5.4.16

E qui vorrei parlare Matteo tassinari


S'io fosse quelli che d'amor fu degno


di Guido Cavalcanti
Guido (apostrofe), io vorrei che tu (Guido Cavalcanti), Lapo (Lapo Gianni de’ Ricevuti notaio e poeta stilnovista) ed io fossimo catturati per magia e messi su una piccola nave (vasel – metafora – diminutivo di vaso, significa qui navicella e si riferisce alla nave di mago Merlino)
                                                              fortuna,fortunale
che con qualunque vento (ad ogni vento) andasse attraverso il mare, secondo il (al) mio ed il vostro desiderio, in modo tale che una burrasca (fortuna, fortunale) o un altro tipo di cattivo tempo (tempo rio) non ci potesse essere di ostacolo; anzi, vivendo sempre secondo un’unica volontà (in un talento, si riferisce all’unione spirituale data dall’amicizia), aumentasse la voglia di stare insieme (di stare insieme crescesse ‘l disio - anastrofe).
E qui vorrei parlare (ragionar) sempre d’amore e che ciascuna di loro fosse felice come io credo che lo saremmo noi (similitudine).
Dante Alighieri e Guido Cavalcanti





















                                                   Il buon  incantatore Merlino

E poi (io vorrei che) il buon (valente) mago (Merlino) mettesse insieme a noi (con noi ponesse il buono incantatore - anastrofe) la signora (monna, indica la donna sposata) Vanna (la donna di Guido Cavalcanti) e la signora Lagia (abbreviazione di Alagia, è la donna di Lapo) insieme a quella che occupa il trentesimo posto (ch’è sul numer de le trenta - nell’elenco steso da Dante, pistola sotto forma di sirventese, oggi andato perduto, delle 60 donne più belle della città).


Cantavo di foglie dorate e
tra le foglie l'oro brillava
Cantavo del vento incantato tra le fronde e le foglie giocavan.

                                                                              Poeta stilnovista


 Cavalcanti in risposta a Dante

S'io fosse quelli che d'amor fu degno,
     del qual non trovo sol che rimembranza,
     e la donna tenesse altra sembianza,
assai mi piaceria siffatto legno.

    
 E tu, che se' de l'amoroso regno
     là onde di merzé nasce speranza,
     riguarda se 'l mi' spirito ha pesanza:
ch'un prest' arcier di lui ha fatto segno
     tragge l'arco, che li tese Amore,
     sì lietamente, che la sua persona
     par che di gioco porti signoria.


     Or odi maraviglia ch'el disia:
     lo spirito fedito li perdona,
vedendo che li strugge il suo valore.
Se io fossi la persona che era degna d’amore
della quale non ho altro che un ricordo
e la donna avesse un altro atteggiamento
mi piacerebbe molto la barca di cui parli.


Tu che appartieni a quel regno d’amore
dove la speranza nasce dal favore (della donna)
guarda fin che duran le condizioni del mio spirito,
un veloce arciere l’ha preso per stabile bersaglio
prende l’arco che ha teso per lei Amore
con tale gioia che sembra
che lo faccia per gioco.
Ma senti quello che è più stupefacente:
il mio spirito ferito non la condanna
quando la vede distruggere le sue facoltà.

Farinata degli Uberti e la città di Dite nel canto 10 dell'Inferno di Dante
S’io fosse quelli che d’amor fu degno,
del qual non trovo sol che rimembranza,
e la donna tenesse altra sembianza,
assai mi piaceria siffatto legno.

Esiste un libro antico dell'Asia che racconta che il destino di tutti è soggetto al ruotare delle epoche del tempo che si susseguono come il tiro del gioco 
S'io fosse quelli che d'amor fu degno

E tu, che se’ de l’amoroso regno
là onde di merzé nasce speranza,
riguarda se ’l mi’ spirito ha pesanza:
ch’un prest’ arcier di lui ha fatto segno


e tragge l’arco, che li tese Amore,
sì lietamente, che la sua persona
par che di gioco porti signoria.

L'Anima (La Biga Alata di Platone) opera   di   Anna Maria Saponaro ad esso  ispirata
 
il titolo veritiero che sarebbe "Il volo dell'anima".

Or odi maraviglia ch’el disia:
lo spirito fedito li perdona,
vedendo che li strugge il suo valore.






