28.3.09

percorso frastagliato

vorrei proprio sapere chi è quell'imbecille che hja detto che bere serve a dimenticare . Dato che i miei incubi e i miei cativi pensietri sono sempre pronti a ricordarmi ilo male che ho fatto a detterminate persone e i miei rimorsi e rimpianti  per  non essere  riuscito  adf  ottenere perdono da loro

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 disporsi  alla  speranza   è  una necessità 

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colleziono  solamente   ( in teoria  )   oggetti   che   hanno vissuto   , protagonisti   di storie   che solo io   conosco   grazie alle mie ricerche   ( e   ai miei viaggi ) .

le  aggiunte  fra  parentesi  sono mie  il resto  e  di Sergio Toppi    qui sotto  una sua intervista  con alcune sue  tavole






Senza titolo 1413

  LA CONOSCETE LA FIABA LA TARTARUGA STREGATA ?  :-)


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27.3.09

Il venditore di cantari - 1

Il venditore di cantari



CANTARU (CANTARO, VASO DA NOTTE) stava, generalmente, vicino al letto


venditore di cantari


Prima di parlare dei mestieri di un tempo, oggi scomparsi, nell'entrare così nella cultura materiale del popolo palermitano e siciliano in senso lato, è doveroso fare un cenno ad uno scienziato che ha, verso la fine del XIX Secolo, raccolto e sistematizzato una quantità enorme di documenti e oggetti relativi al folklore e alla vita della gente in Sicilia, di questo patrimonio si servirono letterati come Capuana e Verga e la sua intelligenza luminosa apri la strada ad altri come Salamone Marino. Giuseppe Pitrè, medico e scrittore palermitano, del 1800, nacque nel 1841 e morì nel 1916, raccolse con sistema da scienziato le memorie e il folklore popolare e la sua "scienza" che ancora oggi qualcuno chiama letteratura, a mio avviso ciò non è quanto il Pitrè, scienziato dell'etnoantropologia e del folklore ha elaborato, ha realizzato, comunque, e su questo tutti concordano  la strada principale per lo studio della storia e della cultura popolare che nasce dal genius materiale che si esplica in forme eclettiche, ma riconducibili ad un pensiero, ad una cultura e al suo stesso rapporto con l'esistenza, il potere, la religione e le arti in genere e che promana da un popolo. Studiò il  folklore, quindi, non come un letterato, ma con il pensiero positivo della relazione con le condizioni e le cause che facevano di un  luogo e di una gente un modo di rappresentazione singolare.  Pitrè, come ha sottolineato Giuseppe Cocchiara, già preside della Facoltà di Lettere a Palermo – con la sua opera monumentale resta pietra miliare per la ricchezza e la vastità d'informazioni nel campo del folclore, in cui nessuno ha raccolto quanto lo studioso palermitano.


Tra le vecchie foto e i materiali raccolti nel Museo Pitrè a Palermo - Palazzina Cinese Favorita- ci sono anche i mestieri e uno di questi che era d'uso ai tempi in cui lo studioso raccoglieva i suoi reperti era quello del venditore di cantari. Il cantaro altro non è che un antesignano gabinetto portatile (un vaso da notte) era in maiolica o ceramica smaltata, generalmente bianco, ma ve ne sono anche di artisticamente decorati all'esterno. Il labrone orizzontale che lo faceva sembrare un cappello a cilindro sottosopra serviva da sicura e per le manutenzioni del caso.


Ugo Arioti


Africa: sull'efficacia dei preservativi nella lotta all'AIDS

In questa polemica mi porrei d’istinto sul fronte dei promotori del preservativo, tuttavia Immaginesono convinto che per una migliore comprensione delle cose occorra sempre cercare di superare i propri steccati inconsci e provare ad entrare un poco nello sguardo dell’altro. Specialmente in questo caso, considerato che la Chiesa fa Missione in Africa da lunghissimo tempo e ne è una profonda conoscitrice: mi sembra che ridurre la propria posizione a degli slogan scagliati contro il Papa connoti un elevato grado di ideologia ma soprattutto di pressapochismo (non posso fare a meno di notare anche il fenomeno reciproco).

Poiché il dramma dell’AIDS è troppo importante e impone di trovare le soluzioni più efficienti, penso che l’approccio migliore per capire sia un confronto il più possibile neutro e scientifico tra le strategie studiate dagli esperti di entrambi i versanti.

 
Recentemente un lettore del mio blog, con cui discutevo a proposito di global gag rule, mi ha segnalato alcuni lavori scientifici nell’ambito cattolico, dei quali i più interessanti sono quelli prodotti dal medico Filippo Ciantia, che vive in Uganda da quasi trent’anni e ha alle spalle numerosi articoli tra cui alcuni pubblicati su Lancet. (...)

(Continua su Le coordinate galat(t)iche)

Senza titolo 1412

  L'AVETE VISTO IL FILM IL VIAGGIO DI CAPITAN FRACASSA ?  :-)


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Come vedo la questione israele-palestina

Come   avevo precedentemente  promesso qui  su  queste pagine  qualche  giorno fa   rispondo  alle osservazioni, e   alle accuse   che  mi  vengono rivolte   su  :  d'essere  antisemita  di sinistra  e d'essere antisionista  .

  di faziosità   che mi vengono fatte  sulla   mia presa di posizione nel conflitto  palestinese -israeliano  

 Se essere contro le vittime  innocenti sia    che  siano (  come in questo caso  ) palestinesi  o israeliane  , o   difenderli ( la sressa cosa  direi se un simile trattamento  venisse fatto agli israeliani   , sia ben chiaro )   , allora  lo sono 


d'essere  antisemita  di sinistra  e d'essere antisionista  .

