Quando e perché il crimine di Stato viene adombrato
Comunicato di Giovanna Nigris
Mi sembra giusto scrivere per i lettori una breve relazione degli ultimi periodi, dato che a causa delle mie condizioni di salute non ho potuto più scrivere nulla in merito da tempo.
Ultimamente riflettendo bene su tutto quello che mi è accaduto, mi sembra che il termine mobbing sia decisamente un po’ riduttivo ossia, come sminuire di parecchio tutta la mia intera vicenda. Gli avvenimenti che mi sono stati fatti accadere, infatti hanno qualcosa di ben più grave, del vero e proprio "mobbing" e più propriamente giustamente vengono chiamati da molti :"crimini". In effetti quelli che ho subito e sto subendo non possono essere altro che atti criminali di persone criminali, sino a farmi sentire come indotta in schiavitù, senza potere programmare il mio futuro, in quanto sono mantenuta in malattia grave, senza beneficiare dei diritti di legge relativi alla causa di servizio. Di conseguenza vengo obbligata a vivere in una zona fortemente inquinata di Milano con gravi complicazioni di insufficienza cardiaca e respiratoria. Queste per me sono ancora torture interminabili senza fine.
Personalmente non è certo mia intenzione sminuire tutte le altre vicende di mobbing, anzi ho il massimo rispetto per tutte le vicende di mobbing, di persone che soffrono gravemente e cerco nel mio piccolo di combattere anche per i loro diritti legittimi. Nel mio caso però penso si tratti sia di mobbing vero e proprio, che anche di "persecuzione politica criminale", in quanto tutto ha avuto inizio è partito e proseguito con alti personaggi insospettabili della criminalità organizzata .
Nel periodo di "mani pulite" ho già spiegato altre volte che lavoravo presso l’Ufficio Contenzioso Solventi, ove il capo ufficio fu era il secondo arrestato dell’operazione "Mani Pulite". Forse ho avuto la sfortuna, se così si può chiamare, di abitare nello stesso caseggiato (io al secondo e lui al terzo piano) di un noto giudice milanese del Pool di mani Pulite e inoltre di essere amica della moglie dell’Ispettore Capo e poi vice-questore di Milano il quale da tempo è stato trasferito altrove. Le torture a mio carico, con ogni sorta di vessazioni e non escluse le illegalità insabbiate, penso siano inizialmente da collocare come iniziate in quel periodo, in quanto nel posto di lavoro mi è stato fatto intendere in diverse maniere che io, relativamente, sia stata sospettata di avere fatto qualche confidenza su illeciti anche di carattere penale a qualcuno dei predetti coinquilini, mentre invece io svolgevo solo e semplicemente il mio lavoro e relativi compiti d’ufficio riguardanti le pratiche degli stranieri e le responsabilità civili. In quel periodo, oltretutto, mio malgrado mi ero anche dovuta separare da mio marito e dal giudice civile avevo ricevuto in affidamento le mie due figlie.
Poiché subii un grave tamponamento automobilistico all’uscita dal mio ufficio e questo misteriosamente neppure dopo una settimana da un analogo tamponamento, meno grave, delle mie due colleghe di ufficio, stetti parecchio male per tre mesi ed a casa dal lavoro per malattia. Al mio ritorno il mio ex-capo ufficio poco prima del suo arresto mi minacciò, facendomi trovare una pistola posata sulla scrivania, dicendomi: "se parli ti faccio fare un volo giù dalla finestra". Io in realtà avevo saputo dalle due colleghe che il mio capo ufficio aveva dei traffici non puliti, però mi sono sempre fatta i fatti miei e, come detto, giustamente pensavo solo a svolgere il lavoro assegnatomi a cui ero stata assegnata.
In realtà quelle gravi minacce mi hanno molto impaurita, tanto è vero che ne avevo parlato solo con i miei genitori. Ero così terrorizzata che avevo paura che succedesse qualcosa di male alle mie due figlie Eleonora e Valentina, oltre alla mia situazione di salute postuma e relativa al sinistro con conseguente debilitazione. Fu per questo che fui indotta a chiedere il loro affidamento temporaneo al padre. Purtroppo non ho mai informato nessuno della causa di questa mia decisione e per non spaventare affermai a tutti che tale procedura era dovuta soltanto a miei motivi di salute. Probabilmente anche le mie figlie, loro malgrado, in famiglia, risentivano di tutte le tensioni emotive di lavoro che in quel tempo subivo. Detto affidamento fu da me richiesto soprattutto per proteggerle da eventuali e probabili accanimenti su di loro. Ricordo anche purtroppo che in quei lunghi giorni di paura, alla mattina quando uscivo di casa per andare al lavoro, per vario tempo mi dovevo subire il fatto di trovare davanti a casa qualcuno in auto che, quando io partivo se ne andava in contemporanea anche lui dietro di me. Una volta vidi chiaramente anche che a fare l’appostamento fu anche lo stesso capo ufficio che poi venne arrestato.
Riuscire finalmente ora a scrivere tutto ciò è per me veramente liberatorio e lo credo anche giusto persino nei confronti delle mie figlie.
Su tutte le mie paure procurate oggi so molto bene hanno sempre giocato quei "criminali".
La mia vicenda di lavoro iniziò con il distruggere primariamente la mia vita familiare e dal farmi lasciare abbandonata da tutti i miei parenti come persona di poco conto e di poco valore.
