17.6.19

Avellino, famiglia adotta bimbo down: "Così Vincenzo ha cambiato la nostra vita" e L'ultimo desiderio esaudito di Vincenzo in malato grave: dalla Germania a Palermo per sentire ancora una volta il mare



Come potete   vedere  non racconto \  riporto   \  condivido  storie  tristi    e  brutte  . Eccovi  due  storie    speciali per  gente normale  \ normale  per  gente   normale parafrasi di una famosa  canzone 

Una storia    che  dimostra    che indica come  l'infelicità  puo' essere    felicità     e di come  :  l'impresa eccezionale, dammi retta\È essere normale (   un   altra parafrasi \ citazione musicale ) 

  tratte dal quotidiano   la  repubblica


la   prima 

Il piccolo è stato abbandonato alla nascita dalla madre. La nuova famiglia: "Noi speciali? No, non ci siamo girati dall'altra parte"

di PIERLUIGI MELILLO




Avellino. 
In un mondo in cui si innalzano muri e si chiudono i porti agli ultimi disperati, la loro storia apre il cuore alla speranza. Lui, è Maurizio Mauro, 53 anni, impiegato, che quasi per uno strano scherzo del destino dall'isola di Capri si ritrova nel cuore dell'Irpinia, ad Avellino, con la moglie Assunta, anche lei 50enne. Una vita normale. Hanno due figli grandi, una famiglia come tante che diventa speciale perché all'improvviso scopre Vincenzo, bimbo down di pochi mesi, abbandonato alla nascita dalla madre in una clinica avellinese. Che fare? Maurizio in quei giorni lavorava nella stessa struttura sanitaria, vede quel bimbo, solo e dimenticato. Ha già preciso in mente il suo progetto di amore e solidarietà.
"Dovremmo tutti recuperare - dice - il valore e la volontà di non girare mai il volto ai bisogni del proprio prossimo. Sono chiamate, sono segni veri, di una vita piena da vivere con amore, verso il prossimo". Allora Maurizio ne parla con la moglie. E scatta la scintilla. “Siamo credenti, Dio ci chiama per aiutare il prossimo”, racconta il super papà, che vede nella diversità di un bimbo di pochi mesi un motivo in più per non girarsi dall'altra parte e fare qualcosa per aiutare a disegnare un futuro migliore per chi sembra condannato a una vita infelice. “Noi una famiglia speciale? No, non credo”, quasi si giustifica Maurizio che aveva già due figli grandi quando ha incontrato il piccolo Vincenzo, sette anni fa, nel nido della clinica “Malzoni”, eccellenza della neonatologia nella sanità avellinese.
“I medici e le infermiere non gli facevano mancare nulla, ma quel bimbo aveva bisogno di altro, di una famiglia vera”, racconta Maurizio, che decise di avviare le procedure per l'affido di minori abbandonati. Ci sono voluti tre anni, ma alla fine la battaglia è stata vinta, con coraggio e determinazione. Ed è arrivata l'adozione per il piccolo Vincenzo, un bambino che ha sempre bisogno di attenzioni speciali. “Non dimenticherò mai quella telefonata. Stavamo uscendo di casa quando squillò il telefono. Rispondemmo: ci chiedevano se volevamo in affido quel neonato. Se fossi uscito esattamente minuto prima non avremmo avuto nella nostra vita il dono più grande: il nostro Vincenzo. Certo - spiega Mauro -, non lo abbiamo generato. Ma ogni figlio è un dono di Dio e ogni figlio è figlio di Dio”. Non se la sono sentita di cambiargli il nome, gli hanno lasciato quello scelto dalla madre naturale, che poi è sparita nel nulla: così Vincenzo è entrato a far parte della sua nuova famiglia in maniera automatica, senza particolari problemi. Ha trovato due fratelli ormai ventenni, Matteo e Martina, che lo adorano e lo seguono costantemente.
“Credo che ogni famiglia – racconta Assunta Russo, la moglie di Maurizio - dovrebbe avere una “diversità” nel proprio nucleo. Servirebbe a dare un senso in più alle cose vere, autentiche della propria vita”. Maurizio e Assunta sono membri del Progetto Affido da circa otto anni, con cui sono entrati in contatto tramite la Pastorale Familiare della diocesi di Avellino. L'incontro con Vincenzo è stato casuale. Ma il percorso è stato poi consapevole e coraggioso. Lo presero in affido all'inizio per un anno. Poi, in tribunale seppero che nessuno voleva adottarlo, così visto che avevano già maturato l’idea di tenerlo con loro, partì la procedura per l'adozione. "E siamo riusciti nel nostro obiettivo", conferma Maurizio. La loro storia ricorda quella di Luca Trapanese, il single napoletano che ha scelto di adottare Alba, la bimba down che nessuno voleva. Maurizio lancia un messaggio ai tanti genitori senza figli: “Consiglio a chi voglia adottare un bimbo con problemi di non partire con idea preconcetta ma di maturare con tempo e consapevolezza i sentimenti veri e giusti”

