26.6.15

L'ovvio e la censura di © Daniela Tuscano

"Ama, la tua bandiera /è la più bella che ci sia/Ama, la tua bandiera/è la più cara che ci sia...". Questi i versi d'un antico brano di Edoardo Bennato che irrideva la retorica patriottarda e l'idolatria per i simboli. L'identità esasperata, l'"eccesso antropocentrico" per usare un termine caro a papa Francesco, demonizza il diverso da sé. Dopo la strage di Charleston si è ripresentato il problema dell'esposizione
della bandiera confederata, uno dei simboli più forti di tale identità esasperata, segregazionista, razzista. Oggi leggo un titolo su "Repubblica" firmato dall'illustre Vittorio Zucconi: "Se anche 'Via col Vento' è un simbolo razzista". Ho un moto di fastidio, anzi di rifiuto, al punto che sono tentata di fermarmi lì. Insomma, il virus di cui soffre la stragrande maggioranza degli internauti sta per contagiare anche me; ma lo vinco e m'inoltro nella lettura, rendendomi presto conto che del romanzo di Margaret Mitchell si accenna solo in uno scarno trafiletto. Questo: secondo il "New York Post" il "classico" della scrittrice georgiana (e premio Pulitzer) dovrebbe esser censurato "per la sua antica ma non troppo velata vena razzista".
La locandina del film "Via col vento", con Vivien Leigh e Clark Gable.


"Non troppo velata"? Non so se Zucconi ami le litoti o la reverenza per quel "classico" lo obblighi a simili felpate definizioni, ma che "Via col Vento" sia razzista, e non troppo velatamente, ma in modo conclamato, ripetuto, persino rivendicato, non dovrebbe essere un mistero. A parte i dialoghi dei "negri" coi verbi costantemente all'infinito - che poteva pure essere un tratto realistico di quegli anni - come giudicare altrimenti brani di questo tipo: "[Durante un tentativo di rapina, o di stupro] il negro le era addosso, quasi che ne sentiva il fetore, fu pervasa da un ribrezzo inimmaginabile..."; "la preghiera con i padroni bianchi era uno degli avvenimenti della giornata. Le immagini orientali scandite dalle litanie di Elena [forse il personaggio più bieco, madre della protagonista Rossella] non avevano significato per loro, ma la dolce voce della padrona gli infondeva una incomprensibile commozione..." (se ne desume che la Mitchell ignorasse del tutto l'esistenza dei gospel e della loro spiritualità liberatoria, segno che i "negri" quelle immagini le capivano benissimo e certo di più di chi strumentalizzava la religione come arma di potere); "era troppo complicato spiegare a quel bestione [nero] in lacrime cosa fosse un convento"; "zio Pietro piangeva, e lei ne provava pena. Come se qualcuno fosse stato brutale con un bimbo"; "- Ho visto negri scappar via con donne bianche. Il risultato è che avremo dei bambini gialli, e non credo che la razza migliorerà -"; "Melania [la buona e dolce Melly del romanzo, l'odiata rivale di Rossella] esclamò: - Mio figlio non andrà mai in una scuola frequentata da piccoli negri! -"; e la peggiore, forse la più odiosa: " - No... miss Rossella, non piacere questa libertà. Al Nord mi chiamavano mist' O'Hara ma mi trattare male, non come voi che sapere i miei bisogni. Io non volere questa libertà! -"? Mi si perdonerà qualche imprecisione, avendo citato a memoria, ma con molta fedeltà.
E ho volutamente tralasciato le scombiccherate "analisi" socio-politico-culturali (non mancava una frecciata maligna e invidiosissima a "La capanna dello zio Tom") peraltro non richieste a una scrittrice rosa che farebbe meglio a occuparsi di cuori infranti e sospiri vagabondi. Per giunta noiosissime, penso non le ricordi nessuno, e tutte a supporto d'un'unica tesi: meglio lo schiavismo, dato che i "negri", quando andava bene, erano per natura schiavi, bimbi semideficienti incapaci di risolvere i loro "bisogni", e meno male che i padroni bianchi li accudivano premurosi, come secoli di storia "seria" hanno ampiamente dimostrato. Non manca un'ampia giustificazione dell'allora nascente fenomeno del Ku Klux Klan, cui aderisce convinto anche l'eroe "positivo" Ashley e che tutti approvano, compresa la tenera Melly, fervente "confederata". Persino la meretrice Bella Watling è di buon cuore, nel senso che dona tutto alla causa, e la causa sarebbero i sudisti, of course.
"Non troppo velata" vena razzista? Vena? Alla faccia! Che cosa doveva scrivere ancora?

Se poi vogliamo spingerci più in là e analizzare la figura femminile, cascano le braccia. L'eroina Rossella, splendidamente interpretata nel celebre kolossal da Vivien Leigh (che infatti vinse l'Oscar), 
Hattie McDaniel mostra orgogliosa il suo Oscar.

è un'arrivista cinica e amorale, priva di solidarietà, di religione e anche d'amor patrio. Ama la sua terra, questo sì, ama Tara, d'un amore viscerale, esclusivo, sospettoso e geloso, animalesco ed egoista. Per Tara è disposta a tutto, fino a prostituirsi, sia pure secondo le regole: cambiando cioè una serie ininterrotta di mariti, i quali invero fanno un po' pena, irresoluti e ingenui come sono (tranne l'unico vero maschio, Rhett-Gable, lei se ne accorge solo alla fine, ma si sa, domani è un altro giorno). Dei figli non le importa nulla. Al tempo stesso condivide tutte le civetterie e le frivolezze delle femmine peggiori, non è solidale con le congeneri, ha un appetito sessuale non indifferente.

