27.9.08

Senza titolo 894

g24

Vorrei aprirmi come gemma tra le tue braccia
vorrei sognare e vivere...
...vivere....
vorrei assaporare tutto di te
con voracità
e lentezza,
con passione
e dolcezza,
con la gioia dell'attimo
e la tranquillità del domani.....

elena

26.9.08

Senza titolo 893

  27 / 09 / 2008 / SABATO S. VINCENZO DE P. !  BUON ONOMASTICO DA LUCKY !  :-)


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Sud Sound System - Le radici ca tieni (live Rockpolitik)

  lo steso discorso si può applicare  a tutta l'italia



RISORGIMENTO E REVISIONISMO






A proposito di Porta Pia
di Franco Cardini - 24/09/2008

Fonte: Identità Europea [scheda fonte]






Credo che in questo paese si debba ancora imparare a discutere e magari a polemizzare: ma con serenità e, possibilmente, anche con qualche argomento che vada al di là delle pillole di conformismo e di politically correct.


Non riesco per esempio a capire perché nella nostra opinione pubblica e nei relativi mass media si debba sempre e per forza gridare allo scandalo ogni volta che qualcuno azzarda pareri dietro i quali sia sospettabile la presenza di di tesi o anche solo di proposte che appena appena escano dai solchi ben collaudati delle idées données e delle Verità Inconfutabili garantite dai manuali di scuola media e ripetute dai poligrafi travestiti da ricercatori che impestano le nostre librerie con best sellers regolarmente scopiazzati da vecchi libri di storia. Quelli col Barbarossa cattivo e i lombardi buoni, col Radetzky feroce e i bravi Tamburini Sardi, col “Mamma li Turchi” e col meno-male-che-c’è-stata-Lepanto. Insomma, con la storia detta, ripetuta, collaudata e ribadita sul metro di quei geniali maĩtres-à-penser che molti decenni or sono, mossi a pietà degli studenti pigri, redassero i manualetti noti come “Bignami”. E, se ci si oppone al Bignami, ci si becca la condanna secca come una mannaia: “revisionisti!”.


Ora, premesso che “revisionismo” è parola che dalla storia della politica sé Internazionale” per poi dilagare nel mondo della semistoria e della pseudostoria, è necessario sia chiaro che il lavoro degli   storici, intendo di  quelli veri, consiste sempre e inevitabilmente, in gran parte, nella revisione delle tesi e delle letture dei fatti quali gli sono state confidate da chi ha lavorato prima di lui. Non esiste quindi nessuna pagina di storia che sia stata scritta una volta sola e per sempre. La storia è una fatica di Sisifo.


Ecco perché è stata obiettivamente ridicola, al di là di qualunque posizione si voglia difendere, la polemica scatenata dall’orazione del generale Antonio Torre che, commemorando ufficialmente il 20 settembre scorso il 138° anniversario della Breccia di Porta Pia, si è particolarmente soffermato sui 19 caduti dell’esercito pontificio sorvolando su quelli italiani; e che il sindaco di Roma Gianni Alemanno non abbia dal canto suo provveduto a rimediare alla gaffe dell’alto ufficiale: sempre che – ha commentato qualcuno – solo di gaffe si sia trattato e non, orrore, di “scelta di campo” o peggio, raccapriccio, di “revisionismo”.


Ora, va da sé che in una sede ufficiale e paludata, per sua natura retorica e convenzionale, come quella di una commemorazione pubblica, non è mai il caso di lasciarsi andare a discussioni storiografiche: il che del resto non era senza dubbio nelle intenzioni e forse nemmeno nelle possibilità obiettive del generale Torre, che fa il militare e non lo storico.


Quel che però non mi meraviglia  affatto – ormai so da tempo che cos’è l’Italia -, ma comunque continua a indignarmi, è la desolante piattezza del coro, praticamente unanime, di giornalisti, di politici e perfino (e ciò m’è dispiaciuto) di qualche storico serio: tutti allineati e coperti nello stigmatizzare il silenzio di Alemanno o comunque la sua scarsa energia nel difendere, a scanso di equivoci, la tesi ufficiale della quale egli, in quanto sindaco, viene considerato una specie di garante e di custode (e a dire il vero non se ne capisce il perché).


