QUESTO E' UN VECCHIO FERMALIBRI CON GIOCATTOLO ! L'AVETE MAI VISTO ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
13.9.09
12.9.09
...l'undici settembre,di un anno che non so!
Senza titolo 1668
Chiedo la vostra collaborazione per fare un po' di pulizia.
Per favore gettateNEL MIO BLOG http://lalettrice.splinder.com/le frasi e i vocaboli più insopportabili, inutili, banali, storpiati che avete letto o ascoltato.
Provvederò a inviarli nella discarica dei Rifiuti Speciali Linguistici. Si accettano termini in tutte le lingue
Also sprach
Chi vi ha parlato di me?
chi?
tra quali menzogne ha celato Dio?
sotto quali eccelse metafore
tra cristianesimo ed idiozia
tra puritani e mangiatori di feci
chi ha parlato e di cosa?
Also sprach
Dio è morto
e al suo funerale non c'erano angeli
e nemmeno suore
solo l'esercito con bombe al fosforo
ed eunuchi votati ad immolarsi
al suo perdono.
Chi vi ha imbrogliato sul paradiso
sull'albero del bene e del male
sul senso di libertà
sull'idiozia della proprietà privata?
Chi ha diviso
questa terra
tra meticci e bianchi
tra puttane e sante
tra fango ed erba
ditemi chi?
Non c'è nulla
solo il vuoto di un universo
oltre il vetro
dello zoo in cui
tutti siamo rinchiusi:
Ed è un vetro
sporco
la verità che vi han negato
Also sprach
l'idiota aveva ragione.
11.9.09
10.9.09
Perizoma.
Alcuni giorni dopo, capitiamo per caso in un nuovo villaggio ancora in corso di "costruzione".
Quando la terra è stata esaurita dalle coltivazioni, gli abitanti che sono seminomadi, non esitano ad abbandonarla e a spostarsi altrove.
In principio, alcuni degli uomini sembravano infastiditi dalla nostra presenza, ma, a forza di gentilezze, riusciamo a farci accogliere, tanto più che due giorni prima abbiamo guarito un ragazzino colpito da febbre violenta.
Per fortuna oggi esistono medicine di uso semplice e sicuro. Andrea si è di nuovo informato sul nostro itinerario, e così adesso dobbiamo abbandonare la pista e viaggiare nella "savana"; per fortuna la vegetazione è abbastanza rada in questa zona, però dobbiamo fare molta attenzione ai "ceppi" sporgenti a fil di terra! Sbuchiamo finalmente su una specie di altopiano investito dalla luce dei nostri fari.
Il nostro arrivo provoca una specie di panico, e alcune persone che stavano tranquillamente chiacchierando, si mettono a correre.
Andrea, si ferma, e subito dopo siamo circondati da gente affatto sbalordita di vederci. Andrea offre sigarette, poi domanda di vedere il capo, e i ragazzini fanno a gara per indicarci la strada.
Per fortuna il capo è molto cortese: ci indica il luogo in cui possiamo accamparci.
La notte è limpida e di rado ho visto un eguale cielo stellato. Decido di passare la notte sulla piattaforma superiore dell'autocarro e sto a meraviglia, l'imbottitura del sacco a pelo tirata fino al naso, con lo spettacolo della volta celeste e la suggestione sonora dei mille rumori della "savana" misti a quelli del villaggio.-
Mi sveglio al canto del gallo.
(Grillo parlante) al canto del gallo? Si al canto del gallo, ce l'ho messo io. Non vedevo l'ora di andarmene da lì.
Non mi piace la musica da discoteca preferisco la mazurca.
Grillo parlante - solo tu sai il significato di codeste tue parole...
- esatto solo io, quindi chiudi il becco e fai cantare il gallo, che prima ce ne andiamo ...meglio è!
- Grillo parlante - insomma se ho capito bene te la stai facendo sotto???
- Si, mannaggia a te mi scappa la pipì!
Guarda, è appena l'aurora, il sole rischiara la scena con i suoi raggi d'oro.
Il capo è molto simpatico, solamente se lo si ricopre di regali, eccomi in debito con lui.