  la  seconda
la  cui lettura  avviene   sulle note  di   Questi posti davanti al mare - Fossati De André De Gregori






Dalla Germania alla Sicilia per riportare a casa Vincenzo, un malato grave ricoverato in un ospedale. La Croce Rossa di Susa ha risposto all’appello della famiglia e ha organizzato il trasporto del paziente in Italia. “Aveva chiesto di lasciare un finestrino aperto quando siamo arrivati in Sicilia perché voleva sentire l’odore del mare - racconta in un video realizzato dalla Croce Rossa Italiana Salvatore Intorre, volontario della Croce Rossa di Susa -. Quando siamo arrivati a Palermo la mattina presto è stato emozionante perché ci siamo fermati al bar come aveva chiesto Vincenzo per tutto il viaggio e abbiamo preso la brioche come voleva lui ”.
Sono stati i famigliari di Vincenzo a contattare per primi la Croce Rossa di Susa. “Avevamo deciso di tornare a Palermo perché ci dicevano tutti che la situazione era grave ma c’era una piccola speranza di poter fare la chemio, mentre in Germania ci dicevano che non si poteva più fare - racconta la cognata Sabrina Filippone - Così ci siamo informati per il viaggio, in aereo non poteva salire e anche la macchina era sconsigliata. Quando la croce rossa ci ha detto che si poteva fare ci siamo sentiti confortati”Ringraziamo Fabio Giammetta e tutti quelli della Croce Rossa che hanno riportato a Palermo mio nipote”, commenta lo zio Bartolomeo Leto. Era stato Fabio Giammetta a ricevere la chiamata della mamma quando la famiglia stava cercando di organizzare il viaggio. 



“Vederlo così speranzoso di tornare a casa ci ha dato forza nel viaggio - raccontano i volontari - Si crea empatia con i pazienti ma in questo caso è stato ancora più forte”. I volontari hanno percorso oltre 2000 chilometri con Vincenzo per riportarlo per l’ultima volta nella sua Sicilia. “Me lo aveva detto che quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio”, racconta la moglie Rosanna Filippone. Vincenzo, nonostante le cure, non ce l’ha fatta e quello con i volontari di Susa è stato davvero il suo ultimo viaggio nella sua terra dove voleva tornare a tutti i costi. Il viaggio della croce rossa era stato organizzato a fine marzo, la famiglia di Vincenzo ha trovato soltanto in questi giorni, a distanza di qualche mese, la forza di raccontarlo per ringraziare tutti i volontari.

16.6.19

Treviso, marocchino cerca di dare fuoco alla figlia perché veste all'occidentale

Treviso, marocchino cerca di dare fuoco alla figlia perché veste all'occidentale


Ha cosparso il corpo della figlia di benzina e ha tentato di darle fuoco, perché si vestiva troppo all'occidentale. È successo ad Arcade, in provincia di Treviso e la ragazza, 15 anni deve la vita al caso: l'accendino del padre, di origini marocchine e residente da anni in Italia, si è inceppato.
L'uomo è stato arrestato per maltrattamenti dopo che la madre della giovane si è rivolta ai servizi sociali denunciando l'episodio. Madre e figlia si trovano attualmente in un centro protetto.

Tali persone andrebbero o espulse subito senza se o senza ma oppure un indottrinamento forzato alla cultura occidentale con gli stessi strumenti subiti dal protagonista di arancia meccanica  (  vedere foto sotto )



Risultati immagini per arancia meccanica

nell'Italia dell'odio c'è che resiste e dice No è il caso di Maria Grazia Carta



di cosa stiamo parlando
della  storia   di  Maria Grazia  mamma di Davide Marasco   investito ed ucciso da un Albanese ubriaco , che  chiede    giustizia per  il figlio senza scadere nel razzismo   e  nell'odio  verso gli stranieri 



Lo so che ne ho già parlato ed ho già raccontato la sua storia e la sua vicenda  vedere  url   sopra   . Ma un clima in cui :


