26.10.10

PERCHÈ CELEBRARE L'AMERiICANATADID HALLOWEN QUANDO ABBiAMO IL NOSTRO HALLOWEEN ? LA SARDEGNA

"Entrano, ansimano muti:
ognuno è tanto mai stanco!
e si fermano seduti
la notte, intorno a quel bianco.
Stanno li sino a domani
col capo tra le mani,
senza che nulla si senta
sotto la lampada spenta.

 
dalla pagna di http://www.intrage.it/ dedicata al 2 novembre trovate fra gli url soto la pagina compelta

Già da qualche giorno nelle vetrine dei negozi  (  appena  mi  restituiscono la digitale    posterò qualche foto  della  vetrina della vetrina del commercio equo e  solidale  di tempio pausania  addobata apposotamente  , SIC , oper ora accontentatevi  dele foto vclassiche prese dala rete di zucche e affini  )  , nei quotidiani e nei loro inserti \ allegati , oltre che negli spot e trasmissioni e cartoni tv , in rete s'inizia a parlare della ( salvo alcuni  coime la repubblica  che  invitano a  a  creare  un halloween italiana  o europea   ) pacchiana e americanata che  è diventata nell'ultoimo  ventennio  hallowen tanto d'essere come dimostra la  foto qua  sotto usata  come  buinees


Ora capisco che tutti\e noi fin dall'infanzia abbiamo avuto modelli culturali imposti dala tv o dall'esterno , ma mai come ora negli ultimoi 30 anni . Premetto che per gli amanti acritici e per gli apassionati ( fra cui anch'io   che nonostante presi un voto basso
nell'esame di  storia dele tradizioni popolari dela sardegna,trovai un prof fissato con l'antropologia  tanto da farmi domande solo su quello e non su gli altri libri delle  tradizioni  ) di tali tradizioni  e  usanze ormai scomparse o standardizzate o rimaste come folkore e con poca tradizione  che mi hanno sempre appassioanto e sono stimolo  per mantenermi vivo e non dimenticare  da   da  dove  veniamo e  chi eravamo come potete vedere cercvando nell'archivo soto la tag i miei post e quelli degli altri\e iscritti su halloween) .
Dedico , come  sempre  ho fatto  sui post  di halloween  ,  a gli aappassionati  e agli americanisti acritici e a  senso unico che tropvano pretesti come questi , per .... ed insultsarmi d'esere anti americano e   di non aver  rispetto per  i nostri liberatori  , ecc   americanismo , che non ho nulla contro tale festa in se' , ma che non c'appartine, almeno come la festeggiano in America  .Quindi come ho sempre fatto ricendo apprezzamenti e critiche ( alcune costruttivve ed argomentate , altre banali \ ridicole ) palerò in questo post delle tradizioni che fra Ottobre \ novembre fino a febbraio si , e testimoniano come potete notare da http://www.lucedistrega.net/documenti/feste-ognissanti.htm , zucche, queste, dolci , frutta secca e distagione , ecc e regali non sono una recente importazione statunitense per la festa di Halloween (contrazione di "All Hallows Even" - vigilia di tutti i santi), ma caratteristiche tradizionali del passato popolare delle regioni italiane specie quelle contadine . Usanze rmai scomparse o standardizzate e globalizzate ( vedere mie post precedenti sul modo contadino ) erano molto più " genuine " e più diffuse nella loro foma originaria .
Ecco quali soo quielle della mia regione , che ancora resistono anche se al "dolcetto e scherzetto" in cui ti s'offrivano castagne o caldarroste , melograni , FRUTTA SECCA poi quando nacqueo i super mercati e centri commerciali anche cioccolati , merendine , snack , ecc , si è sostituito sempre più il denaro cosa rara  un tempo  Ecco vi alcuni riti    della mia  regione  
.

I riti de Is Fraccheras

da  http://www.contusu.it/it/luoghi-e-tradizioni-mainmenu-28/


Campane a morto, corone di pervinca e steli di asfodelo.
Il signor Secci Raffaele ci ha descritto come si svolgevano i festeggiamenti, nei giorni del 1° e del 2 novembre.A mezzogiorno cominciavano a suonare ininterrottamente le campane a morto (I'agonia) per 24 ore finché non si concludeva la Messa a mezzogiorno.
Non era compito facile, e proprio per questo i campanari si alternavano, in genere il gruppo era formato da circa 10 persone, giovani e adulti, i quali restavano svegli e attivi, e nei tempi di attesa cuocevano castagne arrosto e bevevano del buon vino nero.
La mattina del 2 novembre, per commemorare i defunti, veniva celebrata la Santa Messa in cimitero, alla quale partecipava l'intera comunità. Dopo la Messa, il parroco si soffermava su ogni tomba, per dare 'Is assoluziones' che consistevano in una serie di preghiere, e questo in cambio di un'offerta fatta dai familiari. La stessa mattina si era soliti mettere sulla croce delle tombe, una corona di pervinca 'proinca'.La corona veniva realizzata intrecciando la pervinca e abbellendola con fiori di carta colorata ( poiché la pervinca in novembrenon fiorisce).Nel pomeriggio, il sacerdote, accompagnato dai campanari, andava di casa in casa a chiedere le offerte, che consistevano in denaro o in prodotti (castagne, noci, nocciole, patate, dolci dolci etc.) da destinare alle anime 'pro sas animas', si usava dire. La sera del 2 novembre si svolgeva un'altra manifestazione detta 'Is Fraccheras'.
Due o tre giorni prima del 2 novembre, i Gadonesi, uomini e donne, si recavano nei terreni vicino al paese che costituivano 'Su a pardu' a raccogliere l'asfodelo S'iscraria per preparare 'Is Fraccheras'. Gli steli di asfodelo venivano legati sistematicamente attorno alla ferula 'Sa feurra', facendo dei lunghi fasci di circa 2 o 3 metri, in alcuni casi anche 4.
All'interno del fascio si inserivano steli di "Canna pudescia" che è molto infiammabile, si continuava così fino a far raggiungere al fascio il diametro di 30/40 centimetri e a volte anche 50. Il tutto veniva legato con 'Si sterzu' e raramente con spago, perché il fuoco lo bruciava e poteva disfare 'Sa Fracchera' (nell'antichità classica, l'asfodelo era considerato il fiore tipico del regno dei morti).
Il compito di sorreggerla era affidato ai giovani, che la portavano per le vie del paese. All'imbrunire, veniva dato fuoco all'estremità anteriore della 'Fracchera' e i partecipanti dovevano correre senza spegnerla per le vie del paese. La stessa notte del 2 novembre si era soliti fare 'Sa conca e mortu', realizzata con una zucca, la quale veniva svuotata dalle parti molli e venivano scavati dei fori a forma di occhi, naso e bocca. A rendere macabro il rito era una candela sistemata all'interno della zucca. Veniva posata sui vecchi muri, in genere bui, o sui davanzali delle finestre. I passanti, vedendola erano soliti spaventarsi.
Ricerca degli alunni della classe 2°Scuola media Gadoni

