12.5.19

la MIRABILE ERESIA. L’accusa di eresia mossa a papa Francesco da un gruppo di scribi che ha ora ripreso e aggravato la denuncia, sfrontatamente denominata “Correctio filialis”, fa pubblicità gratuità alle sue tesi

Per chi predica la libertà, la misericordia, la verità, la gioia del Vangelo,insomma  un vangelo   applicabile  all'oggi   ci sono sempre gli scribi pronti a gridare all'eresia. Risultati immagini per mirabile eresia Così fu per Gesù, così è per Papa Francesco. Mirabile eresia, dice Raniero La Valle in questo importante commento ( eccetto la foto    presa  dalla rete  ) che  trovate   sotto e  che   invito a leggere   sia   che  siate  credenti   e  non  credenti  








MIRABILE ERESIA. L’accusa di eresia mossa a papa Francesco da un gruppo di scribi che ha ora ripreso e aggravato la denuncia, sfrontatamente denominata “Correctio filialis”, già presentata contro di lui il 16 luglio 2017, è una cosa meravigliosa.
Per sostenere infatti l’anatema e le conseguenti dimissioni o deposizione del papa, il pamphlet riunisce in un’unica sezione alcuni passaggi dell’Esortazione “Amoris laetitia” e la citazione di “atti, parole e omissioni” di papa Francesco che, letti tutti insieme, sono una straordinaria affermazione di libertà, verità e misericordia evangeliche; moniti che anzi dovrebbero essere affissi nelle sacrestie di tutte le chiese perché predicatori celebranti e confessori vi si ispirino per trasmettere ai fedeli in omelie e parole finalmente persuasive l’anelito a seguire le vie di Dio e ad assaporarne l’amore.
Del resto non si potrebbe fare una lode più grande a un cristiano e in modo più ficcante definirne l’identità che imputarlo di eresia. È il peccato rimproverato a Gesù, fin da quando nella sinagoga di Nazaret annunziò misericordia e non vendetta di Dio e perciò già allora volevano gettarlo dalla rupe, e per questo fu poi arrestato nel Sinedrio, per aver rivelato l’universale paternità di Dio: la sua religione ne era messa a rischio, Anna e Caifa avevano tutte le ragioni per metterlo a tacere. E dopo la resurrezione, quando ancora non c’era né Chiesa né religione cristiana, di certo erano eretici per la religione del tempio Pietro e Giovanni che proprio lì annunciavano Gesù e la resurrezione dei morti, meritandosi la prigione. Ed eretico è lo Spirito Santo, che pure invochiamo come guida e maestro, ma non si sa da dove viene e dove va, e la ragione di questo andare e venire è di condurci a tutta la verità, che appunto tutta ancora non conosciamo, sicché proprio lui è il latore nel mondo dell’eresia divina; e c’è un non capire oggi, che dovrà capire domani, che perfino Pietro ha ricevuto come compito.
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Invece i lillipuziani che vogliono correggere il papa, e stanno tentando di sollevargli contro la Chiesa (perché quella lettera del 30 aprile altro non è che un appello alla sedizione) credono di sapere tutto, credono di avere in mano tutto, credono di avere in pugno Dio stesso che fin lì deve andare e non oltre, deve stare nei limiti che loro stessi gli hanno assegnato, che corrispondono al loro “deposito” di cui come fondamentalisti e integristi hanno la chiave (la naftalina è già dentro); e di tutte le ricchezze del cielo e della terra e di tutte le teologie delle Chiese e dei santi sanno solo il Concilio di Trento, che nelle pezze d’appoggio per l’accusa di eresia è citato a ogni piè sospinto, 13 volte (e il Concilio Vaticano Primo, 10 volte). A leggere il corredo dei testi canonici che essi hanno allegato per definire la vera fede, che sarebbe negata nella Chiesa di oggi, ci è tornata alla mente una facezia che si raccontavano i Padri al Concilio Vaticano II, quando negli intervalli si recavano ai due bar installati dietro alle tribune, scherzosamente chiamati l’uno “Bar Jona” e l’altro “Bar Abba”. Si diceva che una mattina il cardinale Ottaviani, il gran carabiniere dell’ortodossia, prefetto del Sant’Uffizio e come tale predecessore dei cardinali Ratzinger e Müller, svegliatosi tardi saltò su un tassì chiedendo di essere portato subito al Concilio. Nel tragitto si addormentò, e quando si svegliò si accorse che il tassì viaggiava fuori Roma, in aperta campagna; allarmatissimo disse all’autista: “ma dove andiamo, le ho detto di portarmi al Concilio”. E quello rispose: “Certo, Eminenza, la sto portando al Concilio di Trento”.

