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4.3.24

DIARIO DI BORDO N° 36 ANNO II Perizoma celesti, panda diplomatici, cugini curiosi, refusi preziosissimi, cani eccentrici, sentenze postume e treni senza piloti



 L’influencer si sfila il perizoma davanti alla chiesa, il parroco la denuncia . 

E' vero      che  In un mercato del lavoro sempre più competitivo e violento, è normale che si affermino figure professionali di alto livello, molto qualificate😁 . Come l’influencer di Instagram famosa per togliersi le mutande nei luoghi più disparati. Una delle ultime prodezze però le è costata una denuncia. “Si sfila il perizoma da sotto la minigonna rossa, lo appende ad una ringhiera davanti all’ingresso di una chiesa, poi entra in parrocchia”, scrive il sito di Sky Tg24. Il video, va da sé, è diventato virale. “Confesserò i miei peccati’ la didascalia che accompagna le immagini pubblicate su Instagram. A esprimere sdegno non sono solo gli utenti ma anche il parroco della Parrocchia Santa Lucia di Fonte Nuova, in provincia di Roma, che ha denunciato l’influencer”. Don Massimo Marchetti ha vergato la scomunica: “La Comunità Parrocchiale esprime il più fermo dissenso per le immagini non consone alla sacralità del luogo e per l’irrisorio riferimento al sacramento della Confessione”.  perchè  Scherza con i fanti, lascia stare i santi . Un minimo   di rispetto  e  di buon senso  . 




Esteri La Cina rilancia la “diplomazia dei panda” verso gli Stati Uniti: firmati accordi con lo zoo di San Diego


Una speranza di pace: i panda. Mentre sull’umanità si allungano le ombre inquietanti di un nuovo conflitto mondiale, ci si aggrappa alla pelliccia bianca e nera di questi orsi buffi e indolenti. “Dopo un lungo periodo di ostilità latente e non, e dopo l’incontro dello scorso novembre tra il presidente cinese Xi Jinping e il ‘collega’ Usa Joe Biden, la Cina è pronta a riattivare la ‘diplomazia del panda’”, spiega l’avvenire, “un gesto che da queste parti viene considerato come un segno di amicizia e distensione e risale addirittura al periodo della dinastia Tang (618-907). La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha fatto sapere che ‘le istituzioni cinesi hanno già firmato accordi con lo zoo di San Diego negli Stati Uniti’, incentrati ‘su un nuovo ciclo di cooperazione per la protezione dei panda giganti’”. Non sempre la diplomazia del panda ha funzionato: nel 2005 Taiwan si è rifiutata di accogliere i due panda Tuan-tuan e Yuan-yuan, “unità” e “riunione”.




India Un treno merci parte su un binario in discesa e viaggia per 70 km senza conducente (e senza causare vittime o danni)


Un po’ come il treno del Generale di De Gregori – che non fa più fermate neanche per pisciare – un convoglio indiano ha viaggiato per una settantina di chilometri senza che lo guidasse nessuno. “Un treno merci con 53 vagoni ha percorso il tragitto tra la città di Jammu e un villaggio nel Punjab, in India, senza nessuno ai comandi”, riporta Today. “Un viaggio senza conducente lungo oltre 70 km su cui le autorità indiane hanno aperto un’inchiesta: per fortuna, non si registrano danni ai materiali o vittime”. È andata così: “Il convoglio si è fermato per un cambio macchinista nella stazione di Kathua, ma poi avrebbe cominciato a muoversi lungo un binario in pendenza nella sezione Jammu-jalandhar, iniziando la sua corsa sfrenata”, senza né pilota né co-pilota. In alcuni tratti ha raggiunto i 100 all’ora. “Dopo oltre 70 chilometri di corsa ‘solitaria’, è stato rallentato con blocchi di legno e sacchi di sabbia posti sui binari dal personale ferroviario, e si è fermato prima di una stazione nel Punjab, in corrispondenza di una pendenza molto ripida”.



Londra Un libro di Harry Potter con un refuso nel nome dell’autrice è stato venduto all'asta per oltre 16mila euro

Si può trovare un tesoro persino in un refuso. “Un libro di Harry Potter acquistato per pochi centesimi circa 27 anni fa in un negozio di libri di seconda mano”, scrive Today, “è stato venduto all’asta per la somma record di 14mila sterline, pari a circa 16mila e 300 euro”. Il motivo è un banalissimo errore: “Nella copertina interna c’è la firma JA Rowling, invece che JK Rowling”. Questo, evidentemente, lo rende unico. “Nel libro, venduto al miglior offerente alla casa d’aste Hansons nello Staffordshire, viene anche utilizzato il nome completo dell’autrice ‘Joanne’”. Il venditore del volume è un 52enne londinese che si è trasferito a Bologna. L’ha comprato nel 1997 per 40 pence e l’ ha tenuto con sé per quasi vent’anni senza dargli importanza. “Una notte stavo navigando in Rete e ho letto questa storia dei libri rari di Harry Potter venduti a prezzi incredibili, così ho deciso di contattare Jim Spencer per vedere se il mio poteva essere prezioso”. Decisamente sì.