Ora sono stata fatta divenire gravemente ammalata, e in quale modo criminale è avvenuto presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, lo potrete conoscere dalla lettura di questo sito, comprese le relative prove documentali in esso inserite soprattutto alla pagina http://www.mobbing-sisu.com/cronaca_documentata.php e alla pagina http://www.mobbing-sisu.com/lettera_aperta4.php Se volete potete anche leggere questo articolo pubblicato nella concettuata rivista del Centro di Psicologia Umanistica di Pisa: http://snipurl.com/10uug Da quasi tre anni sono in malattia grave con ossigeno-terapia quotidiana domiciliare riconosciuta dalla Asl di Milano e l’Amministrazione dell’Ospedale Fatebenefratelli non ha mai preso una legittima decisione, abbandonandomi a me stessa e in pieno disastro economico e, come ho detto, lasciandomi vivere con gravi problemi cardiaci e respiratori in una zona di entrata e uscita dalla città e pertanto maggiormente inquinata e deleteria per la mia stessa sopravvivenza.
Sembra davvero una azione criminale ulteriormente calcolata e controllata dallo stesso Ospedale Fatebenefratelli , facendo peggiorare ulteriormente la salute del mio sistema cardio-respiratorio. Infatti i dirigenti amministrativi di tale ospedale rimangono apparentemente con le mani pulite! E’ tutto un obbrobrio il comportamento e il continuo danno prodotto da quei dirigenti alla mia salute e alla mia economia, in quanto per sopravvivere sono costretta persino a sborsare fiumi di danaro per spese per farmaci non dispensati del Servizio Sanitario Nazionale, in aggiunta ad altre spese legate alle mie gravi condizioni fisiche. Ogni volta che penso che la distruzione della mia salute è sempre stata controllata in sordina dai dirigenti dell’ospedale ente datore di lavoro, mi sopraggiunge uno stato di prostrazione ed è rivoltante la realtà che mi viene fatta subire.
Questa estate per potere cambiare aria qualche giorno, a fronte di gravi problemi economici, ho dovuto ricorrere a farmi ospitare in Friuli da amici in montagna. Ero molto felice perché quelle zone sono i luoghi di mia origine. Fatto sta che nel mese di luglio a Milano con quel grande caldo mi sono ammalata di una forte bronchite con l’acuirsi dei sintomi della grave insufficienza respiratoria.
Durante una cura intensa di antibiotici e vari spray sono ugualmente partita nella speranza di un miglioramento. Invece in quel soggiorno mi è tornata per ben tre volte una bronchite acuta e per farla breve, riuscendo a respirare solo un filo di aria a causa della precaria bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, della quale sono da tempo affetta, mi sono presentata al Pronto Soccorso e sono subito stata ricoverata. Uscita dal quel ricovero sono tornata a Milano e qui mi sono ancora sentita male e ancora per l’ennesima volta ricoverata in ospedale.
Ora sono stata dimessa, ma la mia salute è ancora messa molto male di conseguenza sono in uno stato di grave prostrazione fisica, senza più le forze neppure di uscire e andare a farmi da sola la spesa. Per fortuna sono aiutata da qualche amico/a quando è loro possibile, ma a causa di quanto detto sopra SONO STATA ABBANDONATA DA TUTTA LA MIA FAMIGLIA, zie e cugini compresi. Paradossalmente c’è anche da dire che una mia cugina insegna educazione all’Università: è davvero rivoltante! Ho cercato in tutti i modi di fare contattare e di contattare le mie figlie e i parenti, viste le mie gravi condizioni di salute, ma inspiegabilmente si nascondono. Per me è sempre stato un dolore indescrivibile.
Oltre a questo poi continuo a subire dal luogo di lavoro quanto anche sopra esposto. Infatti non ho mai conosciuto nessuno che oltre al periodo massimo di assenza dal servizio per malattia regolato dal Contratto di lavoro di categoria, venga tenuto IN MALATTIA GRAVE per ulteriori tre anni. Vi rendete conto? Io invece che avrei solo bisogno di curarmi in piena libertà di spostarmi dove e quando mi pare, debbo rimanere qui a Milano, schiacciata ancora inesorabilmente dalle conseguenze delle illegalità protette dalla politica italiana.
E’ una cosa indecente perpetrata da amici degli stessi "criminali" che mi hanno rovinato completamente la salute e la vita di relazione persino con i miei familiari.
Ecco questo è lo stato in cui ora vivo e chi un tempo scriveva che mi stavano procurando "una lenta morte" aveva ragione, anche se io lo leggevo mal volentieri, ma tuttavia ho anche sempre nutrito speranze a che la mano dei criminali si fermasse in tempo. Io non gliela voglio dare vinta e continuerò a reagire con tutte le mie energie psicologiche e le mie forze residue per continuare a vivere, perché comunque sia anche per me LA VITA E’ BELLA.
Un caro saluto a tutti i miei amici e a chi mi è solidale e mi aiuta durante le torture a cui sono sottoposta anche firmandomi la petizione che è nel mio sito web ed esprimo loro infinita riconoscenza.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
30.10.06
VERITA’, GIUSTIZIA E DIRITTI UMANI CALPESTATI
Senza titolo 1487
La notte delle streghe spunta l'ombra della strega
malocchio, occhi neri malefici misteri,
un grido di un bambino
bruciato nel camino
Nell'occhio della strega,
il diavolo si annega ,
e spunta fuori l'ombra,
l'ombra della strega
La vigilia di ogni Santo, han paura tutti quanti.E' la notte delle streghe.