Il Concilio di Trento ha segnato tutta una stagione della vita della Chiesa, controriforma, divisione dei cristiani, lotta alla modernità. Bisogna leggere “Il paradigma tridentino” dello storico Paolo Prodi per sapere quanto l’aver ristretto il sacro nei bastioni di Trento sia costato alla Chiesa e alla stessa umanità contristata nella sua gioiosa fruizione di Dio; ad ogni modo, come nella sua autobiografia ha scritto quel grande storico del Tridentino che fu Hubert Jedin, “l’epoca tridentina della storia della Chiesa è tramontata” e proprio il Vaticano II ha fatto di ciò un “patrimonio comune” e ha elaborato il “commiato da Trento”, avvertito “come il maggior ostacolo alla riunificazione dei cristiani”.
Non a caso il papa è accusato dai restauratori di oggi di indulgere alle idee di Lutero, di essere andato a celebrarlo a Lund, di aver fatto dare la comunione in san Pietro a un gruppo di luterani e di aver perfino presieduto alla sala Nervi un incontro di cattolici e protestanti usando loro la cortesia di metterci una statua del riformatore tedesco.
Ma questo svela anche qual è la vera posta in gioco, che non è il caso specifico della disciplina del matrimonio indissolubile e della comunione ai divorziati risposati, materia delle sette eresie contestate al pontefice, ma è la questione della dignità umana, la “Dignitatis Humanae” dell’ultimo Concilio, cioè la questione suprema della libertà delle persone, del primato della coscienza, dei ritmi e dei modi propri di ciascuno di obbedire ai richiami morali e alla guida di Dio, di una Chiesa che non è la padrona dei comportamenti deputata a prescrivere il dover fare dei singoli e di ogni potere, ma è l’ospedale che fascia le ferite e il pastore che guida danzando i popoli ai pascoli lussureggianti di vita, non centrale mondana dell’etica ma veicolo universale di salvezza.
Ed è veramente consolante, dopo secoli di cultura finiti nell’ateismo globale, vedere che le accuse alla Chiesa di papa Francesco sono ora quelle di non condannare eternamente nessuno, di ritenere tutti raggiungibili dalla grazia santificante, di non rinchiudere nessuno nel peccato mortale per lo stato in cui è invece che per quello che fa, di riconoscere la gradualità con cui ciascuno progredisce nella risposta all’amore di Dio e al dettato morale, di far conto del giudizio della coscienza sulla bontà degli atti sessuali, di non usare il corpo del Signore nella comunione come scettro di divisione invece che di unità, di non voler trasformare i confessionali in sale di tortura, di proclamare, insieme ai musulmani (è l’ottava, suprema eresia del papa!) che Dio stesso ama e ha pensato nella sua Sapienza i molti modi e le diverse forme in cui gli uomini si rivolgono a lui, mentre è sempre Dio a prendere l’iniziativa di venirci incontro e di giustificarci.
Ed è proprio questo ciò di cui l’umanità ha bisogno: sentirsi amata, non selezionata tra giustificati e “dannati al fuoco eterno”, ha bisogno di Chiese che capiscano il faticoso viaggiare umano tra le stazioni della libertà, che sappiano che la libertà di coscienza è stata data agli esseri umani da Dio prima ancora della libertà della grazia (Bernardo da Chiaravalle).
Noi comprendiamo che a molti uomini di potere non piaccia la libertà traboccante dalla fede al posto di una libertà centellinata e vigilata dalla legge, e non piace nemmeno ai siti web della campagna anti-Bergoglio, agli ex vaticanisti “embedded” e svezzati in un Vaticano che non c’è più e, perduto quello, persuasi a retrocedere al Sinedrio. Ma questo inno alla gioia, alla libertà, alla misericordia e al perdono che rompe la tristezza dei tempi è così prezioso che nessuna “correctio” potrà soffocare.

intervista alla Naturalista Etologa - Istruttore cinofilo - Cantafiabe cinzia Barillaro


musica   in sottofondo
Eugenio In Via Di Gioia - Altrove



di cosa  stiamo parlando


Da Vicenza, una bella storia a lieto fine: una mucca, Selene, era fuggita un allevamento, dove era destinata a diventare bistecche. La stalla le stava stretta e così ha deciso di scappare libera per la campagna. La fuga è durata VENTI GIORNI, tra campi, fiumi e strade. Imprendibile. Più volte avvistata, la mucca ha però fatto perdere ogni volta le tracce di sé un attimo prima dell'arrivo dei veterinari dell'Ulss.
Quando è stata trovata, in tre settimane di folli corse, apparizioni e sparizioni, aveva perso 50 chili.Questo era successo a Ottobre, dopo di che Cinzia Barillaro, un'etologa della zona[ che mi prometto d'intervistare prossimamente ] ha fatto di tutto e di più per salvarla dal macello e, pochi giorni fa, Selene è stata trasferita in un rifugio verde in Umbria. ....    incipit  del mio precedente post



volendo   approfondire  la  vicenda   da me  riportata  in sintesi   nel  mio post  precedente   e  con maggiori  dettagli   negli articoli    a pagamento   di repubblica  e  di  la   nuova  venezia , ho deciso    dopo  una  breve    chiacchierata  tramite  la   video  chiamata   di  messanger  e  la  lettura      del  suo  account fb da  cui sono tratte    le  immagini  di questo post  intervista    ho deciso  "  d'intervistare  "  la dottoressa  Cinzia  Barillaro 

Nessuna descrizione della foto disponibile.



