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21.12.22
mi manco di Margherita Roncone
La Crisi Fa Emergere Una Forza Che Non Pensavamo Di Avere ---- Elena Bernabè - 26 Gennaio 2021
Antonio Gramsci, “Quaderni del carcere”Oltre in me stesso e agli amici trovo la forza l'aaiuto in articoli come questo di Elena Bernabè ( Autrice del libro “Alla conquista delle stelle” ) - 26 Gennaio 2021 pubblicato su https://www.eticamente.net/
La crisi non è da allontanare ma da attraversare. E’ l’unico modo per sciogliere nodi, prendere decisioni, avviare cambiamenti.
E’ arrivato il momento di spogliarci da tutti i pregiudizi legati alla crisi: non è una sfortuna, una disgrazia fine a se stessa o un fallimento. Ma un’occasione di crescita, di arricchimento, di conoscenza di sé.
La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.Attribuire colpe a se stessi o ad altri per aver fatto nascere una crisi è solo un modo per fuggire dai significati che ogni crisi porta con sé e che vuole portarci. Ciò che siamo chiamati a fare dinnanzi al dolore, al disorientamento e alla confusione è aprire finalmente i nostri occhi interiori. Per poterci scorgere l’occasione di cambiamento. Non è facile destarci dalla nostra vita di sempre e cambiare prospettiva e modo di pensiero, ma la crisi giunge proprio per aiutarci in questo. Se riusciamo ad abbandonare scuse, pregiudizi, paure e difese siamo in grado di scorgere la via indicata dalla crisi stessa.
(Albert Einstein)
In una congiuntura negativa bisogna affidarsi alla creatività: fare della crisi un’opportunità per reinventarsi. Un’altra dote indispensabile è l’ubiquità: essere flessibili, non vincolati a vecchi schemi e a un’immagine rigida della propria persona.
(Jacques Attali)
Nel dolore, nella frantumazione delle nostre certezze e nella confusione che ogni crisi porta con sé possiamo assistere a due tipi di risposte: possiamo farci annientare dagli eventi oppure cavalcarli come un surfista con le onde. Nel primo caso diventiamo servitori delle nostre paure. Se invece decidiamo di sfruttare il maremoto che c’è dentro di noi emerge una forza interiore che non pensavamo di avere.
E’ una forza speciale che nasce solo nei momenti di forte crisi. E’ la nostra ricompensa al dolore che abbiamo scelto di vivere in modo costruttivo e non distruttivo. E’ un’energia così potente da renderci particolarmente vitali, svegli, determinati.
I momenti di crisi raddoppiano la vitalità negli uomini. O forse, più in soldoni: gli uomini cominciano a vivere appieno solo quando si trovano con le spalle al muro.
(Paul Auster)
Affrontare la crisi in questo modo vuol dire risvegliare il proprio intuito, avere fiducia nella vita, affidarsi alla creatività, credere che tutto è il dettato di un maestro divino. Si comprende così che la crisi porta sempre con sé una ventata di aria nuova, invita a tagliare i rami ormai secchi, conduce a lasciar andare ciò che non ha più senso che resti. E’ il passo fondamentale che precede ogni cambiamento. Sappiamo che l’inverno precede la primavera e che un bambino per poter iniziare a camminare dovrà specializzarsi nella caduta, ma non abbiamo bene in mente che la crisi è un momento indispensabile alla costruzione di un nuovo equilibro. Non è distruzione: è l’inizio di una nuova costruzione. Che può avvenire solo grazie ad una forza primordiale e generatrice, proprio come quella che sperimenta il neonato quando nasce: non sa a cosa va incontro ma sente che deve seguire quel richiamo di vita e si affida con tutto se stesso al suo intuito. La stessa forza che trova sua madre nel farlo nascere: non potrebbe sopportare un dolore fisico così grande in un momento di stasi.
La crisi ci risveglia, ci mette in moto, ci chiama a sé per mostrarci i nostri tesori interiori. Non consideriamola più una seccatura. E’ il nostro fuoco interiore che vuole emergere !
Buzzanca senza Lando © Daniela Tuscano
© Daniela Tuscano
20.12.22
cosa resterà di questi mondiali parte II
il bellissimo gesto d'umiltà e d'onore della squadra giapponese che Dopo l’eliminazione dai Mondiali, sconfitti ai rigori agli ottavi di finale dalla Croazia, i giocatori e lo staff della nazionale giapponese non smettono di stupire. I “Samurai blu” hanno pulito tutto lo spogliatoio, raccogliendo tutta la spazzatura, ripiegando gli asciugamani e pettorine, lasciando sul tavolo 11 gru origami come segno di gratitudine e spirito di squadra.