Tutto da buttare, anzi da censurare, quindi? Ma no. "Via col vento" è un romanzone ben scritto, dalla trama avvincente, ricco di colpi di scena, che ha fatto sognare milioni di lettori e soprattutto di lettrici. Persino mia madre, notoriamente poco incline al sentimentalismo, si era immedesimata in Rossella, distante da lei anni luce. Questa donna aggressiva e petulante qualche carica sovversiva la trasmetteva; lavorava, irrideva la tronfia sicumera maschile cui opponeva una spregiudicata praticità; e, alla fine del romanzo, giungeva a elaborare una sia pur primitiva complicità fra donne, proprio con quella Melania da sempre detestata. E poi, chi non s'è persa dietro il sogno irraggiungibile del principe azzurro? Quel lato infantile, anche capriccioso, di Rossella, non era forse il desiderio di prolungare un po' il nostro tempo migliore, il tempo del gioco, che presto, troppo presto, alle donne viene negato? 
Non è certo una femminista Rossella, non so cosa fosse Margaret Mitchell, ma questo dialogo fra i tanti è illuminante (e anche qui mi scuso in anticipo, se mi faglia la memoria):
"Rhett disse: - Il lutto imposto alle vedove mi sembra ancora peggiore del sutti indiano. -Il sutti? - In India, quando il marito muore, la vedova sale sulla sua pira e brucia con lui. - Che cosa orribile! E il governo non lo vieta? - No davvero. Mia cara, qui siete costrette a fare le morte viventi, a negarvi ogni gioia e divertimento per non perdere la reputazione, e allora il sutti mi sembra un metodo molto più misericordioso dell'ipocrisia cui vi obbligano da queste parti -". E segue una tirata sugli abiti severi cui deve attenersi la vedova perbene, la quale non può sorridere se non mestamente, e sempre ricordando il caro estinto, piangere perdutamente, languire. Naturalmente Rossella si ribella a tutto ciò, creando enorme scandalo nell'ipocrita e perbenista società del tempo, tranne in Melania che le sta sempre vicina. Se vi par poco...
Non fosse che per queste contraddizioni patenti (e irrisolte) fra emancipazione e tradizione, il romanzo meriterebbe la lettura. Per tacer delle vicende rocambolesche seguite alla realizzazione del film: dalla tragica scomparsa in guerra di Ashley-Leslie Howard al premio Oscar assegnato per la prima volta a un'attrice di colore (primo paradosso), l'indimenticata Mamy-Hattie McDaniel che però venne fatta sedere a parte durante la cerimonia (secondo paradosso), e a cui non si volle negare il riconoscimento pur essendo non solo "negra" ma anche omosessuale (terzo paradosso). 
E l'innegabile razzismo? Un tempo, fin dalle elementari, ci insegnavano a storicizzare e a contestualizzare un'opera. A individuarne gli aspetti di modernità e quelli ormai inaccettabili o incomprensibili. A distinguere tra valori eterni e altri tramontati. Non è censurando un libro, a maggior ragione un romanzo, che si prevengono guai peggiori. Non è mai un libro a esser "galeotto", ma solo l'impreparazione culturale e intellettuale di chi lo affronta; è di questi giorni la notizia della censura, ben più grave di quella della Mitchell, delle "Metamorfosi" di Ovidio alla Columbia University. Secondo l'illuminato parere dei turiferari del politicamente corretto, il volume sconvolgerebbe le menti delle povere studentesse a causa delle immagini di stupro (ma non ci risulta la fiorentissima industria della pornografia e, ahinoi, della pedofilia sia mai stata colpita da provvedimenti tanto severi). Di questo passo, non mi sorprenderebbe la scure su Dante - che qualcuno in verità ha già proposto - per la condanna dei sodomiti o del profeta Maometto, la repressione del Decameron o degli stessi testi sacri (Bibbia, Corano...). E invero è questo il fine ultimo dell'imperante nichilismo: non il rispetto delle singole identità ma la scarnificazione dell'umanità profonda, il vuoto dell'eterna immanenza. Individui senza baricentro né relazioni, chiusi nell'incomunicabilità: tali ci vogliono. Si è veramente persone se si sviluppa la capacità d'empatia, la comprensione che è anche compassione: patire-con, entrare nell'altro, pur quando non ci piace; solo conoscendo le sue dinamiche psicologiche si evita la coazione a ripeterle. Un libro non è mai pericoloso, argomentava Pasolini; ma noi aggiungiamo che può esserlo molto, per la sua capacità di scardinare il castello di carta delle labili certezze. Insomma, la morbida Inquisizione delle società liquide giunge a essere molto più spietata di quelle, evidenti, dei regimi totalitari. 
E non occorrerebbero litoti. La verità tornerebbe a esser proclamata sui tetti. "Via col vento" è razzista? Sì, lo è! Ma noi non lo temiamo, noi lo studiamo. Possiamo detestarlo, non ignorarlo; nell'Eden non si rientra; la realtà va affrontata, non fuggita; è il solo mezzo per superarla e trascenderla.


                                               © Daniela Tuscano

25.6.15

Non sempre le idee maggioritarie sono dominanti

A mente  fredda  , dopo il  family day   dico la mia  . 
lo so che  la  fonte da me  riportata  informare per resistere   è diventata  ( infatti    sto  pensando di rimuovermi  ) visto   che


Ma  come   come    da  titolo   Non sempre le idee maggioritarie sono dominanti, nel calderone   del family day  ci   sono diverse   entità  infatti 

(....) 
Un altro problema che è sorto negli ultimi mesi è quello del nuovo modo di affrontare coloro che non condividono l’inserimento nella società di determinate idee, in pieno stile “pensiero dominante”. Basta essere sufficientemente pratici di social-network per notare come sia stato trattato il Family Day e chi vi ha partecipato. I manifestanti sono stati definiti come omofobi, fascisti, catto-fascisti, bigotti, medievali – come se il Medioevo non avesse partorito Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto, la bussola, i grandi poemi epico-cavallereschi e non sia stato il seme del mondo moderno – e retrogradi. Insomma, un vero calderone di offese da stadio che non fa altro che incendiare la polemica in modo infruttuoso e, anzi, distruttivo; come se non bastassero le strumentalizzazioni dei diversi mezzi di informazione, come i già citati Ansa e Fatto Quotidiano, ma anche Repubblica che parla di “Spettro Gender” – come per far passare i manifestanti come circa un milione di Don Chisciotte. Non sono mancate uscite poco felici, come quella di Scalfarotto che ha parlato di “manifestazione inaccettabile”. La domanda dunque sorge spontanea: anche Agapo (Associazione Genitori e Amici di Persone Omosessuali) e diversi omosessuali hanno partecipato, sono omofobi anche loro?

da  http://www.informarexresistere.fr/2015/06/23/non-sempre-le-idee-maggioritarie-sono-dominanti/

E  poi vera  o farlocca  che sia  questa  testimonianza sempre  di informare per resistere  del /2015/06/22


