10.11.19

Gli animalisti nuovi neonazisti ? Quegli animalisti che insultano Liliana Segre dicendo che "non hgli animalisti nuovi neonazisti ? Quegli animalisti che insultano Liliana Segre dicendo che “non ha imparato nulla da Auschwitz "

Leggo nell'articolo citato sotto  (  ed  non solo  )  sempre più costernato ed avvilito di come coloro che dovrebbero amare gli animali ignorino  o  fanno  finta di non saperlo che anche noi     siamo  animali   risultino cosi crudeli verso chi ha subito quel che ha subito lei

 da https://www.nextquotidiano.it/ 


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La decisione di assegnare la scorta alla senatrice a vita Liliana Segre ha scatenato numerose reazioni indignate. Ci sono quelli che si lamentano perché in questo modo ci saranno meno poliziotti per gli italiani, quelli che credono sia tutto un complotto della sinistra per far credere che in Italia esista il razzismo e quelli che non capiscono la differenza tra le minacce a Salvini e quelle ad una superstite della Shoah. Un caso ancora più estremo di questo desiderio spasmodico di rivelare al mondo che la senatrice Segre non è la “santerellina” che tutti credono è rappresentata da alcuni animalisti che hanno deciso che la senatrice non merita assolutamente la scorta.

Gli animalisti per cui Liliana Segre è come i nazisti

La ragione? In una foto indossa una pelliccia e in un altra è in compagnia di Marco Tamietto, ricercatore dell’Università di Torino che vive anche lui sotto scorta da quando gli animalisti hanno deciso di “fargliela pagare” per l’esperimento con i macachi. Naturalmente non stiamo parlando di tutti gli animalisti italiani ma solo di quelli che ieri hanno deciso di riversare tutto il loro odio sotto al post di una attivista del movimento vegano-animalista che ha puntato il dito contro la «reduce da Auschwitz che indossa una pelliccia e ha frequentazioni che chi è per la libertà e la vita considera poco raccomandabili». La chiosa (una citazione da Isaac Singer) paragona i ricercatori e chi uccide gli animali ai nazisti. Un modo per dire che la Segre è come i suoi aguzzini perché indossa una pelliccia.
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E in molti hanno colto quell'analogia iniziando a insultare la senatrice. «Si vede che sta merda, dalla sua sofferenza non ha capito nulla. Nessuna pena. Per quanto riguarda l’altro mostro, beh, posso solo sperare che muoia presto e con una lunghissima agonia» scrive Barbara. Sta merda è la senatrice Segre, il mostro è Marco Tamietto. L’arroganza di pensare che una persona che a 13 anni è stata deportata in un campo di sterminio e non abbia capito niente ovviamente non ha prezzo.
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«Stride il fatto che una vittima dei nazisti del secolo scorso si faccia fotografare con i nazisti attuali» scrive invece Mauri, che esplicita ancora di più il senso del post originale. Nessuno si pone il dubbio che magari per una persona di 89 anni la pelliccia abbia un significato diverso, e non si può certo dire che la Segre sia  una collezionista di pellicce visto che c’è una foto con una pelliccia. Riguardo alla foto con Tamietto invece non c’è assolutamente nulla di male, non tanto perché entrambi hanno ricevuto minacce quanto perché l’esperimento del progetto Light Up non ha nulla a che vedere con il Nazismo, vero o presunto che sia.
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[...]

Infatti per ( senza generalizzare troppo perchè non tutti gli animalisti sono cosi ... idioti ed irrispettosi   ci sono anche    animalisti   che  non ci stanno  ) certi animalisti oltranzisti, quelli che lottano contro lo specismo non c’è differenza. E Tutte le vite – dicono contraddicendosi – sono uguali e degne di uguale rispetto.Niente niente di male e tesi condivisibile visto che L'approccio antispecista afferma che:
le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana;
l'attribuzione di tali capacità agli animali di specie non umana comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli animali di specie umana;
da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani;
L'idea che sia possibile riconoscere agli animali non umani diritti validi all'interno delle comunità umane inizia a diffondersi verso la fine del XVIII secolo, in un clima di promozione di diritti per un numero sempre maggiore di individui in precedenza soggetti a discriminazione, quali le donne e gli schiavi. Il filosofo Jeremy Bentham, in questo contesto, fu il primo a proporre di seguire un'impostazione etica fondata su un criterio capace di includere tutti gli animali all'interno di una medesima comunità morale. Per quanto Bentham si opponesse fortemente al causare sofferenza agli animali non umani, egli non mise tuttavia mai in discussione il nostro diritto di sfruttarli e ucciderli per fini umani, purché ciò avvenga senza infliggere loro inutili sofferenze.
Nonostante i forti limiti del suo utilitarismo il pensiero dell'autore ha fornito una forte base concettuale all'animalismo filosofico perché ha individuato, nella capacità di provare piacere e dolore, non soltanto il movente originario dell'agire morale, ma anche qualcosa di cui sono intuitivamente (e non solo) dotati tutti gli animali. [...  continua  qui su https://it.wikipedia.org/wiki/Antispecismo ]
Però  nel momento in cui ci sarebbe bisogno di difendere una donna (  in questo caso  , ma  il discorso non cambia   se un altro  persona  )  oggetto di insulti e minacce raccapriccianti ne approfittano per farsi notare e mettersi in posa da duri e puri  mettendosi  sullo stesso piano  della  peggior  feccia  . IL  Che dimostra una totale mancanza di rispetto per la Segre (  ed  non solo stesso discorso  vale  per Marco Tamietto, , si può ed è legittimo     contestare   il  suo lavoro  ed il  suo modo di  pensare  , ma arrivare  a :  gli insulti   , calunnie  ,     minacce    di morte  proprio  no  )   e non aiuta nemmeno la loro causa. Che differenza c’è tra i leghisti che non votano la Commissione Segre perché non parla di cristianofobia e questi bravi amici degli animali che magari non l’avrebbero votata perché non affronta il tema dello specismo? Nessuna  da  quel  che   si può  vedere   ed  leggere .
 Infatti sempre  secondo  l'articolo   sopracitato