1) come sei passata dai  cani  alle  mucche  ?
non sono mai passata dai cani alle mucche. Ogni animale è da sempre nel mio cuore, sia i cani, che le mucche, i gatti e i conigli, i maiali e le cavallette, i ragni persino.

2) vegana ? 

sì, sono vegana. Sono diventata vegetariana quando avevo quindici anni grazie a un librone di medicina naturale che trovai in erboristeria. Diceva che la carne faceva male alla salute, che, con la frollatura prima e con la cottura poi, sviluppava sostanze molto tossiche per la salute. Sicché presi la palla al balzo e con grande entusiasmo festeggiai la libertà di non mangiare animali. Scoprii allora che si poteva vivere bene, anzi meglio, osservandoli, amandoli, conoscendoli senza fare loro alcun male. Molto presto scoprii, in tempi in cui non c’era internet, visitando gli allevamenti in cerca di una fattoria didattica, che anche la produzione di latticini e uova ha ombre scure. Un mio caro amico mi disse: “Non posso mangiare una mozzarella, io ho sempre i loro occhi nei miei” e io ho gli occhi di una vitellina legata per le corna accanto alla mamma che mi fissava da una feritoia della stanza buia. Allora l’abbandonai lì, ero inerme; ma quello che faccio, è dedicato a lei.



per  approfondire i temi trattati

https://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Steiner
https://www.rudolfsteiner.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Etologia



3)  potresti  spiegare    con  parole semplici    cosa  è l'etologia  
“etologia” è una parola composta da due termini presi dal greco antico: Ethos = usi e costumi e Logos = discorso o pensiero (dal verbo “Lego” = scegliere, raccontare). L’etologia è lo studio degli usi e costumi degli animali (esiste anche la branca dell’etologia umana). L’etologia di nuova generazione è chiamata Etologia cognitiva o Cognizione animale.

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4)   l'etologia ha  attienza  con i  movimenti  antispeciesti o  sono  cose  diverse  ?
Sono cose diverse. L’etologia è una scienza e procede valutando le esperienze, è un processo di conoscenza operato attraverso metodologia scientifica. I movimenti antispecisti sono correnti di pensiero, diversificate al loro interno, che pensano e approfondiscono il rapporto fra l’agire umano e le ricadute di questo agire sulle altre specie animali. Il punto di contatto è questo: l’antispecismo nasce in verità in epoche antiche, in correnti filosofiche o sapienziali (per esempio i Pitagorici, Induisti, Buddhisti) che riconoscevano agli altri animali dignità e valore come esseri senzienti e pensanti. Ma oggi l’antispecismo si avvale anche e soprattutto delle recenti scoperte etologiche, che riconoscono universalmente l’esistenza dei processi cognitivi, di ragionamento e di pensiero, anche agli altri animali (quelli chiamati di solito: animali tout court) e dei sistemi emozionali base. In quali animali? Tutti! Dai delfini alle seppie, dai maiali alle galline, dalle formiche ai ragni, elefanti, cavalli, cani, gatti…e anche bovini appunto. 

5  ) cercando online  l'articolo   di repubblica  online sono capitato nel     tuo curriculum  vitae   ed  ho letto  che  sei una steineriana   come fai   a  conciliare  il metodo scientifico   visto  che sei laureata  in   scienze  naturali  con tale metodo  che  alcuni\e  considerano delle  pseudoscienze  ?
Questa è davvero una bella domanda! Io non credo di essere steineriana tout court, io ho un bagaglio di studio relativo all’antroposofia (la disciplina di ricerca e pensiero fondata da Roudolf Steiner) e alla pedagogia antroposofica che mi hanno sempre molto interessata e ispirata. Nondimeno mi ritengo un essere pensante e libero, come l’indomita amata Principessa Enola, la bovina ospite a La nostra Arca. Il processo scientifico non conduce mai a degli assoluti, non è dogmatico, ma è esperienziale. Il processo filosofico o sapienziale si basa sulle intuizioni e su quanto nasce nel cuore. Credo possano essere importanti entrambi ed entrambi vanno percorsi con equilibrio e accortezza, perché hanno luoghi critici e scuri.