Insomma. Perché mai non si dovrebbe cominciar a dire che in realtà la storia del nostro Risorgimento, così come si svolse tra 1848 e 1870, non andò affatto come andò perché non avrebbe mai potuto andare altrimenti; e tanto meno che non andò per nulla nel migliore dei modi possibili? E, badate, qui ucronia e fantastoria non c’entrano per niente. Il dogma che la storia non si possa scrivere “al condizionale”, “con i se e con i ma”, è una fesseria che nessuno storico serio – a parte un manipolo di paleostoricisti convinti – non dice più da molto tempo. E non sono io ad affermarlo: bensì uno dei più grandi studiosi viventi, David S. Landes.


La discussione non è affatto oziosa: e tanto meno lo sarebbe al livello politico, se non vivessimo in un paese dominato, fra le altre cose, da una disinvolta schizofrenia e da un’impudica ostentazione d’incoerenze. Vorrei proprio che qualcuno mi spiegasse perché, nei nostri manuali scolastici, continua tuttora a trionfare una visione del Risorgimento degna del libro Cuore e delle Maestrine dalla Penna Rossa – alcuni epigoni delle quali sembrano oggi sedere sugli scranni del governo – mentre quel governo stesso si regge con l’appoggio determinante d’una forza, la Lega Nord, che se fosse un po’ meno bécera dovrebbe pur sviluppare, appunto nel quadro di quanto essa stessa sostiene, anche un serio discorso critico sulle scelte che condussero al processo d’unità nazionale, sui metodi che furono adottati per conseguirle, sulle conseguenze a cui condussero. Perché la soluzione unitaria e centralista, voluta dalla monarchia sabauda che mirava all’espansionismo del suo potere dinastico e dai dottrinari “neogiacobini” che seguivano Mazzini e Garibaldi (e una parte dei quali sacrificò al dogma dell’ “unità indivisibile” i suoi stessi ideali repubblicani), non solo per lungo tempo non era stata l’unica possibile, ma era stata quella considerata, anche a livello internazionale, la più avventuristica e pericolosa.


L’unità proclamata nel 1861 e coronata dalla presa di Roma del 1870 andava direttamente contro un millennio di storia italiana, ch’è e sempre stata per sua natura policentrica, municipalistica, regionale e cittadina; e i capi degli stati italiani preunitari, a cominciare dal papa,  si erano tutti – sia pur in diversa misura – adattati ad accettare una formula di unità federale, su un modello non lontano da quello che (essa sì in coerenza con al sua storia) fu adottata dalla Germania proprio in quello stesso 1870. E in tale senso, anche se con accentuazioni diverse, si erano espressi gli ingegni migliori e più equilibrati del nostro Risorgimento, dal Gioberti al D’Azeglio al Cattaneo.


Ma il governo piemontese, guidato dal Cavour e dai suoi successori, scelse – fino a un certo punto in accordo con Napoleone III, poi addirittura senza e contro di lui – la politica delle provocazioni, dei colpi di mano e dell’alternanza di menzogne e di atti di violenza per giungere, contro il diritto e la legittimità internazionali, alla violazione patente dei diritti dello stato pontificio. Che oggi tutti, anche senza sapere di che cosa si trattava, si sbracciano a qualificare di “corrotto”, di “incapace”, di “antistorico”, mentre la realtà del tempo non presenta per nulla tale quadro. Né si capisce perché si continui a far finta di non ricordare che la presa di Roma poté compiersi, proditoriamente da parte italiana, non appena, in conseguenza della sconfitta di Sedan, la protezione dell’imperatore dei francesi a Pio IX venne meno. O perché molti abbiano rimproverato il generale Torre per il suo omaggio – da soldato, se non altro – agli zuavi e in genere ai volontari che accorsero soprattutto dalla Francia a difendere il papa che aveva tutto il diritto a non venire attaccato su quel territorio che egli legittimamente governava.


E sarebbe poi stata con certezza peggiore, per esempio, un’Italia federale, di quanto sia stata l’Italietta unitaria che determinò la questione del Mezzogiorno, provocò scandali finanziari gravissimi a ripetizione, inventò infamie fiscali come la “tassa sul macinato” ch’era una vera e propria tassa sulla miseria, coniò “leggi internazionali” e massacrò contadini siciliani (Bronte) e operai (i cannoni ad “alzo zero” del Bava Beccaris, decorato dal “Re Buono”), fu incapace di rimediare al flusso continuo di poveracci che abbandonavano il paese per disperazione e si dimenticò del destino degli emigrati,  infine ci gettò inutilmente – e con opportunistica furbizia – nel grande macello della prima guerra mondiale, da cui sarebbero  appunto usciti i tanto detestati comunismo e fascismo? Aveva davvero proprio tutti i torti, l’ “infame” Franti?


