13.11.08

Adesso puoi riposare in pace cara Eluana


La Cassazione ha respinto il ricorso della Procura di Milano contro la Corte di Appello del capoluogo lombardo sul caso di Eluana Englaro. Il ricorso, dicono le sezioni unite civili della Cassazione, è inammissibile per "difetto di legittimazione".
La Corte d'Appello aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione tramite sondino naso-gastrico, che tiene in vita la giovane donna.Eluana quindi può morire, 16 anni dopo l'incidente stradale che l'ha ridotta in uno stato vegetativo permanente."Viviamo in uno Stato di diritto", è stato il primo commento del padre
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AL SUPERMERKATO DELLA STORIA SI SVENDONO I MITI E GLI EROI DEL XX SECOLO: IL CHE

AL SUPERMERKATO DELLA STORIA SI SVENDONO I MITI E GLI EROI DEL XX SECOLO: IL CHE

 

di Ugo Arioti

 

Da ragazzo mi appassionavo ascoltando la “Chanson de Gest del Che”, alias Ernesto Guevara, argentino caliente, partito da casa con una strampalata motocicletta e con la borsa da medico, per un sogno rivoluzionario.

Rivedevo l’epopea garibaldina in quella magnifica figura di uomo.

Un uomo che perseguiva l’obbiettivo di battere l’imperialismo statunitense nell’America latina, dove gli agenti delle multinazionali e dei potenti del mondo riducevano i popoli in schiavitù, animali da soma per le miniere di piombo, stagno, argento che arricchivano e consolidavano l’occidente capitalista.

Un uomo certamente spietato, prima con se stesso e poi con i suoi uomini.

Un uomo scomodo, anche per “ il grande Soviet Comunista”; certamente un uomo fuori dagli schemi e dai tatticismi.

 

Il Che non era per noi ragazzi solo l’effigie stampata in tanti vessilli di Sezione dai giovani comunisti, il Che è la STORIA del nostro Secolo, la nostra.

La rivoluzione cubana era un pezzo di quella Storia, il “Barbudos” luogotenente di Fidel, Ernesto Guevara detto il Che, che da semplice medico diventa un guerriero intelligente e spietato con la presa di Santa Clara  diventa il principale protagonista della vittoria sul dittatore Fulgencio Batista.

Ma prima era stato il difensore del governo progressista guatemalteco di di Jacobo Arbenz, e il medico rivoluzionario di cui raccontavano i contadini messicani.

Ed è proprio in Messico che fra il 1955 e il 1956, quando il sonno e la pappa erano il mio quotidiano, che Guevara conosce Fidel Castro.

Poi resta il ricordo, quasi sbiadito di una giornata di Ottobre del 1967, quando sull’altipiano Boliviano, quello che era stato la culla di un altro grande eroe sudamericano, Simon Bolivar, veniva ucciso dagli agenti capitalistici che la CIA aveva sguinzagliato per eliminare il problema della guerriglia che disturbava gli affari dei potenti.

 

Si accetti la sentenza sul caso Englaro

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione :

“Finalmente la magistratura ha chiuso il caso Englaro secondo i principi generali del diritto, secondo la stessa normativa internazionale e secondo le attese della famiglia di Eluana.
Non condividiamo le mobilitazioni a favore della vita che sono state fatte e che si faranno, contestando le sentenze della magistratura. La situazione di fatto di questa povera ragazza, strappata alla vita nel fiore della giovinezza, vince qualsiasi argomentazione di segno contrario.

Ci meravigliamo, con sofferenza, della linea delle autorità ecclesiastiche. Essa ci sembra ideologica, tesa a difendere principi, del tutto astratti, che noi riteniamo lontani dal messaggio di libertà, di umanità e di rispetto delle vita e della morte che sono contenuti nel Vangelo.

Nel mondo cattolico si stanno diffondendo posizioni diverse dalla pretesa ortodossia indicata dai vertici della Conferenza Episcopale. Ne sono testimonianza le 856 adesioni al documento che si allega (si veda http://appelli.arcoiris.tv/Eluana_Englaro/).

Si torni a ragionare pacatamente, non si faciliti su questa vicenda nel nostro paese, che ha altri gravi problemi di cui occuparsi, un clima di scontro che è gravemente dannoso alla società e alla stessa funzione evangelizzatrice che è compito della nostra Chiesa”.

Roma 13 novembre 2008


 


 

Si accetti la sentenza sul caso Englaro. Lo richiede il messaggio di libertà,di umanità e di rispetto della vita e della morte contenuto nel Vangelo

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione :

“Finalmente la magistratura ha chiuso il caso Englaro secondo i principi generali del diritto, secondo la stessa normativa internazionale e secondo le attese della famiglia di Eluana.
Non condividiamo le mobilitazioni a favore della vita che sono state fatte e che si faranno, contestando le sentenze della magistratura. La situazione di fatto di questa povera ragazza, strappata alla vita nel fiore della giovinezza, vince qualsiasi argomentazione di segno contrario.