Stati Uniti Una modella scopre che il cugino è abbonato ai suoi contenuti erotici su Only Fans: “Sono nauseata”



Dramma familiari su Only Fans: la modella scopre che tra gli abbonati ai suoi contenuti erotici c’è anche suo cugino. Una notizia che commuove e meraviglia. “La protagonista è Sharna Beckman, 27 anni, americana. È solita postare foto bollenti sulla piattaforma per adulti e recentemente ha scoperto che suo cugino è tra i suoi followers e clienti più fedeli”, spiega il sito di Radio 105. “I due sono molto legati fin da quando erano piccoli, ma Sharna non sapeva che lui la seguisse su Onlyfans”. Davvero legati. Ma invece di essere orgogliosa del sostegno del cugino alla sua attività, Sharna ha reagito con sprezzo: “Ero troppo nauseata per raccontarlo a qualcuno della mia famiglia. Non volevo causare alcun imbarazzo ai miei genitori o fratelli e per questo ho deciso di rimuovere l’account di mio cugino dai miei follower e l’ho anche bloccato ovunque”. Poiché ci teneva a tenere la famiglia all’oscuro dell’imbarazzante scoperta, la modella ha raccontato tutto questo in un’intervista al Daily Star. Una professionista di una sensibilità straordinaria.







Alabama Un cane vagabonda per quasi un anno con un bidone della spazzatura in testa, prima di essere liberato



Misteriose creature. “Da mesi un cane si muoveva per le strade di Mobile, in Alabama, negli Stati Uniti, con un bidone della spazzatura in testa”. La notizia è sul sito La Zampa. “Sui social c’erano spesso segnalazioni di questo esemplare quattro zampe – e un bidone – ma i tanti tentativi di catturarlo non erano andati a buon fine. Ora finalmente ci sono riusciti e Bear, questo il nome dell’animale, si è liberato del suo fastidioso fardello”. Il gioioso annuncio è stato dato da Martin Miller, che su Instagram si qualifica come “soccorritore di cani scozzese che vive nel profondo sud”: “Grandi notizie!” – ha scritto Miller – C’era un cane che aveva una scatola intrappolata sulla testa da quasi un anno”. In qualche modo riusciva comunque ad alimentarsi. “Bene, oggi, The City of Mobile Animal Services e il Rifugio per Animali della Contea di Mobile si sono uniti e abbiamo tolto la scatola dalla testa del cane! Sono davvero orgoglioso di far parte di un gruppo di persone così straordinario!”.




Portogallo Al povero Bobi è stato tolto il titolo di “cane più vecchio del mondo”: non ci sono prove dei suoi 31 anni


Il mondo del Guinnes dei primati può essere crudele: è stato revocato il titolo di “cane più vecchio del mondo” precedentemente assegnato a Bobi, un mastino portoghese (ormai deceduto) che si riteneva fosse vissuto per 31 anni e 165 giorni. Sembravano in effetti un po’ troppi. Lo scorso ottobre, il Guinness World Records aveva lanciato un’indagine ufficiale sul povero Bobi: la sua età era sì registrata nel database nazionale degli animali domestici, ma in genere quel documento si basa sull’autocertificazione dei proprietari. Inoltre i test genetici avevano confermato solo la sua età avanzata (non quella esatta) e per di più il cane portoghese sembrava avere zampe di colore diverso rispetto a quelle che mostrava nelle vecchie fotografie del 1999, usate come prova della sua longevità. Adesso è ufficiale: “there is no conclusive evidence”, non ci sono prove inconfutabili che dimostrino i 31 anni abbondanti di Bobi. Al cane è stato tolto il record, con sentenza postuma. Mai una gioia.

storie di antimafia e di mafia istituzonale ., le idiozie della settimana da mary poppins era razzista a Il multimilionario ceo di Kellogg’s - tale Gary Pilnick - ha detto alla Cnbc che “le famiglie povere dovrebbero sfamarsi mangiando cereali per cena

   due  storie       una d'antimafia  



la  seconda  di mafia  legalizzata   cioè quella  delle  scomesse    e  del  gioco  d'azzardo  



Le  idiozie       del politicamente  corretto   e  non solo     della     settimana  






le nuove paure ed i rigurgiti degli antimoderni alla vanacci

 

Le nuove paure L’italia cambierà e (per fortuna) non lo impediremo

FOTO ANSA
L’antimoderno Roberto Vannacci

L’ITALIANITÀ, BELLA PAROLA. Il duce, nella prima fase del regime, la sostanziò con la grandezza militare e culturale romana risorta col fascismo, poi, più tardi, per accondiscendenza al nazismo, la trasformò in supremazia razziale. Era italiano chi somigliava a un italiano (ariano) e, intanto, spargeva gas sulle tribù del corno d'africa. Oggi, invece, che cosa c'è di così tanto veracemente italiano, se non un tale che ha capito che è il momento di darsi alla politica tipica della “politicanza” odierna sparando slogan al ventre molle dell'incultura e dell'ignoranza sociale? Una condizione nella quale siamo precipitati più che altro per la resa delle forze che, un tempo, erano il progresso: quello fatto non soltanto di parole e di rette circolari. L'italianità. quella vera delle delocalizzazioni, delle svendite totali ai fondi esteri e dei furbi al potere che si fanno le leggine in questa democrazia farlocca fotocopiata dai piani di Licio Gelli, è proprio una réclame, un abbraccio alla "grana" padana più che al noto formaggio.

