Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
18.3.12
liberarsi di una base si può è successo 44 anni fa a pratobello ( Orgosolo )
le basi militari non portano a niente e rovinano la sardegna ( ma lo stesso discorso si può farte a livello nazionale )
dall'unione sarda del 15\3\2012
TEULADA. È l'unico paese costiero sardo che dal 1950 ha perso tremila abitanti
«Le basi affossano l'economia»
Lo dimostrano i dati su lavoro, popolazione e reddito
Il reddito pro capite dei centri attorno ai poligoni è inferiore rispetto alla media della province di appartenenza, con un'unica eccezione: Perdas.
dal nostro inviato
Paolo Carta
TEULADA Teulada è l'unico paese costiero della Sardegna che dal 1950 a oggi ha perso circa tremila abitanti. E dove un giovane su tre è disoccupato. Lo dimostra uno studio pubblicato da due ex sacerdoti, Guido Floris e Angelo Zedda, che tracciano un parallelo tra quando è accaduto nel Basso Sulcis e ciò che si è verificato nello stesso arco di tempo in una realtà che sessant'anni fa era analoga, quella di Villasimius: «A Teulada il sistema economico è mortificato dalla presenza di una servitù militare che grava su 24 chilometri di coste. A Villasimius esistono un parco marino, alberghi, seconde case, attività diversificate. Si vive di turismo, praticamente la disoccupazione è volontaria: non lavora chi non ne ha voglia, altrimenti tutti trovano un'occupazione».
IL REDDITO Ma c'è un altro dato interessante quanto preoccupante: secondo un lavoro effettuato da Fernando Codonesu, fisico esperto della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito del Senato, i paesi che ospitano i poligoni hanno un reddito pro capite inferiore del 10 al 35 per cento rispetto agli altri paesi della Provincia di appartenenza. Unica eccezione, Perdasdefogu, dove effettivamente il poligono ha creato economia, tra affitti di case, attività commerciali e servizi. Concetti ribaditi in diverse occasioni dal sindaco Walter Mura: «Prima dell'arrivo dei militari non avevamo neppure una strada e un acquedotto».
SENZA LAVORO L'analisi di Angelo Zedda (68 anni), e Guido Floris (70), contenuta nella pubblicazione “Servitù militari in Sardegna” (edizioni La Collina), è spietata: «Secondo la Difesa, il poligono a Teulada crea un indotto di 19 milioni e 400 mila euro l'anno. Considerando però una presenza di militari riferita ai periodi della leva obbligatoria (oltre 3.400 presenze medie), oggi drasticamente ridotte (circa 800). A Portoscuso, l'Alcoa, dove lavorano 620 persone, crea un indotto nella zona di 252 milioni, tanto per intenderci». E poi una riflessione ancora più concreta: «Il poligono di Teulada, tra servizi, appalti per piccole imprese e attività commerciali, garantisce circa 60-80 buste paga, il Tanka Village dà lavoro a 450 persone di Villasimius, paese che nel 1950 aveva circa 2000 abitanti, oggi quasi raddoppiati (3620)».
PESCATORI C'è poi il fronte della protesta dei pescatori, trenta aziende delle marinerie tra Teulada, Sant'Anna Arresi e Sant'Antioco, che incassano 400 mila euro all'anno, spesso in ritardo. «In un periodo di profonda crisi per quel settore - proseguono Zedda e Floris - spesso si salvano dal crak economico proprio con gli indennizzi per le giornate di lavoro saltate a causa delle esercitazioni». Mentre i pastori di Teulada, così come quelli di Quirra, pagano un canone per l'utilizzo dei pascoli nelle aree militari, senza poter però seminare.
LA FUGA Secondo Fernando Codonesu, il mancato sviluppo causato dalle basi militari è certificato dal reddito pro capite. «Teulada è il paese più danneggiato insieme a Sant'Anna Arresi: meno 35 per cento rispetto alla media della Provincia di Cagliari e del Sulcis Iglesiente. Numeri negativi anche per Villaputzu (meno 33 per cento per un paese che ha visto il 41 per cento dl territorio inglobato nel poligono del Salto di Quirra), Arbus (meno dieci per cento), persino Decimomannu e Villasor (20 per cento), che pagano la vicinanza con l'aeroporto a gestione italo-tedesca. Discorso che non vale per Perdasdefogu. Dove soprattutto sino agli anni Settanta il paese è cresciuto, dove ci sono stati molti matrimoni tra militari e persone del paese, anche se il saldo è positivo di poco (più 1,2 per cento)».
LA PROPOSTA L'argomento del giorno è la mozione presentata dal senatore del Pd Gian Piero Scanu e sottoscritta da tutti i partiti (117 firmatari) che punta a chiudere in tempi stretti Teulada e Capo Frasca, avviare la bonifiche e vietare a Quirra le attività più pericolose per ambiente e salute. Guido Floris è sostanzialmente d'accordo ma al tempo stesso scettico: «Le bonifiche costano, lo Stato non se ne può andare via così, come è successo a La Maddalena con gli statunitensi». Per Angelo Ledda esiste un futuro per Teulada oltre il filo spinato della base: «Con la riscoperta dell'agricoltura, gli investimenti turistici oculati, l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti alternative come il sole». Progetto portato avanti autonomamente dalla Difesa, che sta piazzando un impianto fotovoltaico senza che abbia avuto bisogno di alcun permesso regionale. Un'ulteriore servitù.
