16.4.20

Ma l'articolo 21 della costituzione esiste ancora o con la scusa delle fake news lo si vuole cancellare ogni opposizione ? il caso di Massimo Mazzucco e quello di Adriano Panzironi



L'articolo 21 della Costituzione italiana
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, sporgere denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.»



I miei recenti post ( come al solito quando uno va contro il maistream ed è per la libertà  d'opinione) sul mio account   e  sulla  nostra pagina Facebook  , hanno creato le solite accuse  di : : essere in contraddizione ( come prima fai la lotta alle bufale \ fake news e poi se solidale ad un bufalaro ) , perchè maistream  No ? , va bene che sei contro il potere ma come fai ad essere complottista , ecc.
Tali post sono : il primo in difesa ( pur non condividendo la maggior parte delle sue posizioni se non la libertà di poterle dire ed esprimerle) di Mazzucco.,




il secondo la proibizione dell' L'AgCom  ha    bloccato  anche se   in realtà  secondo  alcuni miei  amici    sta  trasmettendo  ancora   per 6 mesi le due emittenti che trasmettevano i suoi comizi . ( qui non so tratta di libertà di parola ma di abuso della credibilità popolare ed abuso di posizione dominante )  qui un idea sul personaggio , secondo me un ciarlatano


Giuseppe Scano
18 h

 · 

fatto bene

REPUBBLICA.IT


















                ecco la mia replica   alle    accuse   rivoltemi 




E'  vero ed  è  innegabile   è vero  che   il  complottismo  \  cospirazione  insieme alle  fake news  sono pericolose  è vero che le  fake news   possono anche  essere pericolose   soprattutto quando  riguardano malattie    e  casi  di gravi problemi  di salute  
L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali_da_sole, il seguente testo ""Io profetizzo l'epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. E i suoi chierici saranno chierici di sinistra""
 ma non è decidendo da pare  del potere  cosa   è  e  cosa  non è  , ma :  1)  da  un informazione   corretta  , fatta  di contraddittori  e  non di monologhi o  interviste spiaggiate  e  genuflesse .  2)   da  una  guerriglia culturale  . 3)   evitando le  inutili crociate   e  caccia  alle streghe,  come  quella  di  cui  parla  appunto  mazzuccco    a  chi  ha  opinioni ed  ipotesi diverse  ,  ovviamente basate  su dati scientifici  seri  e  fattibili  ,e  smontano    quelle  che  non lo sono  visto  che  :   << Una teoria del complotto (o teoria della cospirazione) è una teoria che attribuisce la causa di un evento, o di una catena di eventi (in genere politici, sociali o talvolta anche naturali), a un complotto.

Si tratta in genere di teorie alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni fornite dalle fonti ufficiali e critiche nei confronti del senso comune o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettata dall'opinione pubblica. Tali ipotesi non sono provate per definizione, dal momento che cesserebbero di essere "teorie", e vengono spesso elaborate in occasioni di eventi che suscitano forte impressione nell'opinione pubblica, come ad esempio eventi tragici legati alla morte di personaggi più o meno famosi o grandi disastri civili e ambientali, o atti terroristici, a volte anche per effetto dell'ampia diffusione e trattazione da parte dei mass media  .. continua  qui https://it.wikipedia.org/wiki/Cospirazione  4)  con un attività   seria  ed indipendente  di fact checking non prezzolato e patronale cioè maistream  . Infatti i poteri  forti \  caste  ( quelli che  un tempo si  chiamavano gruppi  di pressione  )   e   oggi i politicanti  (  vedere  video sotto  ) 



