4.9.23

diario di bordo n°6 anno I . centro destra fra no castrazione chimica ed l'onda lunga del caso Vanacci ., Altro che Lukaku Benvenuto Azmoun Con Taremi ha sfidato il regime iraniano

da il FQ  del 4\9\2023

 CI RISIAMO I cruenti stupri estivi che hanno riempito le cronache di fine Agosto hanno riaperto il dibattito sulla castrazione chimica. Sorvolando sull’assoluta inutilità di un trattamento farmacologico applicato alla risoluzione di un problema culturale, esistono anche considerevoli aspetti etici che spingono ad interrogarsi sull’ipotesi di un intervento simile. Nonostante la proposta infatti parta dalle file della maggioranza con un disegno di legge depositato dalla Lega, anche all’interno della maggioranza stessa si levano numerose voci critiche. Rita Dalla Chiesa si fa portavoce della posizione di Forza Italia, mettendo in luce tutte le contraddizioni che una coercizione somatica ad opera dello Stato porta con sé: “Se s’introduce la castrazione chimica lo Stato fallisce. Uno Stato non può intervenire sul corpo di un individuo, nel modo più assoluto. Ci sono altre cose che dovrebbero aiutare a far sì che tutto quello che sta succedendo, che è veramente una cosa terribile, non succeda più”. Oltretutto la parlamentare azzurra sottolinea un altro potenziale rischio intrinseco alla proposta: la potenziale arma di distrazione di massa, che potrebbe allontanare invece da provvedimenti concreti.

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semre  dal  
  • Il Fatto Quotidiano
  • PAOLO ZILIAN
  • Altro che Lukaku Benvenuto Azmoun Con Taremi ha sfidato il regime iraniano

    “Le regole imposte qui in nazionale ci impediscono di parlare finché siamo in ritiro, ma non ce la faccio più a restare in silenzio. La punizione è l’espulsione dalla nazionale? Beh, cacciatemi. Se sarà servito a salvare anche una sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena. Quanto sta succedendo non sarà mai cancellato dalle vostre coscienze, io non ho paura. Vergogna per voi che avete ucciso con tanta facilità gente del nostro popolo: e viva le donne iraniane. Se questi sono i musulmani,che Dio faccia di me un infedele”.Non so voi: ma anche se il nuovo acquisto accolto con festeggiamenti da mille e una notte a Roma dai tifosi giallorossi è stato Romelu Lukaku, io sono più contento che in Serie A, sotto il Cupolone, sia arrivato Sardar Azmoun, 28 anni, il calciatore di cui avete appena letto la presa di posizione contro le violenze del regime del suo Paese, l’iran, all’indomani dell’assassinio di Masha Amini, la ragazza uccisa per aver indossato il velo in modo improprio e la cui morte fece sprofondare l’iran, nell’autunno scorso,in una spirale di proteste, repressioni e violenze. Erano, per il calcio, i giorni dell’avvicinamento ai mondiali in Qatar dov’era atteso anche l’iran. Che fece bella figura in campo, eliminata solo all’ultima partita del girone dagli USA di Pulisic dopo uno storico 2-0 rifilato al Galles di Bale e Ramsey, ma soprattutto fuori dal campo per la fermezza e il coraggio mostrati dai suoi calciatori che al debutto contro l’inghilterra si rifiutarono di cantare l’inno nazionale rimanendo muti in mondovisione, non esultarono dopo i due gol segnati da Taremi a Pickford e si mostrarono uniti nel manifestare solidarietà alle donne del loro Paese e al popolo in protesta: tutto ciò pochi giorni essere stati ricevuti dal presidente dell’iran Ebrhaim Raisi. La gran parte dei giocatori avrebbe fatto ritorno in patria a mondiale concluso ma anche i più famosi, come Azmoun, Taremi e Ghoddos, da anni in Europa (Azmoun in Germania nel Leverkusen, Taremi in Portogallo nel Porto, Ghoddos in Inghilterra nel Brentford), avevano e hanno famiglie e parenti in Iran. Si parlò di impedire loro il rientro in patria per sempre. Schierarsi contro il regime non fu affatto una scelta semplice.

    Non lo fu nemmeno per Mehdi Taremi, il 31enne attaccante iraniano il cui passaggio al Milan è sfumato proprio in chiusura di mercato, il bomber che con i suoi gol e le sue giocate nel Porto aveva eliminato dalla

    Champions negli ultimi anni prima la Juventus di Pirlo (2020-21), poi proprio il Milan di Pioli (2021-22). Pur provenendo da una famiglia conservatrice, benestante e filo-governativa, Taremi non ha esitato, come Azmoun, a esporsi personalmente sui social nei giorni terribili della repressione del regime di Raisi. “La giustizia non può essere fatta con un cappio”, scrisse su Twitter dopo l’impiccagione di due giovani manifestanti e la condanna a morte, poi tramutata in condanna a 26 anni di carcere anche grazie all’hashtag #Notoexecution rilanciato da lui e altri noti calciatori europei, decisa sul conto di un calciatore del Tractor, Amir Nasr Azadani, accusato di “Mohaerebeh” (guerra contro l’islam e lo Stato). “Quale società troverà mai pace se ogni giorno ci sono spargimenti di sangue ed esecuzioni?”, chiedeva Taremi schierandosi contro il governo e a fianco dei manifestanti e del popolo.

