3.7.07

esistono ancora i movimenti femministi ?


Proprio mentre  finisco di  fare  cut paste \ copia&incolla  ( perchè i  giornali del  grupo epolis   , da cui  dipende  sia il nord   che il sud  sardegna oltre  ad essere  , e  passi , in pdf  , non hanno archivio )   di tale articolo e dopo aver letto l'articolo del tgcomn  di cui  trovate qualche  estratto   che trovate sotto  mi  viene  in mente  mia dolce rivoluzionaria  dei Mcr  ed in particolare i questo pezzo  che ben  si  adatta al post  d'oggi 

Ho cercato di farle capire
ma testarda non vuole ascoltare
"pensare globale agire locale"
non è uno slogan ma una sfida vitale
Oggi Contessa ha cambiato sistema,
si muove fra i conti cifrati
ha lobby potenti ed amici importanti
e la sua arma più forte è comprarti,
la sua arma più forte è comprarti!

 Nonostante  mi stia antipatica per mancanza  di coerenza e avere il piede il due staffe   stavolta  concordo , anche in  virtu di quello che dicevo nel post  precedente  , con quanto  dice sul nord sardegna del 2\7\2007 ( in cui tiene  una ribrica settimanale  la  giornalista  Rita  Armeni del programma  di Otto & mezzo   de la 7