Così è, se vi pare. Perché non proviamo a discuterne pacatamente, invece di stracciarci le vesti ogni volta che qualcuno prova a commettere l’indicibile peccato consistente di cercar di rimetterci in moto le meningi? E chiamatelo, se volete, “Revisionismo”.








dal sito: http://www.ariannaeditrice.it

Senza titolo 892

  VI PIACEVANO LE CANZONI DI HARRY NILSSON ?  :-)


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Senza titolo 891

  QUESTA E' LA PUBBLICITA' DEI GELATI STEFFAN !  VE LA RICORDATE ?  :-)


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ma al il giornale ci sono o ci fanno

  dalla  mia  email di censurati.it    ricevo ed  inoltro  molto  volentieri



Ciao a tutti, sono Massimo Licini dell'Agenzia agricola LAORE Sardegna.

Vi giro quanto si può leggere nel sito dell'UNAAPI sul forum degli apicoltori sull'articolo apparso oggi su una testata direttamente riconducibile al presidente del consiglio.

Vorrei invitarvi tutti a leggere l`articolo in prima pagina nella testata "Il Giornale", l`articolo è pieno di menzogne nella solita lotta politica contro gli "ambientalisti", ovviamente nella mentalità di alcune fazioni politiche, quasi sempre "di sinistra".
Questa tristissima pagina di disinformazione all`italiana , dimostra ancora di più come nel nostro paese l`informazione è asservita al potente di turno oppure alla parte politica che apre bocca.
E' una cosa molto grave perché noi sappiamo bene che le api non sono ne di destra ne di sinistra e il lavoro che fanno per tutto l`ambiente non ha nessun tipo di casacca politica.

Vedere anche le api sacrificate sull`altare dello scontro politico è veramente preoccupante, e di sinistro auspicio per le azioni che questo paese dovrebbe fare per salvare il salvabile, considerando anche che il Giornale è l`organo di informazione di questo governo che dovrà stare qui da noi per altri 5 anni!



F. Caboni


Nel cercare l`articolo segnalato da Caboni e che è apparso stamane su "Il Giornale" a firma di Franco Battaglia, pregherei tutti voi di non contribuire ad aumentare il numero di copie vendute del quotidiano in questione, ma di visionare il testo possibilmente on line.
Mai come oggi mi son sentito di vivere in un momento storico decisamente buio, dove chi ha le chiavi dell`informazione può permettersi la manipolazione più completa della pubblica opinione.
Alessandro Todisco - Ravenna


Caboni sei riuscito a rovinarmi la digestione.
Chi vuole leggere l`articolo "La leggenda delle api uccise dai pesticidi" lo può trovare al seguente URL   www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=292220



Massimiliano Gotti


Riprendo a scrivere io (Massimo Licini) dopo avere letto i commenti degli altri apicoltori, vi invito a non comprare questo quotidiano poichè quoto in pieno quanto scritto dai colleghi di oltremare.
Per seguire le vicende collegatevi a questo link tinyurl.com/44jo7f

25.9.08

Nuovi stili di vita per salvare il mondo

di GIANCARLO BARBIROLI, profesore ordinario di "Tecnologia dei cicli produttivi" e di "Gestione ambientale" all'Università di Bologna


"Quando sento lamentele generalizzate per piccolissimi aumenti del prezzo della benzina, quando vedo usare esageratamente l'acqua, soffro. Spiego perchè, anche se dovrebbe ormai essere chiaro a tutti.

Almeno dall'inizio del secolo scorso, con la crescita esponenziale delle produzioni industriali e della conseguente diffusione degli odierni stili di vita, la domanda di risorse naturali (energetiche, materiali, derrate agroalimentari e agroindustriali, acqua) è fortemente aumentata, ma non è migliorato il modo di utilizzarle, come se fossero illimitate e a basso costo; conseguentemente, sono aumentati gli impatti ambientali.

Le due crisi petrolifere (1973 e 1979) avrebbero dovuto fare capire che il principale (enorme) problema che l'intera umanità avrebbe dovuto affrontare è quello della limitatezza delle risorse, quindi dei loro costi crescenti. Ma non è stato così, tanto che, con la nuova fase di reindustrializzazione iniziata nel 1980, sono cambiati i criteri produttivi di ogni attività (flessibilità e informatizzazione), ma non è cambiato il modo di utilizzare le materie prime.