Ci meravigliamo, con sofferenza, della linea delle autorità ecclesiastiche. Essa ci sembra ideologica, tesa a difendere principi, del tutto astratti, che noi riteniamo lontani dal messaggio di libertà, di umanità e di rispetto delle vita e della morte che sono contenuti nel Vangelo.

Nel mondo cattolico si stanno diffondendo posizioni diverse dalla pretesa ortodossia indicata dai vertici della Conferenza Episcopale. Ne sono testimonianza le 856 adesioni al documento che si allega (si veda http://appelli.arcoiris.tv/Eluana_Englaro/).

Si torni a ragionare pacatamente, non si faciliti su questa vicenda nel nostro paese, che ha altri gravi problemi di cui occuparsi, un clima di scontro che è gravemente dannoso alla società e alla stessa funzione evangelizzatrice che è compito della nostra Chiesa”.

Roma 13 novembre 2008

Senza titolo 1032

INUTILI ESTETI CHE NON PIANGERA' NESSUNO


 


“Sai Paolo, non mi è mai capitato di stare sdraiata sul letto e parlare con un uomo così tranquillamente, e questo non è un modo di dire, non mi è mai capitato davvero.”


“Beh, anche a me non è mai capitato di parlare così a lungo con una che fa il tuo mestiere”


Pensavo fosse una battuta e accennai un sorriso amaro, ma lui rimase serio e un po’ di imbarazzo iniziò a trapelare sulla mia scorza di finta tranquillità che mi ero costruita addosso.


“Perché non ti spogli, voglio vederti nuda.”


“Ma Paolo, a dir la verità pensavo che tu volessi solo parlare, ti ho invitato per questo!”


“Si lo so. Io lavoro cosi! Prima di mettere a nudo l’anima della mia cliente voglio scoprire la sua pelle e guardarla in superficie. Non dirmi che una ragazza che fa il tuo lavoro si possa scandalizzare di questa mia richiesta?”


“Non mi sono scandalizzata, ma semplicemente non mi aspettavo questa richiesta!”


“Spogliati e mettiti a pancia in giù”


Ormai ero preda dei suo occhi e della sua voce, non riuscivo ad organizzare i miei pensieri in frasi coerenti con la situazione che si stava creando. Feci scivolare via la camicetta bianca, il reggiseno, i pantaloni e le mutandine e mi misi nella posizione che lo aggradava notando nel suo volto una strana espressione di piacere misto a un impulso irrefrenabile di sfiorarmi; ma non lo fece.


“Sembra come una collina lontana in una giornata estiva, un petalo di rosa rubato alla pigrizia del tempo che non scorre, un sole rosa che si specchia sul mare dei miei occhi. Maria hai un fondoschiena dannatamente bello!”


“Grazie Paolo, come sei dolce! Però devo dire che non mi sembri molto professionale nel tuo lavoro; sei smaliziato e birichino!”


“Che male c’è nel contemplare la bellezza e immaginare che queste forme delicate si muovano su di me, aggredendomi la pelle…. Che male c’è nel guardare nello specchio della passione più sfrenata e vedervi riflesso l’immagine sacra del tuo corpo che si infrange sul mio?”


“Paolo ma cosa stai dicendo?”


Ero confusa dal suo odore e dalle sue parole mentre la sua mano cominciava a sfiorarmi il fondoschiena e la sua pelle si mischiava alla mia.


“Maria, non so come sia possibile entrare in crisi in lavori del genere. Questo è un lavoro che, nel tuo caso, ti sei liberamente scelta…. e ora cosa succede?”


Continuava a sfiorarmi dandomi continue scosse dietro la schiena che mi facevano irrigidire, persa in una morsa lussuriosa che avvolgeva persino l’anima.


“Paolo, il fatto è che ora sento il bisogno di qualcosa di più, qualcosa per cui valga la pena vivere, morire, amare, qualcosa di diverso. La verità, Paolo, è che mi sento tremendamente sola. Le scopate con clienti occasionali, le serate tra alcol, droga e sesso con amici o clienti vari mi stanno disgustando. Sono entrata in un vortice che, presto, mi condurrà solo alla morte…….. Hai presente l’inferno dantesco? Mi sento come se stessi scendendo per gradi, scalino per scalino, girone per girone, tutti i peccati di questo mondo di merda fino a raggiungere la mia più completa perdizione, tra le braccia infuocate della mia morte inutile che nessuno piangerà.”


“Che male c’è nell’essere peccatrice? Poi di un peccato cosi nobile come la lussuria? -Donami la castità, ma non ora, ti prego- diceva un santo abbastanza famoso, un certo Agostino.” Lo guardavo mentre mi sfiorava e sembrava dicesse quelle parole come in uno stato di assenza dal corpo e continuava a far muovere le mani su di me come se fossi un pianoforte e la mia pelle le note di qualche ballata romantica ed erotica allo stesso tempo, e l’eccitazione saliva.


Si stava perdendo in tutto quello che aveva intorno e nella contemplazione del mio corpo mentre in lui vedevo un filo di paura, la mia stessa paura.