GIANFRANCO PUGNI

TRA MENO DI 30 ANNI scompariranno 4 milioni di italiani e nuovi italiani prenderanno il loro posto. Italiani d'africa, italiani neri, italiani afgani, palestinesi, turchi, armeni. Con gli occhi dell'oriente oppure no. L'italianità, come l'abbiamo conosciuta, forse adorata, sicuramente vilipesa quando nella storia travagliata del Novecento si è trasformata nella tragica macchina da guerra durante gli anni del fascismo, è destinata a essere revisionata, come

succede alle parti dei motori che subiscono il peso degli anni. L'identità, la storia, la memoria, la lingua, la cultura sopravviveranno alle nostre fobie, ai processi mentali di chi teme la fantomatica sostituzione etnica, che è altro non è che la parola d'ordine, un messaggio in codice per provare a introdurre sistemi moderni di segnalazione razziale. Il clima (le ore di sole e quelle di pioggia), sta cambiando il mondo, e con il clima cambierà la natura, e la dimensione dei laghi, dei mari, delle foreste subiranno il peso del cambio. La demografia certificherà le altre dimensioni, quelle di coloro che abiteranno la Terra. È un processo da governare ma non da ostruire. Perciò tutti i richiami alla difesa dell’identità sono recessivi, anti-moderni, conservativi, destinati a soccombere di fronte alla realtà più forte di qualunque demagogia.

3.3.24

Nati e morti a Gaza durante la guerra: la tragica vita dei gemelli di 4 mesi Wissam e Naeem Sono stati uccisi in un raid israeliano su Rafah insieme al padre e undici parenti. Per restare incinta la madre 29enne si era sottoposta per dieci anni a cure per la fecondazione. Erano nati il 13 ottobre


chi mi segue o è fra i miei contatti conosce già il mio pensiero sul conflitto iraeliano-palestinese e storie come quel riportata sotto inieme alla lettura del libro ( un regalo d'amici )  dello storico israeliano ILan pappè    

Titolo originale:
The Biggest Prison on Earth. A History of the Occupied Territories Codice ISBN:9791259672483   Codice ISBN ePub:9791259673275 Data pubblicazione:
06-09-2022



da repubblica 03 MARZO 2024AGGIORNATO ALLE 17:58



I gemellini Wissam e Naeem Abu Anza, un bambino e una bambina, nati solo quattro mesi fa quando la guerra era già iniziata, sono morti la notte scorsa sotto le bombe vicino Rafah insieme a gran parte della loro famiglia.Lo riferisce il quotidiano internazionale arabo Asharq al Awsat

 raccontando il loro funerale testimoniato anche dalle immagini delle principali agenzie fotografiche internazionali presenti con i loro collaboratori nella Striscia che mostrano i due piccoli chiusi in sacchi neri, allineati a quelli di altri dodici parenti, prima di essere sepolti. Sono morti tutti - denuncia il media arabo - sotto un bombardamento israeliano che ha colpito una casa a Est della città, nel Sud della Striscia di Gaza.

"Il mio cuore se n'è andato", ha pianto Rania Abu Anza la mamma dei piccoli che nel raid ha perso anche il marito. La donna, racconta l’agenzia Reuters, si era sottoposta per 10 anni a tre cicli di fecondazione in vitro per rimanere incinta. I piccoli erano nati una settimana dopo l'inizio della guerra a Gaza. "Non abbiamo diritti", ha detto Rania. "Ho perso tutte le persone che mi erano più care. Non voglio vivere qui. Voglio andarmene da questo Paese. Sono stanca di questa guerra".

(afp)

Un attacco israeliano ha colpito sabato la casa della sua famiglia allargata nella città di Rafah, uccidendo i suoi figli, suo marito e altri 11 parenti e lasciandone altri nove dispersi sotto le macerie, secondo i sopravvissuti e i funzionari sanitari locali. Si era svegliata intorno alle 22.00 per allattare Naeim, il bambino, ed è tornata a dormire con lui in un braccio e Wissam, la bambina, nell'altro. Il marito dormiva accanto a loro. L'esplosione è avvenuta un'ora e mezza dopo. La casa è crollata.

"Ho urlato per i miei figli e per mio marito", ha detto Abu Anza, mentre singhiozzava e cullava al petto la coperta di un bambino. "Erano tutti morti. Il padre li ha portati via e mi ha lasciata indietro". Delle 14 persone uccise nella casa di Abu Anza, sei erano bambini e quattro donne, secondo il dottor Marwan al-Hams, direttore dell'ospedale dove sono stati portati i corpi.

Oltre al marito e ai figli, Rania ha perso anche una sorella, un nipote, una cugina incinta e altri parenti. Farouq Abu Anza, un parente, ha detto che nella casa alloggiavano circa 35 persone, alcune delle quali sfollate da altre zone. Ha detto che erano tutti civili, per lo più bambini, e che non c'erano militanti tra loro. Rania e suo marito Wissam, entrambi di 29 anni, hanno passato un decennio a cercare di rimanere incinta. Tre cicli di fecondazione in vitro erano falliti, ma dopo un terzo ciclo ha saputo di essere incinta all'inizio dell'anno scorso. I gemelli sono nati il 13 ottobre