17.3.12
israele perchè fai quello che i nazisti che hanno fatto a te contro il popolo palestinese o israeliano è per la pace ed solidale con i palestinesi non violenti e non fanatici ? il caso di Naomi Laet, 22, an Israeli pro-Palestinian activist
Ora poichè nei media ufficiali italiani eccetto pochi , solo di determinate parti politiche ( estrema destra e ed estrema sinistra ) non si parla se non in gravi casi di quello che succede nei territori occupati si costretti a ricorrere ai giornali stranieri CHE NON HANNO PAURA di criticare Israele ed essere accusati ( nella maggior parte dei casi d'essere antisemiti o antisionisti ) . Ora dopo questo post , il consueto sforzo , per non ricadere nel pregiudizio ( da cui sono uscito grazie alla discussioni avute su facebook con la mia amica di religione ebraica Sarah Pan e via email con Roberto Cavallo Schiffer ) Israele=Olocausto ed Israelaini=nazisti perchè non so cosa
provare nel vedere un stato tratta in quel modo una minoranza o
altri suoi cittadini facendo loro quello che i nazisti fecero al popolo ebraico
In questi giorni , sotto silenzio dei media , dopo il caso Rachel Corrie cittadina americana d'origini ebraiche ( foto a sinistra ) e qui maggiori news un altra ragazza Naomi Laet ( foto sotto a centro ) di 22 stavolta israeliana ma rea d'aiutare i palestinesi o cercare una soluzione pacifica è stata barbaramente uccisa a botte
"Israhelli democracy: We shoot you then we act like we treat you"
Naomi Laet, 22, an Israeli pro-Palestinian activist, lies on the ground after receiving first aid treatment from Israeli soldiers after being struck in the head by a rubber bullet during a protest in the West Bank village of Nabi Saleh, near Ramallah, on March 16, 2012 against land confiscation to build the illegal Jewish settlement Hallamish nearby. AFP PHOTO/ABBAS MOMANI
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Des militants blessés dans des manifs en Cisjordanie
samedi 17 mars 2012 - 09h:34
Ma’an
Au moins huit Palestiniens et un militant israélien ont été blessés vendredi lors des manifestations en Cisjordanie, selon des témoins et des militants.
(Reuters/Ma’an)
Ramallah (Ma’an) - Une militante israélienne, Naomi Laet, 22 ans, a été blessée à la tête à Nabi Saleh, touchée par une balle d’acier enrobée de caoutchouc tirée par un soldat israélien, indique le Comité populaire de coordination de la lutte dans un communiqué.
Les forces israéliennes étaient entrées un peu plus tôt dans le village, elles ont aspergé les manifestants avec un liquide nauséabond à l’aide de canons à eau. Huit Palestiniens ont été blessés dans le village.
Selon une porte-parole de l’armée israélienne, 40 personnes s’étaient rassemblées et jetaient des pierres sur les forces armées qui ont utilisé des moyens antiémeutes pour les disperser. N’y parvenant pas, les forces israéliennes ont tiré à balles caoutchouc, affirme-t-elle.
Des témoins ont déclaré à Ma’an que les forces israéliennes ont refusé aux équipes médicales d’arriver jusqu’aux blessés, bloquant les médecins à l’entrée de Nabi Saleh.
Trois personnes ont également été blessées dans une manifestation à Kafr Qaddum, à l’ouest de Naplouse, annonce un communiqué du Comité populaire de coordination de la lutte.
Trois personnes ont également été blessées dans une manifestation à Kafr Qaddum, à l’ouest de Naplouse, annonce un communiqué du Comité populaire de coordination de la lutte.
La manifestation hebdomadaire était dédiée à la mémoire de Rachel Corrie, militante américaine assassinée à Gaza il y a neuf ans, écrasée par un bulldozer israélien.
Deux manifestants ont été blessés sous les grenades lacrymogènes lancées par les forces israéliennes. L’une ayant été touchée dans une jambe et l’autre dans une épaule.
La police des frontières israélienne a lâché un chien pour qu’il pourchasse les manifestants, et un policier a fermé les mâchoires du chien sur Ahmad Shtawi.
L’incident a été filmé par le Ma’an en coopération avec la télévision Naplouse TV.
Shtawi a ensuite été arrêté, affirme les militants.
Selon l’armée israélienne, il y avait une centaine de Palestiniens de rassemblés sur place, « dans une émeute violente et illégale ». Les Palestiniens lançaient des pierres et des pneus en feu sur l’armée qui a répondu en utilisant des moyens de dispersion antiémeute, dit la porte-parole israélienne.
« Durant les émeutes, deux Palestiniens qui lançaient des pierres sur les forces israéliennes ont été arrêtés, l’un pour avoir agressé physiquement un soldat. Pendant son arrestation, il a été légèrement blessé par un chien, et il a été soigné sur place ».
« Il n’y a pas eu besoin de l’évacué » dit la porte-parole, notant que le chien avait servi à l’arrêter.
A al-Masara, près de Bethléhem, les forces israéliennes ont brisé la caméra d’un photographe de presse. L’attaque contre le journaliste Moussa Al-Shaer a également été filmée par des militants.
La manifestation apportait son soutien à Shalabi, prisonnière palestinienne en grève de la faim, a déclaré le Comité populaire local. Le Comité rapporte aussi que dix internationaux ont gardés en détention pendant plusieurs heures.