e sempre dallo stesso sito

 VECCHIE  USANZE  FUNEBRI  E  RITI DI MORTE IN SARDEGNA





Quando qualcuno moriva, di vecchiaia di malattia, nei villaggi dell’Interno della Sardegna si seguiva un certo cerimoniale, basato su antiche tradizioni. Specie nei villaggi ad economia pastorale i parenti si preparavano a questo evento. Il moribondo veniva steso su una stuoia, accanto al fuoco e attendeva la morte assistito dai parenti e le donne che solitamente lo accudivano.Quando il triste evento si verificava i parenti si lamentavano ad alta voce, strillavano, si battevano il petto e si strappavano i capelli. Questa sorta di lamento era detto: tèyu  o teu. La parente più stretta accendeva una candela benedetta e con questa faceva il segno della croce di fronte al morto e gli chiudeva le labbra, ciò affinché non gli sfuggissero i segreti di famiglia.
Il cadavere veniva lavato, vestito e composto accanto al focolare, su un tavolo o su delle assi montate  come un catafalco coperto da un lenzuolo, detto: bànca de mortos . Secondo un’antica usanza romana, i piedi del morto dovevano essere rivolti verso la porta, sul petto gli ponevano il crocifisso. Una volta che il feretro era composto iniziavano, da parte dei vicini e parenti, le visite di condoglianze. Questa parte del cerimoniale era detto su Krùmpiu o sa bisita.Le parenti si sedevano o si accoccolavano ai lati del morto o attorno al focolare spento, cioè come si dice nel nuorese; fakere sa riga o ria. La parente più vecchia prendeva il primo posto della fila. Gli uomini indossavano il lungo gabbànu nero e si raggruppavano in fondo o in una stanza attigua.Coloro che entravano per dare le condoglianze erano vestiti con gli abiti di lutto, baciavano il crocifisso, quello sul petto del morto, e recitavano in modo sommesso un “requiem”, poi le donne facevano gruppo tra di loro e gli uomini altrettanto. In segno di lutto le donne si coprivano la parte inferiore del viso sino al naso con un lembo del loro fazzoletto da testa nero,  il gesto è detto attuppare da tuppone, il lembo dello scialle. In Sardegna si dice; tuppa de arbures una macchia  inaccessibile.
In alcuni villaggi dell’interno s’intonavano di fronte al morto lamenti funebri in rima detti attitidos che spesso erano recitati drammaticamente dalle  lamentatrici  prezzolate (attitadoras). S’ attitidu non era come si potrebbe pensare, solo un lamento funebre ma anche un’ incitamento alla vendetta, quando il morto era stato ucciso; in questo caso i lamenti erano selvaggi e terrificanti e un’ indumento del morto macchiato di sangue veniva appeso alla parete (su pindzu).Il giorno del decesso le famiglie del vicinato avevano il dovere di mandare alla famiglia del morto, il pranzo. Questo era un pranzo di lutto detto: s’ akkunòrtu. La notte che precedeva il funerale alcuni dei parenti dovevano vegliare il morto (billai, billadrozu) e secondo l’usanza prendevano parte al pranzo funebre, seguendo le antiche regole in cui non dovevano mai mancare il pane e il miele e si apparecchiava anche per il morto. Il pasto si consumava accanto al focolare, le porte della casa dovevano rimanere aperte tutta la notte, un lume ardeva sulla soglia.
La sera dopo il seppellimento, i parenti si riunivano per un altro banchetto funebre, in questa occasione in certe zone dell’ Isola, erano d’obbligo le fave e le uova, antico piatto funebre di ispirazione greca, poi sostituito con sa “maccarronada” (maccheroni). Al settimo e nono giorno dalla morte, i familiari distribuivano ai vicini , agli amici e ai poveri; carne, pane, pasta (maccheroni). I pani che si distribuivano erano fatti con una farina particolare e detti “paneddas” o, in altre zone, “kokkas”.
A Bitti, questa distribuzione era detta “imborvita” (involgere) perché i cibi inviati erano coperti con un panno bianco. Il giorno della distribuzione era detto “sa die de s’ imborvita”. In altre zone la terminologia è diversa. Era d’uso fare anche delle elemosine per procacciare la salvezza dell’anima del defunto.La sera, del nono giorno la famiglia del defunto si riuniva per un altro pasto; i romani la chiamavano”cena novendialis”. Nelle zone pastorali, la vedova quando non si risposava, doveva portare il lutto per tutta la vita. I parenti più prossimi, specie nei casi di morte violenta, trascuravano il loro aspetto esteriore, faccendosi crescere i capelli, le unghie, la barba, sino a che l’omicidio non fosse vendicato. Ogni sera si intonava una nenia funebre, ma più spesso un canto di vendetta. Quando c’era un omicidio sul luogo del luttuoso fatto si erigeva un cippo primitivo, facendo un mucchio di pietre.

 chiuque   festeggi  haloween sia  alla maniera   Americana   che nostrrana  e perchè no anche   religiosa  sotto  troverà altriUrl buon halloween o  meglio buon Molti e Molti (   morti e morti  )  come diciamo qui in Gallura

 
  1. http://www.lucedistrega.net/.../feste-ognissanti.htm
  2. http://www.partecipiamo.it/halloween/morti.htm
  3. http://www.intrage.it/rubriche/festivita_ricorrenze/morti_ognissanti/2_novembre_italia/index.shtml
  4. http://www.halloween.it/italia/index.htm

25.10.10

basta devo finirla d'aspettare godot

dipendenza

le donne non rifatte esteticamente danno fastidio allo show buinees il caso di

ulteriori news  le trovatre qui sul mi  ma anche vostro  se volete  comentare o  scrivere ( avendo un account  splider  )  blog  gemello  http://cdv.splinder.com più precisamente qui
Qua  su blogspot   metto     le  foto dell'articolo della storia  di cui  ho parlato in esso





 e   che  su splinder  non riesco     a differenza  di  qui sui blogspot   non  salvare  sul mio pc  e poi postarle nel post .