“Maria, tu hai paura forse come me! La tua è la paura di rispecchiarsi in un'altra persona e sfoghi la tua anima nel sesso per paura del confronto reale con l’altra persona. Succede anche a me; io amo il corpo femminile e mi concentro nei particolari. Amo l’esteriorità perché ho una paura tremenda di confrontarmi con quello che invece le donne hanno dentro, il loro mondo. Te hai la mia stessa paura, siamo lussuriosi e niente più. Noi fissiamo il nostro interesse in tutto quello che ci circonda non capendo che quello di cui abbiamo bisogno è gia dentro noi stessi, ma sarebbe troppo semplice farlo uscire fuori, cosi ci concentriamo sull’esterno. Il problema subentra quando incontriamo l’altro, il diverso, il non noi; veniamo colti da un senso di timore verso l’altro e cerchiamo di combatterlo per paura di confrontarci e uscire sconfitti, così ci rifugiamo nel suo corpo e nel nostro appagamento. Maria, noi scopiamo ma non conosciamo l’anima di chi è dentro di noi, siamo solo degli inutili esteti che non piangerà nessuno.


 


Ma poi, comunque, se questo è il tuo reale stato d’animo, è come se inconsciamente sia intervenuto qualche meccanismo che sta provando a salvarti; che ne so, un fatto che stia provando a farti cambiare. Ma sinceramente questo è il problema finale. La cosa che più mi affascina nelle prostitute è capire come siete giunte a questo bellissimo lavoro.”


“Non ne voglio parlare.”


“Bene, già alla prima seduta ho capito dove è ammatassato il tuo nodo.” e uno strano sorriso beffardo gli illuminò quel volto che non  riuscivo a delineare. Sembrava come se mi conoscesse alla perfezione, come se sapesse tutto di me già prima di incontrarmi, come se in quel sorriso mordace fosse racchiusa tutta la mia storia e lui, a mia insaputa, ne era il guardiano segreto. Aveva un fare irritante e lascivo che lo rendeva odioso ma affascinante in maniera quasi oscena. Mi attirava in tutte le sue movenze e in tutte le sue parole, sapeva attrarmi e respingermi e io, non potevo non abbandonarmi a lui.


Occhi magnetici fissi su di me. Sorriso intenso e bianco.


 


Luja

Senza titolo 1031

  VE LA RICORDATE LA FIABA DI ESOPO IL GRANCHIO E LA VOLPE ?  :-)


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Loro fermano il nostro futuro......noi fermiamo i loro siti!

Il 13 novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro distruggendo l'università pubblica e laica.

Cosa devi fare? Organizzati per avere un accesso ad internet intorno alle 14:00 del 13 novembre, per visitare il sito www.miur.it. Scegli una delle seguenti modalità di partecipazione, calibrate in base alla difficoltà tecnica e il tempo richiesto:


Low
Ingredienti: un browser e 5 minuti del tuo tempo, accessibile praticamente a chiunque sappia usare un mouse [continua]


Medium
Ingredienti: Utilizzare come browser firefox oppure opera. [continua]


High
Ingredienti: Sai cos'è wget? allora questa è la sezione fatta apposta per te [continua]


per informazioni: 133strike@autistici.org


Partecipa alla manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma!

Loro fermano il nostro futuro......noi fermiamo i loro siti!

Il 13 novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro distruggendo l'università pubblica e laica.

Cosa devi fare? Organizzati per avere un accesso ad internet intorno alle 14:00 del 13 novembre, per visitare il sito www.miur.it. Scegli una delle seguenti modalità di partecipazione, calibrate in base alla difficoltà tecnica e il tempo richiesto:

Low
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Medium
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per informazioni: 133strike@autistici.org

Partecipa alla manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma!

Senza titolo 1030

  L'AVETE VISTO IL FILM D'AMORE E D'ANARCHIA ?  :-)


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12.11.08

lecco comevedo le celebrazioni sul 5 anniversario di Nassyria

quelli non furono eroi ma  : <<  (...) ricordo la guerra di Etiopia \ la conquista di Addis Abeba \ l'Albania, la guerra di Grecia \ ho memoria di guerre razziali \italiani mandati al macello \sangue del nostro sangue \nervi dei nostri nervi (... )  da " Guardali negli occhi "  dei  Csi >> mandati a  ma non per questo iol ricordo d'essi vada perduto nell'oblio . L'unico ricordo    davanti  a tanti  bla...bla.. inutili e  retorici  che cadon o spesso  nella stuchevolezza  e nell'ipocrisia   è  il silenzio (  trovate  il file midi al  lato  )






Senza titolo 1029

  DETTO POPOLARE ROMANO !  :-)


  MA CHE TE SEI MAGNATO 'N AMPLIFICATORE ?  :-)


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Eroi di ieri, di oggi, e di domani.

marcia della morte


                                 Immagine presa  da "Armir..." di Pino Scaccia


Cinque anni fa, molti anni fa, e poi ancora, cosa cambia, si continua a morire e diventare Eroi. Come si possono dimenticare? ci saranno sempre morti innocenti, ci saranno sempre i nostri eroi.