«Il fatto poi che sia in compagnia di Tamietto è a dir poco raccapricciante, come si fosse fatta fotografare con un nazista del campo di concentramento!» scrive Elvira, anche lei sconvolta dal fatto che una persona come la Segre non capisca che quello che è stato fatto a lei viene fatto anche agli animali. Questa non è la banalità del male di cui parlava Hannah Harendt, è la banalizzazione del male. Perché quando si scrive che gli animali da allevamento sono come le vittime delle deportazioni nazifasciste significa che si è completamente perso il senso della misura e non si sa più distinguere tra un essere umano e un animale. E la riduzione dell’individuo ad un oggetto, ad  una bestia da soma è esattamente l’obiettivo che avevano in mente i nazisti.
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Eppure nel 2019 sembrano esserci molte persone che – vivendo al sicuro nelle loro tiepide case – pretendono addirittura di dire alla Segre che evidentemente non ha fatto tesoro dell’esperienza vissuta. Stanno dicendo ad una donna che per decenni non è riuscita ad affrontare pubblicamente l’orrore che aveva vissuto ma che ha trovato la forza di farlo per testimoniare cosa sono stati il Nazismo e il Fascismo che non ha capito cosa le è successo.
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Gli animalisti a quanto pare non riescono ad andare più in là della semplice analogia tra “esseri umani chiusi in gabbia” e “animali chiusi in gabbia”. E in questo modo non fanno altro che rendere ridicole le loro battaglie e le loro rivendicazioni. Non c’è bisogno di insultare una vittima della Shoah per dire che gli allevamenti intensivi (  o  la  vivisezione  crea  sofferenza   ed  molto spesso sia inutile   N.b aggiunta  mia   )      non rispettano il benessere animale.
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È un inutile benaltrismo, come quello di chi dice che ci sono migliaia di donne che non hanno la scorta quando denunciano violenze e persecuzioni e che sicuramente alla Segre non succederà nulla perché a minacciarla sono stati dei vigliacchi. In che modo un’uscita del genere aiuta a combattere l’odio o anche solo a difendere le donne vittime di violenza? Non ci si rende conto che sono due fenomeni completamente diversi e solo apparentemente sovrapponibili in virtù del genere sessuale delle vittime (sia le Segre che le vittime di violenza domestica sono donne)? Questa generalizzazione indebita finisce per far sembrare tutto uguale e tutto poco degno di essere tutelato e difeso.
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Il fatto che la Segre abbia indossato una pelliccia viene utilizzato per dire che la violenza del Nazismo e del Fascismo di cui la senatrice è stata testimone sulla sua pelle è la stessa subita ogni giorno dagli animali. E coloro che la pensano come quella che scrive che ci sono bambini che vengono abusati ed uccisi ogni giorno per dire che «questa signora si sta approfittando della sua vicenda» quando c’è tanta gente che soffre dimostrano che pur avendo colto il problema etico dello specismo non ne hanno colto altri, che dovrebbero essere le premesse fondamentali dell’antispecismo: la comprensione, la compassione e la difesa della democrazia. Perché siamo tutti uguali, no?
Quindi   cari  amici\che   antispecisti  ed  animalisti   democratici   vi  prego interventite   e prendete posizione  da    questi  cialtroni ed  haters      che  poi  danneggiano la  vostra  causa  altrimenti   siete  solo  complici  .  E poi non lamentatevi se  l'opinione  pubblica     fa  di tutta l'erba  un fascio   e  v'insulta  equiparandovi  tutti\e ad  neonazisti

basta con l'ubriacatura retorica \ celebrativa per di più del 9\10 novembre ovvero il crollo del muro e prendiamoci una pausa prima di quella del 3 ottobre 1990 ovvero l'unità delle due germanie

Lo so  che  parlare  della   storia  del muro di Berlino     non  è semplice   perchè  si  rischia    di venire  accusati   ,  come  quello  che   mi  è stato rimproverato  per  i mie  precedenti post  (  vedi url   sopra  )  ,  di  parlarne    troppo poco  (  cosa    ridicola  perchè    non si parla   d'altro   e credo che se  ne  continuerà a parlarne    perchè   alcuni   vedono  il  crollo   l'inizio di quel processo   che  porto' alla   riunificazione delle due  GERMANIE      , avvenuta il  3   ottobre  1990   )  oppure  troppo  faziosamente    in maniera  occidentale  da  una parte   o troppo ostalgie   cioè  e  filo  Ddr  \  sovietica   .
Ora  se  con i mie post  ed  condivisioni  sui miei  social  ho scontentato una  o  l'altra   parte    vuol dire  che  sono riuscito , pur   nei miei limiti   : l'età 13  anni   ,  una  sommaria conoscenza   storico   scolastica  del  tipo   :  ovest sistema  capitalista    \  libera  iniziativa      e  est    economia   di stato   .,  convalescenza    operatoria   , ecc , a  raccontare  e  sintetizzare  le mie  emozioni  a  360 gradi  . Infatti   mi  ancora   rimasta  impresso   , l' avendolo  visto in diretta   tv *  ,  pur essendo   frastornato  per  il ritorno   dall'ospedale , l'evento scatenante  ovvero   la  domanda  e   la  risposta  che porta al crollo  del  già vacillante muro   ,   ed   le reazioni della  gente . 
Ecco    che    dopo   queste  righe   potrei  mandare  a 😤💪👎👃  chi  mi ha  fatto , magari leggendo solo  i titoli e   le prime  righe  dei mie  post  prima  citati  ,  ma    per  rispetto   ( non ne  vale la pena  per   questioni di lana  caprina  o per   cose  insignificanti  )      consiglio  , perchè molte  di quelle osservazioni   sono dovute    a   :  1  ignoranza  essendo millennials   o  succubi  della  versione  ufficiale  \  filo    occidentale    che  vede  nell'origine del muro    solo  la  causa  sovietica  .,  2)  mancanza  di ricordo    o  ricordi  parziali    delle  generazioni successive    queste  fonti   da  me  usate   per  i miei  post