Frugo in tutti i miei zaini e, alla fine trovo un perizoma, molto grazioso che tenevo da riserva; accompagnata da Andrea mi precipito dal capo: Il mio regalo lo incanta veramente e, senza indugiare oltre, chiedo se ci autorizza a filmare.
Senza smettere di passare le mani rugose sul grazioso perizoma, il capo rimane pensieroso. Come mi sembrano lunghi questi istanti! Andrea rompe il silenzio e si lancia in un discorso con accento persuasivo, e finalmente si volge e annuisce.
Torniamo alla Jeep, dove comunico la buona notizia.
Invece di mangiare prepariamo febbrilmente il materiale.
Lo spettacolo è delizioso e io corro di qua e di là con la cinepresa.
Aiutata da Tom, scatto numerose fotografie.
Finito di filmare, Andrea mi solleva come un pacco postale e mi ci getta dentro la gip assieme ai bagagli.
- Come l'hai convinto?
- Una tua foto con addosso il perizoma!
I ragazzini inseguono la Jeep, e noi rimaniamo a lungo senza parlare: un pò di turbamento e il desiderio di allontanarci il più presto possibile!
Tratto da: " Il mio Diario immaginario"
9.9.09
Non siamo tutti uguali (parte seconda)
Non siamo tutti uguali (parte seconda)
Aria di Daniele Silvestri
Io Amo
Foto tratta dal Web.
Protetta dal tettuccio
della sdraio
mi abbandono ai miei ricordi
lente lacrime scorrono sul viso
nessuno le vede
mi bagnano le dita.
Guardo verso l'orizzonte
tante vele bianche allineate
pronte per una regata
è emozionante
starle ad ammirare.
Si alleggerisce il peso che ho nel cuore
sento un senso di pace e di letizia
il Mare
toccasana ai miei dolori
niente e nessuno più di lui
io amo.
Scritto da Marilicia il 16/08/2009
09.09.2009
Oggi tutta di bianco per urlare in silenzio il mio NOoo più assoluto contro la violenza sulle donne, fisica, psicologica, subdola.. nascosta: NO ALLA VIOLENZA !
gli altri eroi del 11 settembre 2001
In esso Ken Loach realizza un corto su l'11 Settembre 1973, giorno del colpo di stato militare in Cile ai danni del governo democraticamente eletto, rivolgendosi direttamente ai parenti delle vittime dell'11 Settembre 2001 e realizzando un parallelismo tra passato e presente, libertà e oppressione.
Concludo raccogliendomi in silenzio per celebrare le vittime dei due 11 settembre e
8.9.09
anche i morti se fatti parlare raccontano storie
Gli hanno riservato un compito difficile: interrogare i morti. Da un cadavere deve riuscire a farsi dare il maggior numero di informazioni, comprese quelle ultra-riservate, quelle che da vivo custodiva come un privatissimo segreto e non avrebbe mai confessato a nessuno.Finora Ernesto D'Aloja ( foto sotto )
Presidente dei genetisti forensi italiani, professore ordinario da quattro anni all'università di Cagliari, si è formato alla scuola di un fuoriclasse (Angelo Fiori) alla Cattolica di Roma e perfezionato negli Stati Uniti. È finito dentro le indagini più clamorose degli ultimi anni: dal delitto di via Poma a quello della contessa Filo della Torre all'Olgiata. Ha lavorato nel cimitero criminale aperto dalla banda della Magliana, seguito e frugato nella morte, più o meno misteriosa, di molti intoccabili. Una grande capacità comunicativa l'ha fatto finire tra gli ospiti di Superquark, trasmissione televisiva che non è certo passerella di pacchisti e prezzemolini.
A salvarlo dal pericolo di una tetraggine che vada oltre l'orario d'ufficio è l'educazione all'ironia, al distacco. Anche nei momenti più delicati. Per esempio quando, in un camposanto del nord Italia, stava esumando un cadavere sotto l'occhio attento di un becchino che non l'ha mollato un istante mentre smanettava tra poveri resti dentro una bara mordicchiata dal tempo. Alla fine il becchino si è fatto coraggioso: professore, posso dirle una cosa? Il suo mestiere fa veramente schifo.
