16.12.12

quando i giudici rovinano la gente Travolti negli anni Novanta dall’incredibile caso (falso) dei “satanisti pedofili” del Modenese, i coniugi Covezzi




  Nel 1997, la caccia al pedofilo ha raggiunto il suo culmine. I casi di pedofilia sembrano estendersi su tutto il continente europeo. In Italia, le denunce di abusi arrivano a superare del 60 per cento quelle dell’anno precedente. Da un giorno all’altro, chiunque abbia a che fare coi bambini potrebbe diventare un presunto colpevole. Le denunce colpiscono genitori, insegnanti, suore, preti e volontari. I media traboccano di storie dell’orrore: minorenni abusati, torturati, commerciati. Si sparge la voce dell’esistenza di sette di pedofili che occultano la propria esistenza nella normalità, persone apparentemente “amabili” e “per bene”, in realtà mostri che calano la maschera soltanto davanti alle proprie vittime, tenendo tutti all’oscuro. Medici e magistrati vengono chiamati a discutere dei presunti crimini. «I bambini non mentono mai», «il pedofilo è un insospettabile», «la maggior parte degli abusi avviene in famiglia», affermazioni ripetute ossessivamente sui giornali e in televisione. I dati statistici messi a disposizione del pubblico, a volte da associazioni implicate direttamente nel business degli affidamenti, delle consulenze e delle perizie, si fondano sulle denunce. Non c’è alcuna casistica sulle sentenze definitive. Un disegno, un problema psicologico, diventano l’indizio di un abuso. Chi osa parlare di “falsi abusi” è un negazionista. Il sospetto è  consuetudine, entra nelle procure, nei tribunali, contamina la ragione. In questo clima nasce una vicenda processuale su cui la giustizia italiana non è ancora riuscita a porre il sigillo della definitività.
RACCONTI HORROR. Assolti nel 2010 per fatti risalenti al 1997-1998, stanno ancora aspettando l’udienza del secondo processo d’appello, i coniugi Delfino Covezzi e Lorena Morselli di Massa Finalese (Mo). Uno degli ultimi strascichi di un’Italia che a fine anni Novanta affondava nella melma dei sospetti, dei processi spettacolo, delle accuse di testimoni “attendibili per definizione”, di presunti colpevoli che dovevano dimostrare la propria innocenza, di quelle che gli avvocati definirebbero “perizie per corrispondenza”. Il caso inizia con due testimonianze raccolte dagli psicologi dell’Ausl di Mirandola, affiliata al Cismai (vedi box). Si tratta di due bambini seguiti da anni dai servizi sociali. Nel 1997, vengono prelevati e trattenuti lontano dalle famiglie. Dopo qualche mese, sulla base di colloqui dei quali non vengono conservati né appunti né videoregistrazioni, i servizi sociali dell’Ausl coordinati dall’ex seminarista Marcello Burgoni, danno motivazione degli allontanamenti. C’è un’accusa che hanno deciso di prendere sul serio. «Durante queste messe nel cimitero, i grandi ci hanno fatto lanciare in aria dei bambini che poi ricadevano per terra e forse morivano». I piccoli testimoni raccontano di una storia e di personaggi che sembrano maschere e canovaccio prodotti dall’isterismo collettivo di quegli anni: una banda di persone amabili e perbene che si riunisce al cimitero per compiere atti satanici e orgiastici con la partecipazione dei bambini, all’oscuro dell’intera comunità, per trarne profitto. C’è il prete, don Giorgio Govoni, che conduce i riti e si sbarazza dei corpi, dopo averli trasportati nel pulmino parrocchiale, gettandoli in un fiume, c’è il fotografo che si occupa di filmare e smerciare le riprese, ci sono le famiglie povere del paese che fanno da fornitori di bambini in cambio di denaro e utilità varie. Nonostante la logica serrata con cui si dà credito a questa storia, “suffragata” dagli opinionisti chia mati a commentarla, il paese, che conosce gli indagati, rimane incredulo. Vengono lanciate petizioni. Si chiede l’aiuto alla politica.
GLI APPELLI FINITI NEL VUOTO. Autunno 1998. A sirene spiegate, l’alba di un giorno di novembre, la polizia irrompe nella casa e nella vita della famiglia Covezzi. Non è chiaro perché i quattro figli devono essere presi in custodia dai servizi sociali. I fratelli vengono portati su una volante e poi divisi fra istituti e famiglie differenti. I genitori non sanno né dove sono né come stanno. Non li rivedranno mai più. L’accusa, si scoprirà, è “mancata vigilanza”. Valeria, Enrico, Paolo e Agnese infatti sarebbero stati presenti durante i riti notturni dei satanisti guidati da don Govoni. Il crimine della coppia è lo stesso che avrebbe potuto colpire tutto il paese: non essersi accorta di nulla. Una settimana dopo l’allontanamento dei figli, i Covezzi inoltrano un reclamo alla Corte d’appello di Reggio Emilia. Il pm chiama come consulenti il medico legale Maurizio Bruni e la ginecologa Cristina Maggioni, i quali, con le loro perizie, accertano le violenze subìte dai fratelli: nel corso di questi riti al cimitero la sorella maggiore sarebbe stata abusata centinaia di volte. Nessun perito della parte civile è ammesso alla visita. Il tribunale d’appello, un mese dopo, rifiuta il ricorso dei Covezzi dichiarando i provvedimenti del Tribunale dei minori inoppugnabili in quanto «provvisori e urgenti». Il Tribunale dei minori continua a varare provvedimenti “provvisori” per mesi, impedendo così qualsiasi ricorso ai genitori Covezzi, anche se l’accusa di mancata vigilanza non può motivarli. In questo periodo, i Covezzi devono recarsi all’Ausl per colloqui, senza avvocati e senza psicologi. I figli continuano a essere interrogati dalla psicologa Valeria Donati e da altri funzionari dell’Ausl di Mirandola. Né degli interrogatori dei bambini, né degli interrogatori dei genitori, durati quattro mesi, sarà registrato qualcosa. Gli appunti andranno “perduti”.
