Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
19.12.21
morire di lavoro © Daniela Tuscano
16.12.21
avrei voluto © Daniela Tuscano
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https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/12/pietro-carmina-una-delle-vittime-della.html
LA SCHWA? NON È COSÌ CHESI LOTTA PER LA PARITÀ La linguista e accademica Cecilia Robustelli boccia la schwa anche in nome delle battaglie femministe.
contro i femminicidi \ violenza del genere non servono nuove leggi ma maggiore preparazione nei magistrati e nelle forze dell'ordine oltre all'interno della scuola e dei centri ricreativi di una cultura della non violenza e della legalità
premetto che , anche se molti di voi dovrebbero saperlo , Giulia Bongiorno mi sta non mi piace culturalmente ed ideologicamente ma qui ha perfettamente ragione .
da Oggi 16\12\201
convivere o continuare a lottare con il tuo handicap ? io ho scelto di conviverci e l'accettarlo
La risposta alla mia auto elucubrazione mentale di tipo marzuliano cioè farmi le domande e darmi le risposte è confermata da questa email e dal botta e risposta che n'è scaturita
“Ciao Ulisse
Ti racconto la mia storia.
Ma tu sei sorda ? Sì.
Se mi hai risposto, non puoi esserlo.Quando mi trovo in una situazione come questa, mi viene sempre voglia di tirare un pugno. Poi mi pongo delle domande e provo a darmi delle risposte. Mi chiedo come mi vedono gli altri, cosa pensano. Per tanti anni ho nascosto a me stessa la mia sordità, dietro i capelli, fingendo che tutto andasse bene. Finché mi sono accorta che stavo vivendo solo a metà. Allora ho deciso di reagire. Ho iniziato a chiedere di ripetere quando non sentivo, a dire di parlare più forte, o più lentamente. Tutti si stupiscono quando faccio vedere l’impianto, perché l’unica sordità che conoscono è quella affiancata al mutismo. Quindi, per la gente, se sei sorda non dovresti saper parlare bene, né sentire quello che ti dicono, lavorare, guidare la macchina, dare gli esami da sola. Quando mi dicono così, vorrei gridare e far sapere a tutti quello che mi porto dietro. Anni di sofferenze, di sforzi, di giornate intere passate davanti allo specchio, cercando di posizionare la lingua nel verso giusto attraverso un cucchiaino che spesso mi faceva salire la nausea, giornate intere a guardare il movimento della mia bocca per vedere se era corretto, a fare gli esercizi che la logopedista mi assegnava. Giornate intere per cercare di essere quella che sono. Da due anni ho l’impianto cocleare, è come essere nata una seconda volta. Da quando sono uscita allo scoperto, provo a parlare, a far capire alla gente la diversità di ognuno di noi, perché la disabilità non va classificata. Ho sempre visto la mia sordità come un nemico da annientare. Mi sono ostinata a essere quella che non sono, fino a quando ho capito che per sconfiggere davvero il nemico, avrei dovuto amarlo. E così è stato.
Grazie di cuore per l'attenzione Antonella
Cara Antonella
Sfondi una porta aperta . Anch'io sono sordo per il 90 % è capisco benissimo la tua situazione pur non avendo per mia rinuncia la protesi . Ho dovuto rinunciare perchè : 1) sarebbe stata tutta interna e quindi c'è la paura che si possa guastassi o sorga qualche problema debbano martoriarmi ., 2) perchè la prima parte , andata bene , dell'intervento è stata pesante e per mettermi tale protesi dovrebbero riaprirmi di nuovo con il rischio , come nell'intervento precedente che toccando il nervo , mi creino o provvisoriamente o definitivamente una paralisi facciale .
Quindi ho deciso d'accettare , ulteriormente che a destra non sento in quanto l'orecchio è un orecchio chiuso visto che la malattia precedente , nonostante diversi interventi , mi abbia " mangiato tutto l'apparato uditivo interno .
Ho affrontato in passato e continuo ad affrontarlo tutt'ora il tuo stesso problema . Infatti nello scrivere la la tesi di laurea ho faticato parecchio per il problema degli spazi tra una parola è l'altra . Infatti sul web nei News groups , venivano sopranominato la pistola del web perchè scrivevo con spazi molti ampi .
Coraggio non sei sola
15.12.21
dietro le quinte di strappare lungo i bordi di zero calcare lo studio di animazione Doghead, Da migranti a modelli: una nuova vita in sartoria Beteyà, Nel papiro erotico tutta la satira degli egizi
Beteyà, in mandingo Bello e Buono, è una start up di abbigliamento con due negozi in Sicilia, ma soprattutto un progetto di integrazione ben riuscito portato avanti dall’associazione Don Bosco 2000.
