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4.4.19

tentativi di dialogo sui fatti vergognosi di Torre Maura ( Roma ) con sovanisti e casapoundisti #primagliitaliani ed altre storie

(...)
gli occhi dischiuse il vecchio al giorno

non si guardò neppure intorno

ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva "ho sete, ho fame"

                        (...) 


                    Il pescatore     di   De  Andrè  

di cosa stiano parlando 





Lo  so  che   è come discutere   con certe persone  è come   lavare la testa   all'asino  con il sapone   si perde  tempo e  denaro   oppure  dare  le perle  ai porci  . ma  è più  forte  di me  perchè sono convinto     che  il dialogo ed  il confronto    serve   e  ia  utile    ma  sprattutto   e  con esse  anziche   con l'odio  che  si risolvono  i problemi     .  Si  possono ottenere  risultati  efficenti  come  il caso   realmente  avvenuto  narrato  dal  film    Il ponte delle spie (Bridge of Spies) è un film del 2015 diretto da Steven Spielberg con protagonista Tom Hanksdell'arresto e del processo con conseguente condanna della spia sovietica Rudolf Abel, per poi narrare la trattativa e lo scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2, abbattuto, catturato e condannato dai sovietici. Lo scambio avvenne sul Ponte di Glienicke, per questo poi denominato "ponte delle spie".  


  dal mio  fb  


non so chi è più merda chi applaude o quelli di casa pound che lo hanno fatto . e poi dicono che non sono razzisti tali cose le facevano i nazisti principalmente

CORRIEREDISIENA.CORR.IT
Responsabile Lazio Antonini: misura è colma, Raggi: no all'odio
Commenti
  • Mario de Carlo Mi spiace,ti posso dare ragione anche su tutto,ma i rom x me sono merde ,e comprendo la paura della gente
  • Giuseppe Scano Mario de Carlo mettiamo che siano per il 98 % merde . Non si "combatte " la merda con altra merda o appoggiando come pappagalli /automi la merda . Ma un minimo " d'originalità " e di autonomia nel pensare con la propria testa . Altrimenti si finisce per essere merda a sua volta
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* la  signorina  in questione    che      trovate  nei  coment precedenti   e    in   quet'altro commento  d  un altro mio  pot 

ILFATTOQUOTIDIANO.IT
“Dovevamo farlo saltare in aria prima questo centro. È meglio fare i delinquenti con questi”. Mentre la Procura di Roma indaga per minacce e danneggiamenti con l’aggravante dell’odio razziale, i primi due nuclei familiari sono usciti ieri nel tardo pomeriggio dal centro d’accoglienza di T...
Commenti
  • Diana Carla Cicognini Bruciare vivi no..ma via tutti dall Italiaaaaaa
  • Lorenza Urgeghe I rom autoctoni (discendenti di gruppi presenti in Italia sin dal medioevo) sarebbero circa 45.00
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  • Lorenza Urgeghe e di questi cosa ne vuole fare??????

mi ha    bloccato    nonostante   non   abbia    come potet leggere  dai   commenti  del post  sopra     riportato  e che  per  dmostrare  che   nulla   è  sta  rimosso e   nella  dificato  trovate  qui   (    https://bit.ly/2YPigjq )   sulla   mia  bacheca  di   facebook  

3.4.19

eppure dicono che Casa Pound non è fascista il caso di Roma, protesta a Torre Maura: calpestano i panini destinati ai rom accolti nel quartiere

Roma, protesta a Torre Maura: calpestano i panini destinati ai rom accolti nel quartiere


"Fate schifo, zozzoni. E gli portate pure da mangiare". Decine di cittadini hanno protestato a Torre Maura, periferia di Roma, contro un addetto ai lavori che stava consegnando pane a una settantina di persone di etnia rom ospitati da una struttura di accoglienza della zona. L'uomo, spintonato dai manifestanti, ha lasciato cadere a terra i panini che sono stati calpestati dai residenti per evitare che venissero poi consegnati ai destinatari. 
La protesta è stata organizzata nel giorno del trasferimento di alcune decine di rom in uno stabile del VI municipio, risultato vincitore di un bando europeo come struttura di accoglienza.

Video H24, immagini Fabio Falanga


questa  invece  è il resenìconto  di   https://corrieredisiena.corr.it/ 03.04.2019 - 14:30  che  riporta  questa  a genzia  di  (askanews)
 Hanno calpestato i panini portati al centro accoglienza e poi in serata è scattata la guerriglia urbana, con cassonetti e auto dati alle fiamme, per protestare contro il trasferimento di 75 rom nel centro accoglienza di Torre Maura, periferia Est della Capitale.
Il gesto di disprezzo e rabbia è ripreso da una diretta Facebook di Mauro Antonini, responsabile per il Lazio di CasaPound.
"Guardate la popolazione, è indignata, si sono rotti le p... , gli stanno già apparecchiando la tavola. Qui la gente non li vuole, la misura è colma, Torre Maura non è un quartiere razzista, è un quartiere che ha sempre tollerato"
Il trasferimento dei nomadi, fra cui 33 bambini, era iniziato ieri pomeriggio. Diversi residenti del quartiere hanno iniziato a manifestare in strada chiedendo alla Polizia municipale di sospendere le operazioni. Inizialmente una trentina, con il passare delle ore sono diventati circa 300, controllati dal Reparto mobile della polizia.
"Questa merda qua stasera deve uscire. Dove cazzo sta la Raggi?", dice una residente infuriata.
Nella notte un vertice nel Municipio VI ha deciso di sospendere il trasferimento dei rom e CasaPound ha subito gridato alla vittoria. La sindaca Raggi ha commentato così il giorno dopo:
"Non possiamo cedere all'odio razziale, non possiamo cedere contro chi continua a fomentare questo clima e continua a parlare alla pancia delle persone, e mi riferisco a CasaPound e Forza Nuova"

