15.1.23

l'ultima vittima di femmincicidio Martina Scialdone, avvocata di 35 anni uccisa in un luogo è morta tra l'indifferenza della gente di Patrizia cadau e Cristina Correani

 Pur  avendo molti  punto  di contatto  con il  femminismo  e le  donne   antiviolenza  non  sò  cosa  dire  se  non banalità  ed  ovvietà  davanti    a  tali    crimini  di genere  . Lascio  quindi      che  che  a parlare  siano  due  mie carissime  utenti  .  Le  male  lingue  e chi mi  segue  da  poco  dirà  : << ma  un  cervello per  dire  la  tua  lo hai   o no  ?  >>  ?   Certo  che  l'ho  . Però  allo stesso tempo   ho  un po'  d'umiltà   e   a volte  conosco i miei limiti  . E  quindi  quando   non conosco bene  l'argomento  preferisco  piuttosto   che  scrivere  castronerie   lasciare   che  a scriverne  o  parlarne   siano  persone  , in questo caso   donne  ,   più esperta  o  con più esperienza  di  me  su  tali argomenti  La  prima   una  sopravvissuta alle   violenze  fisiche   .la seconda  

                                  Patrizia  Cadau 
Martina Scialdone, avvocata di 35 anni. Era a cena col suo aguzzino ieri sera a Roma. Poi una lite così furiosa da costringere lei a rifugiarsi nel bagno delle donne.
A quel punto il titolare del locale le chiede di uscire: i due lasciano il locale e lui l'ammazza come un cane con una pistola lì fuori.
L'Italia è un paese dove le donne possono morire ogni giorno di violenza maschile, di uomini di merda che sparano, accoltellano, picchiano.E lo fanno perché sanno di rimanere sostanzialmente impuniti, o giustificati da una società barbarica che accollerà le responsabilità alle vittime.     

La seconda la blogger Cristina Correani

Quando la signora uccisa ieri sera a Roma si è rifugiata in bagno come da testimonianze, evidentemente spaventata dalle reazioni dell'uomo che poi ha sparato con l'arma legalmente detenuta e ci mancherebbe si faceva ancora in tempo a salvarla, ma il titolare del ristorante non ha cercato di proteggerla, l'ha cacciata perché la discussione disturbava i clienti.


Questo è diventato il mondo, il paese che piace alla gente che si piace, un posto dove chi chiede aiuto, disturba.
Spero almeno che quel tizio viva tutto il resto della sua vita col rimorso di non aver fatto nulla, di aver anteposto il suo profitto e i suoi interessi ad un gesto di solidarietà che avrebbe salvato la vita alla signora, ennesima vittima della violenza ma soprattutto dell'indifferenza.

In altro post ella scrive

Leggo che qualcuno si pone il problema della reputazione del ristorante dov'è avvenuto il delitto, se i proprietari fossero gente seria avrebbero già fatto un comunicato nei social per chiarire, invece non solo non hanno scritto una riga ma in compenso hanno chiuso i commenti alla pagina qui.
Sai quanto gliene frega della reputazione, tanto la gente dimentica in fretta, l'oblio dell'indifferenza inghiottirà pure questa e in questo paese si continuerà a non affrontare il tema delle armi legalmente detenute che restano nelle mani dei proprietari che nessuno, nel corso del tempo, va a controllare.
Gran parte delle stragi familiari si potrebbero evitare semplicemente disarmando chi non ha più i requisiti per possedere un'arma oppure la tiene con sé anche fuori dall'orario di lavoro, c'è una casistica infinita di femminicidi commessi da guardie giurate e appartenenti alle forze dell'ordine.
Ma a parte le solite quattro frasette ipocrite di politici e istituzioni nessuno fa niente per evitare che accadano.
come uscirne allora le risposte certo per chi si occupa di questo genere di cose sono ovvie e scontante ma non per purtroppo la massa \ l'opinione pubblica purtroppo o peggio addirittura li definisce comunisti o politico \ ideologici nel mio precedente post : << Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere >> Insomma è una battaglia culturale non ideologia . Infatti , mentre stavo per premere pubblica , leggo questo intervento bellissimo con cui chiudo il post , di Grazia Verasani