La deputata dem Giuditta Pini ( foto a sinistra ) ha voluto dare pubblico rilievo anche se in maniera ipocrita e personalistica come se prima dormiva e si svegliasse oggi visto che : saranno già 3\5 donne , di cui l'ultime due : una scrittrice e non solo Michela Murgia , ed una cantante Alice Uli Protto  [  corsivo mio    ] al linciaggio social contro di lei a opera dei follower del deputato leghista Alex Bazzaro. Una pioggia di insulti a sfondo sessuale, come è prassi ordinaria quando l’oggetto dell’assalto di gruppo è femmina. Essendo la Lega, oggi in Italia, il volto del potere, Pini parla, con buona ragione, di “misoginia di Stato”: se è una femmina, a disturbare con le sue opinioni, “troia” è il minimo che le venga urlato in faccia dalle squadracce di cui ogni gerarca o gerarchetto dispone su Facebook
C’è però un aspetto, visto che di misoginia si tratta, del quale è faticoso eppure indispensabile parlare. Una parte rilevante dei linciatori non è costituita da maschi, ma da femmine. Le Marica, le Sara, le Viola sono tra le prime firmatarie della lapidazione online. E tra le più esaltate, le più scalcianti. Il loro linguaggio è indistinguibile da quello dei maschi del branco, è un linguaggio da commilitoni, come se la famosa “differenza” fosse davvero una bizzarra illusione del pensiero femminile e femminista degli ultimi due secoli, finalmente sepolto, insieme a molti altri impicci cervellotici, dalla vindice spontaneità del popolo leghista.Paiono uomini, quelle donne furibonde, hanno lo stesso istinto di intimidazione fisica e psicologica della soldataglia di ogni epoca, le Marica, le Sara, le Viola che assestano il loro calcio al corpo della “troia” già simbolicamente riverso sullo stradone social. Urgerebbe che il ministro della Famiglia Fontana, che come è noto ha molto a cuore il rispetto dei ruoli tradizionali, si domandasse come mai, nel suo partito, così tante donne paiono maschi incazzati.
                                           L'amaca di Michele Serra 18.6.2019

N.b
chi   ha  già letto la  toria    di M.Grazia può  pure   lasciare leggere il resto . Anche  se  una rilettura visto il  clima  d'odio  non guasterebbe  😥🤣😂😁😎🤔😒😘


Infatti

trasformare il loro handicap in risorse ? si puo Le Azzurre hanno stracciato le pallavoliste della Russia, sono campionesse europee

15.6.19

cosi va il mondo sorridere sempre ed accettare che non puoi cambiare la gente


L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso

Chissà perché le persone fortunate si lamentano sempre e quelle in difficoltà inventano sorrisi meravigliosi.(M. Larabino) . Infatti  

Giovanni Figoni Si lamenta chi non sa conoscere il valore.
Sorride chi sa dar valore.
Ad ogni cosa..


Nessuna descrizione della foto disponibile.






Avellino Pride, nonna col cartello:
«Mio nipote ama un uomo»





«Mio nipote ama un altro uomo. À vui che ve ne fotte? L'amore si fa cò o core». Nonna Eleonora ha deciso manifestare a tutti il proprio amore, ma soprattutto orgoglio, per il nipote omosessuale e lo ha fatto in occasione del suo compleanno di 40 anni, facendosi fotografare munita di cartello con su scritto «sono una nonna orgogliosa di suo nipote che ama un uomo. À vui che ve ne fotte? L'amore si fa cò core». Lo scatto arriva da Avellino e a postare la foto su facebook ci ha pensato proprio Antonio De Padova Battista, vicepresidente di Apple Pie, tra gli organizzatori di «Abellinum Pride - People Have The Power!», la marcia contro la omotransfobia che si terrà domani alle 16, ad Atripalda, provincia di Avellino e avrà come madrine Eva Grimaldi e Imma Battaglia. Questa mattina, Antonio De Padova ha fatto coming out con la nonna, 85enne, come spiega sui social, e lei ha affidato la sua risposta a un cartello e una foto, invitando tutti al Pride di domani. «Ho una nonna meravigliosa e piena di vita! Invita tutte le nonne, nonni, zii, nipoti, ad unirsi per fare una rivoluzione d'amore!», scrive Antonio De Padova.