Eroi


Sono partiti in molti hanno lasciato alle spalle
la loro casa la famiglia i figli appena nati.
Hanno lasciato la loro vita dispersi in terra nemica.
In pochi sono tornati malati e stanchi.
Eroi con le suole consumate i piedi congelati
bende di tela sporche di sangue
per avvolgere i piedi piagati.


Erano eroi.
Solo il vento gelido della siberia
una coperta di ghiaccio
la polvere del deserto infuocato
uno strato di cemento
a scaldare i corpi  stanchi.
Ricordiamoli! erano tutti giovani i nostri eroi
e come dare una speranza
che non sono morti per la gloria
ma sono morti per la patria.
Ricordiamoli sono i nostri eroi.


 franca bassi



Senza titolo 1028

  VE LO RICORDATE IL TELEFILM AI CONFINI DELLA REALTA' ?  :-)


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11.11.08

ecco cosa ho sognato ieri notte

lo  so che   dovrei essere  descrittivo  , ma   non  ci riesco perchè   lo ricordo a spezzoni  ,  e  in certi punti  è tropppo privato   . ma  il video  di questa  canzone  degli Mc  lo rappresenta benissimo




questa canzone rapressenta un mio sogno

Scusatemi se insisto :)

Ciao ragazzi.. questa sera in prima serata su canale 5
andrà in onda un nuovo show: "E' nata una stella gemella"..
Vi prenderà parte anche mio fratello nelle vesti di Pino Daniele..
i concorrenti saranno giudicati dal pubblico a casa tramite il televoto..
Allora.. mi aiutate con i voti??


Magari passate parola

Intanto posso presentarvelo.. eccolo qui..
lui è Salvatore



Diamogli un taglio

Berlusconi decurterà 8 miliardi alla scuola pubblica e manderà a casa 130.000 docenti. Oltre al danno, la beffa: egli afferma infatti di essere vittima (come al solito) della campagna di disinformazione dei media i quali, pur appartenendo a lui per il 75%, lo avverserebbero. Quali conseguenze!

Ordunque, dal prossimo settembre, un considerevole numero di persone non avrà più un lavoro, neppur precario. Dalle simulazioni effettuate sulla base dei documenti ufficiali sul piano Gelmini-Tremonti depositati in Parlamento risulta evidente che, solo nel 2009-10, ci saranno 36.000 supplenze in meno (27.000 docenti e 9.000 personale non docente) oltre a circa 10.000 insegnanti di ruolo soprannumerari (fonte Cgil).

Ciò nonostante, il Capo ci assicura che non licenzieranno nessuno. Il che è vero, a rigor di termini: nel senso che i supplenti, non possedendo un contratto a tempo indeterminato, non sono propriamente "assunti".

Inesistente la premessa, insensata la paura: his fretus, i precari non potranno esser licenziati. Semplicemente, non verranno riconfermati.

E lo si accusa di maltrattare la lingua italiana! Nulla di più sbagliato: è un fine sillogista, in confronto a lui Azzeccagarbugli sembra un pivello.E poi, e poi, piano un poco con questi tagli. Si verificheranno, sì, ma solo per la scuola pubblica che, lo sappiamo, è un ricettacolo d'immondizia, un covo della sovversivi, una fucina di fannulloni.
Niente paura, comunque: nessuna scure per le scuole cattoliche. Anzi, l'Imperatore si è già inginocchiato a Canossa, pentendosi e dolendosi per l'empia svista: "Ho una grossa colpa: non mi ero accorto che nella Finanziaria era previsto questo taglio alle scuole private e cattoliche". Le agenzie, informano che il "Premier" "assicura il suo impegno per evitarlo".
Pare che in Vaticano siano soddisfatti. D'altro canto era ora di finirla con questi plagiatori di giovani menti, relativisti, licenziosi e libertini. Capaci anche di persuadere gl'innocenti virgulti che davvero la Terra gira attorno al Sole, secondo le malediche teorie di quel miscredente Galileo (no, non Cristo, l'altro. O viceversa?).

Bisognava dare un taglio, appunto. E vi confesso che anch'io ho tanta voglia di tagliare. La corda!

