17.11.08

i politici e le gerarchie cattoliche non rispettano Eluana

Proprio mentre scrivo questo post mi torna in mente sia questo
inizio di canzone : << Non c'è più rispetto \ Neanche tra di noi \ Il silenzio è rotto >> ( Rispetto Zucchero ) sia questa frase : << Una delle ultime encicliche di Pio IX diceva che il primato della coscienza personale è dottrina certa nella nostra Chiesa. Perché questa violenza contro il padre di Eluana? Siamo molto vicini al fascismo >> tratta dall'intervista a Don Andrea Gallo sull'unita' ( Pag 6 ) di Oggi «
Riportavo sabato su questo blog il " adesso su Eluana per favore facciamo silenzio " della De gregorio in cui avevo salutato come un segnale di libertà la sentenza della Cassazione che stabilisce come «l’autodeterminazione terapeutica si debba estendere a tutte le fasi della vita». Si è liberi di stabilire come curarsi, se farlo e fino a quando. Liberi di disporre di sé. È un principio che – fino al limite del rispetto dell’altro, come accade nelle società democratiche – non credo possa essere materia di trattativa.
Ed in pieno accordo con quanto dice Lidia Ravera che mostrare le immagini di una giovane donna sorridente non aiuta a comprendere cosa ne sia di un corpo che giace esanime da 17 anni.Porta fuori strada, davvero.Infatti non metterò più foto nè di lei giovane e sorridente nè di lei ( se mai la famiglia autopizzerà , cosa che non mi sembra viste le fdichiarazioni del padre m Olivero Toscani a farne ) nè tanto meno ( dopo quesesto post ) del padre
.Sono pasati neanche unasettimana che Nessuno rispetta il silenzio Vescovi, politici, fiction tv: è un assalto contro la famiglia di Eluana Englaro . Ora mi chiedo ma la Chiesa ha dimenticato cosa sia il rispetto e il silenzio ?
Ho provato un griosso tromento \ indecisione come la De Gregorio nell'editoriale di Oggi : << (....) Abbiamo discusso a lungo,
ieri sera, se pubblicare in prima pagina lafoto di Giuseppe Englaro, il padre sotto assedio. Proprio perché avevamo chiesto silenzio: forse dobbiamo spegnere i riflettori noi per primi, ci siamo detti. Però poi ci è sembrato di dover dire che è un’indecenza accanirsi su una persona così addolorata, così tremendamente provata, così stanca e così sola.
Condurre una battaglia politica sulla pelle di un uomo e di sua figlia. «In nome del figlio», si intitola evangelicamente la fiction sui miracoli di RaiUno.

È dunque in nome del padre che vogliamo –per l’ultima volta - rispondere.Suo padre, un padre, nostro padre, padre nostro. >> . Adesso ritorno , spero di riuscirci al silenzio, chiudo il post d'oggi con il sottofondo la canzone Parole di Guggini qui il testo

P.s
poichè uso blogger da poco e non sono ancora causa forti problemi alla vista ad usarlo benen , trovate gli url sull'altro mio blog ( ce l'ho da 5 anni ) di splinder ne trovate l'url nel profilo o

Senza titolo 1041

PROIEZIONE DI ME


 


“Sai Maria, forse è proprio quello che ti sta accadendo. Il tuo è un percorso. Un percorso a ritroso. Il contrario dei soliti percorsi. Tutti cercano, piano piano e con sacrifici, di raggiungere la felicità mentre tu, invece, stai scivolando inesorabilmente nel buio, nella straziante agonia, tra le braccia infuocate del male eterno; ti senti così perché sei una peccatrice.”


“Paolo, così mi spaventi, aiutami ti prego, salvami dai miei pensieri.”


“sono qui per questo, o almeno spero.”


“Cosa vuoi dire?”


“Voglio dire che spero che sia io a poter aiutare te e non te a distruggere me!”


“Non riesco a seguire il tuo discorso..”


“Nulla. Capirai. Maria, tu in fondo stai vendendo il tuo corpo, manca poco per svenderti anche l’anima.”


“Veramente a me piace pensare che sto solo vendendo l’amore!”


“No! Tu non vendi l’amore. Tu vendi il sesso! Sei una puttana del sesso!”


Ancora gelo. Sgranai gli occhi cercando di capire il suo tono e il suo sguardo. Non lasciava trapelare nulla. Un filo di rabbia mi si impossessò improvvisamente e cominciai ad ansimare, quasi singhiozzando.


“Guarda se sei venuto fin qui per lanciare accuse sei capitato male!”


“Bene per oggi può bastare. Ci vediamo Lunedì prossimo alla solita ora.”


“Ma che fai te ne vai? Che razza di seduta è mai questa?”


“La seduta migliore che si possa fare con te!”


“Ma come ti permetti! Esci subito da questa casa!”


“Con molto piacere. Allora a Lunedì”


“Ma vaffanculo!”


 


La porta si chiuse, non riuscivo ancora a capacitarmi di cosa era accaduto, un uomo era riuscito a prendersi gioco di me, io, che con gli uomini usavo solo giocarci. Ero furiosa, non riuscivo a star ferma e piangevo di rabbia, cominciai a camminare su giù in quell’appartamento, la pancia comincio a bruciarmi così presi una bottiglia di amaro, un Montenegro, l’appoggiai sulle labbra e buttai giù una sorsata che dimezzò la bottiglia. Lo stomaco bruciò ancora di più, cominciai a dare testate al muro, non ero in me. Andai in bagno e guardai lo specchio: c’era una donna sui vent’anni, stanca, triste, che respirava a stento e aveva una piccola ferita sulla fronte; c’era una donna che non ero io, anche se, in quello specchio, io, non ci ero mai stata fondamentalmente.


Io, non avevo mai abitato quell’ appartamento. Io, per il mondo, quasi non esistevo. Io, non esistevo neanche per me stessa. Io, ero una proiezione di me in uno specchio che non mi rifletteva.