24.10.10

Berlusconi e il compagno di meende Bertolaso insultano il tg 3

Altra puntata della polemica tra Silvio Berlusconi e Annozero. Durante la conferenza stampa al termine della riunione sui rifiuti la giornalista del Tg3 prende il microfono per fare una domanda e si presenta, con nome e testata; il premier la interrompe: «Il Tg3? Quello che non esiste, secondo alcune trasmissioni Rai, giusto?». La giornalista rimane per un attimo interdetta, mentre qualche collega le spiega il riferimento del premier ad Annozero che ieri sera ha fatto vedere le tabelle con i vari tg e trasmissioni Rai, senza citare il Tg3. Nel frattempo interviene Bertolaso: «Parliamo di spazzatura, quella vera, che è meglio».
l'alga  ( mondezza  come diciamo dale  nostre  parti ) sono loro  che vogliono risolvere il problema  campania   mettendola sotto il tappetto    , con la forza   sulla pelle della povera gente

vita tempiese . 6° edizione del concorso fotografico di Immagini di Gallura

Come di conseuto  da  6\7  ani a questa  parte  ogni anno   si tiene  in ottobre  la mostra  \  concorso fotografico   di www.immaginidigallura .it .
La 6° edizione del concorso fotografico che da quest'anno si avvale della collaborazione del Centro Commerciale Naturale di Tempio Pausania Commercio Duemila.La scelta del tema è legata proprio alla collaborazione con il C.C.N. Commercio Duemila che offrirà ai partecipanti un'ulteriore stimolo e un'ulteriore possibilità di fregiarsi di un riconoscimento. Il tema sarà: "Foto per un anno - Calendario 2011". Tutte le foto, oltre ad essere giudicate come ormai consuetudine da una giuria qualificata e poi da una  giuria popolare  . Per le foto   dovette attendee  in quanto aspetterò alla  fine concorso prima di eventuale  pubblicazione    su queste pagine  delle   foto dei vincitori   sia per una questione di    correttezza   visto che il concorso \ mostra  è ancora  in svolgimento  e poi per  questioni di diritto d'autore e dell'associazione . Per le altre peccato  perchè ci sono  ,  ovviamente il giudizio  è soggettivo    e forse anche un po'  di parte visto che  ci sono amici\che stanno partecipando  con le loro opere   per la sezione giutria popolare   che partecipano , delle bellissime foto  .                 Ma  purtroppo  sono   coperte da  copy right  rigidissimo dell'associazione  che  fa   il concorso , che   dalla  selezione   del concorso   alla selezione ddalla quale scaturiranno le 12 immagini che verranno utilizzate per la pubblicazione del primo calendario di Immagini di Gallura.
La mostra   ha il seguente programma Il programma della manifestazione è i seguente:

  • 1 marzo 2010: inizio concorso
  • 8 ottobre 2010: chiusura iscrizioni
  • 16 ottobre 2010: riunione giuria
  • 23 ottobre 2010: inaugurazione mostra e proclamazione vincitori
  • 23-30 ottobre 2010: mostra
  • 30 ottobre 2010: proclamazione vincitore giuria popolare

Tutte le informazioni e il bando di regolamento sono disponibili sul sito. Per tutte le informazioni aggiuntive se nel caso l'anno prossimo volete   partecipare   potrete contattate il Direttore di Immagini di Gallura, Carmelo Mammola, all'indirizzo di posta elettronica info@immaginidigallura.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o telefonicamente al  320.5547927.
 

Oristano, vigile cattura i cani: tutto il quartiere si ribella

dall'unione sarda del 24\10\2010

Oristano, vigile cattura i cani:
tutto il quartiere si ribella

Oristano, vigile cattura i cani: tutto il quartiere si ribella  
Cani portati via alla padrona. Foto Alessandra Chergia
Attimi di tensione dopo che un vigile ha catturato e rinchiuso nel canile due cani sotto gli occhi della padrona.

Erano diventate le mascotte di un elegante quartiere del centro. Da due giorni sono finiti in canile. E un intero rione è in rivolta dopo che un vigile urbano, forse troppo zelante, ha strappato i due cagnetti alla padrona. È l'incredibile storia accaduta venerdì mattina in via Giovanni XXIII, e che adesso rischia di finire in Tribunale dopo la lite, le minacce e il 'sequestro' dei cani.
LA STORIA Venerdì davanti alla lavanderia di Elisabetta Crivelli si è presentato un sottufficiale della polizia municipale, insieme a un addetto per la cattura dei randagi e a un veterinario dell'Asl 5. Obiettivo portare via Pippo e Pil, due meticci di media e piccola taglia che da alcuni mesi sono stati adottati dal quartiere. I cani, secondo una denuncia presentata alla polizia municipale, creavano problemi e fastidi alle persone. «Quando mi hanno detto che dovevano portarli via mi sono opposta - racconta Elisabetta - Ho spiegato che sono la proprietaria dei cani, ma non mi hanno ascoltato. Anzi il vigile ha minacciato di portarmi in caserma». Clima rovente, dopo che anche il giorno prima tra la titolare della lavasecco e l'agente c'era stata una lite, sempre a proposito dei cani. «Giovedì il vigile in tuta mimetica era venuto in negozio per avere informazioni sui cani - racconta - non è stato gentile, i toni si sono scaldati subito, tanto che l'ho invitato a uscire da casa mia e gli ho fatto presente che qui ci sono le telecamere e tutto viene registrato».
IL SEQUESTRO Due giorni fa stesso copione. Quando il sottufficiale è arrivato con l'accalappiacani dell'Asl, la donna ha garantito che avrebbe fatto microchippare i cani e pagato un'eventuale multa perché erano senza guinzaglio dentro un'aiuola. Ma non è servito. I due animali sono stati presi di peso e portati via sotto gli occhi gonfi di lacrime della proprietaria e di tanti residenti che hanno cercato di convincere il vigile a desistere dalla sua impresa. Tutto inutile. Il più piccolo dei due, molto spaventato per il trambusto e per gli estranei intorno, è riuscito a scappare ma poi è stato preso. Ora sono in una gabbia del canile di Silì, microchippati a nome del Comune. «È una storia assurda, Pippo e Pil sono miei - va avanti Elisabetta - adesso per poterli riavere devo seguire l'iter per le adozioni».
I VIGILI Un esposto con oltre venti firme e fotografie è stato presentato al comando dei vigili urbani e alla Asl 5 per segnalare la presenza dei cani. «Sappiamo che gli animali sono accuditi da una donna - osserva il comandante Rinaldo Dettori - ma effettivamente vivevano in strada e alcuni cittadini si sono lamentati per la presenza di ciotole, perché qualche volta inseguivano le bici o scavavano la terra del giardinetto». Anche per il servizio veterinario pubblico «i due cani non potevano stare in strada - aggiunge - e il vigile che non è certo Rambo si è limitato a eseguire quanto disposto dalla Asl». Dettori ha fatto sapere che «la donna si era rifiutata di fornire i propri dati all'agente, poi ci sarebbe stato un battibecco acceso».
LE REAZIONI Il quartiere è in rivolta. «Quei cani sono stati abbandonati all'inizio dell'estate, ma Elisabetta Crivelli si è presa cura di loro come tutti sanno nel rione - sottolinea Luca Fanelli, uno dei testimoni - Quegli animali non hanno mai disturbato nessuno, è davvero ingiusto e assurdo quanto è successo: la donna si è presentata come la proprietaria e persino il veterinario era disposto a mettere il microchip subito, ma il vigile è stato irremovibile». Anche Giancarlo Piras, oristanese, conosce bene i quattrozampe «non davano fastidio a nessuno, se ne stavano sempre tranquilli a giocare tra loro» e la scena di venerdì non è stata un bello spettacolo. «Hanno caricato in maniera brusca i cani e li hanno portati via- riferisce - la signora piangeva, diceva che erano suoi ma non l'hanno ascoltata. È stato molto triste, spero che presto tornino dalla vera proprietaria».