6) è la  prima volta  che fai  una cosa  del genere  o l'hai  fatto altre  volte  ?  
Da quando ero bambina. Giocavo “agli animali” correndo brada e nitrendo come cavallina selvatica con gli altri bambini. In seconda elementare ho fondato il gruppetto salva natura. Arrivavo a scuola con coperte, cucce e viveri per i cani randagi o abbandonati. Presto molti miei compagni facevano uguale. Mia mamma mi comprava persino i collarini colorati con la medaglietta per proteggere i cani dagli accalappiacani.


7)   faresti se  ne  hai la  possibilità la stesa  cosa  che  hai  fatto con le mucche    con altri animali  ?
Ma certo! È quello che, nel mio piccolo, ho sempre tentato di fare. Con la Principessa Enola, io e i miei amici, abbiamo portato via anche una cavalla sciancata a fine carriera. Abbiamo adottato cinque maiali. Ho adottato, personalmente oppure accasato, oche, galline, anatre, conigli. Mi sono presa cura di uccellini caduti dai nidi, ramarri, scoiattolini orfani e topi feriti o impiastricciati nella colla. Invece di una casa, ho acquistato un piccolo campo sfruttato a mais intensivo, per rinaturalizzarlo con essenze vegetali tipiche del luogo e creato due stagni come ricovero per gli anfibi e gli insetti e piante acquatiche in via di estinzione. Ma non sono mai stata da sola, in questo ho sempre trovato moltissime persone sullo stesso sentiero con le quali collaborare.



10.5.19

altro che bistecche l'etologa Cinzia Barillaro regala la libertà alle mucche

Da Vicenza, una bella storia a lieto fine: una mucca, Selene, era fuggita un allevamento, dove era destinata a diventare bistecche. La stalla le stava stretta e così ha deciso di scappare libera per la campagna. La fuga è durata VENTI GIORNI, tra campi, fiumi e strade. Imprendibile. Più volte avvistata, la mucca ha però fatto perdere ogni volta le tracce di sé un attimo prima dell'arrivo dei veterinari dell'Ulss.
Quando è stata trovata, in tre settimane di folli corse, apparizioni e sparizioni, aveva perso 50 chili.Questo era successo a Ottobre, dopo di che Cinzia Barillaro, un'etologa della zona[ che mi prometto d'intervistare prossimamente ] ha fatto di tutto e di più per salvarla dal macello e, pochi giorni fa, Selene è stata trasferita in un rifugio verde in Umbria. Cinzia è stata aiutata non solo dall'ENPA di Vicenza, ma, a sorpresa, anche dai due proprietari dell'allevamento.La mucca Selene, diventata famosa per la sua fuga da un allevamento di Dueville, non finirà al macello. È stata salvata da Cinzia Barillaro, etologa di Dolo, toccata nel cuore dalla sua storia, che l'ha comprata con una colletta e l'ha destinata in un pascolo di sua proprietà in Umbria.


PS
Le  foto prese    da  https://www.facebook.com/antonio.carollo.5/posts/10205918371194267
La seconda foto si riferisce alla mucca Principessa Enola, ospite nel pascolo della libertà, salvata anch'essa in precedenza dalla stessa Cinzia.

