22.8.12

la radio non è più libera ? Moderno, sociale e senza limiti così YouTube 'uccide' le radio star

 c'era  una volta



opure



  tutto    questo  viene messo indiscussione -  Infatti da  http://www.repubblica.it/


TENDENZE

Moderno, sociale e immensamente ricco
così YouTube ha 'ucciso' le radio star

Il sito di condivisione video è lo strumento più utilizzato al mondo per l'ascolto musicale, superando radio, download e cd. Un successo costruito grazie a una strategia ben costruita, puntando sulla legalità ma potendo contare su milioni di appassionati che gli danno linfa. Perché gli utenti non vogliono più solo le Top 40di ERNESTO ASSANTE

Moderno, sociale e immensamente ricco così YouTube ha 'ucciso' le radio star
 UN TEMPO la fonte primaria che i giovani usavano per ascoltare musica era la radio. Ora non è più così: a conquistare lo scettro è YouTube. Secondo un recente studio di Nielsen, è proprio il sito di condivisione di video la fonte primaria attraverso la quale il pubblico giovane ascolta musica, il 64% per cento degli intervistati la preferisce alla radio, ad iTunes ai cd. 
E' un cambiamento che è in atto da tempo: il tasso di crescita nell'uso di YouTube tra gli adulti negli ultimi anni è stato di circa il 25% ogni mese, e tra i giovani la percentuale è stata quasi il doppio. E che questa crescita abbia colpito in particolare la musica non deve meravigliare, se si pensa che YouTube offre oggi in ascolto quasi tutta la musica del mondo on demand e gratuitamente, un servizio pressoché imbattibile. 
A sorprendere è, semmai, che YouTube superi di gran lunga la radio: solo il 56% degli intervistati ha dichiarato di usare la radio come fonte primaria, il 53% ha detto di usare la musica acquistata da iTunes sui propri lettori multimediali, e il 50% di usare ancora i "vecchi" cd. 
YouTube ha conquistato la sua leadership con una strategia molto ben costruita, investendo molto nella legalità del suo servizio, nel pagamento delle royalties ad artisti e case discografiche e, soprattutto, nella costruzione di un contenuto imbattibile, un "jukebox" planetario dove c'è praticamente di tutto, non soltanto il pop di consumo dell'ultim'ora, ma musiche di ogni genere e stile, classica, jazz, avanguardia, folk, musiche di nicchia e di successo, anche non occidentali. 
Il tutto con la straordinaria collaborazione di milioni di persone che per passione, per divertimento, per motivi spesso insondabili, caricano nel sistema brani musicali di ieri e di oggi rendendoli disponibili a tutti. E YouTube ha anche cercato di chiudere accordi con le case discografiche, addirittura integrando in qualche modo il servizio di Vevo, costruito dalla Universal per fronteggiare lo strapotere di YouTube. 
L'azienda, controllata da Google, ha puntato tutto sulla musica, su ogni genere di musica (basti pensare al lavoro, eccellente, fatto con la YouTube Symphony Orchestra 2), dando spazio attraverso il contenuto generato dagli utenti ad ogni artista del mondo che voleva rendere disponibile la propria musica affianco a quella delle più grandi star del pianeta. 
E' diventata così, in pochi anni, la fonte primaria di consumo musicale per i giovani, perché offre un catalogo infinito, un'esperienza audivisuale, è gratuita, non avendo presentatori o testi è naturalmente planetaria, parla la stessa lingua in tutto il mondo e, cosa non secondaria, è un social network, funziona con le regole di partecipazione e ingaggio dei siti sociali, il suo contenuto viene facilmente dissemintato su Facebook e Twitter, ed è fruibile da ogni macchina, cellulare, computer, tablet, smartphone e molti televisori. 
Gli utenti, con il loro uso di YouTube, hanno contribuito in maniera importante nel determinare cosa esattamente vogliono da un servizio musicale dell'era digitale, costringendo l'industria discografica e gli operatori Internet a fare i conti con una realtà che oggi ha assunto dimensioni straordinariamente grandi. Perché, ed è bene sottolinearlo, se l'ascolto radiofonico è frammentato tra milioni di radio in tutto il pianeta, YouTube è un'unica destinazione, gestita da una sola azienda. E questo nella storia della comunicazione e dell'industria musicale, non era mai avvenuto prima. 
La radio è destinata quindi a soccombere? No, non proprio, anzi. Lo studio rivela che il 48% di chi consuma musica scopre nuovi artisti, nuovi brani, nuovi album attraverso la radio; solo il 10% lo fa attraverso amici e parenti e ancor meno, il 7%, lo fa usando YouTube. E questo è un altro elemento importante per comprendere come sta cambiando e come cambierà il mercato della musica in futuro e come il formato dominante della radio oggi, quello che propone i top 40, cioè i brani già arrivati ai vertici delle classifiche di vendita e null'altro, sia destinato a cambiare, a lasciare il passo a forme di intrattenimento musicale che consentano maggiore diffusione di musiche e artisti nuovi, selezionati, scelti dalle emittenti nel gran mare delle proposte che oggi la rete e YouTube in particolare offrono, mare nel quale è difficilissimo orientarsi anche per gli ascoltatori più appassionati ed esperti. 
C'è una forte richiesta da parte del pubblico, secondo lo studio di Nielsen, di un ruolo di scelta e selezione che se in passato era fatto soprattutto dalle case discografiche, oggi invece può essere svolto principalmente dalle radio, che dovendo per natura scegliere quale musica programmare, possono presentare e proporre ai loro ascoltatori la scrematura della immensa produzione odierna, che arriva attraverso i sistemi digitali sempre più spesso senza il filtro delle aziende che fino a qualche anno fa producevano musica.
Ma non bisogna cadere nell'errore di pensare che YouTube sia la nuova radio, o la nuova Mtv. Al contrario non è né l'uno né l'altro ed è per questo che ha successo, perché è uno strumento nuovo, digitale, in perfetta sintonia con le giovani generazioni, così come la radio fu nel cuore dei ragazzi degli anni 50, il 45 giri in quello dei ragazzi del decennio successivo e, via via, gli album in vinile, il walkman e il cd hanno segnato il consumo musicale delle generazioni successive.  