                                       - di Cristoforo Libero –

Cristoforo Libero è lo pseudonimo che ho scelto per scrivere in rete, in omaggio a S.Cristoforo protettore dei bambini e libero come augurio affinchè abbia sempre la libertà di seguire la Verità.
Ho 27 anni e sono giovane uomo con attrazioni omosessuali. Uso questa perifrasi non perché abbia paura dell’omosessualità, ma perché credo che la mia identità sia radicata innanzitutto nell’essere figlio di Dio, e poi in un corpo di carne sessuato, non in un desiderio astratto.
Negli ultimi anni è cresciuto a livello internazionale e nazionale il dibattito circa il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le unioni civili, leggi contro l’omofobia, cambiamento di sesso agevolato e facilitato, adozioni per tutti, legalizzazione dell’utero in affitto, ecc … tutte scelte presentate come necessarie per il benessere delle persone con orientamento sessuale non eterosessuale e come possibilità di estendere a tutti i diritti civili.
Il caso o la Provvidenza (non la sfiga altrimenti sarei anche interista) ha voluto che mi trovassi a vivere questi tempi nella condizione di omosessuale e di figlio della Chiesa Cattolica.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” queste parole del Vangelo di Giovanni per me non sono lettera, ma sono volti di persone che per me han dato la vita: penso al modo con cui mio padre e mia madre si consumano per me ancora oggi, i tanti sacerdoti che ho incontrato sul mio cammino, i miei amici che si sposano ancora oggi nel 2015, e gli altri che sono sposati da 10, 20, 30 anni, ragazzi e ragazze impegnati nel servizio di volontariato e di educazione verso i più piccoli …  Nel tempo mi è parso sempre più chiaro che l’amore vero non ha a che fare con il benessere, ma con il dono totale di sé … una vera e propria porta spalancata sull’ Infinito!
La chiamata a donarsi è inscritta nel mio corpo, che non è un mio oggetto, ma SONO IO! Il mio essere uomo, maschio mi rimanda sempre ad un’alterità, alla donna, una differenza che non potrò mai essere … e mi viene da ridere perché in un’era in cui tutti si riempiono la bocca di rispetto delle diversità, la madre di tutte le differenze, quella sessuale, viene quotidianamente denigrata e calpestata …
Ho sperimentato che l’omosessualità è una pulsione simile ad una promessa non compiuta perché non è in grado di accogliere la differenza tra i sessi ed in contraddizione con il corpo sessuato, quindi con me stesso, … inoltre non sono uno psicologo, ma l’esperienza mi ha mostrato che non sempre, ma spesso dietro l’omosessualità ci sono una serie di altre questioni (rapporto con il padre, rapporti con i pari durante l’infanzia e l’adolescenza, ecc.) che meritano di essere affrontate …
Ho trovato invece che il dono di me stesso in ciò che faccio tutti giorni e la costruzione di amicizie strette e profonde, in particolar modo con altri uomini e ragazzi siano una strada per la felicità; per non parlare del desiderio di paternità che può trovare strade per compiersi che nemmeno ci immaginiamo.
Conosco poi  alcuni ragazzi e alcune ragazze omosessuali che attraverso un percorso di profonda conoscenza e accettazione di sé e delle ferite della propria storia hanno incominciato a provare attrazioni per l’altro sesso.
In nome di ciò che ho vissuto ieri sono sceso in piazza a Roma per affermare che le unioni civili sono in primis una presa in giro per le persone con attrazioni omosessuali, ingannati perché gli si fa credere una coppia dello stesso sesso sia uguale a una coppia di sesso diverso, offesi nella loro dignità di persone umane o perché ridotti ad angeli asessuati o ridotti ad istinto e strumentalizzati nella nostra ferite e sofferenze utilizzate per sovvertire un ordine sociale e renderci tutti più deboli.
Ho manifestato per dire al mondo che la differenza sessuale è bella, è un patrimonio di tutti e dobbiamo lavorare un sacco per valorizzarla e promuoverla. La maschilità e la femminilità hanno un volto bello che merita di essere mostrato.
Le famiglie sono ad oggi il pilastro del nostro welfare, mi domando in questo tempo di crisi chi si sarebbe preso cura di anziani, bambini e malati? E invece le famiglie si trovano tartassate dal fisco, e scoraggiate nel portare avanti scelte responsabile e durature, che messaggio vuol dare chi ci governa se impiego meno tempo a divorziare che a recidere un contratto telefonico?
Una famiglia stabile, capace di affetto e di portare avanti scelte durature è il meglio che si possa offrire ai piccoli di oggi, che magari avranno più la probabilità di essere adulti sereni domani. E a me interessa vivere in una società con persone serene in grado di affrontare la vita. I bambini hanno il diritto di vivere in una famiglia con il padre e le madre che si amino, perché due madri splendide non potranno mai sostituire un padre. E ieri è stato bellissimo vedere in piazza famiglie che vivono così!!!
Sul palcoscenico molte voci, diversi toni e accenti, alcuni che ho condiviso e altri di meno. Bella la presenza di confessioni diverse soprattutto perché è bello vedere l’unità costruita non sui compromessi, ma sulla verità. Vedere tutti gli uomini di buona volontà uniti riempie il cuore.
Infine a Roma più di tutto è stata una festa. Ho guardato negli occhi molti persone e ci siamo voluti bene, perché quando si ha a cuore la stessa vita ci si abbraccia come abbracci il migliore amico del liceo che rivedi dopo anni, anche se ci si conosce da poco. Quanto sono belle queste amicizie che mi rimandano sempre al mistero dell’Incarnazione, segno vivente che le cose grandi della vita passano attraverso di noi che siamo dei poveretti.
Il mio desiderio più grande è che questo abbraccio, questo volersi bene arrivi anche a chi ci contesta. Vorrei dire a loro che non li odio per niente, è che quello il mio cuore non è diverso dal loro. Solo essere amati per quello che siamo, nei nostri limiti e pregi, porta alla pace. E solo una vita donata è in grado di saziare il nostro desiderio di felicità.
Ripartiamo da questa proposta di vita alta. Ripartiamo da questo abbraccio.che riporto integralmente
 dimostra   che    di queste persone   dovremo tenerne conto quando andremo a  raccogliere  firme  o  a votare  per  un referendum



Kepurp, arriva la variante napoletana del kebab: il polpo diventa street food made in Napoli

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Questa news dimostra di come l'identità pura o chiusa sia impossibile in culo ai cultori dell'identità' chiusa . L'unica strada come ho già detto nel post precedente ( vedere l'url sopra ) ed un antidoto al razzismo ed xenofobia e nazionalismi easperati dall'identità chiusa . Ma anche al buonismo d'accatto che annulla   \  cancella le  differenze e le diversità creando omologazione o pensiero unico  .  Infatti Napoli ( ma  potrebbe   essere  anche qualunque  altra  parte della nostra penisola  visto    l'altro grado   di  contaminazione  etnica  e  culturale   che   avuto la nostra  storia )     conserva sempre l'identità culturale per questo resta buon esempio di interazione multiculturale. Nello scambio le radici, nella memoria le tradizioni...