Appena  ho sentito    questa  news    mi chiedo  chi  è  più merda   gli abitanti  di tale  zona   o  casa  ound   che  gli istiga  e  li sostiene  ?  
Ma  ppoi   quesa  elucubrazione     svanisce     nel  vento   . 
Ora   Capisco  gli abitanti  del quartiere   e le  loro  paure   ( anche se  dettate  al  90  %  da  pregiudizi  e  stereotipi  )  , cosi  come   la   destra   extra  parlamentare   che  deve per   radicarsi  (  o  confermare  la loro posizione  ) sul territorio   anche  se  lo  fa   puntando   sulla  paura  e  su  gli istinti   più bassi  .  Ma     tali persone  , la  stessa  cosa  direi  se  a  farlo  fossero   quelli della mia  parte  politica   ,  sono proprio delle  merde    .  
Lo so  cher non   dovei  insultare  delle persone e quindi contribuire  alla  diffusione  dellodio  , rischiando  di  scadere   \ abbassarmi all  loro stesso  livello  , oltre  che    essere  incoerente  con quanto  dicevo nne  miei  precedenti  post  critici   verso   gli  ....  odiatori  ....  in particolare in questo : << 
Cari haters.... ops ... odiatori [....] >>
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/03/cari-haters-ops-odiatori-risposta-agli.html



Ma  davanti    a tale violenza   ,  cosa  bene  diversa da  un presidio  o  fash mob  ,    ed  odio  simile   non riesco a teacere   ed    andifnarmi ed  a  tirare  fuori  da  me  



se  proprio volevoano  fare    una protesta per fare situazione potevano  distruire  quel  pane   hai   bisognosi  , visto  che  sono  quelli che     gridano  #primagliitaliani   anzi che sprecarlo     e  rovinarlo  cosi    dimenticandosi    che  
  da    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/calpestare-pane-calpestare-umanit

[....] quel pane. Il gesto del calpestare il pane, come fosse immondizia: «Così non mangerete». A Roma, Italia. Un Paese in cui molti hanno ancora la memoria del pane come cosa sacra, che, se avanza, non si butta, mai: si riutilizza, e magari le briciole vanno ai passeri, sui davanzali, ma non nei rifiuti.
Il pane non si butta: quasi tutti abbiamo ancora il ricordo di nonni e madri che bruscamente proibivano, nello sparecchiare la tavola, che si sprecasse il pane. Come se ci fosse in quello spreco un disprezzo del lavoro degli uomini, e una irrisione della fame; e quasi una tacita bestemmia. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, recita il Padre Nostro, e pure in una troppo ampia dimenticanza della fede cristiana rimane fra noi ancora, almeno negli adulti, e in non pochissimi giovani, la consapevolezza che il pane non è un cibo come gli altri, che il pane è cosa da trattare con religioso rispetto.
Per questo le immagini da Roma colpiscono come un pugno. Minacce aggravate da odio razziale, è l’ipotesi su cui indaga la Procura, mentre il ministro dell’Interno condanna l’accaduto, misurando come raramente accade le parole, senza eccessiva indignazione, e intanto promette per la fine del suo mandato «zero campi rom» – giacché ogni occasione è buona per questa continua, sfinente campagna elettorale. Ma al di là delle parole di giudici o ministri è la faccia segnata di quella madre rom accerchiata a restarci in mente, è quel pane che dei poveri hanno calpestato, l’altra sera a Torre Maura, perché non andasse a dei più poveri di loro. Un segno di imbarbarimento in questa Capitale sporca e trasandata.
Splendida in ogni pietra del passato, e così degradata nelle periferie dell’oggi: quasi che si fosse perso il senso del vivere insieme. Su questo malessere ormai di vecchia data soffia ora un vento che gonfia la rabbia e l’intolleranza. L’humus perfetto per promettere «ordine». Non avendo a cuore né gli inquilini degli scalcinati palazzi di Torre Maura, né tantomeno quei settanta scacciati, ma solo un proprio disegno di potere. E quanti, attorno, che applaudono. Il pane calpestato come l’icona, allora, di uno smarrimento di vita, di una smemoratezza di radici e speranze comuni.
cosi facendo dunque  perdono quel bricciolo   di ragione  e comprensione  .

2.4.19

Salvini condivide una bufala islamofobica che si basa su una traduzione fake se questo è un minstro ?