 


Luja

Senza titolo 1040

  VI PIACEVA IL FUMETTO TOM & JERRY ?  :-)


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Il mio giaciglio

                                      

 Il mio giaciglio


Sono lontani  quei giorni di paura.
Nella mia mente ci sono ancora.
C' era la guerra!
Nascosta  nella piccola casa di pietre
tra i rami di alberi  antichi di castagno.
C'era la guerra!
L' odore di erbe selvatiche regnava intorno
il Rio Torbito  nasceva  scorreva canterino,
nel suo letto si faceva strada 
scivolando tra le pietre basaltine.
Un  giaciglio di foglie di  pannocchie
adagiate su uno strato di  canne verdi
questo era il mio giaciglio di bambina.
Ricordo l'odore di fieno.
Quel profumo di erbe che  mi racchiudeva,
io sotto uno strato di  foglie di pannocchie
nascondevo  la mia paura.
Cercavo una tana...cercavo la mia stanza
cercavo il  mio letto di ferro battuto
cercavo il profumo di casa.
Mi mancava  tanto la mia bambola di  pezza
cercavo il gatto sulla sedia
lo scoppiettio della legna nel camino
cercavo  la voce  di nonna Betta
che la sera  al lume di candela
mi raccontava le favole
per farmi addormentare.


franca bassi



Cari amici questa immagine l'ho trovata in rete somiglia al mio bosco antico di castagni, nella valle del Rio Trorbido, sotto è il rio Torbido l'immagine è di mio nipote Sandro Bassi.sandro


Erano giorni molli

Erano giorni molli
passati come un budino
sulle strade di Pescara
nell'adolescente noia,
poggiata sui muri
della mensa ferroviaria.

E tutto appariva così strano,
quando del sesso non si parlava mai
e i tuoi compagni
appuntavano matite conservando i trucioli.

Il fumo denso
di una locomotiva,
gli occhi di una donna persa
al banco del mercato coperto
e manifesti a strati come cipolle
su muri con mattoni nudi
vicino al bar dei sette veli.

Un prete che recitava a memoria
cose che non capiva
e tu con i capelli spettinati
e una camicia fiori
innamorato di Nada
con gli occhi a pesce lesso.

Erano giorni molli
quando Pescara ti sputava
il ventre,
ma il sessantotto covava
sotto il pavimento gonfio,
come le radici degli alberi
accanto al parco Florida

Senza titolo 1039

Eri il mio sole


 


Eri il mio sole


volevo esserti fiore


ma nuvole ti nascondevano


ho provato ad essere sole


ma nuvole ti nascondevano


ancora


volevo guardarti


volevo che tu mi guardassi


radiosa


ma nuvole tra noi


sempre


e sarò nuvola allora


che tu sia fiore o sole


vedrai


laddove ha casa il mio cielo


ti sarò nell’anima


 


Pietro Atzeni

Senza titolo 1038

  L'AVETE VISTO IL FILM STORIA DI RAGAZZI E DI RAGAZZE ?  :-)


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16.11.08

premio amicizia

  Oggi  ho ricevuto un premio  , un premio amicizia   ecco il  regolamento

Di seguito le regole del ricevimento e conferimento premio:
1. Indicare da chi si è ricevuto il conferimento al premio;
2. Dire il motivo per cui si è deciso di creare il proprio blog;
3. Dire qual'è la propria arte preferita;
4. Onorare altri tredici blog amici;

Indicare da chi si è ricevuto il conferimento al premio;




Ringrazio con tutto il mio cuore orchiosettina (  vistalaluce.splinder.com  ) per avermi assegnato questo premio e  rifaccio ancheio la stessa cosa  con alcune  persone
chiedo  scusa  se altre   sono comprese  nell'elenco generico   a tutti gli utenti  nelmio blog  , ma  purtroppo è impossibile  premiasrvi tutto   e lo spazio a  disposizione  e  poco  .


     Il motivo perchè ho deciso di creare il blog  


Essò  è già espresso nele  faq   )  trovate  gli url sul lato destro del template   e nel manifesto del  blog    ovvero il  primo ost  lo trovate  nell'archivio  , ma qui  voglio  spiegarlo meglio  .
Per  confrontarmi ,  scambiare  esperienze   e pareri  , non vivere  solo come  monumento  , per  evitare  che i   cervelli epnsanti   non vadano dispersi   dal conformismo  acritico   o   vado all'ammasso  mediatico  e  culturale 



 Dire qual'è la propria arte preferita 
tutte  , perchè oigni uno di noi è  un  artista


 
Onorare altri tredici blog amici


  chiedo  scusa  se altre   sono comprese  nell'elenco generico   a tutti gli utenti  nelmio blog  , ma  purtroppo è impossibile  premiasrvi tutto   e lo spazio a  disposizione  e  poco  .



http://vistalaluce.splinder.com/  http://fronesis82.splinder.com/ e http://patmam.splinder.com/
 che hanno  e  sanno  fare  della  loro malattia  una richezza per  se  e  per  gli altri    senza piangersi addosso e m'aiutano  nei momenti di crisi e  di sconforto  davanti  ai miei  problemi di  salute   in particolare  a  gi occhi 

lesploratore.splinder.com/
 pssato , presente   e futuro . la  nostra menoria  insomma 
scuoladivita.splinder.com/
Chi sono: lo saprò quando avrò smesso di pensare... pensare... pensare..
http://diteloame.splinder.com/ , mariopischeddainmovement.blog.tiscali.it/ ,
  quando la  follia  e la pazzia    è arte  due  artisti poliedrici  che mi danno lezioni di vita
dimelaltra.blogspot.com/
un anima  profonda  e combattiva 
donielv16.multiply.com pietroatzeni.splinder.com

solo la poesia ispira la poesia Non avere paura di difendere le tue idee
a volte è meglio avere ragione da soli che torto in compagnia ( Pietro Atzeni )
mariodomina.wordpress.com/
 come dovrebbe essere spiegata  la filosofia nelle  scuole 
 http://censurato.splinder.com
Notizie censurate, filmati, musica, spot, video musicali, canzoni, arte, foto, pubblicità e altro materiale censurato in Italia e all'estero.