1.3.24

IL PAPA SCOMUNICA E IL SACERDOTE RIABILITA -Pino masciari

La coscienza di ciascuno è impenetrabile, ingiudicabile da qualsiasi uomo. Ma le azioni no. Soprattutto quando si tratta di atti, episodi, appartenenze incontrovertibili. Non è accettabile assistere alla riabilitazione della memoria dei mafiosi dopo la loro morte, quasi alla loro santificazione. Non lo è soprattutto per le persone oneste, per chi vive nel rispetto della propria e dell’altrui dignità e libertà. Di colpo dopo la morte i
mafiosi divengono persone che facevano del bene, degne di rispetto e preghiera, come se le atrocità compiute potessero cancellarsi con qualche cosiddetta opera di bene. Le persone oneste si dimenticano, si tengono nascoste, i delinquenti si celebrano! La scelta del rettore del cimitero di Mazara del Vallo, don Nicola Misuraca, di celebrare una messa in memoria di Gaetano Riina, non è solo un episodio increscioso, è piuttosto un’azione che violenta la memoria delle vittime, la loro sofferenza, il loro dolore. L’ambiguità di alcuni uomini di Chiesa, l’equivocità dei messaggi che mandano dai loro pulpiti, storicamente acclarata e periodicamente ripetuta, è scandalosa, è oltraggiosa. I mafiosi sono stati scomunicati da Papa Francesco. Per la Chiesa questo significa che sono fuori dalla comunità cattolica. Sarebbe ora di buttarli fuori, con decisone, definitivamente, insieme a tutti i loro sostenitori ed affiliati, anche dalla società civile! 

Studenti che aggrediscono i prof a scuola ‘mamma e papà pagheranno fino a 10mila euro di multa’: arriva in Senato l’emendamento che cambia le regole

Per  essere  incisiva      e  non    una  semplice  legge   fattta  solo per  fare   o  di manzoniana  memoria   serve  aggiungere  alla  sanzione     economica      anche  l'obbligo   con  raddopiamento pecunario      se  non lo  si frequenta  un corso obbligatorio   educazione   alla  legalità e   alle  diversità   , da parte  dei  genitori  

  da ilriformista   del  29\2\2024

Studenti che aggrediscono i prof a scuola ‘mamma e papà pagheranno fino a 10mila euro di multa’: arriva in Senato l’emendamento che cambia le regole© Fornito da Il Riformista

Tutti ci ricordiamo i numerosi episodi di aggressioni – più o meno violente – di qualche studente contro il professore di turno. Uno dei casi più recenti è il caso dello studente di 17 anni che ha accoltellato alla spalle la sua professoressa prima di entrare in classe. all’istituto professionale Enaip di Varese. E ancora la professoressa derisa da alcuni studenti in classe e colpita alla testa e ad un occhio a pallini di gomma sparati da una pistola ad aria compressa. 

Il rischio di una multa fino a 10mila euro

Gli studenti che aggrediscono un professore, un dirigente scolastico o un membro del personale amministrativo della scuola rischiano una multa che può andare dai 500 ai 10mila euro. Lo prevede un emendamento depositato dal governo al Senato, in commissione Cultura, al ddl sulla valutazione del comportamento degli studenti. Il testo prevede che in caso di condanna per reati contro il personale scolastico nell’ambito o causa delle loro funzioni “è sempre ordinato” oltre al pagamento dei danni quello “di una somma da euro 500 a euro 10mila”, appunto, come “riparazione pecuniaria” per “l’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”.

Cosa prevede l’emendamento depositato in Senato

L’emendamento è relativo a “chiunque aggredisca un professore o un dirigente nelle sue funzioni o a causa di esse” e condanna “i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni”.

Titolo di riparazione pecuniaria “La sospensione condizionale della pena – si specifica – è comunque subordinata al pagamento della somma determinata a titolo di riparazione pecuniaria, fermo restando il diritto della persona offesa all’eventuale risarcimento del danno”. Il termine per la presentazione dei sub-emendamenti alla proposta di modifica in commissione è stato fissato a martedì.

L'ultima volta che siamo stati bambini esordio alla regia di claudio bisio., La signora della scogliera Marco Nucci sceneggiatiura \ soggetto e Disegni di: Mattia Surroz., opere da ricordare CON L'URGENZA DI CONDIVIDERE RIFLESSIONI ED EMOZIONI.

Nei giorni  scorsi  ,  stanco  dei soliti programmi post  elettorali ho visto   su  primevideo  il bellissimo ed  toccante  film L'ultima  volta   che  siamo  stati bambini   . Unoi dei pochi  film " non ideologici  "   ed  non retorici   sul periodo  della  II  guerra    mondiale   ed  l'olocausto . 
Esso insieme  alla  bellissima  storia a metà  tra orrore  e memoria La  signora  della  scogliera  (trovate sotto  al  centro  la  prima  tavola )  di :  soggetto  e  sceneggiatura  Marco Nucci   e Disegni di: Mattia Surroz  pubblicata su    topolino n 3561 . Una  bellissima  Storia      che  dimostra  come  il  fumetto   non  sia  solo  un  genere  letterario   per bambini .
 Tali opere    hanno  rallegrato  la  mia settimana  creando   un diversivo    rispetto  a  temi dominanti   cioè   sui media  (le  cariche  della polizia   a Pisa   e la  sconfitta    del  centro   destra  ed  la  vittoria  del  campo largo   in Sardegna) .IL  fumetto La  signora  della  scogliera  perchè  smonta il tabù  che  la letteratura   e  l'horror   siano  solo  adatti  ai ragazzi\e  dai  14  anni in su . Già  dall'incipit   e  dai  disegni  della  prima  tavola  (  vedere  foto sotto  )  t'invita  alla  lettura   e ,   sembrano ricordare  (  foto    sotto  a destra  )  il famoso  disegno di Snoopy  : <<  era ua  notte buia  e tempestosa