LIMITE DI TEMPO. Non ottenendo udienza dall’autorità giudiziaria, i coniugi si rivolgono ai politici. Sostenuti dai compaesani di Massa Finalese, firmano una petizione. Dopo quattro mesi dalla presa in custodia dei fratelli Covezzi, il ministero della Giustizia, sollecitato dai parlamentari Carlo Giovanardi e Aurelio Cortelloni, pone a una settimana il termine di tempo in cui il Tribunale dei minori deve dare definitivamente risposta alla famiglia e ai loro figli. Lo stesso giorno, la sorella più grande, piangendo, dopo un colloquio con la psicologa Valeria Donati riferisce all’affidatario, che lo riferisce al magistrato, di essere stata abusata dal padre, in presenza della madre, che assisteva indifferente. Il giorno della scadenza dell’ultimatum del ministero i genitori Covezzi vengono raggiunti da un avviso di garanzia. Il ministero può dunque evadere le interrogazioni parlamentari e ritirare l’ultimatum, dichiarando che si tratta di un’indagine regolare.
LA BAMBINA ABUSATA È VERGINE. Primavera 1999. Sono passati  centocinquanta giorni dall’allontanamento forzato dei fratelli Covezzi. Un perito del Tribunale dei minori è chiamato ad  accertare la capacità genitoriale dei due coniugi. Lo psicologo, dichiarando che non sono autosufficienti l’una senza l’altro, concluderà che hanno delle «personalità abusanti ». La moglie di Covezzi, incinta, decide di fuggire. Non in Sudamerica: in Francia. Il marito resta in Italia. Ancora oggi vivono separati e autosufficienti. E il bambino non è stato preso in custodia dalle autorità francesi. Secondo i ginecologi incaricati dai Covezzi, quella di Cristina Maggioni e Maurizio Bruni è una perizia inadeguata: «Non è neppure stato impiegato l’elementare, ma fondamentale, presupposto tecnico di qualsivoglia ricognizione fotografica raccolta a scopo medico legale e cioè l’inserimento di una scala metrica nel contesto del campo ripreso. Risulta inaccettabilmente assente l’inquadramento anamnestico. Traspare dalla relazione dei due consulenti un’impostazione pregiudiziale dell’approccio alla perizia risultando in modo chiaro, il dato per scontato dell’abuso ancor prima della vista». La perizia è sommaria. Le conclusioni errate: la bambina abusata centinaia di volte è vergine. Le affermazioni dei periti del pm, secondo i ginecologi, sono «destituite di qualsiasi fondamento medico-biologico». Una conclusione che sarà confermata qualche mese dopo dal medico incaricato dal gip di visitare tutti i fratelli. Il pm della Procura di Modena, Andrea Claudiani, parlerà di normali scambi di vedute fra periti. Un anno dopo l’allontanamento dai genitori, i bambini più grandi vedono mamma e papà ovunque. Ma sono solo fantasticherie. I genitori, preoccupati, chiedono al Tribunale dei minori di nominare un neuropsichiatra infantile per verificare lo stato di salute psichica dei propri figli. Il Tribunale non lo concede. La bambina grande, quella che per prima ha parlato di abusi dei genitori, va male con gli studi. Confessa a Valeria Donati di essere stata violentata negli ultimi due mesi dagli zii e dal nonno Morselli, nel boschetto adiacente a scuola, prima di prendere l’autobus, con una frasca di quaranta centimetri. Da questa accusa i Morselli sono stati tutti assolti nel 2012. Si accerterà infatti che il boschetto non esiste, che la bambina usciva insieme agli altri alunni, che lo scuolabus era guidato dal suo affidatario, che gli zii e il nonno abitavano a ottantacinque  chilometri di distanza e che nei giorni delle violenze non potevano essere presenti. Ma, allora, i Morselli sono arrestati. La bambina violentata per mesi, l’ultima volta appena due settimane prima, non viene portata in pronto soccorso. Il pm Claudiani non chiede alcuna perizia, perché, gli rivela la ginecologa Maggioni, i segni di violenza, a una distanza di due settimane, «scompaiono».
SIAMO TUTTI POTENZIALI ORCHI. Primavera 2000. Dopo un anno e mezzo, per la prima volta la magistratura visiona un’anamnesi delle bambine. In un anno e mezzo, medici, psicologi, magistrati, non hanno mai verificato la cartella clinica delle presunte vittime di abusi. Si scopre che non esiste alcuna  namnesi sulle relazioni interpersonali dei minori coinvolti nel caso. Inoltre nessuno aveva interrogato i conoscenti delle bambine, i maestri, i pediatri di famiglia, i catechisti. Il gip chiede conto agli psicologi delle discrepanze fra le indagini psicologiche e quelle mediche. Se la bambina è ancora vergine, chiede, avrebbero potuto cambiare idea sugli abusi? «Facciamo veramente fatica a rispondere», dicono quegli stessi psicologi che, su una rivista specializzata, dichiareranno che chiunque difenda dei presunti innocenti accusati di pedofilia potrebbe «colludere involontariamente con essi», violentando «a propria volta i bambini». Tutti i periti che hanno confutato le tesi di Cristina Maggioni e Maurizio Bruni non sono stati richiamati. Nella  requisitoria, il pm si è dimenticato di citare il perito del gip che confutava le perizie dei suoi consulenti. Il quadro completo delle accuse lo ha fornito Cristina Roccia, psicologa che, come la maggior parte dei periti di questo processo chiamati da tribunali e procure, come la stessa Ausl di Mirandola, ruota attorno alla galassia Cismai. Roccia, dopo aver apprezzato l’aspetto psicologico delle perizie della ginecologa-psicologa Maggioni, individua nella «serietà» dello sguardo della madre Lorena (di cui uno dei bambini le aveva fatto cenno) il modo «inquietante» con cui avrebbe «fissato» durante le udienze i terrorizzati periti dell’accusa. Uno sguardo che suscitava «paura e inquietudine». Nel 2002, il processo di primo grado si conclude con una condanna per entrambi i coniugi Covezzi a 12 anni. Le accuse, secondo il Tribunale di Modena, sono «ontologicamente possibili ». Gli avvocati che avevano denunciato le irregolarità delle perizie e la violazione del codice di procedura penale, individuando atti ricopiati da un altro procedimento, e il mancato coinvolgimento della difesa, rimangono inascoltati.
L’ASSOLUZIONE NON BASTA. Devono passare altri otto anni – e un verdetto della Corte Europea, che sulla violazione dei diritti alla difesa dava ragione ai Covezzi – prima che i giudici di appello riconoscano il mancato coinvolgimento dei periti dei coniugi, ribaltando la sentenza di condanna di primo grado e decretando la nullità delle perizie psico-diagnostiche prodotte dall’accusa. La Cassazione, nel 2011, un anno dopo la sentenza d’assoluzione, ordina il rifacimento del processo. Dopo dodici anni, i Covezzi stanno ancora aspettando la prima udienza di un nuovo procedimento d’appello.