              VALERIA PINNA



E' vero La signora merita la multa come lei stesso ha detto, ma il vigile ha fatto un abuso grave RUBANDO dei cani che avevano una padrona. I miei cani hanno il microcip ma se non ce l'avessero non me li potrebbe portare via nessuno. Il canile va svuotato, non riempito con dei cani che hanno già padrone anche se adottivo   di quartiere   ! Infattiper una volta che qualcuno dimostra umanità adottando anche se non formalmente due cani abbandonati,l'amministazione che è sicuramente assente sotto mille altri profili quando vuole è solerte e irremovibile nelle sue azioni di contrasto al randaggismo...che VERGOGNA

per non dimenticare faccio leggere e mi rileggo questo numero di Dylan Dog

come dicevo dal tiolo per  non dimenticare  fantasmi ed incubi che ritornano  e che sono   in parlamento  e  non   (  coem dimostra la  vignetta   qua  a destra   presa  dallo spazio di  fb di http://www.vivalasatira.it/ leggo  e faccio leggere  fumetti  come questo  il numero  83  di Dylan Dog  ( di cui trovate  la  foto sotto  al centro  ) in cui  si parla  appunto  di campi di concentramento e sterminio  . Un antidoto    che chiedono    di mettere  i bambini  handicappati (  e  se cointinua  cosi  anche  gli  immigrati  senza  fare  nessuna distinzione fra  quelli  bisognosi d'integrazione  perchè appena arrivati o quelli di prima  e lee successive  generazione  ) classi separate .

23.10.10

news dal mondo dei disabili\ dell'handicap una buona e una cattiva

Oggi sui girnali due  news riguardanti il mondo dell'handicap quella buona viene  è fra le tante brutture ed arrabbiature che riguardano il mondo dell'handicap e dei disabili  di cui ne trovate sotto un esempio che riguardano  i rapporti fra il potere .. ehm ... amministrazioni e handicape   l'handicapè e la società     da , non riuscendo a trovarlo su repubblica online  d'oggi 23 c.m dove  ho letto la news  perchè presene nell'edizione a pagamento o nel cartaceo viene dal portale http://superando.eosservice.com


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25 anni di Venicemarathon e 13 ponti accessibili

Torna il 24 ottobre la Venicemarathon, con un nuovo percorso che unirà idealmente Piazza San Marco e Piazzale Ferretto, cuore rispettivamente di Venezia e di Mestre. E anche quest'anno, grazie alla collaborazione con l'Ufficio EBA (Eliminazione Barriere Architettoniche) del Comune di Venezia, tredici ponti del centro storico saranno resi fruibili a tutti, attraverso rampe con una pendenza a norma inferiore all'8%. Lo stesso Ufficio EBA, insieme al Servizio Città per Tutti, partecipa in questi giorni alle manifestazioni di Mestre Fiera Exposport e Coni Open Sport, con uno stand ove si illustrano i progetti in favore dell'accessibilità Uno dei ponti di Venezia resi accessibili in occasione della Venicemarathon





Uno dei ponti di Venezia resi accessibili
in occasione della Venicemarathon






Grandi novità in occasione della venticinquesima edizione della Venicemarathon - Trofeo Casinò di Venezia, che si svolgerà domenica 24 ottobre, con un nuovo percorso che attraverserà oltre a Piazza San Marco a Venezia, anche Piazza Ferretto a Mestre, unendo idealmente il cuore delle due città.I maratoneti entreranno dunque accanto alla colonna di San Todaro, per poi percorrere un giro d'onore all'interno di Piazza San Marco: il Museo Correr, il Caffè Florian, tutte le Procuratie, la Basilica Marciana e la Torre dell'Orologio. Successivamente gli atleti transiteranno di fronte a Palazzo Ducale e nella Piazzetta San Marco, per poi ritornare sul percorso di gara tradizionale che da Riva degli Schiavoni giunge a Riva dei Sette Martiri.Anche quest'anno - grazie alla collaborazione tra l'Ufficio EBA (Eliminazione Barriere Architettoniche) del comune di Venezia e Venicemarathon club - tredici ponti del centro storico saranno resi fruibili a tutti, attraverso rampe con una pendenza a norma inferiore all'8%. Da segnalare poi che - per promuovere i progetti Venezia accessibile e A Venezia le barriere si superano di corsa - sempre l'Ufficio EBA e il Servizio Città per Tutti sono presenti in questi giorni, fino al 24 ottobre, con uno stand informativo (Stand 37) alla Fiera Exposport e al Coni Open Sport, presso il Parco di San Giuliano a Mestre. In particolare nel corso degli Open Sport, alcuni studenti hanno la possibilità di provare concretamente numerose discipline sportive, cimentandosi anche in attività riservate alle persone con disabilità, come ad esempio il basket in carrozzina, la scherma, il torball e la canoa, quest'ultima grazie alla collaborazione dell'International Canoe Federation.In tali occasioni - a coloro che ne fanno richiesta - viene distribuito gratuitamente il materiale del Progetto Venezia accessibile, comprendente dodici itinerari senza barriere e l'itinerario A Venezia le barriere si superano di corsa, creato ad hoc in occasione della   Venice marathon.
( Servizio Città per Tutti del Comune di Venezia ).

