6.6.23

Il femminicidio sistematico e ripetuto è la conseguenza tragica di una società che ha fatto della misoginia una nuova religione di Mary Blindflowers

da

Il femminicidio sistematico e ripetuto è la conseguenza tragica di una società che ha fatto della misoginia una nuova religione. E lo si evince anche solo guardando frammenti di programmi tv dove la donna ha il ruolo sistematico e deprimente di essere bella e silente, dai festival della canzone dove ci sono donne stesse che dicono ah se non fossi stata bella non sarei qua, e presentatori che dicono che dietro un grande uomo..., sempre nelle retrovie..

foto di 𝓫𝔂 𝓿𝓲𝔃𝓮𝓻𝓼𝓴𝓪𝔂𝓪  presa
da  https://www.linkedin.com/in/silvia-serra-94955a203
 

E che dire di quel programma dove una signorina in minigonna insegnava alle donne a cuccare al supermercato? Ma davvero siamo ridotte a questo livello? Ecco, la misoginia la si avverte ogni giorno sull’autobus quando giovani e vecchi tromboni dicono che non ci sono più le donne di una volta, ossia zitte e ubbidienti, che giudicano le donne dal loro aspetto fisico etichettandole o che fischiano quando vedono una donna, come se si rivolgessero a un capo di bestiame o a una gallina. Misogine sono le mamme che dicono alle figlie di imparare a fare i lavori domestici e ai figli maschi di inserirsi nel mondo del lavoro.
Misogine sono le donne stesse, quando pensano che una donna senza figli non sia una donna completa. E della Chiesa vogliamo parlarne?
  Confinata al ruolo di eterna madre, la donna ha un solo compito: riprodursi e ubbidire. Il famoso fate figli del gesuita Francesco... Roba da Medioevo. Potrei aggiungerne altre, tante, ma mi fermo qui. Se non si cambia la mentalità, come può non accadere il peggio?

4.6.23

la condanna di Calderoli per diffamazione ed razzismo non è granchè ma è meglio di niente davanti al razzismo istituzionalizzato

 Ci sono voluti dieci anni, meno del solito visto le lunghezze bibliche ed infinite del nostro sistema giudiziario ma alla fine è arrivata la sentenza: Roberto Calderoli è stato condannato a 7 mesi per diffamazione aggravata dalla matrice razziale per aver definito l’allora ministra Cecile Kyenge “orango”. Dieci anni per 7 mesi di pena (che, per altro, non

sconterà mai purtroppo ) sono uno schiaffo a chi il razzismo lo ha subito e a chi lo combatte. Ma soprattutto per il fatto che oggi, come “premio”, Calderoli è pure diventato ministro, mentre Kyenge è scomparsa dalla vita politica. Oggi che la giustizia punisce una frase razzista, il razzismo è stato istituzionalizzato, diventato maggioranza e poi governo e i ministri parlano addirittura di “sostituzione etnica” ed e sminuiscono ed deriso i valori fondanti delle nostre istituzioni di cui essi stessi fanno parte .Ma un principio, oggi, è stato segnato, almeno quello.anche se  :<< Macché condanna!! È fasulla!!! Non fa neanche un giorno di prigione e non è menzionata nella fedina penale!! Ma è membro parlamentare! Che schifo !! >> ( Da un commento sulla mia bacheca di Facebook ) . 

le 8 montagne recensione

 Ieri  un  sabato   notte  uggioso ed     piovoso    nel panorama  Rai  e  Mediaset  (  o MediasetRai   se  preferite  )  tardo  primaverile  \  estivo      fatto    di repliche   e  di programmi insulsi     ho  visto sulla  piattaforma primevideo il film  le  8 montagne    .  Un film  che  Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes , l'89% delle 81 recensioni dei critici è risultata positiva, con una valutazione media di 7,9/10.[5] Il consenso del sito web recita: "Paziente, profondo e talvolta un po' pesante, Le otto montagne raggiunge vette mozzafiato nella sua attenta osservazione di un'intima amicizia". Su Metacritic, il film ha un punteggio medio ponderato di 78 su 100 basato su 28 critiche, indicando "recensioni favorevoli". Vincitore    dei premi  