15.12.12

Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello

Leggendo    su  http://www.nocensura.com   di  venerdì 14 dicembre 2012 15:54
questo  articolo  




Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello . bimbe incise: «In patria sarebbero state discriminate». Furono i primi ad essere condannati grazie alla nuova legge, sentenza ribaltata in Appello 


Di Laura Tedesco

VERONA — A marzo del 2006, quando deflagrò il caso, a Verona venne per la prima volta in Italia applicata l'allora neonata legge anti-infibulazione, quel dettato normativo che aveva riscosso il plauso di tutte le forze parlamentari e che prevede la severa punizione per le mutilazioni genitali, in primis agli organi femminili. A distanza di sei anni dalla doppia denuncia dei genitori di due bambine e due anni dopo la loro condanna in primo grado su decisione del giudice Raffaele Ferraro, entrambi sono stati assolti dalla seconda sezione della Corte d’appello di Venezia. Un verdetto clamoroso, che ribalta le sentenze pronunciate dalla magistratura scaligera nell’aprile del 2010 e che, di fatto, «azzera» gli otto e i quattro mesi che all’epoca erano stati rispettivamente inflitti al papà di una delle due bimbe e alla mamma della seconda.
Difesi sin dall’inizio di questa vicenda dagli avvocati Valentina Lombardo ed Elisa Lorenzetto, i genitori delle piccole sono stati assolti da ogni accusa con formula piena, «perché il fatto - hanno decretato i magistrati lagunari - non costituisce reato ». E così, alla fine, a uscire «mutilata» dal processo di secondo grado, è stata proprio la mega inchiesta che aveva visto la prima applicazione in Italia delle norme anti-infibulazione. Per conoscere nei dettagli le motivazioni dei giudici di Venezia bisognerà attendere il loro deposito previsto tra novanta giorni; nel frattempo, comunque, è la stessa difesa a sottolineare come «l’assoluzione dei genitori delle bambine » sia stata «pronunciata sotto il profilo soggettivo» e come sia stato lo stesso procuratore generale, a coronamento della propria requisitoria, a sollecitare una sentenza di «non colpevolezza» sia per il padre che per la madre delle due piccole. «Da parte nostra - precisano gli avvocati Lombardo e Lorenzetto - abbiamo sempre sostenuto che non si è trattato di infibulazione e che, invece, era stata praticata solo una piccola incisione che, come accertato dai nostri consulenti, non pregiudicherà lo sviluppo sessuale con la crescita».
Secondo i legali, dunque, «non ci fu una mutilazione, una menomazione o un atto violento», bensì - al contrario «un’incisione minimale», di pochi millimetri, praticata agli organi genitali femminili. Una tradizione di lunga data, capillarmente diffusa in alcune zone della Nigeria e, in particolare, tra la tribù dei Bini. Ed è proprio da quest’ultima che provenivano i genitori al centro dell’intera vicenda: «È una pratica antica e già in primo grado, nel corso delle udienze, avevamo dimostrato che, nella tribù dei Bini, se una bimba non ha subito questo intervento viene discriminata». Ed è proprio per questo motivo che, per esempio, la madre di una delle piccole avrebbe ceduto alle pressioni dei parenti. «I testimoni hanno raccontato come dall’Africa insistessero affinché lei trovasse il modo di far operare la figlioletta e lei, alla fine, ha dovuto cedere alle insistenze dei familiari rimasti in patria». Una circostanza confermata anche dal cognato della donna, che la ospitò nel 2006, per circa sei mesi: «Era incinta, e spesso parlava con suo marito al telefono. Lui le diceva che avrebbe dovuto far operare la bimba, quando sarebbe nata. Ma lei non voleva, era contraria. Lui però insisteva ». Obbedirgli, le costò prima la denuncia e poi la condanna. Con il verdetto , però, la Corte d’appello ha riscritto questa storia da capo.


fonte  http://corrieredelveneto.corriere.it/verona del  24\11\2012 



oltre a rimanere basito , attendo di leggere le motivazione , per l'assoluzione ( al limite li si poteva dare le attenuanti visto il contesto culturale e psicologico in cui essa è stata fatta ) affermo anzi riaffermo in quanto ne avevo già parlato in questo post nel lontano 2007 sempre sul ex ( ora divenuto questo dopo la chiusura di splinder ) blog della barbarie di tale usanza .


 Io  rispetto  tutti i culti  \  religioni  diverse  dalle mie  però  certe  cose  sia  che siano praticante  da il nord  o il sud  del mondo   , come nel caso  dell'infibulazione (  trovate  nei link    ulteriori dettagli ed  approfondimenti  e la  foto al centro  mi  perdonino i deboli di stomaco e  i puritani , che  posso pure     saltare   tale  foto    e guardare  solo quella  a  sinistra  che  più  soft  ma non meno   crudele  , ma  spesso   certi shock sono utili \  finalizzati a   far  capire   tali aberrazioni  molto  più di mille parole    )





Essa è un dramma per le bambine ( anche se recentemente il fenomeno sta diminuendo come dice questo articolo de il velino ) se  lo porteranno dietro  per   il resto della loro vita  . Infatti una  donna infibulata può' impiegare anche venti minuti per far pipì, che esce goccia dopo goccia
E' facile morire di setticemie dovuta alle conseguenze dell'infibulazione, specie nelle regioni tribali dove le condizioni igieniche sono spesso inesistenti.

Purtroppo avviene ancora nelle società più arretrate ma  non solo  . Alcuni ritengono che sia una pratica islamica, altri che viene dalle culture più "arretrate" antecedenti all'islam  e poi fatta propria   \  tollerata dallo  stesso islam                                                                                                   Ora  qualunque    sia  la  sua origine  essa  è frutto di ignoranza, pregiudizi, maschilismo, sottomissione passiva   o  attiva  ho visto  via  web   alcune immagini  di  donne  che  lo facevano fare  alle  proprie  figlie  sorridere come mostra  anche questo  video 
 È una cultura , accusatemi pure   di razzismo e  d'intolleranza  , ma   certa cultura   da qualunque parte  provenga che poggia su basi false, disoneste e, soprattutto, disumane che va sradicata , combattuta   e   non tollerata  perchè << (....)  la  disciplina " va imposta  con discernimento . Ogni decisione  di comando va misurata  con le conseguenze  che comporta   (..... ) >>  ( da il  terzo numero , è  in edicola  , di  Le  storie  " La Rivolta dei Sepoy  "di  Giuseppe De Nardo - Bruno   Brindisi pagina  49 ) 
Per  chi volesse  approfondire  tale  argomento  ecco  altri url 









14.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste puntata 8 pranzi o cene di natale in famiglia


ispirazione  da  http://www.bianconatale.com/natale-in-famiglia/

Il natale  è certamente una festività a carattere religioso , ma è anche una ricorrenza speciale laica   da trascorrere in famiglia , soprattutto  in periodo  di crisi   ( vedere  post  precedenti 1 2 ) per rivedere i propri cari dopo molto tempo e, senza alcuno stress quotidiano, trovare il tempo di raccontarsi le ultime novità, giocare a tombola o a carte o, ancora, cucinare insieme. Nonostante a volte capiti di vedere sbuffare chi sa già che il 25 dicembre rimarrà bloccato in casa tra nonni, vecchi zii e genitori, in realtà sono in poche le persone disposte a rinunciare a tale evento speciale per allontanarsi dalla propria città. I viaggi vanno molto forte, ma sono legati soprattutto a Capodanno    anche se quest'anno con la  crisi  credo  che  ci sia poco  da  scialare    mentre la Notte del 24, si preferisce scartare tutti insieme i regali di Natale, raccolti intorno ad un albero. Un momento di raccoglimento che arriva al termine di un periodo che tra shopping alla ricerca dei doni più adatti e idee per il cenone  o il pranzo  ( natalizio  ( per   i quali valgono  sia la puntata  della  dieta pre  natalizia  sia quella  sulle  abbuffate e  sui vegani \ vegetariani  ), in realtà, regala una allegria ed una pace insperata ma attesa come ogni volta.