manomettano (  vedere   il  libro  manomissione delle  parole foto  a sinistra   )   le  parole    o    accusano  di  complottismo  ed di  fake  news  chi esprime  un pensiero  \  opinione   contraria  o
esprime  un dubbio su di loro    o  per  ditrarre  oltre  il gossip ed il calcio   usano   come  è testimoniato   da   numerose  opere  d'arte letterarie  (  film , fumetti  , romanzi  ,ecc     trovate sotot a fine post  )  fake  news  \  leggende  metropolitane   o  il  complottismo all'incontrario . Ed  è  per  questo    che  ho aderito  , pur   non essendo al 90 %   d'accordo   con lui  a  tale  appello  (  vedere  vide sopra  ) 
Allora   vi chiederete   perchè    sei  d'accordo   per  vietare  \  punire  Adriano  Panzironi  ?. Perchè  quello   suo  non è nessuna   tesi  scientificamente  provata  (  lo  dicono anche  medici ed   scienzati  indipendenti  ) ed  si  si va  ad  indagare  ci si accorge  che   egli vende  i  prodotti che  sponsorizzanola  sua trasmissione  ovvero  integratori   alimentari   alla vittima  C .  E quindi  ecco  perchè , lo reputo   , come  ho già  detto prima un ciarlatano    un venditore di  fumo  

  film 
Limitless (  2011  )  diretto da Neil Burger.
V per Vendetta (V for Vendetta) (  2005 ) diretto da James McTeigue


fumetti 

Martin Mystere  
  •  n 322 Congiura nei cieli 10 agosto 2012  sceneggiatura  e  soggettp di  Carlo Recagno  disegni   di Nando e Denisio Esposito (Esposito Bros.)
  •  n 362 Sewer Gator 10 aprile 2019   soggetto\  sceneggiatura   di Mirko Perniola disegni  Paolo Ongaro
  V for Vendettaromanzo a fumetti critto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd

libri 










“I medici e mia madre. Quel fotoreportage tra la vita e la morte”

Queste foto sono state scattate negli ospedali lombardi nei giorni peggiori della crisi

. Una foto presa col cellulare, come ne facciamo tutti, dopo averne fatte a decine di migliaia di professionali, come fotoreporter. Nel giorno in cui il suo reportage sugli ospedali lombardi assediati dal virus esce come storia di copertina del New York Times Magazine, Andrea Frazzetta guarda con struggimento la fotografia che gli rimarrà nel cuore: mamma Anna, dietro al vetro di una finestra, scosta la tendina ricamata e sopra ai vasi di gelsomini gli manda da lontano un sorriso assieme rassicurante e dolente. [  FOTO  A  SINISTRA   ] 

L’ultimo. Come decine di migliaia di italiani, Andrea non ha potuto starle vicino nell’estremo istante, né salutarla un’ultima volta in chiesa o al cimitero. Una fotografia, una fra le decine di migliaia della sua vita, è quel che gli resta. «Le ho fatto così pochi ritratti», rimpiange, «lei così orgogliosa del mio lavoro... Noi del mestiere facciamo così, nella vita privata fotografiamo poco». Questo tempo d’eccezione ha ribaltato anche questa cosa. Il fotoreporter non è solo un testimone, adesso. Entra nella sua storia. La favola parla anche di te, gli dice il virus. E il lupo cattivo bussa alla tua porta.




A 43 anni, Andrea è un fotoreporter stimato nel mondo. Si muove tra Africa, Giappone, Amazzonia, lavora per grandi testate, dal National Geographic allo Spiegel al Guardian all’Espresso, su temi planetari: l’uomo e la crisi ambientale. «A gennaio ero a New York, per progettare un servizio in Cina. Appena uscito dall’ufficio di Kathy Ryan, la photoeditor del Times, lessi sul cellulare dei primi contagi a Wuhan. Sull’aereo che mi riportava a Milano c’era già nervosismo». Ovviamente, saltano tutti i programmi. Quando il Covid aggredisce l’Italia, il magazine americano gli chiede un servizio. Ma che cosa si mostra di un Paese in quarantena? «Quel rito serale dei numeri non lo sopportavo più, 516 morti, no, di più, di meno, una lotteria senza cuore, non può rimanere solo questo, mi sono detto». Allora, cosa? «C’era un selfie, lo vidi sui social. Quello dell’infermiera di Grosseto che si toglieva la mascherina, con i lividi sul volto per lo sfregamento, e scriveva: non vanificate i nostri sforzi. Era il 10 marzo. L’Italia chiudeva. Ho capito cosa fare».