Quello   di questa   accusa  \ criticva  che mi  viene rivolta   che   mi dà più fastidio  perchè non   corrisponde  a verità  e  sono frutto di un pregiudizio e luogo comune ( d'altronde  è  questo il prezzo  che si paga  ad  andare  controcorrente  )  soprattuto l'equiparazione Antisemitismo=Antiosinismo o viceversa   priva   sia  per  le motivazioni dette  nel  post  precedente  ( vedere per l'url la riga precedente  )  prive , a   mio avviso di fondamento   perchè non sempre  l'odio   come  gli imbecilli che ne  bruciano la bandiera  in piazza    debba per  forza  essere  antisemita   ma  può essere  contro lo stato d'istraele   )  .
Inoltre io non sono   e mai sarò a prescindere   da  destra  o da  sinistra (  che  sono  entrambi   deprecabili e  vergognosi  , ma  non ne mettetre  vista   la loro diversità      sullo stesso piano    questi due   siti 1 2   lo spiegano chiaramente  )  perchè  esso è un collante  della pulizia  etnica   indipendentemente   che sia   sia  dal popolo \  grupo etnico   che  lo subisce  non mi piace   la  cultura  dell'odio   e  dela falsificazione   come è appunto l'origine  ( o  almeno uan d'essa  ) ed  è stata alimentata  e continua    tuitt'oggi  nonostante il falso storico  )  di tale  aberrazione  .

Per  quel mchje  riguarda   Antisionismo 
Dipende  dal significato  che  s'intende  attribuirne   alla parola antisionismo   
Si  lo sono
 Se per  esso s'intende  critica anche dura  ( ma   che rimanga nella dialettica e  nel  confronto rispettoso    e non  nell'insulto     e  nell'imbecillità  e mancanza di rispetto  come    quelli  che bruciano  bandiere in piazza  )   della  classe politica  o gli estremisti  religiosoi  israeliani  o  certa gente  con il paraocchi  , o criticarne  le  acquisizioni territoriali    illeggitime  dopo la  guerra  del   1948   e quindi   delle   altre guerre  O   come trattano  i palestinesi ( la stessa cosa    vale  per  hamas soprattutto le  frange  estreme   per  come  trattano gli israeliani ) . O dire  che  gli israeliani   sia i  governanti sia  coloro  che  gli appoggiano  o non s'oppongono   passano  da  vittime ( vedere la  loro diaspora o le  vittime   degli attentanti  palestinesi   )   a carnefici  (   come  quelli , no solo i nazisti ,     gli hanno per  anni maltrattati  )  usandone   come potete  vedee da questo  video qui sotto  (  uno spezzone  della  puntata   dell'8  marzo  " Guerre  "  del programma presa diretta   di Riccardo iacona  ) 







il  resto della puntata 
http://www.youtube.com/profile?user=abitcistv&view=videos&query=guerre


Mi scuso   con i miei due  amici  ebrei o di religione  ebrea   Marina dal monte  e Marco Battista   che allora mi domanda   come replicare  a tali acuse mi  ha   suggerito  questa risposta   ....  puoi forse rispondere loro la verità, cioè che le tue critiche sono di natura politica e riguardano i comportamenti tenuti nella storia recente dai leader israeliani democraticamente eletti; l'importante, credo, sia sottolineare in positivo un messaggio di amore per la pace e per gli uomini, i bambini non hanno né colpe né razza né colore politico e sarebbe forse un mondo migliore se venissero educati all'amore e alla convivenza civile invece che all'odio
   e  amici\che  che dov'essero ebrei o di religione  ebraica  o "sostenitori " in  buone fede   o  opportunisti bipartisan   ad oltranza  dello mstato d'israele  ,, ma non riesco a trovare  altro modo   per definire   tale obbietto comportamento  . l0o stesso discorso applicato   per israele  vale  anche  per  i terroristi e  fondamentalisti d'hamas  (  eccone    alcuni articoli di censurato splinder e   di panorama blog  quest'ultimo con gli articoli collegati  )   alcune sue  brutture 

NO   non lo sono 
 Perchè  1) non si può  e non sideve negare l'esistenza     ( orami  è  un fatto  ineluttabile  ed  innegabile  )  oltre  che un dato di fatto  ., 2) Il processo  , da me  prima sostenuto (   visto che  da più parti si dice   che  sia palestinesi che ebrei    derivino dallo stesso ceppo etnico  sia perchè   avrebbe evitato  dispute teritoriali  e visto  che in alcuni  territori israeliani    ci sono forti minoranze  di palerstinesi  e viceversa in alcuni  territori palestinesi  )  la soluzione  più giusta  mi sembra  due popoli  e due stati   .

Molti mi chiedono come  risolveresti il  problema  ?   da  profano   e non da esperto  di politica  estera  \ internazionale    ne  da politiko   dico  che  secondo  me    occorre  che 




  1.  i palestinesi     che  istraelianoi     riconoscano l'esistenza   dei rispettivi  stati

  2. sia  abbattuto il muro   e sia  dato a palestinesi   che lavorano di  muoversi  senzaa  gli asfissianti  controlli  e  divieti 

  3.  si riparta    dalla risoluzione onu del  1948 o  dagli accordi    firmati da  rabin e  da  arafat  nel 1992 o da  zero e  siano gfatti rispettare  da u na forzxa  di pace   mista

  4. con  gerusalemme   o  divisa   e i monumenti sacri  internzaionalizzati  e  neutri  o  interamente   stato autonomo  coem il vaticano   ma  con  con un amministrazione mista  israelo palestinese

  5.  o  ricominciare  da zero  ma partendo  da  tali pressuposti    di base


  con attendfo le vostre eventuali contro repliche

varie da maryforever.splinder.com/



PORDENONE, fino al 4 aprile




Dedica e' un festival incentrato su una grande personalita' della cultura; una rassegna che, partendo dall'impegno e dall'opera del protagonista, cerca di essere occasione di confronto e di dibattito che coinvolge non solo specifici ambiti culturali e geografici. L'anno scorso c'e' stata la grande cantante Miriam Makeba "Mama Afrika"e, tra gli altri, la scrittrice Nadin Gordimer.