Miei post


per  chi volesse  saperne  di   più   ecco    altri punti    di     riferimento


Libri 
  tre    giornalisti   di diverso  orientamento ideologico  culturale

 Risultati immagini per giulietto chiesa chi ha costruito il muro di berlino


Risultati immagini per anime prigioniere cronache dal muro di Berlino


Risultati immagini per Alessandra De Gaetano,“Bernauer Straße – Al di là del Muro”



  tre bellissimi  film  (  soprattutto il  1   ed  il  3  )


le  vite  degli altri 
il ponte  delle spie 
Good Bye, Lenin!

 documentari   \  fatti storici

il muro  ebbe il colpo  definitivo  per  un errore  .  l'italiano    che lo  fece  crollare   del tutto  https://www.wired.it/attualita/politica/2019/11/07/riccardo-ehrman-muro-berlino/

“1989 Cronache dal Muro di Berlino”, film documentario di Ezio Mauro, prodotto da Stand by Me e Rai Cinema, andato in onda in prima tv assoluta venerdì 8 novembre in prima serata.
 docufilm ‘Il Muro’ girato dalla casa di produzione forlivese Horizon e che verrà trasmesso alle 21.15 su Rai 5.

Il Muro Di Berlino documentario  Riccardo Cattani   diviso in due   parti
parte  1 https://youtu.be/K-J7Y1aCS0w
parte   2 https://youtu.be/p3yb6pm7BrE


La  puntata  della  trasmissione  , de  la7 ,  Atlantide Storie di Uomini e di Mondi - Berlino, la caduta del muro e il circo delle spie 06/11/2019  dove  Andrea Purgatori intervista: Gianluca Falanga – Storico; Lilli Gruber – Giornalista; Massimo D’Alema – Fondazione Italianieuropei; Maria Antonietta Calabrò – Giornalista; Hartmut Richter - Dissidente Germania Est; Peter Schneider - Scrittore e leader '68 Berlino Ovest


https://www.k9uominiecani.com/n3-febbraio-2017/la-stasi-e-i-cani/
https://www.gay.it/cultura/news/muro-di-berlino-germania-omosessuale-9-novembre-1989

  Film     non sul muri di Berlino  ma  su gli altri muri (  Israele e  cipro   )    che  ancora  resistono

https://www.panorama.it/cinema/caduta-muro-berlino-film-da-vedere/
https://tg24.sky.it/spettacolo/cinema/2019/11/08/migliori-film-muro-berlino.html

canzoni(  vedi anche   miei post precedenti ) ed eventi musicali    durante il muro e  post  crollo del muro 
https://www.rollingstone.it/classifiche/liste/il-muro-di-berlino-raccontato-in-10-canzoni/
https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/rock-wall-muro-berlino-musica-podcast.html
https://www.rockit.it/articolo/dieci-canzoni-italiane-muro-berlino


7.11.19

Se anche un personaggio egocentrico e con un delirio di onnipotenza come Roberto recchioni è contro il sessismo e l'uso che se ne fa delle donne nel marketing è buon segno

L'immagine può contenere: 2 persone, persone sedute


Oggi sono stato all'Eicma.
Tranquilli, non vi parlerò delle moto più o meno interessanti che ho visto ma di donne.
Ecco, come dire: non ce n'era nessuna.
Cioè, c'erano, ma non tra il pubblico (già numerosissimo, nonostante fosse ancora una giornata dedicata ai professionisti del settore).
Le donne, invece, stavano solo arrampicate in posizioni scomode sulle moto, vestite quasi di niente (di sicuro, non di abiti per poter andare in moto), a sorridere stando ferme per tutto il giorno. mentre la gente faceva la foto a loro e alla moto su cui avevano poggiato le, generalmente spettacolari, chiappe.
E poi il settore si interroga sul perché ci sono così poche donne motocicliste quando la maniera del settore di raccontare le donne è solamente come:

- ragazze ombrellino
- hostess da stand seminude
- zainetti o zavorrine (che sarebbero le fidanzate)

Almeno, nel mondo dell'automobilismo, le donne esistono.
Fanno dei prodotto pensati per loro e cercano di venderglieli non parlando mai delle componenti tecniche ma appellandosi allo stile, alla moda, alla connettività, al fatto che le auto per donne sono così facili da guidare che potrebbero guidarle anche le donne stesse.
E' una comunicazione becera e fuori tempo massimo ma, almeno, è un dialogo e, come tale, si può evolvere.
Invece, nel mondo delle moto, il dialogo con le donne non esiste e punto. Quindi, non c'è nulla che possa migliorare.
Per farvi capire, Motociclismo, la più antica e rispettabile rivista dedicata al settore, ancora oggi, puntuale come fosse natale, fa pezzi su "le ragazze dell'Eicma", "le ragazze ombrellino" e via discorrendo.
E volete sapere la cosa che fa più ridere in assoluto?
Che il segmento più maschio del motociclismo, quello delle supersportive, produce moto che sarebbero guidate molto più comodamente da donne che da uomini.