Muhammad Breijyeh, porte-parole du Comité, précise que la manifestation s’inscrivait dans la Semaine contre l’Apartheid israélien.
Note : Pour suivre les manifestations organisées par les Palestiniens dans les villages de Cisjordanie, dans leur résistance non violente à l’occupant israélien, voir, au fil des semaines, les différents rapports hebdomadaires du PCHR : http://www.info-palestine.net/rubrique.php3?id_rubrique=73
le parole sono importanti . l'espressione donne con le palle non è un complimento cpome vogliono farci credere
Inizialmente consideravo l'espressione donnne con le palle un modo di dire per donne coraggiose . Ed avevo lasciato tale categoria sul vecchio blog di splinder ( cdv.splinder per chi ancora , anche se credo lo sappiano anche i muri , lo sapesse ) perchè vuoi per : 1) per pigrizia mentale , 2) accettazione passiva delle amiche , l'unica che me lo abbia fatto notare è stata la nostra utente ed amica Daniela Tuscano . Poi dopo aver sentito la littizettto
che l' espressione in questione usata dai media ( e non solo ) nel senso di capaci di collaborare costruttivamente con gli uomini per realizzare progetti...senza per questo dover rinunciare alla loro autonomia è odiata da molte donne , mi chiedo ( e vi chiedo ) ma perchè ..... non lo dite apertamente invece di far finta di niente ( e qui mi ricollego ala mia elucubrazione precedete ) ho deciso , visto che non riesco a cancellare tale categoria di non usarla pèiù e di sostituirla come suggerito da Daniela ( non mi sto piegando o facendo il lachè , ma avevo intenzione di fare una cosa del genere già da prima ma non riuscivo a trovare nè il coraggio nè un termine equivalente in quanto le parole sono importanti
e una parola non imparata oggi è un calcio nel culo domani Don Lorenzo Milani ( Firenze, 27 maggio 1923 – Firenze, 26 giugno 1967 ) di usare almeno fin quando non riusciro a cancellare le categorie dooppie o inutili questa espressione uomini \ maschi con la fica perchè : << (...) Ripulire il proprio linguaggio da derivazioni razziste non è un concetto di "buona educazione" o riservato a "radical chic", ma un'idea di giustizia che parte dal linguaggio e intreccia il pensiero . >> ( da http://www.saveriotommasi.it/blog/articolo.php?id=773 )
ma le donne d'oggi lo sanno cosa vuol dire essere violentate e strupate ?^
IL titolo del post d'oggi potrà sembrare , ai miei lettori femminili , maschilista \ sessista e cinico . In realtà è solo provocatorio visti i fatti di cronaca che andrete a leggere . Prima di passare al post d'oggi , però vorrei fare un ulteriore precisazione non sto generalizzando perché : 1 ) credo che le la maggior parte delle donne lo sappia benissimo il significato di tale atto di barbarie , io mi riferisco alle nuove generazioni sempre più deboli e senza strumenti critici \ punti di riferimento in un mare in tempesta che è la vita , 2) a quelle donne che lo sanno ma per paura lo inventano facendo al lupo al lupo
Il primo fatto è questo
la sorella dell'ucciso http://www.quotidianamente.net/cronaca/rapina-in-villa-difende-la-fidanzata-4-colpi-dai-banditi-20020.html per difendere la sua fidanzata dal tentativo di violenza ha dichiarato che lei si sarebbe lasciata violentare .
Il secondo fatto ( avvenuto l'anno scorso ) venutomi in mente e di cui ho trovato un video sulla mia bacheca di fb è questo
la gioia di vivere con 200 € al mese
MILANO
Altro che Bot e Btp. Piselli e ravanelli sono al centro della sua vita. E poi la serra e le pannocchie rosse. Lontano anni luce dallo spread e dagli ammortizzatori sociali, ecco il «vivere altrimenti» di Devis Bonanni. Classe 1984, nato e cresciuto a Raveo, quattrocento abitanti in Carnia (in provincia di Udine), Devis a 23 anni decide di abbandonare l'impiego come tecnico informatico e si trasferisce in una casetta prefabbricata riscaldata solo da una stufa a legna per dedicarsi a tempo pieno a quella che battezza «vita frugale». Vale a dire l'orto, la serra e i campi. Da questa scelta nasce l'appellativo «Pecoranera», che diventa prima un blog, poi un libro della Marsilio: «Si definisce pecora nera della famiglia o di un gruppo di conoscenti un individuo che ha imboccato una cattiva strada o che non soddisfa le aspettative degli altri componenti».
IL BLOG - La cattiva strada viene raccontata dal 2003 sul blog dove posta pensieri come questo: «Ho iniziato quest'avventura per verificare se fosse possibile vivere altrimenti. Auto-produrre buona parte del cibo di cui ho bisogno, muovermi con mezzi alternativi all'automobile, riscaldare la casa con la legna e compiere tutte quelle scelte che sono annoverate tra le abitudini del bravo ecologista. In parte sento di esserci riuscito anche se non mancano incoerenze e piccole storture». Chiaro? Non una fuga ma una scelta. «Non sono un'eremita, non fuggo dalla modernità». E come contraddirlo? Le sue scelte sono sorprendenti: non ha il frigo ma ha un cellulare. Ha venduto l'auto e gira in bici. Niente tv, ma un pc portatile con connessione Internet.