Questa rvoluzione è stata avviata per cercare di riassorbire i costi crescenti delle materie prime, mantenendo o anche aumentando i livelli precedenti di produzione, soprattutto perseguendo un aumento della produttività del lavoro (e degli impianti). Ma i modesti aumenti globali della produttività, e quelli altrettanto bassi del reddito fano concludere che la "rincorsa" al recupero dell'aumento dei prezzi delle materie prime mediante l'aumento della produttività del lavoro si deve considerare esaurita, con l'attuale tipo di sviluppo economico e sociale.

Può preoccupare questa concluzione "controcorrente", ma è corretta e onesta. L'alternativa è di imboccare subito la via dello "sviluppo sostenibile". Per usare meno e meglio tutte le risorse, i modi sono principalmente:

- Nuovi beni a lunghissima durata e intensità d'uso;

- Nuove tecnologie e sistemi eco-compatibili;

- Relazioni tra imprese che scambino scarti e rifiuti (ecologia industriale per creare cicli chiusi);

- Città e trasporti sostenibili;

- Utilizzo massimale dei beni.


Tali cambiamenti epocali troveranno resistenze inevitabili, come per ogni cambiamento, ma sono ormai inevitabili, creando anche un maggiore equilibrio tra le aree del mondo."


(comparso su "la Nazione" del 23/09/2008)

Senza titolo 890

  26 / 09 / 2008 / VENERDI' SS. COSIMO E DAMIANO !  TANTI ...... DA LUCKY !  :-)


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Senza titolo 889

  VE LO RICORDATE IL CARTONE ANIMATO AQUAMAN ?  :-)


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Senza titolo 888

  L'AVETE VISTO IL FILM LA VOCE DELLA LUNA ?  :-)


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Senza titolo 887

L'analisi


E' come prendere il vecchio baule che tenevi in soffitta portarlo alla luce del sole, cercare la chiave, aprire la serratura, lasciarsi sommergere dalle emozioni scaturite da ciò che contiene. Prendere i cimeli della tua giovinezza spolverali uno per uno e capire come mai li avevi nascosti lì dentro. Trovare un posto per loro nella tua camera, alcuni sulla mensolina sopra al letto, altri accanto ai tuoi libri più cari, altri ancora sulla scrivania dove studi e lasciarli lì fino a quando oramai non ti abitui alla loro presenza e li confondi nel tuo vivere quotidiano.

24.9.08

come risolvere il problema prostituzione in italia




Finalmente riesco a dare una risposta al commento  dalla  nostra utente  elitramonto  : << Perchè non è quello il modo ? Non va bene multare lucciole e clienti ? e quale sarebbe la soluzione?? >> al mio post sulla carfagna e la sua legge   in merito a tale argomento  .


Ma prima di iniziare faccio una premessa fra prostituzione e sfruttamento , fenomeni certo legati fra loro , ma che sono due cose diverse .La prima si può tollerare anche se disdicevole quando è volontaria , non minorile . La seconda NO, soprattutto quella minorile . Infatti per Prostituzione s'intende = un accordo tra adulti liberi e consapevoli, che liberamente e consapevolmente si accordano per scambiare denaro con prestazioni sessuali, la cui attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario. Secondo la voce omonima di wikipedia << L'uso del termine non è univoco e a seconda del Paese, del periodo storico o del contesto socio-culturale può includere qualsiasi atto sessuale e qualsiasi tipo di compenso (anche non in denaro) o indicare, moralisticamente ed erroneamente, coloro che intrattengono atti sessuali fuori dal matrimonio, o uno stile di vita simile a coloro che offrono le prestazioni o chi intrattiene atti sessuali disapprovati. Può indicare anche un comportamento zelante più del dovuto nei confronti di un superiore, finalizzato all'ottenimento di gratifiche lavorative o economiche. >> ., mentre per Sfruttamento = oltre ai varti significati elencati dal dizionario De mauro Pavia  esso è Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività della donna, da parte di persone che generalmente si presentano come protettori. Inoltre vi sono altre figure legate al fenomeno della prostituzione per cui può configurarsi, al posto dello sfruttamento vero e proprio, il reato di favoreggiamento.