Taglio stipendio per il capo della polizia: da 55.000 euro al mese a soli 24.000. E lui fa ricorso!!!

io sono schifato  e  commentando rischierei di scendere  nel volgare  e nell'insulto  . Dico  solo questo ma  non gli  basta   quello che prendono  ? di  c.. ti lamenti  .  perchè   provi a prendere   la stessa  cifra  di  chi ( poliziotto ,  carabiniere  , vigile , ecc  )    si fa  un mazzo e rischia  , vedi il caso dell'agente  investito in barbagia   da  uno che  non  si  è  fermatro  ad  un posto di  blocco  .  Visto che   tu devi solo scaldare  una sedia  .
 a  voi ulteriori   commenti  . 
 


Tempi di tagli in Italia, ma non proprio per tutti. Il decreto del presidente del Consiglio Mario Monti, quello con cui è stato fissato per legge che chi lavora per l'amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del primo presidente della Corte di Cassazione (294mila euro l’anno), non è stato digerito da tutti. A guidare la fila dei ribelli ci sarebbeAntonio Manganelli: il capo della polizia, il manager pubblico più pagato d’Italia, avrebbe infatti presentato ricorso contro quel decreto che, di fatto, gli dimezza lo stipendio che oggi lo vede percepire qualcosa come 621mila euro all'anno.
La polemica del capo della polizia sulla notevole decurtazione della sua busta paga è solo la prima ufficiale, e non è da escludere che possa essere presto seguita da altre. La lista degli amministratori pubblici scontenti per questo nuovo (e improvviso) taglio, infatti, risulta essere molto lunga.

21.8.12

Saamiya, dalle Olimpiadi alla morte sul barcone eValeria Nechita, talento musicale di seconda generazione




Lo so che  ne  hanno parlato i media  , ma  in breve  ,   e quindio   non essendo  giunta    se non  sommariamente   come un eco lontano   alla massa \  alla pubblica  opinione  (  cioè quelli che  ben  pensano per  parafrasaree una famosa  canzone   di  Frankie Hi Nrg  )  ripropongo qui   questa   storia



L'atleta somala vittima di un viaggio della speranza attraverso il Mediterraneo verso l'Italia. Abdi Bile: "Non dimentichiamola"

Roma - 20 agosto 2012 - 
Alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 arrivò ultima alle batterie per i 200 metri, ma fu un traguardo comunque importantissimo per lei che era volata in Cina a rappresentare la Somalia. A Londra, però, non ha gareggiato: è morta su un barcone partito dalla Libia per raggiungere l'Italia.A raccontare la storia di Saamiya Yusuf Omar è la scrittrice italo-somala Igiaba Scego sul blog Pubblico, che a sua volta cita Abdi Bile, una gloria dell'atletica somala, medaglia d'oro - l'unica nella storia del martoriato Paese africano - nei 1500 metri ai mondiali di Roma del 1987.''Sapete che fine ha fatto Saamiya Yusuf Omar?'', chiede Abdi Bile a una ''platea riunita per ascoltare i membri del comitato olimpico nazionale''. Nessuno risponde. L'ex atleta si commuove e prosegue: ''La ragazza... Saamiya e' morta... morta per raggiungere l'Occidente. Aveva preso una caretta del mare che dalla Libia l'avrebbe dovuta portare in Italia. Non ce l'ha fatta. Era un'atleta bravissima. Una splendida ragazza''.Non e' chiaro quando la ragazza sia morta. Sono pochissime, anche in rete, le tracce di Saamiya, tra cui il video su youtube della sua performance cinese, e un servizio di al Jazeera che nel maggio 2011 raccontava il suo viaggio in Etiopia e la sua battaglia per trovare un allenatore in grado di condurla a Londra. ''Siamo felici per Mo, e' il nostro orgoglio'', ha poi aggiunto Abdi Bile riferendosi a Mo Farah, il giovane atleta nato in Somalia ma diventato britannico che ai Giochi di Londra ha dominato nei 5000 e nei 10.000. ''Ma - ha concluso - non dimentichiamo Saamiya'



Cazzeggiando sullo stesso sito leggo quest'altra storia che testimonia o almeno cosi dovrebbe  , salvo a chi ha ancora il prosciutto negli occhi o chi si è lasciato indottrinare da coloro che : << urlano teorie, rincorrono morali\la propaganda vince\con frasi sempre uguali ( ... ) >> e non riescono a guardare << oltre queste mura \ oltre la guerra e al paura   >>( da  Oltre   la  guerra   e la  paura    tratta   dall'album Dopo il lungo inverno dei Modena City ramblers 2006 )  ma  soprattutto il  fatto che  <<  ci aspettano grandi sfide, e grandi prove! Contro l’imperante cultura del terrore, che si fonde col qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone sui questi tempi bui ed inquieti." >> ( introduzione   al cd   precedentemente  citato  ) 

ha solo tredici anni, suona il pianoforte da quando ne aveva tre. Figlia di immigrati romeni, ha rappresentato l’Italia a Tokyo al Festival dei giovani compositori


8 giugno 2012 – Nata ad Avellino, cittadinanza italiana e romena come i suoi genitori, suona il pianoforte dall’età di 3 anni. Ora che ne ha 13, Valeria Nechita può vantare un palmares da professionista. Checco Zalone e Gerry Scotti l’hanno voluta sul palco accanto a loro. Ma il suo prossimo obiettivo è iscriversi al Conservatorio.
Figlia d’arte, Valeria ha ereditato la passione per la musica dai suoi genitori, entrambi musicisti. Aiutata anche dai suoi insegnanti di Avellino, è riuscita a farsi notare e vincere dei trofei al livello nazionale, non solo come interprete, ma anche come compositrice. Così, ha partecipato al festival Europeo della Composizione a Vienna e ha rappresentato l’Italia al Festival dei giovani compositori che si è svolto a Tokyo, in Giappone.