Comunque, vi giuro, uno spettacolo di una miopia avvilente.

6.11.19

cio' che le celebrazioni ufficiali del crollo del muro di berlino non dicono . per capire l’anniversario del Crollo del Muro di Berlino, guardati Good Bye, Lenin capire l’anniversario del Crollo del Muro di Berlino, guardati Good Bye, Lenincapire l’anniversario del Crollo del Muro di Berlino, guardate o riguardate il film Good Bye, Lenin! capire l’anniversario del Crollo del Muro di Berlino, guardati Good Bye, Lenin ! la capisci meglio

leggi anche  i precedenti post 



Quanti di voi nel 2003 avevano dimestichezza con la Germania Est? Insomma dal 9 novembre 1989, giorno della Caduta del Muro di Berlino, di tempo ne era passato e la riunificazione della Germania era un dato di fatto abbastanza incontrovertibile, almeno da quando a Italia ’90 Lothar Matthäus, perno della cosiddetta “Inter dei tedeschi”, sollevava a Roma la terza Coppa del Mondo. 



Eppure proprio nel 2003, un po’ in sordina, usciva nelle sale un film che diventerà oggetto di un piccolo/grande culto. Stiamo parlando di Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker un film che non solo lancerà la carriera del bravissimo Daniel Brühl (da Tarantino agli Avengers che carriera mostruosa sta avendo l’attore tedesco?) ma che diventerà per molti la base delle conoscenze sul mondo della Germania Est e su quello strano sentimento, talmente da idealismo tedesco da essere immediatamente assimilabile a termini quali Sehnsucht o Zeitgeist, cioè Ostalgia, il sentimento giustappunto di nostalgia per il “piccolo mondo antico” della Repubblica Democratica Tedesca. Il ritorno nelle sale di questo film ci permette di tornare a parlare di questo piccolo gioiello ricolmo di umorismo, trovate surreali e tanta, tantissima dolcezza.
Quanti di voi nel 2003 avevano dimestichezza con la Germania Est? Insomma dal 9 novembre 1989, giorno della Caduta del Muro di Berlino, di tempo ne era passato e la riunificazione della Germania era un dato di fatto abbastanza incontrovertibile, almeno da quando a Italia ’90 Lothar Matthäus, perno della cosiddetta “Inter dei tedeschi”, sollevava a Roma la terza Coppa del Mondo. Eppure proprio nel 2003, un po’ in sordina, usciva nelle sale un film che diventerà oggetto di un piccolo/grande culto. Stiamo parlando di Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker un film che non solo lancerà la carriera del bravissimo Daniel Brühl (da Tarantino agli Avengers che carriera mostruosa sta avendo l’attore tedesco?) ma che diventerà per molti la base delle conoscenze sul mondo della Germania Est e su quello strano sentimento, talmente da idealismo tedesco da essere immediatamente assimilabile a termini quali Sehnsucht o Zeitgeist, cioè Ostalgia, il sentimento giustappunto di nostalgia per il “piccolo mondo antico” della Repubblica Democratica Tedesca. Il ritorno nelle sale di questo film ci permette di tornare a parlare di questo piccolo gioiello ricolmo di umorismo, trovate surreali e tanta, tantissima dolcezza.



Il protagonista del film è Alexander “Alex”, un giovane ragazzo di Berlino Est che, come Il protagonista del film è Alexander “Alex”, un giovane ragazzo di Berlino Est che, come tanti suoi coetanei, trascorre la propria esistenza nei bigi e tristi anni Ottanta “orientali”, fatti di riti sempre uguali (le parate di Partito/Stato, la televisione di Stato con gli stessi programmi incartapecoriti e gli squallidi oggetti di plastica arancione che fanno capolinea negli appartamenti tutti uguali). Alex vive con la madre Christiane che, a seguito dell’abbandono del tetto coniugale da parte del marito, fuggito nel “corrotto e decadente” Ovest, ha deciso di “sposare il Partito” e quindi si adopera in tutta una serie di buffe quanto “romantiche” iniziative volte a migliorare le condizioni sociali. Cose piccole eh, come ad esempio lamentarsi del taglio di quel vestito acquistato in quel negozio oppure prendendosi la briga di insegnare canto ai giovani “pionieri comunisti” del proprio condominio.


Nonostante il fatto che siamo nel 1989 nessuno dei protagonisti del film si rende conto di essere nel bel mezzo della fine di un’epoca. Eppure questo sentimento di “non rendita di conto” non era di solo appannaggio degli abitanti di Berlino Est ma di buona parte della popolazione mondiale. Eppure, nonostante questo, le sollevazioni popolari nell’Est sono sempre più numerose e non solo in Germania. Quello che sarà poi conosciuto come “il Gigante dai Piedi d’Argilla”, ovvero l’Unione Sovietica e i vari Governi degli Stati Satellite, riescono sempre con maggior difficoltà a tenere buona l’opinione pubblica. Eppure a casa di Alex tutto sembra scorrere uguale, con quell’ortodossia mista a monotonia tipica dei “fedeli alla linea” del Partito.