da  http://www.vesuviolive.it/ del 22 giugno 2015


Kepurp

Ciro Salatiello, cuoco ufficiale del Napoli Calcio, nel suo ultimo libro di ricette, dal titolo “In cucina con Ciro Salatiello, dalla prima colazione al dessert”, per Edizioni Pironti, presenta un piatto del tutto innovativo, il Kepurp. Si tratta di un kebab di polipo, da cui appunto il nome, visto che in dialetto napoletano viene chiamato “purp”.Una ricetta molto semplice e diffusa in quanto non è altro che insalata di polpo pressata ed in forma cilindrica ma molto originale, soprattutto nel nome!Salatiello, durante la presentazione del libro ha deliziato i propri invitati con il kepurp, ideale come antipasto o per un aperitivo di mare, riscontrando, ovviamente, un notevole successo!



Cercando ulteriori news su tale cosa ho trovato questo articolo de il fatto quotidiano del 25\6\20015

Non più il solito Kebab turco. Da oggi si potrà degustare il kepurp, ovvero un rotolo di polpo (Foto). La ricetta è di Ciro Salatiello, il cuoco ufficiale del Napoli Calcio. Lo street food diventa simbolo di contaminazione tra culture gastronomiche diverse e si arricchisce di questa ‘variante di mare’.
La ricetta del Kepurp si può trovare nel libro dello chef partenopeo “In cucina con Ciro Salatiello, dalla prima colazione al dessert”. Ma come si prepara la pietanza? Basta fare la classica insalata di polpo condita con insalata e limone, per poi servirla nella forma cilindrica tipica del Kebab.

21.6.15

20-28 giugno giornata mondiale del profugo e del rifugiato . e manifestazione a tempio pausania il 20\6\2015





Mentre mi preparavo  e  documentavo   per  la settimana internazionale del profugo  e  del rifugiato  oltre   a leggere  i siti che trovate  sopra  ho preso  spunto  da

Ieri ho fatto l'errore di leggere i commenti all'articolo sui migranti a Ventimiglia. E ho capito che cosa intendeva Eco quando parlava del fatto che internet ha dato diritto di parola a "legioni di imbecilli".




Per fortuna,  sempre  dalla bacheca   dell'amica   ,  ci sono anche legioni di umani che si danno anima e corpo in nome della dignità. Fra questi, c'è anche Gino Strada.


tra, il “bisognerebbe fare…” questo o quello. Ci troviamo, io come tutti i cittadini della “civilissima Europa”, di fronte a una situazione chiara: c’è una massa enorme di persone povere, disperate (oh certo tra loro ci sarà anche qualche delinquente! Ma tra noi non ce ne sono?) che scappa dalla guerra e dalla povertà, dai regimi che riducono i popoli alla fame. E’ così difficile capire che sono queste le spinte principali alla migrazione di parti di popolazioni di Paesi diversi? Possiamo darci spiegazioni, ciascuno la sua, del perché questo succeda. Ma alla fine un solo fatto è certo, una sola verità è inconfutabile: ci troviamo di fronte a centinaia di migliaia di persone disperate che chiedono aiuto.
E bisogna fare una scelta, da esseri umani di fronte ad altri esseri umani. Qual è la risposta più “umana”? Ce lo ha insegnato qualcuno dal nome sconosciuto, forse un migrante, che ha esposto un cartello di protesta alla frontiera (a proposito, non erano state abolite in Europa?) di Ventimiglia “Noi vogliamo solo passare per raggiungere un posto dove ci sia umanità". Al posto loro credo e spero che noi avremmo fatto la stessa richiesta, e avremmo sperato di incontrare tanti disposti ad aiutarci nella ricerca di una vita più ricca di umanità, magari preparandoci “il mangiare per il viaggio”, come si è sempre usato da noi, tra le persone per bene.




Dopo  questo doverosa  introduzione  ecco  il mio diario   fotografico   della manifestazione organizzata da  noi della bottega del commercio equo e  solidale - Associazione  Nord\ Sud  (  ci trovate  a tempio pausania  in via Piave n 3 .
Mi mi scuso per la  qualità delle  foto  , ma   ero dentro  il corteo  e  non all'esterno  . Ma   Soprattutto  perchè  abbiamo  per rappresentare la difficoltà di attraversare i confini - il corteo si è   mosso  all'interno di uno spazio delimitato da strisce bianco/rosse   ed  cartelli ed  palloncini   con  : articoli sulla dichiarazione dei diritti dell'uomo , frasi del Giovanni paolo II e  Francesco I , Tiziano Terzani  , Aldo  Capitini , ecc  chi voleva unirsi per strada sarebbe  ( cosa  che   non è  avvenuta sic  )  dovuto   entrare   a sua volta entrare nello spazio segnalato. Avevamo  , ma poi l'abbiamo indossata  solo noi manifestanti proposto a tutti\e   d' indossare una maglietta bianca, a cui abbiamo  attaccato  dietro il nome di un potenziale rifugiato morto in mare. Secondo  l'articolo  di Giuseppe Pulina   della nuova  sardegna  edizione Olbia-Gallura del 19\6\2015  è stato   << Un piccolo evento per una grande causa. Così grande da pretendere scelte immediate, generose e di cuore >>   anche   se la  gente  ci  guardava  ridendo ( ed alcuni  secondo  me   anche  con indifferenza  perchè   sono di quelle  persone  non sono razzista  ma ....  o se  ne stiano a casa loro    o peggio a loro tutto gratis e noi paghiamo   o se ne stiano a casa loro  , ecc ) perchè  con il vento  il cartelli  ed  i palloncini  su cui erano scritti  frasi  e  pensieri su tali argomenti  s'attorcigliavano . Poi  c'erano    i soliti  cretini   un piccolo gruppo di cretini \  idioti    che  gridavano   soliti buh  e  slogan     fascisti  e simili  : <<  italia gambon >>    solo perchè   c'erano   delle persone  pere  lo più bambini  \  ragazzi  alcuni anche    concittadini perchè figli di coppie  miste  o  adottati   residenti in pese da  tempo   di colore e  mulatti  
foto  classica     .  quando  va bene   . spesso  sono  a piedi  
Nasce con questo spirito l’adesione della Bottega del Mondo- Nord/Sud alla Giornata Mondiale del Rifugiato che, sabato 20 giugno, oltre che in migliaia di piazze del pianeta, avrà luogo quindi anche a Tempio.
Ad organizzarla è una delle sigle dell’associazionismo sardo più sensibili e attente ai grandi temi dell’attualità che chiamano in causa la coscienza di tutti. >>.
Infatti durante le  varie frasi  sono state fatte   delle  letture  dal bellissimo  libro