Ottiene i permessi. «Stare al sicuro, rispettare gli altri: ma anche documentare è un dovere, è il mio mestiere». Comincia il giro negli ospedali. Chiede a medici, infermieri, inservienti, di posare per un ritratto, a fine turno, nel momento in cui si tolgono la mascherina. «Volevo l’emotività di quelle persone, la loro stanchezza, la loro consapevolezza. Il medico con gli occhi lucidi. L’infermiera che mi ha detto ok, capisco, fammi la foto, ma non chiedermi nulla». Sono foto essenziali, veloci, fatte nei corridoi. Poche righe di testimonianza. «Volevo che quei volti dicessero: non siamo eroi, non abbiamo un nemico, abbiamo una comunità». Il 19 marzo, uscendo dall’ospedale di Brescia, gli arriva una chiamata da mamma Anna. Tossisce, ha la febbre. «Un tuffo al cuore». Lei ha 69 anni ma lavora ancora, in un luogo ad alta frequentazione sociale, la reception di un centro congressi. «La obbligo a chiamare il 118. Le dicono di stare in casa, le prescrivono tachipirina. La febbre scende. Mi dico, dai, forse non è il virus». Due giorni dopo le porta a casa la spesa: pane, latte, surgelati, disinfettanti. Gliela lascia sullo zerbino. Da fuori la chiama al telefono. Lei si fa vedere dalla finestra chiusa, sta al piano terra. «Parliamo da lontano, ci facciamo gesti, visto che ho il cellulare in mano le faccio una foto, più come messaggio che per l’immagine. Abbasso la mascherina per mimare un bacio. Per un microsecondo mi dico: e se fosse l’ultimo?».




Domenica 22 la febbre risale. All’alba un’ambulanza porta Anna in ospedale. «La sera del ricovero il rianimatore me la passa, sul suo telefono avvolto nella plastica. Mi dice sto bene, non ti preoccupare. Quella sera parla anche con mia sorella, con mio padre Vincenzo, ricoverato in un altro reparto. Credo che il medico abbia pensato che fosse giusto darci la possibilità di un’ultima telefonata d’amore. Tre giorni dopo la chiamata che nessuno vorrebbe mai ricevere». Dall’ospedale Sacco aveva già avvertito il New York Times: il servizio finisce qui. Adesso Andrea è in quarantena, con la moglie e il figlio di quattro anni. Papà sta meglio. Il lavoro fotografico è comunque uscito. Colpisce al cuore. «Non so se sia buono o no. Credo fosse necessario. Non so dire quali immagini resteranno di questo tempo. Credo debba restare il senso di umanità che ho sentito attorno a me. Una vicinanza di specie. Se le fotografie ce lo ricorderanno, dopo, forse ci aiuteranno a non dimenticare in quali condizioni viviamo su questo pianeta. Non so come sarà la vita dopo il virus, ma nulla dovrà essere come prima».

15.4.20

Dagli Europei di Ginnastica alla povertà, il carcere e il mondo del porno: le vite di Verona van de Leur fra maltrattamenti e voglia di ricominciare


Famosa ginnasta, clochard e pornostar. Le vite di Verona van de Leur: in bilico per sopravvivere
Dagli Europei di Ginnastica alla povertà, il carcere e il mondo del porno: le vite di Verona van de Leur fra maltrattamenti e voglia di ricominciare