D'Aloja, forte di una stazza notevole, ha gli ammortizzatori per incassare senza traumi. Da quattro anni abita a Cagliari, prima stava nel romanissimo quartiere di Trastevere. «La differenza? Lì non sei nessuno, qui sanno dove vai e cosa fai». Dei sardi, visto che non ha perso l'abitudine di studiare anche i vivi, s'è fatto un'idea precisa: «Vissuta da dentro, quest'isola è molto più bella di quella che visitavo in vacanza. Ma siete talmente fieri di essere sardi che vi capita di isolarvi dal resto del mondo. Appena arrivato all'università ho scoperto, con grande stupore, che avete difficoltà a lavorare insieme. Meglio soli, vero?».
«Quotidiano, e senza pentimenti. Non ne ho paura, non mi ha mai messo i brividi. Frequentare la morte aiuta ad apprezzare le cose belle della vita».
È vero che i morti dicono moltissimo?
«Sì, soprattutto cose che non vorrebbero raccontare. La nostra è una strana professione: entriamo in maniera violenta nella vita di un cittadino. Scopriamo che aveva in frigo, cosa aveva mangiato prima di morire, quali erano i vizi privati e le pubbliche virtù. Non ho mai dimenticato un acclamato professionista che indossava mutandine da donna o il gioielliere che nascondeva diamanti nei calzini: aveva paura che glieli rubassero».
Dietro un cadavere c'è sempre qualcosa di non detto?
«No. Di solito sono storie di desolazione, solitudine. Colpiscono gli omicidi in famiglia perché nascondono una ferocia particolare. Ricordo un ragazzo malato di mente che ha ucciso prima il cane, poi la madre con venti coltellate e infine si è messo a letto zuppo di sangue. Quando la polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento era apparentemente sereno. Ho avuto un incubo, ci ha detto».
Un caso risolto grazie all'autopsia.
«Succede il 90 per cento delle volte. L'autopsia, se eseguita con scrupolo, offre elementi fondamentali, per capire. Può durare da un'ora e mezza a una giornata intera ma svela con assoluta precisione dettagli-chiave: l'epoca della morte (con un certo grado di approssimazione) e il mezzo».
Allora com'è che tanti assassini sono liberi?
«Sono errori di valutazione, non tecnici. Prendete l'epoca della morte: si basa su fenomeni naturali molto evidenti. Eppure, come sta accadendo nella vicenda di Garlasco, uno scarto di quindici-venti minuti può rivelarsi determinante per stabilire l'innocenza di una persona».
Spesso non si viene a capo di nulla.
«Gli unici omicidi risolvibili sono quelli con un movente chiaro. Ma il movente, oggi, non è quello di una volta».
Cioè?
«Una volta si uccideva per furore, interesse, gelosia. Tutto questo ora non vale più: abbiamo perso la tolleranza, il che spiana la strada a delitti assurdi, difficili da ricostruire. Non abbiamo più la forza per controllarci prima di fare una follia».
Questo spiega, secondo lei, il flop di tante indagini?
«Non credo che ci si ammazzi adesso più di ieri. E neppure che i suicidi siano cresciuti in misura esponenziale. È vero invece che ci siamo abbrutiti, è vero che col prossimo cerchiamo lo scontro perché viviamo immersi nella nevrosi ma la verità è più banale: oggi abbiamo le informazioni in tempo reale, un lampo e sappiamo tutto. Ci sembra di vivere in un'apocalisse di violenza ma in realtà non è cambiato molto rispetto al passato».
Il medico legale fa spesso anche l'investigatore.
La tentazione comunque deve essere forte.
«Chi può negarlo? È umano essere curiosi».
Quindi lei un'idea su chi ha assassinato la contessa dell'Olgiata ce l'ha?
«Ce l'ho. Ma non la racconto ai giornali».
Ce l'ha anche per il delitto di via Poma?
«Sì, però appartiene a congetture personali che non possono essere oggetto di un articolo di cronaca».
Suicidi camuffati da omicidi.