    Dall’iran con onore: quando il calcio diventa civiltà, umanità, ardimento. Benvenuto a Roma Azmoun. E che peccato non averti qui con noi, Taremi.

    Racconigi “Sculacciami” e “Pornodiva”: adesivi con frasi sessiste alla festa di paese, i genitori contro i dj di radio Gran Paradiso ma dovrebbero spiegare ai loro figli \e perchè non va bene

    Era  ora che qualche genitore si svegliasse ed indignasse giustamente contro tale messaggio . Speriamo che all'indignazione segua anche una risposta educativa che spieghi al loro figli \e perchè ciò non va bene . Solo cosi si pu.ò evitare che la protesta sia solo un fuoco di paglia e visto che i figli lo vedono solo come chiusura mentale da arte di genitori e trasgrediscono andando alla ricerca di quello che viene a loro proibito oppure peggio fiscono per autolimitarsi se va bene o per fare stupri .
    Ecco i fatti da

    “Sculacciami” e “Pornodiva”: adesivi sessisti alla festa di paese, i genitori contro i dj di radio Gran Paradiso
    Il Comune di Racconigi si dissocia: “Iniziativa di pessimo gusto”. La gaffe per difendersi: “Era tarda sera, pensavamo fossero rimaste soltanto persone maggiorenni”

    No, gli adesivi con la scritta “sculacciami”, “ingoio tutto” o “cerco una banana”, “pornodiva”, non sono passati inosservati. E non sono piaciuti. Un’iniziativa festaiola da sagra di paese che si è trasformata in un boomerang, in un periodo in cui le immagini dello stupro di Palermo, così come delle violenze di Caivano, ancora freschissime, sono ancora negli occhi di tutti. Sono stati in molti a non gradire affatto le scritte sugli adesivi che i disk jokey di Radio Gran Paradiso hanno distribuito, qualche sera fa, alla festa del Borgo Macra di Racconigi, nel Cuneese. Adesivi che in realtà girano già da un po’ di tempo nelle feste promosse dalla storica radio del Canavese, che trasmette dal 1976 in tutto il Piemonte da via Arduino a Cuorgnè. Una vera istituzione locale, perché Radio Gran Paradiso è anche sinonimo di festa, serate disco e latino americano, dj che da anni fanno ballare interi paesi.
    Questa volta, però, la festa di Racconigi ha alimentato una feroce polemica sulla piazza virtuale dei social. A sollevare il caso sono state alcune famiglie, dopo che nei giorni successivi all’evento, qualche ragazza si è dichiarata preoccupata dopo aver visto le fotografie della festa, con quegli adesivi espliciti incollati sui vestiti, pubblicate sul web.Tanto che, dopo le segnalazioni arrivate al Comune di Racconigi e all’ente che ha organizzato la serata, qualcuno ha pensato anche di rivolgersi a un legale. L’amministrazione comunale, con una nota ufficiale, si è poi dissociata da quanto accaduto, prendendo le distanze «nel modo più totale e assoluto dagli adesivi riportanti parole ed epiteti di pessimo gusto». E dato che palazzo civico ha concesso un contributo economico, l’amministrazione ha dovuto anche precisare che nessuna bozza degli adesivi è stata mai condivisa con gli uffici o con gli amministratori. Ovviamente il comitato organizzatore ha negato di essere stato messo a conoscenza dei gadget, «stampati e portati alla festa in modo del tutto autonomo dalla radio alla quale era stata affidata l’animazione della serata».
    Stranamente sorpresi dalle polemiche, i responsabili di Radio Gran Paradiso hanno fatto ammenda. Le immagini e i video postati sui canali social sono stati rimossi ed è arrivata anche l’assicurazione che, alle prossime feste, i dj non faranno più uso di quegli adesivi. «Radio Gran Paradiso si è sempre caratterizzata per essere la radio della gente e ha sempre agito cercando di rispettare la sensibilità di tutti - conferma, per l’emittente, Loredana Comolli -. Siamo dispiaciuti per il fatto che la distribuzione degli adesivi abbia suscitato polemiche e disagio, è la cosa più lontana dal nostro operare, da sempre volto all’intrattenimento e al divertimento della gente. Gli adesivi sono stati distribuiti a tarda ora, presumendo che non ci fossero più minori non accompagnati dai genitori. Ci scusiamo per avere urtato la sensibilità di alcune persone». Quindi, tutto bene se gli adesivi fossero stati distribuiti a dei maggiorenni?