"Ogni gara ha la sua importanza, ma ogni volta le esperienze sono uniche, vivo ogni emozione al massimo e cerco di dare sempre il meglio", ha detto la piccola pianista a http://www.gazetaromaneasca.com, in occasione del Galà dei giovani talenti romeni in Italia, svoltosi a Roma qualche giorno fa. 
Il suo talento è stato notato anche da personaggi come Checco Zalone, che l’ha voluta accanto in tv nel “Resto Umile World Show”, o da Gerry Scotti, che l’ha invitata ad esibirsi sul palco della trasmissione “Io canto”.
Anche se è nata qui e ha rappresentato il Belpaese all’estero, Valeria Nechita si sente fiera delle sue origini romene: “Amo la Romania, è uno dei posti più belli al modo”.Dietro gli applausi e le performance perfette sul palco, si nasconde tanto impegno. Valeria studia anche quattro ore al giorno, ma i suoi genitori, Octavian e Laura, sono convinti che alla base del lavoro duro ci sia la passione per la musica: “Siamo pronti a sostenerla sempre nelle sue scelte e siamo tanto fieri di lei, ci ha dato sempre grandi soddisfazioni” dice la madre della piccola artista.Ora, il suo prossimo impegno è quello di passare l’esame del Conservatorio, ma la piccola artista romena è già stata invitata ai prossimi appuntamenti nelle gare televisive per i giovani talenti.

                                                                                   Miruna Cajvaneanu       Gazetaromaneasca.com


20.8.12

Notti Notturne: Pussy Riot da Cristo

Notti Notturne: Pussy Riot da Cristo: Le Pussy Punk  le  suonano a Putin  in cattedrale Maria, Ekaterina, Nadezhda in azione C olpevole di “teppismo ” e “istigazione...

Chi è senza peccato scagli la prima pietra.....

da pubblicata da Marcello Guastini il giorno Lunedì 20 agosto 2012 alle ore 16.58 

Mi rivolgo a tutte quelle persone,che si nascondono dietro una scrivania al fresco di una bibita e non sono mai andati più in là del supermarket.
Mettere le foto di bambini di qualsiasi parte del mondo,scalzi,ignudi,sporchi,sfruttati dalle multinazionali....e farti sentire una "merda" perche non sei capace di fermare questo scempio,facendo proclami contro le grandi società che sfruttano,e facendo capire che se fosse per loro tutto cambierebbe.........dietro uno schermo di PC con una bibita fresca,praticamente non facendo niente!
Postare link di animali spietatamente maltrattati prima della macellazione e facendoti sentire una "merda" perche mangi ogni tanto una fettina di carne,poi al matrimonio del figlio gli comprano un bel vestito di Armani con annesso cintura e scarpe di pelle!
Lamentarsi della politica da qualsiasi parte provenga e di fatto criticare tutto ciò che viene fatto o non viene fatto e poi se hanno la possibilità del posto in comune ci vanno di corsa!
Lamentarsi del degardo ambientale e lo smog e poi se chiudono reparti per essere bonificati si lamentano per la mancanza di lavoro!
Lamentarsi dell'evasione fiscale e poi se viene l'idraulico in casa non gli chiede la fattura ......perche non può scaricarla!
..................... e  ce ne sarebbero di esempi,ma non vi voglio annoiare!
E se cominciassimo a smettere di fare gli "splendidi" dietro ad una tastiera  e volendo cambiare il mondo senza  rompere il prossimo con cose molto più grandi di noi senza far sentire nessuno uno "stronzo"...............

19.8.12

Messina, la Vara: Renato Accorinti, "Così com'è perdiamo tutti"

 dopo quiesta  vicenda  



 ho fatto  una  sega mentale  elucubrazione  \  riflessione   perchè  in sicilia  ( in  questo  caso  )  ma  anche  in terra  d'andrangheta  e di camorra     si  sceglie  
  questo



e  non queste





 (....)   Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! 

18.8.12

Montana, l' ultima guerra... degli indiani Piedi Neri contro le major del petrolio


a gli altri capi tribù    ascoltate  la  voce  di ancora resiste parafrasi del ritonello di questa  canzone





proprio  leggo l'articolo  di    repubblica  del 17\08\2012  che  trovate  sotto  oltre  a questa  foto che avevo come sfondo   in un vecchio desktop


mi  è  ritornata  in mente  questa  canzone




Ma  ora basta  girare  la  frittata  ed  andiamo all'articolo


Il Glacier National Park, ai confini tra il Montana e il Canada, era la terra dei «Blackfoot», gli indiani Piedi Neri, una delle più famose tribù di native americans. Regione di montagne scoscese, dozzine di laghi, centinaia di animali diversi e mille piante, dove gli eredi di quelli che erano considerati «i più grandi cavallerizzi dell' intera prateria» vivono ancora oggi, sfruttando come possono una delle più belle riserve indiane d' America. Una natura spettacolare, meta degli amanti del trekking che prenotano con mesi di anticipo gli chalet del primo Novecento.
 Terra di grande bellezza e ricco sottosuolo in cui, a mille e passa metri di profondità, si nascondono vene di petrolio. I leader della tribù hanno deciso che è il momento di sfruttare quella ricchezza, dando il via libera alle prime trivellazioni. Una decisione sofferta che ha spaccato i «Piedi Neri» in due fazioni opposte: i pragmatici, che vedono nel nuovo business un modo per assicurare un futuro più decente alle proprie famiglie, gli idealisti, scandalizzati da quei macchinari prontia violare una terra sacra dove vivono gli spiriti di guerrieri indomabili. Una piccola guerra scoppiata lo scorso aprile, quando un gruppo di membri della tribù diedero vita a un evento chiamato «la nostra terra, il nostro futuro», in cui Jack Gladstone, il più famoso cantautore dei Blackfoot lanciò «Fossil Fuel Sinner» (combustibile peccatore), diventato ben presto l' inno della protesta. Diatriba che il New York Times ha rilanciato come news nazionale. Due punti di vista opposti, ognuno con le proprie ragioni. Un boom del petrolio sarebbe una manna finanziaria per una tribù che, come tutti gli indiani d' America, soffre una secolare povertà ed è sempre alla disperata ricerca di NATIVI A destra, un indiano dei Piedi Neri. A sinistra, trivellazioni in Montana nuovi lavori. Gli oppositori, oltre alla violazione della terra sacra, sostengono invece che le trivellazioni rischiano di rovinare l' habitat, con gravi conseguenze sul turismo locale (fonte di guadagni per i membri della tribù). La terra dei piedi neri un tempo era grande come l' intero Montana (l' equivalente della Germania) ed oggi è ridotta a 6mila chilometri quadrati. Ci vivono in 10mila, eredi di quelli che un tempo erano cacciatori, predatori e guerrieri. Chi si oppone alle trivellazioni sottolinea come i Blackfoot siano, tra gli indiani d' America, una delle tribù che meglio si è adattata ai moderni Stati Uniti e che può continuare a vivere tranquillamente senza petrolio. Chi le vuole rinfaccia agli idealisti mancanza di coraggio e di senso della realtà: «per noi il petrolio può essere quello che per altri indiani sono stati i casinò». Sulle case da gioco è in atto un' altra battaglia intertribale, centinaia di miglia più a sud, nelle colline della Sierra Nevada in California. Lì gli indiani Maidu hanno finalmente ottenuto dal governo federale la possibilità di aprire un casinò fuori dalla riserva, ma la potente United Auburn Indian Community, (diverse tribù, compresi altri Maidu), proprietaria del resort «Thunder Valley» - hotel da 300 stanze, anfiteatro e campo da golf, decine di tavoli e 2700 slot machine - e un guadagno annuale di 30mila dollari per ogni membro della comunità si sta opponendo con tutte le forze. E il governatore della California, per ora, ha congelato il progetto.