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Salvini bufala Imam Milano 1)


Matteo Salvini ha condiviso una fake news islamofobica sulla propria bacheca Facebook  . Si tratta di un articolo de Il Giornale su "l'imam che insegna a picchiare le donne" ospite a Milano .
Una bufala. Infatti il filmato originale racconta esattamente l'opposto . I punti di vista personali sono legittimi, ma quando si condividono notizie artefatte con il solo fine di portare avanti la propria propaganda xenofoba e islamofobicainizia a diventare un grave problema che un ministro della Repubblica non può permettersi di sottovalutare. Matteo Salvini nei giorni scorsi ha condiviso un video in cui il giornalista Mario Giordano presentava al suo pubblico di Rete4 una news de Il Giornale dal titolo: «A Milano l’imam che spiegava come picchiare le donne». Una notizia che fa sobbalzare – giustamente – dalla sedia, ma la realtà dimostra tutt’altro. Ma il leader della Lega non lo sa, o forse non glielo hanno spiegato.
La notizia parte da in assunto che non è contestabile: il 20 e il 21 aprile a Milano ci sarà un evento chiamato Fiera della Speranza, organizzato dalla Ong Islamic Relief. Tra gli invitati ci sarà anche l’imam Yassem Al Mutawa che, secondo il Giornale e l’estensore dell’articolo Alberto Giannoni, in passato realizzò un video – diventato virale su Youtube – nel quale insegnava ai musulmani come picchiare le donne. Cosa che non è assolutamente vera dato che nella versione originale del filmato la traduzione mostra un intento completamente diverso da quello che Il Giornale e Matteo Salvini hanno voluto far credere, scatenando l’odio sui social.
La bufala dell’imam che insegnava come picchiare le donne .
Come spiega nel dettaglio il portale Bufale.net, il video di cui si parla risale al 2002 ed è stato riproposto nel 2013 ed è è presente su Memri TV sia in versione sottotitolata che in versione trascritta in lingua inglese. Di seguito potrete vedere il video integrale della versione in inglese del filmato contestato che ha dato il via all’articolo de Il Giornale (ma anche de La Verità) e alla condivisione indignata di Matteo Salvini.
Ciò che emerge dal filmato preso in considerazione dal Giornale e da La Verità è che nella parte introduttiva Al-Mutawa fa una doverosa premessa a quanto verrà detto nel corso dell’intervento – spiega il debunker Luca Mastinu su Bufale.net -. Il professore, infatti, mostra i tre bastoni e li descrive come oggetti da usare contro i disobbedienti, ma specifica che la ‘disciplina familiare’ è spesso fraintesa e porta alla distruzione di case e famiglie. In conclusione alla premessa, Al Mutawa afferma: «Dobbiamo affrontare i nostri problemi attraverso il dialogo e la comprensione reciproca».
La realtà è che in quel video l’imam Yassem Al Mutawa parla di alcuni comportamenti violenti e di punizione nei confronti dei disobbedienti, presenti e indicati nel Corano. Ma non li esalta. Anzi, li critica aspramente e soprattutto nel dialogo con  il professor Mahmoud Al-Hajj, docente di Fede Islamica dell’Università di Giordania, come spiegato nel prosieguo del filmato: «Il marito dovrebbe picchiare sua moglie con un fazzoletto. È concepibile che un uomo picchi la moglie con un bastone, come abbiamo visto all’inizio della trasmissione? No. Deve batterla con un fazzoletto».Adesso si andrà avanti per vie legali. La ONG Islamic Relief ha infatti deciso di denunciare Il Giornale per il suo articolo ritenuto diffamatorio. «Comunichiamo di aver dato mandato ai nostri legali – si legge in una nota ufficiale – al fine di agire in ogni sede nei confronti de ‘Il Giornale” e di A****** G*******’, in quanto le affermazioni contenute in detto articolo sono radicalmente false e gravemente diffamatorie. Non solo il Dr. Al Mutawa non ha mai invogliato né giustificato la violenza sulle donne, ma al contrario, come si può agevolmente apprendere dal video pubblicato su YouTube, sul quale sono ispirate le illazioni pubblicate, il Dr. Al Mutawa mette bene in guardia da queste pratiche che condanna in modo chiaro e univoco».Salvini, il giornalista professionista che diffonde fake news .Ecco, un ministro che condivide una notizia simile dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e invece, dopo oltre 24 ore – la bufala è ancora presente sulla sua pagina Facebook e ha scatenato l’odio vomitato dai sui sostenitori nei confronti dell’imam. E Salvini è anche giornalista professionista, quindi dovrebbe conoscere bene i doveri di chi dovrebbe verificare le fonti prima di pubblicare una notizia. Che poi è palesemente falsa e artefatta per un mero gioco elettorale.