    3.9.23

    Il medico al ladro che gli ha svaligiato l'auto a Milano: «Restituiscimi almeno gli appunti, ti aiuterò a trovare lavoro»

    in tempo  di  giustialismo  forcaiolo   c'è ancora  qualcuno    cha  capisce    e  comprende    del perchè si ruba  ed  si è costretti a  rubare  . ecco    la  storia    di  un medico a  cui  il lado   ha  svaligiato  l'auto   .


     da  https://www.msn.com/it-it/notizie/ del 3 settembre 2023  fonte  Il Gazzettino


    I cittadini di Milano, ormai, pensano che la città non sia più sicura: troppi furti e atti di delinquenza agitano gli abitanti della metropoli che, quasi tutti i giorni, sono vittime di criminali. Così, è capitato anche a Fabio Puccio, siciliano di Porto Empedocle e specializzando in Ginecologia e ostetricia in Bicocca al quale sono stati rubati, dalla sua auto il 31 agosto, importanti materiali universitari, oltre a borse, vestiti e portafogli. Il ragazzo ha deciso di fare un appello al ladro che l'ha derubato.Su un palo in Corso Como, Milano, uno dei luoghi più famosi della movida cittadina, è comparso un cartello con un appello che comincia così: «Messaggio al ladro». Stesso cartello anche in zona Garibaldi. L'autore è Fabio Puccio che, nel resto del suo appello, ha scritto: «Sono l'ex proprietario delle borse, dei vestiti e del portafogli che hai preso». La vittima chiede di riavere una cosa in particolare: «Il libro quello grande, gli appunti universitari e i foglietti scritti a penna. A te probabilmente non serviranno a niente ma per me non averli è un grande disagio. Sono disposto a perdonarti e a darti una mano». Fabio è stato intervistato da Il Corriere della Sera al quale ha detto: «Non è nella mia indole fare del male. Il ladro ha rubato in una Kia Rio sporca e ammaccata, forse vive una situazione di disagio.

    Un po’ paternalisticamente, voglio provare a dargli un’opportunità. Faccio la guardia medica in via Farini. Giovedì sera parcheggio l’auto, salgo in ambulatorio. Poi torno in strada per prendere lo zaino in cui conservo tutti gli appunti della specialistica degli ultimi tre anni. Sono scritti a mano, destinati a me soltanto, hanno un’immediatezza che nessun libro potrà mai darmi. Ma dello zaino non c’è traccia. Nessun segno di effrazione né vetri rotti. Solo l’auto vuota». 

    Dopo avere scoperto il furto, Fabio ha sporto denuncia e, poi, spiega: «Ho anche scritto quell’appello per il ladro e ho appeso varie copie nel quartiere che immagino sia la sua “zona di lavoro”. Mi auguro che mi contatti e mi ridia gli appunti. Gli lascerei, invece, tutto il resto. E poi vorrei capire il motivo del gesto: se è una bravata, se aveva bisogno di spicci o magari ha difficoltà economiche, sociali o psicologiche. Vorrei parlargli, offrirgli qualcosa da mangiare e nel mio piccolo cercare di dargli una mano, magari per trovare un lavoro

    2.9.23

    DIARIO DI BORDO \ DI VIAGGIO N°5 ANNO I ., La rivoluzione francese di Lady Oscar arriva in streaming su prime video sarà censurata anche stavolta ? ., riapre di nascosto ed in anti.cipo Riapre la chiesa dove fu uccisa Elisa Claps ., var serve o non serve ? ., l'autunno sta arrivando

     A più di quarant'anni dalla messa in onda, la serie completa (e immortale) di Lady Oscar arriva in streaming per i clienti di Amazon Prime Video. Non  è  una  novità   che   ancora  a  doistanza  d'anni   tale  genere  sia  passato da  un fenomeno di  nicchia  ad  un fenomeno  di massa  .  In ciò  è Complice il successo delle tante piattaforme streaming che sono presenti nel nostro Paese, oltre ai grandi film e alle serie tv americane, di recente c’è una vera e propria riscoperta degli "anime" storici (quelli   della mia  generazione  70\80  )  giapponesi. Di grande impatto prima sule   tv  locali e  poi  negli anni  90   in mediaset   cioè   sulle reti generaliste e poi, successivamente, su quelle specializzate. IL fenomeno delle serie televisive animate è un fenomeno del Sol Levante che è imploso, in Italia come nel resto del mondo,  tra    la  fine degli anni  70 e  primi  gli anni ’80. Genere  Di grande tradizione in Giappone, la loro influenza ha permesso di far conoscere a noi europei un mondo nuovo, fatto di miti, leggende e tradizioni. Gli anime, ieri come oggi, sono capaci di leggere il nostro futuro, ma anche il presente e il nostro stesso passato. Infatti, lady oscar   è una serie in particolare – per essendo molto datata – non è mai passata di moda, anzi è  diventata   un cult indiscusso.Speriamo solo   che  prime  video   la  trasmetta  senza  la  macelleria  censoria     che   subi   (  trovate  sotto  nei  link   la  stroria  delll'anime  e  delle  sue censure   che  subi  in Italia  ) 


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    Da tredici anni era chiusa, dopo il ritrovamento, il 17 marzo del 2010, nel sottotetto, dei resti della studentessa Elisa Claps  (  se      non dovessero bastare    questi  url  ne  trovati altri sotto  a  fine  post  ) Ieri, la Chiesa della Santissima Trinità     

    da  omicidio di elisa claps - Bing images
    nel centro storico di Potenza è stata riaperta al culto, per volere della Curia vescovile. Tra mille polemiche. La famiglia della giovane studentessa scomparsa a Potenza la mattina del 12 settembre 1993, parla di una «apertura ambigua». Filomena Iemma, mamma di Elisa  al  corriere della sera  24\8\2023 dice: «Mi aspetto che nessun cittadino di Potenza entri in quella chiesa ». 
                             La chiesa di Potenza dove i resti di Elisa Claps erano stati ritrovati 
                                                         da omicidio di elisa claps - Bing images