                         ALBERTO FLORES D' ARCAIS NEW YORK.


      per chi volesse   sotto  trova  degli      approfondimenti    sui tale popolazione 

I Piedi Neri

A cura di Sergio Mura
Tra i moltissimi libri che vi proponiamo qui su Farwest.it, questo è uno di quelli imperdibili. Il suo valore supera largamente il ristretto ambito – i Piedi Neri – a cui è dedicato. In esso, infatti, nel descrivere in maniera impagabile la vita e la storia dei Black Feet, l’autore finisce per regalarci dettagli che valgono per quasi tutti i popoli delle grandi pianure del Nord America e di cui, in Italiano, è difficile trovare notizie parimenti preziose.
Il libro, dicevo, è dedicato ai Piedi Neri, un’autentica potenza militare delle pianure del nord-ovest americano ai tempi storici del bisonte e della sua cultura. Questo libro si rivela una vera e propria miniera di informazioni sulle grandi battaglie tribali tra i Piedi Neri e i loro vicini-nemici, gli Shoshoni, i Flathead e i Kutenai.
Attraverso una grande ricchezza di dettagli ed una prosa semplice (un grande merito va riconosciuto ai traduttori) riusciamo a conoscere moltissimo dei Piegan, dei Blood e dei Siksika, ossia le componenti della nazione dei Piedi Neri. Leggi il resto



oppure  

16.8.12

i tatuaggi e i piercing in italia simbolo del cafone o di trasgressione ?

da http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/
Stavo mettendo in ordine la mia scrivania quando trovo questo vecchio ( mica  tanto è del 3  agosto ) numero del venerdi di repubblica . Incuriosito dala copertina vado a leggermi gli articoli dell’inchiesta \ copertina, ma  soprattutto   questo interessante  post  del  blog  di  Riccardo Staglianò   sempre  di repubblica  e su questo che ho deciso di basare  il post post d’oggi , per creare  e  il  consueto  ( ? )  scambio d'opinioni  .
Sui tatuaggi, sull'Italia istoriata e sulla fenomenologia dello scolorimento a laser scrivono oltre  a Francesco Merlo  e Filippo Ceccarelli  :  Valentina Della Seta e  Riccardo Staglianò ) .
Nel suo  articolo  Ceccarelli ( qui l'articolo completo  )  la pensa  come  me  : << Sui tatuaggi ciascuno si senta libero di pensarla come gli pare e piace. >> Infatti ciascuno   se non danneggia  gli altri   è libero  di  fare quello  che  vuole   idem  per il  proprio corpo  , però  ne paga le  conseguenze  ed in questo caso le sofferenze    oltre che il prezzo   per  l'eventuale rimozione .  Infaztti <<  (.... )  Chi ci ripensa e vuole togliersi i tatuaggi deve affidarsi : - alla dermoabrasione (un metodo molto aggressivo perché raschia via la pelle da 1 mm a 2 mm di spessore se il colore è penetrato in profondità), rischiando cicatrici visibili; - al laser, che vaporizza solo le cellule cutanee annerite, non facendo sanguinare e non provocando dolore (con questo metodo non restano cicatrici, ma il nuovo strato di pelle potrebbe rimanere di colorazione diversa); - alla crioterapia; - al peeling chimico profondo con TCA (acido tricloroacetico) a concentrazioni > 35%, a seconda della posizione e del tipo di pelle. (..)  >> (  da   http://it.wikipedia.org/wiki/Tatuaggio  ) .
io   dinanzi alla copertina di questo Venerdì( ma  non solo  anche quando ne  vedo  in tv o  sui  giornali   o "  dal vivo  "  )   mi riservo  il lusso e un po' anche il gusto di ritenersi abbastanza spaventato   , mi   fanno senso oltre indignazione  perchè , esperienza  personale    , molti se lo fanno perchè va  di moda  \  ce l'hanno tutti  o  perchè convinti  di trasgredire  in realtà  s'omologano alla  massa  ed  ai modelli imposti   dalla  cultura    certi piercing  ( vedere sempre  dallo steso Url   foto a  destra   ) . Ora  molti mi diranno  cess  stai invecchiando  o stai diventando  come i  tuoi matusa . Puo' darsi anche smiley  ma  principalmente   : 1) mi  da  fastidio che si  saccheggi  e si usi  senza  conoscerne  o stravolgendo  forme  più o meno discutibili  di culture  altrui   senza   neppure  sentirli propri  .  2)  ho sempre , fin da bambino vedendo  sia  le  foto  del libro di sting   sull'Amazzonia  sia le  foto  di un libro ( forse mio padre  antifascista   e comunista  l'avrà gettato  o messo  chissà  in quale  angolo della soffitta )  non ricordo  nè l'autore  su gli usi tribali   ed rituali ( e quindi l'uso del corpo  con anelli ed  orecchini )  delle  popolazioni   dell'Aoi ( Africa orientale italiana )  scritto    e quindi  regalato  con dedica  autografa   a mio nonno   da  un suo  commilitone della  guerra  in Abbissinia  . 
Sul  Tatuaggi - se  fatti bene  sono delle vere   e proprie  opere  d'arte come  potete vedere dai   siti a  fine  post  o da  queste   foto prese  da  http://www.ideatattoo.com/  più  precisamente   dal libro  fotografico  TATTOO FOTO 12: PIEDE & FIORI  (  foto  a sinistra  e  qui  per  le  altre  foto  )