Dedica 2009 sara' incentrata sullo scrittore newyorkese di origine polacca Paul Auster, conosciuto a livello internazionale con la Triologia di New York, composta da Citta' di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa, delle detective-stories ambientate in una Grande Mela surreale e misteriosa. Auster scrive anche per il cinema, verra' quindi ricordata anche questa sua attivita' di autore e regista.



Maggiori informazioni sul sito dedicato: www.dedicafestival.it




 


 


 


                                                              VENEZIA ED I SUOI SPLENDORI


 


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CASA DEI CARRARESI


TREVISO


fino al 5 aprile 2009


 


Antonio Canal, detto Canaletto,il piu' grande vedutista veneziano del Settecento Europeo, in questa mostra trevigiana e' rappresentato con numerosi capolavori.


Figlio di un pittore e scenografo,Canaletto divenne presto famoso internazionalmente per le sue prospettive.


Straordinario per la profondita' spaziale, la sua lucidita', la precisione ottica certosina ed ineguagliabile. La fama che acquisto' con le sue vedute da cartolina si moltiplico' anche grazie ai numerosi visitatori che si recavano a Venezia in occasione del suo aspetto gaudente.


 Anche allora il Carnevale era un'attrazione calamitante, cosi' come le feste per le ricorrenze dei Santi che si tenevano nei campielli e nelle calli. Molti volevano conservare un ricordo dell'aspetto della  meravigliosa citta' lagunare, cosi' che i vedutisti videro le commissioni aumentare, soprattutto da parte dell'alta aristocrazia inglese, che considerava quasi un obbligo sociale avere una veduta veneziana da sfoggiare nelle proprie dimore.


 Come viene dimostrato alla mostra, Canaletto per queste vedute stupefacenti, si serviva di mezzi scientifici, ricorrendo sia alla camera oscura che a qualche marchingegno per aiutare la mano ad essere ferma, precisa, senza alcuna sbavatura.


 Molti quadri ritraggono il Bucintoro, la colossale nave, esclusivamente da parata, che serviva per la cerimonia durante la quale il Doge gettava in acqua un anello nuziale, per suggellare il matrimonio di Venezia con le acque e con gli oceani. Anche un profano puo' apprezzare "Il ritorno del Bucintoro nel giorno dell'Ascensione" per la perfetta messa a fuoco di tutti gli elementi, la grandiosita' dell'opera, la precisione architettonica, che consegna un'autentica foto smagliante della Venezia che fu.


Con la fama ed il successo crebbe anche la sua avidita' e il suo ego smisurato, facendolo diventare un continuo affamato di soldi e notorieta'. La sua arte fu ripresa, anche se con connatazioni del tutto personali, dal nipote Bernardo Bellotto, figlio di una sorella del pittore, il quale fu uno degli artisti del re di Polonia e divenne noto, tra l'altro, per le sue vedute di Varsavia.


 


 


 


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 IL BUCINTORO NEL GIORNO DELL'ASCENSIONE




 




A causa della guerra di successione austriaca, nel 1746, Canaletto vedeva diminuire drasticamente le committenze dei viaggiatori, suoi principali aquirenti e accetta di recarsi a Londra, dove era stato piu' volte invitato.A Londra rimarra' fino al 1755 per poi rientrare nella citta' lagunare in maniera definitiva.Dopo una lunga malattia l'artista muore il 18 aprile 1768 e viene sepolto nella chiesa di San Lio.


 


 





                                NON SI TROVA CIOCCOLATA





Lettere di bambini jugoslavi


nell'orrore della guerra






 








a cura di GIACOMO SCOTTI


e MARIO LICCIARDI


Prefazione di RITA LEVI MONTALCINI



 


 




non si trova cioccalataNei territori dell'ex-Jugoslavia sconvolti dalla guerra nel conflitto del 1992, i bambini della Bosnia-Erzegovina e  dei luoghi teatro della carneficina scrivono dolorose e tragiche testimonianze, sottoforma di letterine,  poesie e disegni, da consegnare ai bambini italiani. Dai campi profughi e dalle zone devastate osservano impotenti l'assurdita' della guerra e riflettono sul comportamento di quelli che sono i nemici. Con il candore tipico dell'infanzia viene descritta la sofferenza per la paura delle esplosioni, la solidarieta' per gli amici ora "nemici" per questioni etniche,la disperazione per i morsi della fame. Dipende dalla guerra devastante anche se "non si trova cioccolata", come innocentemente scrive uno di loro, sottolineando il carattere delirante e spietato che ogni guerra porta con se'. Riporto una poesia scritta da Oleg Parenta, ottava elementare, di Spalato.



FATE CESSARE LA GUERRA


Almeno i bambini non uccideteli,


fate cessare la guerra, fatelo per i bambini,


perche' potrebbero trovarcisi


anche i vostri bambini...


Chi ci ha rubato i sogni?


Mi chiedo dove siamo,


che cosa e' successo con l'uomo.


Ma questa non e' una domanda,


ed anche se lo fosse


non potrei rispondere,


perche' io faccio la guerra solo con la poesia,


e nella poesia nessuno viene ucciso.


Dove si sono nascosti gli uccelli


fuggendo da noi?


C'e' un raggio di speranza


nei miei occhi ammazzati...





                                       IL DIAMANTE BIANCO



FILM DOCUMENTARIO


REGIA: WERNER HERZOG



Questo film documenta il sogno di volare che, da tempo immemore, ha spinto l'uomo a desiderare quasi di trasformarsi in uccello per veder realizzare la propria aspirazione, compiendo azioni ardite, affidandosi all'ingegno e alla creativita'. Il regista Werner Herzog accompagna con la telecamera l'ingegnere inglese Dorrington, da sempre animato dalla passione del volo con dirigibili ultraleggeri, dal suo hangar in Inghilterra fino alle cascate del Kaieteur in Guyana, in mezzo alla foresta pluviale, nell'impresa di sorvolare la giungla.


