulla mia bacheca  di facebook  ho trovato  questa


sono  d'accordo con Silvia Grandi  quando dice  : <<  E' davvero commovente vedere con quanto orgoglio questa ragazzina difenda il suo diritto allo studio e alla vita... quando tanti ragazzi italiani invece sembra vadano al patibolo quando vanno a scuola. In realta' spesso non ci rendiamo conto di essere molto fortunati ! >>



Un altra  storia  è  questa  
Unione sarda online  di Sabato 02 agosto 2014 16:35


A scuola prendeva buoni voti ma era stata bocciata: aveva fatto troppe assenze. Ma il Tar del Piemonte ha annullato la bocciatura.Ci è voluto l'intervento dei giudici del Tar del Piemonte per permettere a una studentessa di una quinta 
Esame di maturità
classe di un liceo linguistico di Torino di accedere all'esame di maturità. Se la ragazza non partecipava alle lezioni non era per pigrizia, ma per motivi familiari: entrambi i genitori, infatti, sono malati. La partita giudiziaria si è risolta nel giro di poche settimane.


Il Consiglio di classe, visto che la studentessa aveva superato il monte ore complessivo di assenze, non aveva nemmeno proceduto allo scrutinio dei suoi voti. La ragazza non si è data per vinta, si è rivolta ai giudici e, una decina di giorni dopo, la presidenza della seconda sezione del Tar piemontese ne ordinava l'ammissione all'esame di Stato (che ha superato senza grosse difficoltà). La scuola era a conoscenza della situazione della studentessa e, secondo i giudici, si è macchiata di una "grave" violazione del "principio di proporzione dell'azione amministrativa".



non sempre il fango è negativo

1.8.14

Un gesto sbagliato a scuola, ma dopo anni rimedia e fa commuovere




Letter
Non è mai troppo tardi per rimediare ai propri errori e lo dimostra la storia di un uomo tormentato dal senso di colpa per aver commesso un gesto sbagliato quando aveva solo 12 anni a scuola. James Berardi – preside della Grizzly Hill Elementary School – si è visto recapitare una lettera scritta a mano, firmata e accompagnata da 300 dollari. Nella lettera, il mittente spiegava che 17 anni fa, quando frequentava la scuola ed aveva solo 12 anni, aveva rubato dei soldi che dovevano essere destinati ad una gita scolastica o alla festa di fine anno.Ho fatto irruzione a scuola”, ha scritto l’autore della lettera, di cui non è stato reso noto il nome, “poco prima della fine dell’anno scolastico. Ho rubato il denaro di alcune classi (che lo avevano messo da parte per una gita o per la festa di fine anno) e, dall’ufficio del preside, ho rubato alcuni oggetti che erano stati confiscati. Ho rotto qualche serratura e i telai di alcune finestre. Non so esattamente quant’è costato riparare i danni, né quanti soldi avevo rubato. Secondo i miei calcoli, dovrebbero essere 300 dollari. Ho allegato alla lettera questa cifra per rimediare a ciò che ho fatto, per cercare di risarcire i danni e riparare ai miei errori”. La lettera, infine, si chiudeva con questa frase: “Se, a scuola, lavora ancora qualcuno che si ricorda di questo episodio e ritiene che 300 dollari non siano sufficienti a coprire i danni, non esitate a contattarmi”.Il preside Berardi ha subito contattato l’ex allievo per ringraziarlo del bellissimo gesto e per comunicargli che i soldi inviati erano più che sufficienti. Ed ha commentato, visibilmente commosso: “Mi auguro che questo gesto gli abbia dato la serenità che stava cercando. Forse l’ha fatto per liberarsi da un grosso peso o dal senso di colpa”.Secondo gli insegnanti della Grizzly Hill School la lettera vale molto più del denaro che conteneva, perché ha dato agli studenti un’importante lezione di vita. “Questa persona ha fatto una cosa sbagliata”, ha sottolineato Willow De Franco, “E forse si è sentita così male e così in colpa per aver fatto scelte sbagliate, che alla fine ha deciso di rimediare al suo errore”.

PRECARIA ''ECCELLENTE'': L'UNESCO LA PREMIA, LA REGIONE LA IGNORA .IL CASO DI VALERIA ALZARI



La storia assurda ma purtoppo vera di una giovane ricercatrice sassarese. I suoi studi bocciati dalla regione perchè giudicati ''scientificamente irrilevanti'', sono stati premiati dall'Unesco, ma nonostante questo la sua, come quella di tanti altri, è una vita da precaria.