>>                                                                                                                                                   Tale  notizia già bella di per se  in  quangto tale stutture    sono state progetatte    dall'aatleta Sud Africano Oscar    Pistorius   atleta disabile ( foto a destra  )  che ha   in un intervista  sempe a repuublica del 23  cm  ,  ha detto : << Altro che medaglie  questa  è  una conquista di civiltà . (...) la corsa passa   , le rampe restano >>  Infatti   sarebbe ancora più bella se per una volta tanto i boiardi e i corrotti e corrutori  di stato le rendessero, attive  e fisse  indipendentemente dal fatto che Venezia è una città turistica a livello internazionale , per sempre solo cosi sarà un gesto serio e non da carità perlosa o puli coscienza verso chi soffre perchè ha  un handicap  o  lo è diventato per malattia o inciedente  come quello di Zanardi o Pistorius  per  citare i più noti e vip  , e vi combatte   tutti i giorni    con i problemi dovuti  ( barrriere archittetoniche , la  cattva  e  a volte disumana   ammiistrazione , ecc )   , i pregiudizi ed in comportamenti scorretti di noi "normali" dall'occupare pur  d'avver al macchina  sotto il  .... o farsi dare  dei pass  con la truffs  il parchegggi a loro riservati o  le macchine  con i marciapiedi cosi chi è in carrozzina deve andare  in mezzo alla strada , ecc  l'elenco è lungo e potrebeb continuare  .
                                              ------------------
Quella brutta   viene dal   il piccolo   quotidiano regionale    del friuli venezia  -giulia  credo d'oggi   perchè l'ho preso da repubblica online e bnell'articolo non era presente la  data    di cui il piccolo è uno  dei giornali di sua proprietà
                                di Marco Ballico

SCUOLA
"Classi differenziate per i disabili"
Bufera sul leghista Fontanini

I disabili nella scuola? "Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati". Il leghista Pietro Fontanini interviene a un convegno a Palmanova e si scatena la bufera. Le dichiarazioni del presidente della Provincia di Udine davanti a 300 operatori del settore disabilità, trovano in serata la reazione "attonita e indignata" dell'assessore regionale alla Sanità, disabile, Vladimir Kosic (Pdl)
Pietro Fontanini
TRIESTE. I disabili  nella scuola? "Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati". Il leghista Pietro Fontanini interviene a un convegno promosso dal Consorzio per l'assistenza medico-pedagogica a Palmanova e si scatena la bufera. Le dichiarazioni del presidente della Provincia di Udine, confermate da più testimoni e contestate dalla platea di 300 operatori sul tema della disabilità, trovano in serata la reazione "attonita e indignata" dell'assessore alla sanità Vladimir Kosic. Ma il primo a prendere le distanze, già al tavolo dei relatori, è Paolo Ciani, consigliere regionale del Pdl.  continua  qui  ( http://wwwnew.splinder.com/myblog/post/58797/23492058/yes#more-23492058

22.10.10

le donne hanno più dignità di noi ?

Leggendo   queste due storie    che troverete nele righe suiccessive  mi chiedo canticchiando questa canzone autocritica   di Bennato




se le donne  , oltre che in amore  sono più forti di noi uomini e che forse non sarà per  quiesto che i maschi (  ovviamente senza  generalizzare  )  fustranti  ed  incapaci  di reagire al di fuori della tv , almeno per  ora    come  dimostra  il documentario il corpo dellle donne ,  citato  su  queste pagne ( , ora  anche sito internet  ed  un   un libro     ) culturalemente alla perdita  del  loro  dominio  reagiscono  copn violenza   ?
 Adesso le storie .


La prima



Ieri 21\10\2010  Nel bar  ,   quello in cui vado  do solito  è chiuso per ferie  , fra  i giornali  oltre  quelli locali ed il corriere della sera   , c'era il  giornale  (    la velina   del governo ) e da tale  copia   da me acquistata  online   ( a dmostrrazione che  non sono  mentale   chiuso  ,  o comunista  come  mi definiscono   a destra o fascista  a sinistra  ) , perché  spesso capita  che anche  gli organi governativi  ( per  non cadere nel volgare  e  per mantenermi  nel rispetto di voi lettori\lettrici  o utenti  )  ci sia  fra tante veline  deglia rticoli interessanti  . Infatti sfogliandolo ,  passando oltre  gli editoriali e le pagine politiche  interne  , faziose i oltre  ogni normalità fisiologica (  visto che  tutti i giornali   sono di parte  \ faziosi )  fino a  farmi vomitare    arrivo alla pagina  della politica estera   ed  ho trovato anche li  fra faziosità   un articolo interessante   che vado a riportare .
Esso narra  la storia  \ la vicenda    di   una ragazza coraggiosa per  avre 20  annni e con un  forte  valore  della legalità  e  della legge  in un paese  corrotto  con il narcotraffico (  o mafia che dir si voglia  )


LA GUERRA DELLA DROGA IN MESSICO
La studentessa che vuol sconfiggere i narcos
A Guadalupe, una delle città più violente e pericolose del Paese, nessuno voleva il posto di commissario anti-cartelli L’unica a candidarsi è stata Marisol, 20 anni: «Tutti hanno paura, ma qualcuno questo mestiere lo deve pur fare»