 da   https://www.sportfair.it/

                            Di Mirko Spadaro -15 Aprile 2020 17:30



Verona van de Leur
Credits: Instagram @veronagymnast2


Lo sport regala spesso storie da cinema, nelle quali i protagonisti toccano la vetta dopo una vita di sacrifici e imprimo il loro nome a fuoco nella storia della loro disciplina. Ciò che resta distante dalle luci dei riflettori è però il rovescio della medaglia fatto di situazioni complicate, fallimenti e storie che difficilmente qualcuno prenderà ad esempio. È il caso di Verona van de Leur, ginnasta di fama mondiale, ritrovatasi nel giro di pochi anni a sbattere violentemente sul fondo di una vita che non avrebbe mai immaginato. Nell’autobiografia ‘Simply Verona‘, pubblicata di recente anche in lingua inglese, è presente la storia personale: una ginnasta, abituata a stare in bilico fra travi e parallele, costretta a confrontarsi con le ‘cadute’ della vita.Da giovanissima, Verona vinse 5 medaglie agli Europei del 2002 e venne nominata atleta olandese dell’anno, soddisfazioni incapaci di cancellare anni di abusi fisici e psicologici. Se non riusciva a salire sul podio, la madre non la riaccompagnava a casa in macchina: Verona, in lacrime, era costretta a tornare su treni e mezzi pubblici, affrontando anche diverse ore di viaggio. Per non parlare degli allenamenti massacranti definiti “come il circo con gli animali“: le ragazze spesso si infortunavano a causa del superamento dei propri limiti e venivano costrette ad allenarsi nonostante il dolore e le fratture, senza contare le umiliazioni subite per qualche snack trovato in borsa dallo staff, rigido anche nel far osservare loro una ferrea dieta alimentareVerona van de Leur
Nel 2003, all’apice della sua fama, Verona si ritrovò completamente ‘svuotata’. Provò a lasciare lo sport, ma le venne impedito. Successivamente pensò di lasciare la vita, prendendo in considerazione il suicidio a soli 17 anni. Nel 2008, la campionessa olandese riuscì a lierarsi dalle oppressioni della ginnastica, provando a cambiare vita. La decisione destò le ire della famiglie che un giorno decise di ripudiarla sottranedole tutti i soldi guadagnati e cambiando la serratura di casa.

Verona van de Leur


 Verona si ritrovò senza genitori, senza un euro e senza una casa. Dormì per due anni in macchina con il fidanzato Robbie, si guadagnò da vivere con piccoli furti nei negozi per potersi comprare il cibo. “Quando non hai da mangiare e sei costretta a rubare, è come superare una linea, i tuoi stessi limiti che non avresti mai pensato di superare. Ma per sopravvivere faresti qualsiasi cosa necessaria”, ha raccontato al ‘Guardian’.Il fondo del baratro però non era ancora arrivato. Nel 2010 fotografò e ricattò una donna sposata, beccata a consumare un rapporto clandestino con l’amante: guadagnò 2000 euro ma anche un arresto e 72 giorni di carcere. Uscita di prigione, le venne offerto di entrare nel porno attraverso un sito di web cam per adulti. Inizialmente accettò, ma poi decise di mettersi in proprio creando il proprio sito web con video amatoriali girati insieme al fidanzato guadagnando abbastanza soldi per uscire dal giro.
Dopo lo scandalo che ha coinvolto Larry Nassar medico della nazionale USA di ginnastica accusato di stupro, Verona van de Leur ha deciso di mettersi al servizio delle ginnaste, sensibilizzando le più giovani attraverso la propria storia e le proprie esperienze di vita personali. A 34 anni, c’è ancora tempo per ricominciare a vivere un’altra vita.

13.4.20

C'è un ricercatore italiano a mille chilometri dal Polo Nord, dove il coronavirus non è arrivato, ma da cui non ci si può spostare. La sua storia dall'Artico


Dall'oro ai mondiali all'asilo modello in Brasile: i sogni (avverati) di Sor Elena Tuccitto una karateka francescana

In  tempi  come  questi   ,  ancora  più  drammatici   con  #covid19 #coronavirus  ,  la  spirituaita   o la fede   diventano   un punto  di  riferimento  .
 Ecco     questa  bellissima      storia   di  Elena Tuccitto  riportata  nel post  d'oggi   nella magistrale  intervista   di Giullia Santerini  con le  Riprese Sonny Anzellotti e Leo Meuti  e  d  curata  da    da   Valeria D'Angelo



Sor Elena Tuccitto è nata nel ‘67 a Bibbiena ai piedi del monte della Verna, in provincia di Arezzo. Insegnante di educazione fisica, con laurea magistrale in scienze motorie preventive adattate e diploma in Teologia Spiritual, nel ’93 conquista l’oro alla coppa del Mondo di karate ad Algeri. È fidanzata con il suo allenatore. Proprio dal gradino più alto del podio sente un vuoto ed esplodono in lei i valori cristiani che le ha trasmesso la famiglia. Ma è la sorellina down a farle capire, al ritorno da quella vittoria, che “il paradiso era nella stanza in cui pregavamo insieme”. La Fraternità Francescana di Betania è il passo successivo. L’ordine fondato nell’82 da Padre Pancrazio Nicola Gaudioso (un cappuccino figlio spirituale di Padre Pio) la conquista con la sua forma di preghiera, di vita fraterna e di accoglienza. Casa madre: Terlizzi, in Puglia. "Ci ho messo quattro anni a decidermi - racconta - un giorno sono partita e non sono più tornata”.