DA  VIDEOLINA DEL 01/08/2014 h 14:00

31.7.14

Contro le persecuzioni dei cristiani in Iraq il coraggio di una giovane giornalista che appare in TV con un crocifisso al collo e



Questa storia è la risposta a tutti i malpancisti che si bevono la propaganda dei gruppi exenofobi e dei falsi catttolici , dei celerico fascisti e cattolici reazionari che 





“Siamo tutti cristiani”, questo è il titolo di una campagna lanciata dalla giornalista irachena Dalia Al Aqidi, di religione islamica, per esprimere la propria contrarietà alla tragedia vissuta dai cristiani di Mosul.
Infatti, per la prima volta da quasi 2000 anni, non ci sono quasi più cristiani nell'antica città di Mosul,
da  http://www.milanopost.info/
nel nord dell'Iraq, uno dei primi luoghi di insediamento del cristianesimo, che ospitava una comunità che riuniva dai 5000 ai 25000 cristiani.
Intervistata dal giornale libanese Annahar la giornalista aveva spiegato così la sua decisione di indossare la croce durante il telegiornale: “Il pluralismo religioso è ciò che ha reso l’Iraq la culla della civiltà, delle scienze e della cultura”.
Al Aqidi si chiede: “Che benefici potrebbero trarne la storia e la civiltà dal tornare indietro all’oscurantismo? I cristiani sono il popolo di questa terra, e non possiamo andare avanti senza di loro o in assenza di qualsiasi componente dell'Iraq”.
Poi ha rivolto le sue parole a “chi accusa gli altri d’infedeltà”: “siete voi i non credenti, gli apostati, i politeisti, voi tagliatori di teste. Io sono un semplice essere umano che difende i diritti dei figli del proprio Paese a prescindere dalla loro identità”.
“La nostra è una religione della tolleranza – ha concluso la giornalista musulmana –, ed è il fascismo islamista politico ad aver indotto i musulmani moderati come me a vergognarsi della loro religione. La 
paura ha portato tanti al silenzio, ma io non starò zitta di fronte a questa ingiustizia”.
Incurante delle possibili conseguenze del suo gesto clamoroso, la giornalista Dalia AlAqidi (nella foto a sinistra), dipendente dell’emittente irachena Sumaria, si è messa una croce al collo e si è scagliata dalla tv contro il «fascismo politico islamista», unendosi alla schiera di quei musulmani iracheni che a proprio rischio e pericolo hanno deciso di difendere i cristiani dalla persecuzione dello Stato islamico. Perché «colui che tace sulla giustizia è un diavolo muto», ha detto la donna.

«UNA PERDITA PER TUTTI». AlAqidi ha deciso di presentarsi in tv con la croce al collo non solo perché dalla città di Mosul, da giugno nelle mani dei terroristi islamici guidati dal “califfo” Al Baghdadi, èscomparsa una comunità cristiana che contava migliaia di fedeli, ma anche per «il bene dell’intero paese». Interpellata dal quotidiano libanese Al Nahar, la giornalista ha invitato i suoi connazionali e l’Occidente a chiedersi: «Quali benefici potrebbero trarre la storia e la civiltà da un ritorno al passato oscurantista?». Secondo la donna, infatti, l’esodo dei cristiani è grave per tutti. «I cristiani fanno parte della popolazione indigena di questa terra e non possiamo andare avanti senza di loro, né senza qualche altra componente dell’Iraq».
CHI SONO GLI INFEDELI. Agli estremisti che le hanno affibbiato il marchio di “infedele”, AlAqidi replica che la croce al collo se l’è messa proprio per difendere «il pluralismo religioso che ha fatto dell’Iraq la culla della civiltà». La giornalista è fermamente convinta che l’islam sia «una religione della tolleranza», perciò «i non credenti siete voi». «Siete voi gli apostati, i proseliti, voi i tagliatori di teste», ha detto, mentre «io sono un semplice essere umano che difende i diritti dei figli del proprio paese, qualunque sia la loro identità». Secondo AlAqidi il «fascismo politico islamista» ha «indotto i musulmani moderati come me a vergognarsi della loro religione». Ma se è vero che «la paura ha ridotto molti al silenzio», ha aggiunto coraggiosamente, «io non starò zitta davanti a questa ingiustizia». La donna ha poi invitando tutti a seguire la sua iniziativa, che «non è solo religiosa, ma rivolta a tutti, contro chiunque tenti di cancellare la civiltà».
LA “N” DEI CRISTIANI. Le parole della giornalista irachena forti hanno immediatamente colpito la collega Dima Sadeq (foto a destra), della rete libanese Lbci, la quale si è presentata in tv con stampata sulla t-shirt la lettera araba “ن” (corrispondente alla “N” iniziale della parola “nazareni”) con cui sono state marchiate le case dei cristiani nella città di Mosul. Prima di cominciare ad annunciare le notizie del telegiornale, Sadeq ha detto: «Da Mosul a Beirut, siamo tutti cristiani».
IL LOGO DELLA TV. Successivamente il network libanese per assecondare l’iniziativa di AlAqidi ha trasformato il suo logo in Lbن e lanciato l’hashtag #Lbن per dare il via a una campagna di sensibilizzazione che ha convinto migliaia di utenti di Twitter e Facebook a sostituire la propria immagine con il “marchio” dei cristiani iracheni. «Il posto più buio dell’inferno è riservato a coloro che si mantengono neutrali in tempi di crisi morale», ha detto Dalia AlAqidi parafrasando Dante Alighieri. «Non permetteremo – le ha fatto eco Sadeq – che i muri diventino il luogo su cui disegnare lettere di esilio».