    Ieri la famiglia Claps era fuori città. «Forse il vescovo sapeva della nostra lontananza ed ha approfitto della nostra assenza per riaprirla al culto — commenta Gildo Claps, fratello di Elisa —. Hanno agito come dei ladri, in silenzio. D’altronde da trent’anni sono ladri di verità».La «Santissima Trinità» rimarrà aperta ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20, comunica una nota dell’Arcidiocesi di Potenza-Muro. Che motiva la riapertura in chiave pastorale. «Così come invita Papa Francesco, la chiesa diventa “un luogo per la preghiera silenziosa, l’adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”». Ora    si può essere d'accordo  o meno  su tale  decisone   . Ma   sarebbe  stato meglio   prima  cercare  un  dialogo    un confronto  con la  famiglia    enon fare  le cose  di nascsto  come i ladri    o  i nostri politicanti   che  approvano : leggi porcate quando  i  parlamentari hanno  fretta e  sono  distrattim visto  che     sono vicini alla   chiusura  estiva  o distratti    come  il pubblico bue      dalla Nazionale  di calcio   impegnata  in competizioni   internazionali   .,  o    per motivi  d'ordine pubblico    come  gli sgomberi di stabili occupati  (ex  leonkavallo  )   nel mese  d'agosto . Una  mancanza  di rispetto   questa  apertura  silenziosa   ed  anticipata  in  quanto a    distanza di trent’anni la Chiesa in questione   è ancora avvolta da quell’alone di misteri, ombre e depistaggi, che hanno coinvolto anche uomini del clero potentino, nella scomparsa di Elisa. A cominciare dal ruolo che avrebbe avuto l’ex parroco della chiesa, don Mimì Sabia. Il suo abito talare, all’epoca, fu sequestrato dalla polizia. Gli inquirenti trovarono nel sottotetto della Chiesa un bottone rosso porpora dai contorni tondeggianti e alcune fibre rifrangenti. Dello stesso tipo di quello che mancava all’abito del sacerdote.Ma  soprattuttto per  il fatto    che  Da trent’anni la famiglia Claps chiede un atto di «giustizia» da parte della curia potentina. «Volevamo che si assumessero le loro responsabilità — ammette Gildo —. Pretendiamo scuse pubbliche alla famiglia e alla comunità». Troppe le incongruenze che hanno segnato la vicenda della morte di Elisa. La disponibilità della famiglia Claps a un confronto sereno con il clero potentino non è mai venuto meno. Nelle ultime settimane un nuovo approccio, per cercare un’intesa sui tempi e le modalità della riapertura della chiesa della Santissima Trinità. Un gesto di grande disponibilità da parte di mamma Filomena, dopo la lettera che il Santo Padre le ha inviato l’11 luglio scorso. Parole che auspicavano al dialogo. «Invece hanno voluto agire nell’ipocrisia» spiega Gildo. E s’interroga: «Cosa sarà di questa chiesa, avrà l’aspetto di un ufficio anagrafe? L’apertura in sordina è l’ennesimo errore della Curia che ha indignato tutti. Moltissima gente mi scrive assicurandomi la disponibilità per qualsiasi manifestazione venga promossa contro questa indegna apertura».


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    Pubblicato l’audio del Var della sfida tra Juventus e Bologna. Si capisce una cosa: l’errore nasce dalla fretta, dalla fretta di far riprendere il gioco. Ed è una cosa senza senso. Nella pallacanestro le revisioni della moviola, come si chiamava una volta, durano tutto il tempo necessario a prendere una decisione. Si guarda e si riguarda, si considerano tutte le variabili, può durare anche diversi minuti. E soprattutto tutto avviene con l’audio degli arbitri aperto e le immagini disponili al pubblico a casa. Chiedo alla Figc: meglio perdere un po’ di tempo in più o prendere un bidone come quello della  domenica precedente  ?

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    in un settembre  ancora  caldo   e  con temperature   da  tarda  primavera  \ prima estate  vi lascio  in  attesa    dell'equinozio  d'autunno  ed  eventuali  altre     che  scattero   durante le  passeggiate  autunnali  cox artrosi permettendo   una  ( cosi imoaro  a regolarmi visto  che   non  a  torto mi si accusa  di essere   ridondante  \  compulsivo nel mettere  e   foto   )  una delle mie   foto   con un link     della mia galleria   delle  annate precedenti    su photogoogle   
     

    1.9.23

    Basta retorica sugli stupri di gruppo e sul femminicidio , guardiamo in faccia il nostro fallimento solo cosi posssiamo iniziare a fare prevenzione

    dopo il post  : <<  il problema degli stupri  specie  quelli condotti da minorenni  non va   affrontato di pancia  di  Gennaro Pagano  >>  su come fare risolvere   ed  asffrontare  il problema  degli stupri e  della  violenza  di genere , ecco da http://www.huffingtonpost.it/ un  articolo -a Storia di Antonella Boralevi