E riuniti tutti insieme
sbalorditi alle urla ben vicine,
in un sonno profondo cadranno
e mai più ritorneranno!
dolcetto o scherzetto???
** Poesia di Cucky **
tratta da www.hamando.it/halloween
In questi giorni si festeggerà Hallowen sia nei locali sia online ovvero nel primo festival virtuale dell'orrore. A ideare l'evento e a dar vita all'iniziativa online è stato Habbo.it, una delle community per teenager più cliccata nel nostro Paese. "Gli amanti dell'horror e del gotico non potranno fare a meno di partecipare alla nostra fantastica festa virtuale di Habboween - ha dichiarato Lorenzo Corti, country manager per l'Italia di Sulake - Migliaia di teenager italiani hanno già iniziato a prepararsi al gran finale del nostro Habbo Horror Festival". E così, nelle due ultime settimane, il sito si è popolato di strane creature della notte. Lupi mannari, zombie e vampiri hanno invaso il portale, dando vita alla prima community italiana dell'orrore. RIcco il programma dell'evento, che prevede un gran numero di giochi e iniziative. Tra i visitatori di Habbo.it che avranno mascherato il loro personaggio virtuale, ad esempio, saranno assegnati due simpatici titoli speciali, Lady Vampiro e Mr. Succhia Cervello: i vincitori guideranno la grande parata che concluderà la festa di "Habboween" martedì 31 ottobre.E non è tutto qui. I teenager amanti del genere potranno infatti riunirsi in clan ed animare una giornata del sito con giochi, eventi e competizioni nello stile di Halloween. Ma cos'è Habbo?. Habbo è un ambiente virtuale di gioco online per teenager. I giovani visitatori possono entrare in una sorta di hotel virtuale e creare gratuitamente un proprio personaggio con cui incontrare, parlare e giocare con i coetanei in uno spazio sicuro e non violento.L'Habbo Hotel è gestito dalla multinazionale finlandese Sulake ed attualmente è presente in 18 paesi, in gran parte dell'Europa, ma anche in Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Brasile. In totale, sono 60 milioni gli utenti registrati al mondo e 7,1 milioni gli utenti al mese. In Italia, Habbo.it è attivo da circa tre anni ed è gestito dalla Sulake Italia. Sul sito della community italiana, vengono visitate oltre 6 milioni di pagine al mese da oltre 250.000 utenti diversi. Io festeggerò tale festa non appiattendomi su quell americana visto che quest'anno il grande cocomero compie 40 . In fatti dal sito www.ansa.it del 29\10\2006 :
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NEW YORK - Il Grande Cocomero compie 40 anni: 'It's the Great Pumpkin, Charlie Brown', uno special su Halloween ispirato ai personaggi del più popolare fumetto dell'epoca andò in onda sui teleschermi americani quel fine settimana del 1966 perpetuando verità senza tempo come quella che il padre della strip Charles Shultz fece dire a Linus: "Ci son tre cose che ho imparato a non discutere mai con la gente: religione, politica e la Grande Zucca". Già, perché il Grande Cocomero conosciuto dagli italiani di 40 anni fa era in realtà una Grande Zucca. Il cocomero è un'invenzione nata nella traduzione italiana del fumetto fatta negli anni Sessanta, decennio in cui in Italia quasi nessun lettore sapeva dell'esistenza della magica festa di Halloween e dunque non si sarebbero capiti i riferimenti. In realtà Schulz aveva immaginato una zucca e il luogo in cui i Peanuts si appostavano nella notte delle streghe era un orto di zucche dove la sera di Halloween Linus aspettava fiducioso nella speranza di essere benedetto dalla visita della Great Pumpkin che ovviamente non si manifestava mai e non rispondeva mai alle sue lettere. Charlie Brown a sua volta riceveva sassi e non dolcetti nella arcana (per gli italiani di allora) tradizione del 'trick or treat': "Quando il cartone animato andò in onda ricevemmo caramelle da ogni angolo d'America. La gente era arrabbiata sul serio con noi", ha raccontato Lee Mendelson, il produttore dello special, in una intervista con la Abc girata in occasione dell'anniversario.Quaranta anni sono tanti e l'ingenuo esistenzialismo del Grande Cocomero sembra lontano anni luce. Anche quest'anno l'Halloween in America scatena proteste indignate, ma non perché Charlie Brown non ha ricevuto i dolcetti. Gli special di Halloween dei Simpson, ad esempio, invade la campagna elettorale per il voto di Midterm con una Springfield devastata da alieni che assomigliano agli americani che occupano l'Iraq, tema bollente di dibattito degli ultimi giorni che separano al 7 novembre. Lo show è all'insegna della satira politica così come è dissacrante l'Halloween di South Park: lo sfrenato cartone di Trey Parker e Matt Stone scherza senza vergogna sulla morte di Steve Irwin, il cacciatore di coccodrilli australiano ucciso in settembre da una razza. L'episodio di questa settimana, intitolato 'Inferno sulla Terra 2006', mostra Satana che si prepara a ospitare una festa di Halloween. Partecipano decine di celebrità defunte, tra cui il rapper Notorius B.I.G, Lady Dana, Hitler e Irwin, quest'ultimo con la razza che ancora sporge dalla maglietta insanguinata: "Troppo presto", è stato il commento di alcuni spettatori: "Bisogna pensare alla famiglia". Non sono le sole polemiche che accompagnano quest'anno la festa di origine celtica cresciuta negli ultimi anni e in forma esponenziale diventando un business da miliardi di dollari e la sesta ricorrenza per fatturato dopo Natale, San Valentino, Pasqua e le feste della Mamma e del Papà.