TitoloBilal.VIAGGIARE, lavorare, morire da clandestini
AutoreGatti Fabrizio
Prezzo
Promozione -25%
€ 7,50
(Prezzo di copertina € 10,00)
Dati2008, 492 p., brossura
EditoreBUR Biblioteca Univ. Rizzoli  (collana 24/7)
  
 Disponibile in eBook € 7,99

Nella promozione Bur Bompiani tasc Vintage fino al 22 giugno

 ecco le  foto  .
N.B ove  non è citata la  fonte  sono mie

Partenza

di Loredana Xenia
idem 





tappa  1



tappa 2



tappa 3


 di Antonello Sanna

  la Arranedda (raganella costruita in legno  o in canne    come in questo caso  ) usata    per  segnalare la partenza     e  l'inizio delle letture  .

la matrtacca  o  Matraqula ( in dialetto   locale  )  qui  maggiori informazioni 
 finale    liberazione  dei palloncini  .




E' stato insomma     <<   Un viaggio, insomma, per raccontarne un altro, provando ad immaginare la tragedia di interi popoli che premono sulle rive del Mediterraneo. Un viaggio simbolico che dovrà anche aiutare a riflettere sulle scelte che i Paesi e i cittadini europei sono chiamati urgentemente a fare. E questo perché dai gesti simbolici e dalle parole di circostanza si passi alla concretezza degli atti. >>

Un astronauta non fa la celebrità di professione

anche nei tormentoni e rotture  di palle televisive ( vedi talk-show in particolare   ) c'è un po' d'umiltà e mania di prime donne è il caso di Samantha Cristoforetti

 Infatti   concordo  pienamente  con  http://l-isola-di-lolla.blogautore.repubblica.it/ 19.6.2015
anche se  è un po' cerchiobbottista  





“Un astronauta non fa la celebrità di professione”, questa è una delle frasi rilasciate da Samantha Cristoforetti durante la conferenza stampa al ritorno dai duecento lunghi giorni sulla navicella spaziale. Tutti si chiedono infatti se ora che è tornata alla normalità, in presenza di gravità e senza tuta spaziale, Samantha abbia ancora voglia di scambiarsi commenti con i 900 mila utenti fra Twitter e Facebook che la seguono fedelmente. Mi fa pensare all’infelice uscita della Lucarelli



 Al di là del fatto che parlare dell’ingiustizia di chi si spacca la schiena nell’ombra è un atteggiamento qualunquista che non mi sarei aspettata dalla Lucarelli che abbiamo conosciuto tramite i suoi pezzi cinici e disincantati, mi fa piacere notare quanto la Cristoforetti sia disinteressata a tutto il circo mediatico che involontariamente si è creata intorno. Forse proprio quello di cui si nutre la Lucarelli e per il quale ha lanciato l’ennesima frecciata via Internet. Indubbiamente il dito non è stato puntato contro l’astronauta ma verso chi, pur di riempire un trafiletto sul quotidiano, ha parlato anche degli aspetti più frivoli dell’avventura della Cristoforetti (come dimenticare i post sui suoi capelli a gravità zero?) ma questo non rende meno sgradevole l’uscita della blogger. Durante la conferenza stampa Samantha ha detto a proposito dei social: “Continuerò ovviamente la mia attività di comunicazione nei limiti di quello che si può fare. Quando sei nello spazio d’altronde hai un’avventura incredibile da raccontare, sulla terra meno. Anche perché un astronauta non fa la celebrità di professione”. Una bella stoccata involontaria, direi. In questi mesi Samantha si è distinta non solo per il suo impeccabile lavoro durante la missione, ma anche come ottima divulgatrice, rendendo semplice ciò che per i più è difficilissimo, facendo appassionare all’astronautica e alla scienza centinaia di migliaia di persone, mostrandoci immagini che diversamente non avremmo mai potuto vedere, offrendoci un emozionante diario di bordo. Di chi altro dovrebbero parlare i giornali fino a diventare “spaccacoglioni”?






19.6.15

quando il femminicidio uccide anche la vita che porti dentro . OLTRE IL FEMMINICIDIO: MIA FIGLIA E IL MIO NIPOTINO UCCISI INSIEME Di Alina Rizzi

in sottofondo\  colonna  sonora Del   mondo  - Csi

N.b
I  fatti riportati  sono veri . Ma  per  rispetto  dei parenti   delle  vittime (   anche se  legalmente   il bambino non nato , ma  a  meno una \  due settimane    dalla  nascita   viene  chiamato  feto  ,  per  i mie valori etici  è già vita )  sono stati cambiati i nomi  ed  usati nomi di fantasia  cosi  come sono  state  tolte  le  date 

Non     commento perchè  questo  articolo scritto magistralmente  dice  già  tutto  . Ma  ora  basta  parlare    lasciamo  che  a parlare  sia  l'articolo  in questione



OLTRE IL FEMMINICIDIO:
MIA FIGLIA E IL MIO NIPOTINO UCCISI INSIEME
Di Alina Rizzi



Sarebbe stato il mio primo nipotino, il figlio della mia Barbara. Quando l’ho avuto tra le braccia, paffuto e dolce come un angelo,  ho subito deciso che lo avrei vestito con gli abiti e la cuffietta bianca che io e sua mamma da mesi avevamo comperato per lui.
Era bellissimo, pareva dormire, con gli occhi chiusi e la boccuccia imbronciata. Per questo ho deciso di fotografarlo e di mandare il suo ritratto a chi conosceva e amava Barbara..
Doveva essere ben chiaro che quel porco di suo padre non aveva ucciso solo mia figlia, ma anche il bambino che portava in grembo.