Oggi sor Elena è responsabile del Segretariato delle Missioni della Fraternità, con comunità distribuite tra l’Italia, la Germania, la Svizzera e il Brasile e in questa funzione dopo sei anni di missione in terra brasiliana, lavora dall’Italia per raccogliere fondi per la Fondazione Betania O.N.L.U.S, promanazione della Fraternità per il “ Progetto Brasile”. Tale progetto si rivolge a bambini e giovani dai 6 mesi ai 18 anni che vivono gravi situazioni di disagio a Salvador, nello stato di Bahia. In dieci anni partendo da zero la Fraternità ha costruito una scuola dell’infanzia modello che accoglie 120 bambini (da 5 mesi a 6 anni) e un centro sportivo. La nuova sfida ora è costruire anche una scuola elementare, media e superiore, organizzando corsi di avviamento professionale. Un progetto ambizioso e costoso che ha spinto sor Elena a raccontarsi nella palestra FIJLKAM del PalaPellicone di Ostia dove si allena la nazionale di karate. Una suggestione in più, visto che quest'anno per la prima volta il "suo" sport è disciplina riconosciuta alle Olimpiadi 2020 di Tokyo.
Elena ci chiede con la sua testimonianza di partecipare al grande sogno della Fraternità con una donazione. Tutte le informazioni sono sul sito e sulla pagina Facebook della Fraternità Francescana di Betania.


12.4.20

La dottoressa Claudia Galbiati sola in trincea,Da 5 anni lavora in Pronto soccorso e ora ha scelto la Covid Unit del Fate bene fratelli di Milano costretta a decidere chi poteva salvarsi



Roma: 10 km di coda sulla Pontina per la Pasqua.

Registrati 10 km di coda sulla Pontina a causa della Pasqua: non è questo momento di allentare la corda.


Nella giornata di oggi sono state avvistate centinaia di macchine per la strada provenienti da Roma presso il litorale: ciò ha causato 10 km di coda lungo la Pontina e ciò ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per cercare di contenere al massimo gli spostamenti.
Questi spostamenti si deduce siano dovuti all'imminente festività di Pasqua che però, in un momento di emergenza sanitaria come questo, non può e non deve essere un motivo di spostamento. 
                                  Chiara Ruocco

Ora ciò mi fa  .....  soprattutto     leggendo   storie  come    quella  sotto .  Capisco   che   la quarantena  ed  la  voglia  d'uscire    avere  contatti umani ,   ti provino  . Ma  che  .....  vogliono    rendere  inutile il sacrificio di gente  come quella  sotto     vogliamo continuare  a morire   ed  a piangere    morti  ? 

Claudia sola in trincea, costretta a decidere chi poteva salvarsi
Da 5 anni lavora in Pronto soccorso e ora ha scelto la Covid Unit del Fatebenefratelli di Milano