Niente tagli per le scuole cattoliche




Fiera Milano di Rho, ore 13:05 dello scorso 5 novembre, il presidente Berlusconi ammette "una svista colpevole". «Ho una grossa colpa - afferma - non mi ero accorto che nella Finanziaria era previsto questo taglio alle scuole private e cattoliche». E le agenzie, informano: «il Premier assicura il suo impegno per evitarlo». Stop. In tempi di tagli per 8 miliardi di euro alla scuola pubblica. Di aumento smodato di alunni per classe così da diminuire le classi. Di riduzione degli insegnanti di sostegno per gli alunni handicappati. Di chiusura del 24% delle scuole, perlopiù ubicate nei piccoli centri. Di perdita del tempo scuola, da un max di 40 a 24 ore settimanali nelle primarie, da 32 a 29 nelle medie, da un max di 40 a 32 o 30 alle superiori. Di tagli occupazionali per 160.000 unità in danno di quanti sono in servizio, da decenni, in regime di permanente precarietà. Perlopiù, in tempi di recessione. Ecco, questa sì che è una "carineria". Non intesa come battuta, più o meno idiota ed inopportuna, ma come regalo, dazione o merce di scambio che dir si voglia. Il travaso di risorse dalla scuola statale a quella privata è la "carineria" pretesa dal Vaticano che, prima, ha affossato con premeditazione ed ostinazione Prodi e, poi, ha appoggiato con determinazione e convinzione la destra.

 


                                 prof. Gianfranco Pignatelli ("L'Espresso.it")














 

Nessuna Nobiltà – di Dario Greco

Quello che inventò lo slogan: Non hai vinto ritenta!Nessuna Nobiltà – di Dario Greco


 


 


Chiedono pietà al mondo e chiederanno perdono/ Strisciando… Le informazioni corrono frenetiche sulla Rete. Sfreccia una moto di grossa cilindrata e la sua scia crea un rombo di vacuità. Soltanto la mia mente, che non regge i colpi duri, non più… (In quella stanza) C’era un silenzio capace di spaccare i vetri e far vibrare le molle di un umido materasso ai confini del mondo e del mio periferico universo. Reprimo un breve sospiro e metto in tasca un accendino, ne avrò bisogno in questa notte di vaselina e candore. E’ come se la mia anima cruda vagasse in giro, senza il mio permesso. Ogni cosa avanza nella notte sorretta dall’oscurità. Un ambiguo senso di vuoto ci rende liberi e prigionieri nello stesso tempo e io mi ritrovo solo su questa strada a contemplare i barbagli della notte…


 


Tutto è consumato, anche il tuo destino (*). Troverò risposte in ogni fessura e m’infilerò con vigore investigativo. Soltanto la mia anima lasciata a bruciare in questa notte di falò meridionali. Solo il solitario, solo il mio corpo spento e appagato. Anime sudate su un patibolo lenitivo. Il mio corpo non conosce redenzione ma la tua lingua mi colpisce più della tua frusta. Ho provato a far vibrare ancora questo cuore e a schivare ogni pallottola argentata, in questa notte di delirio umorale / Il tuo corpo brucia, il tuo corpo mi è caro, ma il profumo è mutato, come la mia anima. Pietà per i deboli e per questa spada spuntata. Mai stato risoluto / Mai cercato verità in fondo alla mia schiena, ma c’è sempre una prima volta e si è vergini solo per un attimo e poi… poi ci si corrompe in un mambo lisergico / Birra & Saliva, lacrime e abbracci. Stringi forte, Honey! Afferra il piacere finchè dura. Domani potresti smettere di sospirare cedendo il passo alla rassegnazione. Rinuncio a me, al mio passato. Ricomincio a sognare, con le tue gambe aperte che non hanno pietà di me… non adesso! Ci incontreremo ancora in una dolce sera d’ottobre e Fred Bongusto, rasoio sul velluto ci inviterà a danzare per lenire il nostro sconforto. Stringimi ancora e carezza questa mia barba da bugiardo lestofante.


 


Stanotte mi sento ancora vivo, innocente e immacolato, ancora per qualche istante. Dove andiamo adesso? Ti lascio guidare in questo mambo di redenzione: Cavalca come se da ciò possa dipenderne la mia anima sconfitta / Dammi gioia e pace, gimmie shelter, baby! Sarà forse un torto sentirsi vivi e anche un po’ meno teneri e solitari Cuore sotto vetro, se tento un respiro lungo posso collassate. E se gonfio i muscoli mi sento vecchio e stanco, inutile e patetico... E lo sono stato, solo, come una lanterna che vibra nelle remote oscurità di quest’umida caverna Incatenato al desiderio di rivalsa. Ma a cosa servo? A chi? Nessuna nobiltà nella miseria / I’ll remember you. Vibrami nelle ossa, sulla pancia, nel profondo del mio malessere. L’autostrada è viva stanotte e dove mi condurrà lo saprò presto.Verso un posto-ristoro dove anime dannate mi daranno il benvenuto al loro Moto-Raduno di vacuità. C’è dolore e sangue e squallore e poi… ci sei tu, ancora una volta. Con le tue fatture di mancato accredito / Ed ero ancora giovane quel giorno in cui il mio sguardo posandosi sul tuo perdeva rigidità. Ultimo mambo a Fiumefreddo...