LETTERA APERTA A PAOLA E CLAUDIO REGENI SULLE POLEMICHE CONTRO VECCHIONI


 vedi anche  


Spett  Paola  e  Claudio  Regeni

Non capisco  (  ma  rispetto  )   dove  la  canzone  di Vecchioni   possa  offendere  i vostri sentimenti   visto   che   (  almeno  io  gli do questa  lettura  semantica  al testo     )  in essa    si nota a  differenza  di altre  canzoni fatte per  vittime  (  esempio  quelle  fatte per  Carlo  Giuliani  )  l'assenza   di    mitizzazione  ed  esaltazione   della  sua  persona  . Ma  soprattutto   c'è la  volontà' di    tenere  viva,    senza  scadere  in retorica  ed  strumentalizzazione  , una denuncia di quello che  è  successo  ed  hanno fatto   perché non diventi solo un ricordo  .
 Sono però   d'accordo con voi    con  quanto   avete detto al  corriere  della sera   : << (...)   
Se qualcuno ha qualche informazione utile o qualche scoperta che noi non abbiamo, venga da noi a raccontarla e poi scrive i libri. Chi ha fatto libri su Giulio è gente che ha tempo a disposizione, tempo di fare copia e incolla. A noi i libri copia incolla non servono >>  . Ma  non  concordo  con la   vostra  richiesta   al  cantautore   di   rinunciare al brano  , perché non si  può   e  limitare  la   libertà espressiva, non  si può togliere una canzone   ad  un  autore     a  meno che  essa    (   cosa  che  non mi  risulta    da  lettura  del testo )   diffami   e  insulti  la   sua  memoria .
Giulio, ecco il testo della canzone di Roberto Vecchioni dedicata a RegeniQuindi    penso  che  : << si tratti di un’incomprensione.  >>    come dice  sempre  sul  corriere anche  Sergio Staino   <<  La canzone di Roberto vuole essere un atto d’amore. Credo sia [    dalla lettura  del testo    corsivo mio   ]  rispettosa del dolore e dei sentimenti dei genitori di Giulio. Lo capisco quando viene cantata in concerto nei teatri. C’è sempre una standing ovation quando termina il pezzo. E non è per Roberto. Ma tutta per Giulio >>.
Infatti  se   il cantante   avesse  voluto  strumentalizzare   o sfruttare  il nome  di Giulio  l'avrebbe  : cantata  in TV ,   o  pubblicizzata    di  più   visto che  il cd  è uscito il 9 novembre 2018  ed  la  canzone   era    quasi passata   nell'opinione pubblica  inosservata   visto  che  , da quel che  mi risulta   non essendo  un fans sfegatato  di Vecchioni  , che  l'autore  nella promozione del suo disco  nei vari salotti musicali  \  televisivi    che  si fanno  per  pubblicizzare   il proprio disco   non la  citava   pubblicizzava   affatto   . Infatti  ecco  la  sua  promozione  ufficiale

L'INFINITO: IL CONCEPT ALBUM DI ROBERTO VECCHIONI IN USCITA IL 9 NOVEMBRE
A distanza di cinque anni dall’ultimo lavoro discografico, il 9 novembre esce “L’infinito”, il nuovo album di Roberto Vecchioni, già in preorder in versione autografata a questo link: https://musicfirst.it/609-roberto-vecchioni-l-infinito Il lavoro racchiude 12 brani inediti, con musica e parole del Cantautore, e sarà disponibile in formato CD, in edizione Deluxe arricchita dal saggio “Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese” e in Vinile Limited Edition.L’album contiene l’eccezionale ritorno sulla scena musicale di Francesco Guccini che, per la prima volta, duetta con Roberto nel singolo “Ti Insegnerò a volare”, ispirato al grande Alex Zanardi, da oggi in radio!Un album manifesto, “non 12 brani - come spiega Vecchioni - ma un’unica canzone divisa in 12 momenti”, in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie: la necessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.
 Inoltre   concordo   , leggendo più volte il testo ,   con quanto  dichiarato    sempre  sul corriere  dallo stesso   V. : << (...)   è una canzone simbolo, in cui la madre protagonista è in realtà una madre universale. Come Andromaca, la mamma di Cecilia nei Promessi sposi,Ida per la Morante o la Madre coraggio di Brecht. Al centro del pezzo ci sono le mamme del mondo, e i loro figli meravigliosi. Si fa accenno alla vicenda di Giulio, ma in maniera corretta e innamorata, senz'altro dalla sua parte. Per questo non credo di aver leso alcun diritto della signora, che conosco e a cui voglio bene». >>
Infatti ,   e lo dico  sinceramente  da quel poco che lo ascolto   ,  perchè non credo che abbia  bisogno  di  un avvocato di  fiducia  , è coerente  con quello che  dice . Infatrti  Ricordo  che  qualche  anno   fa  egli fu   tra le  vittime    fu  una band  di  ragazzini  che      s'imbucava  alle  feste    dei figli della milano che  conta  per  vandalizzare  e rubare   ma  lui  non pubblicizzo il fatto  e  la denuncia   perchè , non ricordo con esattezza  se  lui  o il padre  di uno degli indagati era  candidato   in politica  ed  lui  non  voleva  strumentalizzare   la  cosa  . Inoltre da quello che mi ha raccontato un 'amica di mia madre la cui nipote l'ha avuto come insegnante al liceo Non credo che Vecchioni abbia bisogno di lucrare sulla morte di un ragazzo. È sempre stato dalla parte dei giovani.Infatti una  sua  fans  scrive  : << È sempre stato un cantautore "umano" ha sempre messo in piazza la vita , in primis la sua , ogni fatto di cronaca , bello o brutto che sia , appartiene al mondo e il mondo si esprime , lui lo ha fatto con le armi che ha a sua disposizione , lo ha fatto da padre , lo ha fatto con il ❤️ , la signora non lo ha capito , peccato...>>
Quindi parlatevi e     chiarite questa  incomprensione  , rompete   questo  circolo vizioso fatto d'accuse    \  scuse  

P.s
riporto in appendice il testo integrale senza nessun altro commento onde evitare di ferire ulteriormente i genitori di Regeni a voi ogni commento