  • 2022 – Festival di Cannes
    • Premio della giuria (ex aequo con EO)


Alessandro Borghi e Luca Marinelli 
in un fotogramma del film

Un  bel  film  ,   un  po' pesante   come   la  maggior  parte   delle  critiche   e troppo lungo   ,  ma  bellissimo   ed  intenso .  Una buona  ,  da  quel  che  mi   hannno raccontato amici  \  che  che  hanno   letto il romanzo ed   visto   il    film  ,   la trasposizione    cinematografica    del  romanzo   omonimo   di Paolo Cognetti Vincitore Premio Strega 2017 Vincitore Premio Strega Giovani 2017Vincitore del Premio ITAS del Libro di Montagna 2017. Sezione Migliore opera narrativa.  La  visione   mi ha portato  indietro nel  tempo   sia    ai  cartoni    di  Heidi    e soprattutto  a  Sui monti con Annette (アルプス物語 わたしのアンネット Arupusu monogatari Watashi no Annetto?, lett. "Storia delle Alpi - La mia Annette") .una serie animata giapponese in 48 episodi prodotta dalla Nippon Animation, che fa parte del World Masterpiece Theater. È stata trasmessa in Giappone dal 9 gennaio al 25 dicembre 1983 sul network Fuji TV e in Italia su Italia 1 nel 1985.La serie è tratta dal libro per ragazzi Tesori tra la neve (Treasures of the snow) del 1950 di Patricia Saint John.
Ed  al l film il vento fa il suo giro un film del 2005, diretto da Giorgio Diritti, basato su una storia realmente capitata a Ostana e osservata dallo sceneggiatore Fredo Valla. Il titolo riprende un proverbio occitano, col significato di "tutto ritorna".Si tratta di un film in lingua italiana, occitana e francese; queste ultime sono sottotitolate in italiano.
Il  film   Le  8  montagne  come    il romanzo   è  La storia di Pietro, del suo amico Bruno e del loro amore per la montagna. Esso  ( il  romanzo  non l'ho letto )   è  << un  raffinato racconto di quanto può essere profondo l'amore che lega gli esseri umani» – Annie Proulx  >> . Se  il  film è  potente, universale e sempre umile, che non è la meno rilevante delle sue qualità   ,     credo  che  lo sia      anche il romanzo      visto  che  è  stato un caso editoriale    a  livello europeo  .  Infatti  la  montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli,  cascate  , boschi . La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio, tempo e misura. Una bellissima   storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.  Un perdersi ed  un ritrovarsi  . Non  aspettatevi  un  film  spensierato  e sdolcinato ,  strappa  lacrime   come  credevo anch'io all'inizio   abituato   ai  cartoni animati     di Heidi  e d'Anette    che hanno  caratterizzato  la mia infanzia  ,    non  farebbe   per  voi  ,ma  un film  drammatico   

la nuova legislazione sulla maternità surrogata o utero in affitto arma di distrazione di massa o deriva autoritaria '?

   secondo    me   entrambe  






il femminicidio è frutto della cultura patriarcale di Ivana fabbris e Alessandra Angeli

 con  questi  due     post    non miei     ma  che  mi trovano  d'accordo   ,  d'altronde per   chi  ancora  non

lo  avesse  capito     lo spirito del blog  e  delle  appendici   social   è anche questo  ,   concludo   fino  al prossimo  femminicidio 😡😠     di parlare  di tale  tematica   di cui  faccio    fatica   nonostante    combatta    tutti  i  giorni     contro  il  maschio alfa      che   è in me .  