forse perchè il nuoto è uno sport di nicchia e non di massa come il calci Eduard, 16 anni, nato a Cuneo ma senza cittadinanza: “Vinco ma non basta per rappresentare l’Italia agli europei” Di Lara Tomasetta 02 Apr. 2019 81 Immagine di copertina Credit: LC ZONE Fotografia & Comunicazione Eduard Cristian Timbretti Gugiu, di Cuneo, ha imparato prima a nuotare che a parlare. A 5 anni ha messo piede in piscina, da allora non ha più abbandonato la sua grande passione: il nuoto e i tuffi. Oggi ha 16 anni e un grande sogno: quello di poter partecipare alle competizioni internazionali. Il suo talento lo ha dimostrato molte volte, ma per poter accedere a quelle gare c’è bisogno di un pezzo di carta che dica che Eduart è italiano. Già, perché Eduard, nato e cresciuto in Italia, italiano non è. Figlio di due romeni, da ben due anni attende la cittadinanza. “La richiesta è stata fatta a dicembre 2016, tutto doveva chiudersi entro il termine massimo di dicembre 2018, ma con il decreto sicurezza i tempi si sono allungati. Speriamo arrivi per i campionati europei”, spiega a TPI il padre di Eduard, Sandro Timbretti Gugiu. Leggi anche: Come si ottiene la cittadinanza italiana “Siamo in Italia dal 1993, mio figlio è nato a Cuneo, è cresciuto qui, è totalmente italiano”, racconta il padre. “Abbiamo sperato nello ius soli, non è arrivato. A quel punto, dato che si tende a minimizzare i meriti sportivi nelle discipline considerate di nicchia come i tuffi, abbiamo deciso di procedere da soli”. La richiesta per la cittadinanza è una procedura che ha un costo, che in alcuni casi e per famiglie con un reddito modesto, può incidere notevolmente. Oltre il contributo unificato di 200 euro, ci sono poi i costi della documentazione da presentare in ambasciata. “Abbiamo fatto quello che era possibile fare per minimizzare i costi. Speravo nello ius soli, non per me, perché tanto la politica non mi interessa, mi interessa solo la famiglia. Anzi, la politica ha influito un po’ troppo nella nostra vita. Ma mio figlio queste cose qua le ha sofferte un pochino. Ho cercato ovunque un sussidio, un aiuto: in Comune, in Regione, e non dipende dal colore politico, tutti mi hanno chiuso le porte in faccia”. Come spiega Timbretti a TPI le cose non hanno preso la piega sperata, alle promesse non sono seguiti i fatti. “A nessuno interessa lo sport, almeno lo sport di nicchia come i tuffi. Se non fosse stato per la società (la Federazione Italiana Nuoto – C.R.Piemonte e Valle d’Aosta), che ci ha dato una mano anche economica, non ce l’avremmo fatta”. È un peccato perché in comune sono state fatte tante promesse, ma poi non hanno più risposto. Non è facile”, commenta amareggiato papà Timbretti. La stessa amarezza è condivisa da Eduard, che a TPI confessa: “Sono deluso, ci vuole molto più tempo di quanto pensassi e sono passati più di due anni. Vorrei che la cittadinanza arrivasse il prima possibile. Ci avevano dato come tempo massimo dicembre, nemmeno quello. Speravo di poter fare qualcosa quest’anno come le gare internazionali, per le quali ho fatto anche un buon punteggio, solo che non è arrivaa. Ho perso l’opportunità di gareggiare”. Eduard vorrebbe rappresentare l’Italia ai campionati europei ma questa cittadinanza sembra non arrivare più. A 10 anni Eduard è già campione di categoria dai due trampolini: uno e tre metri. Colleziona medaglie su medaglie e prosegue gli intensi allenamenti senza mai abbandonare la scuola e gli studi. Al mattino la scuola, il panino al volo e poi di corsa a prendere il treno per gli allenamenti. Infine di corsa a casa per studiare fino a tarda notte. La media dei voti infatti non tradisce il suo impegno. Un ragazzo come tanti con una grande passione e sogni per ora siglillati in un cassetto: la voglia di gareggiare è tanta, nonostante Eduard abbia sempre preso con sportività tutti gli episodi in cui abbia dovuto condividere il podio con chi è arrivato secondo, ma guadagnava posti perché lui da non italiano, era come “un fantasmino”. “Quando ero più piccolo non la vedevo come una cosa brutta, ho iniziato ad accorgermente 3 anni fa quando c’erano le gare importanti e non potevo gareggiare. Prima quando arrivavo sul podio e vedevo che con me saliva un altro ragazzo, il secondo classificato, mi sembrava una cosa quasi buffa. Poi però ho capito che per me non era una cosa molto conveniente: facendo salire tutti gli altri di un posto, facevo anche guadagnare punti alle altre società”, spiega Eduard. “Mi sento italiano a tutti gli effetti, se non fosse per lo sport nemmeno ci penserei, i miei amici, le mie compagnie, mi sento italiano al 100 per cento”.

non volete lo ius soli o  non  avete  il coraggio  di portarlo  a  discussione   in aula  per non perdere  i  voti dei malpancisti  e   degli xenofobici  e  nazionalisti   . ecco le conseguenze non lamentatevi se poi dovesse essere un atleta valente , da medaglia , ma non lo si è potuto far partecipare e gareggiare . fScomettiamo   che  se    anzichè  il nuoto  avese scelto cme   sport il calcio      si sarebbe  mossi ani  e monti er  darglierla  ?  .


 da  https://www.tpi.it/


Eduard, 16 anni, nato a Cuneo ma senza cittadinanza: “Vinco ma non basta per rappresentare l’Italia agli europei”
                      Di Lara Tomasetta  02 Apr. 2019


Eduard Cristian Timbretti Gugiu, di Cuneo, ha imparato prima a nuotare che a parlare. A 5 anni ha messo piede in piscina, da allora non ha più abbandonato la sua grande passione: il nuoto e i tuffi.

Immagine di copertina
Credit: LC ZONE Fotografia & Comunicazione

Oggi ha 16 anni e un grande sogno: quello di poter partecipare alle competizioni internazionali.

Il suo talento lo ha dimostrato molte volte, ma per poter accedere a quelle gare c’è bisogno di un pezzo di carta che dica che Eduart è italiano.