ADESSO STARANNO SEMPRE INSIEME
A me non importa se per la legge dello stato italiano mio nipote, non essendo mai nato, perché morto nella pancia di sua madre al nono mese di gravidanza, debba essere definito “feto”. E’ un cavillo legale indegno. Basta guardarlo questo bambino, che il medico ha prelevato dalla pancia della mia Barbara durante l’autopsia, per rendersi conto che di lì a pochi giorni sarebbe nato come previsto.  Invece lui me li hanno portati via entrambi quella notte maledetta e nel modo più cruento e immondo.
Gennaro non voleva che mia figlia tenesse quel bambino, di cui era il padre, perché era già sposato. Aveva cercato di convincere Barbara nei primi mesi, ma non ci era riuscito. Mia figlia, nonostante avesse solo 20 anni, era caparbia e determinata: voleva il suo bambino e con l’aiuto mio e di mio marito ce l’avrebbe fatta.
Barbara infatti stava bene, era serena, non  le facevo mancare nulla.
Andavamo insieme alle visite ecografiche di controllo, e poi a comprare i mobili per arredare la sua cameretta, la carrozzina, l’ovetto da mettere in auto. Avevamo preso tanti vestitini, che Barbara aveva già lavato e stirato, e messi nel cassetto ben divisi per taglie: sarebbero bastati per almeno due anni.
Ma Barbara e suo figlio sono morti prima di potersi godere quel nido d’amore che avevamo preparato insieme. Quell’uomo, che non chiamo bestia per non offendere gli animali, me l’ha massacrata.
Le ha dato un appuntamento dopo che non si faceva più sentire da mesi. Voleva parlarle, aveva detto al telefono, ma non in casa mia. E Barbara gli ha creduto. Sperava sempre di poter sistemare per il meglio ogni cosa.
Esco solo un’oretta, mamma, stai tranquilla, – mi aveva detto quella sera.
Ed era andata serenamente.
Le aveva dato appuntamento al campo sportivo e questo non mi piaceva proprio, ma non potevo oppormi. Barbara è uscita di casa con un giubbettino strizzato sul suo pancione di nove mesi e non ha più fatto ritorno.
Il padre del suo bambino la stava aspettando e l’ha portata a prendere un gelato in centro.
Avranno chiacchierato, immagino io, lei avrà sperato in un suo ripensamento, forse. Certo non poteva immaginare che presto avrebbe fermato l’auto dietro un benzinaio, per litigare in un luogo appartato. Sono scesi dall’auto. Mi hanno detto che Barbara è scappata nei campi, ma lui l’ha raggiunta subito. 
NON HA POTUTO DIFENDERSI
L’ha trascinata nel terreno dove erano state scavate delle buche per piantare le magnolie, e ce l’ha spinta dentro. L’ha picchiata. Lei era distesa supina, hanno spiegato gli investigatori. Quindi l’uomo ha preso a calci il suo pancione e quando Barbara si è girata per proteggersi le ha spinto la testa nel fango per soffocarla. Ma non gli bastava. Le è saltato sulla schiena con i suoi 90 kg di peso, per spezzarla nel corpo come nell’anima. Barbara è rimasta immobile, mentre lui le buttava sopra foglie e rami per nasconderla. Con la schiena rotta non ha più potuto alzarsi o muoversi. Ha dovuto ingoiare l’acqua melmosa e il fango, mentre sicuramente ha sentito la morte arrivare. Non ha potuto difendersi né proteggere il suo bimbo. Quale dolore più grande può esserci per una mamma?
Ho disteso il mio nipotino tra le braccia della mia Barbara, nella bara bianca che li ha accolti. Ora staranno per sempre insieme. E non voglio più sentire quelle accuse assurde: hanno detto che io ho voluto spettacolarizzare la morte del piccolo vestendolo come un neonato, ma non è vero! Lui era un bambino a tutti gli effetti e sarebbe nato sano e bellissimo se non fosse stato massacrato di colpi da suo padre. Quel porco meritava di essere condannato per duplice omicidio ma mio nipote non é stato considerato un essere umano, perché non ancora nato. E allora gli hanno dato 30 anni, che non sono niente in cambio delle nostre vite distrutte.


16.6.15

ma che paese siamo dove gli immigrati ai confini vengono caricati e chi scrive( come xenofobo voxnews ) tali frasi razziste ed cariche d'odio e non gli fanno niente nonostante le leggi scelba -mancino .

  IL  problema non viene tanto dalle cose  che non conosciamo                                              ma  da quelle  che  crediamo vere  ma  che non lo sono                                                                                      (  Mark Twai 1835-1910 ) 

Lo  so  che mi s'accuserà non a  torto  di    ripetermi . Ma  io scrivo  (  e  riporto   storie , articoli e pensieri  d pensieri    )  non solo per  chi vuole leggermi  ma   anche por    quella  categoria  \  sovrastruttura mentale    di persone  che  come   Salvini  
foto di Becero populismo dei link di FB. :  

ovvero  : << L'incarnazione del becero, la quintessenza dell'ignoranza e della disinformazione. Slogan superficiali, cattivi ed irresponsabili, volti solamente ad alimentare una dannata guerra tra poveri e soprattutto a non risolvere il problema. Sciacallo[i] [ la  maggior parte  ] senza speranza  >> (  da   , eccetto  le partentesi  Becero populismo dei link di FB  del 13 giugno alle ore 17.06 ·

1)  si dicono non sono razzista  ma  ...  .,  2   dimenticano   che  ci stiamo comportando come   i carnefici   che   trattarono i nostri  immigrati    fra  1800  ed  il secondo  dopo guerra  . Lo  so     con questi post perderò amici\ che    o contatti  ma  chi se  ne frega  meglio pochi  che
da  topolino  n°3107    del 10\6\2015  






Soprattutto  perchè tali articolo vanno oltre le divergenze   , legittime  di una  nuova legge    sull'immigrazione  o  sull'impossibilità  di  accoglie   tutti  coloro   che  vengono  da noi 

  
Dopo   specialmente  dopo questa merda   schifezza  (  è a  dire poco  )    si uno  dei tanti  link  citati  in questo articolo

N.B
la  fogna  di  voxnews    inpedisce  il copia e  incolla  e  blogger  non accetta   la pagina salvata  neppure  se  rinomini  il fil  in  un supporto  compatibile  con quelli     che richiede  mi tocca linkarlo    http://voxnews.info/2015/06/16/ventimiglia-fanatici-portano-giocattoli-ai-profughi/


 Estengo    questo post  : <<    cara razzista ti scrivo di rivistastudio.com  (  N.B il post  integrale   è stato rimosso   dalla tizia   stessa   per   paura di denuncie o perchè si  è accorta  di aver scritto  una marea di  c.....  o per     rischio di denuncia  per odio ed  incitamento razziale   o perchèaveva pubblicato in allegato  la  foto di uno dei ragazzi   come  dice  il  post  di https://errecinque.wordpress.com del 14\6\2015 che lo riporta  integralmente con commento    nonostante   

Anzi, già che mi trovo faccio una premessa così sicuro la leggete, pure se non arrivate in fondo all'articolo.