 In caso di tensioni o conflittualità in famiglia  un metodo religioso \ spirituale (  può essere  anche riadattato , esperienza personale , in modo  aconfessionale  ) per  passarlo in tranquillità può' essere quello suggerito  da questo sito  .
 Per  evitare  tensioni  e   scontenti  (  da me   si  da lui  no  , il bambino\i dove da te o da me  cosa  fargli fare  , ecc ) per   le questioni organizzative che ruotano intorno alla settimana bollente tra il 25 ed il 31 dicembre possono essere fonte di ulteriori conflitti soprattutto  se ci sono  coppie  separate o divorziate (  o in via  d'esserlo ) qui  potete trovare  dei buoni consigli  . Un altro problema è quello  dei  fidanzati  conviventi  \sposate  : dove trascorrere la sera della Vigilia, a casa con i propri parenti o con quelli del partner? Se non è possibile unire le famiglie sarebbe opportuno mediare, per esempio decidendo di trascorrere la sera del 24 con i parenti del partner ed il giorno di Natale con la propria famiglia o magari il 26  tutti insieme  in qualche ristorante  o  agriturismo .Per lei o lui invitati dai rispettivi  familiari  del partner  ecco come sopravvivere
Per  i bambini  o li parcheggiate  (  tanto ci saranno le  solite melense trasmissioni  film  , cartoni  , ecc o  dvd  di  cartoni classici  e  nuovi )  davanti ala  tv  , o  li fate  raccontare o li raccontate  voi  (  se  nel caso  non ci sono  nè  i nonni materni e paterni )  storie  ecco un sito  di  storie e favole  http://www.bianconatale.com/category/storielle-natale/ oppure   basandovi  su d'esse  o su quelle  che una volta   vi raccontavano i vecchi( quando non c'era  o  era per  pochi , la  tv  )  e riadattarle  o  inventarvene voi  .
Se nel caso  non avete bambini o  volete  continuare  la  vostra passione  e siete  ancora  " intimoni "  ed amnanti delle sveltine ( rimando  a questa precedente  puntata  : natale  sex  ) . Per   i single  ( lui e Lei  ecco  ho  trovato un articolo interessante    adattabile  anche  a noi uomini   qui  su pianeta  donna ) .
 Non so che altro dire  buone  feste

11.12.12

[sono solo un sognatore ] di Antonio rocchi

questo scritto  di Antonio Ronchi
Sono solo un Sognatore
non ho altro nella vita che il mio sogno.
A che serve un Sognatore? A che serve sognare?
E cos'è il sogno se non la forza di un Cuore che si protende 
per raggiungerlo?
E cos'è quella Forza se non l'Amore
che ha creato l'Universo intero?

 uno dei fondatori del gruppo facebookiano di radio faber conferma  sia la  vignetta di Silvia Ziche  riportata  sopra   sia  questo mio  post  precedente


All'asta disco di John Lennon autografato al suo assassino

meno male   che   ho scelto  di farmi invia pubblico  . Infatti  ho recuperato  un post (  del 9\12\2012 )  che  avevo  cancellato  per  sbaglio . rieccolo . chiedo scusa  a chi lo  legge  due  volte




La casa d'aste americana 'Moments in time' ha messo all'asta la copia dell'album 'Double Fantasy' che Lennon autografò a Mark David Chapman poche ore prima che quest'ultimo uccidesse l'ex-Beatle.


Acquistato nel 1980 da un giardiniere che lo trovò nei pressi del palazzo Dakota di New York, luogo dell'omicidio, il disco fu venduto da questi nel 1999 a un anonimo privato che proprio ieri, nel 32esimo anniversario della morte di Lennon, lo ha messo di nuovo in vendita. Il momento della firma di questo LP fu immortalato da una fotografia che ritrae Lennon e il suo futuro assassino.


Caso Kate Middleton, infermiera suicida I dj dello scherzo in tv: "Siamo distrutti"



secondo me ,sono sinceri anche se un po'ingenui ( ma chi non lo è o non lo è mai stato ) perchè cme dice un commento vedere sotto per gli altri << (...) Ovunque nel mondo ci sono persone psicologicamente fragili ed altre viceversa forti. Non possiamo mai sapere con sicurezza se un nostro vicino, collega o conoscente rientri in una piuttosto che in un'altra delle due categorie. Proprio per questo, prima di fare delle "bravate", chiunque dovrebbe ben rifletterci. A prescindere dalle considerazioni che si possono fare sulla psiche di questa povera donna (..) >> a questo articolo


I dj dello scherzo in tv: "Siamo distrutti"





Le lacrime di uno dei conduttori della trasmissione Mel Greig: "Penso sempre a quella donna".

MEL GREIG E MICHAEL CHRISTIAN, I DUE CONDUTTORI RADIOFONICI AUTORI DELLO SCHERZO



I due speaker telefonici, autori della telefonata all'ospedale londinese (  foto sopra  al centro)  dove era ricoverata Kate Middleton, sono comparsi in pubblico, in un'intervista alla tv australiana, dopo giorni di silenzio in seguito alla morte di Jacintha Saldanha che si sospetta si sia suicidata dopo aver risposto alla falsa telefonata dei due dj. Nell'intervista hanno detto di essere "distrutti" dalla vicenda, che non avrebbero mai immaginato avrebbe avuto un tale drammatico epilogo e che i loro pensieri sono con la famiglia di Jacintha. Mel Greig, uno dei conduttori poi prima di lasciare la trasmissione si è lasciato andare e in lacrime ha ammesso: "Penso sempre a quella donna...".




Commenti dei Lettori 
hal9000
11/12/2012 17:06
chissà..
..i colleghi e gli amici di lavoro come se la sono presa in giro, prima di puntare il dito sugli autori dello scherzo
( neanche poi di cattivo gusto ) bisogna riflettere su questo.
DomusdeJanas
11/12/2012 16:31
Pensare prima di agire
Ovunque nel mondo ci sono persone psicologicamente fragili ed altre viceversa forti. Non possiamo mai sapere con sicurezza se un nostro vicino, collega o conoscente rientri in una piuttosto che in un'altra delle due categorie. Proprio per questo, prima di fare delle "bravate", chiunque dovrebbe ben rifletterci. A prescindere dalle considerazioni che si possono fare sulla psiche di questa povera donna, non credo che le abbiamo fatto una semplice reprimenda...soprattutto conoscendo gli inglesi...
SADDIM
11/12/2012 13:07
Solo ipotesi...ma
Sarei curioso di sapere se la centralinista/infermiera abbia avuto qualche notizia su un probabile provvedimento disciplinare, una possibile sospensione o addirittura licenziamento da parte della clinica.
becky
11/12/2012 12:46
sorigumaccu
Con tutti i mali che ci affliggono ci vuoi togliere anche un pò di sana ironia ? Vedi la gioventù di oggi come è solita divertirsi.Meglio uno scherzo al telefono.
LucMan
11/12/2012 07:57
Era solo uno scherzo .
il gesto della signora , o meglio infermiera , è stato spropositato . La vita è fatta anche di queste cose , lo spirito goliardico non deve mancare .
dartagnan71
10/12/2012 23:35
Anubi17
Forse hai ragione, pero' ricorda che in Inghilterra esiste da sempre un etica comportamentale e valori indissolubili. Chi ricopre cariche di responsabilità non puo' commettere errori. In quel Paese ci son stati Ministri che si son licenziati perchè avevano tradito la moglie. Per noi (grazie alla classe politica che abbiamo) è cosa da fantascenza. Ma non li.
Anubi17
10/12/2012 17:37
Non esageriamo...
...ora diciamo che sono idioti e che potevano risparmiarsi lo scherzo solo ed esclusivamente per il tragico epilogo!La signora poverina ha reagito in modo sproporzionato, non credo che si sia suicidata per la telefonata e per la figuraccia da parte della clinica! E' sicuramente una tragedia ma per il mio modesto parere ci devono essere senz'altro altri motivi che l'hanno spinta a suicidarsi....magari aveva altri problemi! Non darei la piena responsabilità ai Dj....
pixeloso2
10/12/2012 15:41
Poteva capitare a chiunque
Allora vorrei ricordare una cosa, ricordate quando Fiorello fece scherzi a Mike Buongiorno al telefono? Lui è uno dei tanti in Italia, ci sono quelli dello Zoo di 105 e tanti, tanti altri Speaker sia di trasmissioni radiofoniche nazionali e regionali..Sono dei metodi divertenti (a volte) che vengono fatti per attirare pubblico..Ora è successo a loro, che hanno una vita completamente distrutta psicologicamente ma poteva capitare a chiunque.. E' stata una tragica fatalita(?)...
Sorigumaccu
10/12/2012 12:34
Lacrime di coccodrillo
spero vi siate resi conto della miseria della vostra esistenza, grandi e grossi ancora a fare scherzi telefonici con le vocine cammuffate come degli idioti




l'altro volto delle donne . la storia di Simona Non mostra curve mozzafiato, sono donne coraggiose