Già, perché Eduard, nato e cresciuto in Italia, italiano non è. Figlio di due romeni, da ben due anni attende la cittadinanza.

“La richiesta è stata fatta a dicembre 2016, tutto doveva chiudersi entro il termine massimo di dicembre 2018, ma con il decreto sicurezza i tempi si sono allungati. Speriamo arrivi per i campionati europei”, spiega a TPI il padre di Eduard, Sandro Timbretti Gugiu.

Leggi anche: Come si ottiene la cittadinanza italiana

“Siamo in Italia dal 1993, mio figlio è nato a Cuneo, è cresciuto qui, è totalmente italiano”, racconta il padre. “Abbiamo sperato nello ius soli, non è arrivato. A quel punto, dato che si tende a minimizzare i meriti sportivi nelle discipline considerate di nicchia come i tuffi, abbiamo deciso di procedere da soli”.

La richiesta per la cittadinanza è una procedura che ha un costo, che in alcuni casi e per famiglie con un reddito modesto, può incidere notevolmente. Oltre il contributo unificato di 200 euro, ci sono poi i costi della documentazione da presentare in ambasciata.

“Abbiamo fatto quello che era possibile fare per minimizzare i costi. Speravo nello ius soli, non per me, perché tanto la politica non mi interessa, mi interessa solo la famiglia. Anzi, la politica ha influito un po’ troppo nella nostra vita. Ma mio figlio queste cose qua le ha sofferte un pochino. Ho cercato ovunque un sussidio, un aiuto: in Comune, in Regione, e non dipende dal colore politico, tutti mi hanno chiuso le porte in faccia”.

Come spiega Timbretti a TPI le cose non hanno preso la piega sperata, alle promesse non sono seguiti i fatti.

“A nessuno interessa lo sport, almeno lo sport di nicchia come i tuffi. Se non fosse stato per la società (la Federazione Italiana Nuoto – C.R.Piemonte e Valle d’Aosta), che ci ha dato una mano anche economica, non ce l’avremmo fatta”.


È un peccato perché in comune sono state fatte tante promesse, ma poi non hanno più risposto. Non è facile”, commenta amareggiato papà Timbretti.

La stessa amarezza è condivisa da Eduard, che a TPI confessa: “Sono deluso, ci vuole molto più tempo di quanto pensassi e sono passati più di due anni. Vorrei che la cittadinanza arrivasse il prima possibile. Ci avevano dato come tempo massimo dicembre, nemmeno quello. Speravo di poter fare qualcosa quest’anno come le gare internazionali, per le quali ho fatto anche un buon punteggio, solo che non è arrivaa. Ho perso l’opportunità di gareggiare”.

Eduard vorrebbe rappresentare l’Italia ai campionati europei ma questa cittadinanza sembra non arrivare più.

A 10 anni Eduard è già campione di categoria dai due trampolini: uno e tre metri. Colleziona medaglie su medaglie e prosegue gli intensi allenamenti senza mai abbandonare la scuola e gli studi.

Al mattino la scuola, il panino al volo e poi di corsa a prendere il treno per gli allenamenti. Infine di corsa a casa per studiare fino a tarda notte. La media dei voti infatti non tradisce il suo impegno.

Un ragazzo come tanti con una grande passione e sogni per ora siglillati in un cassetto: la voglia di gareggiare è tanta, nonostante Eduard abbia sempre preso con sportività tutti gli episodi in cui abbia dovuto condividere il podio con chi è arrivato secondo, ma guadagnava posti perché lui da non italiano, era come “un fantasmino”.

“Quando ero più piccolo non la vedevo come una cosa brutta, ho iniziato ad accorgermente 3 anni fa quando c’erano le gare importanti e non potevo gareggiare. Prima quando arrivavo sul podio e vedevo che con me saliva un altro ragazzo, il secondo classificato, mi sembrava una cosa quasi buffa. Poi però ho capito che per me non era una cosa molto conveniente: facendo salire tutti gli altri di un posto, facevo anche guadagnare punti alle altre società”, spiega Eduard.

“Mi sento italiano a tutti gli effetti, se non fosse per lo sport nemmeno ci penserei, i miei amici, le mie compagnie, mi sento italiano al 100 per cento”.

1.4.19

dylan dog sta diventando un fumetto Marvell e sta perdendo la sua originalità ?