200 EURO AL MESE - Denis vive delle uova delle sue galline e di ciò che cresce nel suo appezzamento. «Lavorare la terra è una parte di me, è come camminare, respirare». Per le spese gli bastano 200 euro al mese che guadagna vendendo appunto le «eccedenze»: pomodori, melanzane, verdura fresca d'estate, fagioli e farina di mais. Non paga l'affitto (la casa è di proprietà della sua famiglia), la bolletta del gas non esiste, ha boiler e stufa a legna. E allora per cosa spende? Per gli «sfizi», come li chiama lui: olio, pastasciutta e pane, una volta ogni tanto. E quanto spende? Venti euro al mese.
CIOCCOLATA- Ma Devis ha anche i suoi momenti di crisi. Durante un fugace tuffo nella «nostra» realtà scrive: «Sono al supermercato per procurarmi quei beni voluttuari cui non rinuncio mai. Birra e cioccolata su tutti. Cioccolata in particolare, in tutte le declinazioni, dalla barretta alla merendina ripiena. In quest'epoca il cibo è come una puttana, sempre disponibile – basta pagare. Sugli scaffali del supermercato vedo di tutto e di ogni cosa vorrei fare incetta ma rimango ancorato ai peccati di cui sopra. La bici l'ho lasciata fuori, la crisi ipoglicemica mi fa salire la bava alla bocca. Immagino un mio progenitore della savana con lo stesso languore mentre sta alle calcagna della preda. La mia lancia è il braccio, l'allungo e afferro una preda già morta, lavorata e confezionata. Meno cruento, colgo dall'albero-scaffale un frutto mai scarso, sempre perfetto e identico a se stesso».
NON UNA FUGA, UNA SCELTA - E le ragazze? Con una vita così, le ragazze fuggono e al contempo sono affascinate. All'inizio scappavano, adesso che è quasi una celebrità i contatti con il gentil sesso sono cresciuti in misura esponenziale. Chi pensa che Devis sia l'espressione di un disagio generazionale, di una frattura tra genitori e figli, tra il boom economico e la decrescita felice, non si sbaglia. Ma la novità è che Denis è tra i pochi che fa coincidere il pensare con l'agire: «I bisogni schiacciano noi e ammorbano il Pianeta… Sediamo a tavola annoiati da tanta abbondanza e sapore. Senza fame non ci sarà pietanza in grado di soddisfarci. Perché abbiamo bandito la fame dalle nostre tavole?». Quindi ci ammonisce: «Il nostro corpo immoto si ammala nel suo stesso torpore. Allora corriamo sul tapis roulant come criceti che non hanno altro mondo che la propria gabbia». La differenza è questo detto, Devis sceglie e agisce, così cambia il suo stile di vita. Nessuna fuga però. Devis è rimasto a Raveo, abita nella periferia del mondo ma pur sempre nel mondo. «In questa nuova vita non ci sono domeniche. Le settimane non segnano più il passo. È la natura a scandire il tempo. Non dovremmo portare più orologi al polso, come cappi al collo». L'unico dilemma è: Devis, quanto durerà?
Nino Luca
fonte corriere della sera online 13 marzo 2012
Complici dei massacri afghani
"Per quanto vi sentiate assolti sarete sempre coinvolti" (F. de A.)
Complici dei massacri afghani
di Massimo Fini
Ora basta. Fino a quando gli italiani riterranno di dover rimanere complici dell’infamia che si consuma da più di dieci anni in Afghanistan? Alleati fedeli come cani, ma sleali perché noi i talebani li paghiamo perché non ci attacchino e addirittura ci proteggano (il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ci quereli pure, ma gli consigliamo di farsi ragguagliare dai colleghi francesi che nel 2008 a Sorobi, dopo aver sostituito gli italiani nel controllo della regione fin lì tranquilla, furono vittime di un agguato talebano perché non erano stati informati dai comandi italiani di questi poco onorevoli patteggiamenti)
soldati ubriachi massacratori
nuova pro-genia di guerre, corrisponde ad una nuova pro-genia di militari, inevitaile
Il massacro dell'altra notte nei due villaggi di Alokozai e Najeeban, vicini a Kandahar (16 civili uccisi nel sonno, nove bambini, tre donne, il resto eran vecchi perché gli uomini validi sono a combattere) compiuto da un sergente americano in preda a una crisi di nervi secondo le opportunistiche ricostruzioni del Pentagono, da un gruppo di soldati ubriachi di whisky e di paura secondo fonti locali (altro che “il carattere eccezionale dei nostri militari” richiamato, nell'occasione, da Obama), per quanto grave non è che una goccia nel mare dei 60 mila civili afghani uccisi a causa della presenza della Nato. “I raid aerei sono la principale causa delle vittime civili in Afghanistan”. E perché se non ci fosse la presenza delle truppe straniere non ci sarebbe nemmeno la reazione della guerriglia. Ed è questo il punto cruciale, non la strage dell'altro ieri. Che cosa ci stanno a fare gli occidentali in Afghanistan? Bin Laden? Il califfo saudita è scomparso fra il 2004 e il 2005, anche se gli americani lo hanno “fatto morire”, per dei loro motivi, soltanto l’anno scorso. Al Qaeda? Ammesso che esista, non sta certo in Afghanistan. La guerra all'Afghanistan, fatta la tara del business della ricostruzione e del traffico degli stupefacenti cui anche i contingenti occidentali partecipano, è una guerra squisitamente ideologica. Se lo è lasciato sfuggire Sarkozy quando nel gennaio del 2011 tre militari francesi furono uccisi: “La missione della Francia in Afghanistan è stata decisa per una giusta lotta contro le forze dell'oscurantismo , della barbarie e del ritorno al Medioevo”. Ma i popoli hanno perso anche il diritto di filarsi da sé la propria storia e di preferire la loro alla nostra? Viene negato anche l’elementare diritto di un popolo a resistere all'occupazione dello straniero