AL LAVORO
Marisol Valles nel suo ufficio. La ragazza, 20 anni, studen­tessa di criminologia a Ciudad Juarez, è stata nominata capo della polizia di Guadalupe, diecimila anime per una cittadina ai confini con il Texas, completamente in mano ai narcos. È stata l’unica che ha accettato la sfida, la sua città è al centro di una faida che in una sola settimana, proprio prima della sua nomina, è costata la vita a otto persone
Manila Alfano
A Guadalupe la legge ha la faccia pulita e ingenua di una ragazzina di vent’anni. Marisol Valles è stata l’unica ad aver accettato: ci ha pensa­to un attimo e poi ha detto sì a quel posto di capo della poli­zia che nessuno voleva. A giu­gno, l’uomo che prima occu­pava il suo posto, il direttore di polizia Jesus Manuel Lara Rodriguez, è stato trovato de­capitato e con lui i narcos ave­vano ucciso anche suo figlio. Erano andati a casa, in asset­to da guerra e avevano ucciso tutti, senza farsi scrupoli, fe­rendo i passanti per strada, ammazzando il custode. Era­no mesi che lo minacciavano e lo mettevano in guardia. Lui non si era fatto intimidi­re, la legge prima di tutto. E ha pagato. Da allora nessun sostituto si era fatto avanti. Un mese dopo era stata la vol­ta del sindaco, stessa sorte: ri­trovato con la testa mozzata. Guadalupe è l’inferno mes­sicano, peggio c’è solo Ciu­dad Juarez, a sessanta chilo­metri da lì. Il centro delle vio­lenze dei trafficanti di droga e della criminalità organizzata ai confini del Texas si concen­tra qui. È per questo che quel posto di capo della polizia proprio non lo vuole nessu­no. Da quelle parti chi fa ri­spettare le regole muore. Poi, a farsi avanti, a dire sì, è arriva­ta lei, Marisol, occhi grandi e neri, studentessa di crimino­­logia all’università, nuovo ca­po della polizia di Guadalu­pe, diecimila abitanti e otto omicidi solo la settimana scorsa.
È il metodo narcos, la guer­ra dei trafficanti di droga che si combatte ormai da mesi nelle strade al confine con il Texas. È da qui che passano i carichi di cocaina, arrivano dal Sud dell’America Latina, passano per la Colombia, at­traversano il confine con il Messico, salendo verso nord, nell’America ricca. Gli Stati Uniti. Un problema che
gli americani stanno cercan­do di combattere con l’invio di militari per aiutare i federa­li a sorvegliare il confine. Ar­nold Schwarzenegger ha mandato 224 guardie nazio­nali californiane. A giugno Obama ha disposto l’invio di 1.200 uomini lungo tutta la frontiera. Anche il governo messicano cerca di reagire: il presidente Felipe Calderon ha incrementato le misure di sicurezza, ha rafforzato la presenza dei militari nelle zo­ne più a rischio. «Il Messico vive un problema che per de­cenni è stato in incubazione, e anche la soluzione richiede­rà molto tempo», ammetto­no oggi gli esperti.
«Tutti hanno paura, anche io ne ho, ma qualcuno lo de­ve pur fare questo mestiere». Marisol lo sa. È giovane, è donna. In questa faida lei è un obbiettivo fin troppo faci­le.

Marisol si sforza di sem­brare sicura e disinvolta e al­lora parla con i giornalisti, si sente che ha studiato, che ha le idee chiare, quasi da ma­nuale: «Il mio obiettivo non sarà soltanto quello di com­battere il traffico di droga, ma di occuparmi dei quartie­ri e delle scuole. Vorrei crea­re una polizia su due ruote, penso a programmi alternati­vi di vigilanza». È ambiziosa e i suoi progetti assomigliano più a quelli di un capo di poli­zia di una città qualunque, che non vuole cedere alla re­altà, alla gente che ha paura anche di uscire in strada. La nomina della giovanissima «poliziotta» arriva nel giorno in cui più a ovest, al confine con la California, nella città di Tijuana, è stato messo a se­gno uno storico sequestro di marijuana: oltre 105 tonnel­late di «erba» per un valore di 335 milioni di dollari. Droga che avrebbe potuto essere venduta negli Stati Uniti in 210 milioni di dosi. «È un col­po gravis­simo per la crimina­lità organizzata e i narcotraffi­canti messicani», ha detto il generale dell’esercito Alfon­so Duarte Mujica, che ha con­dotto la gigantesca operazio­ne, spiegando che il valore della marijuana può anche «triplicare nella vendita al dettaglio negli Stati Uniti».
È il più grosso carico di dro­ga sequestrata in Messico ne­gli ultimi anni. I narcotraffi­canti hanno già diramato messaggi di morte e minacce sulle radio pirata. Ma forse questo colpo è un segno, un buon auspicio per il coraggio di Marisol.

TERRORE Il suo predecessore è stato decapitato. Soltanto lei ha accettato la sfida LOTTA Per combattere il contrabbando Obama ha inviato 1.200 militari lungo la frontiera

La seconda  invece fìviene dala mia bacheca  di fb    dove   tramite la condivisione    na mia utente   ha condiviso   questa nota
pubblicata da Cinzia Sbardella il giorno sabato 5 giugno 2010 alle ore 11.37 su la  coraggiosa scelta difficile ma obbligata  quella di  Maria Luisa Busi che  ha  lasciato   il TG1: "Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte
--br--

                 FINALMENTE QUALCUNO SI RIBELLA



L'avete letta questa lettera?
Io non guardo più la tv e raramente leggo i giornali convenzionali   per questo non avevo avuto modo di apprendere questa notizia......E BRAVA, CHI L'AVREBBE DETTO DI VISO D'ANGELO!!!  FATELA CIRCOLARE è una bella lettera!!!!!  Questa è la versione integrale pubblicata dall'Ansa, indirizzata al direttore Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della RaiMauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabiledelle Risorse umane Luciano Flussi." Una scelta difficile ma obbligata  quella di  Maria Luisa Busi che  ha  lasciato   il TG1: "Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte


"Caro direttore - scrive la Busi -
Ti chiedo di essere sollevata dalla  mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me - prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di  credibilità nei confronti dei telespettatori. Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di  Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la più grande testata italiana, rinunciando  alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la suaidentità, parte dell'ascolto tradizionale´.Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perchè è un grande giornale. È  stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani.  Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di  una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di  parte.
Dov'è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perchè negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro  titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.
Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere  al mondo un figlio? E dove sono i  cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè  falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.
Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna  interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato,  smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante  volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo.
Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei  programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale  del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese.
Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale.
Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni  professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una   conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto.
Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.
I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.  Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al  grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica.
Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia  professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto   recentemente. Pertanto:
1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito dileale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un  arricchimento.
Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è  più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui  mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e  onesti.
E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai,lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le  loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non  debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo  l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di `danneggiare il giornale per cui lavoro´, con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 darà conto
delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a  campagne ideologiche´. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto.
Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me  diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi  dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.
Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo.Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle  20.
Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo  molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno. Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.
 