14.12.21
smontare il sovranismo ? semplicissimo prendendoli alla lettera . il caso di Antonio Silvio Calò, 60 anni, professore di Storia e Filosofia, nel 2015, insieme alla moglie Nicoletta, ha deciso di compiere un atto rivoluzionario: ha accolto nella propria casa di Treviso sei ragazzi richiedenti asilo africani.
dal suo facebook https://www.facebook.com/antoniosilviocalo/ |
Quest ultimi , hanno circondato l’abitazione con sei bandiere dell’indipendenza veneta, gli hanno augurato che stuprassero la moglie e la figlia . Ma lui non se n'è curato è andato avanti per la sua strada. E, alla fine, ha vinto la sua scommessa. “Oggi i miei figli lavorano tutti, pagano le tasse e alcuni hanno deciso di sposarsi - ha detto di recente - Se ci sono riuscito io che sono un insegnante, può farlo a maggior ragione lo Stato. Se si vuole, si può fare!".
Pietro Carmina, una delle vittime della tragedia di Ravanusa, è stato per 43 anni professore di filosofia, amatissimo dai suoi studenti.
colonna sonora
Albinoni - Adagio in G minorAdagio in G minor Bach - Air on a G string
Pietro Carmina, una delle vittime della tragedia di Ravanusa, è stato per 43 anni professore di filosofia, amatissimo dai suoi studenti. L’ultimo giorno di scuola della sua vita ha preso carta e penna e ha scritto ai suoi studenti questa “lettera d’addio” di scintillante bellezza. A rileggerla oggi, quasi un testamento morale.
Primi regali di Natale 20021 Murder Ballads di Micole Arianna Beltramini e Daniele Serra
In esso si respira la stessa atmosfera di From Hell di Alan Moore. Forse perché la realtà, quando diventa incubo, è la cosa più potente che si possa raccontare. Fa paura, come è giusto che sia. Inquieta, come a volte ne abbiamo bisogno. Bellissimo. IL libro anzi meglio il graphic novel in questione è Murder Ballads, una antologia di racconti scritti da Micol Arianna Beltramini ( secondo me Last Goodbye. Un tributo a Jeff Buckley ) e disegnati da Daniele Serra (Seraphim’s Hellraiser Anthology, Fidati è amore).L'approccio di questo volume italiano è molto interessante per la notevole cura che il progetto rivela sotto ogni aspetto. Infatti ad ogni ballad c'è un breve ma molto dettagliato testo introduttivo che ne anticipa lo sviluppo .I due autori, con colori intensi e atmosfere suggestive, reinterpretano racconti narrati nelle cosiddette “murder ballad”, brani di un sottogenere della ballata basati su fatti di cronaca particolarmente cruenti, che restano impressi nella memoria collettiva anche grazie al loro adattamento musicale o letterario/cinematografico
Nella musica contemporanea un esempio del genere sta nell’album Murder Ballads di Nick Cave & The Bad Seeds, noto in particolare per la canzone Where The Wild Roses Grow, interpretata insieme a Kylie Minogue. Ne cinema il film Small town Murder song del 2011 o Yara film di Marco Tullio Giordana uscito al cinema il 18 ottobre 2021, prodotto da Taodue e distribuito da Netflix da novembre . Ma non divaghiamo , ritorniamo all'opera in questione . Essa è un volume \ libro bellissimo intenso , molto onirico e gotico . Infatti gli adattamenti a fumetti raccolti in questo volume non si limitano a raccontare gli eventi narrati nelle ballad scelte , ma li trasformano in storie intrecciate che giocano tra passato e futuro, caso e destino, azioni malvagie e orribili conseguenze delle stesse. Infatti concordo con quanto dice su https://www.amazon.it/Murder-ballads-Micol-Arianna-Beltramini/dp/8804742100
Emanuela A. Imineo5,0 su 5 stelle Dal blog Il mondo di sopra Recensito in Italia il 26 ottobre 2021[...] cosa si può dire di un qualcosa di così immenso e allo stesso tempo così tagliente come una lama che affonda nella carne?Murder Ballads è una graphic novel che racconta storie fredde e abissali; storie che sfiorano la leggenda su episodi realmente accaduti dove l'oscurità non aleggia soltanto nell'aria ma nella stessa anima.Oscar Ink della Mondadori trascina il lettore in un vortice di dolore e sangue dove le storie diventano cicatrici sulla pelle, dove il dolore si vive completamente e dove le immagini rimangono impresse nella mente sia per i colori cupi, sia per quella matita così minuziosamente dettagliata.Le storie di Murder Ballards si vivono e non si leggono soltanto. Gli autori rendono completamente viva l'opera dove, questa creatura mostruosa, non lascerà andare il lettore se non arrivati alla parola fine.Ogni storia così ricca di dettagli, incanta con la morte e scaraventa il lettore fuori dalla propria comfort zone lasciando immobili davanti non soltanto alla cruda realtà ma alla stessa delicatezza con cui gli autori riescono ad affrontare il tutto.Una graphic novel che toglie il fiato; una graphic novel che respira e, allo stesso tempo, non lascia scampo.