L’unica squadra ( corruzione o distrazione ? ) che può vantarsi di aver battuto i Campioni del Mondo di Qatar 2022 è quella dell’Arabia Saudita. Lo scontro tra i numeri 10 ha visto perdere il miglior giocatore della competizione, Leo Messi, e fatto brillare la stella Salem Al-Dossari (Salem Al-Dawsari).
Stephanie Frappart è stata la prima donna ad arbitrare in un Mondiale di calcio. ( contentino al mondo occidentale o apertura ? secondo me la prima visto che "da cafoni" non gli hanno stretto la mano ) Il debutto è avvenuto durante la partita tra Germania e Costa Rica, affiancata dalle guardialinee Karen Diaz Medina e Neuza Ines, tutte donne a parte il quarto uomo Said Martinez.
La gioia irrefrenabilee l'inflessibilità arbitrale . Dopo il goal al Brasile, l’attaccante del Camerun Vincent Aboubakar festeggia togliendosi la maglia e viene ammonito dall’arbitro. Per lui, purtroppo, è il secondo cartellino giallo: espulso . ma poi L’arbitro Ismail Elfath si congratula con l’attaccante del Camerun prima dell’amonizione che gli costerà l’espulsione. Per la squadra di Vincent Aboubakar rimane la gioia della vittoria contro il Brasile di Neymar.
Infatti Dopo l’arresto a Teheran del giocatore Voria Ghafouri, e le presunte minacce da parte del regime, i membri della nazionale iraniana cantano l’inno prima della partita contro il Galles. Bocca semi aperta e a bassa voce, dimostrando poca convinzione. L’unico a non cantare è stato il difensore del Bayer Leverkusen Sardar Azmoun.
Gli Stati Uniti battono per la prima volta nella loro storia l’Iran e accedono agli ottavi di finale. Nonostante gli scontri geopolitici tra i due Paesi, a fine partita non sono mancati gli abbracci e il sostegno degli americani nei confronti degli avversari iraniani.
19.12.22
a mente fredda posso dire che sula morte di MIHAJILOVICH come in quelle morti di mali incurabili c'è un 'inutile retorica.
cosa resterà di questi mondiali ?
Sulle note di cosa resterà di questi anni 80 di Raf cerco risposte al quesito indicato dal titolo del post che per la mia gioia come credi la vostra sarà l'ultimo dedicato ai mondiali . Per chi ha seguito le polemiche e da qui come nel mio caso ha scelto tra alti e bassi di boicottarli non guardando le partite e provando a non parlare d'esse . Vi sono le polemiche su : l'inquinamento ambientale ed i morti sul lavoro , il divieto degli alcoolici degli sponsor , la corruzione per averlo e per non far vincere la squadra rilevazione ma quella con grandi giocatori quello più evidente .
Per gli sportivi ed appassionati di calcio la prima cosa che venie polemiche arbitrali delle ultime 4 partite ( le due semifinali e le due finali ) . Agli islamofobici e le polemiche per il gesto del sovrano del Qatar durante la premiazione in quanto ha ragione Lorenzo Tosa in questo suo post in particolare : << [...] C’è una ragione precisa comunque per cui ci si indigna di fronte a un abito e molto meno per tutto quello che sta dietro a quell’abito. Semplicemente perché lo possiamo vedere, perché ci appare lontano, perché non lo riconosciamo, perché ce ne sentiamo minacciati, mentre i soldi, le valanghe di soldi con cui si sono comprati di fatto i mondiali, quelli non si vedono e, se parlano, parlano un linguaggio universale. Tutto qui, ed è moltissimo >> Non non scomoderei come hanno fatto e stanno facendo da più parti Maradona perché non c’è e perché nessuno può sapere cosa avrebbe fatto o detto. E non credo sia neanche il punto della questione.