DI PINO CORRIAS

MILANO - «All’inizio avevo paura. Ora no. Ti abitui alle regole di un ospedale in guerra, ti abitui a vivere nel terremoto che non smette di tremarti intorno, a essere frastornata dalle emergenze, a prendere una decisione al minuto, compresa la più terribile, chi puoi salvare e chi no. Io l’ho fatto e devo conviverci ogni notte».Anche oggi Claudia Gabiati, quarantenne d’acciaio, ma con gli occhi verdi, gastroenterologa, 5 anni di Pronto Soccorso, altri 6 anni in corsia, scenderà nella Covid Unit del Fatebenefratelli, detta anche: la Trincea. Impiegherà venti muniti a spogliarsi, immunizzarsi, indossare la doppia tuta, la cuffia, i calzari, la mascherina, gli occhiali, la visiera, i doppi guanti, tutto quello che serve per entrare in sicurezza nel nuovo mondo, respirare la stessa aria del virus che ci ha cambiato la vita, seminando morte. E in quel mondo, coperta di plastiche, sudare sino a fine turno.
"Il mese più difficile della mia vita"«Marzo è stato il mese più terribile della mia vita. Fronteggiavamo davvero l’invisibile. E l’invisibile ogni giorno, ogni notte, ci accerchiava di ammalati e morti. I letti di terapia intensiva non bastavano mai. L’ospedale all’inizio ne aveva trenta. Ne abbiamo aggiunti sedici dopo la prima settimana, buttando giù pareti in un tempo zero. Poi altri quaranta. Poi altri ventinove, cancellando la Pediatria. Ma non bastavano mai. E così capitava che dovendo scegliere tra un paziente settantenne, obeso, pieno di complicanze, e un altro che poteva farcela, sceglievi di intubare il secondo, lasciando andare il primo. Non è facile come dirlo. Ti consulti coi colleghi, rifai cento volte i calcoli, ragioni, litighi. Ma alla fine decidi. E quando hai deciso devi chiamare i familiari e raccontargli tutta la verità che possono sopportare».
«Nel mondo di prima, ogni paziente aveva una moglie, figli, genitori, c’era un rapporto che faceva bene a tutti. Oggi di loro sappiamo solo i nomi scritti sulla scheda. Vediamo a malapena le facce, infilate dentro i caschi che li isolano nel rumore costante della ventilazione. Sono soli. Catapultati dentro un mondo sconosciuto dove noi ci aggiriamo vestiti da astronauti, irriconoscibili. Ci guardano con gli occhi spalancati. Hanno paura. Una tremenda paura di non riuscire a fare il prossimo respiro. La loro paura ci contamina. La loro solitudine è la nostra».
Il virus veloce«Il Covid è un virus velocissimo e cattivo. In tanti anni non ho mai visto infezioni polmonari così. Chi dice che è simile a tante altre influenze non sa di cosa sta parlando. Nei pazienti di prima le lastre mostravano uno o due addensamenti nei polmoni e il decorso era lento. Le polmoniti da coronavirus sono un’altra cosa, l’infezione è una macchia di inchiostro che cade e si diffonde. Ho visto pazienti che respiravano con qualche affanno e dopo un’ora non ci riuscivano più, completamente desaturati, in pericolo di vita. Mai vista una instabilità del genere».
«La verità è che ancora oggi non sappiamo bene come curarli. Non sappiamo quale farmaco funziona e quale no. Quello che facciamo è supportare le loro funzioni vitali in corsa contro il tempo. Li facciamo respirare. Li idratiamo. Li nutriamo. E intanto proviamo con gli antivirali, gli antimalarici. Magari con il cortisone. Magari con certi antibiotici. Ma la realtà è che chi ha la forza di guarire, guarisce, chi non ce la fa, muore. È tutto qui, per ora. Per questo è così importante la prevenzione, stare chiusi in casa, lavarsi, usare ogni cautela. Chi parla di riaprire tutto è matto».
"Dormo 4 ore a notte"«Da otto settimane dormo quattro ore per notte. Come tutti al Fatebenefratelli, medici, infermieri, paramedici. Non so neanche se sogno o non sogno. Entro nei reparti alle sette e mezza, esco alle dieci di sera. A marzo ho fatto 160 ore di turno, più 114 ore di straordinari. Durante il turno non mangi, non bevi, parli a gesti e se devi fare pipì perdi mezzora a svestirti, lavarti, rivestirti, quindi te la tieni». «Tutti noi del reparto abbiamo colleghi e amici morti, oppure in terapia. Penso che più o meno tutti siamo stati infettati. Io credo di essermi ammalata a metà marzo. E di essere guarita dopo certi dolori alla schiena. Il tampone dice che sono negativa. Ma quando ci sarà tempo di fare le analisi degli anticorpi, scoprirò se l’ho avuta oppure no».
Resistere«Questo è il tempo che ti tieni tutto dentro. Resisti. Ho la fortuna che a casa Luca, mio marito, cucina tutti i giorni per me. Prepara pesci e torte. Un amore. Solo che da due mesi viviamo, respiriamo e mangiamo a un metro di distanza, dormiamo in letti separati. L’ultima cosa che voglio è metterlo a rischio, non me lo perdonerei». «Da una settimana il terremoto ha rallentato. Lo spiraglio è che vediamo qualche letto libero. Ma la ricostruzione del mondo di prima sarà lentissima, un anno e anche di più. E quando arriverà il vaccino ci sarà l’intero mondo a mettersi in fila».
«Ho visto al telegiornale che ci applaudono dai palazzi. Mi ha commosso. Vorrei tenere questi applausi per il futuro e spenderli quando al Pronto soccorso ci urleranno, ci insulteranno. Oppure quando i prossimi governi ci taglieranno i reparti, gli ospedali, i corsi di laurea. Specie qui in Lombardia, dove per anni tutto andava alla sanità privata e le briciole a quella pubblica. Oggi ci chiamate eroi, benissimo, evviva, pero segnatevela ‘sta cosa e riparliamone quando ci sarà tempo».