                                                            L'amicizia per Dante 

Possiamo ritrovare tra gli scritti danteschi molti riferimenti alla vita sociale del poeta, grazie ai quali sappiamo che egli era molto legato a famosi poeti del suo periodo, tra i quali i noti Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.


“Serenata”, di Di Cavalcante, diseño y cultura en latinoamérica



Vedeste al mio parere onne valore


Cavalcanti fu fondamentale nella formazione poetica di Dante, egli infatti prese ispirazione fino alla stesura della Vita Nova dal suo predecessore e futuro amico. Fu proprio Dante ad instaurare un principio di amicizia, attraverso il suo primo sonetto scritto appositamente per essere inviato a Guido, “A ciascun' alma presa e gentil core” (questo fue quasi lo principio de l'amistà tra lui e me, quando elli seppe che io era quello che li avea ciò mandato), nel quale era contenuto un enigma al quale Cavalcanti provò a rispondere senza successo con il sonetto “Vedeste al mio parere onne valore”.
Questo fu il primo di una lunga serie di scambi di sonetti tra i due, che finirono però col procurare inimicizia ad entrambi ed a scatenare critiche sul  modo di scrivere dell'altro e sulle proprie aspirazioni letterarie; come sappiamo i due avevano due concezioni dell'amore completamente diverse, praticamente opposte, il primo riteneva che fosse un tramite  tra l'uomo e Dio e il secondo al contrario trovava solo aspetti negativi riguardo questo sentimento e lo riteneva strumento di sofferenza e disperazione per l'uomo.

4.4.16

L'EDICOLA DEL SANTO Milano, la mitica edicola di via Foppa 'prende il volo' per colpa dell'M4: il trasloco è un film

anche  le  edicole  viaggiano . Non ci credete    leggete   e vedete   qua    sotto
Per i milanesi che frequentano la zona di Parco Solari è un punto di riferimento, ma ora l’apertura dei cantieri per la linea M4 della metropolitana le hanno imposto il trasloco: la storica edicola gestita da Stefano Rimoldi si è spostata (anzi è stata spostata) da via Vincenzo Foppa a viale Coni Zugna, sempre lato Parco Solari. L’operazione di trasferimento è documentata nel cortometraggio “L’edicola del Santo”, realizzato dal filmmaker Ricky Farina (nome d’arte di Bernardo Bunuel)



  visdto che   in questi giorni il video sta rimbalzando sui profili Facebook di molti clienti abituali e sui gruppi degli abitanti del quartiere, a cominciare dalla pagina “Sos Parco Solari” mi scuso  che  inj Lombardi  \  milanesi    che  passano    di qui  o sono  fra i mie lettori abituali od  pccasionali  se  lo avessero  già  visto .
Un videoVideo molto bello e commovente: un pezzo   ---  come dice  il  commento   al video  di 
TheSussuria ---di storia milanese, quest'edicola. Un pazzo o un santo? La storia, si sa, è fatta di questo. Non solo di accelerazioni forzate. Se solo gli alberi potessero volare...! E invece no, sono lì, a darci ossigeno.


3.4.16

storie assurde e paradossali A Fiorano la Corte dei conti “indaga” su 16 euro per le caramelle Fiorano. Sono state regalate ai bambini in occasione della festa di Natale Il Comune ha fornito lo scontrino ma i giudici chiedono altra documentazione

Non bastava  gli errori   di omonimia   del tipo  lei è  morta   ed  invece   è ancora in vita 
 ormai   sempre più  frequesti  in  tutta   in italia  e  diu cui  l'ultimo   ha  visto   protagonista  A Mantova. Una 75 enne va dal medico per una ricetta ma al computer non risulta più tra i pazienti, risulta come se fosse deceduta. Accompagnata dalla figlia inizia un tour alla Asl e all'Agenzia delle entrare per capire cosa succede ma senza successo. Prossima tappa l'anagrafe e l'Inps: infatti sul conto della signora non è stata accreditata la pensione. L’ipotesi potrebbe essere solo un caso di omonimia  ( qui  ulteriori  dettagli leggete  cosa  è successo a  a Fiorano .