In un'America che si è scoperta al tempo stesso trasgressiva e bacchettona i costumi più gettonati per teen-ager e le loro mamme sono a base di corsetti, calze a rete e tacchi a spillo: mascherate più indicate a uno strip club che al trick or treat della notte delle streghe. Perché a Halloween negli Usa adesso non si travestono più soltanto i bambini: un terzo degli adulti indosserà un costume la sera del 31 ottobre, ha scoperto un sondaggio della National Retail Federation, e molti di questi costumi sono decisamente sexy se non quasi quasi a luci rosse. "Sono nel ramo da oltre 40 anni e non ho mai visto niente del genere da quando ho cominciato", ha detto Scot Morris, co-proprietario di Morris Costumes, uno dei giganti del settore. Cinque anni fa Morris aveva ordinato costumi sexy per 250 mila dollari alla azienda specializzata Leg Avenue: oggi l'ordine è salito a 3,5 milioni di dollari.
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Io Lo festeggerò non ispirandomi all'america ma alle tradizoni italiane ( inparticolare quelle dela mia regione ) e ed europpe dato che quella Amnericana , mi puzzano di omologazione forzata .
Quindi seguo l'esempio di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi " Halloween La notte che i morti ritornano.Tutte le sorprese di una festa più antica e italiana di quanto pensiate " ( Einadi Stile Libero Extra, pp. 358, € 14,00 )
dal sito ufficiale di Baldini www.eraldobaldini.it
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E' innegabile che la festa di Halloween stia, ogni anno di più, prendendo piede anche in Italia, tanto da proporsi oggi, soprattutto per le nuove generazioni, come uno degli appuntamenti più sentiti e attesi dell'anno. Bambini mascherati che girano per le case a gridare il loro "dolcetto o scherzetto?", feste a tema nei centri piccoli e grandi e nei locali pubblici, zucche intagliate, ecc.: tutti gli elementi di questa celebrazione ci sono sempre più familiari e stanno, per molti, diventando irrinunciabili.
Ciò non manca di suscitare, nelle pagine dei giornali e nelle trasmissioni televisive, il solito dibattito che vede da una parte i favorevoli, dall'altra coloro che storcono il naso davanti a una festa ritenuta "importata", estranea alle nostre tradizioni, quindi da noi assurda, frutto solo di imitazione e generatrice di consumismo.
Ma è davvero così? Ora, se è vero che il boom odierno è senza dubbio dovuto a suggestioni cinematografiche, televisive e letterarie provenienti da oltreoceano, è vero altrettanto che nel folklore di tutte le regioni d'Italia, nei giorni che vanno dalla vigilia di Ognissanti (31 ottobre) a San Martino (11 novembre) sono da sempre presenti, o almeno lo erano fino a pochi decenni fa, tutti gli elementi costitutivi della festa, improntata sulla celebrazione di un "ritorno dei morti".
Dalle Alpi alla Sicilia troviamo (o trovavamo) in abbondanza, in quelle date, riti di accoglienza per i defunti, dolci tradizionali dal nome macabro (come ad esempio "ossa di morto"), questue di bambini nelle case, zucche intagliate, feste con cene e libagioni, racconti terrificanti.
Questo a dimostrazione che l'intero bagaglio delle festa è non solo, come è ovvio, di derivazione europea, ma anche di larghissima diffusione, che supera (forse precede) i confini della cultura celtica a cui normalmente è attribuito.
Eraldo Baldini (che è anche un noto romanziere, ma che in questo caso torna alla sua professione "originale") e Giuseppe Bellosi, due studiosi di folklore e antropologia culturale, compiono in questo volume, con rigore e meticolosità, un viaggio suggestivo nella cultura popolare del nostro Paese, oltre che nella recente, straordinaria storia dell'inarrestabile affermazione, da noi, di una "nuova festa" che non ha niente di nuovo. Un viaggio dunque nel mondo delle tradizioni e dei mutamenti, delle dinamiche culturali e del costume, che non mancherà di affascinare ogni genere di lettore
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Concludo questo post di Hallowen con un bellissimo articolo dela nuova sardegna del 31\11\2006 che indica la linea da me fatta propria
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NUORO. Lezione numero uno: «Come si dice “zucca” in inglese?». «Pumpkin». E la zucca di Halloween: «Jack o’lantern», dal nome di quell’irlandese ubriacone che dovette fare i conti con il diavolo e che alla fine entrò nel regno della mitologia, passando per tutto il mondo anglossassone, dal Regno Unito all’America, prima di tornare in Europa e diffondersi ovunque. Il cuore della lezione di lingua straniera, tuttavia, è un altro: «aprire le menti, mettere a confronto le diverse culture». Ne è convinta Carla Pacchiano, insegnante di Inglese, 54 anni, da trenta impegnata a scuola, ora in forze alle medie Maccioni. Sulla stessa linea è Elisa Tangianu, 33 anni, insegnante precaria, di Inglese pure lei, al lavoro nella scuola primaria di Tortolì.