La prima  storia   è  quella  di una donna che rimasta vedova  ha  scelto  di continuare  a fare il mestiere     del marito  ovvero i pastore  
 foto Elisabetta Loi
idem precedente 

                                  
Non rinuncia al fard e al filo di mascara ma Simona Mighela, rimasta vedova troppo in fretta e con una bimba di un anno e mezzo da crescere, sa che essere donna non è solo seduzione e vanità. Il 
tailleur e i tacchi a spillo li ha relegati al passato. Faceva l'agente di commercio. Da quando è rimasta 
sola si è rimboccata le maniche e ha preso il mano l'azienda che il marito, stroncato da un infarto nel 2003, le ha lasciato. Ogni giorno, ai piedi del Gennargentu, anche tra il rigore e il gelo, accudisce le sue mucche.

 fonte  (  foto comprese  )  unione sarda  online  dicembre 2012



La  seconda  storia  invece  è  di una  giornalista  antimafia   che   come  Saviano le  minacce    dal clan camorristico  dei Casalesi  ma  differenza  di quest'ultimo lei non solo ne  ha  scritto come lui  ma  ha mostrato grande coraggio per aver reagito alle minacce del cognato del boss Nicola Panaro, numero tre della cosca dei casalesi di Casal di Principe, denunciandolo alla magistratura 

                                          
da www.senzamemoria.it/     Posted by mario on dic 10, 2012 in Uomini di Stato, Varie 

Non solo Saviano, la Storia di Marilena Natale giornalista.

Laura Eduati


C’è una foto che senza didascalia potrebbe semplicemente raffigurare una donna felice, sdraiata sulla poltrona reclinabile in un salottino Ikea. Quella, però, non è una stanza qualunque. È il covo di Michele Zagaria, superlatitante del clan dei Casalesi arrestato il 7 dicembre del 2011 a Casapesenna, uno dei tanti luoghi infelici della criminalità casertana. E la donna è una cronista di mafia con l’animo di ferro e la penna inflessibile, che dopo l’arresto è voluta entrare nel covo, voleva vedere gli oggetti del mafioso, il pouf, il tavolino. E infine quella poltrona comoda. Una sfida: ora mi ci siedo io.
Nonostante il savianesimo italiano, Marilena Natale non la conosce nessuno. O, meglio, le cronache nazionali non si sono mai occupate di questa giornalista minacciata dagli esponenti della criminalità organizzata e dai politici collusi, che poi spesso le due categorie si confondono. Scrive per la Gazzetta di Caserta, piccola testata mai citata nelle rassegne stampa, alla quale per rappresaglia molti imprenditori negano la pubblicità per poterla prosciugare economicamente, e magari chiudere. Eppure resiste. “Negli ultimi 30 anni siamo stati abbandonati dallo Stato. No, non intendo la politica. Qui non esiste destra né sinistra. Qui valgono le parole di Nicola Schiavone, il figlio di Sandokan, che in una intercettazione ambientale parlava delle nuove elezioni a Casal di Principe e diceva: “Lasciate che dicano quello che vogliono, tanto poi comandiamo noi”. Comandano loro. E Natale è diventata, nelle sue parole, “un intermediario tra la gente comune e la polizia”: la sua casella mail è ormai un ufficio denunce, una richiesta di aiuto, una buca delle lettere dove i cittadini scrivono quello che sanno, danno informazioni, sollecitano inchieste, lamentano soprusi e illegalità. Lei, 40 anni e due figli, vaglia gli elementi e poi scrive. E manda in malora interi consigli comunali. È accaduto anche nel 2010 quando Angelo Ferraro, parente di camorristi, venne nominato assessore ai beni confiscati a Casal di Principe. Un nuovo schiaffo alla legalità. E allora Natale, donna fumantina, aveva preso in mano carta e penna e aveva scritto una lettera a Giorgio Napolitano chiedendo come fosse possibile che nessuno si accorgesse di cosa stesse accadendo, ancora una volta, nel Casertano. Napolitano rispose, il neosindaco si dimise, e dopo qualche mese il consiglio comunale venne nuovamente sciolto per infiltrazioni mafiose.
Si capisce quanto i Casalesi abbiano voglia di sbarazzarsi di Marilena, e non è soltanto un’impressione: nelle inchieste della magistratura sono emersi spezzoni di conversazioni tra capibastone che stavano organizzando una agguato alla giornalista. “Una volta mi rivolse la parola il cognato di Nicola Panaro, un affiliato. Mi disse: ti dovrei ammazzare. E allora risposi: se mi vuoi ammazzare fai presto perché io ti denuncio. Non sapeva che stavo registrando, lo denunciai e fu condannato”. Ha rifiutato la scorta, Marilena, perché non vuole subire restrizioni nella sua professione. “Se vivessi circondata di agenti non potrei parlare con le persone e nessuno si fiderebbe di me. Dovrei comunicare alle forze dell’ordine i miei spostamenti, raramente mi ricordo di farlo”. Di questi pericoli e della professione di cronista in terra mafiosa, Natale ha parlato la scorsa settimana a Montecitorio in una conferenza dedicata alle giornaliste minacciate di morte. Accanto a lei sedevano la 22 enne Ester Castano, reporter di Magenta (Milano) che ha subito intimidazioni da parte del sindacoAlfredo Celeste, arrestato lo scorso 10 ottobre; Marilù Mastrogiovanni, direttrice del sito pugliese il tacco d’Italia, finita nel mirino della sacra corona unita per le sue inchieste; eLuisa Betty, giornalista de il manifesto specializzata in campagne e articoli contro la violenza sulle donne e per 
questo ha subito cyber stalking e ingiurie. Le loro storie, come quelle dei molti giornalisti che in Italia rimangono vittime di minacce, o peggio, sono tutte raccolte nel sito Ossigeno per l’informazione   [ più precisamente  in questo articolo  da  cui  è tratta la foto  a destra   ] . Marilena dice che vivere così, sempre sul filo, ormai è normale. Non ammette nemmeno di avere paura: “non sento timore, io realizzo che per il mio mestiere potrei finire male, ma allora penso a Don Peppino Diana che fu ammazzato in chiesa a Casal di Principe nel 1994, il suo sangue ha fatto nascere una coscienza civile molto forte. Se mi uccidessero, sai che casino verrebbe fuori?”. E allora viene facile pensare a Roberto Saviano, e appena ode il suo nome Marilena si rabbuia e lascia che io scriva sul taccuino soltanto questo:
“La camorra non si sconfigge scrivendo libri. Di cronisti come me e pieno, qui. Non sono l’unica e per favore ricordalo. A me non interessano gli scoop, non mi interessano i racconti. Io voglio stare sul territorio e registrare quello che accade giorno dopo giorno. Niente altro, nessuna gloria, solo il mio lavoro”. Il suo lavoro è inscindibile da quello delle forze dell’ordine, con le quali comunica costantemente. Non è possibile contare tutte le volte che pronuncia la parola “polizia”: “Dicevo prima dello Stato, ecco lo stato sono loro. Non c’è altro. Qui le piccole illegalità sono diventate grandi illegalità, la camorra si è fatta politica e molti hanno smesso di pagare persino l’acqua e l’assicurazione della macchina. Non vogliamo che il ministro dell’interno si ricordi soltanto di noi quando accadono cose plateali, come quella volta che Maroni scese perché a Castelvolturno erano stati ammazzati sei africani. Non s’era mica accorto che Setola stava ammazzando gente da settimane? E poi, se mi dici che gli africani si ribellarono e allora fu una cosa sensazionale ti posso dare ragione. Anche a Rosarno furono i braccianti neri a prendersela con la mafia e sai perché? Perché hanno più dignità”.