Fatemi capire: perché si insiste solo a dire "donne, andatevene al primo episodio" o "non andate agli appuntamenti chiarificatori" e non si insegna ai ragazzi, sin dall'infanzia, a sopportare la frustrazione dei no? Sono almeno 30 anni che si vedono genitori avere un atteggiamento sottomesso a bambini resi dei tiranni da un lassismo educativo fatto di infiniti sì, spacciato per libertà e rispetto dei più piccoli senza il contraltare non solo delle regole (spiegate) necessarie alla vita ma anche del dialogo intimo, dell'interesse dei loro stati d'animo, del trasferire comprensione, sicurezza e accettazione. Sbaglierò, ma credo che in buona parte tutto questo sia il germe della volontà di dominio che finisce col crescere a dismisura nel tempo come una pianta velenosa che induce il bambino divenuto anagraficamente adulto a considerarsi ancora come dominante. Sono almeno trent'anni che si incontra l'incapacità genitoriale di comprendere dove finiscono le proprie proiezioni e dove inizia la persona bambino-uomo di domani da formare. Genitori quarantenni che come un sedicenne qualunque non sono in grado di pensare a lungo termine, che non si rendono conto che ogni loro azione coi figli, oggi, produrrà effetti duraturi domani. Si vedono bisogni artificiali indotti insieme a capricci scambiati per necessità primarie e la cecità di non comprendere quanto sia fondamentale insegnare ai bambini, a desiderare. Nel contempo, però, si scopre di continuo la solitudine di tanti bambini, ma più ancora di tanti adolescenti cui nessun genitore parla con profondità e a cui non riesce a trasferire amore e contenimento e troppi altri genitori ancora, essere più adolescenti irrisolti dei loro stessi figli adolescenti. Non sono stata un genitore perfetto, non ho avuto la pretesa di esserlo, sono cosciente dei miei errori e seppur fa male, lo accetto, ma se una cosa l'ho capita ancor prima di diventare madre, è stata quella di rendermi conto che se non avessi affrontato e risolto i miei problemi come figlia, non avrei potuto essere madre. E soprattutto non avrei potuto scegliere che madre e che genitore essere. Comprendere che, contro la cultura distruttiva in cui siamo immersi, esistono anticorpi di cui dotare i figli non è facile, ma ormai pare essere diventato impossibile. Non mi hanno mai convinto i genitori eroi o quelli che si annullano per i figli perché sono comportamenti che ho sempre percepito come una sorta di disarmonia affettiva che passa un messaggio distorto e che crea vuoti emozionali di non poco conto, ma meno ancora in questi trent'anni mi hanno convinto quelli egoici ed edonisti, affettivamente libertini, consumisti e impregnati di disillusione e cinismo spacciato come percorso formativo alla vita del nostro tempo. In una società quale è diventata la nostra, dove la cultura patriarcale che non è mai morta, ha incontrato quella ferocemente individualistica, consumistica e mercantilistica del sistema in cui viviamo, si è creata una sinergia tale per cui sfregiare una vita in qualsiasi modo o addirittura toglierla, non hanno più la valenza umana, etica e morale che dovrebbero avere, specie verso i più fragili o considerati tali, perché la volontà di dominio e il narcisismo, insieme alla spersonalizzazione, fanno sì che i fragili siano considerati come merce ma di valore inferiore rispetto alla media e, laddove rappresentino una responsabilità da assumere, divengono un impedimento alla realizzazione dell'ego di alcuni. Quindi, in quanto ostacolo, sono da rimuovere, distruggere, cancellare. Siamo passati dall'aggressività e i totalitarismi della cultura dell'uomo forte alla violenza, la ferocia e la crudeltà del debole, del bambino mai cresciuto e con l'avallo di una cultura ancora più potentemente distruttiva. È davvero ora di invertire la rotta perché, con simili premesse del contesto sociale, a mio parere le violenze potranno solo peggiorare, numericamente e qualitativamente.

 
Ma un padre che chiede scusa per ciò che ha commesso il figlio lo abbiamo mai visto, lo vedremo mai? Comunque vada è sempre colpa delle madri, come se fossero le uniche ad avere responsabilità educative sui figli. La capacità di mettere al mondo vite viene loro riconosciuta, strumentalmente, solo nel momento in cui c’è da recriminargli qualcosa, puntargli contro il dito per aver generato mostri. I padri sempre defilati, a mo’ di tutela. L’unico risvolto positivo di tutta la storia è la grande solidarietà tra donne che ne emerge, tra le due giovani donne e tra le due madri, perché è solo così che ci si può salvare dai manipolatori del “dividi et impera”.