    Ansa© Fornito da HuffPost Italia





    Forse[  è  già arrivata  corsivo  mio   ] sta arrivando una valanga. Forse questa valanga ci  [ ha  sommerso sempre  aggiunta mia   ] sommergerà. Di certo, ci cambierà [  speriamo ]. Il coraggio della ragazza di Palermo, che ha denunciato, a rischio della vita, i 7 maschi che l’hanno stuprata, ha aperto un buco nell’omertà che circonda l’orrendo reato di usare la donna come un pezzo di carne. Ogni giorno, o quasi, la cronaca racconta nuovi casi, nuove coraggiose denunce. Il gruppo dei maschi che cattura la preda, e la usa come sfogatoio bestiale. Parole dure, parole di cui mi scuso. Ma credo che le parole siano pietre. Vanno pronunciate. Anche se sono pugni.
    È in atto una guerra dei maschi (alcuni, ma troppi) contro le donne. Il padre di Saman che la fa uccidere perché vuole essere libera. Il barman che avvelena col veleno per topi la compagna incinta, e siccome non funziona rapidamente come dovrebbe, la accoltella, sventrandola. Insieme al loro bambino. I bravi ragazzi di buona famiglia che scelgono la preda in discoteca e ne fanno carne da macello. La Terrazza Sentimento dove le urla della ragazza violentata per due giorni di fila, sono presidiate da guardie del corpo dietro una porta imbottita, in una stanza piena di telecamere. Quando non si prevede l’omicidio, si fa un video. E il video diventa virale in rete.

    Primo fatto: chi cerca e guarda e diffonde un video di uno stupro a mio parere deve essere chiamato a correo e incriminato.

    Secondo fatto: finora, evidentemente, non ha funzionato nulla degli apparati che abbiamo messo in atto, noi “buoni”, per proteggere le vittime ed educare gli aguzzini. Forse bisognerà chiederci se quello che da anni ci raccontiamo: “Serve l’educazione sentimentale nelle scuole” sia una favoletta rassicurante? L’educazione sentimentale a scuola c’è già. Da un secolo. Si fa senza psicologi, bensì con gli insegnanti. Che sono, quelli veri, educatori. La letteratura e la storia, persino la biologia e la chimica, sono “educazione sentimentale”. La Monaca di Monza e il “Buio oltre la siepe”, Eurialo e Niso e “Se questo è un uomo”. Il testosterone e la gravidanza. Credo che delegare, a uno specialista psicologo, il ruolo che fonda la qualità dell’insegnante sia mettere la testa sotto la sabbia.

    Terzo fatto: i ragazzi hanno da anni scelto un unico punto di riferimento. Non i genitori, ma il gruppo. Ogni gruppo ha un leader, la sua autorità è inappellabile. Il leader agisce tramite i suoi devoti, e si assegna il ruolo di regista. Dell’agguato e del video che lo documenta. In modo che diventi una medaglia dell’orrore, dove l’orrore diventa vanto e onore.

    Questi sono i fatti, secondo me. Brutali, insostenibili. Ma non è una ragione valida per continuare a raccontarci favole. Bisogna guardare il nostro fallimento negli occhi.


    ed  attuare  una  politica  una  guerriglia  contro culturale  perchè  di  combattere  ed  contrastare  tale  cultura  tossica  si tratta     

    Uccisa a fucilate l’orsa Amarena: identificato dai Guardiaparco e denunciato un uomo residente al confine con il Parco naturale dell’Abruzzo

    premetto che essendo cresciuto , chi legge il blog dal 2004 anno d'esordio sa di cosa sto parlando e troverà facilmente il post nell'archivio , al tramonto della civiltà contadina degli stazzi affermo che la caccia ad alcune specie come esempio il cinghiale aveva la sua funzione di salvaguardia delle colture ed evitare che essi diventino in il soprannumero causando squilibri nell'ecosistema . Ma ora tale abuso è diventato un abuso .  Infatti è  per 

    questo  che  ho  firmato per il referendum  sulla   caccia  . Infatti  il  caso dell'Orsa uccisa lo dimostra.
    L'animale Non aveva mai attaccato nessuno, non si era mai mostrata aggressiva o pericolosa, mai un problema o un episodio di pericolosità sociale.
    Eppure l’orsa Amarena è stata barbaramente ammazzata a fucilate ieri sera da un individuo
    che fatico a definire essere umano, in località San Benedetto dei Marsi, appena fuori dal Parco Nazionale dell’Abruzzo di cui l’orsa, insieme ai suoi cuccioli, era diventata simbolo. Come  

    6 h 
    [...] In un gesto del genere non c’è nessuna ragione, matrice o movente che non sia pura crudeltà e assenza di qualunque traccia di umanità.Eppure non è un caso isolato, piuttosto il frutto avvelenato di un imbarbarimento generale e, più ancora precisamente, di una campagna d’odio che in questi mesi ha messo sistematicamente nel mirino gli orsi, la cui unica soluzione, nella testa di qualche esaltato, è premere il grilletto di un fucile. Posso solo augurarmi che il responsabile risponda di quello che ha fatto almeno di fronte alla legge, visto che dubito possa farlo davanti alla sua coscienza.

    dall'Ansa   

    L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco –  denuncia lo stesso ente, che posta anche la foto dell’animale morto – . Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”. Il parco fa anche fatto sapere che il suo personale è impegnato nella ricerca dei due cuccioli per valutare il da farsi.E di “atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione” parla anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Un atto che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”, afferma il governatore, sottolineando come “in tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”. “Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione”, aggiunge Marsilio confidando che “la giustizia faccia il suo corso”. “Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente”, conclude.La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannando l’atto.Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. La stessa sorte di Amarena è toccata il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili.Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro.