 


Il cielo si tinge del nero delle tue mutandine. Il tuo respiro riempie i cerchi di fumo della sigaretta...E mi ritrovo ancora solo ad ordinare in questa triste rosticceria; cantina perpetua di sconforto / Animale solitario, calmo e mansueto che non sa ribellarsi alla sua futura mattanza. Ricordo quel passo sinuoso riempire la stanza e il mio silenzio… Dove va la fiamma di una torcia incandescente quando il vento gelido la spegne? Luci nell’oscurità, candele perdute nel vento… Anime scomparse ritornano alla loro pace. Non conosce dimora la mia inquietudine, ma c’è gioia, come c’è stato dolore e incomprensione. Viva la vida / Ho perso tutto, tranne me stesso, il mio orgoglio di spine. Troverò mai un posto al riparo? E gente pronta a sentirmi, e un sorriso dietro cui perdere ogni sospetto. Ma la vita fugge e non la trovo nelle mie lacere calze / E il sorriso che ogni giorno indosso come armatura E il trucco che mi rende sempre più vicino a ciò che non sono, per quello che non c‘è. Un caleidoscopio di forme e colori e la mia essenza che esplode, gonfia di madreperlaceo furore, dentro occhi assetati di verità trasformate il mio idealismo in banalità la mia sofferenza in estasi, il qualunquismo in esistenza. E non c’è più nessuna nobiltà nelle mie miserabili vesti. Ma sono sempre io quello che ha torto e fame e sonno quando nessuno è pronto ad offrire un ristoro a questa pelle martoriata che fu virile e adesso non lo è più. Spero tu stia osservando questa misteriosa ed onirica luna. Con lo stesso sguardo sognante di romantico trasporto: velivolo fatato in un cielo di stelle disperate ed agonizzanti, perse tra sospiri e bagliori nelle barbarie di questa vacua resistenza chiamata vita.


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Notte che se ne va

un 25 aprile dal basso

Senza titolo 1027

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO PONCHO ?  :-)


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Ballerine patriarcali

                                      
la_ballerina tutù verde                                                                   

                                                      Immagine di Franca Bassi


Cari amici scusatemi se vi lascio dei post del 2007, in questo periodo, la mia fantasia è congelata, spero di tornare presto da voi.



Con un po' di fantasia, chiudete gli occhi  e vi dico cosa oggi i miei occhi hanno visto: Lo scenario sarà la suggestiva, bianca Ostuni. Sul palco di terra rossa di Puglia, sarà ricoperto da un soffice manto, di erba fresca , tantissime ballerine patriarcali,  di Olea in tutù verde, che hanno danzato in anteprima  per me, ora danzeranno per voi, per una buona notte.  Il vento suonerà la bellissima sinfonia per: "Un uomo solitario" e le ballerine danzeranno ancora,  nel tempo e nello spazio, all'infinito. I miei occhi, hanno visto  molto di più, dell'occhio della mia canon, ha potuto rapire per voi. Franca Bassi




Senza titolo 1026

Senza titolo 1025


Notte d’amore


 


Gocce di silenzio


si spengono


nelle carni infuocate.


 


Il desiderio traccia urla


tra le lenzuola deste


della notte


 


e nella luce dei miei occhi


divengono stelle


i baci languidi


ad ogni assetato sorso


del tuo corpo- universo.


 


Anileda Xeka




 



 

Senza titolo 1024

  VI PIACE FRATELLO METALLO E LA SUA MUSICA ?  :-)


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10.11.08

Ci riprovano!

Proprio qualche giorno fa mi domandavo: "Ma a noi bloggers, quando pensano?". Già lo scorso anno, infatti, lo pseudo-governo di pseudo-sinistra, supportato da "Mr. Nessuno" Ricardo Franco-Levi, aveva tentato il colpaccio. Volevano (virtualmente?) metterci a tacere, ma non vi riuscirono. Beppe Grillo lanciò l'allarme, il popolo dei naviganti (ancorché santo e poeta) rispose entusiasta e sdegnato. E il dissennato golpe istituzionale fallì.


Adesso, però, siamo in presenza di un governo, cioè d'un potere, di destra estrema, e per nulla virtuale: anzi, molto reale. Questo potere gestisce e controlla la quasi totalità dell'informazione. Dessimo retta a giornali e tv, non sapremmo nulla dello sfacelo della scuola pubblica, del ritorno di Gelli, delle minacce cossighiane e degli assalti ai pochi cronisti rimasti liberi, della disoccupazione galoppante e il conseguente impoverimento del Paese.



Restava il web. Lo sapevano benissimo, al punto che il Capo aveva proposto, nella sua campagna per gli acquisti, cioè elettorale, di qualche anno fa, le famigerate "tre I": Internet, inglese, impresa. Da applicare a suo uso e consumo, però.



Ecco pertanto pronta la nuova "legge" ammazza-blog. Pare che dietro ci sia ancora lui, il Franco-Levi, lo spettro che s'aggira per la Rete. In questo caso, però, tutto tace. Il Grillo, da quando è tornato in sella B., si è tramutato all'improvviso in placida pecorella. Non manda a quel paese più nessuno, ricomparendo solo fra gli studenti, che l'hanno (a denti stretti) ringraziato ma messo subito in riga: qui non servono primedonne. Poi è rientrato nel suo cantuccio.