A Fiorano la Corte dei conti “indaga” su 16 euro per le caramelle

Fiorano. Sono state regalate ai bambini in occasione della festa di Natale Il Comune ha fornito lo scontrino ma i giudici chiedono altra documentazione
FIORANO. Sedici euro di caramelle, ma la Corte dei conti vuole vederci chiaro e chiede un supplemento di informazioni al Comune di Fiorano. Pare incredibile in una situazione in cui gli enti locali si ritrovano con società patrimoniali in rosso per milioni, appalti da centinaia di migliaia di euro e municipi alla canna del gas un po’ in tutta Italia eppure è successo, come riportato dal sindaco Tosi a margine di una conferenza stampa. Le caramelle in questione sono quelle acquistate da distribuire ai bambini durante le iniziative di festa natalizie del 2015. L’arrivo di Babbo Natale in piazza, le foto di rito e ai bambini venuti per vederlo, qualcosa di dolce. È una spesa fatta con i soldi dei contribuenti, come le altre, e quindi è necessario allegare almeno lo scontrino di acquisto, come infatti è stato. Ma per la Corte dei conti non basta, dietro questo acquisto di caramelle chissà quale mistero potrebbe celarsi. Perciò è stato chiesto un supplemento di documentazione sulla effettiva destinazione delle caramelle. Difficile
capire come possa essere stato fornito un più dettagliato elenco dei destinatari. Scherzarci sopra è legittimo, ma anche amaro ricordando per esempio che negli ultimi tre anni al Comune di Fiorano sono stati tagliati due milioni e mezzo di euro di trasferimenti statali.


l'unica  cosa  che mi sento  di fare  è per  quel che serve  ,  confermare    ,  questi  commenti   presi  soto  l'url della  news 


Mariella Fancello ·
Se indagassero, E CONDANNASSERO VERAMENTE!, chi in Italia sta rubando milioni e milioni ai contribuenti, farebbero sicuramente molto meglio, anzi, FAREBBERO IL LORO DOVERE che, in questo caso, NON STANNO FACENDO!!!!!! Una volta appurato che le caramelle sono state distribuite ai bambini (quindi non trattenute personalmente) cosa vogliono appurare? Quale "supplemento di documentazione" vogliono acquisire? Forse "la targa" sul posteriore del negoziante che gliele ha vendute????????? SIETE RIDICOLI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Vanni Ravaioli ·
Si fanno rubare i miliardi poi si danno da fare per 16 euro di caramelle regalate ai bambini ! poveretti non proprio null'altro da fare !?
 
In che mani (in pasta) siamo.Incredibil

La sindaca più cattiva d’Italia: “Nessuno vuol lavorare con me” In Sardegna tutti i dipendenti chiedono il trasferimento

poca  voglia di lavorare  o sindaco  stressante  ?

In Sardegna più  precisamente  nel paese  di Narbolia  tutti i dipendenti chiedono il trasferimento
perchè  c'è un sindaco  che li fa lavorare .  Esso mi  ricorda   il libro di Giuseppe Dessì   :  paese d'ombre ( foto al lato  ) ed  in particolare  la parte  in cui il protagonosta  è  eletto sindaco    e s'attira  le ire  dei pezzi grossi e  dei notabili  per  poi essere  difesrodalla popolazione  .  Ora  sia il quoitidiano  lastampa  ( ora  fusasi  o quasi  con  la repubblica  )   , da  cui  è tratta la news  sotto , ed  i  due  link :
 
- Impiegati con la valigia, sindaco sotto accusa: http://bit.ly/1RSX2ej

- Esodo dei dipendenti dalla giunta in arrivo i nulla-osta per tutti: http://bit.ly/1RSX4Tz
 
della nuova  sardegna ,  non  riportano   come  un  giornalista serio dovrebbe fare  ler  opinioni della gente  del luogo., ma  solo    delle due parti in causa  ( sindaco\a   ed  amministratori  )    
   

La sindaca più cattiva d’Italia: “Nessuno vuol lavorare con me” In Sardegna tutti i dipendenti chiedono il trasferimento

.    
Maria Giovanna Pisanu, la sindaca di Narbolia in provincia di Oristano (Foto Alessandra Chergia)