[.... segue da qui ]
Davvero, non sopporto più che in tv o sulla stampa l'ennesimo femminicidio sia descritto con frasi come "uccisa dall'ex che non sopportava l'abbandono". Sono stanca di un giornalismo approssimativo, della trascrizione meccanica di questi eventi criminali, come se la piaga fosse scontata e niente potesse cauterizzarla. Si cominciasse a dire: l'assassino, perché trattasi di delitto, con tutto il peso morale che ha questa parola, senza connotare l'omicida come l'abbandonato furente, come se questa fosse una giustificazione alla sua ira (non è collera, è sangue e vita spezzata, e molto spesso denuncia senza ascolto), e si parlasse della mancanza di leggi appropriate e di una mentalità dove, anche nel cuore delle istituzioni che dovrebbero proteggere, il maschilismo è calcificato. Si facesse qualcosa nelle scuole, si spendessero soldi per ciò che conta quanto la sopravvivenza, perché non siamo solo animali basici, e c'è bisogno di istruzione come dell'aria che si respira. Non è più possibile archiviare questi ammazzamenti quotidiani solo dandone freddamente, e con le parole sbagliate, la notizia.
Tu, Igor Tuveri e altri 71
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ed alcuni interessantissimi commenti

Commenti: 2

  • Igor Tuveri
    oggi si vive in maniera approsimativa. E quando questo accade siamo parodia, esistenze incompiute. Respiro l'orrore di questa approssimazione. Ma non credo sia giusto arrendersi. occorre affrontare la salita con ostinazione.
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  • Luisa Cappelletto
    E la mancanza di giusto orrore verso i crimini di questa società è così diffusa che ogni illegalità sembra avere la sua parte lecita. Come se dovessimo essere madri o padri di ogni delinquenza. Le azioni criminali vanno punite e contrastate. Le persone che commettono crimini recuperate. Ma sono due cose diverse. Troppa confusione.
  • 14.1.23

    il senso della vita è il sacrificio la storia ( una come tante dei nostri anziani ) di Ferdinando di Frontignano,

     Lui è Ferdinando. Nasce a Frontignano, in Umbria nel 1922. Cresce in campagna insieme ai tre fratelli e alla sorella. Mamma e papà tirano la cinghia per farlo studiare. Ferdinando si mette d’impegno. Ripagherò i vostri sacrifici, un giorno avremo una casa e una terra tutta nostra. Cresce, si iscrive all’Istituto Agrario, è lanciato, ma la guerra manda all’aria i suoi piani. Ferdinando fissa la lettera. Arruolato, io? Finisce nei Balcani. Freddo, paura, morte sono all’ordine del giorno. Ferdinando si aggrappa al pensiero della famiglia. Deve resistere per loro. Le prova tutte per tirarsi fuori da quel




    buco di fango. Si arruola nell’Arma, fa il telefonista, aspetta solo il momento giusto. Durante una sommossa in città, si leva la divisa e fugge. Corre a perdifiato, acchiappa il primo treno e dopo un viaggio che gli sembra infinto, avvista finalmente quei profili tanto amati. La sua terra. La sua famiglia. Ferdinando resta nascosto fino alla Liberazione, poi si rimbocca le maniche. Non ha dimenticato. Finisce la scuola, diventa perito agrario. Tra i banchi conosce Adiana, è amore a prima vista. Si sposano, nascono quattro figli. Ferdinando lavora come fattore. Con sudore, fatica e tanta pazienza mette insieme quel che gli serve. Dopo anni di sacrifici compra la terra, l’azienda e la casa. Insegna ai figli come si coltiva il tabacco, lavora come un matto, ma qualunque cosa succeda, la domenica si mangia sempre tutti insieme. Passano gli anni. La tavola si allarga, Ferdinando aggiunge le sedie per i nipoti. Sono la sua gioia. Li accompagna a scuola, racconta della guerra, si inventa viaggi in terre lontane. Il pranzo della domenica resta l’appuntamento fisso. Dopo sessant’anni di matrimonio Ferdinando dice addio alla sua compagna di vita. I nipotini gli asciugano le lacrime, lo riempiono di baci e lo trascinano a tavola. Oggi Ferdinando ha 100 anni. Vive sotto lo stesso tetto con figli, nipoti e pronipoti. Ogni mattina lascia vagare lo sguardo sul suo impero, così lo chiama. Non è fatto di ricchezze, ma di una famiglia solida, capace di sacrificio e unita dagli stessi valori. Il senso della vita è tutto lì.