questo racconto ha smosso in me sentimenti, desideri e ricordi che tengo da parte, soffocati dalla quotidianità e da un pizzico di malinconia generale.
A volte capitano dei periodi in cui non si sa davvero che cosa si vuole dalla vita. Magari si ha anche un desiderio o un obiettivo, ma rimane lì, distante e confuso. A volte questa distanza è rassicurante, perché raggiungere quell’obiettivo spaventa, ma il più delle volte lascia addosso un senso di frustrazione che alla lunga sfianca.Eppure in momenti come questo cerco di non arrendermi, di trovare dei segnali, qualcosa che tenga il legame in vita e che mi tiri fuori dalla palude in cui finisco (oppure mi infilo a bella posta, perché una tendenza al masochismo c’è sempre). 
 IL  film  L'ultima  volta   che  siamo  stati bambini ,vede  l'esordio alla regia di Claudio Bisio,appartiene insieme  allla  storia     prima  citata   , alla categoria di quelli che non si dimenticano. Infatti  generalmente  quando un attore famoso si cimenta nella regia i motivi possono essere diversi e, in più di un'occasione, anche legati ad un'esigenza personale e professionale che non necessariamente deve coincidere con l'interesse degli spettatori.Non è così per l'esordio di Claudio Bisio dietro la macchina da presa , da quel poco  che   capisco di tecnica   cinematografica   e  di  sceneggiattura ,  che ha più di un punto di contatto con quelli di coloro che nascevano come registi e sono diventati noti ed apprezzati nel panorama nazionale ed internazionale. Perché nella storia scelta, nel modo in cui è stata trasposta sullo schermo dalle pagine di un libro (di Fabio Bartolomei) e in quello in cui è stata girata, si sente l'urgenza di condividere pensieri, riflessioni (non solo, si badi bene, sul passato) ed emozioni.
Ecco che   :   <<   [... ] Bisio guarda ai suoi giovanissimi e straordinari protagonisti con il desiderio di fare un film che arrivi al pubblico più vasto senza però scegliere soluzioni facili o scorciatoie narrative anche quando modifica, come è necessario fare, elementi anche importanti del romanzo. Si sente in lui la capacità di creare coesione al progetto che solo i bravi attori riescono ad ottenere da coloro che hanno scelto per trasformare la loro visione in gesti, parole, esternazione di sentimenti.  [....] dalla  recensione   di    https://www.mymovies.it/film/2023/lultima-volta-che-siamo-stati-bambini/ >>.
Ognuno di noi ,  sottoscrito  compreso  , ha avuto nella vita il suo momento di passaggio in cui 'non è stato/a bambino/a'. Qualcuno però sa ancora rinvenire dentro di sé l'innocenza, lo sguardo comunque ancora aperto alla meraviglia che è proprio di quell'età, nonostante tutti i possibili condizionamenti. Bisio c'è riuscito e ha trovato anche il modo migliore per comunicarlo e  ne  ha  fatto un  film  bellissimo     dove spiega  senza annoiare   ma  anzi divertendo  e  coinvolgendo  lo  spettatore  , soprattutto   ai bambini  e a  chi ha   solo una  conoscienza   parziale   o a assente  ,    delle leggi  razziali    e del fascimo  durantre  la  II  guerra mondiale  .
  


25.2.24

vannacci , naufragio di cutro ,ritrovare sua madre nelle foto e nell'assistere gli altri dopo la morte della figlia per tumore i casi di Moira ricci e Eleonora Galia che dopo la morte della figlia aiuta bambini malati , cortei pro palestina ed altre piccole storie

 Vanacci  indagato per le spese x Mosca.Salvini lo candida lo stesso   ed  in suoi  fans   lo  difendono :<< giustizia ad orologeria  >> .Ora   le   accuse sono partite dalla difessa  , ministro a orologeria anch'esso   ?










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ciascuno di noi ha un suo modo di elaborare il lutto della perdita del proprio familiare . I casi di della a fotografa Moira Ricci e della perdita della madre . Moira ha iniziato a “inserirsi” nelle foto dell’album di famiglia in cui non c’era., e quello di Maria Eleonora Teresa Galia, 53 anni, nomnata Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, per "la tenacia e la costanza con la quale, nel ricordo della figlia, aiuta i bambini malati rallegrandoli con giocattoli e finanziando investimenti nelle strutture ospedaliere che li ospitano". Continua con tenacia ad esaudire il desiderio della figlia Giulia che prima di morire ha chiesto di donare giocattoli e di aiutare i bambini meno fortunati di lei.
fonti  dalla  newsletters  Altre/Storie di Mario Calabresi 23 febbraio 2024  



Il giorno dopo il funerale di sua madre, Moira si è messa a cercare ogni fotografia in cui la potesse rivedere. Ha sfogliato gli album di famiglia ed è andata da parenti, amici e dal fotografo del paese, soprannominato ironicamente “lo sciupamusi”, per raccogliere tutte le immagini in cui ritrovarla. Aveva bisogno della sua presenza, di guardarla e di vederla viva nel mondo. Mamma Lorena, che aveva solo cinquant’anni, se ne era andata all’improvviso il giorno di San Lorenzo, quello delle stelle cadenti. Moira, che da tre mesi era lontana da casa per finire la tesi di laurea, non poteva accettare quella scomparsa improvvisa e così ha inventato il suo modo per tenerla vicina.