Dorrington all'eta' di 14 anni ha perso 2 dita di una mano giocando con un razzo, in seguito ha subito la perdita di un compagno di avventura e ha registrato diversi insuccessi, ma non e' bastato a farlo desistere dalla sua sfrenata passione per il volo in dirigibile.


Sorvolare " a pelo d'albero"la giungla, osservare le superbe cascate dall'alto, assistere da vicino al volo di un milione di rondoni che volteggiano al cospetto della forza travolgente ed affascinante dell'acqua che scorre incessante e copiosa,  resta comunque un sogno da perseguire nonostante tutte le difficolta'. Herzog segue pazientemente la realizzazione della mongolfiera anche quando i risultati tardano a venire, ma la realta' della bellezza della natura prende il sopravvento e si abbandona ai luoghi, alle persone che trova durante il percorso, alle loro storie, poetiche e suggestive.


Il documentario e' ricco d'immagini spettacolari e originali, la musica che le accompagna  toccante, la natura regina incontrastata.



KAIETEUR_FALLS


 




 
                                   CANTO DI RIVOLUZIONE



LANCE HENSON



SAND CREEK





sand creek


Questo libro contiene la Poesia e la Storia degli Indiani, scaturita dal massacro di Cheyenne e Arapaho nel sanguinoso conflitto del 1864.Lance Henson e' un poeta di origine Cheyenne che vive tra Albany (Ny) e l'Italia, da' voce al suo popolo oltraggiato e barbaramente sterminato.


E' un componente della piu' importante confraternita di guerrieri del popolo Cheyenne, formata da quanti si votavano alla morte per la salvezza del proprio popolo.


Quella mattina del 29 novembre 1864 nel freddo e nella neve dormivano 350 donne con i loro bambini  e 165 guerrieri Cheyenne. All'alba 700 giubbe Blu con 6 cannoni


circondarono il villaggio. Inizia cosi' la storia sanguinosa di Sand Creek.



 



 Quando il sole alzo' la testa fra le


spalle della notte c'erano solo cani


e fumo e tende capovolte


tirai una freccia al cielo per farlo


respirare


tirai una freccia al vento per farlo


sanguinare


la terza freccia cercala nel fondo del


Sand Creek



FABRIZIO DE ANDRE'


 





                                 IPSE DIXIT


 


"Ignazio Marino e' un cattolico?


Questo lo sapra' solo Dio"


Paola Binetti- Leader Teodem



"Il mio emandamento per risarcire i danneggiati da sangue infetto e' passato.


Anche questo per me e' assistere i malati"


Ignazio Marino- Chirurgo e deputato Pd






                       LA GUERRA DEI FIORI ROSSI



LITTLE RED FLOWERS



Questo film e' tratto da un romanzo di Wang Shuo, uno scrittore ribelle della letteratura cinese; ha  carattere  semi-autobiografico. Il periodo e' quello della meta' del 900, quando la dittatura cinese seminava l'angoscia tra i suoi cittadini sin dalla primissima infanzia.


Qiang e' un bambino di 4 anni che viene recluso in un asilo-lager a Pechino perche' i genitori sono troppo impegnati dal lavoro per poterlo accudire. La vita in comunita' e' organizzata in modo ferreo e non permette deroghe, i sistemi educativi discutibili, punitivi e i ribelli costretti alla derisione collettiva.


Ogni comportamento corretto viene premiato con un fiorellino rosso di carta appuntato alla lavagna in corrispondenza del nome del bambino, ogni trasgressione punita con la sottrazione di un fiorellino. All'ingresso  alla vita collettiva c'e' il taglio dei capelli per evitare il contagio dei pidocchi( "via un codino per un fiorellino") e la vita quotidiana non lascia spazio alla fantasia e creativita' dei bambini, ma e' scandita da regole precise da non infrangere per non vedersi togliere fiorellini. Qiang e' insofferente alle regole, conduce una battaglia personale contro i diktat delle maestre e per questo viene isolato, combattuto, emarginato e reso colpevole della sua diversita', seppure in tenerissima eta'.


La guerra dei fiori rossi e' un film contro la follia idiota e la miopia dei sistemi educativi rigidi e inquadrati che tarpano le ali alla fantasia, al crescere puro e spontaneo tipico della fanciullezza.





                                L'INDIA, L'ELEFANTE E ME



GIANCARLO DE CATALDO



Dopo i grandi reportage di Pasolini, Moravia, (e in tempi piu' recenti Rampini) ecco un'altro viaggio in India di uno scrittore italiano attento come Giancarlo De Cataldo, che , mentre la globalizzazione sconvolge le mappe ed i confini economici e sociali del globo, osserva da viaggiatore il sub-continente.


Scrittore, traduttore, e' giudice presso la Corte d'Assise a Roma. Con moglie e figlio adolescente al seguito, decide di raccontare la nuova India, la piu' grande democrazia del mondo, tuttavia poggiata su un millenario ed intonso sistema di caste. Il suo diario da turista, seppur documentato, riserva tratti di comicita' e racconta l'avventura introspettiva di una famiglia che, suggestionata dall'esotismo di Salgari, ne ritorna arricchita spiritualmente, mescolando il proprio vissuto di dolore a quello delle folle di disperati.


Molto belle le pagine riservate a Varanasi, la citta' santa, che aprono l'orizzonte al rapporto con la morte, quel segreto ben custodito dagli indiani , cosi' lontano dalla nostra civilta' capitalista, dove la morte e' cosa da rimuovere o da nascondere. 


De Cataldo nel suo libro "L'India, l'elefante e me", colpito dal dolore piu' grande, qual'e' la perdita insopportabile di un figlio, segnala che laggiu', in quello sconfinato Paese, c'e' un mistero, un mistero insondabile, ma che vale la pena di guardare da vicino per poter essere metabolizzato.