    L'uso delle storie di cani e Gatti ed altri animali come arma di distrazione di massa

     Ma si può mettere in prima pagina un articolo del genere? Poi nella pagina di Sassari quasi un'intera pagina...aiò...


    il  mio  gatto   è  vissuto    con noi  per    quasi  22  anni   e poi  lo abbiamo ( come  altri  cani  e  altri  gatti  )     seppellito in  campagna  sotto  un albero  con grande dispiacere! Ma da qui a farle una statua è da pazzi !! .  Ma  come dicono    giustamente  

    • Giuseppe Foddai
      Si assiste da una decina d'anni ad una difesa morbosa dei diritti degli animali (a volte a scapito di quelli degli umani)...di cosa vi meravigliate?
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    • Marco Giordo
      Non meravigliarti di niente, i giornalisti che trovano e sanno trovare le notizie siamo una razza in via di estinzione
    Io non ci trovo niente di strano ---- come dice una mia amica con cui concordo --- la cosa assurda è metterla in prima pagina semmai !!Infatti nel giornaleo nazionale o regionale ci può anche stare come semplice fatto di cronaca o come storia o come tappabuchi . Ma da lì dedicarne una prima e poi una intera no .Infatti nel giornale ci può anche stare come semplice fatto di cronaca o come storia come facccio io . Ma da lì dedicarne una prima e poi una intera no .

    "Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere

     Prima di iniziare il post in questione vorrei precisare alcune cose in modo a rispondere ad alcune accuse accuse di misoginia e di sessismo per aver riportato un post neppure mio (  Niente di nuovo da metoo italiano di Daniele carbini alias Alinetu pipe  ) sul Me Too (noto anche come #MeToo ) in italia

    1)   non sempre    condivido  i  post   dei   compagni  di strada  o  di  viaggio   che  scrivono   o  che mi  autorizzano  a prendere   i  loro  post   ed  a riportarli    qui .  Se  li  riporto    perché  il  blog  è nato  con l'intento  oltre  di  trovare  tematiche  in  comune  , per  confrontarsi  ,  ma soprattutto   per  dare  voce  a  chi  non ha  voce  o  diffondere   post   interessanti  (  dipende  dal punto  di  vista  ) che  avrebbero  una  diffusione  di  nicchia  e per  pochi  .,   2)  non  sono sessista  o misogino     o  almeno  non completamente  visto  che  ci  lotto    continuamente  \   giorno   per  giorno   contro  il mio  maschio alfa    ed  il post    che  riporto  sotto     testimonia  il  contrario  per  chi  vuole  vedere   oltre le  apparenze  e senza prosciutti  negli occhi  .  3 ) la  contraddizione ed  il  cambiare  idea   che  trovate     leggendo  qui  e  sui  miei  social  i miei scritti  \   prese  di posizione    fa  parte  dell'essere  umano soprattutto     quelli  che  non  vogliono  vivere    fissi ed  immobili   mentre  tutto fuori  cambia     cioè come  monumento  

    Dopo  questo pippone  veniamo al post   d'oggi   .
    Ho  letto su repubblica     del  113\1\2023   un articolo   di Viola Giannoli  in cui  si  parla   di     



    Un vademecum rivolto alle donne con i consigli sui luoghi da frequentare, il modo in cui vestirsi e come comportarsi in discoteca. Gli studenti: "Criminalizza le vittime e non previene le aggressioni". L'opposizione: "Va ritirato, degno di un regime fondamentalista". Serracchiani (Pd): "Pregiudizi maschilisti". La replica della sindaca: "Diffuso già da tre anni, ma confrontiamoci sui contenuti" Evitate "abbigliamento stravagante o succinto" che può richiamare "l'attenzione di persone particolarmente violente che hanno travisato le intenzioni della vittima". "Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti". "Ricordate che l'aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l'abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso". La ricetta anti-stupri rivolta alle donne arriva da un opuscolo distribuito dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Regione Friuli Venezia anche nelle scuole superiori della cittadina da poco più di 10mila abitanti. Ed è polemica. A partire dagli studenti secondo i quali il vademecum è "inaccettabile" per le frasi contenute, soprattutto perché parte da "consigli" dati alle potenziali vittime di violenze di genere, anziché da una strategia di prevenzione che inizi dagli aggressori.
      e  delle    giustissime    proteste  degli studenti 