Un pacato silenzio, nelle case dell'Italietta felice, per non turbare i meritati sonni dei tranquilli connazionali. "Diffondere ottimismo, non ansia" (o forse intendeva "ansa"?), ecco il nuovo motto del Capo di Famiglia. E il suo vice Dell'Utri chiosa e - dopo il consueto encomio di Mussolini, Mangano e Gelmini e la "presa di distanza" (chiamiamola così) da Saviano e Caselli, precisa: vero, finiamola una buona volta coi giornalisti-dark.



Ma chi più "dark" dei bloggers? Non li si può nemmeno definire giornalisti (e infatti non lo sono). Gente indecifrabile, sfuggente, che trama dal monitor, velata dietro inquietanti nick, sicuramente degli insoddisfatti sessuali, degenerati insomma. Da fermare a ogni costo. Per il bene nostro e dei cittadini felici, amen.



Spetta ai cittadini felici decidere se soccombere in dissennata letizia nella falsa pace d'una democrazia da supermarket. Noi, la risposta l'abbiamo già data: non ci avrete.


Ci riprovano!

Proprio qualche giorno fa mi domandavo: "Ma a noi bloggers, quando pensano?". Già lo scorso anno, infatti, lo pseudo-governo di pseudo-sinistra, supportato da "Mr. Nessuno" Ricardo Franco-Levi, aveva tentato il colpaccio. Volevano (virtualmente?) metterci a tacere, ma non vi riuscirono. Beppe Grillo lanciò l'allarme, il popolo dei naviganti (ancorché santo e poeta) rispose entusiasta e sdegnato. E il dissennato golpe istituzionale fallì.

Adesso, però, siamo in presenza di un governo, cioè d'un potere, di destra estrema, e per nulla virtuale: anzi, molto reale. Questo potere gestisce e controlla la quasi totalità dell'informazione. Dessimo retta a giornali e tv, non sapremmo nulla dello sfacelo della scuola pubblica, del ritorno di Gelli, delle minacce cossighiane e degli assalti ai pochi cronisti rimasti liberi, della disoccupazione galoppante e il conseguente impoverimento del Paese.

Restava il web. Lo sapevano benissimo, al punto che il Capo aveva proposto, nella sua campagna per gli acquisti, cioè elettorale, di qualche anno fa, le famigerate "tre I": Internet, inglese, impresa. Da applicare a suo uso e consumo, però.
Ecco pertanto pronta la nuova "legge" ammazza-blog. Pare che dietro ci sia ancora lui, il Franco-Levi, lo spettro che s'aggira per la Rete. In questo caso, però, tutto tace. Il Grillo, da quando è tornato in sella B., si è tramutato all'improvviso in placida pecorella. Non manda a quel paese più nessuno, ricomparendo solo fra gli studenti, che l'hanno (a denti stretti) ringraziato ma messo subito in riga: qui non servono primedonne. Poi è rientrato nel suo cantuccio.
Un pacato silenzio, nelle case dell'Italietta felice, per non turbare i meritati sonni dei tranquilli connazionali. "Diffondere ottimismo, non ansia" (o forse intendeva "ansa"?), ecco il nuovo motto del Capo di Famiglia. E il fido Dell'Utri chiosa e - dopo il consueto encomio di Mussolini, Mangano e Gelmini e la "presa di distanza" (chiamiamola così) da Saviano e Caselli, precisa: vero, finiamola una buona volta coi giornalisti-dark.
Ma chi più "dark" dei bloggers? Non li si può nemmeno definire giornalisti (e infatti non lo sono). Gente indecifrabile, sfuggente, che trama dal monitor, velata dietro inquietanti nick, sicuramente degli insoddisfatti sessuali, degenerati insomma. Da fermare a ogni costo. Per il bene nostro e dei cittadini felici, amen.
Spetta ai cittadini felici decidere se soccombere in dissennata letizia nella falsa pace d'una democrazia da supermarket. Noi, la risposta l'abbiamo già data: non ci avrete.



L'eterna madre


 



Se n'è andata all'improvviso, subito dopo l'esibizione per Roberto Saviano. Aveva 76 anni Miriam Makeba: simbolo della terra ha avuto il destino del vento, che soffia in ogni dove, e non si ferma mai.

E' morta lontano dalla sua patria, perché lei, così profondamente africana, non conosceva alcun padre. Lei era solo e definitivamente madre, "Mamma Africa", e, come tutte le madri, si riuniva in ogni dove, risorgeva nel più sperduto anfratto, si trovava lì, quando echeggiava nella notte il lamento d'un figlio.