Paradossalmente sono proprio loro che insegnano una lingua e una cultura diverse dalla nostra a difendere le radici sarde delle tradizioni legate a Ognissanti. Contro il dilagare gratuito e imperante dei travestimenti in nome di Halloween, sono le insegnati di inglese a ricordare ai bambini e ai ragazzi di Sardegna che la festa delle anime è ben altra cosa rispetto a quanto si vede scorrere in televisione da dieci anni a questa parte. Già, la televisione: colpevole di aver inculcato nei piccoli solo ed esclusivamente il rituale del vecchio Jack o’lantern. «Ancora più grave sarebbe se la scuola sarda non parlasse delle tradizioni isolane - dice Tangianu - È giusto far conoscere la cultura inglese, ma non servirebbe a niente se non ci fosse un confronto, un momento di riflessione su quelle che sono le differenze tra gli usi e costumi delle varie parti d’Europa. Compresa la Sardegna, naturalmente. Anzi, a partire dalla Sardegna». (l.p.)
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Ma soprattutto Facendoa tutti\e voi cdv ( ativi e passivi ) e non solo di buion halloween , sia che vi appiattite aio rituali \ mode omologanti ( SIC leggi globalizzazione culturale ) con tradizioni diventate ormai consumistiche imposte dagli Usa ( quando poi se andate a vedere nei link sotto , Americanan non è ) ; sia ed è quello che io preferisco trovare un accordo \ compromesso fra la festa imposta e le tradizioni , perchè è proprio non accettando passivamente e per buone tutto quello che il sistema ci propone , che si riscoprono e si tengo vive le tradizioni degli avi e degli antenati che dovrebebro costituire la propria identità .
LINK
- l'inserto La domenica il numero 29\10\\2006 di Repubblica ( file pdf ) in cui si parle delle feste della tradizione italiana di questo periodo inglobatre dala globalizzazione in halloween
elenco di siti trovati con google usando la voce hallowen
- www.halloweenight.it/Halloweenight.it il sito italiano dedicato alla festa di Halloween.
- www.halloween.it/italia/index.html Tutto su Halloween: leggende, costumi, idee, inviti, feste, tradizioni, grafica, ricette, lavorini, musica, suoni, film, feste, immagini, fonts ... dolcetto ...
- il sito italiano dedicato alla festa di Halloween.
www.halloweenight.it/
siti trovati a caso
- www.halloween.it
- www.halloween-online.com
- www.vipsrl.it per abiti da strega e non solo
- www.halloweencelebration.it dedicato alal festa più grande di H inizia il 28 e finisce il 31 aBorgo a Mozzano ( Lucca )
- www.lacartolina.it/halloween
- www.halloweenmagazine.com
Link Estratti da http://it.wikipedia.org/wiki/Halloween in cui si triacconta la styoria di H e di come fu importata in America
- Feste ed eventi per Halloween in Italia
- Festa di Halloween in Rocca a Soncino (CR)
- Articolo da "Il dottor StranoWeb" sulla vera storia di Halloween
- Articolo da "Il dottor StranoWeb" sulla storia di Jack o' Lantern
- (EN) Halloween Recipes Collezione di ricette e suggerimenti per i party di Halloween
- (EN) Halloween origins; Usi australiani
- (EN) Halloween in Francia
- Halloween in Italia
- (EN) Various Punti di vista cristiani sulla festa di Halloween, secondo una prospettiva dei conservatori calvinisti
- (EN) Storia di Halloween - una timeline
- (EN) Snopes' Leggende metropolitane
- (EN) Truth About Altre tradizioni intorno ad Halloween
- (EN) La vigilia di Halloween secondo le origini cristiane dei cattolici d'America
- (EN) Statistiche sulla festa di Halloween della National Retail Foundation
29.10.06
Senza titolo 1486
Ecco l'articolo dela news tratta dalla nuova sardegna del 29\10\2006
Bonorva. Tolto lo striscione: «Uno scandalo», ha detto Floriana Muroni del comitato spontaneo
Lo sconcerto dei tifosi arrivati da Giave e Bonorva per il derby Milan-Inter
itti libero» negato anche a San Siro
GIANNI BAZZONI
BONORVA. Oggi è atteso un messaggio del Papa per la liberazione di Titti Pinna. La richiesta è arrivata a Benedetto XVI tramite il vescovo di Sassari, padre Paolo Atzei. E il Santo Padre potrebbe rivolgere l’appello ai sequestratori all’Angelus, o magari mercoledì nel giorno dei Santi.
Quello di Giovanni Battista Pinna, però, continua a essere un sequestro di serie B. E la conferma arriva da uno stadio di calcio di serie A. Ieri pomeriggio, a San Siro, infatti, una delegazione di giovani di Giave e Bonorva (tifosi del Milan), arrivata per assistere al derby con l’Inter, ha sistemato dietro la porta dei rossoneri - con tanto di autorizzazione della società - uno striscione con la scritta «Ridateci Titti». Una iniziativa concordata da giorni per cercare di dare un respiro nazionale alla vicenda dell’allevatore di Bonorva, in mano ai rapitori ormai dal 19 settembre. «Era tutto a posto - hanno spiegato ieri sera i giovani -, lo striscione lo abbiamo piazzato alle 16. Ma quando mancava circa un’ora all’inizio della partita, ci hanno detto che doveva essere rimosso perchè non era possibile trasmettere un messaggio di solidarietà che riguardava i sequestri di persona. E’ assurdo».