 
Appena la porta d’ingresso scricchiola, in municipio son già tutti sull’attenti. Gli impiegati sollevano la testa e subito si guardano intorno: «Ma è arrivato il sindaco?». In un attimo, tra gli uffici, scatta l’allarme. E all’istante cala il silenzio. Maria Giovanna Pisanu piomba in Comune sempre senza preavviso. Qualche volta tende la trappola: fa sapere di essere lontano da Narbolia e si presenta all’improvviso. «Forse pensa di trovarci a chiacchierare o a perdere tempo. Noi invece siamo persone oneste, non siamo fannulloni».  
Maria Giovanna Pisanu è il più giovane primo cittadino delle storia di questo paese della Sardegna. Occhi verdi, tono di voce sempre basso, mai un filo di trucco: ha 35 anni, fa l’avvocato e in questi giorni passa per essere il sindaco più cattivo d’Italia. I dipendenti comunali non vogliono più lavorare con lei, né con i suoi assessori, e per questo hanno chiesto il trasferimento. Tutti: undici su undici. Vorrebbero andar via al più presto e sperano di trovare un posto libero in qualche altro ente della zona. La Giunta ha già approvato le istanze di mobilità e il sindaco si trova a gestire un terremoto che non aveva messo in conto: «Posso essere considerata spietata perché pretendo che i dipendenti facciano al meglio il loro dovere? Sbaglio se pretendo l’intervento di un operaio quando vedo che nelle strade nessuno taglia l’erba? Esagero se chiedo al manutentore di sistemare i lampioni spenti da giorni? Sono attenta e rigorosa, ma lo faccio per rispetto dei cittadini». 
Narbolia è un paese di 1800 abitanti con un territorio vasto e bello. Dietro la case in basalto spuntano le vette del Montiferru, a pochi chilometri c’è il mare della costa occidentale. Il Comune ha undici dipendenti: dirigenti e impiegati, un solo vigile e un solo operaio a tempo indeterminato.  


L’ufficio del segretario è già vuoto: è il secondo che getta la spugna in meno di una legislatura. «Sapete perché se la sono presa con me? Perché il 24 e il 31 dicembre – dice il sindaco – ho preteso che gli uffici rimanessero aperti di pomeriggio. Era giusto allungare le vacanze?». La fuga di massa è l’ultima puntata di una guerra iniziata poco dopo le elezioni del 2013. Maria Giovanna Pisanu ha mantenuto la promessa della campagna elettorale: «In questo Comune c’è bisogno di grossi cambiamenti». Detto, fatto. «Ora la situazione si è fatta insopportabile – dice il geometra Mario Tatti – Manca dialogo, ancor prima il rispetto verso di noi e verso il nostro lavoro». «Ci sentiamo sviliti – aggiunge la responsabile della area amministrativa, Giusi Firinu - Nessuno si è mai tirato indietro, neanche quando c’è stato bisogno di stare in ufficio per molte ore in più senza retribuzione». Il vigile urbano è pronto a traslocare dopo 37 anni di servizio e con lui il giovane ingegnere che dirige l’ufficio tecnico. «Nessun cittadino si è lamentato per un disservizio – protesta Tania Carta, impiegata degli uffici finanziari – Il sindaco si è convinto che siamo fannulloni senza motivo».  


Per una mediazione non c’è più tempo. E Maria Giovanna Pisanu non ha intenzione di trovare un accordo con i dipendenti. «Noi abbiamo bisogno di persone motivate per portare avanti il programma e migliorare il paese. All’amministrazione spetta il compito di porre gli obiettivi ai dipendenti e noi vorremmo che venissero raggiunti. Ora che hanno dimostrato di non avere più le motivazioni necessarie, non ho motivo per fermarli. Noi inizieremo subito la ricerca di nuovo personale, poi loro se ne potranno anche andare. Spero che trovino un altro ente che sia disposto a prenderseli in carico». 

2.4.16

cosa non s fa per amore

enezia

Si fa un selfie e il cellulare finisce in canale. Si cala e lo recupera

Un turista americano le ha provate tutte per riavere lo smartphone regalatogli dalla fidanzata. "Meglio affrontare i canali di Venezia che una donna arrabbiata". Tutti i casi più curiosi: dagli anelli di fidanzamento alle fedi: un "tesoro" sott'acqua

VENEZIA. Un selfie di troppo e il cellulare di ultima generazione appena comprato finisce, ahimè, in canale. Per recuperarlo ecco cosa non si fa.
È successo a un turista americano venerdì 1 aprile: mentre si faceva un selfie da un sandolo nel campiello dei Meloni ha perso il telefonino da 900 euro nel canale.
Grazie all'aiuto del cuoco del ristorante “La Rivetta”, Roberto, che gli ha prestato una improbabile, ma efficace, muta da sub lo ha recuperato.