Nessuna descrizione della foto disponibile.
Di solito , ma questo è un caso eccezionale , aspetto la  fine  per   dare un giudizio su una saga in corso .  La storia il sangue della terra ( - 9 alla METEORA ) scritta da Paola Barbato e disegnata da Werther Dell'Edera     è cosi particolare che sembra ,    se non ci fossero i riiferimenti interni e il sottotitolo a ricordarcelo , slegata dalla saga . Essa ci consegna una vicenda inusuale dell'indagatore dell'incubo , divisa tra la terra e lo spazio , tra la carne e l'anima .Esssa Poteva essere una storia originale e affascinante (grazie all'inventiva e all'autrocritica dell'ottima Barbato) ma << ahimè >>--- come fa notare il comento sulla pagina facebok ufficiale di dylan dog di Marco Marinoni << la struttura narrativa si appiattisce su uno schema da videogame. E di questa nuova Waterloo della scrittura non posso che incolpare il pessimo Recchioni, che a quanto si dice è un appassionato di quella roba.>>
Si è  tento  d'unire  i  temi dell'horror a quelli fantascientifici , incanalandoli in un racconto d' amore. Belli in disegni dallo spazio ho vissuto mentre li leggevo e rileggevo per cercare di capire il senso della storia la sensazione che :  <<   ( ..... ) le nostre visioni possono superare quel cofine e le nostre opportunità sono illimitate [Neil Armostrong ] >> .
L'immagine può contenere: una o più persone Peccato che il tentativo   ottimo e lodevole non sia  purtroppo  ruscito . Infatti a molti fans ( io aspetterò il 400 e qualche numero scccessivo per confermarle o smentire la seconda parte del giudizio sotto riportato anche se rmai è evidente anche a ch non legge o non ha mai letto o vosto film del genere Marvel la direzione sembra queesta con la trasformazione di DD in vampy o in un eroe super eroe ) la definiscono : << Albo dal contenuto della storia di una schifezza immonda. Come uccidere un personaggio che ha fatto la storia del fumetto italiano >> .Ora è vero che un fumetto come Dylan dog che ha più di 30 anni abbia   la necessità di rinnovarsi o, quantomeno, di provarci non si possono scrivere sempre le stesse storie per più di 30 anni. E   quindi   prendere come modello anche ciò che si crea negli altri paesi   come   è  sempre  stto  fatto   nello stesso  dylan   nella gestione  di Sclavi     . Ma qui almeno fn ora , indipendentemente dalla  bellezza o dalla brutezza ( fattore molto relativo    e  variabile  da persona  a  persona  ) lo si sta facendo , a differenza dei primi anni della gestione pre Recchioni , in maniera passiva ed acritica .  Io   nei  numer  ( compro  solo  la  serie  regolare   ed  ogni tanto  qualche     altra  collana   )   del  fantomatico ed  propagandistico    rinnovamento    ho visto   di   effettivamente  nuovo    e  fisso o  solo l'uso del cellulare e personaggi antagonisti e comprimari solo abbozzati .  Ma   su questo  argomento  ritorneremo alla  fine  del  ciclo  della  Meteora   visto   che   si dice  che  dovrebbe avvenire   dal n  400
Una  storia      un po'    banale  ,   Paola  sa  scrivere  di meglio  ,   Infatti   sempre   dalla  pagina  fb ufficiale  di  Dylan  Dog


Mario Punzo È vero, Dylan è cambiato magari in peggio, quello precedente è insostituibile ma come si può tenere allo stesso livello per più di trent'anni un capolavoro del genere? Non credo che in qualsiasi settore vi sia un eccezione perché le sensazioni che ti da un opera non rimarranno mai le stesse...l'unica cosa che si può fare è aggiornare e rinnovare come hanno fatto a discapito di personaggi e di forzature obbligate e quindi essendo loro stessi autori consapevoli di non poter piacere a tutti ma di osare...è un passo che si sono sentiti obbligati a fare al passo coi tempi...però il solo fatto che ci sia ancora, con la sua vena nostalgica, al giorno d'oggi, a me basta
  Oltre  a  queste   "recensioni "   c'è

SPOILER

 il dialogo  ,   dopo   ben    4  tavole    tutta  la pagina  91  di  silenzio  ed  osservazione  del cielo  ,    fra  92-93 fra  Bloch  e  Dylan



-----  Bloch    che  guardi   ?
-----  Dylan   il  cielo
------  Bloch     ti  dispiace  (    prendendo la parola  anche  per   Grouncho  e  JenKins  )    se   restiamo qui  con te   ?
 -----  Dylan  No , ne  sono contento


Nessuna descrizione della foto disponibile.
Forse  , hai ragione tu  , vecchio mio  , forse  ,fare  qualcosa , anche di piccolo o apparentemente  insensato  , visto  quello  che  ci   aspetta  ...  è  comunque  qualcosa E qalcosa  è  sempre  meglio di niente 
SPOILER


Disegni buoni e innovativi \ sperimentali ma secondo me poco addatti a Dylan dog . Infatti come alcuni fans mi chiedo Perché con tutti i disegnatori realistici nelle scuderie bonelli mettete dell'edera su un fumetto inportante come Dylan dog  ?  è  come  metter e un  motore  ferrari sulla  500 .
  Concludo  cn  il mio    voto   5.5\ 6


Nonna dà alla luce la sua nipotina come madre surrogata: “Volevo vedere mio figlio e il suo compagno con in braccio la loro bambina”

beh almeno  non c'è stata  compravendita    del coprpo  della donna    ed  titto è  avvenuto in famiglia    senza  traumi   almeno per  ora per  madre  surrogata  e   creatura