«Succede. E c'è una ragione netta: il suicidio è un messaggio per i vivi. Rammento il caso di quel dentista che si è fatto trovare incaprettato, una busta di cellophane in testa e la casa a soqquadro in un quartiere-bene di Roma. In bella vista, vicino al comodino, aveva lasciato copia d'una polizza-vita in favore del figlio».
E allora?
«Siccome l'assicurazione non paga in caso di suicidio, aveva montato una sceneggiata per farci pensare a una rapina. Ma le corde che lo avevano strangolato erano troppo lente e abbiamo intuito che si trattava di una patetica finzione».
Capita di frequente?
«No. Ma capita. Il suicidio, che viene considerato un gesto inconsulto e irrazionale, è quasi sempre premeditato, studiato e messo in atto con lucidissima ragione. Di irrazionale c'è forse solo l'ultimissimo atto, il colpo di pistola, la corda sul collo».
Morte apparente.
«Esiste solo nelle fiction. In Italia c'è una legge che dice esattamente cos'è la morte: non è l'anima che fugge con l'ultimo respiro, non è il battito cardiaco che sfuma ma il blocco dell'attività dell'encefalo».
Per questo si parla di cadaveri a cuore battente?
«È la definizione più moderna della morte. Ci dice che il cervello si è fermato e il cadavere può essere utilizzato per i trapianti. Se invece si muore di crisi cardiaca possono essere impiantate solo le cornee».
Ha mai trovato corpi rimasti intatti?
«Sì, in alcuni casi perchè sono stati sottoposti a un trattamento di conservazione. Padre Pio, ad esempio, è stato ritrovato incredibilmente integro. In queste circostanze penso comunque che stiamo perdendo il senso profondo della vita. Ricordate polvere eri e polvere tornerai? ».
L'Italia è disseminata di omicidi rimasti senza colpevole: il delitto perfetto esiste.
«Mi spiace no, non esiste. Esiste il delitto difficile da interpretare, che consente di mettere insieme prove che reggano il confronto in un'aula di Tribunale. Il che è una cosa diversa». Ma Scientifica e Ris hanno preso colossali cantonate.
«La qualità media dei nostri investigatori è molto alta. Pensate a un serial killer che ogni due-tre anni decide di colpire: credete sia semplice stanarlo?».
Bisogna scoprire tutto nelle prime 48 ore, altrimenti addio.
Basta steccati ideologici e disinformazione nela lotta contro l'omofobia ... .
Il post d'oggi è ispirato : sia dalla denuncia persecutoria e omofoba subdola ( almeno questa è l'idea che mi sono fatto io leggendomi la documentazione della vicenda sul loro sito ) al M[ovimento]O[mosessuale]S[ardo] ., dall'ennesimo video di disinformazione che continuamente viene messo da alcuni miei utenti di facebook che fanno campagne contro ( causa giustissima , se fatta bene e non a casaccio ) l'omofobia e contro la cultura omofoba presente in italia purtroppo in etrambi gli schieramenti politici ., sia infine da questa lettera ( che condivido , inffatti questo è uno dei motivi come diceva Giorgio Gaber per cui non,
tranne l'ultima riga perchè è una resa all'omofobia strisciante in italia e dentro di noi ) trovata su repubblica del 4 settembre 20009
Davide Ialeggio davide.ialeggio@gmail.com
HO letto l' analisi di Sofri sull' omofobia. Ho 27 anni e sono gay. Vengo da un paesino del sud e dieci anni fa mi sono trasferito a Roma per studiare medicina. Mi sono laureato, ho trovato un compagno con il quale convivo da tre annie ho anche scritto un libro. Non ho mai militato in un' associazione. Ma forse come qualunque gay in questo Paese mi ritengo un attivista. Ho scoperto che l' omofobia è una sorta di substrato sempre pronto a venire fuori. Ma mentre in altri paesi europei la società e la politica hanno cercato di battersi contro questo istinto, in Italia questo non è mai accaduto. Anzi, i gay italiani oltre a lottare contro l' omofobia strisciante devono confrontarsi con quella palese: da una senatrice del Pd che crea un parallelismo tra omofobia e pedofilia ad una ministra di non si sa quali Pari Opportunità che ci definisce costituzionalmente sterili. Senza dimenticare i ministri che ci definiscono "culattoni". Se lo dicono delle figure pubbliche perché non potrebbe Svastichella? Le vittime dell' omofobia non sono solo i ragazzi accoltellati davanti al Gay Village. C' è tutto un esercito di suicidi, trattamenti psichiatrici e dolore. Sono figli di quelle" famiglie naturali" che i cattolici si premurano tanto di difendere. Come molti altri sono stanco di buttare la mia giovinezza sentendomi a disagio, chiedendomi se sono nel posto giusto per prendere la mano del mio compagno. Per questo i documenti sono tutti pronti e l' anno prossimo sarò in Spagna. L' Italia non ci merita.