Dopo queste precisazione andiamo a rispondere a Eli






  1. Perchè non è quello il modo ? Non va bene multare lucciole e clienti ? Perchè non è quello il modo ?




No perchè : a) le lucciole sono in maggioranza ( secondo alcuni ) o in minoranza ( secondo altri ed in particolare questo sito qui  quando non sono volontarie vittime di sfruttatori , e poi quelle extracomunitarie sono clandestine e quindi difficilmente pagano le multe o finiscono in carcere . Quanto ai clienti Perchè si scoraggiano dal ricorrere a quelle di strada sapendo che c'è una multa si rifuggiano su quelle d'appartamento o che girano su cellulari vedere annunci sui quotidiani e giornali d'annunci alla voce comunicazioni personali . Infatti tale fenomeno si sposterebbe ulteriomente dalla strada al chiuso , nei condomini negli alberghi . Infatti concordo con  quanto dice  Emma Bonnino che in una intervista al settimale Left \ avvenimenti n°48 del 29\9\2008 quando dice : << (... ) ho l'impressione di una grida manzoniana sufficientemente ipocrita e assolutamente inefficace (... ) Cesare beccaria ciha isegnato che il deterrente è la certezza della pena è non l'entità . (....) Si possono alzare le pene , ma non mi pare sia quello il deterrente >> .






  1. e quale sarebbe la soluzione ?




E l’aspetto dello “scandalo” della prostituzione di strada è reale, per i benpensanti, ma potrebbe essere di per sè affrontato con semplicissimi rimedi, come la zonizzazione senza bisogno di altro !


Tuttavia,proprio anche a causa di questo aspetto di attacco continuo che forze intolleranti rivolgono alla prostituzione, non disdegnando di utilizzare per questo la menzogna, ritengo che una regolamentazione e legittimazione della prostituzione sia necessaria e che la legge  Merlin che non è più adeguata ai tempi (nonostante certe incredibili affermazioni, come “Abbiamo chiuso il problema con la Legge Merlin (   testo della legge  e   contesto storico  che ha portato alla sua approvazione ) ) cinquantanni fa!” – On. Carlo Giovanardi, UdcIo Concordo nel ritenere che il “problema” della prostituzione in Italia sia stato in gran parte gonfiato ad arte, da chi cerca di portare non alla regolamentazione della prostituzione ma alla sua proibizione. E  che  proibendolo  è peggiio  come afferma  questa intervista  ad una prostituta   (  riporto qui il video  perchè  con flask player  non riesco a riicavarne il codice  embed  ) Sono inoltre d'accordo con quanto dice questo sito qui già   citato nelle righe  prima    : << Francamente, preferirei che l'argomento potesse essere affrontato secondo l'ottica della pura depenalizzazione: essendo la prostituzione, nella sua essenza, un accordo tra adulti liberi e consapevoli, che liberamente e consapevolmente si accordano per scambiare denaro con prestazioni sessuali, non ci dovrebbe essere grande bisogno di una legge che regola la cosa in sè.
Anche perchè per tutti gli aspetti veramente inaccettabili (schiavismo, violenza, sfruttamento dei minori ...) esistono già fior di leggi, con pene severissime, fatte applicare dalla magistratura sulla base del lavoro di indagine compiuto quotidianamente dalle forze dell'ordine.
Tuttavia la situazione, soprattutto italiana, è così incancrenita e così "inquinata" da considerazioni morali, moralistiche, di ordine pubblico, di xenofobia, ecc., che temo che ogni battaglia puntata solo sulla depenalizzazione sarebbe illusoria.
Regolamentare, perciò, mi sembra inevitabile e, a questo punto, occorre regolamentare bene. (...) >>
Prima di esporre la mia idea, voglio fare una
panoramica della situazione attuale, con particolare riguardo alla questione delle prostitute straniere.
Le prostitute straniere, infatti, sono quelle in maggiore stato di debolezza e precarietà, e questo non solo per l’aspetto della tratta schiavistica (che è minoritario) ma anche e soprattutto per quello legislativo e dei diritti (e questo, invece, è un aspetto che tocca quasi tutte le straniere).
Secondo me,
ogni ipotesi di regolamentazione della prostituzione in Italia non può prescindere dalla constatazione dell’esistenza di decine di migliaia di prostitute straniere, con il loro “status” peculiare e distinto da quello delle italiane.
Da ogni parte (anche da Don Benzi ...) si sente dire “le italiane non hanno e non creano grandi problemi, il vero problema è quello delle straniere”.
Giusto.
Peccato poi che quando vengono presentate le proposte di legge ci si accorge di solito che nessuna particolare considerazione viene accordata alle straniere, anzi sembra quasi che ci sia la volontà di fare leggi che ostacolano le straniere e tendono ad espellerle e a spingerle in clandestinità.
Le prostitute italiane hanno molte armi per difendersi: la “pelle dura”, le organizzazioni e i diritti dati dal fatto che sono cittadine italiane.
Le straniere no, e mi pare opportuno soffermarsi innanzitutto su di loro. >>




chi vuole farlo, può scegliere di prostituirsi e lo deve poter fare con il massimo della libertà, della dignità, della salute e della sicurezza personale