Novara, donarono il pranzo di nozze ai senzatetto: al matrimonio gli auguri del Papa

Cerimonia al convento di San Nazzaro con i volontari e gli ospiti della mensa dei poveri
Federica in abito bianco sul sagrato accolta dai City Angels e dagli amici della mensa dei poveri

Pubblicato il 09/06/2019
Ultima modifica il 10/06/2019 alle ore 09:45
ROBERTO LODIGIANI
NOVARA



Nel giorno del matrimonio della solidarietà, l’abbraccio più forte per Federica e Alberto è arrivato dagli abituali frequentatori della mensa dei poveri del convento di San Nazzaro alla costa di Novara. Ma anche da papa Francesco, che dal Vaticano ha inviato un telegramma di vicinanza.


Federica e Alberto ieri pomeriggio - sabato 8 giugno - sono stati accolti sul sagrato della chiesa al colle della Vittoria di Novara da una delegazione di senzatetto: sorreggendo uno striscione sponsorizzato dai City Angels, la delegazione che rappresentava i novaresi più fragili ha voluto ringraziare per il pranzo di nozze che i due giovani avevano condiviso con loro a gennaio in una pizzeria di Novara. Celebrato da frate Valentino Crugnoli, dal parroco di Robbio Lomellina don Gianni Fagnola e da monsignor Luigi Cacciabue, ex vicario della diocesi di Vigevano, il matrimonio ha avuto un inatteso saluto, il telegramma di Papa Francesco: «Invio a Novara i migliori voti augurali affinché Alberto e Federica possano vivere il momento di profonda condivisione cristiana con la massima serenità. Invoco abbondanti grazie celesti».

Il ceranese Sergio Massara, assiduo collaboratore delle associazioni novaresi che assistono gli emarginati, ha intonato «La Novia», la canzone di Joaquin Prieto: «Parole che mi sono sgorgate dal cuore - racconta - . R ingrazio Alberto e Federica per il pranzo che hanno condiviso con tutti noi. Lo zaino colmo di oggetti utili per la quotidianità dei senzatetto è stato un regalo molto apprezzato. Nessuno aveva mai avuto questa sensibilità nei confronti di chi si trova in stato di necessità, festeggiando con loro un momento così felice. Speriamo che altri seguano l’esempio». Erano presenti anche i volontari della «Ronda della carità Novara» che il sabato e la domenica distribuiscono la colazione a chi trova rifugio alla stazione di Novara: «Cerchiamo volontari - dice il coordinatore Amedeo Arnoldi -. Gesti solidali come questo sono un ottimo catalizzatore per scuotere le coscienze e motivare la partecipazione».

14.6.19

Sul web gira un fotomontaggio di Salvini, i fan non lo riconoscono e insultano il loro Capitano


  di cosa  stimano parlando
  di  odiatori   che   sono talmente  presi dall'insultare  e minacciare  stupri   etnici  , ecc   vedi il caso     di  Michela  Murgia ed  Alice  proto   ne  ho parlato qui  )   ed  ora     non capiscono  neanche il vaf  e le prese  in   giro    al loro  capitano    al punto da  non riconoscerlo

Il fotomontaggio è stato   ripreso    dalla pagina Facebook 'Un attimo di consapevolezza', per dimostrare quanto manipolabile sia la base elettorale di Salvini
Il fotomontaggio

Il fotomontaggio

globalist13 giugno 2019
La pagina Facebook "Un attimo di consapevolezza" ha voluto tentare un goliardico esperimento social per capire quanto poco attenti (per essere gentili) possono essere i fan di Salvini: presa una foto del Capitano e ritoccata con photoshop con i capelli del frontman dei Korn Jonathan Davis, le si affianca la frase "Salvini è un porco, non farò più concerti in Italia finché sarà al governo" e la si affida al web.
Risultato: i cani da guardia del Capitano scattano immediatamente e attaccano alla cieca, senza rendersi conto di stare insultando quello che, nella ormai famosa prima pagina del libro di Altaforte edizioni, veniva definito "l'uomo più desiderato dalle donne italiane".
L'esperimento dimostra lo scarso livello di attenzione della fan-base di Matteo Salvini, composta principalmente da persone che non sono in grado di approfondire nemmeno la notizia più semplice e di distinguere la realtà dalle bugie che circolano sul web. È importante ricordarlo, non per prenderli in giro (o almeno, non solo), ma per cercare di far capire loro che con la stessa facilità con cui un fotomontaggio li manda in crisi, mesi e mesi di propaganda e fake news spacciate per reali possono distorcere profondamente la realtà.