                    GIORDANO BRUNO E IL ROGO DELLA RAGIONE




Ora che il contrasto tra fede e ragione e' tornato di grande attualita', diventando in maniera sempre piu' accesa terreno di scontro culturale e politico, l'elogio al pensiero antidogmatico e della liberta' della scienza s'impone, ricordando anche un lontano passato.


Oltre 4 secoli fa, l'8 febbraio 1600, si concludeva il processo a Giordano Bruno.


Filosofo, frate domenicano e scrittore Giordano Bruno, per  aver deciso di non abiurare, tra le altre cose, di aver sostenuto che la Terra si muoveva intorno al Sole, il Sant'Uffizio di Roma lo ha condannato al rogo. L'Inquisizione l'ha fatto bruciare vivo per eresia, ma lui sosteneva che "forse tremate piu' voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla".


Pochi giorni dopo il pronunciamento, il 17 febbraio, con la lingua chiusa in una morsa attanagliante per impedirgli di fare proclami irriverenti, si e' accesa la pira a Campo de' fiori, oggi una delle piu' belle piazze di Roma.


Bisognava certo aver fegato da vendere per immolarsi ad un sacrificio cosi' grande, ma lui aveva una risposta ragionevole per ogni accusa. Ai giudici che lo accusavano di essere eretico rispose che i Padri della Chiesa " erano poco attenti alle cose della natura".


Il suo argomentare e' lucidissimo  e  vale anche per oggi, applicabile persino a temi difficili quali il testamento biologico.





         LA CONQUISTA DELL'AMERICA. IL PROBLEMA DELL'ALTRO


 


 


 


 La conquista dell


 


 


 


 



Tzvetan Todorov e' un filosofo di origine bulgara trasferitosi a Parigi negli anni'60. Questo saggio e' del 1984 ed e' il frutto di ricerche di tipo filosofico-antropologico che hanno riguardato il colonialismo nel Sud-America ed il genocidio degli Indiani nel XVI Secolo.


Il saggio e' diviso in 4 parti: scoprire, conquistare, amare, conoscere.


Todorov ripercorre le sanguinose e devastanti vicende che hanno decimato le popolazioni dei Caraibi e del Messico in seguito alla scoperta di Cristoforo Colombo del Nuovo Mondo.


L'universo mentale di Colombo era quello di chi catturava degli indiani per completare una specie di collezione da naturalista, "l'altro" era ridotto al rango di oggetto da studiare;  chi e' venuto dopo di lui, ad esempio il terribile Cortès,non possedeva lo stesso punto di vista, ma nemmeno considerava gli indiani dei soggetti nel pieno senso della parola, cioe' paragonabili all'"io" che lui concepiva.Verso la fine del XVI Secolo si e' svolto un vero massacro, un'ecatombe da record, un genocidio che non ha conosciuto uguali in termini assoluti, perche' la popolazione del globo venne diminuita di 70 milioni di esseri umani.


Attraverso una gran mole di scritti, relazioni e cronache circostanziate di Cortès, Las Casas, Duràn, Sahagùn, tra i piu' grandi colonizzatori a vario titolo dell'epoca, Todorov analizza non solo gli scontri devastanti tra 2 civilta' completamente differenti, ma anche la scoperta e l'impatto con "l'altro". 


Anni fa ho visitato il Messico e Cuba e leggendo questo interessante saggio sono riafforati alla memoria tanti fatti storici che la nostra guida turistica, l'eccellente Antùn, ci aveva illustrato in maniera competente e dettagliata.Fiero di essere un indios, ammirato dai suoi antenati, artigiani abilissimi, grandi conoscitori dei fenomeni della natura,anche se la loro appartenenza alla serie delle "curiosita' naturali" non e' del tutto dimenticata.






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  VI PIACE IL CANTANTE ALAIN CLARK ?  :-)


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Vrindavan, in India, la città-lager delle vedove bambine....

Nella CASA DELLE VEDOVE, le più coraggiose vi arrivano da sole, sognando di raggiungere il paradiso dove saranno  liberate dal ciclo della morte e della rincarnazione.


Ma la maggior parte viene accompagnata, o meglio «scaricata» a sua insaputa, dalla famiglia del marito, ormai defunto.


Con lui del resto hanno perso tutto, persino il cognome da sposate.


Eppure a portare a Vrindavan migliaia di donne ogni anno non è tanto la fede, ma la disperazione. Questa cittadina dell' Uttar Pradesh, 150 chilometri a sud-est di Nuova Delhi, da 500 anni è un rifugio per le donne spogliate di tutto che qui vivono, se va bene, di elemosine e offerte.


 


Un lungo purgatorio in terra, un viaggio senza ritorno verso l' oblio: a casa non arriverà neanche la notizia della loro morte.


Vrindavan, una città santa quasi tutta per loro: su 56 mila anime, quasi 15 mila sono vedove.


Un abitante su quattro.


Cinquemila in più rispetto a dieci anni fa.


A lanciare l' allarme è il rapporto del Fondo di sviluppo dell' Onu per le donne e Guild of Service, organizzazione umanitaria laica indiana.


Rifiutate dalle famiglie d' origine, diventate un peso per quella del marito, praticamente impossibilitate a risposarsi, le vedove si ritrovano a vagare come fantasmi tra i templi per guadagnarsi da vivere: tre rupie (6 centesimi di euro) e una ciotola di riso per 4 ore di canti e preghiere al giorno. È anche per questo che Vrindavan è segnalata dalle guide: le donne avvolte nei loro sari bianchi, che mendicano nelle strade polverose e cantano «hare Krishna» nei 5 mila templi della città, sono diventate senza volerlo delle attrazioni.


Molte sono giovanissime, andate in sposa da bambine a uomini più vecchi con il culto (diffuso) delle vergini: una bocca da sfamare in meno in casa.


A Vrindavan 2 su 5 sono convolate a nozze prima dei 12 anni e quasi una su tre è rimasta vedova prima dei 24.