Poco prima, infatti, in altri campi - tanto per citarne uno quello di Torino, dove giocava la Juventus - i giocatori sono scesi in campo con la scritta sulla maglia: «Liberate Torsello» (il fotoreporter sequestrato in Afghanistan). Una testimonianza importante di solidarietà che è stata negata per l’allevatore sardo.
«E’ uno scandalo - ha detto ieri sera Floriana Muroni, responsabile del Comitato spontaneo per la liberazione di Titti Pinna - siamo indignati e non sappiamo perchè accadono queste cose. Dal mondo dello sport ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Oggi, comunque, nei campi di calcio della Sardegna, i giocatori scenderanno in campo con una fascia bianca al braccio (simbolo dei lenzuoli) per rinnovare l’invito alla liberazione di Titti Pinna».
E da San Siro, dove ieri sera ha assistito al derby con l’Inter insieme ad altri amici sardi, il presidente del consiglio provinciale di Sassari, Enrico Piras, ha espresso tutta la sua disapprovazione per quanto accaduto: «E’ un atto indegno - ha spiegato - non si può prima autorizzare la sistemazione di uno striscione, che tra l’altro contiene una richiesta di libertà per una persona umana, e poi ordinarne la rimozione. Così sembra quasi che si voglia fare una classifica dei sequestri. Quello striscione non creava problemi a nessuno, e andava lasciato esattamente lì dov’era, dietro la porta del Milan. Ben visibile a tutti, era una testimonianza di civiltà».
Ieri, intanto, un nuovo appello per la liberazione di Titti Pinna si è levato da Nuoro. Antonietta Cossu, presidente della commissione provinciale Pari opportunità, ha rivolto a nome di tutte le componenti dell’organismo un appello alle donne della Sardegna. «In particolare a quelle che sono a conoscenza di importanti indizi e che possono contribuire alla liberazione di Titti Pinna».
«La sensibilità e l’altruismo delle donne - ha detto - devono ancora una volta vincere di fronte a situazioni di dolore. Facciamo un appello alle donne sarde, affinchè l’ingiustizia, la prepotenza e il silenzio vengano sconfitti. I rapitori sappiano che Titti Pinna non è solo, e ci auguriamo che dalle loro stesse donne nasca il bisogno di gridare insieme a noi: liberatelo, liberatelo».
26.10.06
Senza titolo 1485
dal sito ufficiale www.proroberto.it/
Durham, 19.10.2006
Cari amici e sostenitori,
dopo 18 giorni di controlli medici approfonditi l’equipe della dott. Maria Luisa Escolar ci ha incontrato oggi, presso la Duke university a Durham, per comunicarci l’esito del check-up a cui è stato sottoposto Roberto.
La dott. Escolar e la sua equipe SCONSIGLIANO il trapianto di cellule staminali. Dagli esami, infatti, è risultato che la malattia è in uno stadio troppo avanzato. Questo nonostante le condizioni esteriori di Roberto non ne facessero intuire la gravità. Il nostro bambino, infatti, vede, sente, parla, tiene dritta la schiena e si muove autonomamente con il suo triciclo. Il suo sistema neurologico però è gravemente compromesso. Il trapianto si sarebbe dovuto fare diversi mesi fa, ma il periodo necessario all’Ospedale Microcitemico di Cagliari per diagnosticare la malattia, è stato troppo lungo, da giugno 2005 a luglio 2006.
Ora, con questo quadro clinico il trapianto non è consigliabile. Pur allungando la vita a Roberto infatti, potrebbe accelerare la degenerazione della malattia, riducendo il nosro bambino in uno stato vegetativo. Rimane poi il rischio di non sopravvivere all’intervento.
Non facendo il trapianto le conseguenze sarebbero quelle che già conoscevamo. E cioè la degenerazione progressiva della malattia e la morte nel giro di alcuni anni. In questo caso comunque, la struttura ospedaliera della Duke University, ci darà il sostegno e il supporto necessario per affrontare le conseguenze della leucodistrofia metacromatica, togliendoci la sensazione di abbandono, dal punto di vista medico-scientifico in cui ci siamo trovati finora.
Ora abbiamo alcuni giorni per riflettere su quale scelta fare per Roberto. Durante questo periodo incontreremo famiglie americane che hanno preso decisioni diverse: fare o non fare il trapianto sui loro bambini.In ogni caso, quelli che ci aspettano sono giorni difficili.