Per me invece in questo mondiale di corruzione : rimangono oltre l'impresa storica del Marocco la prima squadra Africana ad arrivare cosi avanti , una semi finale , nel mondiali , che pur perdendo nella semifinale ha messo in difficoltà la Francia . Le lezioni di buone creanze dei tifosi e della squadra giapponese , gesti di far play sportivo sia nella finale tra francia argentina
ma in particolare quella nella semifinale tra Francia e Marocco
La compostezza nell''accettare la sconfitta e prenderla con sportività da parte del capitano Francese che a differenza della Nazionale inglese agli ultimi europei s'erano quasi offesi d'essere arrivati secondi . Una lezione di come si può essere vincenti anche nella sconfitta .
le potreste sterili e tollerate dalla monarchi Qariota per non farsi vedere come repressori davanti al mondo e la reazione fifona da struzzo che mette la testa sotto la sabbia della Fifa
Questo è quello che ho seguito . Ma per essere obbiettivo adesso cercherò in rete altre gallerie di tali eventi e lo riporterò in uno dei prossimi post se vi va di leggerlo visto che generalmente ci sia accontenta solo delle prime parti
Da fan a liutaio di fiducia: la passione diventa un lavoro Stefano Mura 36 anni, algherese, realizza le chitarre per le band death metal «I miei idoli sono diventati clienti e sul palco suonano con i miei strumenti»
amici, da mettere a punto, da riparare o da migliorare, l’apertura di un laboratorio all’inizio di viale Caprera, a pochi passi dal conservatorio di Sassari, è stata una scelta quasi obbligata, con il forte sostegno della sua famiglia. La svolta a Sassari «Ho scelto Sassari perché questa è una città di musicisti straordinari, molti dei quali hanno collaborazioni a livello nazionale con artisti affermati - racconta Stefano, mentre infila le corde in un basso elettrico che ha appena revisionato –. La cosa curiosa, e forse misteriosa, è che i musicisti più importanti che sono diventati miei clienti, sono proprio figure leggendarie del genere musicale che ho sempre amato. Da ragazzino suonavo le cover degli inventori del genere death metal, per esempio gli americani Obituary, e trent’anni dopo il chitarrista, Trevor Peres, è diventato un mio amico e addirittura la Fender che lui suonava nei videoclip che vedevo negli Anni 90, ora è qui nel mio laboratorio: me l’ha regalata l’ultima volta che è venuto a trovarmi. E sul palco ora porta la chitarra che ho costruito per lui e che lui stesso ha scelto di chiamare “black death”». Death metal Stefano, oltre a costruire chitarre classiche, sarde, elettriche, bassi, è un chitarrista straordinario. Specializzato proprio nel death metal, un genere musicale molto duro, che richiede tecnicismi e competenze enormi. Come per il mestiere del liutaio: «È fondamentale aggiornarsi continuamente, sia dal punto di vista tecnico ma anche delle attrezzature – racconta Stefano mentre mostra il corpo di una chitarra che sta realizzando per un celebre chitarrista di origini sarde, Patrick Mameli, fondatore della band olandese Pestilence –. Oggi questa sede, con tutti gli apparecchi elettronici che ho acquistato negli anni, sembra più il laboratorio di uno scienziato, che quello di un liutaio. Ma la liuteria moderna è anche questo, richiede competenze matematiche, fisiche e chimiche. Mai, da ragazzino, quando non amavo tanto studiare la matematica, avrei immaginato che avrei avuto così tanto bisogno di conoscerla, per fare un mestiere all’apparenza artigianale, ma che è estremamente tecnico». L’Alchimede Il laboratorio di Stefano Mura si chiama L’Alchimede, un nome che è diventato anche il suo marchio, nato quando suonava con la sua band, i Pure Assault. Essendo capace di aggiustare tutto in un attimo, dagli strumenti musicali alle attrezzature, uno della band lo aveva soprannominato “Archimede”, che detto in sardo suona “Alchimede”. Nomignolo al quale poi Stefano è rimasto legato. «Attualmente sono l’unico liutaio professionista a realizzare le chitarre sarde, usate per il canto a chiterra. Una l’ho addirittura venduta in Israele – spiega l’artigiano davanti alla prima chitarra sarda da lui realizzata 15 anni fa, praticamente tutta a mano –. Ma ci tengo a precisare che la chitarra sarda altro non è che una chitarra baritonale. In Sardegna furono importante dalla Sicilia negli Anni 60, infatti i decori floreali che molte riportano non hanno nulla di sardo». Stefano Mura nel corso della sua carriera di liutaio ha costruito oltre 60 strumenti, che sono ormai sparsi in tutto