--- Giulio --- 

Vi chiedo solo di non far rumore

vi prego se potete fate piano

l’ho appena messo a letto che rideva 

col suo Goldrake in mano

domani deve alzarsi e andare a scuola

e non lo deve avere il viso stanco
che lui ci tiene proprio
lo vedeste nel suo banco
Giulio è di là che dorme 
Giulio è di là che dorme 
e il vento che vien su da Grado
lo accarezza in fronte 
Giulio è di là che dorme 
Giulio è di là che dorme
e sogna un calcio di rigore
sogna un gelato enorme
Se vi sedete sta per arrivare
si è fatto grande 
Giulio è proprio un uomo
“e gli uomini mi dice sempre 
“madre si tengono per mano”
e adesso l’han chiamato in Inghilterra
all’università della Regina 
io lo sapevo chi sarebbe stato, 
già molto prima 
Ma è ancora qui che dorme
è ancora qui che dorme
e si intravede appena il cielo al gioco delle tende
è ancora qui che dorme 
è ancora qui che dorme
e passo in camera ogni sera a dargli un bacio in fronte 
Ma cosa c’entra l’Africa stasera?
Ma cosa cosa mi venite a dire che l’hanno preso a botte 
e non sapete che
e non si può capire 
ma no che vi sbagliate, sarà un altro 
vi confondete con un altro nome 
non Giulio, no Giulio no 
che a Giulio tutto il mondo voleva bene


9.5.19

regione sardegna Solinas centra destra assegna l'Assessorato all’Agricoltura ad una non eletta, non candidata, filo renziana. qualcosa non torna

  non trovando  parole  decenti  che  non siano    volgarità , sessismo  per  tale  schifo  lascio che  a parlare per  me  sia  questo articolo

  da  https://www.galluranews.org/

Oggi mi va di ribadire la mia distanza sempre più marcata da questa immondizia che ancora ci sta trascinando verso l’abisso della anarchia convinta. La politica è inservibile, serve solo a distribuire soldi, poltrone e privilegi anche a chi non ha nemmeno partecipato ad una elezione. Ma basta!

“Dall’attivismo per il Pd, al sostegno concreto, passando per la presidenza della commissione Pari opportunità. Un periodo di sostegno a Sardegna 20Venti di Stefano Tunis, fino a un posto nella Giunta di Christian Solinas. Gabriella Murgia, 52 anni, nata a Lanusei ma trapiantata a Oristano, è il nuovo assessore all’Agricoltura. Dovrebbe essere espressione dei consiglieri regionali Valerio De Giorgi (Fortza Paris) e Roberto Caredda (Sardegna Civica) che sostengono la maggioranza di centrodestra. 
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La Murgia, dipendente regionale (ASPAL, agenzia per il lavoro), ha alle spalle un elevato attivismo politico.


Basta scorrerne la bacheca Facebook. Candidata con la Base di Efisio Arbau nel 2004, non ha mai nascosto il suo essere renziana. Alle politiche del 2018 pubblicava su Facebook il fac simile del voto per i democratici. Ha sottoscritto la candidatura di Giuseppe Luigi Cucca alla presidenza del Pd in Sardegna, ha difeso le (alcune) scelte di Luigi Arru in tema di sanità. A ridosso delle elezioni del consiglio regionale ha partecipato alla convention di Stefano Tunis, annunciandone il sostegno convinto. Quindi lo spostamento a centrodestra era già compiuto. Ora la nomina nella giunta di Christian Solinas. Dovrà affrontare le tante vertenze del mondo agro-pastorale della Sardegna, a cominciare dalla gestione del tavolo del latte che è rimasto congelato negli ultimi mesi”. 
Sarebbe tutto normale, o quasi. Restano giusto delle perplessità sul nuovo assessore all’Agricoltura..
  1. La Murgia non era nemmeno candidata;
  2. Nel 2014, nel centro sinistra alle passate regionali, prese appena 57 preferenze;
  3. Ovviamente, non è eletta;
  4. Dice di non avere alcuna competenza nel settore per cui è stata scelta.

La politica è inservibile, ma questa nomina è uno scandalo.