“Gemellini” © Moira Ricci. Le fotografie sono tratte dal libro di Moira Ricci, edito da Corraini, “20.12.53 – 10.08.04” dedicato a sua madre Lorena


Ognuno di noi nella vita deve fare i conti con la perdita dei genitori, provare a elaborarla, trovare una strada per andare avanti. Se accade quando si è già adulti e i genitori sono anziani, allora siamo aiutati dall’idea che sia il corso naturale delle cose, ma se la perdita avviene prima di essere diventati davvero “grandi” allora è qualcosa che ci portiamo dentro, in modi diversi, per sempre. E che spinge a cercare forme per trasformare il dolore e la mancanza.
Ho incontrato Moira Ricci, artista e fotografa, a Milano, dove insegna fotografia in un liceo artistico. Abbiamo dialogato insieme alla scrittrice Maria Grazia Calandrone e alla regista Alina Marazzi, perché ognuna di loro ha dedicato parte della propria opera (un progetto fotografico per Moira, due romanzi per Maria Grazia e un film documentario per Alina) a elaborare il dolore della perdita della madre.​
​L’occasione è stata una mostra di fotografie, alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 17 marzo, che si chiama “Straordinarie” e raccoglie 110 ritratti di donne italiane che con il loro percorso testimoniano la possibilità di affermarsi oltre pregiudizi e discriminazioni.

Ritratto di Moira Ricci. La foto è di Ilaria Magliocchetti Lombi e fa parte della Mostra “Straordinarie”, alla Fabbrica del Vapore a Milano fino al 17 marzo. Il progetto curato da Renata Ferri è promosso da Terre des Hommes


Mentre osserva quelle foto della mamma che sta raccogliendo in giro per la Maremma, per la precisione nel Parco dell’Uccellina dove è nata e cresciuta, Moira sente che non vuole accontentarsi di guardare. Non vuole mettere insieme un album da sfogliare ma vuole entrare nelle foto, prendere sua madre e riportarla fuori. «Ero talmente scioccata da questa perdita improvvisa che mi sforzavo di immaginare un modo per stare con lei». Come fare per entrare nella foto? «Bisognava diventare parte dell’immagine, dovevo essere anch’io una foto». Per poter far parte di quel momento però era necessario innanzitutto essere coerenti con il tempo, la moda, lo stile e i colori dello scatto originale. Così Moira comincia a studiare ogni singola immagine, lo fa giorno e notte per i primi due anni, cerca i vestiti e le scarpe del tempo, la pettinatura corretta, e inizia a fotografarsi con una piccola macchina digitale. Prova centinaia di scatti, finché non arriva l’immagine perfetta, che rispetti l’atmosfera e abbia le luci e le ombre giuste. Poi ritaglia la sua presenza digitale e la applica sulla foto tradizionale.
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-con-maestra) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-innaffia) © Moira Ricci


«Avevo deciso di farlo senza nascondere nessuno e senza sostituirmi ad altri, perché volevo rispettare la foto com’era. Volevo entrare dentro, tornare nel passato e andare ad avvertirla del pericolo». Perché Lorena è morta per i postumi della caduta dalle scale del cantiere della casa nuova che si stava costruendo con il marito Tonino. «Nelle foto io la fisso con sguardo preoccupato come per metterla in guardia di non cadere e portarla via con me. La verità è che volevo stare con lei e siccome non era più possibile l’ho fatto nelle foto».
Nei primi due anni Moira crea 15 collages, poi rallenta: «Nel tempo sono stati sempre meno, perché elaboravo il mio lutto e cominciavo a fare altro, a guardare avanti e fuori. Queste foto restavano però un luogo di incontro con lei e amavo l’idea di entrare per parlarle, per raccontarle le cose nuove, per esempio che era nato suo nipote».
​Alla fine del progetto le foto con Lorena saranno cinquanta, come gli anni che la madre aveva vissuto e Moira si inserisce vicino alla madre anche quando lei era ragazza o bambina, in un tempo in cui non c’era ancora. «Rispetto a mio fratello e al mio babbo sono riuscita a elaborare meglio la perdita, questo lavoro è servito molto a ritrovare la luce e a non ammalarmi. Mi ha aiutato a fare i conti».
"20.12.53-10.08.04" - (fidanzati) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-in-negozio-che-lavora) © Moira Ricci


Lorena faceva la parrucchiera, aveva risistemato il porcile del podere, e ci aveva fatto il negozio. «Il mio modo per contestarla nell’adolescenza era di farmi i capelli di mille colorazioni, lei impazziva perché fino a quel momento ero il suo modello per provare le pettinature».
La grande lezione che Lorena ha dato a Moira, quella che ha cementato il loro amore, è stata l’indipendenza. «Qualunque cosa io chiedessi, dallo stereo al motorino, lei rispondeva: “Quando andrai al lavoro te lo comprerai”. Così già a 13 anni sono andata a fare la raccolta dei pomodori, delle cipolle e poi la vendemmia. E l’anno dopo, quando avevo l’età giusta, ho cominciato a fare la cameriera e la barista nei campeggi a Talamone».​
A 18 anni e mezzo Moira si trasferisce a Milano per studiare fotografia alla Scuola Bauer: «Mamma era stata chiarissima con me e mio fratello: “Chi esce di casa se la deve vedere da solo”. Io mi mantenevo facendo mille lavori: la bagarina alla Scala, la disegnatrice di fumetti, soprattutto manga giapponesi, su mutande che vendevo rigorosamente in nero fuori dalle discoteche, davanti all’Università Statale, nei mercatini e nelle fiere. Per un periodo ho posato come modella nuda all’accademia della terza età. Non mi sono vergognata di nulla, ma ero orgogliosa di essere indipendente».
"20.12.53-10.08.04" - (passeggiata-a-casa-di-nonna) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-cucina) © Moira Ricci