nuvolecaffe.splinder.com/ Una  che  viaggia  , come me   , con la ment e   senza mezi artificiali ( alcoll e  droghe  )  Alice dopo essere tornata dalla tana del coniglio..Cenere cenere e ancora cenere di me stessa
http://ceglieterrestre.splinder.com

  come    ricostruire   e rialzarsi mentre  tutto intorno  crolla 
http://faldoni.splinder.com/
  questa  frase   che  introduce il suo blog  dice  tutto 

Chi siamo e da dove arriviamo ancora non lo sappiamo. Siamo certi che ivi idilliaco spazio è aperto a voi tutti, che v’entrerete con l'umiltà che vi s'addice. Liberate la mente da negativi pensieri, regalatevi emozioni pure e sincere, alla fine vi faranno piangere, ridere e soprattutto ritrovare l'io perduto nella non mente. (E.S.A. Lesath)
popolosovrano.splinder.com  solaria.splinder.com                     http://blogazione.splinder.com/
 un esempio di democrazia   ,   cervello pensante    e  non mandato all'ammasso
http://lisoladelpiratadellamor.splinder.com/
la mioa nave pirata per  eccellenza
tisbe.splinder.com
mi aiuta  a  scoprire il "senso" della vita, al di là del bene e del male


Un saluto  e  un abbraccio speciale a tutti gli al
tri iscritti     del mio blog e  a  tutti quelli che commentano   .  e  a  tutti gli altri cdv  esterni  \  non splinder  .  che m'aiutano ad  andare  avanti e  a reggere  i venti  della  vita  per  parafrasare  una  famosa  canzone siamo  barche in mezzo al mare  

L'ultimo tabù

L'immagine della ragazza crocifissa sul letto, che Telefono Donna di Milano ha lanciato per la ricorrenza del 25 novembre, ha scosso i nervi all'assessore Cadeo (Maurizio, non Cesare), di Alleanza nazionale. Secondo quest'ultimo, il ritratto offenderebbe la tradizione cristiana.















"Il seno è nudo - annota Stefano Rossi di "Repubblica" - la bella ragazza bruna è sdraiata sul letto..."; sul medesimo quotidiano don Andrea D'Asta, gesuita e critico d'arte, è più dettagliato: "C'è una donna bella e attraente che assume innegabilmente la posizione della croce ma che contemporaneamente ricorda la posa ammiccante della protagonista torbida del film American Beauty. Fotografata dall'alto, per insistere sul suo corpo. E' posta nuda su di un letto invitante, soffice, con cuscini collocati in modo da insistere sulla forma della croce. Ha i capelli scomposti, ma non le alterano il volto. Il richiamo alla croce è evidente, ma l'atteggiamento della donna è attraversato da una intensa sensualità, accentuata da un atteggiamento di resa invitante. La frase 'Chi paga i peccati dell'uomo?' è sovrapposta al pube".

Questa lunga citazione non manca di sorprendere, data la sua completa consonanza col giudizio ben più grossolano, ma senzainfingimenti,dell'assessore Cadeo.  
Non ci si attende, dall'assessore Cadeo, una conoscenza approfondita di Storia dell'arte. D'altro lato, giacché si proclama così ligio alla tradizione cristiana, si sarà pure accorto, anche distrattamente, anche sbadatamente, della presenza di numerose immagini licenziose nelle chiese, soprattutto antiche. Riguardo alla ragazza nuda l'accostamento con Guido Reni, rilevato da alcuni osservatori, pare evidente.
Anche Cristo era nudo; il Crocifisso di Santo Spirito, opera giovanile di Michelangelo, lo è poi totalmente. Privo persino di quel nubente e arioso panneggio che svela più di quanto vorrebbe celare e che si confonde con le tenere e lattee carni del Redentore. La casta virilità del Buonarroti non poteva accettare questi eufemismi pittorici: maschi o femmine, indistintamente, avevano per lui un'essenzialità spartana e sacrale. Via tutto, nel segno del definitivo incontro con Dio, di fronte al quale ognuno compare irrimediabilmente disadorno.

Nelle opere di Michelangelo si ravvisa sempre una perentorietà scultorea. Ben diversa da quello spirito balzano e ridente di Leonardo, dal cui san Giovanni trapelano fantasiose estasi ambigue, estri da soubrette, capricci di santi. E' il cielo, in fondo, a sfuggirci come un tinnulo monello. Per non parlare di San Sebastiano: presentissimo nelle pale d'altare, oggi dimenticato dai devoti (ma recuperato dalla cultura gay che ne ha fatto una sorta di icona: curiosando sul web ho trovato questa breve carrellata, piuttosto accurata anche se non vi compare un piccolo gioiello della cinematografia contemporanea, il Sebastiane di Derek Jarman).

Di fronte a questi Cristi in deshabillé, martiri discinti,profeti scollacciati la "tradizione cristiana" si è sempre devotamente genuflessa, compresi i principi della Chiesa che solo in uno dei momenti più bui della loro storia hanno pensato di ricorrere al "Braghettone" per cancellare, con la nudità dei corpi michelangioleschi, il proprio morboso tarlo.

Che l'assessore teocon, per nulla turbato dalla quotidiana esibizione di veline e ninfette da parte delle tv del suo potente alleato, lo ignori platealmente, non può meravigliare. Stupirebbe, semmai, che la sua "valutazione" sia sostanzialmente condivisa da uno stimato critico d'arte. In realtà, il paesaggio di formazione dei due è in fondo il medesimo.