Si pensava che i 73 giorni di attesa fossero sufficienti a far gridare allo scandalo i sardi e la Sardegna, ma ancora non si aveva sentore di questa nomina. Non conosco la Murgia e non entro nelle sue certe competenze lavorative, politiche e sindacali, sicuramente degne. Piuttosto, mi preme fare un raffronto con l’altra donna scartata per mancanza di titolarità scolastica. 
La calangianese Daria Inzaina era la figura scelta per diventare assessore all’Agricoltura. Daria, però, ha un solo difetto, il titolo di studio non sufficiente. La terza media non basta, a parere di chi così ha deciso, a legittimarne le competenze specifiche e il suo lavoro pluridecennale nel settore agro-pastorale. La Inzaina non viene eletta ma raccoglie circa 628 voti (che non sono malmignatte insomma).
La Inzaina è la candidata scelta dalla Lega dal principio ma viene esclusa. Una ingerenza, quella del Carroccio, che stride perché appare sovradimensionata per certi versi e ridicola in questa esclusione che appare come uno sfregio, sia alla calangianese che alle sue importanti conoscenze del settore. 
Quattro assessori galluresi erano troppi forse ma il disgusto monta sino a diventare rabbia quando uno pensa che abbiamo avuto ministri non solo non laureati ma nemmeno diplomati. Valeria Fedeli fu ministro dell’Istruzione, finge una laurea e si scopre che non è neppure diplomata. Allora, di cosa e chi stiamo parlando?


FINALMENTE MODELLE NON ANORESSICHE... Peccato che i giornali scrivano "ADDIO PERFEZIONE"!

di cosa  stiamo parlando
  anoressia
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/05/sara-dossena-risponde-ai-leoni-da.html





E'  d'anni che   all'estero le modelle normopeso sono già impiegate in moltissime campagne pubblicitarie, in Italia, invece, le modelle magre erano ancora il punto fermo della moda, ma finalmente H&M ha sradicato questo paradigma e ha scelto come modelle donne dalle forme più generose !
Un piccolo passo verso quello che spero sia l'abolizione di modelli estetici imposti. 
Mi auguro che, quanto prima, qualsiasi forma fisica (purché sia sana – no quindi agli obesi e agli anoressici – per motivi di salute, non estetici, sia ben chiaro) venga accettata e valorizzata come unicità di ogni singola persona.No all'omologazione per assomigliare ai modelli estetici imposti.Di questa notizia se ne è parlato in diversi quotidiani e, devo dire, che nella maggioranza dei titoli si leggeva: “Addio alla PERFEZIONE”. << Ora Questo titolo >> come fa notare questo interessante articolo dell'ottima pagina Facebook https://www.facebook.com/I.have.a.voice1 << è estremamente inopportuno perché ribadisce il concetto che “magro = bello” e “non magro = sbagliato”.Bisogna iniziare a parlare di normopeso e di corpo sano e forse il concetto estetico finalmente verrà debellato.Non solo, numerosi commenti a questa notizia, soprattutto da parte di donne, erano insulti ed aspre critiche nei confronti delle modelle . >>  In Italia, purtroppo, l'ossessione alla magrezza è talmente radicata che moltissime donne, che si sacrificano ogni giorno con diete ed esercitazioni fisiche estenuanti per essere sempre magrissime, sono convinte di farlo perché sia salutare, quando in realtà spesso sono già sottopeso. È proprio vero, le donne sono le prime a criticare le donne. Credo in parte sia dovuto alla schiacciante sensazione di inadeguatezza che ci viene incultata dai modelli estetici... Chissà se mai ce la toglieremo di dosso! Infatti manca e c'è la sottovalutazione della percezione reale di come sia un fisico sano e soprattutto non si riconosce l'anoressia o la si vede , come il caso di Sara Dossena ( vedi url inizio post oppure qui ) << Lo si è ripetuto moltissime volte e continueremo a ripeterlo: se avete dubbi, chiedete al vostro medico se il vostro peso va bene o no. E se siete normopeso, non mettetevi a dieta per emulare certi dettami estetici.>>






8.5.19

Sara Dossena risponde ai leoni da tastiera: ''Sono un'atleta, più rispetto per chi soffre davvero di anoressia''

Non mi stancherò mai   di ripetere   ( e  di ripetere    a me stesso visto che spasso   ci cado   anch'io anche    se  non a  livello degli haters odiatori\leoni  da tastiera  )  che le parole  sono  importanti


La campionessa pubblica sui social un selfie scattato in palestra e partono i commenti sul suo fisico. "Lo so che sono magra, sono una maratoneta, non una quattrocentista: macino chilometri tutti i giorni e mangio sano. È il mio lavoro. Ma darmi dell'anoressica offende chi combatte tutti i giorni con i fantasmi dei disturbi alimentari".

Sara Dossena risponde ai leoni da tastiera: ''Sono un'atleta, più rispetto per chi soffre davvero di anoressia''
Sara Dossena 
 da  repubblica  online  

                               di AGNESE ANANASSO

USARE parole senza saperne il significato, colpire alla cieca in modo crudele. Usando i profili social di personaggi pubblici per esprimere la propria rabbia e superficialità. Stavolta a essere vittima di questi 'leoni da tastiera', anche se della vittima non ha proprio nulla, è Sara Dossena, classe 1984, campionessa italiana nei 10mila in pista e su strada, triathleta, campionessa italiana di duathlon Sprint e Classico. E ora definitivamente entrata nel mondo della maratona, con un personal best di 2h 24'netti. Numeri e titoli che parlano da soli e che non avrebbero bisogno di inutili parole sui social.