Andiamo adesso ad analizzarlo sviscerarlo storia per storia
La prima, "Babes in the woods",Bambini nel bosco, nasce come filastrocca per bambini e si trasforma in disturbante ninna nanna; è fonte di ispirazione per Hansel e Gretel è il nome di archivio di quattro omicidi che hanno come comun denominatore i bambini e il bosco.
da https://www.drcommodore.it/ |
Bellissima la scelta stilistica e grafica e quindi ancora una differente modalità visiva.
Molte di esse, poi, non furono brigantesse ma soltanto mogli, compagne, amanti di uomini che avevano deciso di combattere gli ‘invasori’ nordisti. Un dramma nel dramma, dunque, consumatosi nell’indifferenza, nel silenzio e nel disprezzo. La storia, infatti, come sempre scritta dai vincitori, con un’energica sbianchettata, ha cancellato quasi completamente queste tragiche e dolorose vicende, limitandosi a fare di tutta l’erba un fascio. E così quelle tante donne sono diventate ‘drude’, ossia prostituite, concubine, femmine di malaffare e da bordello, additate al pubblico ludibrio e alla più feroce esecrazione.
Infatti la narrazione di questo graphic novel smonta tale preconcetto . Una delle mie preferite soprattutto per il finale e per il modo con cui Daniele serra ritrae Michelina De Cesare,
una delle pochissime "brigantesse" uccise in combattimento: di cui la foto sotto al centro presa da http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Brigantesse4.htm
da http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Brigantesse4.htm |
scattatale dopo la morte, mette in evidenza lo scempio fatto sul suo cadavere. Nelle macabre fattezze di Michelina, sconvolte dalla violenza, rappresentate in maniera sublime dal disegno di Serra vedi sopra si può leggere, allo stessa maniera dell'originale , tutto il dramma e le sofferenze dei contadini del Mezzogiorno .
La quinta ed ultima ( peccato mi ci stavo affezionando 😢🤣 ) storia, Solo un giorno come le rose, reinterpreta la canzone di marinella di De Andrè senza la classica retorica della mitizzazione e santificazione agiografica che caratterizza la stessa figura di de Andrè e i Cantautori degli anni 60\70 con preziose illustrazioni che ricordano le fiabe russe ma anche le classiche incisioni miniate dei monasteri medievali La canzone di Marinella di De André, affiancandola alla storia della vera Marinella: Mary Pirimpò, giovane prostituta milanese assassinata e gettata nel fiume forse perché sapeva troppo o per un rapporto con un cliente sadico finito male .
[...] Ci è parso utile mettere in evidenza soprattutto questa raffinata costruzione simbolica, che usa ottimamente lo specifico del fumetto (in questo caso, le scelte del colore, e l'uso di un colore simbolico come leitmotiv) in modo originale e brillante.Naturalmente, è giusto rimarcare ulteriormente, come dicevamo all'inizio, la particolare riuscita dell'opera nel suo complesso, grazie a un affiatamento artistico che si intuisce particolarmente riuscito tra i due autori.I testi di Beltramini sono essenziali, come si confà all'evocazione dell'essenzialità della parola lirica della ballata, ma intagliati con particolare cura e perfettamente inseriti nell'ideazione della narrazione per immagini. Al contempo, lasciano pienamente spazio alla interpretazione visiva di Serra, la cui abilità magistrale viene bene messa in luce dal gioco di variazioni che abbiamo detto (le quali, tuttavia, come abbiamo cercato di evidenziare, non sono un mero esercizio di stile ma ben congegnate per esaltare lo specifico di ogni storia).In ogni caso, l'autrice rende ulteriormente ragione delle scelte in brevi testi introduttivi di una pagina, in cui offre al lettore possibili chiavi di lettura, una sintetica contestualizzazione storica, rimandi ad altre ballad o a riletture musicali di quella centrale. [...]
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