    31.8.23

    prima dello schianto fatale. Il crocifisso del saldatore. In fondo anche Cristo fu un manovale di DANIELA TUSCANO

    kevin laganà, 22 anni. michael zanera, 34 anni. giuseppe sorvillo, 43 anni. giuseppe saverio lombardo, 53 anni. giuseppe aversa, 49 anni.

    Nomi, età e volti dei cinque #operai travolti da un treno a #brandizzo, in #piemonte, nello svolgimento del loro lavoro. "Mentre lavoro mi è apparso un #crocifisso", scrive Michael nell'ultimo post, poco prima dello schianto fatale. Il crocifisso del saldatore. In fondo anche Cristo fu un manovale. Nomi, età e volti di gente perbene. L'Italia ha il diritto-dovere di vedere non soltanto gli aspetti del Male (gli stupratori di #palermo e #caivano, gli adolescenti ricchi e annoiati che si sono "divertiti" a massacrare una bestiola...), ma di conoscere altri visi, in cui finalmente identificarsi. Perché Kevin, Michael e i tre Giuseppe sono tutti noi. Non un anonimo numero statistico. Il paese ha risposto con l'ingratitudine al loro impegno quotidiano e discreto. Non abbiamo saputo riconoscerli, come non abbiamo riconosciuto il Messia.




    DIARIO DI BORDO N°4 ANNO I . invece di indagare sulle cause della tragedia degli operai morti a torino si tiura in ballo la religione ., pur di giustificare Giambruno e gli altri cattivi maestri s'accusano strumentalmente i genitori delle vittime ., giornalisti che sparano ... come gli influenzer per far parlare di loro e nascondere fatti negativi

     Ma solo io ed pochi altri fra cui Lorenzo tosa Ma solo io trovo morbosa, fuori luogo e persino pericolosa questa insistenza di (quasi) tutti i giornali sul particolare del crocifisso “comparso” a uno degli operai vittime della strage ferroviaria di Torino ? << Di fronte a una tragedia come questa >> ---- come dice Lorenzo --- << abbiamo bisogno di un’informazione che racconti senza sconti la dinamica dei fatti, che indaghi sui sistemi di protezione, sulle certificazioni di sicurezza scadute, sul sistema degli appalti e dei subappalti che mette a rischio la vita dei lavoratori per far risparmiare le imprese. Abbiamo bisogno di tutto meno di giornali acchiappaclick che, come avvoltoi, cavalcano le più viete superstizioni e approffittano della fede delle persone, distogliendo più o meno volontariamente l’attenzione dall’unico vero tema di cui dovremmo parlare oggi e sempre: la sicurezza sul lavoro. >> Infatti quello che è successo a Torino non ha la mano di Dio ma mani e responsabilità umanissime che toccherà agli inquirenti individuare e stabilire.<< Le cinque persone morte investite da un treno a Torino non sono morte per una disgrazia ma perché non sono stati messi in condizione di lavorare - e questo è un fatto - con standard di sicurezza accettabili in un Paese civile, nel 2023.>>Un pensiero non formale alle cinque vittime di questa (ennesima) tragedia sul lavoro e alle loro famiglie. Meritano di essere ricordati con nome e cognome:



    L’unico modo di onorarli è la giustizia.

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    Contemporaneamente   alla ...   ehm ... parata  di  Meloni   alcuni   giornali online ed  social    parlano   del  fatto  di Caivano   in  modo strumentale . Infatti  già  dal titolo  e dal memem e ripstato a  sinistra     questo   sito   \  canali  social   https://www.dcnews.it/

    AGOSTO 31, 2023
    Caivano, la mamma delle ragazzine violentate pretende di trasferirsi a spese nostre: deve ancora spiegare come si possano lasciare in giro di notte a 10, 12 anni senza controlli

     dimostra    che  questo  non è   essere   liberi ed  andare  in direzione  ostinata ed  contraria   nel ver senso  della  parola   in quanto    anche  in essa   non  dovrebbe  mai  mancare  il rispetto  e il buon senso  . Infatti  solo l'articolo   che  qui  evito  di linkare  ed   riportare  fa  schifo  in  quanto  usa  in modo  strumentale   per  giustificare   i  cattivi maestri  come Giambruno  e  company   delle  critiche  giuste  . Infatti  su  una  delle  famiglie   sono intervenute  i  servizi sociali   togliendoli momentaneamente  la  figlia   e  trasferendola  in una  comunità .  