La guerra all’Afghanistan è la più vile, la più codarda, la più sconcia della guerre, che gli occidentali combattono, si fa per dire, quasi esclusivamente con l’aviazione e, sempre più spesso, con i droni, aerei senza equipaggio, teleguidati da diecimila chilometri di distanza. È una guerra senza legittimità e senza dignità. Una guerra che disonora chi la fa. Possibile che nel civile Occidente, nell'umanitario Occidente non si levi una sola voce contro questa guerra? Dove sono finite le folle di pacifisti che manifestavano quasi ogni giorno contro la guerra in Vietnam? Sparite. E si capisce facilmente il perché. All’epoca della guerra in Vietnam esisteva ancora l’Unione Sovietica e l’intellighentia di sinistra sosteneva la lotta dei vietcong. Ma gli afghani non sono comunisti, non sono liberali, non sono arabi, non sono cristiani, non sono ebrei, sono solo un antico popolo attaccato alle proprie tradizioni. Come scrisse in una straordinaria lettera l’alpino Matteo Miotto due mesi prima di essere ucciso in battaglia: “Questi popoli hanno saputo conservare le proprie radici, dopo che i migliori eserciti, le più grosse armate hanno marciato sulle loro case, invano. L’essenza del popolo afghano è viva. È gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, della propria terra e di essa si nutre. E allora capisci che questo strano popolo ha qualcosa da insegnare anche a noi”.
QUINDI?
E invece non abbiamo imparato nulla. Persino i sovietici, dopo dieci anni capirono che non potevano piegare un popolo che, come scopre tardivamente l'iper-occidentale Guido Olimpio, “non è stato mai domato”. E se ne andarono. Noi invece siamo ancora lì, a pisciare sul Corano, a pisciare la nostra arroganza, la nostra violenza, la nostra supponenza, la nostra ignoranza e, soprattutto, la nostra vigliaccheria e la nostra abietta paura
16.3.12
mitello Scuola di Via Bologna. I VV.FF. dichiarano l’inagibilità di alcune aule
se invece di buttare i soldi in caccia bombardieri ed accellerassero le pratiche per la restituzione dei soldi rubati dai corrotti o tagliassero i rimborsi e i finanziamenti ai partiti queste cose non succederanno ne al Nord ne al sud come riporta questo fatto dio cronaca che trovate sotto
forse quando morirà qualche loro parente o elettore allora interverranno dopo ovviamente le solite lacrime di coccodrillo o lava coscienza . scusate lo sfogo qualunquista e cinico ma certe cose mi fanno incazzare
da http://www.scordia.info/
Scuola di Via Bologna. I VV.FF. dichiarano l’inagibilità di alcune aule.
Lorenzo Gugliara | 16 marzo 2012
Dopo la caduta di alcuni calcinacci venuti giù dalla pensilina posta all’ingresso della scuola di via Bologna, avvenuta venerdi scorso intorno alle 14.05, su richiesta di alcuni genitori, preoccupati per lo stato precario in cui versa la scuola, sono intervenuti stamani i Vigili del Fuoco che, insieme ai carabinieri della locale stazione, hanno effettuato un sopralluogo in seguito al quale, sono state dichiarati inagibili l’intero padiglione 6 che ospita sei aule della materna e un’aula del padiglione 4.COMMENTO. Quella del plesso scolastico di via Bologna è una storia triste che dimostra come spesso quello che conta di più è apparire dinnanzi all’opinione pubblica più che affrontare con umiltà i problemi. Quelli di via Bologna, è innegabile, sono problemi vecchi come la struttura che ospita i bambini delle elementari e della materna. Malgrado gli interventi strutturali che sono stati realizzati, la messa in opera di guaina sul tetto, lavori di restiling al controsoffitto della pensilina, continua a piovere all’interno delle classi, i bambini sono costretti a stare con i giubbotti per il freddo e adesso, dopo la decisione di chiudere le classi dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco, chiamati dai genitori, costretti a rimanere a casa in attesa di una collocazione.Non ci sentiamo in colpa per avere procurato alcun allarme, perchè i fatti hanno dimostrato che l’allarme non era infondato. Abbiamo semplicemente dato voce ai genitori che hanno chiesto il nostro intervento. I fatti. Lunedi siamo stati chiamati da alcuni genitori che ci hanno esposto la loro preoccupazione per la caduta di alcuni calcinacci dal controsoffitto. Nel frattempo ci siamo resi conto, dal vivo, di alcune crepe da cui si infiltrava acqua piovana. Abbiamo raccolto dati, registrato interventi, e alla fine abbiamo raccontato fatti.Sfiorata la tragedia, che tanto ha dato fastidio al sindaco, era il modo migliore, secondo noi per evidenziare la gravità del problema. Abbiamo fatto un ragionamento semplice non avendo potuto fare ne una prova da carico ne una simulazione dal vivo. Abbiamo pensato che la caduta di parte del controsoffitto mentre sotto si sarebbero potuti trovare bambini, genitori e insegnanti, avrebbe potuto creare grossi problemi e anche un pezzo di controsoffitto caduto in un occhio per un genitore e per qualsiasi essere umano sarebbe potuta diventare una tragedia.Andiamo oltre. Un ringraziamento speciale all’assessore Biagio Caniglia che ci ha tenuto informati per l’amministrazione. Silenzio totale da parte dell’assessore alla pubblica istruzione, Giusy Pernice. Promesse di adire a vie legali da parte del sindaco. Ne prendiamo atto.