21.10.10

mi rilasso doipo una giornata di studio

 dopo un ointera  girnata  di lavoro alla tesi   , appena  vado  a vedere il blog http://nel-faro.blogspot.com/ del cdv  blogspotiano ed ascolto questo emraviglio pezzo che mi   tira  su e  che ho deciso di  condividere  copn voi  cari amici\che    - compagni di viaggio \ strada 



19.10.10

l'uomo che verrà di Giorgio Diritti

dopo aver  visto  , sempre  di G.Diritti il vento fa il  suo giro  ( trovate la recensioen   nell'archivio del blog  gemello   http://www.cdv.splinder.com )  vi aprlo adesso   del suo fil  film  L'uomo che verrà  di cu trovate sotto  il trailler 

 


<< L'umo che verrà è un film   da memorizzare   e diffondere  , da mostrare  a scuola   prima  sdoganino anche  questo :  cosi il cinema  ha  un senso  >> ( Maurizzio porro corriere  della sera   qui dalla rassegna stampa  di  http://www.uomocheverra.com/ pagina  ufficiale  del film  a del film ---  da cui ho preso il trailler  ----  il resto dell'articolo )

Un potente  antidoto  allla folle   , serpeggiante  ( ora più che mai  ) voglia di   dimenticare \  rimuovere le più amare  e tragiche lezioni  che la storia del  novecento  ha  (  avrebbe  dovuto  visto il  caso di Moffa )  impartito al nostro paese  . Limpida  memoria  di G.Diritti , raccontando  voci sorrisi  e  speranzre   dei contadini di Montesole ( meglio nota  alla storia  come Marzabotto  )  che  nel settembre  1944  verrano spazzati  via  dalla furia  dei nazifascisti  in ritirata ,    mette  in atto   il poetico ritornello : <<
Storia diversa per gente normale \ storia comune per gente speciale \cos'altro vi serve da queste vite \ora che il cielo al centro le ha colpite \ ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.
>> di una  storia  sbagliata di F.De Andrè . IL film  è una poesia civile  , il racconto meticoloso  di una tragedia  che si fece  realtà giorno dopo  giorno  . Questo film mi ha letteralmente sconvolto, ovviamente tutti conosciamo la storia, ma rarametne viene raccontata cosi bene dagli occhi degli umili, l'empatia che il regista riesce a creare tra lo spettatore ed i personaggi è incredibile, sembra ormai di conoscerli e si sussulta con loro per l'arrivo dei tedeschi e si vive lo stesso stato d'angoscia, solo risentire la musica di questo spezzone mi fa venire i brividi. Se non andate a vederlo  o  non lo vedete  in streamig  o  in dvsx  o  a noleggio  allora tanto vale andare mai più   al cine  o  smettere  di scaricare  o vedere film  Grazie Diritti.
Mi fermo qui  ,perchè rischierei di diventare  noioso  e di  dire  ovviettà  per  i miei 40 lettori che mi  conoscono  ma  soprattutto ,  non rieisco più a continuare  , a scriverne , le  lacrime mi hanno  "annebbiato la vista  "
Mi fermo qui  , non reisco più a continuare  , a scriverne , le  lacrime mi hanno  "annebbiato la vista  "




18.10.10

per chi ama la tv di tette e culi



Finalmente stasera ritorna il Grande Fratello !! L'astinenza per quelli che vivono passando la propr...ia esistenza cazzeggiando e godendo dei profumi della spazzatura è finita !!..in anteprima la foto della nuova casa del G.F.‌della serie l'alga cu l'alga ....

16.10.10

BASTA PARLARE DI SARAH SCAZZI II

 Dopo le ultime news  che vedono indagata ed accusata  di complicità ed  occultamento di cadavere  la  cugina  Sabrina com'era prevvedibile   se  si analizzano    le  prime dichiarazioni  a  caldo  nella prima intervista, ancora inedita, a Sabrina Misseri, cugina di Sarah Scazzi, rilasciata due giorni dopo la scomparsa. Una ricostruzione dei fatti che poi viene contraddetta dalla stessa ragazza nelle settimane successive. L'intervista è stata raccolta dal giornalista Ciccio Casula, dell'emittente pugliese Telerama. il video  è preso dal quotidiano  online  http://www.unita.it
chiedo  a maggior  ragione quanto chiesi nel post ( pubblicato sul blog  gemmello http://cdv.splinder.com  ) e che  trovate qui.
Mi verebbe  da scrivere  qualcosa  su Sabrina  ma  è meglio che mi trattenga  o  autocensuri  perchè : 1)  rischierei di scendere  allo stesso piano , dei discorsi forcaioli che si sentono sul web e  nei bar quando si parla di tragedie come questa  ., 2) perchè  : <<  (...) cos'altro vi serve da queste vite \ora che il cielo al centro le ha colpite \ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. \Per il segno che c'e' rimasto \non ripeterci quanto ti spiace \non ci chiedere piu' come e' andata \tanto lo sai che e' una storia sbagliata \tanto lo sai che e' una storia sbagliata.>>. Quind  chiedo a voi tutti\e  sia  di questo   che del  blog  gemello  silenzio  e rispetto per  le due famiglie  . La stessa cosa  chiedo ,anche se  è come chiedere la  luna  perchè  il mio appello volerà nel vento
ai media , specie  quelli televisivi    di  non aprire la prima pagina    uusando tale  increscioso fatto di cromnaca   nera   per  coprire \far passare in secondo piano news  più importanti  nazionalied  internazionali   del  loro programmi o di fare  punte  speciali  apposta  andando a raschiare  il fondo del barile  e  alimentando  ulteriormente anzi che  smorzarlo e farlo scomparire  senza  reprimerlo  voyeurismo macabro   non basgtano le foto , vere  o presunte  , che siano del cadavere  della povera  ragazzza pubblicata  in rete  . qui vi chiedo  SILENZIO 













12.10.10

una via di mezzo fra scemo ed ingenuo

"La tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare,
gridando forte senza aver paura contando cento passi lungo la tua strada"
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi! ''

 Oltre  un pezzo riportato sopra   tratto  dalla famosa  cento  passi dei Mcr   come   colonna  di sottofondo   sonora  d'oggi  ne  uso due  . La prima  è Geometrie  dell'anima     di Paolo fresu  di cui riporto  sotto il video  e con cui  le note dell'animo umano si sciolgono sulla melodia di questa incantevole e sublime melodia





la  seconda è  non  è tempo per  noi  di Ligabue    di cui    trovate   qui  un bellissimo  video   che non metto  onde  evitare  un troppo appesantimento nell'aprire  la pagina  del blog  a chi  ha  nel pc  poca ram  , con troppi video  nel  post