Ma Sara il 24 aprile ha scritto un lungo post su Facebook per rispondere a dei commenti fuori luogo sulla sua magrezza. "Io vorrei come atleta e donna essere da stimolo e ispirazione nel saper combattere per i propri sogni senza demordere mai. Vorrei essere un'immagine di sport pulito, di pazienza, lavoro e sacrificio quotidiano per poter realizzare le proprie ambizioni. Sentirmi dire 'anoressica mangia', 'sei un esempio negativo per i giovani che ti vedono così magra' mi fa male al cuore. L'anoressia è una malattia seria, un discorso mentale complesso non riducibile al solo stato di magrezza. Darmi dell'anoressica è mancanza di rispetto per chi soffre di questa patologia e lotta quotidianamente per cercare di uscirne. Cerchiamo di essere tutti più umani e sensibili, di ponderare le parole che per qualcuno possono essere vere e proprie pugnalate. Le critiche nei miei confronti sono ben accette purché siano costruttive sensate".

Repubblica ha voluto parlare con Sara, per capire da dove nascono queste parole.
 
Quale commento ha scatenato le tue riflessioni?
"Avevo pubblicato un selfie scattato davanti allo specchio della palestra e l'ho pubblicato su Instagram in una storia. Qualcuno ha commentato con parole tipo 'Viva l'anoressia', 'Mangia qualcosa', 'Non sei un buon modello per i giovani' e cose del genere. Reazioni simili ci sono state anche per una foto pubblicata su Facebook in cui nella fase post stretching ho scritto che facevo merenda con una barretta".
 
Sara Dossena
La foto "incriminata" che ha destato critiche e commenti feroci su Instagram

Cosa ti ha dato fastidio?
"Non tanto la critica in sé, lo so che sono magra, sono una maratoneta, non una quattrocentista: macino chilometri tutti i giorni e mangio sano. È il mio lavoro. Ma darmi dell'anoressica offende chi ha veramente una malattia mentale, chi combatte tutti i giorni coi fantasmi dei disturbi alimentari. Chi vive veramente un incubo. Mi ha dato fastidio la mancanza di rispetto e il basso livello di queste affermazioni".
 
Non ti sei offesa quindi?
"Assolutamente no. Sono un personaggio pubblico e come tale esposta a complimenti e critiche. Io so di essere sana e queste sono solo illazioni. Tra l'altro non ho proprio la struttura di una persona anoressica, anche il mio volto non è sofferente o riporta le caratteristiche di chi ha questo disturbo".

Quante volte ti alleni in settimana?
"Generalmente, se non ho gare in vista, faccio 9 sedute di corsa e 4-5 di nuoto. La bici l'ho un po' messa da parte da gennaio".
 
Ti segue un nutrizionista?
"No, veramente no. Faccio da sola perché ho una cultura di base che mi viene dalla laurea in scienze motorie e da alcuni approfondimenti che ho portato avanti. Il campo dell'alimentazione mi ha sempre appassionato".
 
Cosa mangi durante la giornata?
"Seguo i principi della dieta zona ma senza stare troppo attenta ai famosi 'blocchetti'. Bilancio proteine, carboidrati e grassi e ovviamente bevo molto. A colazione mangio 5-6 gallette di riso con ricotta (o prosciutto) e marmellata, frutta fresca e secca; poi mi alleno e pranzo subito dopo con riso (circa 100 grammi) oppure patate, a cui faccio seguire carne, pesce o legumi, frutta e verdura. Nel pomeriggio dopo l'allenamento mangio una barretta proteica (quella per cui sono stata criticata su Facebook e che tra l'altro è del mio sponsor) e dopo un paio di ore ceno seguendo lo stesso criterio del pranzo e alternando gli alimenti. Prima di andare a letto mangio uno yogurt greco o una barretta".
 
Mai uno strappo?
"Diciamo che mi piace mangiare sano e questo mi consente anche di abbondare nelle porzioni. Poi se c'è da mangiare una pizza o un piatto di pasta ben condito ogni tanto, non mi tiro indietro. Certo non posso farlo prima dell'allenamento perché devo restare leggera. Insomma non sto a fare troppi calcoli, non è nella mia natura: non uso neanche il cardiofrequenzimetro, figuriamoci se mi metto a pesare il cibo o a contare le calorie che consumo o ingerisco!"
 
I leoni da tastiera hanno proprio sbagliato bersaglio, quindi...
"Certo, a me non importa nulla, figuriamoci! Possono dirmi quello che vogliono perché neanche li conosco e so di essere sana: ci rimango male per l'ignoranza della gente perché ferisce chi sta male veramente".