Ma ecco che all’improvviso per la mamma di Alex arriva il tanto atteso riconoscimento. Ovvero l’invito ufficiale alla cerimonia di celebrazione per i quarant’anni della DDR. La donna allora si reca al Palazzo del Governo, prendendo addirittura un taxi che però viene fermato da una delle tante manifestazioni di protesta popolare. Christiane, vedendo la rude risposta della polizia contro quelli che in fin dei conti sono ragazze e ragazzi disarmati e che protestano pacificamente, esce dal taxi per tentare di impedire le violenze ed è lì che scorge Alex, suo figlio, tra i manifestati. Dopo una vita spesa a rispettare i dettami del Partito Christiane vedendo suo figlio andare contro tutto questo crolla: viene colpita da un infarto e cade in coma.



Da qui scaturisce, in maniera paradossale, la magia di Good Bye, Lenin! Infatti mentre la madre è in coma, letteralmente, il mondo si capovolge. Prima le frontiere tra Est e Ovest si aprono e poi, giustappunto il 5 novembre del 1989, il Muro di Berlino crolla. Alex, che ogni giorno va a trovare la madre in ospedale, viene completamente travolto dal vento del cambiamento. Conosce Lara, una bella infermiera russa e assieme a lei inizia a “viaggiare” per la Berlino finalmente unita. Lo scoppio di libertà, sessuale, ideologica e anche consumistica che irrompe nell’Est viene raccontata da Becker con rapide pennellate che rendono bene l’idea. I vecchi vestiti “comunisti”, fatti di stoffe sintetiche vengono buttati nella spazzatura: ora le ragazze vanno in giro vestite come Madonna e i ragazzi come Michael Jackson. In molti abbandonano le Facoltà Scientifiche che stavano frequentando per iniziare a lavorare nelle catene di fast-food che, come funghi, spuntano in tutta Berlino. Tutto cambia tranne una cosa: Christiane. La madre infatti è ancora in coma mentre la Germania vince i mondiali in Italia.


E poi, all’improvviso, si sveglia. Si sveglia in un mondo completamente sconvolto, nel quale sui grandi palazzi sovietici di Berlino Est la bandiera con la falce, compasso e martello non sventola più, sostituita dai manifesti della Coca-Cola. La madre, come afferma il primario dell’ospedale, non potrebbe reggere ad una simile rivoluzione dell’ordine costituito. E allora Alex che fa? Come potere sciogliere il nodo gordiano tra una verità che potrebbe mettere a repentaglio la vita della propria madre e una bugia impossibile da sostenere? Essendo Alex un tedesco, e quindi in fondo imbevuto di idealismo hegeliano e di romanticismo goethiano, sceglie l’impossibile.



Assieme al suo amico con cui lavora in una ditta per l’installazione di parabole (altra novità dell’Ovest) costruisce il “gran teatro dell’assurdo”. Ovvero attraverso finti telegiornali comunisti, giornali ritagliati ad arte e il recupero dei prodotti alimentari sovietici, fa credere alla madre non solo che il Muro non è mai crollato ma che anzi sono i tedeschi dell’Ovest, stanchi di quel mondo consumistico, a rifugiarsi nell’Est. Tra professori ubriachi e amiche di vecchia data, il teatrino di Alex non potrà reggere per sempre. Eppure la magia di questo film è proprio questa: ovvero far reggere un’idea impossibile attraverso la dolcezza dei sentimenti.


Tanto è vero che, forse la sua migliore scena, è quando Alex, per capire “da dove venga”, si avventura nell’Ovest alla ricerca di suo padre, fuggito anni prima. Si aspetta di trovarlo “grasso e unto” in compagnia di una qualche biondona di Monaco e invece scopre una persona diversa, ancora innamorato della madre e che convive, da tempo, con un tremendo senso di colpa (anche se poi di colpa non ne ha di per sé, vista la chiusura delle frontiere). E quando Alex si mette a guardare le avventure di Sandmännchen/Sabbiolino nello spazio assieme agli altri figli di suo padre che gli dicono: “A noi piacciono le storie degli astronauti” e lui risponde “Anche a me, solo che da noi si chiamano cosmonauti”.


Ecco, come nel 2003, puntualmente qui ci mettiamo a piangere. La magia di Good Bye, Lenin! ancora una volta colpisce ancora ed è per questo motivo che, a trent’anni dal crollo del Muro di Berlino, questo è il film giusto da vedere e rivedere di nuovo.
Good Bye Lenin!

replica ai salvinisti e ai malpancisti di Luca bizzarri bambino di colore insultato sui campetto di calcio quanti operai dell'Ilva Vale

 di    cosa  stiamo parlando


delle  iene    che  su   campi  di calcio    grandi  e  piccoli ,  comunali  o privati  ,  di centro o  di periferia  , nazionali o locali ,  ormai non fa  più    differenza  insultano con frase  razzistiche   come    questo caso anche  i bambini

IN BRIANZA

Razzismo, madre insulta un bimbo di colore di 10 anni a una partita di calcio
da  gazzetta  del  sud  04 Novembre 2019





«'Negro di m....'. Proprio così. Senza se e senza ma. Senza senso. Senza pudore. Senza cervello. Nel mirino: un bambino di 10 anni. Dieci. Non è un incubo. È realtà, tristissima. Andata in scena sabato pomeriggio in Brianza. Attrice protagonista, da «oscar dell’inciviltà», una mamma».Inizia così il post pubblicato dalla società Aurora Desio indirizzato al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, all’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi e alla Lnd - Figc. Secondo quanto riferito dalla società brianzola, nel corso della partita Aurora Desio-Sovicese, categoria Pulcini 2009, «un piccolo giocatore dell’Aurora, di colore, si sente insultare con quella frase choc proveniente dai genitori ospiti. La voce è femminile ed è sentita da altri compagni e da altri adulti». ..... continua su https://gazzettadelsud.it/articoli/cronaca/2019/11/04/razzismo-madre-insulta-un-bimbo-di-colore-di-10-anni-a-una-partita-di-calcio-b6c45fab-1e30-4e8b-b8b5-7e7e8dd018c7/