Grazie per il vostro sostegno
Dario e Lella
Senza titolo 1484
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Senza titolo 1483
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per chi volesse i testi delle sue canzoni più celebri ne trova qui qualcosa
24.10.06
Senza titolo 1482
Gay it del 20\10\2006
LA BBC svela le coperture del Papa di pedofili
ROMA – Secondo un reportage investigativo realizzato dalla BBC Joseph Ratzinger prima di diventare Papa avrebbe condotto una sistematica campagna per coprire abusi sessuali su minori commessi da preti cattolici . Sex Crimes and The Vatican (Crimini sessuali e il Vaticano) è il titolo di un documentario shock che è stato trasmesso per la prima volta in Gran Bretagna a fine settembre e che in questo fine settimana viene proposto anche sul canale satellitare BBC World, nello spazio di reportage dal mondo denominato “The World Uncovered”. Il coinvolgimento di Papa Benedetto XVI
denominato “The World Uncovered”. Il coinvolgimento di Papa Benedetto XVI comincia dal fatto che, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 24 anni ha avuto il compito di far applicare i documenti promulgati dal Vaticano, tra i quali una Istruzione rimasta riservata e risalente al 1962 intitolata “Crimen Sollicitationis”, riguardante l'atteggiamento da tenere in presenza di alcuni gravi delitti, secondo quanto stabilisce il Codice di Diritto Canonico, tra cui “la violazione del Sesto Comandamento (Non commettere atti impuri) da parte di un membro del clero con un minore di 18 anni”. Si raccomandava ai vescovi piuttosto che di denunciare immediatamente i casi di cui fossero venuti a conoscenza alle autorità giudiziarie competenti, di trattare il tutto in modo riservato, cercando di invitare le persone coinvolte (le vittime e i loro familiari) a non parlarne. Il documento è assolutamente reale e del resto della sua esistenza si sa da anni, tuttavia anche in occasione della presentazione di questo nuovo documentario la controversie non sono mancate. La Chiesa Cattolica sostiene che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante in quanto nel frattempo sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico. Eppure è lo stesso Ratzinger che lo cita come ancora in vigore in una nota dell'epistola “De Delictis Gravioribus” del 18 maggio 2001. Come già detto l'allora Cardinale era Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede e dunque massima autorità in materia. Non solo: secondo quanto sostenuto dagli autori del documentario il Cardinale Ratzinger avrebbe rafforzato la politica della “copertura” introducendo un principio di Competenza Esclusiva secondo il quale tutte le controversie relative ad accuse di abusi su minori sarebbero state gestite direttamente da Roma. Il reportage è presentato da Colm O'Gorman, che fu stuprato da un prete quando aveva 14 anni: «Quello che più mi colpisce – ha detto – è che è sempre la stessa storia, che si ripete ogni volta e in ogni luogo. Dei Vescovi affidano nuove parrocchie e nuove comunità a sacerdoti che sanno aver abusato di bambini in passato e succedono nuovi abusi.» Nel programma vengono presentate interviste e testimonianze di ex dipendenti del Vaticano che sono stati allontanati per aver criticato il modo col quale la Santa Sede ha gestito lo scandalo degli abusi sessuali pedofili esploso in America nel 2001. “Sex Crimes in the Vatican” affronta anche del caso di Joseph Henn (nella foto qui a siniistra ), il sacerdote ricercato per pedofilia dalla giustizia americana e fino a luglio impiegato con mansioni di segreteria per la congregazione Società del Divino Salvatore, la cui sede è giusto a due passi dal Vaticano. Quando la Corte di Cassazione ha dato il via libera all'estradizione le autorità sono andate per notificargliela, ma lui nel frattempo si era già defilato. “
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Ora Va bene ne che la situazione è grave come testimoniano numerosi siti ed in particolare questo qui http://snipurl.com/10ad5 trovato cercando con google la frase : " preti pedofili " ma non credete che io stia generalizando perchè ci sono anche preti ( e a questi va la mia piena solidarietà anche se alcuni troppo conservatori ma per una lotta contro un femeno sempre più grave a livello planetario vedere il tentativo fortunamente non riuscito di candidare alle elezioni olandesi un partito pedofilo ) che lottano contro la pedofilia come 1) Fr. Shay Cullen ( trovate qui una sua biografia e destra la foto scattata dal sottoscritto all'incontro organizzato dalalbottega del commercio equo e solidale ad Olbia tenuto il 12\10\2006 ) fondatore di un'associazione antipedofilia www.preda.org ( e tra un poì ancora non attivo www.predaitlia.org ) e cnditato per ben due volte al premio nobel per la pace ; 2) Il sito www.antipedofilia.it l'associazione di don fortunato di noto http://www.associazionemeter.it/
Documenti
P.s
per chi usa Mozzilla firefox tutti i siti non blu compreesi anche quelli fra i documenti sono dei collegamenti ipertestuali
23.10.06
Senza titolo 1481
la prima è tratta da www.repubblica.it
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La rivolta dei rifugiati a Caltanissetta "Prendono soldi per farci scappare dal Cpt" I 55 giorni nel centro siciliano degli scampati del naufragio del 20 agosto Hanno lo status di perseguitati politici e ora denunciano i maltrattamenti Nelle "evasioni" le responsabilità di interpreti e mediatori culturali
dal nostro inviato GIOVANNI MARIA BELLU
Sono tutti africani neri, eritrei per la maggior parte, e somali. In questo tempo hanno ottenuto chi l'asilo politico, chi la protezione umanitaria, e il relativo permesso di soggiorno. Non sono "clandestini": potrebbero stare tranquilli, in Italia, coi loro incubi. Eppure hanno deciso di raccontare il loro soggiorno a Caltanissetta, dove hanno vissuto fino a quando sono stati trasferiti ad Agrigento, in uno dei centri del "Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati".