11.4.20

FASCISTI E NAZISTI CHE NON AVETE IL CORAGGIO DI FIRMARE I VOSTRI COMMENTI DI .... COSI RIPUDIATE IL VOSTRO ARDITISMO

lo so che non dovrei dare retta o riportare simile 💩💩💩💩. Ma I fascisti ed i nazisti non hanno ( eppure si chiamavano arditi e si vantavano delle loro imprese ) Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "perchè ricordo l'olocausto \i e la shoah parte I..."👉https://bit.ly/2JU7kuzI . Ecco uno deitanti ricordini , ecco perchè : 1) ho messo la moderazione sul blog e in questo post regolamento👉 https://bit.ly/3cdSStx

ECCO UN COMMENTO  RECENTE  AD  MIO  POST  

Ecco cosa penso di questo tuo articolo di merda...
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Fai una bella cosa, infettati di coronavirus e CREPA!!! Il motivo per cui è in giro è per poter beccare i rami marci come te
P.S. l'olocausto giudaico è solo una frode sionista!!!

la cosa bella di pasqua 2020 è il silenzio degli agnelli risparmiati alla vigilia di una Pasqua senza ristoranti né pranzi di famiglia

ha  ragione  l'ultimo n (  11 APRILE 2020 )   della  rubrica    di repubblica  La Prima Cosa Bella



DI GABRIELE ROMAGNOLI



  Né abbacchio, né scottadito, spenti i forni. Il rappresentante di una ditta di produttori ovini, mentre fa scarse consegne al mercato rionale, riferisce sconsolato: "L'anno scorso ne macellammo quarantamila, quest'anno soltanto ventitremila". Diciassettemila si sono salvati. Questo silenzio degli agnelli risparmiati è un effetto collaterale positivo di questo tempo, una conquista da mantenere dopo. E una questione filosofica,ed  etica  aggiungo io  a suo modo. L'agnello risparmiato non ha idea del perché le cose stiano andando in questo modo. Perché il suo vicino sia scomparso e lui sia rimasto. Perché un destino segnato fino a un mese fa abbia cambiato corso. E' un mistero e non ha capacità per risolverlo. Non può comprendere la catena di cause ed effetti (un pipistrello muore in Cina, un uomo abbraccia un altro che prende un aereo e va in Europa, sedendo accanto a un'americana). Sa solo di essere salvo, senza manco essere finito in braccio a Berlusconi. Al momento, siamo nella condizione dell'agnello. Non abbiamo capito che cosa stia succedendo. Perché improvvisamente tanti di noi muoiano, come funzioni la catena di conseguenze e dove e quando possa spezzarsi. Di essere salvi ringraziamo la provvidenza. Ed evitiamo di finire in braccio a un uomo della provvidenza.