È di questi giorni la diffusione di un post (qui prima c’era un link al profilo, ora non più ma tanto il pezzo non esiste più e la tizia minaccia di denunciarmi anche se le ho offerto spazio per una rettifica, e lei ha rifiutato) che ha portato alla ribalta una tizia, il cui nome rimuovo da questo articolo perché, nonostante io lo abbia ripreso da un quotidiano, lei ritiene sia una ragione per ritenermi responsabile di pericolo per la sua incolumità. Questa persona, con piglio da eroina nazionale, ha narrato sul suo profilo facebook di un apocalittico viaggio dal Cilento a Napoli, dove avrebbe assistito inorridita alla rappresentazione plastica delle degenerazioni del nostro paese.La notizia, lungi dall'essere il viaggio allucinante che la poverina ha dovuto fare (lo sappiamo tutti come sono i regionali di Trenitalia!) a quanto pare è che, mentre lei si godeva il suo viaggio, sarebbero saliti sullo stesso treno dei ragazzi di colore, vestiti come la brutta copia di 50 cent, brandendo i loro I phone e che non avrebbero fatto il biglietto.Tale è stata la diffusione di questo post che altro non è che una riproposizione trita e ritrita di moralismi razzisti e di affermazioni di dubbia umanità, che l’articolo in questione è stato ripreso dal Corriere del Mezzogiorno.(....  conti in errecinque.wordprees.com  cliccare  url  sopra  )  

 ai non  spno razzista  ma  .....  che non propongono alternative  o sono doppi  . E  per  giunta  credo che  Umberto Eco (    vedere post  precedenti  I  II )       da un lato


 non abbia  tutti i  torti    visto    che  


 <<  Si, davvero basta condividere articoli del cazzo. E a tutti quelli che lo fanno avendo letto solo il titolo: se continui oltre ai capelli ti cadranno anche le dita!!"Chiunque abbia un account su Twitter o Facebook è sommerso di slogan, insulti, veleni contro migranti, la casta, i politici e la somma di ogni male, l’Europa.
La presunzione dei siti che spacciano questi articoli è quella di “raccontare la verità”, anche se poi molto spesso dimenticano di dire la verità su loro stessi, nascondendo responsabili e gestori. Basta però qualche ricerca per scoprire che fanno capo ad attivisti di Forza Nuova, Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. E sono un buon modo per fare soldi con il cosiddetto “clickbait”, tecnica con cui si attira un lettore con titoli sensazionalisti e spesso truffaldini." >>  dall'amico  massimo mele
  che riporta  un articolo   da me  già  citato in altri post



15.6.15

Leonardo Vitale (Palermo, 27 giugno 1941 – Palermo, 2 dicembre 1984) primo penmtito di mafia per motivi religiosi canonizzato Martire della fede ?


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Avendo ricevuto la  richiesta  , poi accettata  di contatto su  fb   di Francesco Paolo Vitale  e  la sua  richiesta


.



Carissimo Giuseppe, grazie per avermi accolto fra i tuoi amici Ti chiedo, se ne condividi l'idea, di fare conoscere mio cugino Leonardo Vitale. Il primo, vero, pentito di mafia per ritrovata fede in Dio e per motivi di coscienza. Attingi sue notizie dal sito WWW.LEONARDOVITALE.IT. Fammi conoscere il tuo parere circa la richiesta che venga canonizzato Martire della fede. Ti ringrazio per la collaborazione che ti sarà possibile offrirmi. Auguri di pace e bene nel Signore Gesù e nella Sua e nostra madre la Beata Vergine Maria.





Sono ritornato indietro di qualche anno   a quando appresi  , "per poi  conservarla  "  archivio  "  a quando appresi  la  storia  di Leonardo  Vitale  (Palermo, 27 giugno 1941 – Palermo, 2 dicembre 1984) è stato un criminale italiano. Legato a Cosa Nostra, è considerato il primo collaboratore di giustizia dopo Melchiorre Allegra [  da  https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_Vitale ] .primo  pentito di mafia per motivi religiosi    .  Ricordo  che  ciò avvenne  all'età  di  16\17 anni tramite  il settimanale   avvenimenti  (  ora  left  )  e  poi   su blu notte  di carlo lucarelli  ,. Inizialmente la  considerai una semplice storia  di mafia   e   di pentiti  , Poi  leggendo  ed  informarmi una   Storia diversa per gente normale  ( parafrasando una famosa  canzone di  de  andrè  ) per  chi non  crede   alle  verità ufficiali e  alle versioni di comodo  . E che   non fu creduto e le  sue  dichiarazioni  (  poi  risultante probanti e vere  come di mostrano i siti sopra   )   scambiate   per  vaneggiamenti   venne considerato pazzo  e quindi  come tutti i personaggi scomodi  (...) . Questo giovane, che ha vissuto in pieno, la presenza dello Spirito Santo nel suo cuore, ispirato da buoni sentimenti, ha avuto il coraggio di riferire ai giudici nel 1972 la strada sbagliata che aveva intrapreso, perché coinvolto dalle cosche di Cosa Nostra. Nelle lettere inviate dal carcere dove fu rinchiuso e ritenuto pazzo per le rivelazioni denunciate ai giudici, traspare una grande spiritualità di un uomo provato, ma con una grande fiducia in Dio (... )   da  http://www.leonardovitale.it/libro.asp?capitolo=1 >>Poi su  fb    vengo contatto da  suo cugino  di secondo grado     che  mi segnala   che  ,  come racconta nella sua  biografia   ,  che Leonardo   fu  il  primo   vero, pentito di mafia per ritrovata fede in Dio e per motivi di coscienza. Incuriosito    da : 1)   dai risultati   trovati in rete     in particolare   uno  scritto predisposto dal Comitato Bruno Contrada. Il  cui articolo, fra le altre cose, diceva : "... VITALE fu recluso nello stesso carcere dove soggiornavano coloro che denunciava; in sede di dibattimento processuale fu addirittura infilato come un capretto nella fossa dei leoni nella medesima gabbia dei suoi antagonisti. Gli toccò in sorte qualche manicomio giudiziario, dal Sud al Nord dell'Italia, qualche elettroshock unito a psicofarmaci, perché desistesse o "schiattasse". Rischiò persino la lobotomia, per http://www.leonardovitale.it/ )  3)   dal libro scritto da Parlagreco: "L'uomo di vetro" e del film che n'è stato ricavato per raccontare tutte le angherie che Leonardo  aveva subito (non ultimo che a causa del suo pentimento, per motivi di coscienza, era stato dichiarato pazzo). Ora    suo  cugino  in secondo  vuole intraprendere  la richiesta che venga canonizzato Martire della fede. Incuriosito prima di   dire  Si o No    e  di mettere in circolo il mio  amore  