Del resto si stima che nel Subcontinente 1 indiana su 4 convoli a nozze prima dei 18 anni previsti dalla legge e che quasi 1 su 5 prenda marito sotto i 10.


Rimaste sole, un tempo le bruciavano sulla stessa pira dell' uomo.


Ora, almeno, vivono. Rifugiate negli ashram. Dove però soprattutto se giovani vengono sfruttate sessualmente da chi dovrebbe proteggerle.


 


Della città delle vedove parla un film:


“Water, il coraggio d’amare” per la regia di Deepa Mehta.


Patrocinato da  Amnesty International e inserito  nella campagna di sensibilizzazione  "Mai più violenze sulle donne" .


 La pellicola è stata e candidata all'Oscar 2007. Water. Il coraggio di  amare è un film toccante e con una messa in scena accurata e coinvolgente. Un film che si colloca nella tradizione del miglior cinema di impegno civile.

India, 1938: Chuyia è una bambina di otto anni, con lo sguardo, la spontaneità, la voglia di giocare di qualsiasi coetanea, solo che lei è diversa:


è una baby-sposa, a cui, per colmo di sfortuna, muore il marito.


Così, come prescrivono i rigidissimi rituali religiosi indù, la piccola è costretta a lasciare la famiglia e l'adorata mamma, per essere segregata in una "Casa delle vedove":


una sorta di lager dove - tra amicizie, umanità dolente, prostituzione occulta, divieti di ogni genere - finirà, dopo l'ennesimo trauma, per perdere definitivamente l'innocenza e tutta la luce che aveva negli occhi.


La denuncia della regista si fa aspra e inflessibile:


la vedovanza che impone alle donne indiane di allontanarsi dal resto della società, le trasforma in fantasmi abbandonati da tutti, riunite dalle lacrime per una vita passata, spesso infelice, ma sicuramente più libera.


L'arrivo nella casa delle vedove di una piccola bambina  mescola destini e scatena passioni, sentimenti di tenerezza e desideri appropriativi.
Film-denuncia e set bruciato…


Lavoro osteggiato dalle autorità bengalesi e preso di mira dai fondamentalisti indù che distrussero il set e minacciarono di morte la Metha e le attrici.


Il governo interruppe la produzione per questioni di pubblica sicurezza e dopo 4 anni le riprese ripartirono in Sri Lanka segretamente.

Il re topo

ho passato tutta la notte al cesso,le braghe posate sul pavimento,le mutande celate,ho passato tutta la notte a pregare,disperatamente informe,sgranando la speranza in ogni sua sostanza,sperando in una risposta,ma solo rumori di scarico. ora che mi guardo allo specchio,mi duole il culo,le gambe addormentate a fatica mi tengono in piedi,nella disperazione mi viene quasi di insultare,di bestemmiare,mi chiedo perchè non c'è qui dentro una croce,eppure ci sono tanti chiodi. le occhiaie ai bordi dei miei occhi,sembrano balconi,non s'affacciano più le lacrime,come vampiri,si nascondono dalla luce del sole e come un pozzo prosciugato,tiro su con il naso,sperando di sputare quel morbo che m'anela l'anima come una iena,ma solo catrame e sangue. mentre guardo le poche onde,che s'impattano nella vasca,sputo un mosaico di cerchi concentrici,che toccano il fondo svanendo,come le mille preghiere che speravo fossero miele ed invece son fiele mero. ancora mi chiedo,che senso abbia tutto questo,conscio di avere le risposte,nascoste sotto la pelle,dietro ai buchi dove m'iniettavo solitudine da 20,00 euro,ma niente,gli stolti vivono nel passato,i saggi nel presente,i criminali a ridosso al futuro........poche note di colonia,macchiano il lavandino,sembrano colluttorio,forse i becchini usano il colluttorio per togliersi di dosso l'odore della morte,a me non resta che scavare in quelle ferite di cui non conosco il nome,eppure mi porto addosso,sperando di non finire in croce come il re topo. è ora di andare ho lasciato troppo tempo scorrere dal rubinetto,se fosse sangue sarei morto da un pezzo ed invece è consumismo che non regola la ragione e come tanti altri mi tiene senza potere per ristagnarmi nel dolore........"Sorridete stronzi vi lascio un bicchiere,non andate a chiedere agli altri...............Non è vita se non la vivi,non è morte se non l'accetti"

 




volano le

foglie fino

a planare su

d'un mare d'erba

verde come il

corallo sott'acqua

lapilli distratti

avvolgono

l'aria sembra

una danza

ancora un sogno

un indissolubile

sfogo ad occhi

chiusi come

quando mi

baciavi al buio

delle stelle al

suono di candele

allegre che di

gioia piangevano

a volte come se le

ossa si polverizzassero

rimango sul

posacenere dei

posamano a

pensare a quanto

affondavo

mentre ti amavo

ma è solo la

cenere a colorare

il vento ed il

cielo nel suo

riflesso si illumina di

quel vuoto che

senza te è destino

e mai deserto

Senza titolo 1410

  L'AVETE LETTO IL LIBRO IL BAMBINO CHE SOGNAVA LA FINE DEL MONDO ?  :-)


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26.3.09

Senza titolo 1409

  VI PIACE LA CANZONE SABATO POMERIGGIO !  DI CLAUDIO BAGLIONI ?  :-)


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Senza titolo 1408


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CARO UOMO....
        


      ........In questa pagina ci è stato fatto un grande dono, quello di
      poterti scrivere almeno per una volta. Non sarà facile per chi come noi
      parla solo col linguaggio dei sentimenti, ma proveremo a sfruttare questa
      opportunità, cercando di venirti incontro ancora una volta affinchè tu
      possa almeno ascoltarci. 




      Rispetta la nostra vita: noi siamo simili a te, perchè abbiamo uno spirito
      e siamo vivi. Sappiamo soffrire conosciamo la disperazione e
      l'indifferenza.