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    Tale intervento che trovate sotto risponde al mio dubbio espresso precedentemente sia sui social sia su queste pagine : <<Mi chiedo ma i politicanti ed i loro giornalisti usano lo stesso sistema di comunicazione degli influencer o vip in declino per ritornare in auge cioè sparare cazzate pur di distrarre i media ed l'opinione pubblica /la massa o nel caso delle dichiarazioni del compagno della Meloni sui fatti di Palermo far da foglia di fico o parafulmine alle gaffe e agli errori del governo preferendo fare figure di 💩 ? Oppure esiste una terza via cioè pensano davvero quel che dicono ? >>

    da il Fq del

    Aziende commissariate per sfruttamento, Coppi: “La politica discute di Giambruno e Vannacci. Così a tutelare i diritti restano i magistrati”



    I colossi della vigilanza privata commissariati dalle Procure per sfruttamento dei lavoratori. I contratti collettivi disapplicati dai giudici perché prevedono salari indegni, o al contrario applicati d’ufficio a lavoratori privi di tutele come i rider. Il diritto al suicidio assistito riconosciuto solo dalla Consulta, grazie alla questione di costituzionalità sollevata dai pm di Milano. Ancora, anni prima, il sequestro disposto da un gip dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto, necessario a tutelare “la salute e la vita umana”. Il caso Cosmopol – l’ennesima società di vigilanza sottoposta a controllo giudiziario per aver corrisposto “retribuzioni al di sotto della soglia di povertà” – conferma una tradizione del nostro Paese: l’intervento della magistratura per affermare diritti che la politica non sa o non vuole tutelare. Per Franco Coppi, l’avvocato penalista più celebre d’Italia (difensore tra gli altri di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi), il motivo è semplice: “Chi dovrebbe fare le leggi passa mesi a discutere del nulla. In questo modo a tutelare la dignità delle persone restano solo i tribunali”. ....  segue  su  Aziende commissariate per sfruttamento, Coppi: "La politica discute di Giambruno e Vannacci. Così a tutelare i diritti restano i magistrati" - Il Fatto Quotidiano

    30.8.23

    Mussolini su Giambruno: “Una frase da medioevo, il solito uomo che dice: te la sei cercata

     le  dichiarazioni  della Mussolini  ( lontano anni  luce  dalla  mia  cultura  politica   )   sono   una  bellissima    risposta    da destra   a    tutti  quei  siti  ,  account  social  ,  e  lachè    della  sua stessa parte   politica  e   dell'antipolitica   e  non  che  difendono   a  tutti  i  costi    Giambruno   e  che  considerano feccia  coloro   che   lo  criticano per  le  sue    prese  di  posizione   .  

    Ecco  cosa     ha  detto 
    repubblica   30 AGOSTO 2023 ALLE 01:00

    L’eurodeputata di Forza Italia: “Non m’importa che sia il fidanzato di Meloni ma questa mentalità diffusa. Più grave perché l’ha detto in tv”

    Alessandra Mussolini, dopo una parentesi tra tv e attivismo Lgbtq+, da novembre è tornata sui banchi del Parlamento Ue, tra i Popolari. È appena atterrata a Bruxelles, ma non è rimasta indifferente alle parole del compagno della premier su Rete4.
    Andrea Giambruno ieri ha commentato lo stupro di gruppo di Palermo con parole che hanno creato clamore. Lei come ha reagito quando le ha sentite?

    «È stata una violenza inaudita. Un fatto gravissimo, soprattutto se pronunciato da chi è tenuto ad essere quanto più imparziale e in un momento in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno. Non si può dare un’opinione così, a maggior ragione se quella che esprimi ci riporta dritti al medioevo. Quando si parla, si hanno sempre conseguenze, non c’è smentita o contestualizzazione che tengano».




    «Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in problematiche perché poi il lupo lo trovi» sono parole 
    che portano di nuovo a colpevolizzare la vittima?
    «Sì, ed è una barbarie. Mi chiedo: stiamo anche scagionando gli uomini che, invece, possono alzare il livello alcolico a discapito di noi donne? Con l’esternazione di Giambruno siamo alle solite: un uomo che dice “te la sei cercata”. Quello che non vogliono capire è che io se volessi, dovrei avere il diritto di camminare con il sedere in bella vista, perché non c’è nulla che giustifichi un uomo violento. Lo stupro è stupro, se non capiamo questo, per noi donne è davvero finita».
    Giambruno è il compagno della premier Meloni. Si aspetta che la presidente prenda posizione?

    «Non mi interessa il legame sentimentale, ma la mentalità diffusa. Come il fidanzato di Meloni ce ne sono a migliaia, lui è semplicemente uno in più. Diventa più grave perché quelle parole sono state dette davanti a una platea di donne, alimentando ancora una volta la paura di denunciare . Se non pensassimo alle conseguenze per chi è vittima e lo ascolta, bisognerebbe semplicemente rispondere con una pernacchia, perché nel 2023 queste cose non si possono più ascoltare».
    Nel 1998 lei fu protagonista di una feroce battaglia contro la sentenza scandalo della Cassazione, dove nero su bianco legiferava che fosse impossibile lo stupro se la ragazza indossava i jeans. In 25 anni si sono fatti passi avanti?

    «Ricordo che per essermi impegnata in prima linea contro quello scandalo giudiziario la Cassazione mi denunciò chiedendomi un miliardo di lire di risarcimento. Anche lì si dichiarava che una parte di colpa ce l’avesse la vittima, un’assurdità. Oggi le ragazze hanno più coraggio, ma la mentalità è ancora preoccupante. Le battute, le pacche sul sedere, la goliardia diffusa a dispetto delle donne sono piaghe con cui stiamo convivendo. Questa superficialità ci porta ad accettare tutto, come l’esternazione di Giambruno, che rischia di indebolire anni di battaglie».

    Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, ma poi bisogna assumersene le responsabilità e pagare le conseguenze se si viola la legge , i casi di Vannacci e di Daniele de Martino

     Si può dire, scrivere, cantare tutto? Si può schermare ogni cosa dietro la libertà di parola e di opinione? Come noto questa estate il tema è stato ampiamente oggetto di dibattito per il libro (? )  di Roberto Vannacci. Ma c’è un’altra vicenda di questi giorni che ha diversi punti di contatto con la questione del volume del generale. È quella che riguarda l’annullamento dei concerti del cantante neomelodico Daniele De Martino nei comuni di Canosa e di Sant’Agata di Puglia dopo


    che le relative Questure hanno rilevato elementi di “criticità” ed “esigenze di sicurezza e ordine pubblico”. Con un video dai suoi canali De Martino si difende “io non credo che cantare sia diventato un crimine”.
    Facciamo un passo indietro. Daniele De Martino, al secolo Agostino Galluzzo, nato a Palermo nel 1995, è uno dei più famosi cantanti neomelodici, i suoi concerti fanno il pienone e i suoi social raccolgono centinaia di migliaia di follower, le sue canzoni su YouTube hanno milioni di ascolti. Nonostante l’entusiasmo dei fan, però, i testi delle sue canzoni, le performance durante feste private a casa di persone legate alla criminalità organizzata e la vicinanza dello stesso a personaggi di spicco di Cosa nostra, hanno indotto le autorità a vietare i suoi eventi. Per De Martino si tratta di un “accanimento contro i neomelodici” e argomenta: “è vero che in passato ho fatto 3 canzoni che parlavano di malavita, e anche se la malavita la vediamo tutti i giorni nei film, nelle fiction. In ogni caso quelle canzoni non le ho più cantate e le ho tolte dalle scalette dei concerti”. E allude al fatto che testi di quel genere siano acqua passata. Ma “Stanotte”, un pezzo nel cui video De Martino sembra essere un detenuto al 41-bis, è uscito 8 mesi fa. “Si nu pentito” è del 2021 e il testo recita: “sei un pentito, ci hai traditi, tu non vali niente, sei la vergogna della gente, uomo fallito [...] Non scordarti, pure tra cento anni ti posso trovare”. Nel 2019 a far discutere, invece, è il video di “Samara” - oltre 3 milioni di visualizzazioni - girato a Bari, nel quartiere San Paolo, dove il cantante e altri personaggi impugnano pistole e kalashnikov, e scorazzano senza caschi in cortei di scooter. Al 2017 risale “Comando io”, che dà voce a un figlio pronto a vendicare il padre ammazzato. È vero che questi temi sono oggetto anche di popolari fiction - De Martino cita “Mare fuori”- ma, per esempio, il regista e gli attori di questa serie e di altre simili non sono mai stati chiamati a esibirsi, come De Martino, a casa di persone vicine a organizzazioni criminali, a riprova del fatto che in queste opere non vi è un esplicito inneggiare al mondo di valori criminale. Su questo il cantante risponde: “Quando ci chiamano, dietro a un telefono, non possiamo sapere chi ci sta chiamando, è il mio lavoro: canto, vengo pagato e me ne vado”. E sulle foto che lo ritraggono con persone vicine a Cosa nostra dice: “ho fatto solo una foto con il cugino di mia nonna”. Il riferimento è a una foto con il boss Francesco Spadaro.
    A difendere De Martino c’è un seguito di fan davvero impressionante e ci sono anche rappresentanti istituzionali. Come a Sambuceto, in provincia di Chieti, dove nonostante le polemiche di alcuni cittadini, De Martino si è esibito in una piazza gremita di persone, incassando pure la benedizione del parroco don Massimo D’Angelo: "mi sento in dovere di ringraziare e chiedere scusa a Daniele De Martino per le critiche violente e le accuse che hanno recato a lui solo perché Tutti siamo cattivi in una storia raccontata male".
    Ecco, a sostenere la libera espressione di De Martino sono molti, moltissimi. Sono, diciamo, la maggioranza. Ed è qui che torna una delle questioni poste dal generale Vannacci: la democrazia come legge della maggioranza. Dove le minoranze non possono che adeguarsi, e se non lo fanno, se pretendono voce e diritti allora tradiscono una “dittatura della minoranza”. Dunque: è giusto vietare i concerti di un artista amato dalla maggioranza? Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, si può. Ma poi ci si deve assumere le responsabilità: se Vannacci denigra la democrazia e i valori della Costituzione,le  diversità ,  è giusto che risponda di apologia di fascismo. Così come se De Martino esalta atteggiamenti di tipo mafioso allora è bene che gli sia impedito di farlo in posti  simbolo   come Canosa: una terra dove si registra uno dei più alti tassi di di criminalità d’Italia, caratterizzato dal primato dei furti di autovetture, ma anche da estorsioni, usura e spaccio di sostanze stupefacenti.

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