Ciò dimostra che pensare stanca! L'idea che qualcuno  possa pensare x te è uno dei peggiori incubi dell'umanità.... quasi sempre finisce in dittatura!  ma  soprattutto  Sono sicuro che tra un po, per indicare un'azione molto semplice, non si userà più l'espressione "facile come rubare delle caramelle ad un bambino", questa sarà sostituita dalla più attuale "facile come perculare un salviniano".

13.6.19

chi ancora dovranno insultare I FANS DI SALVINI dopo michela MURGIA E Alice Uli Protto proima di prendere seri provvedimenti UN CAPO DI STATO ESTERO ?

qui  non è più  solo questione   di ; Destra\Sinistra , Conservatore/Progressista , Buonista/ Non Buonista  , Immigrazia  / non immigrazia  , ecc . Ma  di buon senso   e  , di  educazione e di rispetto  . Posso capire   e  comprendere  (   attenzione non giustificare )  che    dialogando  e  scontrandosi  fra   chi  aderisce   ( soprattutto acriticamente )  alla propaganda e  chi ancora  resiste   o  allo sbando   cioè  ne   con l'uno ne  con l'altro   , ci possa  scappare  qualche  vaff   o   insulto  ,  ma      da    insultare      cosi  pesantemente  e sopratutto minacciare violenze e stupri [ SIC SOPRATUTTO DA PARTE DI UNA DONNA VERSO UN ALTRA DONNA ] è segno di un bruttissimo clima ma soprattutto è segno oltre di una diffusa ignoranza politica e cultiurale ,ma soprattutto Quando ti attaccano con insulti sessisti, capisci che hai segnato perché non hanno argomenti! . Bravi Michela e Alice 👏👏👏 . Infatti Michela Murgia : << Io sono forte, ma denuncio anche per le altre vittime di questo squadrismo. E il decreto sicurezza bis è la criminalizzazione della solidarietà. E' fascismo. E si vuol far tacere chi sostiene una versione diversa da quella di Salvini. Non siamo invasi dagli immigrati. E' il Mediterraneo che è invaso di gente che muore". >>
Concordo con

Indy Baldus È alcuni giornalisti continuano a dire che non è fascismo ! Spiace sentire di una totale mancanza di rispetto per una donna, una persona che semplicemente esprime le sue idee! Questo squadrone dell'insulto mi sembra molto vile e si nasconde dietro una tastiera!! Poco onore!!!


adesso dopo lo spiegone veniamo ai fatti




CAGLIARI. Insulti e minacce su Facebook alla scrittrice Michela Murgia. Lo racconta lei stessa: "C'è un gruppo dei sostenitori della Lega che si chiama 'Uniti a Salvini'. Gli iscritti sono 13.595. Qualcuno di loro ci ha postato un articolo che sintetizza il mio intervento a Bologna in piazza Maggiore per la Repubblica delle Idee. Che questa gente mi auguri la morte, lo stupro o mi insulti mi importa poco a titolo individuale. Davanti a questa violenza faccio le sole cose sensate: segnalare il gruppo a FB (cosa che vi invito a fare a vostra volta) e denunciare le persone che hanno scritto le cose penalmente rilevanti". Lo annuncia la scrittrice sarda Michela Murgia sul proprio profilo Facebook, allegando gli screenshot dei messaggi. "Questo gruppo lo faremo chiudere. Cento altri ne sorgeranno e faremo chiudere anche quelli - osserva - Ma quando è chi governa a legittimare questo registro, l'azione della violenza è pedagogia di stato".
E continua: "Questo comportamento ha un nome: si chiama squadrismo ed è l'espressione pratica della violenza come metodo politico. Qualunque leader politico democratico, specialmente uno che fa spendere ai cittadini 404 mila euro all'anno di stipendi per pagare chi si occupa della sua comunicazione, si dissocerebbe immediatamente da chi usa metodi simili. Il ministro degli Interni, che di solito è pronto a twittare su qualunque cosa, invece in casi come questi tace".
"Le pagine di sostegno al governo leghista che consentono questo linguaggio, al di là delle intenzioni dei commentatori - scrive tra l'altro Murgia - hanno come scopo l'intimidazione. Non tanto rivolta a me, che ho sempre detto quello che penso e continuerò a farlo, ma a chiunque possa pensarla nello stesso modo e abbia intenzione di dirlo apertamente, in modo particolare se donne".


 ecco  qui  il  suo  intervento integrale   tenuto a  repubblica delle idee    edizione  2019   a  voi  ogni  idea  pro o contro  a tale  argomento  merito 






e  qui   vili insulti  ù








La seconda   ragazza    ad  essere minacciata  ed  insultata   pesantemente  come   se  non peggio    della Murgia  è    Alice  Proto  .

