AUGURO A TUTTI
UN FELICE ANNO
RICCO DI GIOIE E SODDISFAZIONI.
cin cin
Foto dal Web.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
31 / 12 / 2009 / ASPETTANDO IL 2010 ! TANTI AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI I BLOGGER DA LUCKY L'ESPLORATORE ! :-)
Ho visto Dio
spargere polline sulla terra
e con gran pazienza creare le api
e il loro ronzio era una musica
e ho chiesto loro un po' di miele,
per farne una canzone,
una canzone di prima foglia.
Poi mi sono seduto sull'erba
ed Eva scioglieva i suoi capelli,
bella più delle sue sorelle,
bella con i suoi occhi
sogno d'oriente
e non c'era nessun serpente,
solo un gufo che ci guardava
mentre ci amavamo sotto l'albero del pane.
E poi abbiamo visto le formiche
correre come delle dannate,
correre ed erano in tante
perchè era crollato
il loro nido,
per colpa di un'antilope
dalle lunghe corna.
Erano mille e non cadevano
erano mille e non s'uratavano,
eppure correvano come matte
sino al fiume di quel mondo
dal sole giallo.
Eva ha capito che nessuna,
nessuna superava la sua sorella
che nessuna si permetteva
di essere migliore d'un'altra
sino al fiume
sino al fiume.
Eppure sua sorella
piantò dei pali sulla terra,
eppure sua sorella
disse è mia questa terra
e forse per questo
che poi è finita
e forse per questo
che poi siamo andati via
e lei aspettava un altro figlio
e lei era tanto diversa
da me.
Sono una renna ubriaca
con le corna troppo lunghe
per colpa di una moglie
che si finge gelosa
per colpa di un destino crudele.
Sono una renna si
una renna
con il pelo delicato
un mantello da far invidia
a un industriale del borgo
ma è mio
e non lo lascio nemmeno
in prova
al figlio degenere
di quel cornuto
che sputa sugli stranieri.
Sono una renna giocosa
colpita dal complesso d'Edipo
fuggita alla sua emozione
per colpa di un depravato
che mi faceva lavorare
come un dannato
un pancione barbuto
uscito dalla quinta strada
o forse da un romanzo di Dostojevsky
E bevo per non pensare
per non amare
e per non ballare
che i Lapponi danzano
troppo
troppo sul finire del giorno.
Bevo vino di Francia Corta
ma non disdegno nemmeno
un Primitivo di Manduria
perchè sono una renna clandestina
ma mai cretina.
Immagine "Civita"
Immagine di Ceglie
La strada di casa…
Ho lasciato i primi passi
nella terra di Tuscia
il borgo antico di Civita
ha visto i miei primi giochi.
Nelle grotte Etrusche
ho cercato la verità!
Per anni mi sono persa…
ho seguito le stelle
l’alba e il tramonto.
Sulle cime dei monti
del Piccolo Tibet
ho ascoltato il vento
e fatto volare i miei aquiloni.
Nella terra della Sabina
ho cercato la mia strada.
E nella terra rossa
degli antichi Messapi
per un po’ mi sono fermata.
Gli amici di Ceglie con tanto amore
mi hanno indicato la strada di casa.
franca bassi
Neva a Prato: parla il consigliere comunale di opposizione Donzella
Oggetto:DOMANDA D’ATTUALITA’ SUI MANCATI INTERVENTI ONDE IMPEDIRE LA PRESENZA DI GHIACCIO NELLE VIE CITTADINE
Gli strumenti metereologici avevano matematicamente previsto anche con una certa precisione oraria,la nevicata del 18 Dicembre sera.
Pur tuttavia le vie del centro storico e le principali strade di scorrimento della nostra città sono rimaste coperte dalla neve,che poi ovviamente si è solidificata in ghiaccio.
Tutto ciò oltre la criticità più evidente verificatasi in Viale Nam-Din, ha provocato intasamento del traffico,impossibilità alla circolazione dei veicoli sia privati che pubblici e gravi difficoltà allo spostamento dei cittadini,impossibilitati a raggiungere il posto di lavoro,o ad esaudire le proprie necessità.
Molti pedoni sono rimasti vittima di traumi essendo scivolati sul ghiaccio che ricopriva i marciapiedi.