  • chi vuole farlo, può andare con prostitute e lo deve poter fare con la consapevolezza di muoversi in un ambito legale, controllato e non in mano alla delinquenza




  • chi non vuole nè prostituirsi nè andare con prostitute e magari è disturbato dalla vista di quelle attività deve essere rispettato e messo in condizioni di non esserne coinvolto, neppure “visivamente”; detto questo, deve ugualmente rispettare la libertà di chi vuole prostituirsi o andare con prostitute






Ecco come farei la regolarizzazione




A


abolirei questo decreto della legge merlin : proporre esplicitamente al cliente un rapporto a pagamento, da parte della prostituta, è illegale (reato di adescamento, tutt’ora presente nel nostro ordinamento per quanto veramente arcaico, incongruo con la riconosciuta legalità della prostituzione e comunque facilmente aggirabile) in quanto prostituirsi ed andare con prostitute è LEGALE (la legge Merlin non proibisce nè l’una nè l’altra cosa) lasciando invariati questi atri : lucrare sul lavoro delle prostitute è illegale, perfino se lo si facesse a fronte di servizi che si forniscono alle prostitute stesse e con il pieno e libero consenso delle interessate (reato di sfruttamento della prostituzione)., costringere qualcuno a prostituirsi è illegale (reato di riduzione in schiavitù) ., indurre qualcuno a prostituirsi è illegale (reato di induzione alla prostituzione)in quanto come dice lo stesso j Questa situazione, fino a venti anni fa (prima dell’esplodere della paura dell’AIDS e dell’arrivo in massa delle straniere) ha retto abbastanza bene: le prostitute per strada erano poche (e i benpensanti avevano pochi motivi per scandalizzarsi), quelle che esercitavano (spesso in casa propria) erano quasi tutte cittadine italiane e potevano quasi sempre farlo autonomamente e senza sfruttatori, le malattie veneree erano quelle “tradizionali”, forse erroneamente sottovalutate ma comunque curabili. Le situazioni più drammatiche erano quelle delle ragazze, di solito molto giovani, che si prostituivano perchè tossicodipendenti e quindi costrette a guadagnare molto, ogni giorno, per acquistare la dose quotidiana: ma qui l’aspetto veramente tragico non era la prostituzione in sè (anche se non va dimenticato che la prostituzione indotta dalla droga era, ed è tuttora, una scelta imposta dalle circostanze, non una libera scelta per guadagnarsi da vivere), quanto il fatto che fossero schiave della droga e destinate a terribili ripercussioni sul piano della salute.
Poi è arrivato l’
AIDS e la correlazione tossicodipendenza-AIDS-sesso si è immediatamente riflessa sulla prostituzione: ora la prostituzione tornava ad essere un problema di sanità pubblica. E la Legge Merlin, che abolendo le case chiuse aveva abolito anche ogni controllo sanitario, cominciava a scricchiolare ...
Poi sono arrivate le
prostitute straniere, parte di un molto più vasto flusso migratorio il più delle volte irregolare e clandestino. E questo ha portato nuovi problemi.


B


Permesso di soggiorno alle prostitute ( ovviamente volontarie , colaborazione con i pesi europei ed extraeuropei da cui partono per evitare abusi )


cosi s'eviterebbero tutti quei problemi di cui parla jonatthan qui e da cui ho tratto ispirazione per questo  post




C




  • al chiuso in strutture imprenditoriali come Eros Center, Club, Sexy Bar, ...




  • in casa individualmente




  • in casa in cooperative o altre associazioni di prostitute




  • in strada in apposite zone appartate e prive di abitazioni, dove non danno "fastidio" ai benpensanti (zone periferiche industriali, certe aree fieristiche, ...), ovvero la "zonizzazione"




  • in appositi "quartieri a luci rosse" analoghi a quelli olandesi e tedeschi, con appartamenti-vetrina che danno sulla strada (la cosa, nei fatti, coincide in gran parte con la "zonizzazione")




  • nell'abitazione stessa del cliente (prestazione a domicilio)







D )


DOPPIO REGIME FISCALE, A SCELTA DELLA PROSTITUTA.






  1. attività con registrazione al fisco come lavoratrice a tutti gli effetti, pagamento delle tasse e godimento di contropartite quali pensione e assistenza sanitaria.