«Indipendenza però non ha mai significato lontananza: mi chiamava tutte le sere, era molto presente e c’era sempre. Mi diceva che dovevo viaggiare e mi spingeva a scoprire il mondo. Le raccontavo tutto, ogni cosa che mi accadeva e ogni persona che incontravo. Per questo ho sentito l’urgenza di continuare a stare nelle cose con lei, anche se soltanto in una fotografia».

  e   dalla  nuova  sardegna  la seconda  

Sassari «Quando mi troverò davanti al presidente della Repubblica, sarà come se con me ci fossero il sorriso di Giulia e il cuore di tutte le persone che ogni giorno sostengono il nostro progetto. Giulia Zedda non c’è più da quasi 6 anni ma il suo sorriso non si è mai spento e la scia luccicante di bene che continua a lasciare al suo passaggio sta per arrivare sino al Quirinale. Il 20 marzo, alla cerimonia di consegna delle trenta onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, ci sarà anche Eleonora Galia, la mamma di Giulia. Il nome dell’attivista cagliaritana è stato infatti inserito da Sergio Mattarella nell’elenco delle “cittadine e dei cittadini che si sono distinti per attività volte a contrastare la violenza di
Eleonora  Galia     e sua  figlia  Giulia zedda  scomparsa
sei anni  fa 
genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l'impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per la scelta di una vita come volontario, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo». Eleonora Galia, in particolare, verrà insignita del prestigioso riconoscimento “per la tenacia e la costanza con la quale, nel ricordo della figlia, aiuta i bambini malati rallegrandoli con giocattoli e finanziando investimenti nelle strutture ospedaliere che li ospitano”.
Il sogno di Giulia Raccogliere e distribuire alle famiglie in difficoltà tutto ciò che serve per i bambini, sin dall’età neonatale. Era questo “Il sogno di Giulia” ed è questo il nome dell’associazione di volontariato che Emanuela Galia e suo marito Alfio Zedda portano avanti per mantenere fede al desiderio della loro bambina, scomparsa all’età di 10 anni, nel 2018, dopo un lungo calvario per un tumore al cervello. «Ci siamo io e mio marito, è vero – dice la responsabile del progetto –, ma siamo letteralmente circondati e sommersi dall’impegno e dalla generosità dei soci, di tantissimi cittadini comuni e a una squadra di professionisti di ogni settore: medici di tutte le specializzazioni, avvocati, insegnanti, pasticceri, amici che ci supportano da ogni parte d’Italia. Per questo dico che quando andrò da Mattarella sarà come avere al mio fianco un esercito di persone generose. E non ho neanche idea di chi ci abbia segnalato al Quirinale».
Vita vissuta I progetti dell’associazione ricalcano le esperienze che la famiglia Zedda ha sperimentato sulla propria pelle negli anni della malattia di Giulia. «Molte iniziative nascono in effetti sulla falsariga delle nostre disavventure: come non riuscire a prenotare una visita in tempi brevi attraverso il cup, come ritrovarsi fuori dalla Sardegna e non sapere come muoversi, o entrare in una stanza per il ricovero che non è accogliente per un bambino. Noi ci siamo passati e ci siamo trovati soli. Allora abbiamo creato una rete di specialisti che garantiscono visite gratuite in tempi rapidi, abbiamo tassisti amici a Roma, persone in grado di supportare in tutti i modi una famiglia che si trova in quella difficile condizione. E nel reparto di Pediatria di Sassari, dove Giulia è stata curata per un periodo, abbiamo acquistato arredi colorati e reso più bella una stanza grigia».
L’associazione con sede nel quartiere di Is Mirrionis è il fulcro di iniziative che hanno portata rilevante a livello sociale. Qui vengono raccolti e ridistribuiti alimenti, indumenti (anche abiti da sposa), attrezzature di ogni genere per l’infanzia, strumentazioni per visite specialistiche; vengono organizzati campi estivi per famiglie in difficoltà, pagati ombrelloni al mare per famiglie con figli disabili, acquistati occhiali. E tanto, tantissimo altro. «Non ci siamo mai pianti addosso – spiega Emanuela Galia –. Come nel bellissimo disegno che ManuInvisible ha fatto sulla serranda della nostra sede, siamo rifioriti dal dolore e l’abbiamo trasformato amore. Rivediamo il sorriso di Giulia nel sorriso degli altri bambini e ogni giorno torniamo a casa arricchiti

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Naufragio di Cutro, il pescatore che per primo diede l'allarme: "Non riesco più a entrare in acqua"
Vincenzo Luciano è diventato, suo malgrado, uno dei simboli del naufragio di Steccato di Cutro. La notte del 26 febbraio 2023 fu il primo ad arrivare sulla spiaggia e a dare l'allarme. Cercò di salvare più persone che potè, ma si ritrovò a recuperare i corpi delle vittime che affioravano dall'acqua e dal quelgiorno non ha mai più smesso di tornare su quella spiaggia. Quello che invece non è mai più riuscito a fare, come dice  in questa  video   intervista  ,  è uscire con la sua barca per pescare. Le immagini terribili di quei giorni sono impresse nella sua mente, ricordi ancora troppo lucidi per poter tornare a vivere il mare che lui ben conosce


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Sempre  sulle  cariche     a  freddo cariche sui cortei pro Palestina,  e  sulla  replica  della polizia:   "difficoltà operative "    che     riconosce    come   I manifestanti non stavano fermi


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24.2.24

Uno scontro verbale tra un gatto e un corvo ha divertito più di 5 milioni di persone

 

© Fornito da Wamiz

Un bellissimo gatto rosso è sdraiato sul balcone, ma qualcuno chiaramente non vuole lasciarlo riposare.Dietro di lui, un corvo si siede sulla balaustra e gli gracchia contro. Sfortunatamente, non assomiglia ad una chiacchierata amichevole, ma piuttosto a una lite accesa.Il corvo sembra provocare il felino, finché alla fine ci riesce. Infatti, quest'ultimo risponde con uno sgradevole miagolio. Subito dopo, lui risponde con una bella replica. E così via.