forse quando morirà qualche loro parente o elettore allora interverranno dopo ovviamente le solite lacrime di coccodrillo o lava coscienza . scusate lo sfogo qualunquista e cinico ma certe cose mi fanno incazzare
Fra cielo e cielo
Fra cielo e cielo
Nello specchio d’acqua
riflesse fra cielo e cielo
due immagine radiose
un viso e un fiore
l’arcobaleno gioca su loro
l’amore tutto colora
felicità averti incontrata
come quel fiore
il raggio del sole
Pietro Atzeni
14.3.12
una volta ci si puliva i piedi prima d'entrare in casa
quando gli zerbini non esistevano o erano rari ci si puliva prima d'entrare a casa o nelle case le scarpe in affari del genere
13.3.12
tutto suona anche le pietre basta saperle ascoltare .il caso di PINUCCIO SCIOLA
ecco due miei video ( mi scuso per le vosio in soffondo , ma i tipi davanti erano dei maleducati e non sanno ascoltare ) della sua esibizione dell'anno scorso al festival di time jazz
da http://www.cosaspreziosas.com/prodotti-sardi.php?articolo=pietre-sonore
Potrai scegliere fra
le Pietre Sonore,
i "Semi della Pace",
le "Targhe"
e soprattutto toccare con mano (o con una bacchetta...) le Pietre Sonore e creare in prima persona le loro arcane, affascinanti melodie.
Se non puoi venire in via Giulia di persona ma sei comunque interessato alle Pietre Sonore, puoi contattarci per maggiori informazioni (tel. 06 6867762).
Nel frattempo, in attesa di apprezzare il suono della pietra, ingrandisci queste foto per osservare gli splendidi giochi di luce e la storia stessa scritta su queste pietre (le "chiazze" biancastre che ornano la superficie della scultura di basalto, nella foto qui sopra a destra , sono licheni... e sono vivi!)
da http://www.cosaspreziosas.com/prodotti-sardi.php?articolo=pietre-sonore
Le PIETRE SONORE dello scultore Sardo PINUCCIO SCIOLA
Che cosa regalare a chi ha già tutto... O a chi non ha bisogno di niente? O a un musicista, un artista, o a chi deve arredare una casa -o magari un intero giardino?
Le Pietre Sonore di Pinuccio Sciola sono qualcosa di più di una scultura e qualcosa di più di un "semplice" strumento musicale: nelle Pietre Sonore sono racchiuse da milioni di anni, pronte a sprigionarsi al tocco della mano, le melodie ancestrali della Terra: i suoni liquidi del calcare, nato nelle profondità degli oceani, e quelli aspri delle trachiti, dei porfidi, dei graniti nati dal cuore stesso della Madre Terra.
Pinuccio Sciola
Per farsi un'idea di chi è Pinuccio Sciola basta fare un giro per il suo paese,San Sperate, piccolo borgo agricolo a pochi chilometri da Cagliari conosciuto in tutto il mondo come "paese-museo" grazie ad una tradizione ormai quarantennale di muralismo artistico e popolare ma soprattutto grazie a Pinuccio, il suo cittadino più illustre che inventò il concetto stesso di "paese-museo" ormai quarantadue anni fa.
Le sculture sparpagliate per il paese, il parco-atelier e la casa-laboratorio di Pinuccio, sempre aperta ai visitatori, fanno di San Sperate uno dei luoghi dell'anima della Sardegna di oggi: e fra le opere di Sciola, artista dalla carriera lunga ed eclettica (vedi la sua biografia su Wikipedia) le Pietre Sonore sono quelle che più catturano l'immaginazione, e l'ammirazione.
Le Pietre Sonore
Le Pietre Sonore sono uno stimolo per almeno tre sensi: la vista innanzitutto, catturata dai giochi di luce resi possibili dal reticolo di tagli inferti alla pietra per catturarne le qualità sonore, e poi insieme il tatto, attirato dalle superfici scabre e assolutamente "naturali" delle sculture (che in molti casi conservano i licheni e i muschi che per decenni avevano abitato la pietra nella sua sede naturale) e l'udito: ad ogni sfioramento, ad ogni leggerissima percussione le Pietre Sonore reagiscono come un vero strumento musicale, dando vita a sonorità dal fascino misterioso ed inimitabile. Per farsene un'idea basta ascoltare la registrazione che accompagna questa pagina del sito di San Sperate (dove troverete altre immagini delle sculture che popolano il paese e l'atelier di Pinuccio) o dare un'occhiata a questo breve video in cui è lo stesso Pinuccio a suonare una delle sue sculture. Altre foto, e un altro breve video, si trovano qui.