Ha deciso di fare da madre surrogata per avere sua nipote, aiutando così suo figlio e il suo compagno ad avere una bambina. Cecile Eledge, 61 anni, ha partorito l’ultima volta 30 anni fa ed è da dieci in menopausa. Quando Matthew Eledge, 32 anni, e Elliot Dougherty, 29 anni, hanno cominciato a desiderare un figlio e hanno deciso di voler ricorrere a una madre surrogata, la proposta di Cecile li ha fatti sorridere fino a quando non hanno capito che la madre di Matthew faceva davvero sul serio.Aiutati dalla dottoressa Carolyn Maud Dougherty che ha definito l’idea di Cecile “per niente stralunata”, i tre hanno incontrato un’équipe medica nella loro città natale, Omaha, in Nebraska e dopo alcune analisi hanno dato il via all’iter. “La mia mamma a 61 anni ha una pressione sanguigna più bassa di tutti noi figli”, ha detto Matthew al DailyMail, che ha riportato la notizia.Non appena Cecile è stata indicata come “ospite adatto” ecco che è entrata in scena la sorella di Elliot per donare i suoi ovuli: Lea, 26 anni, aveva infatti appena partorito il suo secondo figlio. Gli ovuli, fecondati dallo sperma di Elliot, sono così stati impiantati nell’utero di Cecile che dopo nove mesi e una gravidanza non semplicissima ha partorito in modo naturale e ha dato alla luce la sua nipotina. Nonna Cecile ha dichiarato che quello che l’ha spinta ad andare avanti nonostante le difficoltà di questa procedura è statala voglia di vedere suo figlio con in braccio la piccola Uma. “Uma ora avrà alcuni incredibili modelli femminili da guardare in Lea e mia madre. Non vedo l’ora che lei sviluppi un legame incredibilmente speciale con entrambe”, ha detto Matthwe al DailyMail.

30.3.19

si puo essere conservatori e retrogradi senza insultare . Papa Francesco: “Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”

leggi anche 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/03/il-medioevo-non-e-mai-morto-il.html

Finalmente  all'interno della  gerarchie  della  chiesa  cattolica  s'alza    qualche  voce   di  rimprovero    ai  convocati  alla  convegno sulla  famiglia    di Verona  . Essa  viene  proprio  da Papa Francesco che   : “Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”


da  https://www.tpi.it/ Di Luca Serafini 30 Mar. 2019


“Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”. A dirlo è Papa Francesco, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul volo da Roma a Rabat.
“Ho letto la risposta del segretario di Stato Parolin sul convegno di Verona e mi è sembrata equilibrata”, ha detto Bergoglio. E le parole di Monsignor Parolin erano state proprio quelle che il Pontefice si sente di condividere: “La sostanza è corretta, il metodo è sbagliato”
Sono le prime parole di Papa Francesco sull’evento iniziato a Verona venerdì 29 marzo, e che si concluderà domenica 31 marzo.
Un’iniziativa che ha sollevato una selva di polemiche anche a causa del profilo a dir poco discutibile di alcuni dei relatori. Una di questi, Babette Francis, ha sostenuto in passato la tesi che le donne che non fanno figli vengano colpite più facilmente da tumori.
Francis ha così stabilito un nesso di causalità smentito a TPI da Matteo Lambertini, oncologo presso l’Ospedale San Martino Genova e professore aggiunto all’Università di Genova.
Sabato 30 marzo Maria Gandolfini, la figlia del fondatore del Family Day Massimo Gandolfini, l’uomo che ha aperto i lavori del Congresso di Verona, in un’intervista video a TPI ha dichiarato di ritenere il pensiero del padre “maschilista e retrogrado”.
Maria, 36 anni, ha spiegato di non essersi mai sentita amata dal padre. “Mi considerava una pecora nera, una delusione totale. Ma se mi amasse, come mia madre, non mi vorrebbe far marcire tra le fiamme dell’inferno solo perché sono separata. Lui mi considera un mostro, ritiene che la mia famiglia sia da nascondere, da seppellire da non far vedere, qualcosa di cui vergognarsi”.
Massimo Gandolfini ha replicato alle parole della figlia: “Le parole di mia figlia sono servite se non altro a demolire l’immagine del Gandolfini fascista che impone le sue idee. Per cui mia figlia fa giustamente quello che crede e che reputa giusto. Io naturalmente la rispetto. Lei è uno dei miei sette figli, che amo tutti nella stessa maniera”.

29.3.19

storie di gay che preferiscono nascondersi nel matrimonio etero e di famiglie gay

mentre   facevo la  raccolta  della  carta      ho trovato questa  lettera  scritta   a  Concita  de Gregoriio    ed ecco   un ricollegamento   al precedente post 
Una  storia  triste quella  qui riportata   che  fa (  dovrebbe  )   riflettere   come  ha  fatto con il sottoscritto che    credeva    che i gay ed le  lesbiche si nascondessero   nel  matrimonio etero   oltre  che per paura \  vergogna  ( come nel caso   che trovate  sotto  )   per ipocrisia ed   " non vplersi prendere  le proprie  responsabilità "  della  loro  scelta  sessuale  .