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 ho  " intervistato  " \ posto qualche domanda  al diretto interessato
ridurlo a vegetale senza ricordi ne emozioni. Superò fisicamente quel "martirio di San Sebastiano", per  poi   dopo solo sei mesi di riacquistata libertà fu assassinato da chi gliel'aveva giurata . 2)  da quel  che  racconta  il  suo  parente  conosciuto su  fb  ( vedere l'intervista  sotto  e i siti del blog   )




in base   a quali   fatti  affermi che  il pentimento di tuo cugino si avvenuto per motivi religiosi  ?


esistono   come  prescrive il processo di canonizzazione    della  Chiesa cattolica,   dei  miracoli attribuiti all'intercessione della persona oggetto del processo  ?

hai perdonato  tutti quelli   che non hanno preso sul serio  tuo cuigino e  lo hanno rinchiuso i vari ospedali psichiatrici  ?

Rispondo in breve alle tue  domande.

Esistono   come  prescrive il processo di canonizzazione    della  Chiesa cattolica,   dei  miracoli attribuiti all'intercessione della persona oggetto del processo  ?                                                   Per i martiri non sono necessari i miracoli. Occorrono i suoi scritti, le testimonianze di chi l'ha conosciuto ed il parere dei cristiani.

Hai  perdonato  tutti quelli   che non hanno preso sul serio  tuo cugino e  lo hanno rinchiuso i vari ospedali psichiatrici  ?Si, io li ho perdonati perchè, grazie al loro assassinio, abbiamo un Martire che con il suo esempio e coraggio può aiutare tanti altri che si trovano nelle sue stesse condizione, a ritornare nelle braccia di Dio con il loro pentimento.


In base   a quali   fatti  affermi che  il pentimento di tuo cugino si avvenuto per motivi religiosi  ?
 La sua conversione lo ha aiutato a presentarsi spontaneamente in Questura autoaccusandosi del male fatto.
Se leggi la breve biografia troverai le risposte a tutte le domande. Ti suggerisco di vedere il film "L'UOMO DI VETRO" in cui si parla di lui.

Dopo  aver letto :  la biografia  e,alcuni articoli   del sito   i link sopra  riportati    da Laico credente   dico Si  . 

Polizia di Stato. Si è suicidata l’assistente capo Rosaria D’Agata.

Non mi sono mai  piaciute le istituzioni , ma  non riesco ad essere indifferente  davanti a  tale  dramma sociale    che  avviene  nel silenzio     dei nostri politicanti  , specialmente quelli   che li difendono    quando  (  ovviamente senza   generalizzare  )    sono  protagonisti di crimini ed abusi 

Polizia di Stato. Si è suicidata l’assistente capo Rosaria D’Agata.

E’ una strage continua e silenziosa quella degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine che giorno dopo giorno perdono la salute e/o la vita per mano altrui o propria. Anche, oggi, apprendiamo dell’ennesimo caso di suicidio.Il COISP.IT informa che “ieri, 13 giugno 2013, si è suicidato con il solito sistema, negli uffici della questura di Bergamo dove prestava servizio, l’assistente Capo Rosaria D’Agata di 45 anni.”

La testata giornalistica DonneManager♔diNapoli.com esprime le proprie condoglianze alla famiglia.
Il silenzio della classe politica e/o dei massimi vertici delle Istituzioni circa il dramma dei suicidi tra gli uomini e le donne delle Forze dell’ordine è una vergogna. Eppure sono “tutti” servitori dello Stato. Di giorno in giorno il numero dei suicidi tra gli uomini e le donne dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, della Guardia di finanzaaumenta quasi nel silenzio più totale. L’opinione pubblica è poco informata. In prima serata, nei talk show preferiscono parlare di altro ma non di questo. Perché?Perché i politici non ne parlano? Perché i vertici delle Istituzioni tacciono? Perché la gente volta lo sguardo dall’altra parchè? Quanto vale per i nostri politici, per le Istituzioni, per il popolo la vita di un uomo e/o di una donna delle forze dell’ordine?Affinchè il dramma dei suicidi venga affrontato e risolto chiediamo che venga istituita una commissione parlamentare che tratti l’argomento e renda pubblici i lavori, i risultati, le iniziative, le cause, i numeri e gli eventuali responsabili.

Storia di Piero Pintus, delle sue nipoti e di un pupazzo chiamato Piero Miao

 

 da  www.unionesARDA.IT  DEL  15\6\2015



pieromiao
                                        IL Pupazzo  PieroMiao
Una storia che ha molto colpito i nostri lettori e che domenica, giorno di pubblicazione sul nostro giornale, ha fatto il giro dei social network. Una vicenda che vi riproponiamo con il piacere della condivisione di un buon esempio.Piazza Olanda. Qui Piero Pintus (classe 1938, impiegato delle Poste, tecnico del Coni) ha vissuto buona parte della sua vita dopo aver lasciato Nurallao. Qui a Genneruxi è stato consigliere di circoscrizione. È stato padre (quattro figlie e un figlio), marito e nonno di quattro nipoti, tutte femmine. Ecco, quest’ultima passeggiata (ci rivedremo a settembre) riguarda un nonno e le nipotine.Piero se n’è andato a maggio dello scorso anno. La chiesa non ha contenuto tutti quelli che hanno voluto dargli l’ultimo saluto. E quando siamo tornati a casa abbiamo portato un pezzo di lui nel cuore: ricordi cementificati nella vita insieme. Tutti tranne le due nipotine più piccole che avrebbero meritato un cammino più lungo con lui, ricordi più vividi, anni di giochi e risate. Ma così non è andata.Per colmare questo vuoto, la signora Maria Bonaria (complice nonna Angela) ha avuto un’idea strabiliante. Cosa ha fatto? Ha preso forbici, gomma piuma, macchina da cucire, perline e pizzi. Poi ha sfilato una camicia a quadri dall’armadio di Piero e... magia. Ecco qua due pupazzi soffici, due gatti nati dalla camicia di quel nonno volato via troppo presto. Il giorno della consegna, elettrizzate, le bambine hanno acciuffato i gatti. E quando è stato chiesto loro: «Allora, che nome gli diamo?». Una ha risposto: «Be’... Piero Miao!». E fu così che Piero Miao si mise a guardia dei loro lettini.