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La mia rubrica contiene ogni settimana  molte critiche agli uomini, al loro rapporto con le donne,alla loro misoginia. Questavolta la critica è alle donne, le donne italiane,le numerose associazioni femminili e femministe.     
I motivi sono presto detti. Qualche giorno fa è iniziato a Brescia il processo  contro gli assassini  Hina Saleem [ nel  collegamento  chi volesse ricordare  oppure  ha  dimenticato  trova  qualche news in merito ] una giovane e graziosa ragazza pakistana uccisa a coltellate dal padre dallo zio e dai cognati perchè aveva deciso di vivere come una donna occidentale, di avere un ragazzo, di vestirsi con eans e maglietta e quindi secondo i suoi parenti  non era una buona musulmana. Hina non è stata difesa nè da viva nè da morta da sua madre che al momento dell assassinio era in Pakistan e in seguito non ha avuto parole nè di pietà nèdi disperazione per la figlia uccisa. Al processo è stata negata la costituzione di parte civile all associazione delle donne marocchine che in 200 erano arrivate in tribunale.Ci chiediamo: perchè,a parte la parlamentare Daniela Santanchè, nessuna deputata, nessu-na associazione di donne, nessuna ministra della repubblica abbia sentito il bisogno di un gesto concreto e simbolico di solidarietà Perchè nessuna donna ha segnalato con la presenza al processo, con una parola, con un gesto di indignazione, con un ricordo, la propria vicinanza a quella povera ragazza Certo sono passati i tempi del femminismo acceso, delle aule di tribunali ribollenti di donne che volevano giustizia per gli stupri e le violenze, ma questo non giustifica la dimenticanza .                                                    Non giustifica l'assenza di unatto politico. Hina non è un caso isolato. Migliaia di donne immigrate in Italia subiscono quotidianamente  delle vessazioni e sono sottoposte all arbitrio del marito,del padre e del fratello. Non è arrivato il momento di fare qualcosa per loro E questa iniziativa non dovrebbe venire innanzitutto dalle donne progressiste,dallefemministe,soprattutto da chi ha combattuto e combatte per la libertà del secondo sesso Invece no.                                    Ieri è arrivata un altra allarmante notizia.Dounia Ettaib,vicepresidente di quelle donne marocchine che avevano cercato di costituirsi parte civile nel processo per la morte di Hina Saleem, è stata aggredita e minacciata .
Smettila o sarà peggio per te le hanno gridato gli aggressori e hanno aggiunto : Hina era una puttana come te . DOunia Ettaib ha avuto il coraggio di denunciare l aggressione. La domanda adesso è: che cosa faranno le donne Sapranno aiutare le loro sorelle o le lasceranno ancora sole L'assassinio di Hina,l'aggressione a Ounia allarmano molto. Ma allarma altrettanto l'insensibilità dimostrata da chi vorrebbe la liberazione delle donne e però tace.
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Infatti  ha  ragione o almeno non lo si può biasimare  ( anche se non completamente perchè  non è  vittima  dell'Islam in se  ma  del fondamentalismo religioso, islamico in questo caso )
il tgcom  del 29/6/2007
quando riporta  un pezzo di Caterina Soffici su quotidiano " IL giornale " quanbdo dice  : << (..)  meglio non agitarsi troppo. Va bene scaldarsi in difesa dei diritti delle donne lapidate in Iran o delle seviziate in Pakistan. Bello manifestare per le infibulate in Egitto o le bambine schiave in India. Ma quando la violenza si fa pericolosamente vicina, quando a essere vittima è una ragazza di ventidue anni sgozzata dal padre perché voleva vivere da occidentale con un fidanzato non scelto dalla famiglia, allora è preferibile sorvolare. Ad accusare di maltrattamenti uomini di culture diverse, ovviamente immigrati, si rischia di passare per razzisti. Se poi l'omicida è un musulmano, si scivola nel politicamente scorrettissimo. (..) Allora che si fa? Giriamo alla larga. Anzi meglio, rigiriamo la frittata. Se pure non hanno molta dimestichezza con padelle e fornelli, ci sono riuscite benissimo ieri le donne di Rifondazione comunista, che nel «Forum Donne Prc» scrivono: «Non di delitto islamico si tratta, come strumentalmente ancora una volta si tende a ridurre e semplificare la vicenda, liquidandola con argomentazioni razziste, ma di delitto patriarcale». Ecco, delitto patriarcale. Quindi fruttò della violenza maschile contro le donne, nella misura in cui «si verifica al nord e al sud, in Oriente e in Occidente», nella misura in cui «attraversa indifferentemente classi sociali e quartieri, nativi e migranti, bianchi e neri, cattolici e musulmani». Nella misura in cui Hina è stata massacrata dal padre padrone, manifestiamo solidarietà e ricordiamo che sono «oltre un milione le donne che hanno subito violenza nel proprio nucleo familiare». Hina una fra un milione, quindi perché fare tanto baccano. Perfino la responsabile dei diritti civili dei Ds, Ivana Bartoletti, parla genericamente di «libertà femminile come leva di una nuova cultura del rispetto, della convivenza, della tolleranza» e avverte che «non ha senso invocare scontri di civiltà, perché la morte di Hina è frutto di chi confonde la nostalgia di casa con il fanatismo».(,,,) Come definire tutto ciò? Ipocrisia è l'unica parola che calza a pennello. Un buonismo ipocrita che non aiuta nessuno, una melassa etnicamente corretta che danneggia per primi gli immigrati. Se anche quello di Hina fosse un delitto patriarcale, cosa che non è,sarebbe inutile nascondere che questa forma di patriarcato non appartiene più alla nostra cultura da almeno cinquant'anni. Hina è stata seppellita dal padre in giardino con la testa rivolta verso la Mecca, ma questo evidentemente è un aspetto secondario. Anche i delitti di mafia hanno dei rituali simbolici, come il fico d'india in bocca.Se una certa sinistra pietista si svegliasse capirebbe che questo atteggiamento danneggia per primi proprio gli immigrati. Se in Italia esiste una legge che permette a una ragazza di fidanzarsi con chi le pare, questa legge va rispettata. In Olanda, in Inghilterra, in Francia e in Germania, hanno finalmente capito che l'integrazione non può passare per il multiculturalismo. Ma per noi l'estero è un modello solo per quel che piace alla gente che piace.
P.s
Poi dovete anche spiegarci perché devono essere solo le donne a protestare. Non è un problema che dovrebbe interessare anche gli uomini?

>>
concludo con questi  versi  della  nostra  cdv ceglieterrestre




Giovane Creatura della terra,
meravigliosa fanciulla
dai capelli neri,
tu volevi
solo Amare
per questo
ti hanno punito,
nella tua terra ti hanno lapidato,
ti hanno per amore ucciso.
La terra con il tuo sangue
hanno per Amore bagnato.
Adesso sei libera per sempre !
d'Amare candido Giglio profumato




3 commenti:

ceglieterrestre ha detto...

Qualsiasi tipo di violenza il colore della pelle le religioni non contano.

La violenza resta sempre violenza.

compagnidiviaggio ha detto...

proprio quello che dico io

LucaScialo ha detto...

Purtroppo l'uomo non sta aiutando la donna nella conquista di quelli che dovrebbero essere dei naturali diritti scontati...Ciao :)

Lia Pipitone figlia ribelle di un boss uccisa da Cosa nostra non è per lo stato italiano vittima della mafia.

La storia di Lia Pipitone è davvero tragica e complessa. Lia Pipitone fu uccisa nel 1983, e nonostante le circostanze del suo omicidio, lo S...