Quanto a don D'Asta, solo un temperamento creativo, o, al contrario, molto occhiuto, poteva concepire associazioni di idee tanto ardite: la ragazza martirizzata ma bella (il prete ne preferiva una brutta, evidentemente), sul letto "soffice" (demoniaci languori, forse era meglio un rozzo tavolaccio), e, suprema empietà, quella frase "sovrapposta al pube": e a questo punto verrebbe da chiedere al padre molto reverendo dove l'avrebbe collocata, dato che si parla di stupro.

Il vero motivo di questa levata di scudi non è stato ravvisato, a mio parere, nemmeno dal pur ottimo Michele Serra, che preferisce soffermarsi sullo scandalo suscitato dalla Croce. Non che tale scandalo smetta di accecare: il guaio è che agli attuali farisei mancano persino gli occhi, e gli è rimasta solo la stoltezza. Quando la croce si reimpossessa del suo significato profondo è inevitabilmente legata al corpo, e al corpo nudo, straziato, certo, ma anche polposo, estenuato e serico come i quadri di Reni, perché anche in essi palpita il murmure dell'innocenza violata. La croce è sangue e terra, disfatta e rinascita della carne umana. Appartiene all'umanità, vi si identifica.



Ebbene. Cristo, san Sebastiano, san Giovanni e pureilre Davide (quello che danzava svestito davanti all'arca del Signore) erano spogliati, dolenti, languidi, ammiccanti, sanguigni o siderei, ma tuttavia maschi.

La donna crocifissa, dunque - peraltro non la prima in assoluto, un'immagine simile comparve sulla copertina dell'"Espresso" negli anni '70, in occasione del dibattito sull'aborto - traumatizza l'incolto Cadeo e l'erudito D'Asta perché essa stessa bestemmia. Scandalizza non la sua sensualità, ma il suo sesso.


E' chiaro: l'uomo, nudo o vestito che sia, è immagine di Dio. La donna, no. Malgrado tardive e ipocrite dichiarazioni di principio, Dio, secondo la tradizione cattolica, continua ad avere un sesso ben preciso e quel sesso è maschile: in un maschio Dio si è incarnato, un maschio celebra e benedice, in persona Christi, dall'altare. Il recente Sinodo dei vescovi, ignorando alteramente le richieste d'una maggior partecipazione delle donne alla vita della Chiesa, ha presentato come "novità" la concessione alle femmine d'accedere al lettorato e di distribuire la comunione: compiti che, in verità, esse svolgono da molti anni. In compenso è riaffiorata l'antica contrarietà papale alle chierichette, la cui presenza Ratzinger, da cardinale, combatté vigorosamente. Anche qui, per lo stesso motivo: la donna non è degna di rappresentare Dio.



"Dio è certamente padre, ma è anche e soprattutto Madre": queste dolcissime parole, pronunciate dal dimenticato Giovanni Paolo I, riecheggiano in realtà numerosi passi biblici, in cui il Signore stesso si paragona a una donna incinta, a una chioccia, a una casalinga accorta. Ma Ratzinger, seguendo, in ciò, la linea del suo predecessore, ha ritenuto opportuno rimettere tutti (e tutte) in riga, decretando: “Madre non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio”.

Se la donna non è in nessun modo accostabile a Dio, figurarsi il suo corpo, naturalmente peccaminoso e tentatore. Non per nulla il padre D'Asta puntualizza: "Paula Luttringer, fotografa argentina sequestrata ai tempi della dittatura militare, parla della violenza delle donne desaparecidas fotografando semplicemente dettagli delle carceri in cui avvenivano le sevizie. Queste immagini mostrano il grande pudore e discrezione di un'artista che denuncia, suggerendo 'frammenti' di un dolore sconvolgente .