  2. attività senza registrazione fiscale, senza pagamento delle tasse e senza contropartite. Eventualmente, pagamento forfettario di una moderata quota annuale a copertura dell’assistenza sanitaria minimale volta a prevenire e curare le malattie a trasmissione sessuale.




In altri termini, la registrazione al fisco sarebbe opzionale.

Fatta questa opportuna precisazione sugli aspetti fiscali, le mie linee guida sulla prostituzione considerata come una attività lavorativa sono le seguenti:

Istituire certi DOVERI:




  • registrazione di Polizia (per combattere i fenomeni di sfruttamento e predisporre i controlli sanitari), con il rispetto della privacy




  • un minimo di controlli sanitari, non ossessivi




  • eventualmente, tassazione del reddito; nel caso venisse fatta una tassazione del reddito, farlo con modalità presuntive, forfettarie o legate a parametri oggettivi (tipo: trattenuta di una frazione dell'affitto giornaliero di una stanza in un Eros Center), evitando modalità poco applicabili a tale attività e facilmente eludibili come le ricevute fiscali.




e garantire certi DIRITTI:




  • diritto all'assistenza sanitaria ed alla pensione nel caso si facciano pagar loro tasse e contributi.




  • diritto al permesso di soggiorno per le straniere che volontariamente scelgano di venire in Italia ad esercitare il lavoro di prostituta




  • pari diritti tra i sessi nell'esercizio della prostituzione















Senza titolo 886

  25 / 09 / 2008 / GIOVEDI' S. AURELIA !  BUON ONOMASTICO DA LUCKY !  :-)


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Senza titolo 885

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO TELEROMPO ?  :-)


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Inventiamoci una vita

                


Cari amici  del blog di Ceglie il commento di un anonimo lasciato  sul post   precedente,  mi ha suggerito il post di oggi. E la bellissima immagine sognata da Pino Santoro mi ha trasmesso l'energia che oggi mi mancava. Grazie Folletto Pinn, ti chiedo scusa se non ti ho chiesto il permesso, spero che mi perdonerai, desideravo sognare un po' anche io e tu con la tua immagine mi hai aiutato a sognare. Da una settimana che sono rientrata a Roma, la vita nella capitale sta diventando un' inferno, spero presto di tornare  alla mia terra rossa, gazie Folletto.


Commento: "Signora Franca,
grazie per la notizia, ma non mi faccia essere sarcastico...
Serve un esorcismo per venir fuori dal questo pantano. Beata lei che se n'è scappata...."..











utente anonimo



Oggi posso dire, che nella mia vita ho dovuto da sempre risolvere i miei probblemi, ancora oggi a settanta anni lo faccio. Cari amici, se vogliamo risolvere la nostra vita, bisogna tenere presente che ci dobbiamo rimboccare le maniche e  inventarci un lavoro, guardarci intorno e creare... creare qualcosa che ci dia da vivere.

Io non sono mai scappata difronte  agli ostacoli, mi sono ferita, mi sono fatta parecchio male, sto ancora lottando per non farmi sfilare la sedia da sotto il culo. Questa e la vita di noi comuni mortali, quello che ho, lo devo solo a me, alla mia costanza, nessuno, ripeto nessuno mi ha mai regalato nulla. Lo stato, la politica per me non esistono, sono al di fuori della mia vita, non mi sono mai aspettata nulla, ho due braccia, un cervello, due gambe  e tanta voglia di migliorare, continuerò a farlo finchè non verrà spenta la mia luce.Franca Bassi

Senza titolo 884

 L'AVETE LETTA LA FIABA IL CIGNO E IL CUOCO ? :-)


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Bello e impossibile



E




 





E  dire che

...

chiara

sincera

...

aurora

nasci

alba

muori!

Fabri Fibra ft. Gianna Nannini - In Italia

23.9.08

Senza titolo 883

  24 / 09 / 2008 / MERCOLEDI' S. PACIFICO CONF. !  TANTI AUGURI DA LUCKY !  :-)


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siamo tutti a rischio

  Dopo aver letto  lo studio  \ inchiesta  sull'abbondante uso  della cocaina   fra i giovani ( mia generazione  ) e  giovanissimifatto     dal n  in edicola  dela  rivista     geo  mi ero chiesto   perchè  poi leggendo questo articolo    del  il nord sardegna   del 23\9\2008 ho avuto la risposta  anche se  ovviamente  la  caduta  in tale    situazione dipende  da caso a caso e  dala  sua storia    personale  e privata  che lo haportato a  ciò 