BIGLIETTI PER VEDERE DAL VIVO IL PARTO DELLA EX STAR DEL GRANDE FRATELLO. 12MILA EURO: TUTTI VENDUTI [ pornografia dei sentimenti II ]

musica  consigliata  \  colonna  sonora
mi vendo  - Renato zero

N.b 
Poichè   in alcune email private   sono stato accusato di nerdismo  , di maleducazione ,  di amncanza  di rispetto , di  mancanza  di tatto  perchè  non ho messo due  righe d'avvertimento  in alcuni account  \ pagine di facebook  o  su  googleplus    e molti l'hanno scambiata per  pornografia  tout  Court  , ecc 
Provo a  spiegare  con queste due  storie  riportate sotto cosa intendo per pornografia dei sentimenti  di   cui parlavo   nel mio precedente  post  : " quanto piace la pornografia dei sentimenti " e  la differenza  tra pornografia   vera  e  propria         (   quella  di cui sono stato accusato )   e quella  dei sentimenti  (   termine usato da il filosofo Galimberti )  termini     il cui confine  è labilissimo se  si  analizzano i diue  termini  (  vedere  collegamenti  ipertestuiali )  . 

Entrambe le  storie    \  articoli sono tratti   dal sito  www.leggo.it


La prima  e questa  nuova tendenza esibizionistica cioè   La nuova frontiera del selfie  ( ne  avevo parlato  sempre qui  sul  blog  in :  " era prevvedibile visto l'uso dei selfie che si sarebbe arrivati prima o poi a Un concorso fotografico denominato <>." ) -- come  l'ha  chiamata il messaggero  --  si chiama "Underboob". E si fa ancora più hot. 
Stavolta il décolleté femminile sbuca dalla maglietta. Sui social network, l'Underboob fa tendenza

da la  galleria  fotografica  di  http://societa.panorama.it/life/Underboob-la-nuova-frontiera-del-selfie-arriva-dagli-Usa


l'altra  è  la  vicenda    di  Josie Cunningam    

 da http://www.leggo.it/SPETTACOLI/TELEVISIONE/ Mercoledì 30 Luglio 2014

Avrebbe voluto abortire per partecipare al Grande fratello, edizione inglese, poi il web l'ha convinta a desistere ed ha portato avanti la gravidanza. Adesso Josie Cunningam ne ha inventata un'altra per fare soldi.
Come riferisce il Daily Mail [  da  cui  ho tratto foto  e video sopra  ]  ha messo in vendita





a 12.500 euro cinque posti per assistere dal vivo al parto che avverrà nella sua casa a ottobre. E il particolare incredibile è che li ha venduti tutti nel giro di 14 minuti.
Due degli ospiti potranno anche fare riprese video e foto del parto che avverrà dinanzi ai loro occhi.

Pretendere che italiani e immigrati ed in nuovi italiani condividano la stessa idea della donna come persona libera

Qualche  giorno    fa  stavo sfogliando la  slide   di msn.it      è  sono  capitato    su quest  articolo di  HuffPost Italy Dei fatti di C...