Senza titolo 1037

  QUESTA E' UNA VECCHIA GRATTUGIA IN LEGNO ! L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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L'immagine della ragazza crocifissa sul letto, che Telefono Donna ha lanciato per la ricorrenza del 25 novembre, ha tolto il sonno all'assessore milanese Cadeo (Maurizio, non Cesare), di Alleanza nazionale. Secondo quest'ultimo, il ritratto offenderebbe la tradizione cristiana.
"Il seno è nudo - annota Stefano Rossi di "Repubblica" - la bella ragazza bruna è sdraiata sul letto..."; sul medesimo quotidiano don Andrea D'Asta, gesuita e critico d'arte, è più dettagliato: "C'è una donna bella e attraente che assume innegabilmente la posizione della croce ma che contemporaneamente ricorda la posa ammiccante della protagonista torbida del film American Beauty. Fotografata dall'alto, per insistere sul suo corpo. E' posta nuda su di un letto invitante, soffice, con cuscini collocati in modo da insistere sulla forma della croce. Ha i capelli scomposti, ma non le alterano il volto. Il richiamo alla croce è evidente, ma l'atteggiamento della donna è attraversato da una intensa sensualità, accentuata da un atteggiamento di resa invitante. La frase 'Chi paga i peccati dell'uomo?' è sovrapposta al pube".
Questa lunga citazione non manca di sorprendere, data la sua completa consonanza col giudizio ben più grossolano, ma senza infingimenti, dell'assessore Cadeo.
Non ci si attende, dall'assessore Cadeo, una conoscenza approfondita di Storia dell'arte. D'altro lato, giacché si proclama così ligio alla tradizione cristiana, si sarà pure accorto, anche distrattamente, anche sbadatamente, della presenza di numerose immagini licenziose nelle chiese, soprattutto antiche. Riguardo alla ragazza nuda l'accostamento con Guido Reni, rilevato da alcuni osservatori, pare evidente.
Anche Cristo era nudo; il Crocifisso di Santo Spirito, opera giovanile di Michelangelo, lo è poi totalmente. Privo persino di quel nubente e arioso panneggio che svela più di quanto vorrebbe celare e che si confonde con le tenere e lattee carni del Redentore. La casta virilità del Buonarroti non poteva accettare questi eufemismi pittorici: maschi o femmine, indistintamente, avevano per lui un'essenzialità spartana e sacrale. Via tutto, nel segno del definitivo incontro con Dio, di fronte al quale ognuno compare irrimediabilmente disadorno.
Nelle opere di Michelangelo si ravvisa sempre una perentorietà scultorea. Ben diversa da quello spirito balzano e ridente di Leonardo, dal cui San Giovanni trapelano fantasiose estasi ambigue, estri da soubrette, capricci di santi. E' il cielo, in fondo, a sfuggirci come un tinnulo monello. Per non parlare di San Sebastiano: presentissimo nelle pale d'altare, oggi dimenticato dai devoti (ma recuperato dalla cultura gay che ne ha fatto una sorta di icona: curiosando sul web ho trovato questa breve carrellata, piuttosto accurata anche se non vi compare un piccolo gioiello della cinematografia contemporanea, il Sebastiane di Derek Jarman).
Di fronte a questi Cristi in deshabillé, martiri discinti, profeti scollacciati la "tradizione cristiana" si è sempre devotamente genuflessa, compresi i principi della Chiesa che solo in uno dei momenti più bui della loro storia hanno pensato di ricorrere al "Braghettone" per cancellare, con la nudità dei corpi michelangioleschi, il proprio morboso tarlo.
Che l'assessore teocon, per nulla turbato dalla quotidiana esibizione di veline e ninfette da parte delle tv del suo potente alleato, lo ignori platealmente, non può meravigliare. Stupirebbe, semmai, che la sua "valutazione" sia sostanzialmente condivisa da uno stimato critico d'arte. In realtà, il paesaggio di formazione dei due è in fondo il medesimo.
Quanto a don D'Asta, solo un temperamento creativo, o, al contrario, molto occhiuto, poteva concepire associazioni di idee tanto ardite: la ragazza martirizzata ma bella (il prete ne preferiva una brutta, evidentemente), sul letto "soffice" (demoniaci languori, forse era meglio un rozzo tavolaccio), e, suprema empietà, quella frase "sovrapposta al pube": e a questo punto verrebbe da chiedere al padre molto reverendo dove l'avrebbe collocata, dato che si parla di stupro.
Il vero motivo di questa levata di scudi non è stato ravvisato, a mio parere, nemmeno dal pur ottimo Michele Serra, che preferisce soffermarsi sullo scandalo suscitato dalla Croce. Non che tale scandalo smetta di accecare: il guaio è che agli attuali farisei mancano persino gli occhi, e gli è rimasta solo la stoltezza. Quando la croce si reimpossessa del suo significato profondo è inevitabilmente legata al corpo, e al corpo nudo, straziato, certo, ma anche polposo, estenuato e serico come i quadri di Reni, perché anche in essi palpita il murmure dell'innocenza violata. La croce è sangue e terra, disfatta e rinascita della carne umana. Appartiene all'umanità, vi si identifica.
Ebbene. Cristo, san Sebastiano, san Giovanni e pure il re Davide (quello che danzava svestito davanti all'arca del Signore) erano spogliati, dolenti, languidi, ammiccanti, sanguigni o siderei, ma tuttavia maschi.
La donna crocifissa, dunque - peraltro non la prima in assoluto, un'immagine simile comparve sulla copertina dell'"Espresso" negli anni '70, in occasione del dibattito sull'aborto - traumatizza l'incolto Cadeo e l'erudito D'Asta perché essa stessa bestemmia. Scandalizza non la sua sensualità, ma il suo sesso.
E' chiaro: l'uomo, nudo o vestito che sia, è immagine di Dio. La donna, no. Malgrado tardive e ipocrite dichiarazioni di principio, Dio, secondo la tradizione cattolica, continua ad avere un sesso ben preciso e quel sesso è maschile: in un maschio Dio si è incarnato, un maschio celebra e benedice, in persona Christi, dall'altare. Il recente Sinodo dei vescovi, ignorando alteramente le richieste d'una maggior partecipazione delle donne alla vita della Chiesa, ha presentato come "novità" la concessione alle femmine d'accedere al lettorato e di distribuire la comunione: compiti che, in verità, esse svolgono da molti anni. In compenso è riaffiorata l'antica contrarietà papale alle chierichette, la cui presenza Ratzinger, da cardinale, combatté vigorosamente. Anche qui, per lo stesso motivo: la donna non è degna di rappresentare Dio.
A. Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1610 (Pommersfelden, Collezione Graf von Schönborn). L'artista, da giovane, subì violenza.
"Dio è certamente padre, ma è anche e soprattutto Madre": queste dolcissime parole, pronunciate dal dimenticato Giovanni Paolo I, riecheggiano in realtà numerosi passi biblici, in cui il Signore stesso si paragona a una donna incinta, a una chioccia, a una casalinga accorta. Ma Ratzinger, seguendo, in ciò, la linea del suo predecessore, ha ritenuto opportuno rimettere tutti (e tutte) in riga, decretando: “Madre non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio”.
Se la donna non è in nessun modo accostabile a Dio, figurarsi il suo corpo, naturalmente peccaminoso e tentatore. Non per nulla il padre D'Asta puntualizza: "Paula Luttringer, fotografa argentina sequestrata ai tempi della dittatura militare, parla della violenza delle donne desaparecidas fotografando semplicemente dettagli delle carceri in cui avvenivano le sevizie. Queste immagini mostrano il grande pudore e discrezione di un'artista che denuncia, suggerendo 'frammenti' di un dolore sconvolgente".