Un'insolita chiacchierata

Il proprietario del gatto ha catturato ( vedere  video sopra  )  l'incredibile confusione verbale tra le specie in un video e lo ha pubblicato online.Oltre 8 milioni di internauti hanno guardato la scena e migliaia stanno ancora teorizzando su cosa sia realmente questa loro discussione.
C'è un interprete in sala? Purtroppo, non è stato ancora trovato un traduttore che traduca la lingua felina e corvina nella nostra, ma va bene così.Le teorie degli internauti su ciò di cui gli animali possono parlare sono varie. Secondo alcuni, i due hanno un'accesa discussione su argomenti filosofici, secondo altri, su argomenti culinari.Alcuni dei commentatori si mettono nei panni di esperti di comportamento animale e, dopo i suoni emessi dal corvo e dal gatto, cercano di decifrare di cosa si potrebbe trattare.Uno degli internauti ha scritto: «Il corvo dice "Scommetto che non mi salterai addosso?" e ​​il gatto risponde "Sono davvero un deficiente?"».  tesi che condivido   anch'io  .  Ma    come potete    vedere, ci sono numerose interpretazioni. Sono curioso   di sapere la vostra   opinione: di cosa sta parlando il corvo con il gatto? Condividi la tua teoria in un commento qui sotto!

COME SI RICONOSCE UNA SETTA? LE SETTE FANNO LEVA SULLA PAURA E SUL SENSO DI COLPA


Le sette, ovvero tutte le associazioni che si discostano dalla religione principale, qualunque essa sia, per intraprendere un nuovo rito, fanno leva su principi piuttosto semplici e ruotano attorno alla paura. Persone sole che vogliono far parte di un gruppo sono più a rischio di altre. Se viene raccontato che il demonio infesta i loro corpi, la loro casa, e a dirlo è qualcuno di cui si !dano, quasi certamente permetteranno qualsiasi cosa purché il male venga scacciato. In Italia, con la presenza massiccia e
rami!cata della chiesa in tutte le sue espressioni, non è necessario essere ferventi cattolici per conoscere la dottrina: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, sono all’ordine del giorno. Croci!ssi, preghiere e campane a lutto o a festa, anche. Si tratta di riti collettivi a cui siamo avvezzi. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che chiunque invochi il nome del Signore per una guarigione, per un miracolo, per una supplica venga tutt’al più ignorato o ritenuto inoffensivo: che sta facendo di male? Sta solo pregando. Qualsiasi religione non è solo bontà e preghiera. È anche un modo come un altro per controllare le masse e renderle mansuete. Le sette hanno come caratteristica principale il cosiddetto ‘love bombing’: accolgono i nuovi arrivati con un vero e proprio bombardamento d’amore. Ed è contrario alle regole di un gruppo che, per la sua propria sopravvivenza, è chiuso. Dif!cile essere accolti in un nuovo uf!cio. O a scuola. Nella setta è il contrario: è tremendamente semplice. Una persona sola, bisognosa d’amore, accolta con entusiasmo non se ne andrà più. Sarà fedele, farà quello che le verrà chiesto. La setta fa leva sulle debolezze, sulle paure e sul senso di colpa. Il leader della setta vuole esercitare un potere. Se poi arrivano anche offerte, soldi, regali, tanto meglio. Far credere di essere il tramite con cui Dio opera i suoi miracoli è da criminali. Così come è da criminali, e i leader delle sette sono criminali, invitare i propri adepti a sospendere i farmaci, a non credere ai medici, a seguire strane diete. Se l’adepto viene convinto che nel suo corpo c’è il demonio e che serve un esorcismo per scacciarlo, quasi certamente non si opporrà, intimorito dalla morte, dall’ignoto e dal male. Le sette e le microsette in Italia prosperano perché c’è un timore reverenziale per tutto ciò che viene de!nito sacro, retaggio culturale di chi, !n da piccolo, ha fatto le scuole pubbliche sotto il croce!sso appeso al muro. Ma la vera religione è un’altra” Il reclutamento avviene per passaparola:
«Vado in questo posto, mi trovo bene. Vieni?». Si viene accolti con grande affetto: sorrisi, abbracci, inclusione immediata. Non è chiarissimo quale sia lo scopo: pregare, stare bene. La religione è riveduta e corretta. Ci sono richieste di offerte: di tempo, denaro, esperienza.  Ci sono domande intime e c’è l’attesa, pressante, per risposte dettagliate.  C’è un momento di rottura: se non sei con noi, allora sei contro di noi. C’è il momento della guarigione: «Hai un problema, noi possiamo risolverlo». Nella setta un rito di passaggio decreta l’ingresso, a quel punto l’adepto coinvolgerà altri .

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...