Vercelli alla fine ha vinto Andrea Corsaro, candidato sindaco del Centrodestra unito. Ma questo la cantante Alice “Uli” Protto non lo sapeva quando ha composto e pubblicato la sua Salvineide. La canzoncina è una rilettura, aggiornata ai nostri tempi, della famosa Badoglieideuno dei canti popolari della Resistenza (scritta tra gli altri da Nuto Revelli).

La Salvineide di Alice Uli Protto

La canzone è stata pubblicata su Youtube e su Facebook il 24 maggio, giorno della chiusura della campagna elettorale e della visita di Matteo Salvini a Vercelli, città dove vive anche la cantante. L’intento non era certo quello di ribaltare le sorti del voto, quanto piuttosto quello di dedicare uno striscione cantato al ministro dell’Interno. Uno di quelli che è difficile far levare dai balconi, perché pubblicato su bacheche e balconi virtuali.





Chissà se invece Alice pensava che oltre alla pioggia di complimenti da parte di molti utenti che evidentemente non votano Salvini sarebbe arrivata anche la scarica d’odio dei sostenitori della Lega indignati e offesi per una canzoncina. Perché si sa che per il Capitano vale la regola “niente critiche solo complimenti” e questa regola va fatta rispettare da tutti, anche da chi non la pensa esattamente come l’elettore-tipo della Lega.

Ormai la Bestia dell’odio non ha più bisogno del suo domatore

Questa volta non c’è stato nemmeno bisogno che il ministro dell’Interno mettesse alla gogna l’autrice del brano come al solito: i patridioti sono arrivati lo stesso. Ormai la “Bestia” si muove da sola, e ci si chiede quanto controllo ne abbiano quelli che l’hanno nutrita e allevata amorevolmente in questi anni a suon di insulti, bacioni e inviti ad andare a mangiare pane e Nutella. Certo: Salvini e Morisi non hanno inventato nulla, hanno solo imbrigliato a fini elettorali il compost fertile dell’Internet che ha voglia di insultare e odiare. Ma per farlo hanno dovuto dare in pasto alla Bestia cittadini, politici, donne e ragazzine “colpevoli” di non stare sulla stessa barca del Capitano.


Grazie di nuovo ai Sentinelli.
Io continuerò a chiamare ironicamente questi commenti "la mia rassegna stampa giornaliera".
Non mi toglierete la voglia di scherzare! 👩🏻‍🎤
L'immagine può contenere: 3 persone, persone che sorridono

L’istinto del patridiota è quello di insultare. Se la vittima è una donna tanto meglio perché oltre al classico zecca buonista le si può dare anche della troia e della zoccola. Oppure si possono fare raffinate perifrasi degne di Omero per suggerire cosa dovrebbe fare l’autrice della canzone con quella chitarrina, o con quello che ha in mezzo alle gambe.
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Non sfuggirà di certo ai vari sostenitori della brigataVoltaire come interazioni social del generedifficilmente possano essere considerate come un legittimo diritto ad esprimere la propria opinione che va assolutamente tutelato. Anche chi dice che gli insulti sono l’altra faccia della medaglia della democrazia e che ci si deve sorbire bordate di merda digitale perché si ha avuto l’ardire di esternare al mondo il proprio pensiero forse dovrebbe rivedere le proprie posizioni.
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Essere assaliti ogni volta che si dice quello che pensa da orde di sconosciuti che ci tengono a farti sapere cosa farebbero con te se avessero cinque minuti a disposizione non è affatto piacevole. E non è affatto un sottoprodotto della democrazia. È invece il prodotto della mancanza di una cultura politica che sappia rispondere in modo pertinente alle critiche. Perché nessuno vuole vietare a chi non apprezza la Salvineide di dirlo, si può anche benissimo farlo usando toni “forti”. Ma questo è puro distillato d’odio, che va combattuto, non tollerato.

Oggi 24 Maggio 2019 Matteo Salvini è a Vercelli, la mia città. Non potendo unirmi alla protesta di persona, ho deciso di scrivere un INNO per l'occasione, dal titolo LA SALVINEIDE
(libera riscrittura del canto partigiano "La Badoglieide").


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