il mondo. Ma la sua attività è anche quella delle riparazioni, delle messe a punto, delle regolazioni. Il suo tempo nel laboratorio, quindi, il liutaio algherese lo passa dividendosi tra la progettazione e costruzione dei nuovi strumenti, e il set-up di quelli dei clienti. Un lavoro che lo impegna così tanto che le uniche due settimane di ferie in tredici anni le ha prese la scorsa estate. Musica in pandemia Un altro periodo in cui ha fatto una pausa, ma in questo caso forzata, è stato quello della pandemia. «Sono stati due mesi e mezzo surreali - ricorda Stefano -.Dal punto di vista economico drammatici, ma l’aspetto curioso e forse anche molto positivo, è che tantissimi musicisti che avevano smesso di suonare da tanti anni, durante il lock down hanno rispolverato le vecchie chitarre o i vecchi bassi, ritrovando la passione per la musica. Moltissimi di loro hanno portato da me i loro strumenti perché li rimettessi in ordine. Oggi, molti di questi musicisti stanno suonando così tanto, che sembra stiano cercando di recuperare il tempo perduto». Il laboratorio L’Alchimede di viale Caprera 1N, a Sassari, è un concentrato di tecnologia. Le attrezzature sono all’avanguardia e consentono di fare lavorazioni specifiche e messe a punto per ogni strumento della liuteria. Questo ha comportato grandi investimenti, ma consente a Stefano Mura di garantire qualsiasi tipo di intervento. Non è un caso che il liutaio abbia richieste da ogni parte d’Italia e, ormai, anche del mondo (dalla Georgia agli Stati Uniti, da Israele all’Olanda). Attualmente, l’Alchimede è uno dei soli due laboratori, in Italia, in cui si facciano lavorazioni sul carbonio. La creazione di una chitarra o di un basso può richiedere tempi di lavorazione molto vari, da un minimo di tre mesi per uno strumento elettrico a un massimo di due anni e mezzo, per una chitarra acustica. Tutto dipende dal tipo di lavorazione che si esegue e dal tipo di strumento che si va a costruire. I legni più utilizzati sono l’acero, il mogano, lo ziricote, il padouk, il palissandro, l’ebano, lo zebrano, il cocobolo e l’ontano. Ultimamente i prezzi delle materie prime sono aumentati parecchio e la reperibilità è bassa per via della scarsità di materia prima in generale. I prezzi variano da un minimo per uno strumento elettrico, di circa 1800 euro, a salire per quelli acustici che possono arrivare fino a 6mila euro. Nel laboratorio sono presenti anche amplificatori di altissima qualità che servono al liutaio per fare tutte le prove, ma anche ai suoi stessi clienti per testare il loro nuovo strumento prima di portarlo a casa.
L'AMORE INDOSSA COLLANT DI CARN di stefi pastori gloss , racconti gioiosi per l’uso corretto degli stereotipi
Stefi Pastori Gloss vorrebbe scrivere tra Joyce e Ungaretti, invece Dante e D’Annunzio hanno finito per contaminarla. Le sue opere sono in vendita nelle librerie offline, online, su Amazon, e in privato sui Social. Trattano di bullismo, violenza sulle donne, guerra, hikikomori. Essa risveglia le coscienze nelle scuole italiane. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige blog di letteratura, tra cui quello di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti: lei stessa fu sceneggiatrice, anche per Verdone. Solo una femminista può scriverne le battute del maschilismo più becero. Nel corso degli anni, come riporta il video sotto , ha colto il problema alla base: mancanza di cultura del rispetto tra individui. Si adopera per ripristinarla.
Fabrizio Megna è Musicante da Social, passione che coltiva fin dall’infanzia, prima al pianoforte - che imparò a odiare a causa di maestri che insegnavano solfeggio come unica ambizione melodica - e poi alla chitarra acustica e al basso, militando nella band di famiglia e sognando di punkeggiare a Londra coi Sex Pistols. Troppo bravo per loro. Oggi, accantonati spartiti e scrittura armonica nel dimenticatoio e accoppiatosi alla Gloss, ha preso il pacchetto completo, dilettandosi in improvvisazioni quando l’accompagna nei reading in Italia.
In L’AMORE INDOSSA COLLANT DI CARNE, la sua attenzione è rivolta all’uso corretto degli stereotipi. Sosteniamo tutte e tutti la cultura perché ci renda liberi . Non so che altro dire lascio quindi la parola all'autrice
18.12.22
anche se il mio proposito di boicottaggio dei mondiali del Qatar è durato 24 giorni infrangendosi nella semifinale Francoa -Marocco non ho seguito le finali per il proposito fatto nel diario ma hho fatto altro
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