Ecco le curiose immagini inviateci dal nostro lettore Matteo Napoletano che ha ripreso la coraggiosa “spedizione” dell’uomo nei canali del centro storico.
«Quel telefono me lo ha regalato la mia fidanzata», ha spiegato il ragazzo, 28 anni, residente a Brooklyn, «ho preferito affrontare qualsiasi pericolo che dover aver a che fare con una fidanzata arrabbiata durante la nostra vacanza a Venezia. Ora lo metto in acqua dolce e poi lo asciugo. E speriamo bene».
Non è la prima volta che un oggetto di grande valore sentimentale finisce in canale. In uno degli ultimi casi era capitato a una coppia di ragazzi: lui aveva deciso di dichiararsi durante la loro vacanza a Venezia e per farlo aveva voluto presentare il suo anello di fidanzamento sotto il ponte di Rialto, ritenendolo uno tra i luoghi più romantici al mondo: neanche a farlo apposta l’anello era però sfuggito dalle mani della ragazza emozionata ed era finito in acqua. Davanti alle lacrime di lei, disperata, i vigili del fuoco hanno compiuto una “operazione di salvataggio del matrimonio in programma”, immergendosi in canal grande e recuperando il prezioso pegno d’amore.

leggi anche:

 

chi dei due è il più maleducato ? l'assessore\a che a Milano,e imbratta la portiera auto in divieto intralcia i volontari antigraffiti. I grafittari . Il parcheggiatore in divieto di sosta ?

 a  voi la  scelta .  Io  spero  solo che  l'automobilista    denunci tale soppruso.  perchè ok  la multa  ci sta  ,   e  se ci sono problemi chiami il caro atrezzi .



Rulli e pennelli, tutti a ripulire i muri riempiti dalle scritte dei vandali. Ma l'auto in divieto di sosta ostacola il lavoro dei volontari. Interviene allora l'assessore all'Arredo urbano del Comune di Milano, Carmela Rozza, che con un rullo imbevuto di vernice imbratta la portiera della macchina. Sconcerto tra i fotografi che non si lasciano scappare la scena. Succede in via Monviso dove una trentina di genitori si davano da fare per ripulire i muri delle scuole medie ed elementari. "Voleva essere un segnale, la multa non era sufficiente" spiega Rozza che dice che non era possibile chiamare l'assessore per via dell'evento in corso. "Almeno così - conclude - avrà un segno della sua maleducazione"

Chiedi di lui 2.0: un'enciclopedia su Renato Zero

  leggi anche 
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/03/renato-zero-quello-che-non-ha-detto.html



il libro  è in vendita anche su amazon: http://www.amazon.it/dp/1326596802/ref=tsm_1_fb_lk