      Non ti chiediamo di dedicare tutto il tuo tempo a noi, non occorre, il tuo
      sguardo e le tue parole, una carezza ogni tanto e ci farai gli esseri più
      felici del mondo.



      Rispetta il nostro modo d'essere, non maltrattarci, non deriderci, anche
      noi abbiamo sentimenti e la tua crudeltà ci ferisce.



      Non abbandonarci dopo anni di vita insieme, conosciamo lo smarrimento, la
      paura e il dolore.



      Ascoltaci, perchè anche noi sappiamo parlare, ma il nostro è il linguaggio
      del cuore, del sentimento e della sensibilità.



      Per capire i nostri pensieri devi usare l'anima, per risponderci solo il
      tuo amore.



      Non occorre molto per farci felici, in cambio avrai la nostra vita, la
      nostra fedeltà e la nostra amicizia.



      Uomo, noi siamo gli animali, i tuoi fratelli più piccoli: dovresti avere
      cura di noi, proteggerci ed invece la tua mano troppo spesso si alza solo
      per colpirci ed ogni volta la tua crudeltà è sempre più grande.



      Non ucciderci, non usarci come cibo o come vestiario, non speriementare su
      di noi inutili torture, non abbandonarci, non cacciarci, non usarci nelle
      tue feste popolari, non chiuderci in gabbie per il gusto della tua
      curiosità,  non ifliggere inutili sofferenze. Non tramutare la nostra
      esistenza in una tortura continua. Siamo il tuo prossimo come tutto ciò
      che vive  e come te vogliamo solo rispetto e amore.



      Chissà caro Uomo se avrai capito questo messsaggio: fra poco noi torneremo
      nel nostro silenzio fatto di pensieri e sensazioni. Ricorda queste parole   ogni volta che i tuoi occhi si poseranno su uno di noi, non dimenticare
      che la vita è vita in ogni sua forma e come tale va amata.


(testo preso in rete)



Senza titolo 1407

Dimmi, vuoi giocare con me?
Giocare sempre,
andare nel buio insieme,
giocare ad essere grandi,
mettersi seri seri a capo tavola,
versarsi vino e acqua con misura,
giocare con perle, rallegrarsi per un niente,
indossare vecchi panni col sospiro pesante?
Vuoi giocare a tutto, che è vita,
l’inverno con neve e il lungo autunno;
si può bere un tè insieme
di color rubino e di fumo giallo?
Vuoi vivere la vita con il cuore puro,
ascoltare a lungo e temere ogni tanto,
quando sulla strada passa novembre
e lo spazzino, questo povero uomo,
che fischia sotto la nostra finestra?
Vuoi giocare ad essere serpente od uccello,
fare un viaggio lungo con nave o treno,
giocare a Natale, sognando tutte le bontà?
Vuoi giocare all’amante felice,
fingere di piangere, un funerale?
Vuoi vivere, vivere per sempre,
vivere nel gioco, che diventa reale?
Sdraiarsi tra i fiori per terra,
e dimmi, vuoi giocare alla morte?


Kosztolányi Dezső - Vuoi giocare?

Senza titolo 1406

  VE LA RICORDATE LA BMW 2002 CABRIOLET ?  :-)


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una storia d'amore all'hotel erotika puntata 3

 per  chi   avesse  perso    le  prime duie puntate  le  trove  quiqui 

                               SOTTO LA  DITTATURA 

Contemporaneamente nel paese  si   respirava   un aria plumbea  e  triste   dato che alla  guerra  civile  era  subentrato l'ennessimo, nel  giro di  due  anni ,  governo  personale   .
Inizialmentte  , come  d'altronde capita  in tutte le dittature ,  ci  fu pace  e qualche   "contentino " al popolo  . Perchè   tutte  le  dittature  almeno all'inizio hanno bisogno del poolo 
Ma poi la sete di potere   porto ad una durissima  repressione del dissenso ( non   solo  politico , ma  anche   culturale    e linguistico  )  e al  genocidio totale   o quasi del gruppi etnici   avversi  e  delle altre minoranze presenti  nel paese    con tutte   quello che  ne  consegue  , fosse  comuni  , capindi detenzione  , pulizia   etnica  , ecc
Inizialmente  la missione e le  zone  circoscanti  comprespo  l'hotel  erotika  furono immuni  della  violenza  repressiva  e sanguinaria   del  nuovo regime   , forse  per  non inimicarsi troppo la chiesa  locale   . Esse  ospitavano   profughi  e gente     scampati  ai massacri  e   anche   alcuni oppositori internazionali e  nazionali  conosciuti all'estero  . Il regime aveva   reso obbligatorio  per  noi laici  , e poi sucessivamentre  anche per  gli  per   gli esponenti   del clero  cattolico  inizialemnte  eclusi    per  tenersi  buoni    il Pongtefice  e le  gerarchie Vaticane  , la tessera   del regime  e  il giuramento  . Questo influi  anche  sul nostro lavoro   Infatti , oltre  a  dover  curare ,cosa normale  per noi medici  ,  fu poi   obbligatorio   per  legge   dare    precedenza  ai  sgherri e all'entourage del "governo"   e  lasciare   gli altri   e denunciare  in  violazione del giiuramento di  socrate   gli altgli oppositori , pena  la  radiazione  , il carcere    e la ttortura  ,    e nei casi più gravi la  condanna  morte   .  Inoltre  la  situazione  e la nella scarsezza   e rarità  sempre  più frequente  di medicinali e macchinari medici  , dovuta  all'embargo    di alcune  nazioni straniere . Questa  dramnatica situazione   mi costrinse  , per  poter svolgere   sia dal punto di vistra professionale   ed  etico il mio ruolo di medico , a  barcamenarmi   su una sottile linea  di confine  fra legalità ed  illegalità per  rispettare  il   codice    deontologico   di noi medici . In pratica mi sentico ogni volta   come un equilibrista  su  filo  o come quelle  persone  che   , come diceva  una  famosa  scrittrice  di non ricordo se  africa  o di quale  nazione   : <<   se  riesco a camminare  esattamente  lungo questa  fine di mattonelle  ... .>> .  Ora Non so  , forse perchè  troppo attaccato  alla popolazione  e  agli appartenenti della  missione  che  consideravo come la  mia famiglia , e  alla nostalgia  all'hotel erotika  che  le  varie  dittature   non demolirono  perperchè era  un simbolo per  popolazione , ma  lo lasciarono andare in rovina    vietandone  ogni ristrutturazione    e facendo si   che crollasse da  solo   e  cadesse  nell'oblio   dale  menti  degli abitanti del  luogo  .  Non so  coem feci  a reistere  e a rimanere nella missione   nonostante  la  chiesa    si elgasse   sempre  più al regime e  metesse  in  condizioni    , queollo che  in occidente  chiamano  mobboing  ( ma   io preferisco  chiamare  discriminazione     )  i non credenti  o   come  nel mio caso i laici credenti  . Ecco quindi che mi   trovo    in questa  sistuazione  fra  illegalità  e legalità  proprio coem  la  famosa  canzone  " Clandestino "  di Manu Chao che  si sentre  la notte  in una  dele  , ormai sempre  più rade   ,  radio  clandestinen     e libere  , 