3.6.23

l'ino di 'italia inno maschilista ? epurazioni da pare di Mameli delle strofe dedicate alle donne

 Inno italiano detto "Inno di Mameli" ma il vero titolo è: Canto degli Italiani e fin qui niente




d'eccezionale e di nuovo . Quello che i più ignorano è che
In origine, nella prima versione dell’inno, era presente un’ulteriore strofa interamente dedicata alle donne italiane: "Tessete o fanciulle / bandiere e coccarde / fan l’alme gagliarde / l’invito d’amor". Venne eliminata dallo stesso Mameli.Nella versione originaria dell’inno, il primo verso della prima strofa recitava «Evviva l’Italia», ma Michele Novaro lo modificò in «Fratelli d’Italia».

· Ed i boss ordinarono “fate a pezzi la straniera”.... Pochi conoscono la ragazza nella foto: lei è Rossella Casini, toscana di Firenze ed oggi è il suo compleanno. È stata uccisa dalla ‘ndrangheta che diede l’ordine di “farla a pezzi”.

ringrazio l'amica Maria Patanè per  avermi      fatto  ricordare  questa  storia  










·

Ed i boss ordinarono “fate a pezzi la straniera”....
Pochi conoscono la ragazza nella foto: lei è Rossella Casini, toscana di Firenze ed oggi è il suo compleanno. È stata uccisa dalla ‘ndrangheta che diede l’ordine di “farla a pezzi”.
Di Rosella Casini non si conosce con certezza né il giorno né l’anno della morte.
Era una ragazza di soli 25 anni che si innamorò senza saperlo, a Firenze, di un giovane studente calabrese, Francesco Frisina che era un rampollo della ‘ndrangheta. Dopo qualche mese Frisina convinse Rossella a trascorrere l’estate a casa dei suoi genitori, per farle conoscere la Calabria. Rossella accettò.
Quello che accadde fu incredibile: durante quella “vacanza” fu ucciso il padre di Frisina, Domenico, da due killer della ‘ndrangheta. Quello fu il momento in cui la vita di Rossella cambiò radicalmente. Si rese conto di aver assistito ad un omicidio di mafia, ma era così innamorata che rimase a Palmi, per stare accanto al fidanzato e dargli sostegno. Qualche mese dopo, anche il fidanzato fu ferito alla testa. Rossella decise di portare il “suo” amore in un ospedale di Firenze, per dargli le migliori cure e toglierlo da quel contesto mafioso. Non solo, quando il fidanzato uscì dal pericolo di vita, Rossella lo convinse a collaborare con la Giustizia.
La famiglia Frisina scoprì il “pentimento” del ragazzo e diede la colpa a Rossella. A quel punto Rossella venne rapita e uccisa, ma il suo corpo mai ritrovato e i processi si conclusero con le assoluzioni di tutti per insufficienza di prove. Nonostante le parole di un pentito di ‘ndrangheta che riferì le parole dei boss “fate a pezzi la straniera”. La straniera era lei, Rossella Casini. La cui unica “colpa” fu quella di innamorarsi di un rampollo di ‘ndrangheta e convincerlo, con amore, a cambiare la propria vita.
Benedetto RandazzoFederico Sollazzo



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Roberta BrocciaMadre Terra e amici di ❤
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Inno italiano detto "Inno di Mameli" ma il vero titolo è: Canto degli Italiani.
Due curiosità:
In origine, nella prima versione dell’inno, era presente un’ulteriore strofa interamente dedicata alle donne italiane: "Tessete o fanciulle / bandiere e coccarde / fan l’alme gagliarde / l’invito d’amor". Venne eliminata dallo stesso Mameli.
Nella versione originaria dell’inno, il primo verso della prima strofa recitava «Evviva l’Italia», ma Michele Novaro lo modificò in «Fratelli d’Italia».
Spiegazione di alcuni versi:
Balilla, non ha niente a che vedere con il termine usato durante il Fascismo ma si riferisce al soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-Piemontesi.
I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellarono ai Francesi invasori una sera, all'ora del vespro (tramonto). La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei "Vespri Siciliani".
Le spade vendute: i soldati mercenari (che combattono solo per chi li paga) si piegano come giunchi (erbe dei prati) e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde ormai le penne.
Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori.
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
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Daniela TuscanoColorPorpora
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Il papa e l'evento più rivoluzionari del Novecento.