PIER PAOLO, È COMPIUTO


Caro PPP,
ricordi? Sono trascorsi già due anni, il caldo incombeva, nell’aria milanese resisteva un ricordo di primavera, leggiadro e sbarazzino. Mi recavo al Museo del Risorgimento in occasione de “La Nebbiosa”, rassegna iconografica e letteraria a te dedicata. Avresti voluto girare un film sulla mia città ma abbandonasti l’idea. Ce ne sfuggiranno sempre i motivi, io avanzai alcune ipotesi [cfr. qui
http://urlin.it/140eb9 ] ma penso che il non-finito è il regalo più grande tu abbia potuto farci. Perché ci hai fatto uscire dal perenne status di scolari. Ci hai obbligato a immaginare, a proseguire, pur con stentate parole, l’opera interrotta. “La Nebbiosa” divenne una mostra, quindi un album fotografico disseminato d’umori, volti, costruzioni e percorsi dal 1950 al ’65. Volti e percorsi altrimenti perduti che grazie alla tua intuizione presero corpo e vita.
Ma non fu tutto, nemmeno allora. Mancava, ecco, la tragedia. L’usurpazione. Eri nato per questo, ammettiamolo. Rimarrai sempre, per tuo viatico e nostra salvezza, un condannato.
La Roma che ti avvinse, la Roma che t’inchiodò, la Roma che fu la tua Gerusalemme – in fondo, pure tu fosti crocifisso “fuori le mura” – ha voluto profanarti un’altra volta. Ha spezzato la pietra delle tue parole. Vandali fascisti, poveri balordi che non sanno quello che si fanno, giorni fa hanno divelto il tuo monumento, tentato di cancellare le tue parole. Non riporto quegli insulti, così prevedibili, ciechi, stolidi. Non contano. Il tuo monumento diruto è stato ritrovato da alcuni volontari d’un centro di protezione avifauna: sì, proprio da loro, gli amici degli animali più leggiadri e vicini al cielo – ma anche i più negletti ed elusivi. Gli uccelli raccolgono l’essenzialità dell’anima, come il cardellino che si macchiò il volto con la spina della croce di Cristo.
La Nebbiosa era lontana dallo scempio, ma non ti ha dimenticato. E non si è offesa nemmeno per quel tuo film incompiuto. Anzi, ha risposto. Presto ti dedicherà una via, in zona 8, non lontana da un poeta assai diverso da te: Vincenzo Monti. Milano è così, riunisce e comprende. Accumula. A certi assessori di destra che domandano, senz’ombra di vergogna, cosa c’entri Pasolini con Milano, raccontare della Nebbiosa non servirebbe. Pasolini c’entra con Milano e col mondo intero. Ma dobbiamo forse spiegare l’ovvio?
Ed è compiuto, adesso, PPP. Il film è ultimato. Sarai sempre di casa anche qui. I nostri sguardi, davanti all’insegna, saranno spesso distratti. Correranno. Ma molti si fermeranno. Tanti giovani, presto, in una sera come questa, si daranno appuntamento in via Pasolini. Che ci sarà sempre, elusiva e alata come gli uccelli. Poi qualcuno alzerà lo sguardo e indugerà sul tuo nome. Sarà un ragazzo, più probabilmente una ragazza – e non so perché, così immagino – e rivivrà una passione. D’amore, morte e poesia. Vorrà continuarla. A Milano. Nel mondo. Nel suo generoso domani.

© Daniela Tuscano

1.4.16

Sassari, protesta contro l'Arma:Pietro Sini carabiniere eroe di Nassiriya riconsegna la medaglia d'oro

Premeto che  io sono antimilitarista   e su nassyria  la  penso  in maniera  diversa  dalla retorica   eroica  e trionfalistica  . Ma il gesto  di Pietro Sini

a  tutta  la mia solidarietà  .  Perchè  lo stato  si  fa bello  con i gesti  altrui   e  poi  non ti considera  neppure e  ti scarica    dopo averti usato  . Infatti concordo con quanto dice 

pierolog 01/04/2016 12:32:48
questo signore ha ragione da vendere... L'Italia, molto generosa con i ladri e gli imbroglioni che ci governano, mostra poca gratitudine verso chi ha rischiato lavita per il tricolore

  nel commento  sul sioto dell'unione sarda  da  cui  ho appreso la news



Cronaca » Sassari

Oggi alle 11:41
 Ha riconsegnato medaglia d'oro e onorificenze nelle mani del Prefetto, per protestare contro "l'assoluta indifferenza dell'Arma". Pietro Sini, l'eroe di Nassiriya, reduce dalla strage di carabinieri,
nel 2003, aveva salvato cinque persone ma ada allora è un arrabbiato. Dal giorno del massacro, dice, è stato mortificato e umiliato, per anni, riformato a 47 anni dall'Arma, senza riconoscergli i benefici previsti dalle leggi per le vittime del terrorismo.
Un eroe a gettone: "Nelle commemorazioni per la strage volte mi chiamano, ma molte volte mi ignorano.E a farlo è proprio l'Arma


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 .Quella medaglia non la voglio più".Pietro Sini però dovrà restituire tutto direttamente al Presidente della Repubblica.La Prefettura non ha voluto , ed   aggiungo iio   ha  scaricato  la  patata bollente   alla presidenz  della repubblica  , prendere i suoi riconoscimenti.

per evitare chiamate indesiderate o messaggi molesti su whatsapp usate due schede una pubblica ed una privata

  questo post     di  Aranzulla     conferma    il consiglio      che  davo    in un post   (  cercatevelo  nell'archiviuo  dell'ann...