Senza titolo 1405

  QUESTO E' UNO SCOOTER PEUGEOT GEO SV 50 CC !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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Che scrivere...


Roma13Immagine di franca bassi "Pantheon"


 


« Volli che questo santuario di tutti gli dei rappresentasse il globo terrestre e la sfera celeste, un globo entro il quale sono racchiusi i semi del fuoco eterno, tutti contenuti nella sfera cava »


(Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano)








Che scrivere...quando arriva
la morte a uno di noi?
Conosco molte storie vere
che sono anche  tanto tristi.
Ormai viviamo  sempre più soli
in un mondo sempre  più virtuale.
Anche se incontri  un tuo figlio
persone che conosci da sempre
non  hanno più tempo per un sorriso
hai dimenticato il tono della loro voce
e per fortuna ti resta vicino un amico
e questo spazio  chiamato "virtuale".
In questo spazio ci trovi  il conforto
uno scritto un'immagine colorata
che ti  strappa anche un bel sorriso
Un giorno capiterà anche a noi.
Non ci sono rimpianti
qualcuno che resta parlerà e scriverà  di noi.
Chi farà un post con tanti fiori
chi commenterà con frasi sincere
chi leggerà i  nostri scritti più belli.
Peccato! a qualcuno resterà il rimpianto
e si chiederà il perchè
non  ha trovato un frammento di tempo
per uno sguardo per una carezza!
La colpa  è  solo del tempo  galeotto
non si trova più lo spazio per la tenerezza
non c'è  tempo per scrivere una lettera
neppure per prendere  solo un caffè.
Tutto corre in fretta peccato...peccato!
Un giorno sicuro qualcuno
scriverà e parlerà di noi.


franca bassi


Roma 2


                                                            Immagine di franca bassi


Giovanni Ruccia - Gocce che riflettono

"Imprigionata in una goccia d'ambra, un'ape si nasconde, risplendente, prigioniera nel proprio nettare"

Così scriveva nel 1° secolo D.C il poeta latino Marziale in uno dei suoi più celebri epigrammi, un genere poetico di cui l'ultimo delizioso lavoro di Giovanni Ruccia mutua sapientemente la rarefatta icasticità, fondendola con la levità minimale degli haiku e i suggestivi cromatismi di gocce liriche cangianti, caleidoscopiche, mai identiche a se stesse. Proprio come quelle che sembrano danzare e volteggiare nella copertina della raccolta.


Nel solco di uno stile sempre più consolidato ed originale, ritroviamo, magistralmente incastonato tra micro-componimenti asciutti ed essenziali, un quadro figurativo di avvincente bellezza, scandito da immagini, chiaroscuri, riflessioni, memorie che si affastellano con pudore e quasi mistica sospensione tra le pagine dell'opera.


Una raccolta di aforismi poetici assolutamente convincente, attraversata da una tensione sottile e palpabile, dove le riflessioni sulla dimensione terrena sono dolcemente sublimate dal soffio del soprannaturale: un'opera vibratile, lieve e suadente, capace di cristallizzare gocce di autentica poesia ad ogni verso.


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Giovanni Ruccia ha svolto attività di giudice, fino alle cariche di consigliere di Corte d'Appello e di Presidente di Tribunale e di Presidente di Sezione della Giustizia tributaria regionale. Suoi articoli di carattere giuridico e di vario genere sono pubblicati su riviste specializzate. Ha esordito nel campo della poesia pubblicando nel 2005 la raccolta Sentieri di Poesie. Ha sempre mostrato interesse anche per l'Arte figurativa. Nel 2004 e 2005, insieme ad un artista-pittore, ha organizzato mostre di poesia e pittura. Nel 2007 con Edizioni Progetto Cultura ha pubblicato la raccolta di poesie Anelli e nel 2009 la raccolta di aforismi "Gocce che riflettono".


La lettura dei versi di Giovanni Ruccia aiuta a mettere in luce le potenzialità di un genere poetico, quello dell'aforisma, che, per la sua natura di riflessione concisa e diretta, può contribuire ad aprire spiragli sul mondo, sui più svariati aspetti della nostra sfaccettata realtà contemporanea, compresi quelli che non riguardano direttamente il nostro ego; senza che ci sia impedito di ritirarci poi seraficamente in noi stessi, e spingerci più oltre a meditare.


In apertura della raccolta si intravede il tema dell"alternanza", morfologia degli sdoppiamenti dellio e nellio, che sperimenta il prolungamento-ricongiungimento con se stesso, come lombra che proiettandosi si propaga, e viene poi riassorbita nel corpo.


Grazie a TV Monti: www.montitv.it