9.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste 7 puntata come evitare un regalo indesiderato

Questo aggiornamento   \  ripresa  della  III puntata  della  guida  del natale  2012\13  sara un articolo ovvio e magari  e banale  , ma  purtroppo  visto  l'alto numero di regali riciclati o messi in vendita  ,  è sempre  attuale  e  ripeterlo  \ non darlo per  scontato  non fa male




Come fare di fronte ad una amica che ha dei gusti terribili e sapete già che a Natale vi porterà qualcosa che non vi piace? Come comportarsi se si ha bisogno di qualcosa e si farebbe volentieri a cambio con qualunque prodotto hanno in mente di mettere sotto l’albero per voi i familiari? La soluzione è una sola: iniziare a mettere in atto qualche settimana o mese prima una strategia che possa indurre i propri cari ad azzeccare i doni. Certo, se non volete fare una magra figura dovete essere proprio bravi e cercare di far cadere il discorso in maniera quasi indifferente.
Mi raccomando, non pensateci certo dieci giorni prima, potrebbero già aver provveduto e nemmeno con troppo anticipo, perché lo dimenticheranno. Spero per voi che non siano i tipi che scelgono i doni di Natale durante l’anno a seconda delle cose che trovano in giro, per evitare la ressa nel periodo di festa. In ogni caso, ogni tanto riprendere il discorso non fa male, ma a questo punto calcolate che magari chi è con voi inizierà a fare la stessa cosa. Preferite davvero non rischiare di ricevere qualcosa di brutto, oppure forse è meglio comunque optare per l’effetto sorpresa? Un’altra possibilità è quello di uscire insieme e casualmente finire di fronte alla vetrina dove si trova l’oggetto dei desideri. Di fronte al vostro viso da “Bambi abbandonato” come si fa a resistere? Certo evitate di essere troppo sfrontati ed esagerare con il prezzo, soprattutto con la crisi economica che c’è in giro. Se poi non ce la fate proprio ad aspettare e siete in confidenza con la persona in questione, forse è il caso di essere diretti. Parlatevi e dite che preferireste ricevere e fare un dono utile e che proprio perché i risparmi latitano è meglio dirsi chiaro che cosa serve. La vostra sincerità sarà premiata e l’albero sarà arricchito dal dono che volevate.

Ecco Un altro " trucco  " ( sempre   consigliato  dallo stesso sito citato prima  ) che conoscono tutti  ma quasi nessuno lo mette in pratica , Il motivo è legato in parte alla pigrizia e alla convinzione che tanto all'arrivo delle feste c’è tempo , è  quello  di   comprare i regali durante  l'anno  o al massimo  negli ultimi mesi dell'anno . 
Questo è verissimo in effetti, ma pensarci prima permette non solo di poter scegliere senza la ressa degli ultimi giorni dell’anno, ma anche di conservare qualche euro in più nel portafoglio. Infatti poichè  ,  sbadato ( le perdo o me  le  faccio rubare  ) , disattento  oltre  a  problemi  d'equilibrio le  rompo e\o le  rovino , o  non ho soldi per  comprarmi  quello che mi piace realmente   spono uno spendaccione   a  Natale mi serve qualcosa, applico le strategie sopra  descritte  dall'articolo . Ecco   che  mi muovo strategicamente e, casualmente, lascio cadere il discorso su ciò che potrebbe piacermi. Diciamoci la verità, sono convinta che gli altri lo capiscono ma mi vogliono bene e la prendono a ridere. Il più delle volte, tra l’altro, anche loro magari  fanno così e alla fine non sarà una sorpresa, ma almeno avremmo scongiurato il dono riciclato o non gradito. Si va avanti in questo modo di Natale in Natale, ma stavolta con la crisi economica in corso e i portafogli di tutti completamente vuoti non sarà facile per niente. Le strategie familiari non mancheranno, ma ci accontenteremo tutti di fare ciò che si può. L’importante è davvero stare insieme.


Con questo  è tutto  alla  prossima puntata  che sarà   come  anticipato nelle ultime righe la  famiglia 

Decrescita felice per rispondere alla crisi "Si coltivano orti e si vendono più bici"

non ricordo la fonte  di questo interessante articolo

"La paura c'è" ma gli italiani reagiscono alla crisi anche con "difese strenue": è quanto si rileva dal rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese.
In due anni 2,5 mln di famiglie hanno venduto oro o preziosi; l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi, il 73% va a caccia di offerte; il 62,8% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina, si vendono meno auto. Alla contrazione della vendita delle auto ha risposto un boom delle biciclette: ne sono state vendute 3,5 milioni; 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi da consumare ogni giorno.

LE SPESE - La sanità costa cara agli italiani. Nel 2011 le famiglie hanno tirato fuori di tasca loro (out of pocket), per acquistare beni e servizi sanitari, ben 28 miliardi di euro, pari all'1,76% del Pil. Lo evidenzia il 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Una spesa sostenuta soprattutto per far fronte alla scarsità di cure domiciliari e integrazione socio-sanitaria, necessarie per sostenere l'aumento dei malati gravi e cronici. E anche se, secondo l'Ocse, la spesa out of pocket italiana nel 2010 è stata pari al 17,8% della spesa sanitaria complessiva, quindi al di sotto della media Ocse del 20,1%, gli italiani spendono molto di più di altri Paesi europei come Francia (7,3%), Regno Unito (8,9%) e Germania (13,2%). Del resto, come evidenziano i dati del Ministero della Salute, il numero medio di ore erogate a ciascun caso preso in carico dall'assistenza domiciliare integrata nel 2008 è stato di circa 22 ore. Il che rende inevitabile per le famiglie supplire alle mancanze del sistema pubblico, e sostenere costi spesso insostenibili, quando si tratta di malattie gravi o croniche. Ad esempio, la stima dei costi sociali diretti a carico delle famiglie, fatta dal Censis, vede una spesa di 6.403 euro per l'ictus, di 6.884 euro per il tumore e 10.547 per l'Alzheimer. Ciò evidenzia, secondo il Censis, come il modello assistenziale socio-sanitario sia capace di coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti proprio i soggetti che più ne avrebbero bisogno, soprattutto nel lungo periodo.