    "Le nostre rivendicazioni riguardano l'educazione all'affettività all'interno delle scuole, per un reale cambiamento - spiega Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro - Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire".
    Nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono sono comparsi anche cartelli di dissenso: "Condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole", "Giù le mani dai nostri corpi, la violenza non è mai giustificata", "Contro ogni oppressione, contro ogni oppressore". E i ragazzi si sono riuniti in assemblea "per verificare quali altre iniziative di protesta possiamo organizzare per ribadire la nostra corale condanna a un'iniziativa di questo tipo. Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con l'educazione e la prevenzione delle aggressioni, non con la loro legittimazione, non con una narrativa tossica che colpevolizza le vittime", aggiunge Bertossi.

      e  del fatto  che   ,  giuntamente,  le  opposizioni       ne  hanno  chiesto  il  ritiro   .  Infatti   l'opuscolo "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza" è finito al centro anche della polemica politica con interrogazioni da parte dei consiglieri comunali e regionali di opposizione e la repliche indignate del Pd nazionale.
    "Siamo senza parole - è intervenuto il consigliere Alberto Diacoli a nome di Prospettica Civica - davanti a un opuscolo in cui si colpevolizzano comportamenti che invece dovrebbero appartenere alla normale vita e alla libertà di ogni individuo". Sempre dai banchi dell'opposizione, Emanuela Gorgone (Civi_Ci), aggiunge che "è sconfortante verificare una volta di più come l'argomento della violenza, in particolar modo quella sulle donne, sia affrontato in maniera superficiale e stereotipata". Mentre il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) chiede il ritiro immediato dell'opuscolo "che viola le pari opportunità ed è discriminatorio nei confronti di chi subisce" e le scuse "per aver suggerito comportamenti degni di un regime fondamentalista". Honsell si dice "intenzionato a presentare un'interrogazione" perché "la prevenzione non può ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Si deve invece investire il denaro pubblico nell'educazione attraverso corsi di educazione all'affettività e prendere posizione in modo netto e forte contro la cultura maschilista e patriarcale, ancora così presente in tanti ambienti della nostra società".
    La replica della sindaca di Cividale, Daniela Bernardi, non  solo    si  difende   << Sono contenta che l'opuscolo, redatto da psicologi, che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico. >>   Infatti    che  sempre  più persone     non solo  esponenti    dell'opposizione  considerino i consigli dati 'anacronistici' testimonia che sono giovani che vivono situazioni normali e senza particolari disagi  ed   il   fatto   che  << L'amministrazione è naturalmente a disposizione - prosegue la prima cittadina - a sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi con gli studenti e le scuole, capire quali siano le loro effettive esigenze e rimodellare i contenuti di un opuscolo che voleva essere un momento di riflessione >>.


    Infatti bisogna insegnare nelle scuole ai ragazzi e alle ragazze a : << non insegnare a tua figlia ad essere preda \insegna a tuo figlio a non essere cacciatore  >> ( joumana haddad ) cioè

    •  quando  c'è  un  consenso  e  quando  no
    •  che  non tutti    gli uomini    sono dei mandrilli arrapati   e  con gli ormoni a mille  pronti a  saltarti addosso  
    •   che  una   donna   dev'essere  libera  di scegliere   come potersi vestire   e   di " provocare  "  condurre  il  gioco  della  seduzione    \  corteggiamento  . Ma  allo stesso tempo   non  son  di proprietà  d nessuno   e  affamate  di .....  sesso   cioè  sempre  disponibili  v
    non   Non insegnate ai bambini la  vostra  morale  .
    Concludo co  quanto  mi  ha  risposto    , qui  la  discussione  ,  in  un  post    di Cristina Correani
      sull'ultimo  femminicidio  e  la  reazione  della  gente    visto    che     avvenuto    in  un  luogo  pubblico  ed  affollato   