10.4.20

chi lo dice che gli anime e i manga sian dozzinali ed incitino all'odio si veda La forma della voce - A Silent Voice (聲の形 Koe no katachi) e poi , forse , cambierà idea

Incuriosito dal trailer  e da questa frase estrapolata dal film 

Può succedere che nel corso della vita si provi dolore, è la stessa cosa per tutti. Per questo motivo, devi cercare di accettare e amare anche i lati peggiori di te stessa, e andare avanti 

                                       dal  film  La forma della voce - A Silent Voice,




 e  dalla  " breve  recensione "  che  trovato per  la  ricerca  del mio precedente  post   ho visto  ,  e  da    quest'altra



 dopo anni  (  l'ultimo era  Mila e Shiro - Il sogno continua New Attacker YOU ! ) un anime  .  Più precisamente  La forma della voce - A Silent Voice (聲の形 Koe no katachi) . Esso  mi   è piaciuto   descrive  lo  stato  in cui ogni tanto ricado  a  causa  di  a  causa  dei miei comportamenti idioti da  ragazzo   bullo  \  nonnista  (   da  circolo vizioso   ,  avendolo  subito  lo  rifacevo a  gli altri\e   )       e  stalker   verso alcune persone   di cui   non merito  (  se  mai  lo hanno  fatto ) il loro  perdono  ma   vorrei come il protagonista   delll'anime    e del manga poter  dimostrare  che sono (  e sto cambiando  \  trasformandomi  , la  vita  \  opera  d'arte  non è altro che    un qualcosa  in continua  trasfornmazione   )  cambiato . Ma   purtroppo causa  polvere  del tempo   molte  d'esse   saranno irrintracciabili   ( morte , sposati e  quindi cognomi diversi  , numeri di cellulare  ed  indirizzi postali \  email cambiati  )  .Infatti  questo mio sfogo \  elucubrazione   mentale  èsolo frutto di  un sogno  \ incubo da cui mi sveglio  ,ma  il pensiero  rimane . Quindi lascio perdere  (  smetto di continuare  a cercarle ) e  mi lascio  alle spalle  strappando questa   pagina  dal libro della  vita e lascio in pace ***** l'unica che  ho rintracciato  e che  ho tentato   senza  successo   di riallacciare  i rapporti e  chiederli scusa   arrivando    quasi  allo stalking  .



<> ( secondo video ) . Bisogna superare il preconcetto tipico delle istituzioni culturali italiane che ancora continua anche se in misura ridotta ma sempre in modo influente [SIC ] a considerare i  manga e gli anime [ per chi volesse  approfondire l'argomento sulla  loro differenza e    sui  loro  diversi generi e sottogeneri   qui e  qui   trova maggiori   informazioni ]   come roba da bambini e quindi a snaturarli come ha fatto ( e fa tutt'ora ) con censure ed edulcorazioni inutili ed a far si che : << (...) i programmi di animazione, approdati sulle reti televisive principali erano cadute sotto la scure della censura, la quale si era messa a tagliare scene, tradurre interi dialoghi senza un senso con quello che accadeva nella storia, fino ad arrivare a eliminare interi episodi ( .... continua in questo articolo di http://www.mondojapan.net/ ) >>  e mostrarlo nelle  scuole anche  se  

 (  ..... ) Qualcuno potrebbe usare la famosa frase "dovremmo farlo vedere nelle scuole", nella realtà questa affermazione è vera fino a un certo punto, poichè chi è propenso a comportarsi in tale modo non è capace di capire i suoi errori guardando semplicemente un film, come avviene nella cura Ludovico. Il bullismo che si vede in questo film è quasi "preistorico", oggi non è più fare solo del male ma esiste la condivisione digitale, che nel film non c'è, cosa che rende tutta la vicenda di Shoko (vittima) quasi intima, mentre invece trovando la situazione contraria, con l'isolamento da parte dei compagni per Shoya (carnefice). E questo rende il tutto abbastanza fuori dal mondo che conosciamo, che ci viene descritto regolarmente dalla cronaca. (  ....   recensione  di  un utente  di  filmtv.it  qui trovate     il resto della recensione   ) 



  Ma   è  qualcosa  nel  mare    dell'indifferenza   o  della  cronaca   di tanti  fatti  o   i  tanti bla. bla ...   per porvi rimedio  , nei corsi del bullismo  e  disagio sociale     ed  farlo vedere  ai genitori  : dei bulli \  nonni  ma soprattutto a quelle  persone  che   con la  loro indifferenza  e   il  voltare    lo sguardo  dall'altra  parte    fanno si  che    simili  episodi succedano ed  abbiano  conseguenze   drammatiche   anche  a posteriori  come  i personaggi   del film   . 



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