Non dubitiamo della forza degli scatti della Luttringer, ma crediamo che il dolore sia necessariamente spudorato, altrimenti diventa a sua volta menzogna e violenza.
Negare Cristo nella donna comporta inevitabilmente negare il dolore totalizzante dello stupro, la sua universalità, la sua, direi, cittadinanza. Negare Cristo nella donna significa che la sofferenza di quest'ultima non ci riguarda, perché appartenente a una creatura altra o, peggio, a una "non-creatura". Ma il dolore crocifisso passa anche per un corpo concreto e visibile, grida dal suo pube, langue nelle sue viscere e sul suo petto martoriato. Anche se quel corpo è un parziale, sconsacrato, indecente corpo femminile.

15.11.08

Basta speculazioni su Eluana e no a leggi ad personam

             Il rosario de La Carne (  Vinicio Capossela )


Consolate la mia carne
Nella carne che sei
Nella carne che ritornerai
Solitudine della carne
Delle anime di ogni carne
Patimento della carne
Corpo sacro della carne
Compassione della carne
Fuoco fatuo della carne
Carne e carne
La morte della carne…
Pietà della carne
Lutto della carne
Il buio della carne
[....]


Lasciamola  morire  in pace , ma  soprattutto  finiamola  di parlare   pro  e  contro  sui  di Lei  . Quindi     condivido  l'editoriale  di Concitta De Gregorio sull'unità di oggi  : << ( ...) SU ELUANA, proprio su di lei, vorrei non dire e che non si dicesse una parola di più. Parliamo ancora dei princìpi che regolano le nostre vite e delle norme che dovrebbero ordinarle, certo. Ma non più di questa ragazza, per favore. Adesso spegniamo i riflettori e i microfoni, lasciamo in pace lei e la sua famiglia. Adesso facciamo silenzio. >> qui  il resto del testo 
Quindi   io  , e  vi  chiedo  (
non  è  censura  ne  tanto meno tabu sia  ben chiaro )   di  fare  altrettanto , soprattutto   ( cosa  che farò anch'io  ) non pubblichiamo più  foto nè  di lei  in vita  o morta   nè  del padre   e  della madre   , per  rispetto verso di Lei e  i suoi  familiari  . Se ne  riparlerà   a morte  avvenuta  all'estero  come credo  visto  che  in Italia ( non tutti ovviamente come potete notasre  dal video sotto riportato )




 
siamo imbelli  per  paura  di  andare  contro il vaticano e le  sue pressioni sullla  classe politica
.

quando l'ideologia fa prendere abbagli

Qualche  giorno fa  stavo    cazzeggiando   su youtube   cercando ispirazione   per  quealche post   e  trovo   un  video  ( non  ,  SIc ,  quello qui  sotto proposto  , in quanto Incorporamento disattivato su richiesta  ,  ma chi vuole lo trova  qui ) della   La Camisa Negra








 







è una canzone del chitarrista e cantautore colombiano Juanes, terzo singolo estratto dall'album Mi Sangre, uscito in America Latina nel 2005. In Europa la canzone è stata lanciata come primo singolo dell'album.La canzone, il cui titolo tradotto in italiano significa La Camicia Nera, ha suscitato varie controversie in Europa e specialmente in Italia, quando qualcuno ha associato il titolo alle Camicie Nere fasciste, ed in seguito a ciò l'esecuzione della canzone in alcune discoteche è stata accolta da alcuni avventori con il saluto a braccio teso ed inneggi al passato regime. In seguito a questi episodi il network Indymedia ha proposto il boicottaggio della canzone.In realtà, come ha spiegato lo stesso autore, la camicia nera cui fa riferimento è un simbolo di lutto. Infatti i primi versi della canzone sono: "Tengo la camisa negra / hoy mi amor está de luto...".A sgonfiare la polemica ha provveduto il buffissimo  cantante e cabarettista Checco Zalone parodiando il brano durante la trasmissione televisiva Zelig, cambiandone il titolo in La fedina nera. Ma  evidentemente  la  gente   sia i  fascisti   sia  la  sinistra  sia  quella vecchia  (  come mio padre  )  sia quella  nuova  parlando  senza  conoscere il testo    che trovate qui con una  buona  traduzione  e  come  avrebbero dovuto capire   già dai  primi versi dela canzone  che  riporto sotto  e  che ringrazio  www.ilvolodeigabbiani.it/  per  avermi aiutato    a conviocere mio padre    che stava  sbagliando 



 


Tengo la camisa negra
hoy mi amor esta de luto
Hoy tengo en el alma una pena
y es por culpa de tu embrujo
Hoy sé que tú ya no me quieres
y eso es lo que más me hiere
que tengo la camisa negra
y una pena que me duele


Ho la camicia nera
oggi il mio amore è in lutto
Oggi ho nell'anima una pena
ed è per colpa del tuo tradimento.
Oggi so che tu non mi vuoi più
e questo è quello che più mi ferisce
che ho la camicia nera
ed una pena che mi fa male


 



Quella donna in croce figlia di uan banalità ( campagna contro le violenze contro le donne )

;a  campagna  di sensibillazione    contro la  violenza  delle donne  ha  com'era  prevedibile 
il solito vespaio di polemiche e le soliite richieste di censura il manifesto proposto per ricordare la Giornata mondiale contro l'orribile piaga della violenza sulla donna.