 - piercing , carnificazione\scarificazione  la  penso  sostanzialmente come  francesco merlo sul numero  del venerdi di repubblica   citato (  qui  l'articolo  completo    )   gli contesto  solo  questo  punto  : <<  (....)  Di sicuro oggi ci sono più tatuati in Italia – anche tra i lettori di questo giornale – di quanti ce ne sono nelle marina inglese, ennesima conferma di quell’ avanzata della linea della palma, di quel Meridione che conquista tuttala Penisolae rende sempre più napoletano il popolo italiano, sempre più estroverso ed espressionista  e dunque anche volgare e tuttavia creativo e perciò sempre più tatuato.    E difatti non si fanno tatuare soltanto i soliti italiani gesticolosi e rumorosi, quelli attorniati da bonazze rifatte, eccitati dal trovarsi al centro dell’ attenzione, destare l’interesse, italianizzare e appropriarsi, come già fecero Alberto Sordi e Renato Carosone col mito dell’America,  del codice antico e trasversale del tattoo che può essere occidentale od orientale, virtuoso e religioso o malavitoso e gotico, aristocratico o popolare, settario o individualista: navi e carceri,  mondi primitivi  e raffinatezze da body art.   (...) >> perchè    come riporta  il  commento  al post   in questione  (  vedere    commenti  all'articolo di merlo  ) di  Salvo Zappulla on 15 agosto 2012 at 15:37  : << (....)  quella frase sui napoletani è piuttosto infelice e avrebbe fatto meglio a evitarsela. Merlo sembra voler raccogliere l’eredità di Giorgio Bocca. fustigatore del malcostume e della corruttela. Ne ha la stessa capacità espressiva, tagliente e impietosa, che non accetta debolezze e non concede sconti ma scivola nel folklore banale e a buon mercato associando la volgarità al popolo meridionale. La volgarità appartiene all’uomo incolto in generale, a colui il quale non avendo argomentazioni valide per emergere, smanioso di protagonismo, pur di mettersi in evidenza sopperisce con gesti, atteggiamenti rumorosi e stupidamente vistosi. Bravo Merlo per l’articolo, i cui contenuti di fondo sono incontestabili ma credo dovrebbe tornare più spesso in Sicilia, abbandonare per qualche tempo i salotti parigini, e sedersi al tavolo del vecchio bar, in piazza Stesicoro, a Catania, con i vecchi amici. Anche tra le persone umili si può riscontrare tanta dignità e meritevole desiderio di passare inosservato.  (...)  >> .  
Ora  scambiatemi  pure  per  fascista ,  retrogrado  , jurassico  , ecc . Ma se  questo  è un effetto di chi va  in direzione  ostinata  e  contraria  o  non vuole mandare il cervello all'ammasso  \  o in cassa integrazione ben venga  .
E poi  Merlo  non ha  tutti i  torti   quando dice  ( riporto integralmente  perchè non riesco a   sintetizzarlo   completamente  )  : << (...)    Cominciamo col dire che i corpi degli italiani non sono incisi e manipolati  per nobiltà marinara né per appartenenza a qualche sottoproletariato industriale né tanto meno per  eccentricità da artista, ma per narcisismo individualista e per conformismo. Spesso il tatuaggio è la chance che ha il poveraccio di sentirsi  strafico. Anche se qualcuno prova pure il tatuaggio discreto che subito si rivela come un ossimoro perché il tatuaggio più è discreto e più è visibile, sostituisce il neo degli incipriati benché  sia vero che da un danno piccolo si può uscire con una cicatrice piccola (da laser).    Il più diffuso modello di riferimento rimane il semi vip, l’orrenda categoria  antropologica dei presenzialiasti e dei riccastri con la pancia a pera tatuata come un cartone animato, gli eroi televisivi del pomeriggio, le retrovie Rai, quelli degli aperitivi autorevoli fotografati nelle riviste di quartiere con un tricheco sul petto che fa molto Billionaire di Briatore, il covo della pacchianeria italiana. Alla fine, non potendo fare brum brum sulla Porsche e  solcare il mare calmo con barche da 43 metri, il poveraccio si dà arie da strafico facendo un uso sgargiante di quel poco che ha, il proprio corpo appunto, sporcato e imbrattato, come i ponti e i muri d’Italia,  con le proprie deiezioni sentimentali depositate sulle braccia e sulle gambe, come i graffiti che hanno stravolto il centro delle nostre città, come il turpiloquio inciso con i coltellini sulle vestigia di Pompei.    Non dico che bisognerebbe vietare i tatuaggi, per carità: il corpo è sacro e il solo sovrano  del corpo è l’ individuo. La libertà personale è il valore al quale bisogna attenersi, sempre: sia nel caso estremo della morte assistita sia in quello della signora che vuole piercing nell’ ombelico o sogna di rimodellarsi il seno.    Il buon gusto non si può imporre per legge. Ma forse sarebbe  opportuno vietare ai minori i tatuaggi, come vuole la nuova legge sulla chirurgia estetica, perché  le decisioni irreversibili  non siano troppo premature né esclusivamente affidate, come avviene adesso, all’autorizzazione dei genitori che spesso sono a loro volta tatuati, magari con la squadra della Roma sulla schiena o un’avventura di James Bond illustrata sul sedere, una bella croce sul braccio sinistro, uno squalo sul piede e un mitra sull’inguine.    Quanti anni aveva Narciso quando morì d’amore per la propria immagine riflessa nell’acqua? Tutti capiscono che il narcisismo può essere amore di sé e cura di sé anche nella forma della chirurgia estetica o del tatuaggio, che però è spesso praticato da avidi e presunti  Michelangelo che operano senza le necessarie precauzioni igieniche. E basta leggere le loro pubblicità che ormai dilagano su Internet,  partecipare almeno una volta a qualche raduno di questi tatuatori, sfogliare i cataloghi dello loro mostruosità presentati come i cataloghi del Louvre. E non faccio nomi né esempi volutamente, ma anche la pubblicità del tatuaggio è una materia che dovrebbe esser regolata meglio, disciplinata, e non abbandonata ad un far west così bizzarro. L’adolescenza, del resto, può essere facilmente devastata dal conformismo. Meglio aspettare dunque che la persona sia capace di amare o, se volete, di odiare consapevolmente se stessa e dunque di capire cosa significa fare investimenti narcisistici sul proprio corpo, truccarlo, tatuarlo, manipolarlo senza ritorno.   Intanto non è vero che , ed è tempo di finirla con le considerazioni post moderniste dell’ arte cafona, con la celebrazione degli immondezzai, delle sozzure, del sangue, della cacca, della bava, dei tatuaggi che non sono scorciatoie per il Parnaso fai-da-te  e su-di-te, ma quasi sempre sconcezze e volgarità.   Quest’anno le nostre spiagge sono simili alle orrende passerelle cafonal di Dagospia, musi di gomma e seni di plastica, glutei esplosivi esaltati dai più astrusi e sguaiati tatuaggi di ogni genere e in ogni parte del corpo. Basta una passeggiata su un litorale affollato  per capire che l’Italia è il paese dei corpi manomessi, della presunta body art di massa, del falso come antidoto al veleno del vero;  scorpioni sulla spalla e poi stelle, cerchi enigmatici, geometrie maori e funghi sui glutei, un joker sul braccio, una suora cinese  su una gamba, Che Guevara sotto l’ombelico e i soliti cuori stilizzati e trafitti con dentro i visi degli innamorati, reticolati e fili spinati sul collo, tutti come Belen e la sua farfallina di cui Corona rivendica il copywriter,  e le scritte d’amore o di lutto  come quella incisa sul braccio della Gregoraci per la morte della mamma: , e ovviamente in inglese.
   Il tatuaggio nel nostro povero Paese ha sostituito l’unghia lunga del dito mignolo, è  uno sbuffo di prosopopea sociale, come le labbra che la chirurgia estetica rende grottescamente turgide, come i glutei arrotondati dalle protesi al silicone, come i nasi demoliti e ricostruiti con lo scalpello. Anche la perenne abbronzatura, isole e lampada  è, a suo modo, una forma di tatuaggio, degenerazione del bisogno legittimo e sempre più diffuso  di cambiare se stessi, come del resto palestrarsi, modellarsi i bicipiti o gonfiarsi il seno sino alla magnificenza più sguaiata e insolente. Conquistando la massa  e incidendosi ormai nel Tricolore, il tatuaggio in Italia  ha ovviamente perso tutti  i suoi significati elitari, satanisti e devoti, esoterici e ornamentali, erotici e vezzosi,  ed  è diventato il segno definitivo della prevalenza del cafone. >> .
Il  tatuaggio , come  le  altre  forme --  citate  qui in questo post --  d'arte (  ?  )   sul  proprio  corpo e sulla propria pelle  devono essere  sentite proprie  e  non indotte . Infatti  è  per  questo  che fra i link sotto   trovate  anche siti sul  significato   dei tatuaggi    . Questa  è  , concludendo il post  d'oggi  ,  la mia  modesta  opinione  . Mi farebbe piacere sentire la  vostra . 