Riprendo Il filo del discorso , speriamo definitivo su la questione del post
Circola in rete un video dove, con sottofondo ( in alcune versioni ) di Faccetta nera, renato zero è accomunato ai peggiori omofobi italiani di destra e di sinistra, per una frase DISTORTA attribuitagli ben cinque anni fa , decontestualizzata e in seguito smentita in molte interviste e due libri. I suoi accusatori, spesso, hanno dimostrato di non aver nemmeno visto il programma in cui Zero avrebbe, secondo loro, pronunciato quelle parole. Ora pero queste parole come dice questa letera di una mia cara amica a tv sorrisi e canzoni( qui il testo completo ) << (...) Peccato che Zero,quelle frasi non le abbia proprio dette. Il testo esatto del discorso è il seguente: «La storia è vera, perché pur di non fare il militare mi presentai così [vestito strano]. Questi me davano delle schicchere in quegli arcipelaghi per capire se ero... se sentivo come uomo, sentivo qualcosa, e io devo dire me so tenuto, ho urlato come Fantozzi dopo la visita, andando verso la Montagnola urlai che me sentirono tutti, però lì ebbi un contegno talmente perfetto, e poi s’è visto che ho militato altrove con risultati molto più attendibili di quelli che m’avrebbero visto con un fucile in mano. Quindi ringrazio il colonnello che ebbe quei dubbi, e caro colonnello si tranquillizzi perché invece siamo di tutt’altra pasta».La discussione era volutamente sopra le righe, in un contesto scanzonato e, come si vede, nessuna allusione all’omosessualità vera o millantata. Quel «siamo di un’altra pasta» significava semplicemente che non occorreva imbracciare fucili per essere uomini veri e che, d’altra parte, le «checche» o presunte tali sono persone come tutti e non necessariamente saltano addosso al primo maschio che incontrano.>>
L'allora direttore del settimanale non ha potuto che ritrattare, ma ho verificato che la maggior parte di questi accusatori non conosce niente della carriera artistica e umana di Zero perché di lui tutto si può dire, può piacere o no, può aver deluso o meno, ma al di là della rabbia momentanea (che qui tanto momentanea non è) nessuno può seriamente pensare di accostare Renato Zero a quella gente, e lo sapete bene. Se poi avete acredini con lui per altri motivi, o perché non vuole parlare della sua vita privata come ha evidenziato Gennaro Cosmo Parlato, ( suo uo grande amico peraltro) , affari vostri, ma non si capisce perché inserirle in una polemica pubblica. Sono state ignorate le successive interviste, anche quelle dove parlava dei Dico, e l'ultima .
Quindi cari amici che combattete ( intento puiù che lodevole e condivisibile ) l'omofobia fatelo ma occhio alla disinformazione rendetevi conto del momento in cui viviamo, in cui stanno ritornando più forti che mai rigurgiti fascisti e omofobi che si creda marginali e latenti . Ma lo sapete che Renato ha preso calci e pugni quando ha cominciato la carriera ? E continuano a prendersela con bersagli sbagliati facendolo passare per omofobo lui che non è ? Tanto più che è ancora stimato da molti gay E poi cari amici\che occhio alle trappole. La vera lotta all'omofobia non è ne' di destra ne' di sinistra . Smettela d'usare steccati ideologici .
In mutande e in pantaloni
Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini
credevo che il trucco cioè il make up femminile ( ovviamente non sto vietando niente ogno donna è libera di fare quello che ...
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