È una specie di rivolta. Una rivolta non violenta realizzata attraverso testimonianze concordanti. Le fughe degli immigrati nordafricani, messe in atto col sostegno di loro connazionali che lavorano a Caltanissetta come interpreti o mediatori culturali, sono un ricordo comune. E, con esse, le vessazioni piccole e grandi. Dice Mihretab Malik, eritreo 35enne: "Quando da Lampedusa sono stato portato nel Centro di Caltanissetta ho assistito a fatti che non immaginavo potessero accadere in un paese come l'Italia. Eravamo quasi tutti africani, ma gli operatori, con l'eccezione di tre di loro, ci distinguevano in base al colore della pelle. Noi neri dovevamo pagare per ogni cosa: le schede telefoniche, le sigarette, i vestiti. Dovevamo fare la fila per parlare col medico mentre gli africani bianchi ci passavano davanti". Mihretab, e il sudanese del Darfur Mansur Basher, sono gli unici del gruppo ad aver compiuto una traversata del Mediterraneo relativamente tranquilla. Tutti gli altri - sette eritrei e due somali - si trovavano sullo stesso gommone scassato da dove Mekonem ha visto annegare la giovane moglie. Adhinom Petros, eritreo, 22 anni, ha assistito alla morte di 3 suoi cugini. A Caltanissetta, poi, alla fuga di 24 arabi, al solito col sostegno dei social workers nordafricani: "Era la notte tra il 24 e il 25 settembre. Hanno aperto con le cesoie un varco nella recinzione e sono usciti. Fuori dal campo c'erano dei poliziotti, ma sono rimasti assolutamente immobili".
Tefit Okbatsion, 24 anni, eritreo, nel naufragio del 20 agosto ha visto morire uno zio, Biran Araya. Anche lui ha ricordi precisi delle fughe: "Ho visto fuggire una trentina di arabi. So che pagavano per farlo. Ho sentito che ne parlavano chiaramente tra loro. La polizia era immobile. Quando ho chiesto spiegazioni a uno degli operatori mi ha risposto che non erano cose che mi riguardavano".
Tutti gli ex ospiti di Caltanissetta hanno un ricordo preciso del tariffario dei commerci interni. Racconta il somalo Aidrous Abdelkadir: "Per 4 sigarette un euro, per un pacchetto 5 euro, per uno zaino 10 euro". Persino sulle le carte telefoniche un ricarico di 50 centesimi. Ma Debesay Fikadu, eritreo, afferma di essersi sentito chiedere del denaro per poter avere dei farmaci per le emorroidi. E Mihretab Malik, che come tutti i giovani eritrei ha fatto forzatamente il militare e ha nozioni di pronto soccorso, parla con indignazione di quelle pastiglie bianche, sonnifero, che venivano distribuite come farmaco generale per tutti i mali dopo visite frettolose.
Tra il 25 e il 27 settembre, tutti i componenti del gruppo hanno avuto il colloquio con la commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Ottenuto il permesso di soggiorno, sono entrati nella seconda fase del percorso e destinati al centro del "Progetto Tarik", gestito ad Agrigento dalla "Cooperativa Acuarinto".
Questo centro, che gode di un finanziamento annuo di oltre 400.000 euro per ospitare 55 immigrati al giorno, si trova in un fabbricato all'interno del vecchio ospedale. Non esiste la cucina: la colazione e la cena sono realizzati da un servizio di catering, per il pranzo gli ospiti devono recarsi alla Mensa della solidarietà. È stato là che, dieci giorni fa, hanno incontrato alcuni operatori di Medici senza frontiere. "Ancora - spiega Guilhem Molinie, responsabile di Msf per l'area - non usufruivano di assistenza sanitaria. Così, anche se il nostro servizio è per immigrati irregolari e loro non lo sono, li abbiamo informati dell'esistenza dell'ambulatorio gratuito, che gestiamo per conto della Ausl. Nessuno di loro ci ha detto di aver avuto, fino a quel momento, qualche forma di assistenza psicologica".
Di certo martedì mattina, Mekonem era nella sede della "Mensa della Carità" e riceveva assistenza psicologica da Maria Stella Rizzo, che tutti chiamano suor Stellina, una religiosa che manda avanti eroicamente la mensa con pochi soldi e l'aiuto di volontari, preparando ogni giorno 150 pasti. Mekonem, che evidentemente non aveva il problema di "interventi invasivi", le chiedeva come fare per ottenere un certificato di morte presunta della moglie. Il corpo, infatti, non è stato recuperato. In Eritrea c'è l'abitudine di arrestare i familiari di chi espatria. Fratelli, padri e madri diventano ostaggi dello Stato e, per uscire, devono sborsare una somma equivalente a 2mila dollari. "I miei suoceri - spiegava Mekonem - sono stati arrestati. Ma se riuscirò a dimostrare che mia moglie è morta, potranno tornare in libertà".
(21 ottobre 2006)
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Ora ciò non è una news.google.it/news cio è solo punta dell'iceberg cercando corruzione o vioolenza dei nei cpt e vedrete che ci sono molti siti considerati coglioni che denunciano tali cose o a cui non si da seguito perchè vengono essendo dell'estrema sinistra considerati come mosche bianche . Inoltre di tali eventi oltre al racconto uscito su tutti i giornali Mariana Dontcheva direttrice di un museo in Bulgaria. finita nei cpt ho sentito testimonianze dirette o indirette da gente che ci è passata o ci ha o ha avvuto parenti o amici che ci sono finiti . lascio il mio commento con questo murales di orgosolo da me fotografato il 22\10\21006 alle cortes apertas di orgosolo . su cui c'è scritto : << siamo tutti clandestini >>
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