storie di mare ( La bimba nata su una nave senza patria e documenti - la concordia diventa disneyland )

canticchiando  , sotto la  doccia  questa  canzone della mia infanzia  


  ho scelto  (  consapevolmente  che la canzone   è attribuile  alla  1  storia  )   tra le pagine di repubblica.it   queste due   storie 



La bimba nata su una nave
senza patria e documenti
Le organizzazioni umanitarie si stanno battendo per lei: "Le leggi non la tutelano". Ora ha 4 anni e vive in Francia con la mamma. Ma è apolide. E tra poco ci sarà la scuola 



di DAVIDE CARLUCCI


L'UMILIAZIONE potrebbe arrivare il primo giorno di scuola. "Dove sei nata, piccola?". "In una barca, signore". Muna non avrà altre risposte da dare. Perché questa bambina somala di 4 anni, che oggi vive a Parigi, non ha nessun documento da esibire. Nessun pezzo di carta in cui è scritto in quale angolo della Terra è nata. E ora le organizzazioni cattoliche e umanitarie maltesi si stanno mobilitando perché le venga riconosciuto questo diritto. Muna e sua madre, Chama Hatra  Orfana del "qui e ora" che definisce ogni esordio umano nel mondo, Muna è nata in mare, figlia di una profuga somala salvata dal naufragio con altri 74 immigrati partiti dalla Libia e diretti verso l'Italia. Era il novembre del 2008, il Mediterraneo era grosso come un bestione affamato e cinque passeggeri finirono, uno dopo l'altro, inghiottiti dalle onde. Ma in quell'inferno di morte e salsedine c'era anche spazio per tre nuove vite: Muna e, figli di una madre diversa, altri due gemelli. Per prima nacque Muna. La barca era ancora in acque libiche o, forse, già internazionali. Chi poteva dirlo, in quel momento, quando c'era solo da salvare la pelle? E così, quando accostò la nave russa Yelenia Shatrova per salvare i disperati, la piccola appena nata salì a bordo, in braccio alla madre 24enne, già con un luogo di nascita confuso. 