La dipendenza patologica da droghe é    una vera e propria   malattia del cervello. La droga assunta,infatti, interferisce con il funzionamento di quelle zone cerebrali definite «sistema della gratificazione » alterandone l’equilibrio. Il benessere illusorio che si ricava dopo l’assunzione della droga é una forma di autoiposi, un rifugio della mente in cui tutto quello che avviene é irreale: il modo di percepire se stessi, il modo di valutare le proprie capacità e di rapportarsi agli altri. È come se il drogato nell’assumere lo stupefacente si auto procurasse uno stato di dissociazione dalla realtà. Il fenomeno nuovo a cui si assiste ai nostri giorni é la comparsa di nuove forme di dipendenza, non più da sostanze, ma da specifici comportamenti. Le nuove dipendenze sono tutte forme che influenzano e creano forti distorsioni nella vita di chi ne é affetto e degli stessi familiari.
Ne elenchiamo alcune tra le più conosciute: la dipendenza da internet la dipendenza da cellulare quella dal sesso dal lavoro dall'esercizio fisico ma anche la dipendenza affettiva oppure lo shopping compulsivo, fino alla dipen-

denza dal gioco d’azzardo patologico. Tutte queste nuove dipendenze, analogamente a quanto avviene per le droghe,creano l’illusione di un mondo apparente, irreale, da cui é  escluso il mondo reale spessocaratterizzato da disagi e sofferenze . La patologia consiste proprio in questo incontrollabile bisogno di fuga dalla realtà per l’ incapacità di tollerare il dolore mentale. Questi pazienti rinunciano, spesso consapevolmente, all’uso della ragione a vantaggio di un comportamento totalmente sottomesso all’emozione e all’impulsività. Purtroppo le vittime di queste dipendenze,che rappresentano vere e proprie patologie sociali, sono rappresentative di tutte le fasce sociali, culturali e generazionali. Questo testimonia il grave pericolo di diffusione che le nuove droghe rappresentano in una società che sembra non essere stata in grado, al momento, di oppor-re opportune contromisure.

Naomi sanna  P
sichiatra clinica e forense



Senza titolo 882

Entro in punta di piedi, non vorrei disturbare.


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Chiedo scusa a vossia ancora prima d'aver detto qualcosa,
chè se devo proprio cader di faccia preferisco ci siano le mani a ripararmi il volto.
(La punteggiatura è necessaria?)
In silenzi mai visti di anime sconvolte dalla rabbia, sotto cieli elettrici e trepidanti e intrepidi nell'agire, ho udito il lamento represso della verità che tentava, vanamente, di liberarsi dalle catene delle omissioni volute.
(Patetico ragazzo)
Nel rumore d'una lacrima che s'infrange sull'asfalto, nel muto fragore d'uno sguardo di dolore ho ascoltato il mondo intero piegarsi e sfaldarsi, scindersi e ricomporsi, capovolgersi e tornare dritto che poi dritto non è mai.
E dove pensiamo di poter andare, noi, senza voler vedere o sentire o toccare ciò che accade intorno ai nostri volti?
Noi che facciamo parte di una razza infida, bastarda, che tenta in ogni occasione di prevalere sui propri simili, che bada più al colore della pelle che alle parole o alle azioni quando nè i cani, nè i gatti, nè qualunque altro animale si cura del colore del quale il proprio simile ha il pelo.
Siamo davvero degni d'essere i padroni incontrastati di questo pianeta?
O meglio, siamo davvero degni di essere qualcosa in questo pianeta?
Lui ha rubato un pacchetto di biscotti e ha pagato con la vita, se per via del colore della pelle o meno non mi importa, è eccessivo in ogni caso.
Perchè non è stato ucciso un ragazzo dalla pelle scura, è stato ucciso un ragazzo e basta. E' stata uccisa una persona.

Dovremmo ricordarci, in ogni caso, che sulle lapidi non è segnato il colore della pelle che quel pezzo di marmo rappresenta.
Da morti siamo tutti uguali, che senso ha descrivere il colore della pelle di un cuore che ha smesso di battere?
E anche il sangue, trascurato fluido vitale, è del medesimo colore per tutti, persino per gli animali.
Finchè non ci entrerà in testa questo concetto saremo noi gli animali e gli animali gli uomini.

Non ho detto niente.
Ma mi diverte non dire niente, è quasi come dire tutto:
Lascia poco spazio ai commenti.

Omaggi e scusate il disturbo.

  [P.]

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