Infatti  era  scontato  e  non era   difficile  ma  prevvedibile  e  che   che l’immagine di una donna ritratta nella postura sofferente della crocifissione non facesse discutere .              Così sta andando. Come <<da copione, sfogliato in anni e anni  di spesso presunte trasgressioni e spesso reale censura >>  come  dice  Guido  Barzoletti  su Epolis    di oggi  << Già, proprio lei, pronta questa volta a crocifiggere il manifesto che l’associazione onlus donna Telefono ha proposto al Comune di Milano di affiggere in occasione della Giornata mondiale contro la violenza   sulla  donna in calendatio il prossimio 25 novembre  >> . Una donna distesa su un lenzuolo bianco, le braccia allargate e appoggiate su due cuscini bianchi, le gambe a sovrapposte, mani e piedi nella posizione che ricorda quelle inchiodate di chi subisce quel suppliziotremendo. Ora, è inutile girare attorno alle immagini, sappiamo tutti  atei e  agnoistici  , laici o credenti  di cosa stiamo parlando: quella donna richiama il dramma fondante della Cristianità, sta al posto di Gesu . Ora   La croce non c’è, ma la posizione a quella rinvia e subito qualcuno (  ovviamente   i cattolici   intransigenti   io non ce la  vedo )   ne ha tratto la conclusione di un’equivalenza blasfema e inaccettabile per i credenti.
 Infatti   ( e  e qui mi trova  d'accorrdo  )  << Quando  , come dice   sempre  l'articolo di Epolis , << quando le cose partono così, quando si trasformano in uno scontro frontale tra i Massimi Sistemi, con le frecce acuminate delle ideologie sul punto di scoccare l’una contro l’altra, non si va da nessuna parte >> Qualcosa  però si può   dire  su  quella figura. Intanto, non     pecca di originalità ,  un simbolo  ormai  banalizzato  e  scontato ormai  logoro o  Jurassico , una trasgressione  che  non trasgredisce più   . Infatti  La Croce è   sempre stata un cavallo di battaglia della polemica dissacrante, un segno prediletto per   anatemi e interdetti contro   ipocrisie e perbenismi. A intervalli regolari è già apparsa, e più volte, a simboleggiare la   condizione della donna deprivata dei suoi diritti e della sua   libertà, la guerra che non risparmia nessuno, gli omosesuali discriminati, i poveri che  muoiono della loro condizione.... Basterebbe ricordare certe   copertine de L’espresso  o di panorama  ( quando allora  era  tale e  non u a  velina   )   degli anni '60\70, certe   performance dell’avanguardia   e, sul piano della pura poesia e   del sublime, la crocifissione   del povero Stracci che muore   dell’ossimoro di sé, soffocato   dalla propria insaziabile fame, ne La ricotta di Pier Paolo Pasolini.. Ma erano altri tempi.   E, poi, francamente, quest’imagine così bianca pulita e  laccata, senza drammaticità alcuna, congelata nell’astrazione di una posizione, sembra   uno  degli ammiccamenti di certi calendari  (  presenti  da  calzolai , camionisti  , barbieri  e ora  rappresentati anche in parlamento  )  . Ora   per gridare contro una violenza intollerabile e  che tutti ci riguarda, non c’è   bisogno del luogo comune  oramia  banalizzato  arte  secondo alcuni pornografia  di una donna in croce . Cosi  come  non c'è bisogno  ne  di scandalizzarsi  ne  tanto  meno d censurare   o vietare  .

‘Eppure quando guardo il cielo’

‘Eppure quando guardo il cielo’ , è una frase di Anna Frank scritta nel suo diario, nella pagina di sabato 15 luglio 1944...Dovremmo fare di questa frase la ricerca esistenziale della nostra vita, il nostro cammino verso la luce attraversando il ponte del sogno che vorrebbero, uomini senza fantasia, trasformare in una sorta di giostra degli orrori. NESSUNO PUO' CAMBIARE O COMPRARE LA FANTASIA ed è questa l'etica umana della risposta a qualsiasi inflizione e tortura che si camuffi sotto il nome di Stato, Religione, Regime, Cordone sanitario, Ordine pubblico, etc. etc....

"Eppure quando guardo il cielo"


sono la tua stella e mi sento vicino al tuo sogno.


Vorrei cantare e alzo le mie labbra


e sento


e ascolto


e copro col mio intelletto libero


musiche celesti


arrivano dal vento, cullate dalle nuvole.


Angeli che guardano il mio cuore


e lo illuminano d'amore.........


......ancora e sempre.


(Ugo Arioti Omaggio ad Anna Frank)

Parla vincenzo canterini comandante del VII reparto alla scuola diaz ( genova 2001 )

<< i miei uomini  hanno pagato per  tutti >>
  forse  avrebbero  risparmiato  se invece  avrebbero    fatto   a metà  con gli altri e non  facendo i generosi   .   La  prossiam  volta  conti  separati

Amo la sua voce calda :)