FOCUS.IT
Cos’è il Concilio Vaticano II indetto da Giovanni XXIII? - Focus.it
Sessant’anni fa moriva papa Giovanni XXIII, per tutti era “il papa buono”, ma con i suoi modi pacati, riuscì a trasformare la Chiesa, rendendola più moderna, grazie al Concilio Vaticano II.

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Maria Patanè
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La fase iniziale del corteggiamento narcisistico è chiamata idealizzazione o lovebombing. Il narcisista patologico appare dai primi istanti come l’uomo perfetto…
Altro...
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Maria Patanè
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Ed i boss ordinarono “fate a pezzi la straniera”....
Pochi conoscono la ragazza nella foto: lei è Rossella Casini, toscana di Firenze ed oggi è il suo compleanno. È stata uccisa dalla ‘ndrangheta che diede l’ordine di “farla a pezzi”.
Di Rosella Casini non si conosce con certezza né il giorno né l’anno della morte.
Era una ragazza di soli 25 anni che si innamorò senza saperlo, a Firenze, di un giovane studente calabrese, Francesco Frisina che era un rampollo della ‘ndrangheta. Dopo qualche mese Frisina convinse Rossella a trascorrere l’estate a casa dei suoi genitori, per farle conoscere la Calabria. Rossella accettò.
Quello che accadde fu incredibile: durante quella “vacanza” fu ucciso il padre di Frisina, Domenico, da due killer della ‘ndrangheta. Quello fu il momento in cui la vita di Rossella cambiò radicalmente. Si rese conto di aver assistito ad un omicidio di mafia, ma era così innamorata che rimase a Palmi, per stare accanto al fidanzato e dargli sostegno. Qualche mese dopo, anche il fidanzato fu ferito alla testa. Rossella decise di portare il “suo” amore in un ospedale di Firenze, per dargli le migliori cure e toglierlo da quel contesto mafioso. Non solo, quando il fidanzato uscì dal pericolo di vita, Rossella lo convinse a collaborare con la Giustizia.
La famiglia Frisina scoprì il “pentimento” del ragazzo e diede la colpa a Rossella. A quel punto Rossella venne rapita e uccisa, ma il suo corpo mai ritrovato e i processi si conclusero con le assoluzioni di tutti per insufficienza di prove. Nonostante le parole di un pentito di ‘ndrangheta che riferì le parole dei boss “fate a pezzi la straniera”. La straniera era lei, Rossella Casini. La cui unica “colpa” fu quella di innamorarsi di un rampollo di ‘ndrangheta e convincerlo, con amore, a cambiare la propria vita.
Benedetto Randazzo

"Accompagno gratis le donne all'ultimo appuntamento chiarificatore": l'offerta del bodyguard per proteggerle dagli uomini violenti




La Repubblica

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"Accompagno gratis le donne all'ultimo appuntamento chiarificatore": l'offerta del bodyguard per proteggerle dagli uomini violenti
Storia di Luana de Francisco • 3 h fa