    [....]
    Amantìa Aisha Martinelli
    Giuseppe Scano il patriarcato crediamo sia retaggio medioevale, ma è sempre presente più o meno strisciante, in mille modalità. Ma pare che non si vogliano vedere perché dopo aver raggiunto la parità elettorale[e su quella e le quote rosa ci sarebbero da dire e scrivere tomi]sembra tutto fatto, mentre tutto il resto viene sistematicamente ignorato, forse perché metterebbe in discussione l'illusione che abbiamo di essere evolutə e di aver raggiunto un grado alto di civiltà. Ma davanti a questi terribili episodi capiamo quanto ci sia ancora da fare sulle disparità, che sono di matrice patriarcale, che ci piaccia o no. Anche gli uomini sono "vittime" del ruolo che il patriarcato ha imposto loro nel millenni:comportato da uomo, sono cose da femmina, non piangere come una femmina, devi essere forte, sei un eroe della patria , sei il capo famiglia. E poi quando i fatti o le situazioni si presentano diversamente, anche i maschi si destabilizzano e o non sanno reagire positivamente o ne escono frustrati e compiono azioni gravissime. Non è un caso che dopo aver uccisi si uccidano o ci tentino. Mi piacerebbe fare un'assemblea pubblica cittadina, in ogni luogo, su questo tema del patriarcato che schiaccia donne ma anche uomini che non lo accettano o se lo accettano, prima o poi anche loro ne saranno vittime . Bisognerebbe lavorare sulle nuove generazioni già dalla scuola materna, insieme ai genitori, portatori di modelli stereotipati e patriarcali, forse da lì si può iniziare a costruire una nuova educazione sentimentale

    con questo   è tutto  

    Lotta con il fantasma del destino

    Canzoni  suggerite  

    Mentre abbasso la serranda ,cosa che di solito faccio con fatica o mi dimentico di fare  ma forse perché preferisco evitare  per paura del buio di non vedere la luce del sole o svegliarmi tardi essendo poco avvezzo ( salvo casi eccezionali ) ad usare sveglie, le nubi coprono la luna . E rabbuiano il cielo fatale  . allo scoccare  della mezzanotte  ripercorro la strada verso il mio destino  e affronto i miei fantasmi e togliendo la maschera alle mie ( molto spesso  astruse  ) paure ed timori  di non farcela ed essere finito. Il timore , ormai sono vicino ai cinquanta anni  al giro di boa   secolo  della mia esistenza , di non avere più nulla  per cui lottare e Vivere o meglio mantenermi vivo    e costruire su macerie E' Ora caro fantasma  che ti guardi in faccia non mi fai più così  paura . Non ti condanno , ma cerca di    capirmi     ho  fatto quello che andava fatto  da tempo cioè affrontarti e combatterti  . Ed è  così  che ho affrontato la tua strafottenza e plutocratica sicumera   quando mi hai detto 

    <<

    tu non puoi sconfiggermi  . Non hai capito  il resterò sempre con te  e ruberò ogni tuo  ricordo ed ogni speranza 

    >>

    Invece   sei tu  mio caro ad non aver capito ancora  perché a differenza tua  io ho capito , anche se dopo  un bel po' ,  chi sei  .   Tu sei me ed lo sei sempre stato  ( ed lo sarai ) . E fu così che in  questa  notte buia  perché come tutte le cose belle o brutte  che iniziano e si sviluppano prima o poi devono finire . E perché non anche tu , cara paura . §
    Ecco quindi che sulle prime luci dell'alba  mi accorgo  che il destino non è  mai scritto in maniera fissa ed definitiva e dipende da noi come affrontare gli eventi  dalle decisioni  che prendiamo  e non che siano gli altri a prenderle per noi . Ma soprattutto ciò che finisce può tornare sotto forma di  ricordi o incubi .E  vada come vada , non si deve  mai dimenticare ciò per cui abbiamo lottato , vinto o perso .... I nostri sogni .
    Alla prossima battaglia caro fantasma . Sappi però che   se  la  prossima  volta   dovessi  vincere  tu    <<non c'è mai  sconfitta  per chi forgia il proprio Destino >> ( cit . Il destino di paperone  topolino IP -3503 -1 di Fabio Celoni )

    Niente di nuovo da metoo italiano di Daniele carbini alias Alinetu pipe

     Pare essere esploso definitivamente il caso delle attrici molestate nel mondo dello  spettacolo.