Quali sono state le cause per le quali l’assessorato e gli uffici competenti pur essendo al corrente dell’evenienza della nevicata,non hanno adottato i provvedimenti idonei a prevenire il suddetto stato di cose,a differenza di quanto a titolo d’esempio ha effettuato il Comune di Firenze.
Il Presidente del Gruppo Consiliare dell’Italia dei Valori
Aurelio Donzella
Immagine di Pristina "Oggi nevica"
Un' immagine per me
Ciao amico lontano se puoi
mandami da Pristina
la tua neve.
Racchiudila dentro una piccola scatola
lascerò che il sole di Roma
la trasformi in piccole gocce di rugiada.
Con la mia fantasia cancellerò
il cemento dalle strade
ti regalerò tanto verde
quel verde che in autunno
si colora di giallo e di rosso
quel verde che in primavera
ti regalerà nuove gemme.
Caro amico lontano
e questo che manca alla tua città!
Solo per te trasformerò i fili appesi
in un pentagramma musicale.
Cercherò un pennello gigante
per cancellare:antenne parabole...
e metterò alle finestre della tua città
gerani di mille colori.
Con la mia fantasia
renderò la tua città più bella
perché caro amico
è questo che manca alla tua Pristina!
franca bassi
MANO NELLA MANO NELLA NOTTE DI GIZA
Splende il tuo sguardo mai quasi orfico
nella notte di nettare,
stella fissa nel firmamento,
non muore nel tramonto,non viene sciacquata via dall’alba,
le ciglia battono cicloniche
portando repentini aggrappamenti
e sulla tua bocca inzuppata
dal sangue delle escoriazioni dei papaveri è nata
oh si fremo è nata l’ultima avventura
scala appoggiata al sole
e così dobbiam traballar per la gloria di qualcuno
che non ci ama
ma io L’ho buttata la al sole, voglio il sole
le corriamo incontro scherzando la sera
aspettare era più folle del gesto che abbiamo fatto
così noi correvamo incontro alla sua alba dalla notte
in bilico sul cratere dell’intimo tentativo
sudando antiche secrezioni rem.
Dentro la corsa affannosa sentir la tua dispnea
perché vuoi toccar il folle
fa vibrar le corde che ho attaccato alle stelle
ed essa sembra uscita dal mio sogno d’oro,
troppo lontana che non lo riesco ad acchiappare
hai già compiuto la magia del miraggio,
allora tenterò anche il salto ancestrale
del morir impaziente per veder Dio
come slancio fra i germogli cascanti,
e invecchia il tempo sui nostri sogni sempre vivi,
ora sulla tua pelle scorre un fiume di acque incoscienti
che vorticano nel mio ombelico,
un gesto solo fra noi
scrive un romanzo di mille e mille pagine,
il silenzio in quel attimo
sembra che stia zitto anche il respriro
e in gemito morente viene partorito il “mai più”,
no il tempo di muovere lo sguardo,
siamo nell’infinito sensuale
dove gli uccelli del paradiso sfrecciano via disorientati.
Come svegli dentro il sogno di una notte di Persia,
come far l’amore sotto la guerra mondiale dannata,
saremo come la fine di una cascata,
come la preghiera di un condannato a morte,
satellite perduto nel cosmo dalla base sii forte,
come l’innocenza di una lancia d’avorio per terra,
come lui in coma che non può più dir
ti voglio bene a chi ama,
un orchestra di tutti suicida d’amore diretta
da un eroe sedizioso dalla criniera bianca
che non verrà accolto ne da un Dio ne da un demone,
saremo come l’inspiegabile disteso sinuoso
sulla sponda opposta di un ruscello
delle acque dei ghiacciai,
saremo le urla di libertà portate
dai venti oceanici ad alcatraz,
come l’attesa che
la gloria scenda su la storia del mattino,
saremo come il drago albino portato
con sé da un tornado
sotto una pioggia di petali di iris,
vivi più del primo assaggio
della preda da un tigrotto,
vivi più dell’universo
e i fiumi stellati verranno a noi
e noi saremo come la richiamata del paradiso.