Dal 1996 Pinuccio Sciola ha esposto in vari Paesi del mondo le sue Pietre Sonore che in qualche caso, come al Parco delle Rose di Bologna, rimarranno per sempre in dono alla città ospitante. A Roma si può ammirare una scultura di Sciola nel giardino del nuovo Auditorium di Renzo Piano, alle spalle dell'Info Point del Teatro.
Le Pietre Sonore hanno anche conquistato la pianista Rita Marcotulli, che ha prima costruito intorno aPinuccio Sciola e alle Pietre Sonore, da lui stesso suonate, il progetto musicale Elements: il suono delle pietre che ha coinvolto artisti di livello internazionale (Andy Sheppard al sax, Paolo Fresu alla tromba,Marilyn Mazur e Benita Hostrop alle percussioni, Silvia Alunni al piano e Roberto Masotti alle immagini video) e poi le ha campionate e suonate lei stessa fin dal 2006.
Le opere di Pinuccio Sciola da COSAS PREZIOSAS
Da Cosas Preziosas il Negozio Sardo a Roma in via Giulia 195/A (Ponte Sisto) troverai un piccolo campionario di opere di Pinuccio Sciola e un catalogo delle sculture già installate e di quelle disponibili nel suo atelier.
Potrai scegliere fra
le Pietre Sonore,
i "Semi della Pace",
le "Targhe"
e soprattutto toccare con mano (o con una bacchetta...) le Pietre Sonore e creare in prima persona le loro arcane, affascinanti melodie.
Se non puoi venire in via Giulia di persona ma sei comunque interessato alle Pietre Sonore, puoi contattarci per maggiori informazioni (tel. 06 6867762).
Nel frattempo, in attesa di apprezzare il suono della pietra, ingrandisci queste foto per osservare gli splendidi giochi di luce e la storia stessa scritta su queste pietre (le "chiazze" biancastre che ornano la superficie della scultura di basalto, nella foto qui sopra a destra , sono licheni... e sono vivi!)
mio reportage dalla mostra Primavera in Giardino 2012 a Milis, del 10 e 11 Marzo 2012
Come ogni anno, dal 2009, abbiamo esposto le nostre camelie ( http://www.primaveraingiardino.it/espositori.php ) alla mostra primaveraingiardino nella splendida cornice di Villa Pernis a Milis ( campidano zona d'Oristano ) . ne trovate sotto il manifesto
edizione 2010 |
PRIMAVERA IN GIARDINO 2012
Due giornate per il giardino in Sardegna
10 11 MARZO 2012
VILLA PERNIS - MILIS (OR)
DALLE 10 ALLE 18La Sardegna mostra il suo cuore verde …ed è Milis !
La Sardegna mostra il suo cuore verde …ed è Milis ! Nella Vega di Milis , tradizionale cuore verde della Sardegna con i suoi aranceti storici, torna Primavera in Giardino ,manifestazione dedicata alla cu(o)ltura del giardino in Sardegna.
Primavera in Giardino, cerca di coinvolgere la Sardegna e renderla partecipe dello stesso fermento di idee, di passioni, di tendenze e scelte presenti oggi nello scenario del verde di qualita' a livello nazionale e europeo.
Sponsorizzata dal Comune, Pro- Loco, e Consulta giovanile di Milis, ha l' obbiettivo di promuovere la cultura del verde e del giardinaggio e di diffondere l' informazione, educazione e l' amore verso il nostro vero e piu' importante bene, la natura.
La manifestazione è di anno in anno in continua crescita grazie a migliaia di appassionati e interessati visitatori che la sostengono. Si svolge nella sontuosa cornice di Villa Pernis a Milis (OR) il 10 e 11 marzo (sabato e domenica) 2012 dalle 10 alle 18.
Un vero simposio tra i personaggi del mondo verde italiano ed estero e un vasto pubblico fatto di persone di ogni età e provenienza. Ci saranno esposizioni, incontri, laboratori verdi per i bambini, conferenze, una rassegna di vivaismo specializzato con mostra mercato di piante insolite. L' evento portera' in Sardegna una scelta tra i più importanti vivai collezionisti italiani rappresentanti ben nove regioni e la Francia, con piu' di cinquanta espositori.
La mostra , curata da Italo Vacca e Leo Minniti, del vivaio I Campi a Milis, ha da sempre come chiodo fisso, la sostenibilita' del giardino e di anno in anno cerca di mettere insieme gli elementi per creare un nuovo modello del giardino sardo.
Nel 2011 si è esplorato il tema delle piante vagabonde per imparare come il bacino del Mediterraneo, la California, l' Australia, il Cile, e il Sud Africa, forniscano una vastissima scelta di piante perfettamente ospitate nei giardini sardi vista la somiglianza del clima.
Nel 2010 si e' affrontato il tema 'di necessità …virtù', identificando alternative al poco sostenibile 'prato all' inglese' e rispettando le nostre preziose risorse idriche per creare un giardino dove la scarsita' dell' acqua non sia un limite ma un' opportunita'.
Quest' anno si aggiunge il tema 'le piante della 'lolla''. 'Sa lolla' è il tipico loggiato presente in molte case del Campidano , dove non solo venivano svolte tante attivita' della vita contadina, ma spesso fungeva da rifugio per interessanti e preziosissime collezioni di piante.