POLITICA E SOCIETA' - Italia "separata in casa" per sopravvivere alla crisi: da una parte ci sono le istituzioni politiche alle prese con il rigore sui conti, dall'altra i soggetti economici e sociali, che, "rimasti soli", attuano "affannose strategie di sopravvivenza".

I CONSUMI FAMILIARI - "Risparmio, rinuncio, rinvio": il rapporto annuale del Censis indica così "le tre 'r' dei consumi familiari", alla base del crollo delle spese. "Nel primo trimestre 2012 la flessione delle spese delle famiglie è stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali". Nel 2012 i consumi reali pro-capite, pari a poco più di 15.700 euro, "sono tornati ai livelli del 1997". Mentre è in "drastica riduzione"anche la propensione al risparmio, "dal 12% del 2008 all'attuale 8%".

BOOM DI CERCA LAVORO - "Tra primo semestre 2011 e primo semestre 2012 il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato di oltre 700mila unità", a 2,75 milioni. "Incremento davvero eccezionale, +34%", rileva il Censis nel rapporto annuale. Mentre è "anticiclica" la dinamica dell'occupazione femminile, con 110mila nuovi posti tra 2010 e 2011, +1,2%; "Tendenze destinate a consolidarsi ancora di più nel 2012", con un saldo di +118mila unità nel primo semestre. In controtendenza anche l'occupazione nelle coop.

LA CRISI COLPISCE LA LETTURA - Gli unici mezzi di comunicazione che riscuotono un successo crescente sono quelli che integrano le funzioni dei vecchi media nell'ambiente di Internet, come gli smartphone e i tablet. E' quanto si legge nel capitolo del rapporto del Censis dedicato a comunicazione e media. Prosegue l'emorragia della carta stampata: i lettori di quotidiani (-2,3% tra il 2011 e il 2012), che erano il 67% degli italiani cinque anni fa, sono diventati oggi solo il 45,5%. Perde lettori anche l'editoria libraria: ormai meno della metà degli italiani legge almeno un libro all'anno (49,7%), anche se si segnala un +1% per gli e-book. La penetrazione di Internet ha guadagnato 9 punti percentuali nell'ultimo anno ed oggi l'utenza si assesta al 62,1% degli italiani (90,8% tra i giovani). Continua anche la forte diffusione dei social network: è iscritto a Facebook il 66,6% delle persone che hanno accesso a Internet (il 41,3% dell'intera popolazione). Al tempo stesso i telefoni cellulari (utilizzati ormai da 8 italiani su 10) aumentano ancora la loro utenza complessiva (+2,3%). La televisione continua ad avere un pubblico che coincide con la totalità della popolazione (il 98,3%: +0,9% rispetto di utenza complessiva rispetto al 2011), ma cambiano i modi guardarla: il 42% degli italiani collegati ad Internet cerca i canali su YouTube per costruirsi i propri palinsesti. Anche la radio resta un mezzo a larghissima diffusione (la ascolta l'83,9% della popolazione: +3,7% in un anno).

8.12.12

il comodore 64 compie 30 anni



                                                                                                                                  UN MODELLO DI COMMODORE 64



Ha milioni di fan nostalgici in tutto il mondo, programmatori che lo utilizzano anche se ha una potenza di calcolo ridicola se confrontata con quella di un qualsiasi telefonino, mostre, tavole rotonde e persino un'orchestra che fa concerti basati sulle sue musiche.
Il Commodore 64, il computer più venduto al mondo con 70 milioni di pezzi, compie 30 anni, ma il suo ricordo è ancora più che vivo, e ha "contagiato" anche persone che alla sua uscita erano appena nate. Infatti   ricordo ancora    di come  nel periodo   delle  superiori \  università prima fra  appassionati  e pi  in  rete si cercassero adattatori  per   poter  continuare  a  giocare   con i  suoi  giochi  .  << I   primi C64   >>   secondo  l'unione del 8\12\2012 << invasero il mercato americano alla fine del 1982, avevano 64 kilobyes di memoria (moltissimo per quell'epoca, anche se adesso qualsiasi dispositivo elettronico ne ha molta di più), e costavano 595 dollari, un prezzo considerato ''per famiglie'' visto che gli altri pc già presenti sul mercato, come l'Atari, anch'esso simbolo degli anni '80, costavano il triplo. >> A corredare la macchina dal familiare colore beige  i primi modelli ( vedere foto  sopra  )  marroni nelle edizioni successive  (  foto a destra  )
  un catalogo di diecimila programmi, fra cui giochi famosi ancora oggi , come Pac-man o Super Mario,buble bolle  e le  loro versioni  piratate   con  vite  infinite   ( ma come non dimenticare  quello delle  olimpiadi , quello   dei  baristi  ,  e  Sisters  il  clone  \ copia   di super mario  )  ma anche i primi fogli di calcolo e programmi di scrittura progenitori di quelli che usiamo oggi, che giravano su un rumoroso floppy disk o addirittura su cassetta. <<"Anche se >> sempre  secondo l'unione  sarda   << non è stato il primo pc della storia, il Commodore 64 è stato comunque il primo ad avere una potenza di calcolo tale da permettere agli artisti che progettavano videogiochi di esprimere il loro potenziale - spiega Marco Accordi Rickards, direttore del Museo del Videogioco di Roma - ed era il primo ad un costo accessibile. Probabilmente è per questo che è ancora nel cuore di molti, anche giovani, che continuano non solo ad usarlo ma anche a scrivere programmi e giochi dedicati". >>  vedere  con google   quanti siti e dei vecchi giochi  e  d'adattatori   si trovano del comodore  64   .
 Purtroppo quest'anno non potrà partecipare ai festeggiamenti in tutto il mondo Jack Tramiel, il fondatore della Commodore. L'imprenditore di origine polacca naturalizzato americano, che durante la seconda guerra mondiale è passato anche per il campo di concentramento di Auschwitz, morto proprio lo scorso 8 aprile. Contrariamente a Steve Jobs, a cui spesso viene paragonato per l'innovatività delle sue 'creaturè, Tramiel ha però dovuto assistere al declino della sua azienda: "Proprio come Jobs anche Tramiel è stato allontanato dalla propria azienda dal consiglio di amministrazione - spiega Accordi Rickards - che ha iniziato una serie di operazioni finanziarie spregiudicate che ne hanno decretato la fine"della produzione  . Un pc  che  rimane nella storia     e che ha  ispirato  il film