Riccardo Guarnieri, 52 anni© Fornito da La Repubblica

PORDENONE - Ci pensa lui, bodyguard di professione, a proteggerle dai compagni violenti. Riccardo Guarnieri, 52 anni, residente a Poincicco di Zoppola (Pordenone), lo ha deciso dopo l’ultimo femminicidio. Ha letto della fine toccata a Giulia Tramontano, la ventinovenne incinta di sette mesi uccisa a coltellate dal compagno trentenne Alessandro Impagniatiello, sabato scorso, nel loro appartamento di Senago, si è indignato per l’ennesima volta, specie dopo che il gip di Milano ha escluso la premeditazione, e ha lanciato l’annuncio attraverso il proprio profilo Facebook. “A qualsiasi donna – ha scritto – disponibile servizio gratuito per “ultimo appuntamento” .così, d’ora in avanti, in Friuli Venezia Giulia, Veneto orientale e nella zona di Chieti, cioè in tutte le aree coperte dalla società Cmp life and security, di cui è coordinatore, e dai colleghi che hanno aderito alla sua iniziativa e con cui lavora in joint venture, sarà possibile mettere in chiaro le cose con il proprio partner, senza rischi per la propria incolumità. O, quantomeno, certe di avere le spalle coperte da una guardia del corpo. Agli “incontri chiarificatori”, quelli destinati anche a chiudere una relazione, ci saranno anche loro. Guarnieri sa che certe dinamiche, spesso, sono guidate più dal cuore che dalla ragione. Il post si chiude allora con un appello. “Non vergognatevi e non esitate – dice – : meglio tornare a casa con uno di noi che vi accompagna che in una bara”.
Oggi, il suo telefonino ha suonato parecchie volte. “Non ci ho fatto molto caso, perché sono impegnato in un servizio di security e scorta a un matrimonio – spiega –. Ma confermo la mia e la nostra piena disponibilità. Siamo oltre un centinaio e lavoriamo senza vincoli di orario o di date. Pensavo da tempo a come sensibilizzare la popolazione sul fenomeno della violenza di genere. E’ ora di dire basta, da una parte all’altra del mondo, a certe barbarie. La nostra sola presenza può rappresentare un deterrente. Gli uomini – continua – devono capire che le donne non si toccano, tanto meno si ammazzano, e le donne devono sentirsi libere di decidere se e quando interrompere una storia”.

La Sardegna resta ancora una regione ad alto rischio di femminicidio I maltrattamenti domestici sono frequenti ma c’è timore a denunciarli

 


2.6.23

Ha voglia di rivedere gli amici e li raggiunge a piedi dalla Lombardia alla Sicilia



  dopo i   recenti casi di  cronaca  ,  parliamo di cose piu allegre va .

È l'impresa di Turi Mantione partito da Vigevano, in provincia di Pavia, e arrivato dopo 1.720 chilometri a Ficarra nel Messinese
repubblica   02 GIUGNO 2023AGGIORNATO ALLE 15:23 



Aveva voglia di rivedere i vecchi amici e, per una sfida, soprattutto con sé stesso, è partito a piedi da Vigevano, in provincia di Pavia, per ritornare nel suo paese natale in Sicilia, a Ficarra, nel Messinese.
Protagonista dell'impresa è un pensionato di 61 anni, Turi Mantione: con uno zaino di dodici chili ha percorso 1.720 chilometri in 60 giorni, dormendo dove capitava e caricando il suo cellulare con un pannello solare piazzato su un cappello. Una volta arrivato finalmente a Ficarra il pensionato, stanco ma felice, ha festeggiato l'impresa nel bar del paese con gli amici.

L'arrivo in Sicilia Nel suo profilo Instagram Mantione ha documentato il viaggio dal Nord alla Sicilia. Talvolta con video accompagnati sempre da una colonna sonora, talvolta con le foto. Un diario illustrato di viaggio dell’Italia fra campagna, spiagge e i cartelli che annunciavano il passaggio da una provincia all’altra.



La festa con gli amici


le lacrime ipocrite dei vicini di giulia Tramontano. La 29enne, al settimo mese di gravidanza, è stata uccisa a coltellate

  LEGGI 


 tra i tanti bla  .... bla  ...   sull'ennessimo cas fmminicido  ,  reso ancora  più brutale   per  il fatto che      fosse  al 7 mese di gravidanza  , c'è  anche ipocrisia  da  parte   dei vicini    di  casa  o di condominio 


nessuno vede o sente niente stranamente però a piangere ed arrabbiarsi soprattutto  davanti a media   vere    video   sotto     sono buoni . Avrebbero fatto meglio a stare in silenzio come hanno fatto mentre la uccideva e gridava aiuto