I due gemelli, invece, seppero aspettare. Fino a quando - la nave ormai in acque maltesi - arrivò l'elicottero della Marina militare italiana che prelevò la loro mamma e la trasportò d'urgenza all'ospedale maltese Mater Dei. "Da quel momento - spiega monsignor Philip Calleja, il presidente della commissione per gli immigrati della Chiesa maltese - il destino dei tre bambini si è diviso. I due gemelli sono stati immediatamente registrati a Malta. La bambina invece, vive ancora in un limbo civile. E questo va contro ogni elementare principio di dignità, a cominciare da quelli sanciti dalla Convenzione dei diritti dell'uomo dell'Onu". 
Calleja ha aperto un contenzioso con le autorità del suo Paese: ne è nata una disputa legale su quale nazione dovesse sobbarcarsi la registrazione della povera Muna. La Russia no, perché la bimba è nata prima dei soccorsi. La Libia? La Somalia? "Ma cos'avrebbe dovuto fare la madre - non riesce a capire il sacerdote - ritornare da dove fuggiva perseguitata?". "Ogni persona deve avere un'identità", protesta Tonio Azzopardi, l'avvocato che segue la causa e che ora, dopo una prima sentenza sfavorevole del tribunale, ha presentato un ricorso urgente in appello.
Per ottenere la registrazione anagrafica della figlia, la madre della bambina, Chama Hatra, ha fatto nel febbraio 2009 una dichiarazione giurata nella quale spiegava, chiamando a testimoni gli altri profughi che l'avevano aiutata a partorire: si legge che sua figlia è nata il 2 novembre 2008 "while on boat", "mentre era su una barca". In una autodichiarazione successiva, la donna scrive che la piccola è venuta al mondo "between Lybia and Malta". Tutto qui: sono gli unici due atti "ufficiali" - di un'ufficialità provvisoria e labile - di cui la bambina dispone per poter attribuire un luogo, sia pure vago, alla sua comparsa sul pianeta. Ma è con questi due fogli, logori perché di continuo esibiti e rimessi a posto, che Chama, dopo essere stata ospite di un centro di accoglienza a Malta, è riuscita a ottenere un lasciapassare per raggiungere nel 2009 la Francia, dove vive grazie a un progetto europeo per la ricollocazione degli stranieri ai quali l'isola, troppo piccola, non riesce a garantire la permanenza. 
"Quella bambina rischia di diventare un piccolo fantasma", teme Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati. Nel mondo, spiega, gli apolidi sono sempre di più, "almeno dieci milioni. Ma sono stime: pochi stati hanno accettato di istituire il registro che noi abbiamo chiesto. In questo caso manca addirittura la registrazione, il primo passo per l'acquisizione di qualsiasi diritto". 
Altri bambini nel mondo, spiega monsignor Calleja, si trovano o rischiano di trovarsi nel limbo di Muna. "Le legislazioni nazionali devono cominciare a tutelarli". In molte nazioni, compresa l'Italia, si decide di registrare i neonati nella città portuale più vicina alla nascita. A Lampedusa, dove le puerpere di solito emigrano verso gli ospedali di Palermo, gli immigrati hanno rimpolpato il bilancio anagrafico. E il nome di Yeabsera, una piccola etiope nata a marzo del 2011 al largo di Linosa (ma in acque internazionali), è in un registro dell'ufficio comunale palermitano. Muna, invece no: il momento della sua venuta al mondo si è perso nel tempo indefinito del mare.  
la seconda è la  morbosità della gente per  il fatto  della tragedia del  giglio avvenuta  7 mesi  fa , nonostante i tentativi  di   farla passare in secondo  luogo  dalla  discrezione e  dal buon senso :1)  è di qualche mese  fa  ma l'ho saputo solo ora   cercando foto  per il post  la richiesta   del sindaco  del  giglio che ha  chiesto   il ritiro di foto cartoline   della nave affondata  qui maggiori  news   .,  2  la  scelta   dei ragazzi del luogo   che  hanno chiesto   alle famiglie  dei   due   corpi (di cui  una bambina di  5  anni ) non ancora  recuperati    di poter  fare una festa in spiaggia  




Al Giglio Ferragosto con relitto la Concordia diventa Disneyland
ISOLA DEL GIGLIO - Succede esattamente da sette mesi, da quel tragico 13 gennaio. Ma fa ancora impressione. "Ecco, guarda la nave. Che grande".

dal  1  sito 
"Che grossa". Gridolini, spintoni per arrivare in prima fila sulla fiancata di dritta del traghetto che sta entrando nel piccolo porto del Giglio. "Quel delinquente di Schettino l'ha proprio portata sugli scogli". "Sembra un grattacielo caduto. In televisione non sembrava così". Per i "giornalieri", i turisti del mordi e fuggi, la nave Concordia è diventata una Disneyland. Padre con video camera, madre con macchina fotografica, figlio con il telefonino.
Ma adesso, per fotografare la nave della tragedia, almeno si paga.
Sui biglietti della Maregiglio e della Toremar, accanto ai 12 euro per il "passaggio" da Porto Santo Stefano all'isola, c'è infatti anche una "tassa di sbarco" da un euro. «Già da tempo - racconta il sindaco Sergio Ortelli - discutevamo di questo tributo nell'Ancim, l'associazione del Comuni delle isole minori. Da quando c'è stato il naufragio, al Giglio c'è stato il boom di questi turisti che restano sull'isola due o tre ore, mangiano un panino e lasciano una sportina di pattume. E così, invece di mettere la tassa di soggiorno, che danneggia il turismo vero, sono stato il primo ad applicare, dal 1° luglio, questa tassa di sbarco». Nel primo mese del nuovo dazio sono arrivati 80 mila giornalieri, 80 mila euro nelle casse comunali.
dalla rete 


Il bianco e il blu della Concordia sono sempre più sbiaditi. Gli oblò sono stati coperti da pannelli di legno e la grande nave da crociera ora sembra una di quelle case abbandonate dove porte e finestre sono murate per evitare occupazioni abusive. Sono arrivati grandi pontoni, con gru e piloni stabilizzatori che sembrano ciminiere. Il pezzo di mare con il relitto e le navi di soccorso che cercheranno di portarlo via ha adesso il profilo di un'acciaieria. «Entro la fine del mese - dice il sindaco - la Concordia sarà messa in sicurezza, con la chiusura delle falle. Entro il 1° dicembre la nave sarà "rotata", messa cioè in posizione verticale. Si stanno già