da http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/  del 27 MARZO 2019

                                      La mia vita è stata una finzione


La mano di Roberto, 61 anni

Questa lettera è di Roberto, 61 anni, Catania

"Ho 61 anni, vivo in Sicilia, a Catania. Negli anni ’70 era impossibile, ripeto impossibile, dirsi omosessuale, anche se tra i ragazzi di quell’epoca era facile far passare i primi approcci sessuali come giochi innocenti. Tutti ci siamo fatti una vita ‘normale’, sposati, genitori e in alcuni casi anche nonni. Ma… Un fuoco ardente si nasconde sotto la faccia perbene di uomini della mia età.
Essere ‘puppi’ (così si chiamano nel catanese gli omosessuali) era ed è una tragedia per le famiglie del ceto sociale meno abbiente e non solo. Io vivo ogni giorno un inferno in terra, e come me, mi creda tanti, ma tanti uomini di mezz’età hanno questa stessa condizione. Almeno qui in Sicilia".
"Attraverso i social ho avuto modo di scambiare opinioni e storie con altre persone della mia età, ma anche con quelli più giovani, il denominatore comune è la sofferenza. E più si è adulti, più si è sposati, più figli hai, più grande è la sofferenza. Lei mi può dire ‘Si separi’. Come se fosse facile rifarsi una vita in un centro piccolo, dove ti conoscono tutti e dove tutti sanno di te. Sarebbe far del male alle persone che più ami. Allora accetti di soffrire in silenzio, per amore di un altro, nel silenzio della stanza e nel cuore della notte ti svegli con le lacrime senza poter dare una spiegazione a nessuno di tale sofferenza".
"Ho pensato tante volte di farla finita, ho gridato tante volte al buon Dio di farmi finire questo mio transito terreno, sono stato abusato a 4 anni fino ai 10 da persone diverse. Tutti parlano della condizione dei giovani gay, nessuno si accorge delle sofferenze degli adulti. Io non ho avuto scelta: o la moglie o la strada. Entrambe le soluzioni sono gravate da sofferenze. I pregiudizi sono duri a morire. Essere omosessuali non si sceglie, si è".
"Come essere nero di pelle o con gli occhi azzurri. Non puoi decidere tu come essere. Se la gente capisse fino in fondo la lacerazione che viviamo, se sapesse l’incapacità che abbiamo di essere ‘normali’, non saremmo additati come diversi. Ma voi pensate che se potessimo scegliere la felicità, la serenità, la tranquillità non lo faremmo?".
"Vi prego pensate anche a noi adulti gay nascosti, truccati da brave persone. La nostra non è ipocrisia, ma spirito di sopravvivenza. E’ un territorio dove non c’è distinzione di classe sociale, ci sono gay sia fra gli strati più bassi della società che in quelli più abbienti, fra gli operai e gli impiegati e i professionisti. Le ho scritto per sfogarmi, non mi è servito neanche andare in analisi. Tutti mi dicono devi accettare di essere gay, ma il problema non sono più io: sono le persone attorno a me che non lo accetterebbero. Provi a chiedere altri, sarei curioso di sapere le risposte".



Le famiglie gay invece esistono

Andrea e Manuel al loro matrimonio

Questa lettera è di Andrea Incontri, 47 anni, Milano
Alla vigilia del cosiddetto congresso mondiale delle famiglie che riunirà a Verona i massimi esponenti del Medioevo, fossili viventi, si è aperto in questo spazio un intreccio fittissimo di racconti e di storie di vita sul tema della famiglia, anzi delle famiglie – le molte possibili, molto diverse come diversa e unica è la storia di ciascuno. In particolare ho ricevuto decine di risposte alla lettera di Roberto, marito e padre, sessantunenne di Catania, omosessuale. Tutti ricordiamo la prima intervista del nuovo ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, leghista, 39 anni, veronese. “Le famiglie omosessuali non esistono”, disse. Esistono invece. Polemizzare con la realtà anziché ascoltarla, comprenderla, provare – specie se si è al governo – a fare in modo che sia per tutti migliore non è mai stata una grande idea. La realtà tende a vincere su chi la nega. Pubblico la risposta a Roberto di Andrea Incontri. Nato a Mantova in una famiglia ricca solo di dignità e rigore – mi racconta – ha ostinatamente inseguito il suo sogno. Oggi è uno stilista di grande successo. Ecco la lettera.
"Caro Roberto. Ho letto attentamente le parole di un uomo come me che si pone domande. Che espone il proprio stato d’animo. Lo ringrazio per aver condiviso una propria condizione umana e sociale. È vero. Si pensa ai giovani ma non alle persone che hanno già percorso buona parte della propria vita in assenza di completezza sentimentale. Io sono felicemente sposato con Manuel, un marito che mi appaga in ogni senso"."Ho 47 anni ed il percorso non è stato per niente facile. Ho lavorato molto sulla mia persona. C’è una cosa sulla quale non sono in accordo con Roberto, perché in qualche modo ci sono passato: Il giudizio è in prima istanza nostro. Essere portavoce di noi stessi non è mai sbagliato. Raccontare come siamo, esseri unici per sensibilità, visione, anche orientamento di genere, è una cosa bellissima. Ma se pensiamo a noi stessi come esseri sbagliati (e capisco, l’abbiamo pensato nell’infanzia e nell’adolescenza, ad un disagio dovuto all’essere conformi a tutti i costi ad un modus operandi sociale), la forbice tra l’unicità di noi stessi e la forma considerata corretta si allarga. Penso che lei abbia un’opportunità straordinaria di aprirsi al dialogo"."Sembra una montagna altissima e invalicabile. Invece non è così. Potrebbe donare ancora più amore alla sua famiglia e agli altri. Passo dopo passo. Uno al giorno. La pianura diventa collina. E la collina diventa montagna. E lei con questi piccoli passi avrà una visione d’insieme più armonica di accettazione di se stesso e degli altri. Perché il bel panorama si vede solo quando si arriva in cima. La abbraccio con stima e affetto".

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...