consiglio anche  se  è  come dare  le perle  ai porci  


"Sopravvissute" è un libro potente.
Doloroso e coraggiosissimo.
Pagine che restituiscono voce e dignità alle donne vittime di violenza.
Pagine di vita che scorrono nei loro racconti senza mediazione.
Resti dentro le loro storie.
Anzi, sono loro e le loro storie che restano dentro di noi.
Percepisci cosa accade nel tempo che passa dal riconoscimento della violenza alla denuncia.
Fra le difficoltà di "dare un nome alle cose" e trovare chi sa ascoltare "quelle" cose.
Passando dalla paura ai sensi di colpa, fra insicurezza e vergogna, fra dolore e disperazione, fra rassegnazione e fiducia, dalla rabbia alla libertà.
Leggi e ti arrabbi con loro scorrendo le pagine di questo libro.
Amiche, sorelle, vicine di casa.
Sconosciute che riconosci.
Leggi e provi sollievo per loro sapendo che sono sopravvissute.
Leggi e sai che per quanto possa sembrare difficile, a volte irreversibile, è possibile uscirne.
Che non si è sole.
Che capita e può capitare a chiunque, ovunque senza nessuna distinzione di sorta.
Grazie a Milena Meo e alle autrici Flaminia Saccà e Rosalba Belmonte.

1.6.23

.....

 Ogni  parola   in più  davanti a   simili fatti    è superflua  . Quindi  è meglio  meditare  in silenzio   , nel dolore  , nel rispetto   .  Infatti  è sempre più difficile trovare le parole che non siano demagogiche  o  soprattutto  

già state  dette   e ripetute   da  diverse  intellettuali   femministe  ( ma anche no  )   davanti ad un femminicidio come quello di Giulia ancora più   abberrante visto che lei era al 7mese  di gravidanza e per le dichiarazioni rilasciate da mostro in fase d'interrogatorio  lascio come commento la suonata  del silenzio


P.s

Ho appena sentito al tg che ne hanno ucciso anche se non"in maniera atroce " un altra . Ancora più sgomento 




Giulia Tramontano: Visitazione profanata di ©Daniela Tuscano




No, davvero non riescono a non colpevolizzare la donna. "Giulia all'appuntamento con l'assassino è andata, e non doveva farlo!" si ode adesso dai pulpiti mediatici.L'amante invece (l'omicida la tradiva, anche), è stata più accorta. È rimasta a casa malgrado le raccomandazioni di lui. "Ora sono un uomo libero" le avrebbe detto.A veva appena assassinato la compagna e il figlio che portava in grembo. Il loro figlio.Aveva poi cercato di bruciare cadavere. Questa la sua idea di libertà.Giulia come Lea Garofalo, il bambino come Giuseppe Di Matteo. Perché femminicidio e figlicidio sono delitti di mafia. La mafia del suprematismo sessuale, il terrorismo del patriarcato, la radice prima d'ogni violenza e ingiustizia.Violenza e ingiustizia che il Magnificat - ricorreva ieri, giorno in cui Giulia è stata ritrovata, la festa della Visitazione di Maria -  dichiara sconfitte per sempre con l'arrivo d'un fanciullo amato. Un dio bambino che ripudia i  patriarchi, ma che alla calda energia della madre - la corredentrice - non sa rinunciare.Potrebbe. Non è forse Dio l'Onnipotente?Ma il Dio di Gesù Cristo, il Dio del Magnificat, è onnipotente nella misericordia. Utero di tenerezza.Lo è in tutto ciò che il mondo considera debole, insignificante,  muliebre. E il mondo, da sempre, appartiene ai patriarchi.Per questo il Dio del Magnificat "non è di questo mondo".Giulia, donna, madre, non di questo mondo, non poteva rinunciare alla sua personale Visitazione. Purtroppo dall'altra parte non c'era una Elisabetta, né un altro bimbo che esultava nelle di lei viscere. Non uteri di tenerezza ma egotismo del patriarca. Di cui bisognerebbe guardarsi, lo sappiamo. Ma anche la croce è simbolo d'"imprudenza". L'imprudenza di chi una possibilità la concede sempre. Di chi si fida, di chi ama.Oggi, nell'immondezzaio dove Giulia è stata gettata come un rifiuto, la sua immagine è sormontata dalla sguardo di Maria. Maria ci ha promesso un "tempo femminile" generativo, un tempo della madre senza patriarchi, un tempo che oggi, ancora una volta, dal patriarca è stato vituperato. Ma chi ama nasce ogni volta. Chi ama rivive, e vince il mondo. 


© Daniela Tuscano