 Quanti   ricordi . Riucordo ancora   di tutot quello che ci potevi fare non solo giocare  ( infatti mio zio   lo usava  anche per  scrivere  e fare  grafici ) . Ricordo ancora  la pubblicità  che  trovate  qui sotto

 le  giocate  con gli amici  ,  il tempo sottratto  allo studio , le liti  con i miei   che me  lo  sequestravano  e me  lo  ridavano  dopo aver studiato  , i programmi che s'impallano  , il tempo per  caricarlo  , le liti per  aver cancellato \  smagnetizzato   una versione  pirata   con le  vite  infinite  di  bolle  bolle .
Bei tempi  ( proprio  come questa  canzone) del bluesman  Paolo Bonfanti )  che   non ritornano 


 più e  vivono solo nel ricordo  e nella  nostalgia , ma  che  ci si  vuole fare  , è la vita  . Ma  non èm detto che possano  essercene altri magari più belli di quelli passati
 (  una  do
per  chi volesse  approfondire  ricordare    e \o saperne di più



natale all'antica in famiglia causa crisi e A CACCIA DI REGALI (LOW COST) PER NATALE nei mercatini anticrisi

su  da  televideo rai  del 9\12\2012 leggo che 

Sono 23 milioni di italiani che quest'anno alla ricerca dei regali frequentano i mercatini di Natale che si moltiplicano nelle piazze italiane. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg dalla quale si evidenzia che si tratta dell'unica forma commerciale che cresce nel tempo della crisi. Una opportunita' che - sottolinea la Coldiretti - unisce il relax con la possibilita' di fare acquisti con curiosita' e novita' a originalita' garantita per garantirsi buoni affari e sfuggire alle solite offerte standardizzate. 

 

Nei mercatini ad essere piu' gettonati per il 34 per cento degli italiani sono - precisa la Coldiretti - i prodotti tipici dell'enogastronomia anche perche' le difficolta' economiche spingono verso acquisti utili per se stessi e la propria famiglia o da regalare a parenti o amici. Non manca peraltro chi - continua la Coldiretti - va nei mercatini a caccia dei decori natalizi (32 per cento), di piccoli oggetti per la casa (26 per cento), dolciumi e caramelle (22 per cento) o oggetti artigianali (17 per cento) ma anche solo per passeggiare e non compra nulla (14 per cento). Il 62 per cento degli italiani infatti comprera' regali meno costosi rispetto allo scorso anno anche per effetto della riduzione del reddito pro-capite che spinge ad una maggiore pianificazione d'acquisto basata sulla convenienza dei prodotti e dei punti vendita, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dell'indagine "Xmas Survey 2012" di Deloitte dalla quale si evidenzia che per Natale ogni famiglia spendera' solo per i regali 264 euro, l'8,6 per cento in meno rispetto al 2011. 
Nonostante la crisi economica gli italiani continuano pero" - precisa la Coldiretti - ad essere sensibili sia alla sostenibilita' ambientale (8 italiani su 10 eviteranno di acquistare prodotti che hanno impatti negativi sull'ambiente) sia all'etica sociale (l'83 per cento non acquistera' prodotti derivanti dallo sfruttamento di lavoro minorile). Vanno in questo senso i mercati del contadino cosiddetti farmer's market, ai quali dichiarano di partecipare in modo regolare oltre 7,2 milioni di italiani, secondo Censis/Coldiretti. La rete dei mercati e dei punti vendita degli agricoltori di Campagna Amica comprende 4.739 aziende agricole, 877 agriturismi, 1.105 mercati, 178 botteghe ai quali si aggiungono 131 ristoranti per un totale di quasi settemila punti vendita. 
E per il 30 per cento di italiani che dichiara che effettuera' acquisti tramite internet non mancano le iniziative di solidarieta' come la possibilita' offerta dalla Coldiretti attraverso il Consorzio dei produttori di Campagna Amica di acquistare in tutta Italia direttamente dai produttori alcune delle migliori specialita' che hanno reso la Toscana celebre in tutto il mondo, per aiutare i produttori colpiti dall'alluvione. Su www.coldiretti.it e possibile ordinare i cesti della solidarieta' sia telefonicamente allo 06/4682371-503 sia tramite mail all'indirizzo cestisolidali@cpca.it.
  Infatti  unione sarda online  dei Sabato 08 dicembre 2012 11:38

La famiglia è il tema assolutamente centrale del Natale: a rivelarlo è una indagine di 'Impresa turismo', a cura dell'Isnart, l'Istituto nazionale di ricerche turistiche, che ha intervistato 1777 persone, secondo la quale per ben il 59% degli intervistati, il "ritrovarsi in famiglia" rappresenta l'aspetto che non può mancare a Natale.Insieme alla centralità della famiglia, queste festività saranno caratterizzate dal crollo dei consumi, soprattutto quelli non strettamente utili (compresi i viaggi in altissima stagione) e dalla voglia di un "nuovo" migliore. Cala decisamente l'idea consumistica della Festività, dato che "i regali sotto l'albero" sono l'aspetto qualificante per solo il 6,3% delle persone; ma è anche bassa la sensibilità verso la componente più religiosa, poiché meno del 5% indica "la Messa di mezzanotte" come componente principale del Natale. Nonostante la limitata attenzione verso il rito religioso, rimane relativamente alta l'associazione tra Natale e fratellanza: "un'azione buona per i meno fortunati" è, con oltre il 15% delle risposte, al secondo posto tra le opzioni scelte. Fa però riflettere la notevole distanza dal tema della "famiglia" al primo posto (34 punti percentuali), indicatore del divario tra una visione del Natale, comunque centrata su se stessi, rispetto a quella orientata "all'altro", meno fortunato. Il segnale negativo verso i consumi è, in parte, mitigato dal 10,2% di risposte che mette al primo posto la componente enogastronomica, segnalando "il cenone del 24 o il pranzo del 25". Niente da fare, invece, per il turismo, considerato che "un bel viaggio verso i mari caldi o le vette innevate" è il tema imprescindibile del Natale solo per l'1% del campione. Gli orientamenti relativi al Capodanno offrono segnali altrettanto chiari. Al primo posto, con un terzo delle risposte, c'è il "momento dei buoni propositi": l'inizio del nuovo anno come desiderio di lasciarsi indietro tante cose che non vanno, e avviare una fase nuova, a livello personale e probabilmente non solo. Forse mai prima d'ora, questa giornata è vissuta da così tanti come un momento di riflessione e di (auspicato) cambiamento. Del resto sono solo poco più del 20% quelli che indicano la tradizionale "grande festa pazza con gli amici", per altro superata dal "ritrovarsi in famiglia" che arriva a quasi il 21%. L'equilibrio tra le due visioni del Capodanno si ritrova nelle preferenze riscosse da altre due opzioni "minori": "i fuochi d'artificio" da un lato e "una passeggiata nella città vuota l'1 mattina" dall'altro che ottengono entrambi l'8% delle indicazioni.

Vent'anni trascorsi dentro un tombino Storia sommersa di 2 coniugi colombiani




In Colombia, a Medellin, una coppia di coniugi vive da più di vent'anni all'interno di una fogna.Una vita "sotto", una storia di disagio e povertà, ma anche la forza di resistere a tutti i costi. Miguel Restrepo, 62 anni, e Maria Garcia vivono a Medellin (Colombia) in un tombino. All'interno c'è quasi tutto: una cucinino, un ventilatore, una televisione e un giaciglio per dormire. Con loro anche il cane. La foto, che fa parte di una gallery, è stata scattata dal fotografo Raul Arboleda dell'agenzia Afp.

Macché censura, Tony Effe è lo specchio del mondo quindi non rompete se va a san remo

Chiedo scusa per coloro avessero già letto i miei post su un fìnto ribelle o un nuddu miscato cu' niente ( cit dal film  I cento passi  ...