Solo una madre è sempre uguale a sé stessa. Non cittadina del mondo, bensì mondo: cosmo, pianeta. Simbolo anche, certo. Ma simbolo di carne, simbolo perché donna, perché umana. Nata nel Paese simbolo del più odioso dei simboli, il Sudafrica dell'apartheid, era normale per lei accorrere e soccorrere le mille apartheid quotidiane, le apartheid dei bianchi che dall'Africa hanno tratto origine, i Sudafrica italiani che impediscono a uno scrittore di creare, perciò di vivere. I Sudafrica che spengono le voci libere, i Sudafrica delle squadracce fasciste che, fedeli alla loro linea di morte e di sangue, assaltano senza vergogna i canali della pubblica informazione. I Sudafrica d'una polizia con lo sfollagente che, per tua somma umiliazione, non trova di meglio che apostrofarti come "comunista" o "frocio". I Sudafrica della "gente perbene" che scheda i clochard, i Sudafrica dell'ignoranza, del maschilismo e della miseria. I Sudafrica in cui noi stessi ci rinchiudiamo, quando la rassegnazione, lo sconforto, la desolazione ci afferrano e ci dilaniano. Quando ci arrendiamo al Male.

Miriam Makeba cantava la gioia. Che non è solo assenza di dolore, né si limita alla superficiale felicità. Cantava un sentimento intimo, esclusivo, irrinunciabile, il sentimento dell'appartenenza al sangue, la fierezza e l'orgoglio di sentirsi figli e integri, quel valore della quotidianità che nessun tiranno potrà mai scalfire, perché la dignità umana è dentro di noi, scolpita nel volto di ognuno.

I regimi dittatoriali non si accaniscono subito sulle persone. Bensì sui simboli. Perché, se è vero che il simbolo può diventare feticcio, è anche vero che rappresenta l'icona dell'ineffabile. Uno dipinto, un racconto, un brano musicale, un ritmo di tamburi riecheggiano ataviche libertà, primordiali struggimenti, fermano l'occasione, l'anello che non tiene, aprono le porte della conoscenza. Intessono, con finissimi sistri d'argento, un inno alla nostra inafferrabile unicità.

Ma le dittature, inumane e immanenti, non possono che sterminare l'involucro. Materia bruta, annientano la materia. Ma il canto, la poesia, il colore è cielo. E il cielo, quando sposa la terra, la rapisce da sé. Miriam lo sapeva. Grazie, eterna madre.



Daniela Tuscano








L'eterna madre

Se n'è andata all'improvviso, subito dopo l'esibizione per Roberto Saviano. Aveva 76 anni Miriam Makeba: simbolo della terra ha avuto il destino del vento, che soffia in ogni dove, e non si ferma mai.
E' morta lontano dalla sua patria, perché lei, così profondamente africana, non conosceva alcun padre. Lei era solo e definitivamente madre, "Mamma Africa", e, come tutte le madri, si riuniva in ogni dove, risorgeva nel più sperduto anfratto, si trovava lì, quando echeggiava nella notte il lamento d'un figlio.

Solo una madre è sempre uguale a sé stessa. Non cittadina del mondo, bensì mondo: cosmo, pianeta. Simbolo anche, certo. Ma simbolo di carne, simbolo perché donna, perché umana. Nata nel Paese simbolo del più odioso dei simboli, il Sudafrica dell'apartheid, era normale per lei accorrere e soccorrere i mille apartheid quotidiani, gli apartheid dei bianchi che dall'Africa hanno tratto origine, i Sudafrica italiani che impediscono a uno scrittore di creare, perciò di vivere. I Sudafrica che spengono le voci libere, i Sudafrica delle squadracce fasciste che, fedeli alla loro linea di morte e di sangue, assaltano senza vergogna i canali della pubblica informazione. I Sudafrica d'una polizia con lo sfollagente che, per tua somma umiliazione, non trova di meglio che apostrofarti come "comunista" o "frocio". I Sudafrica della "gente perbene" che scheda i clochard, i Sudafrica dell'ignoranza, del maschilismo e della miseria. I Sudafrica in cui noi stessi ci rinchiudiamo, quando la rassegnazione, lo sconforto, la desolazione ci afferrano e ci dilaniano. Quando ci arrendiamo al Male.

Miriam Makeba cantava la gioia. Che non è solo assenza di dolore, né si limita alla superficiale felicità. Cantava un sentimento intimo, esclusivo, irrinunciabile, il sentimento dell'appartenenza al sangue, la fierezza e l'orgoglio di sentirsi figli e integri, quel valore della quotidianità che nessun tiranno potrà mai scalfire, perché la dignità umana è dentro di noi, scolpita nel volto di ognuno.

I regimi dittatoriali non si accaniscono subito sulle persone. Bensì sui simboli. Perché, se è vero che il simbolo può diventare feticcio, è anche vero che rappresenta l'icona dell'ineffabile. Uno dipinto, un racconto, un brano musicale, un ritmo di tamburi riecheggiano ataviche libertà, primordiali struggimenti, fermano l'occasione, l'anello che non tiene, aprono le porte della conoscenza. Intessono, con finissimi sistri d'argento, un inno alla nostra inafferrabile unicità.

Ma le dittature, inumane e immanenti, non possono che sterminare l'involucro. Materia bruta, annientano la materia. Ma il canto, la poesia, il colore è cielo. E il cielo, quando sposa la terra, la rapisce da sé. Miriam lo sapeva. Grazie, eterna madre.

L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...