pubblicità contro la violenza sulle donne




Ha scatenato il solito vespaio di polemiche e le soliite richieste di censura il manifesto proposto per ricordare la Giornata mondiale contro l'orribile piaga della violenza sulla donna.
Infatti era scontato e non era difficile ma prevvedibile e che che l’immagine di una donna ritratta nella postura sofferente della crocifissione non facesse discutere . Così sta andando. Come <> come dice Guido Barzoletti su Epolis di oggi << Già, proprio lei, pronta questa volta a crocifiggere il manifesto che l’associazione onlus donna Telefono ha proposto al Comune di Milano di affiggere in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulla donna in calendatio il prossimio 25 novembre >> . Una donna distesa su un lenzuolo
bianco, le braccia allargate e appoggiate su due cuscini bianchi, le gambe a sovrapposte, mani e piedi nella posizione che ricorda quelle inchiodate di chi subisce quel suppliziotremendo. Ora, è inutile girare attorno alle immagini, sappiamo tutti aatei e agnoistici , laici o credenti di cosa stiamo parlando: quella donna richiama il dramma fondante della Cristianità, sta al posto di Gesu . Ora La croce non c’è, ma la posizione a quella rinvia e subito qualcuno ( ovviamente i catolici eintransigenti io non ce la vedo ) ne ha tratto la conclusione di un’equivalenza blasfe-ma e inaccettabile per i credenti. soprattutto quelli più chiusi . Infatti ( e e qui mi trova d'accorrdo ) << Quando , come dice sempre l'articolo di Epolis , << quando le cose partono così, quando si trasformano in uno scontro frontale tra i Mas-si Sistemi, con le frecce acuminate delle ideologie sul pun-o di scoccare l’una contro l’altra, non si va da nessuna parte >> Qualcosa però si può dire su quella figura. Intanto, non pecca di originalità , un simbolo ormai banalizzato e scontato ormai logo o Jurassico . Infatti La Croce è sempre stata un cavallo di battaglia della polemica dissacra-rante, un segno prediletto per anatemi e interdetti contro ipocrisie e perbenismi. A intervalli regolari è già apparsa, e più volte, a simboleggiare la condizione della donna deprivata dei suoi diritti e della sua libertà, la guerra che non risparmia nessuno, gli omosesuali discriminati, i poveri che muoiono della loro condizione.... Basterebbe ricordare certe copertine de L’espresso o di panorama ( quando allora era tale ) degli anni '60\70, certe performance dell’avanguardia e, sul piano della pura poesia e del sublime, la crocifissione del povero Stracci che muore dell’ossimoro di sé, soffocato dalla propria insaziabile fame, ne La ricotta di Pier Paolo Pasolini.. Ma erano altri tempi. E, poi, francamente, quest’imagine così bianca pulita e laccata, senza drammaticità
alcuna, congelata nell’astrazione di una posizione, ricorda gli ammiccamenti di certi ca-lendari ( presenti da calzoai , camionisti , barbieri e ora rappresentati anche in parlamento ) . Ora per gridare con-ro una violenza intollerabile e che tutti ci riguarda, non c’è bisogno del luogo comune oramia banalizzato al limite fra erorismo e pornografica di una donna in croce . Cosi come non c'è bisogno ne di scabndalizzarsi ne tanto meno d censurare .

L'eterna immigrante

                           


Ci sono piccoli spunti che scuotono la tua amima,la tua mente.Questa  mattina,leggendo su un post  di una mia amica, una bellissima poesia, mi è tornato in mente il film "La leggenda del pianista sull'oceano". Come mi sarebbe piaciuto trovarmi al posto di mio figlio Francesco  operatore, trovarmi  dietro la macchina da presa, questo avrei voluto fare nella mia vita.Ecco perchè mi sento un'eterna immigrante.


Eterna immigrante


Ho rivisto  come in un film
arrampicata dietro un piccolo oblò
i tramonti del sole.
Ho dimenticato quante albe ho contato.
Ho sentito ancora il freddo  pungente
l'odore della salsedine sul mio  naso.
Ho seguito il volo dei gabbiani.
Amore mio  nella mia  mente
vedo un' immagine stampata seppiata
si è scolorito il tuo sorriso.
Nella mia triste  vita  di immigrante
ti ho accarezzato  amore mio
mi  hai  fatto  sempre compagnia.
Ho udito il canto delle onde del mare.
Ho ascoltato il silenzio della notte buia
che lontano dalla mia patria
lontano da te per sempre mi portava.


franca bassi


Senza titolo 1036

  VI PIACEVA LA PUBBLICITA' DELLA FERRERO DI JO CONDOR ?  :-)


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Senza titolo 1035

  VE LO RICORDATE IL TELEFILM UN DETECTIVE IN CORSIA ?  :-)


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14.11.08

Senza titolo 1034

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO ZAKIMORT ?  :-)


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Lìscio de luna

te amo Pictures, Images and Photos
Immagine in rete

Lìscio de luna

Romolè com'è bella
'sta notte la luna.
Sta zitta Nina!
sta zitta! guarda solo.
Nina nù  penzà
e nù  parlà
altriménti
dovémo da pagà.
Te paréva Romolè
piano piano
se pagherà puranche


quanno se pijà ària.

franca bassi

Scuola Diaz G8 2001 pagano solo i pesci piccoli


dichiarazioni a caldo sula sentenza fattwe  
da esponenti dela maggiornaza
"La sentenza conferma che le responsa bilità penali
sono individuali, non è stato ordito alcun complotto".
Così il sottosegretario all'Interno, Mantovano, commenta
la sentenza del tribunale di Genova sui fatti
alla scuola Diaz il 21 luglio del 2001 durante
il G8."Cade il teorema del complotto" ordito dai
vertici della Polizia, commenta il ministro della Difesa,
La Russa."Prendiamo atto che più della metà degli imputati
 è stata assolta", ha detto il presidente dei
senatori PdL,Gasparri La sentenza, per Casini (Udc)
 dimostra che ai vertici "della polizia di Stato
in Italia ci sono stati e ci sono servitori
delle istituzioni".

infatti ha ragione quanto dice la Degregorio nelì'e-
ditoriale d'oggi sul'unità : << È veramente triste che
gli stessi che invocano l'omicidio davanti alla
tragedia di una famiglia esultino per una vergognosa
 dichiarazione diresa dello Stato davanti ad atti di
violenza compiuti in suo nome. Glistessi, sono proprio
gli stessi. Poveretti, viene da pensare in queste
ore di pena: davvero hanno smarrito la bussola, il senso
primitivo digiustizia sostanziale, l'umanità.>>


 


Ecco l´immagine-simbolo della notte dell'irruzione alla Diaz: un poliziotto in borghese che indossa un casco blu e porta all´interno l´istituto il sacchetto azzurro con le due molotov, la «regina» delle prove false. Si tratta del fantomatico ispettore della Digos di Napoli che introduce materialmente nella scuola le molotov della vergogna, una della prove fasulle con cui la Polizia di Stato avrebbe voluto "giustificare" le violenze e le manette ai 93 no-global. L'immagine è stata estrapolata da un filmato girato da un operatore Rai e depositato dalle parti civili il mese scorso e fa parte di un´inchiesta giornalistica della Bbc di prossima pubblicazione.


per approfondire     video e  altra documentazione