Lo so che  dovrei passare    oltre e applicare     alla lettera     questa  vignetta   di un famoso fumetto
Nessuna descrizione della foto disponibile.

ma davanti a questa clima d'odio che giustifica tali atteggiamenti non ci riesco perchè non si sempre si può tacere e voltarsi dall'altra parte,dobbiamo deciderci ad andare anzi meglio a varcare  " la nostra linea gotica " attendista ed intraprendere una guerriglia controculturale contro questo clima d'odio che sta ammorbando le coscienze ed il paese . Infatti : << la mia piccola patria dietro la Linea gotica\sa scegliersi la parte la mia piccola patria\occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre essere attenti\occorre essere attenti occorre essere attenti \e scegliersi la parte dietro la Linea gotica >>  (  citazione  musicale pericolosamente  sovversiva  😂😁✊✍   )    ecco perchè considero Una bellissima domanda quella
Bizzarri: "Bambino insultato quanti operai Ilva vale?"Adnkronos  5 novembre 2019 15:47


(Fotogramma/Ipa)
"Da ore ho una domanda in testa: ma quel bambino di Desio a cui la mamma di un avversario ha ridato 'negro di merda', quel bambino lì, quanti operai dell’Ilva vale?". Lo scrive su Twitter Luca Bizzarri (metà del duo comico Luca&Paolo), in evidente polemica con le dichiarazioni di Matteo Salvini sul caso Balotelli.



Finalmente    qualcuno (   non importa  se  radical chic  o  vip  )     della  TV       che   si ribella  al pensiero     dominate  dell'odio  razzista  e  populista .  Un ottima  risposta     ai malpancisti    ( uso questo termine   perchè a  pensarla  con pancia  e  con il  culo    sono sempre  persone    non solo  a destra  purtroppo ma  anche  gente    che ha  subito    come i meridionali    ,  sardi compresi  ,    che  negli anni  50\70    emigrarono  in italia  del nord   o  in europa ,  forme  di razzismo e  discriminazione   )  che , non solo i nostri politicanti  ,  lo praticano  verbalmente e  si  arrampicano per  giustificarlo   o minimizzarlo   come   dimostrano i  commenti  ad  alcuni miei post  su  Facebook    riportati negli url     Ora qui non si tratta   di  un  giocatore  capriccioso   e  ipocondriaco  e  con   fobie  e  di persecuzione come  Balotelli (  in questo caso ma  il discorso vale   per  chiunque   sportivo  o meno che  si  lamenta   per  attirare  l'attenzione   )   che non accetta   lo sfotto     de  tifosi  delle  squadre  avversarie    che invece  di  piagnucolare  ed  arrabbiarsi   (    creando  dei  movimenti   come  quello  dei leghisti  di verona   che   lo  fanno  passare   come  un matto )  di cori  ed  prese in giro   razzistici  perchè    i verso delle scimmia   indirizzato   ad un giocatore  di colore    non  è  un semplice  sfotto' ma  razzismo


 dovrebbe  come suggerito   tra quei  commenti intelligenti  ed  di buon senso  


Gavino Azzena Fermo restando che comunque bisogna rispettare tutte le diversità umane, io fossi Balotelli, non darei soddisfazione alcuna all'ignoranza, perché farsi vedere colpiti da vigliacchi lontani da chi vogliono colpire? A parole matte orecchie sorde, bisogna essere superiori alle bassezze di questo tipo, non c'è cultura, non c'è buon senso, farebbe più effetto se Balotelli gli facesse i sorrisini e i salutini con le mani, della serie l'indifferenza colpisce chi vuole colpire, per cui Balo usa indifferenza e .vinci tu.

Bene  vengano quindi prese  di  posizione  ,  da  qualunque parte   ideologica    e  culturale provengano  , come questa  . Speriamo  siano sempre  di più  e  non siano  le  solite  voci fuori  dal coro   concludo sulle note della bellissima   canzone    (  che   descrive  il clima    d'oggi    iniziato   in sordina    dopo   il crollo     del  199\1994  ed   oggi diventato    sempre    più putrido  e  ammorbante   e  rafforzatosi    dopo   11 settembre  2001  )     Adelante Adelante  del preveggente  ed  poeta   - Francesco De Gregori e della  successiva   della  mia  top  teen  in questi giorni di    convalescenza     povera  patria  di Franco Battiato 

4.11.19

STRANEZZE DELLA MEMORIA NON TUTTI SIAMO BERLINESI O ALMENO CHI ERA , TARTASSANDOCI I ... E USANDOLO STRUMENTALMENTE ORA NON LO E' PIU' ED NON CELEBRA PIU' IL 9 NOVEMBRE


Cercando   in rete    qualunque cosa  , che  m'ispirasse   per  mettere  su  un post  ,   avendo pochissimi  ricordi     diretti   ed  per    giunta    vaghi   e confusi  ( avevo  13  all'epoca  )   gli altri  sono indiretti    (   trasmissioni  tv  ,  testimonianze familiari   e  di chi   lo  ha  visto  nascere  e cadere  )   e   su  quello    che  sarà nelle  ipocrite    celebrazioni  (  infatti si ricorda    , salvo eccezioni ,  l'evento  clou  ma  non gli eventi  che   lo hanno preceduto    importante  per  capire      cosa  o ha determinato e  le  sue  caratteristiche  particolari   rispetto  all'anno  che  fu   l'evento    cruciale  della  fine    di un determinato periodo storico )  della genesi e  del  crollo  del muro  di Berlino    ho trovato  questo   interessante  articolo    che    spiega  come la  fattoria   degli animali   di Orwell  sia  pur  scritta  negli anni  30  del  secolo scorso   più  attuale   che mai   .    
Infatti     
  