Guardando le nostre tradizioni, possiamo prendere spunto per nuovi elementi che possono far parte del nuovo giardino sardo. Possiamo creare giardini non solo belli ma sostenibili e in pieno rispetto della nostra terra. Quest’ anno si aggiunge il tema ‘le piante della ‘lolla’’. ‘Sa lolla’ è il tipico loggiato presente in molte case del Campidano , dove non solo venivano svolte tante attivita’ della vita contadina, ma spesso fungeva da rifugio per interessanti e preziosissime collezioni di piante.
Per ulteriori informazioni
Italo Vacca e Leo Minniti (curatori della mostra)
Tel. 0783 51531
Cell. 393 9040081
info@vivaioicampi.it
Due giornate per il giardino in Sardegna
10 11 MARZO 2012
VILLA PERNIS - MILIS (OR)
DALLE 10 ALLE 18La Sardegna mostra il suo cuore verde …ed è Milis !
La Sardegna mostra il suo cuore verde …ed è Milis ! Nella Vega di Milis , tradizionale cuore verde della Sardegna con i suoi aranceti storici, torna Primavera in Giardino ,manifestazione dedicata alla cu(o)ltura del giardino in Sardegna.
Primavera in Giardino, cerca di coinvolgere la Sardegna e renderla partecipe dello stesso fermento di idee, di passioni, di tendenze e scelte presenti oggi nello scenario del verde di qualita' a livello nazionale e europeo.
Sponsorizzata dal Comune, Pro- Loco, e Consulta giovanile di Milis, ha l' obbiettivo di promuovere la cultura del verde e del giardinaggio e di diffondere l' informazione, educazione e l' amore verso il nostro vero e piu' importante bene, la natura.
La manifestazione è di anno in anno in continua crescita grazie a migliaia di appassionati e interessati visitatori che la sostengono. Si svolge nella sontuosa cornice di Villa Pernis a Milis (OR) il 10 e 11 marzo (sabato e domenica) 2012 dalle 10 alle 18.
Un vero simposio tra i personaggi del mondo verde italiano ed estero e un vasto pubblico fatto di persone di ogni età e provenienza. Ci saranno esposizioni, incontri, laboratori verdi per i bambini, conferenze, una rassegna di vivaismo specializzato con mostra mercato di piante insolite. L' evento portera' in Sardegna una scelta tra i più importanti vivai collezionisti italiani rappresentanti ben nove regioni e la Francia, con piu' di cinquanta espositori.
La mostra , curata da Italo Vacca e Leo Minniti, del vivaio I Campi a Milis, ha da sempre come chiodo fisso, la sostenibilita' del giardino e di anno in anno cerca di mettere insieme gli elementi per creare un nuovo modello del giardino sardo.
Nel 2011 si è esplorato il tema delle piante vagabonde per imparare come il bacino del Mediterraneo, la California, l' Australia, il Cile, e il Sud Africa, forniscano una vastissima scelta di piante perfettamente ospitate nei giardini sardi vista la somiglianza del clima.
Nel 2010 si e' affrontato il tema 'di necessità …virtù', identificando alternative al poco sostenibile 'prato all' inglese' e rispettando le nostre preziose risorse idriche per creare un giardino dove la scarsita' dell' acqua non sia un limite ma un' opportunita'.
Quest' anno si aggiunge il tema 'le piante della 'lolla''. 'Sa lolla' è il tipico loggiato presente in molte case del Campidano , dove non solo venivano svolte tante attivita' della vita contadina, ma spesso fungeva da rifugio per interessanti e preziosissime collezioni di piante.
Guardando le nostre tradizioni, possiamo prendere spunto per nuovi elementi che possono far parte del nuovo giardino sardo. Possiamo creare giardini non solo belli ma sostenibili e in pieno rispetto della nostra terra. Quest’ anno si aggiunge il tema ‘le piante della ‘lolla’’. ‘Sa lolla’ è il tipico loggiato presente in molte case del Campidano , dove non solo venivano svolte tante attivita’ della vita contadina, ma spesso fungeva da rifugio per interessanti e preziosissime collezioni di piante.
Guardando le nostre tradizioni, possiamo prendere spunto per nuovi elementi che possono far parte del nuovo giardino sardo. Possiamo creare giardini non solo belli ma sostenibili e in pieno rispetto della nostra terra.
Per ulteriori informazioni
Italo Vacca e Leo Minniti (curatori della mostra)
Tel. 0783 51531
Cell. 393 9040081
info@vivaioicampi.it
Ovviamente come potete notare non è solo piante e fiori . Ed ora il mio reportage fotografico
N.B
chiedo scusa per le poche foto ! ma siano arrivati tardi ( sono 200 km ) mentre mio fratello e la collega c'erano dal giorno prima e nella fretta ho preso la macchina fotografica dimenticando d' inserire la scheda era nel pc perchè stavo scaricando video che troverete prossimamente e quindi ho usato la scheda di riserva di mio padre ., 2 ) come potete notare dal video del 2010 c'era ancora più gente del sito ufficiale .
gli agrumi tipici |
lo stand di Oggianu Pierpaolo Portafiori e laccus in pietra Milis (OR)
le nostre camelie
il nostro stand
lo stand di Giorgio Ortu - cestini in canna Milis (OR)
IL prossimo anno chiedero d'andare io con mio fratello cosi il reportage sarà più ricco
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