Strillerò al tramonto della luna il nostro spasmo
per le anime perdute per un bacio
che non doveva assaporarsi
e i monti sfideranno le profondità degli oceani
e il cielo sbatterà le sue immense ali,
io e te abbiamo fatto naufragar i sensi dell’esistenza
per una caduta
una caduta dalla scala verso il sole
nei fiumi vergini solo per continuare
a guardarci negli occhi,
qualcuno dovrà considerarlo.
ALESSANDRO IDISIUM
Amore della vita
Io vedo i grandi alberi della sera
che innalzano i cieli dei boulevards,
le carrozze di Roma che alle tombe
dell' Appia antica portano la luna.
Tutto di noi gran tempo ebbe la morte.
Pure, lunga la via fu alla sera
di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo
alle luci sorgenti ai campanili
ai nomi azzurri delle insegne, il cuore
mai più risponderà?
Oh, tra i rami grondanti di case e cielo
il cielo dei boulevards
cielo chiaro di rondini!
O sera umana di noi raccolti
uomini stanchi uomini buoni,
il nostro dolce parlare
nel mondo senza paura.
Tornerà tornerà,
d' un balzo il cuore
desto
avrà parole?
Chiamerà le cose, le luci, i vivi?
I morti, i vinti, chi li desterà?
Alfonso Gatto
Cucina Spirituale
Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
Penso che farei meglio ad andare ora
Mi piacerebbe proprio stare qui tutta la notte
Le macchine brulicano nei dintorni tutte piene di occhi
Le luci della strada condividono i loro splendori (il loro cavo riflesso)
Il tuo cervello sembra confuso da una sorpresa sconvolgente
C’è ancora un posto dove andare
C’è ancora un posto dove andare
Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale/(della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e vagabonderò
Barcollando nei boschetti di neon (in una siepe fluorescente)
Bene, le tue dita disegnano velocemente dei minareti*
Parlano un alfabeto segreto
Mi accendo un’altra sigaretta
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare
Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale (della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e sarò meravigliato
Barcollando nei boschetti di neon
Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
So che devo andare ora
Voglio proprio restare qui
Tutta la notte, tutta la notte, tutta la notte
torre della moschea
THE DOORS
Cari amici, nell'anno 2009, ho partecipato al X concorso letterario internazionale: "Tra le parole e l'infinito" ho ricevuto la "Menzione d'Onore" per la narrativa, mi sono classificata al VII posto. Questo premio desidero dividerlo con tutti voi. Grazie ai vostri commenti, ho continuato a scrivere giorno dopo giorno (notti comprese) sul PC, calcolando che ho iniziato a scrivere sulla tastiera esattamente il giorno 20 aprile dell'anno 2007 con il post "Madonna della Grotta". Anche se ci sono stati momenti tristi, ho continuato grazie a voi visitatori 72658. Grazie amici, anche questo per me è un miracolo. Franca bassi
Immagine e composizione di franca "Presepio in città"
Natale 2009
Mancà pòco...'mo arriva
er Santo Natale!
Ricco de piatti boni
e de bicchieri de cristallo.
Le cannéle colorate ar centro der tavolo.
Quanti colori sembra un banco sfiorettato.
L'arbero è ricco de fili e palle brilluccicose
sotto ce so' incartati infiocchettati
pacchi torroni e panettoni.
Li regazzini balleno la taranta pe' apri li rigali.
La commare sora Assunta zitella e zinnona
s'è messa a capotavola co' er vestito stretto...stretto
co 'na mano se métte a sèsto er petto
e co'la lingua move la dentiera nova
lèsta pe'addentà er tocco der torrone.
Eccola! la mezzanotte è arrivata
tutti in piedi grideno in coro:
"'Mo nasce er Santo Bambinello
gnudo scarzo e poverello."
Ecco! è nato sta zitto!
è bono...bono ce guarda
e ce dice:
"Voi che ancora magnate
anche se la panza dice basta!
Ricordateve fiji miei
e nu' ve scordate
che ce so ancora creature
che stanotte se moreno
de freddo e de fame.
Sete bòni armeno pe' stanotte!
la robba che sprecate
fate pe' na vorta la carità
a chi stasera strigne ancora
la cinta de li carzòni."
franca bassi
da msn.it Addio a Mauro Morandi, «Robinson Crusoe contemporaneo», originario di Modena, che per 32 anni ha vissuto da solo nella piccola is...