NON SIAMO TUTTI BERLINESI 04 novembre 2019


Lo strano caso degli anticomunisti che non celebrano più la caduta del Muro di Berlino
Come mai la destra europea e italiana non organizza manifestazioni in memoria del 1989? Sarà che il concetto di “muro” è ormai tutt’altro che sgradevole ai sovranisti? O che a tanti anni di distanza l’orso russo (leggi: Putin) esercita un fascino oscuro, molto più che la libera Europa
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 con il muro 
Risultati immagini per porta di brandeburgo  con la  guerra fredda
oggi


Dobbiamo ringraziare l’Ambasciata di Germania se nelle principali città italiane si ricorderà in modo ufficiale il trentennale della caduta del Muro di Berlino, il senso di quell'avvenimento, le sue conseguenze politiche e geopolitiche: saranno i tedeschi ad allestire i cento principali eventi – mostre fotografiche, concerti, dibattiti – che segneranno l’anniversario in venti comuni del nostro Paese, dal 6 al 13 novembre.
Poco d’altro è previsto e la cosa stupisce in questi tempi di gran successo delle destre: il Muro, la divisione tedesca, l’antica “ferita nel cuore dell’Europa”, furono a lungo un caposaldo della narrazione di quell'area politica. Perché perdere questa buona occasione per ricordare agli italiani e al mondo la primogenitura nella battaglia contro la Cortina di Ferro, la segregazione dell’Est, la crudele divisione del Vecchio Continente con il filo spinato?


Le  uniche  riposte    che   mi posso dare  sono  :






1989-2019, COSA È CAMBIATO

Berlino 30 anni dopo, sei luoghi per riscoprire la storia del Muro





Berlino 30 anni dopo, sei luoghi per riscoprire la storia del muro

  1)  Non c’è l’entusiasmo di venti anni fa ( poi, aggiunta mia dipende da caso a caso , per me c'è visto il significato che ha avuto per la mia formazione culturale di liberazione dalla contraposizione familiare che la guerra fredda aveva causato in famiglia ed dagli insegnamenti che avevo ricevuto alle scuole medie scuola durante le lezioni di storia e non ) , e non ci sono più i grandi protagonisti della riunificazione tedesca che ancora dieci anni fa potevano testimoniare la forza di quei giorni. Oggi, a trent’anni dal crollo del muro di Berlino, la Germania vive il ricordo della notte del 9 novembre 1989 con più disincanto, ma anche con maggiore lucidità. La distanza tra le due Germanie resta, ma cresce, anche all’Est, una società civile che comincia a fare i conti con la sua storia e che promette, per il futuro, più di una sorpresa. Abbiamo scelto sei luoghi per riscoprire la storia del muro: dal "Checkpoint Charlie" alla Porta di Brandeburgo, da Wandlitz a Bornholmer Strasse dove ci furono i primi guardiani ad alzare la sbarra poco prima della mezzanotte del 9 novembre 1989.

2  ) Che gli pseudo nazionalisti o sovranisti chiamateli come vi pare 😜😥 hanno paura che la gente colleghi il muro di Berlino ed il filo spinato di quella che prendeva il nome di cortina di ferro ai muri fatti o in costruzione da loro come sembra confermare l'articolo citato all'inizio di questo post 
3) Che  sia Orweel ne la fattoria degli animali un opera scritta negli anni 30 del secolo scorso in cui     coloro che  partono incendiari  , vedere  come facevano     fuoco e  fiamme ed  festeggiavano   strumentalmente   le  riforme di Gorbaciof  e  gli esiti      che  culminarono   nel  crollo   del "regime  comunista  sovietico   (  o meglio sistemi      visto     che  ogni  stato  satellite   del blocco dell'est  ovvero il sistema  sovietico eccetto la  ex  Jugoslavia  )  culminato nel crollo del Muro    . Che  Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". come dice   la    scena del film sotto   riportata . 





  concludo    ,  avrei dovuto  farlo prima    ma    preferivo   lasciar perdere    ,  rispondendo    a  chi mi dice   che  sono  troppo legato ai classici  a  volte  fare  (  o parlare di  cose  nuove  )  vuol dire  raccontare la classicità  in modo  diverso

 colonna  sonora

Leggi anche 
Mia intervista a Giulietto Chiesa sul suo libro CHI HA COSTRUITO IL MURO DI BERLINO ?

3.11.19

l'italia che si apre e l'italia che si chiude. il caso scuola del Trotter a Milano, la storia raccontata dalla maestra Antonella Meiani ed altre storie


Purtroppo nel  nostro paese   ci sono ancora  ,  SIC , sacche  resistenza e di chiusure  , ormai  sempre  più ottuse ed illogiche  in  un mondo che  cambia , mi   sanno di  (  un ricordo indiretto  basate  su letture      e testimonianze  )    le reazioni   di chiusura   del partito  comunista  della vecchia  Germania  est    la  Ddr   ed  Ceausescu  leader  del partito comunista    romeno   alle  riforme     di Gorbaciof  e  al Wind of Change  \vento di libertà ( vedere  anche  sotto fra  la  colonna  sonora )  che nel 88\89 sta  influenzando   tutti gli stati satelliti dell'est europa e    rimettendo  indiscussione    dittature  di pensiero  unico .  Come sta  avvenendo   oggi    con la  la  chiusura    avvenuta  con (   se  non da prima  )     con l'11 settembre   2001 .   Basta  vedere  quanto sta  succedendo  con  quanto ho riportato recentemente  su   questo  sito  a  l'ultimo Dylan Dog  per  una  copertina  particolare


repubblica  Milano 

I bambini scrivono il vocabolario arabo-italiano per la loro maestra: "Così impariamo a comunicare"