    Fa schifo? 

    Sì, moltissimo. Ed è ingiusto, profondamente ingiusto.

    È solo nel mondo dello spettacolo? 

    No, è in ogni settore, fare carriera, perlomeno in Italia, è spesso dover scendere a compromessi, schifosi. Quasi sempre è constatare autostrade aperte per i figli di, i parenti di, i protetti di. La fanno  da padrone un mondo di corruzione e di favori speciali, dove il merito è immancabilmente mortificato e i sogni fatti a pezzi.  Vivere è farsi un culo pazzesco e prendere sberle in faccia, a ripetizione, provare scoramento, disincanto, sentirsi falliti e fuori posto. Vivere è incattivirsi, adeguarsi, fare come fanno tutti o continuare a prendere sberle.  Non c'è nessuno scandalo da tutte queste confessioni che emergono, come non c'è scandalo nell'avere scoperto lo schifo nel mondo folle delle ballerine. Si è portato a galla ciò che covava bellamente sotto la cenere, da sempre. Lo è in ogni settore, professionale e artistico.

    Fa schifo? Fa molto schifo. Fa davvero schifo.

    Sarebbe molto più coraggioso sentire le confessioni di tutte le persone che hanno accettato compromessi, che si sono adeguate e così hanno fatto carriere da urlo.

    Quello sarebbe davvero coraggioso.

    Sentire la tal dei tali dire che ha fatto un pompino e dato il culo, sentire Caio accettare cose immonde, ecc. Non c'è nessun coraggio reale nel raccontare di essere state persone integre, se ne va fieri. Ci vuole coraggio ad ammettere che il proprio successo è figlio di vergogna e nessun merito, dimostrare di essere un pessimo esempio, di essere stati puttane e puttanieri, senza scrupoli, per convenienza, di avere i peli da iena nello stomaco.

    13.1.23

    PESI - di Giulia Acerba

     Oggi ho preso un caffè in un bar.

    La cameriera era chiaramente stressata, aveva davanti una pila di piatti da sistemare e tanti ordini da gestire. Dietro di me c’era una signora che giocava alla slot machine. Ho pensato “che tristezza di posto”. Dopo aver preso il caffè ho attraversato la strada e mi sono seduta su una panchina. Dalla panchina ho visto che un signore urlava contro una signora che spingeva un anziano su una carrozzina. Ho pensato “che stronzo, ma come si fa a urlare così contro una signora che spinge una carrozzina ?”.Il signore oltre a urlarle di andarsene via ad un certo punto l’ha anche spinta, qualcuno l’ha bloccato. Vista la poca accoglienza la signora che
    spingeva la carrozzina sulla quale era seduto un anziano ha attraversato la strada e mi è passata vicina. Il signore seduto sulla carrozzina le ha detto “ non ti riconosco più”. Ho pensato che fossero una coppia, che lei fosse stressata per la situazione del marito e che quindi avesse sbottato per qualcosa, ho provato pena. Mentre provavo pena, la cameriera che mi aveva servito il caffè è arrivata di corsa, con 50 euro in mano e li ha messi nel grembo del signore in carrozzina urlando alla signora che lo spingeva “schifosa, tieniti questi soldi, sei una schifosa, non ti vergogni?, l’hai lasciato fuori al sole per giocare alle macchinette” e lei ha risposto “non è mica agosto, non c’era caldo”. Lì ho capito che la signora che spingeva la carrozzina era la stessa che giocava alle macchinette mentre io prendevo il caffè. Lì ho capito che la signora che spingeva la carrozzina era la badante del signore seduto sulla carrozzina. Lì ho capito che è impossibile fare previsioni sul peso che gli altri portano nel petto. Il più delle volte non so neanche quantificare il mio.

    Giulia Acerba Illustrazione di Anna Godeassi