Ma Priam d'inizare  il post  d'oggi . è doveresa una precisazione
 N.B 
non metto i nomi e  d'essi sono   coperti  da  ***** (  chi già  causa di miei comportamenti inqualificabli e da  c... su facebook  lo sà ,  chi  non lo sà pazienza 
)   non per   censura  o d'autocensura  ,  ma perchè , chi  ha letto il manifesto del blog  e  le  faq  ( con relativi tag  d'aggiornamenti )  dvrebbe  saperlo  rispetto  è  uno dei cardini  dei questo  blog e  ( anche  se  non sempre  ci sono riuscito nel corso dela mia opera  d'arte  fin qui  realizzata  in quanto  consideravo questo  "  equazione  "  privato=pubblico privato=pubblico ) della mia pagina di Facebook (  in cui  i  post  del blog  vanno in automatico ), ma  soprattutto perchè  fa  parte del rispetto non fare  nomi e  cognomi  di persone  che non hai davanti o  metterle  alla berlina  ( cem spesso ho fatto nele pagine di facebook  ,  a scopo provocatorio  per  attirare loro  l'attenzione  e per  il motivo  sopracitato )   e  fanno  in  maniera  cannibale  i media  )    , metaforicamente parlando  , quando  non  sono o  diventate  ,  personaggi pubblci, oltre  che   problemi riguardanti la loro riservatezza  quella  che   ipocriticamente  il potere  chiama  privacy  
Lo sciocco non perdona e non dimentica. L’ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica.(  proverbio cinese  )  
 foto   tratta  dala pagina    di facebook   un pò angelo e un pò diavolo


Dal proiverbio  sopra  riportato e  dalla prima  canzone  dela  colonna sonora  d'oggi   mi  è venuto  in mente    ed  ho trovato il coraggio per  parlare  di  una   tappa    del mio viaggio .
Prima  ero sciocco poi dopo i casi  di **** e ***** che usavo la come arma  contro  i torti  della vita   non il perddono , ma la vendetta  e  fotunatamanrre   che  sono diventat non violento (  altra tappa  del mio viaggio  ne  ho parlato nei post  precedenti  di questo  blog  , mi pare  se non erro nel  2006\7 )  altrimenti continuando cosi  sarei finito  come  la sto storia  in parte  vera    ma in maggior  parte  leggendaria  di  il bandito e campione     di  Costante  Girandego (  campione di ciclismo )  \ Sante Pollastri (  il bandito )    narrata  in vari  libri  e   nella  canzone     iL bandito ed il campione  e  ora  recentemente in un fiction tv . Poi mi son detto ma che c... sto facendo perchè mi creo rimorsi inutili . D'allora    dopo  oil male  che  ho fatto  ad   ******   e recentemente  a  ******* mi sto incamminando definitivamente , un percorso che avevo già iniziato prima dell'ultimo caso   ma che procedeva a tentoni , e ora procede rettilineo nella mia  strada fatta di curve ( perchè la retta  via  è per chi ha fretta  come dice  una famosa  canzone    contemnuta  nel ll'ultimo cd tabula rasa elettrificata   degli ex Csi  )  fatta di cadute e riprese , fino a farmi diventare  almeno per  ora  poi chi sà ,dato che  l'opera  d'arte \  bviaggio  si  sà quando inizia   ma non quando  finisce  una via di mezo tra l'ingenuo e il saggio . Adessoi la prossiam tappa e la saggezza . Ma per il momento , meglio  , uan via di mezzo in quanto gli antichi dicono In medio stat virtus In altre parole è il proverbio il meglio è nemico del bene  soprattutto da me  che cerco ancora  perdonatemi l'ultima citazione   musicale   ancora  una canzone di Ligabue   una  vita  da mendiano 


11.7.10

L'ultima cena?

Io non canterei vittoria a proposito del presunto "fallimento" del simposio Vespa-Bertone-Berlusconi. E attenti a considerare quest'ultimo un fesso. Non lo è affatto. Il suo lessico è elementare, ridotto all'osso: tipico delle persone incolte e dei pubblicitari. Per questo fa leva sul popolo italiano, notoriamente poco incline alla lettura e all'approfondimento. E', soprattutto, un ladro di linguaggio, astuto nel cooptare le parole più in voga per stravolgerne il senso. Avete notato come si è disinvoltamente appropriato del termine "bavaglio"? Dai suoi tg, soprattutto quello sulla prima rete Rai, ha fatto sapere che l'imbavagliato è lui, in nome d'un diritto che non può essere assoluto: quello della libertà di stampa. Perché prima di essa esiste il diritto alla privacy, come usa dire con orribile anglismo, e che è tutt'altra cosa dall'intimità.

A rigor di termini sarebbe pure incontestabile, e infatti egli spera che molti italiani lo seguano. Ci pare di udirli, gli adoratori di "Silvio": c'ha ragione, è un bravo ragazzo (malgrado le 74 primavere, “Silvio” è sempre il bravo e intraprendente ragazzotto della porta accanto), vuole proteggere i “fatti nostri”. Senonché sono state proprio le sue televisioni, in 25 anni, a spadellare qualsiasi fatto nostro, a far dilagare l'onda volgare e melmosa del voyeurismo: grandifratelli, uominiedonne, e lui stesso, col suo corpo, le sue avventure sessuali (per B. le donne non contano come persone, ma come oggetti) squadernate a destra e a manca. Ora, proprio lui, invoca la "pràivasi". Credibile come uno squalo affamato davanti a una preda ferita, ma gli italiani possono cascarci. Quanti slogan disattesi, dal 1994 ad oggi! Il primo fu "Il nuovo miracolo italiano", seguito da "un milione di posti di lavoro" per giungere ai più recenti "daremo un posto fisso a tutti", "via la tassa dalla prima casa", per tacere del martellamento, durato quasi un anno, sul tema della "sicurezza" e delle fantomatiche ronde, subito fallite, anzi mai iniziate, di cui nessuno ormai parla più.

Egli sa che basta far colpo, promettere senza mantenere, soprattutto senza faticare: perché i cittadini, vale a dire il pubblico, sono, per sua stessa ammissione, come un bimbo di dodici anni nemmeno troppo intelligente.

Anche per questo piace così tanto alla Chiesa (intesa come gerarchia vaticana) e non si speri venga meno tale alleanza: i preti la sfrutteranno fino all'ultimo. Sia perché naturalmente inclini ai regimi di destra, anche dittatoriali, sia perché troppi sono i vantaggi materiali che possono trarre da questa (santa?) alleanza; e non si dimentichi che il Vaticano è lo Stato più materialista e mondano esistente sulla terra. La cena a casa di Vespa e il suo corredo simbolico-blasfemo può e deve farci fremere di orrore, soprattutto a noi credenti, ma stupirci, no davvero: rientra nella normalità delle cose. Potere puro, o meglio: fondamentalismo del potere.

Insomma Berlusconi continua a godere dell'appoggio d'Oltretevere, del resto la pseudo-opposizione è inetta e inesistente, quindi ci propineranno tutto ciò che vorranno. Ma per fortuna non verrà promulgata alcuna legge sulle coppie di fatto, alleluia.


P.S.: Ho usato "per fortuna", e non "grazie a Dio", perché Dio, in tutta questa storiaccia, non c'entra un beneamato cavolo, povero Cristo.