14.8.12

Politici di PDL, Sel e M5S pagano giornalisti per farsi fare interviste "accomodanti" in TV

ricollegandomi al post precedente ecco le cose importanti a cui mi riferisco . Ora non ricordo la fonte  mi pare  sia http://isegretidellacasta.blogspot.com/ , cose che capitano quando s'invecchia  smiley   si è  iscritto a molte cose per avere una informazione a 360° antidoto ai complottisti e alla disinformazione come afferma il n. 322, bimestrale di Martin Mystere - foto  a destra - ,    Congiura nei cieli ( Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno- Disegni: Esposito bros - Copertina: Giancarlo Alessandrini )  







Politici di PDL, Sel e M5S pagano giornalisti per farsi fare interviste "accomodanti" in TV

Un tempo i giornalisti avrebbero speso milioni di vecchie lire per un'intervista esclusiva ai politici con la P maiuscola, ma Aldo Moro, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer, non avrebbero mai preteso una lira.
Oggi, nel degrado totale della casta politica attuale, i ruoli si sono invertiti: ora sono i politici che sono disposti a pagare migliaia di euro pur di trovare un giornalista disposto ad intervistarlo in modo accomodante.
E' la nuova frontiera del teatrino della politica, dopo lo pseudo-giornalismo scodinzolante dei salotti televisivi alla Bruno Vespa. 
Lo scandalo che ha coinvolto i consiglieri regionali emiliani di Pdl, Sinistra e Libertà, Lega Nord, Movimento 5 Stelle e due emittenti locali "è-tv" e "Gold 7" - è ancor più grave perchè i soldi pagati dai politici non vengono tirati fuori dai loro portafogli ma dalle nostre tasche, per la precisione dai 3,8 milioni annuali che i partiti si prendono dal bilancio regionale e si spartiscono sotto la dicitura "Fondi per il funzionamento dei gruppi consiliari". 
Il tutto con regolare fattura emessa che, in modo truffaldino finisce sotto la voce "Spese di Propaganda": i telespettatori pensano di assistere ad una trasmissione di approfondimento e dibattito politico, in verità si tratta di uno spot propagandistico "camuffato". Lo scandalo è stato denunciato da una consigliera regionale di rifondazione comunista, Monica Donini, che si è vista recapitare per mail un tariffario di prezzi da un'emittente televisiva.

L'Associazione Stampa Emilia-Romagna esprime“indignazione per i comportamenti irrispettosi dei vincoli deontologici e contrattuali tenuti da giornalisti radiotelevisivi del nostro territorio che  si sarebbero prestati a fare interviste a pagamento e a ospitare, in contenitori giornalistici come la rassegna stampa, esponenti politici dietro corresponsione di denaro”.
Il sindacato regionale dei giornalisti invita, quindi, l’Ordine ad aprire “un’inchiesta su di un sistema che, se confermato, non può essere definito solo un malcostume in quanto mina le basi della nostra professione, la deontologia, la credibilità del nostro lavoro nei confronti del pubblico. E' la prima volta che esponenti politici di quasi tutti gli schieramenti ammettono di avere utilizzato soldi pubblici per interviste o «comparsate» in contenitori televisi di chiaro stampo giornalistico”.
“Non altrettanto chiaro per i telespettatori, era il fatto che si trattava di interventi di tipo propagandistico. Sarebbe gravissimo se passasse il messaggio che le dichiarazioni dei politici in tivù e sui giornali sono frutto di accordi mercantili e non di libere scelte della redazione”.
L’Assostampa Emilia Romagna invita, pertanto, "l’Ordine dei giornalisti ad accertare la realtà dei fatti e, in caso di conferma, a prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei direttori delle testate e dei giornalisti che hanno violato le regole della deontologia professionale e del Contratto di lavoro”.



se invece di parlare dell'abuso del corpo femminile sui quotidiani si parlasse d'altro


E la sinistra riscopre il culo delle donne

noreply@blogger.com (Spidertruman)aI segreti della casta - 10 ore fa
Bruno Manfellotto, direttore dell’Espresso, non lo fa mai di pubblicizzare il suo giornale su facebook. Ma questa volta era particolarmente orgoglioso. Aveva tra le mani una copertina di quelle che non si dimenticano. Di quelle che meritano di metterci la faccia. E cosí contravvenendo al suo solito pudore l’ha postata sul social network per darle la giusta visibilità. La copertina, che qui pubblichiamo, molti di voi probabilmente la conoscono. Il titolo “Un tuffo nella crisi” rimanda all’immagine di una donna in costume immersa nelle acque. La posa e la bandiera stampata sulla .... continua  sul blog 

  caro\i amici 
Ormai   ci dovremo essere  abituati  è  una battaglia  persa  perchè   tira  di più in termini di mercato una copertina  con un culo  o  un seno  femminile   che  una copertina   sui problemi reali  e  che ormai  si arrivati a tale  punto

E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell' Ipocrisia
perchè una mano lavasse l' altra, tutti colpevoli e così sia!
E minacciosi ed un po' pregando, incenso sparsero al loro Dio,
sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io...






e che ormai s'è affermata una battuta profetica  all'epoca ( siamo  nei primi anni  '80  all'inizio del  riflusso  poi  sfociato nel berlusconismo  )  di Elle Kappa primi anni   '80   : << Mamma, ma cosa fanno i maniaci sessuali? Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama".(  qualche anno fa )  quindi cara  giornalista  occupati di cose  più  importante  altro che  cavolate , ormai  il berlusconismo  e la  cultura    troppo provocatoria  del nudo  usato per trasgredire , vedere  le  copertine dell'espresso  e  del primo panorama  ( non la fogna   filo  berlusconiana  d'oggi  )  hanno  già fatto  danni irrimediabili  . Ci sono cose  più importanti   su cui  concentrarsi 

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...