Nella scuola del Trotter a Milano, la storia raccontata dalla maestra Antonella Meiani: "Nella mia classe ci sono sette bambini egiziani, due appena arrivati: così gli altri, che parlano benissimo le due lingue, mi insegnano le parole principali per farmi capire da loro"
di ORIANA LISO

29 ottobre 2019

Una classe multietnica, come tante, tantissime in tutte le scuole. E dei bambini appena arrivati dall'Egitto che fanno ancora un po' fatica a parlare e capire l'italiano e, quindi, quello che dice la maestra. La morale di questa storia potrebbe però essere: "Non esistono problemi, ma soluzioni": perché mentre i bambini imparano l'italiano, è la maestra che cerca di farsi capire con qualche parola in arabo. E a insegnarle la lingua, compilando un piccolo vocabolario delle parole più utili, sono proprio i suoi alunni, quelli di origine egiziana ma nati in Italia, che sanno districarsi benissimo tra le due lingue, quella che usano in famiglia e quella che usano a scuola, per strada, tanto da diventare piccoli interpreti tra i loro nuovi compagni e gli insegnanti.

Antonella Meiani è una maestra elementare dell'istituto compresivo Giacosa di Milano, quello che tutti conoscono come la scuola del Parco Trotter. Ed è lei che, su Facebook, mostra le foto del "vocabolario arabo per la maestra Antonella": fogli di quaderno a righe riempiti prima di parole 'gentili' - ciao, come stai, grazie, va bene - e poi di parole e frasi altrettanto necessarie, come colora, studia, aspetta, hai finito?. Tutte le parole sono scritte in arabo e in italiano e, a fianco di ognuna, c'è anche la pronuncia. "Nella mia classe, la Quinta E, ci sono sette bambini egiziani, tre di loro sono appena arrivati in Italia e quindi facciamo ancora un po' fatica a capirci, tanto che due bambini, che parlano benissimo sia l'italiano che l'arabo, mi fanno da interpreti". Da lì è nata l'idea, e i due bambini si sono divertiti per una volta a redarguire la loro maestra scrivendo sulla prima pagina: "Imparare l'arabo (Studiare").
"Ora sto cercando di imparare a pronunciare correttamente le prime parole, e quando dico "mashi", che vuol dire "va bene", gli occhi dei miei nuovi bambini si illuminano". Insomma, come scrive la stessa maestra (che tre anni fa ha scritto il libro'Tutti i bambini devono essere felici, storia di un maestro e della sua scuola'), "un'idea da brevettare".
Il parroco lancia incontri sull’Islam, è polemica



Seravezza, fanno discutere le due sedute di formazione sul Corano a cui sono invitati "specialmente gli islamici"


Seravezza (Lucca), 1 novembre 2019 - Quell’invito, rivolto «specialmente agli islamici», ha colpito non poco. La parrocchia di Seravezza ha promosso due incontri di formazione («per giovani e adulti») nella sala in via Scalette 47, pubblicizzati nella bacheca del Duomo: l’11 novembre alle 21 l’argomento sarà «Il Corano» mentre il 18 novembre «L’Islam», con un caloroso appello alla partecipazione anche dei non cristiani cattolici: «tutti sono invitati, specialmente gli islamici».Un’iniziativa che ha già spaccato la comunità, tra favorevoli a quelle sedute di impronta storica e contrari ad una divulgazione ben lontana dalla promozione evangelica. L’idea è del parroco don Luca Volpi, non nuovo a scelte «in controtendenza»: nell’agosto scorso salì alla ribalta della cronaca per i volantini-appello con cui si richiedeva a ogni famiglia un contributo di mille-2mila euro per sostenere i lavori di rifacimento dei luoghi di culto a Seravezza («altrimenti alcune chiese sarà meglio venderle»), allegando l’iban per il bonifico come «dovere cristiano». Sempre don Luca, poche settimane dopo, dall’altare lanciò la prospettiva dei funerali collettivi, risollevando l’attenzione pure su quella posizione così originale.Stavolta i due incontri di formazione appaiono materia assai più ‘spinosa’. A tenere entrambe le conferenze sarà il professor Massimo Salani, docente di storia delle religioni e patrologia allo studio teologico interdiocesano di Camaiore e di storia delle religioni patrologia all’istituto superiore di scienze religiose di Pisa. Un docente-scrittore che ha fatto del suo libro «A tavola con le religioni» il fil rouge del proprio pensiero, ritenendo il cibo «strettamente legato al dialogo interreligioso, unico percorso plausibile ed auspicabile nell’epoca che viviamo e compito preciso di tutte le religioni». «Il cibo – si legge in una dichiarazione del professor Salani – è uno strumento assolutamente privilegiato per conoscersi, dialogare, vivere la convivialità».Stringatissimo il commento di don Luca, interpellato sulle ragioni di sedute su Islam e Corano e sul taglio che avranno tali iniziative. «Anche a ottobre abbiamo fatto degli incontri. Questo è un argomento come tanti


 colonna  sonora  
wind Change - Scorpion
Oltre la guerra e la paura Modena City Ramblers
Mio fratello che guardi il mondo Ivano Fossati

2.11.19

La Sardegna sospesa tra l’agonia del Sulcis e il sogno di Internet


Impiego pubblico e industria di Stato non garantiscono più lavoro. Si vive di sussidi e reddito di cittadinanza. Resta la speranza di una rivoluzione digitale